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Marco Spallanzani Francesco Guidi Bruscoli TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (ca. 1350-1550) Le fonti BIBLIOTECA DI STORIA ISSN 2464-9007 (PRINT) - ISSN 2704-5986 (ONLINE) – 44 – Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550) Le fonti FIRENZE UNIVERSITY PRESS 2023 Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550) : le fonti / Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli. – Firenze : Firenze University Press, 2023. (Biblioteca di storia; 44) https://books.fupress.com/isbn/9791221500868 ISSN 2464-9007 (print) ISSN 2704-5986 (online) ISBN 979-12-215-0086-8 (PDF) ISBN 979-12-215-0087-5 (XML) DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 Graphic design: Alberto Pizarro Fernández, Lettera Meccanica SRLs Front cover image: velluto alto basso operato (Firenze, terzo quarto sec. XV). Firenze, Museo Nazionale del Bargello, N. Inv. Carrand 2351 Peer Review Policy Peer-review is the cornerstone of the scientific evaluation of a book. All FUP’s publications undergo a peer-review process by external experts under the responsibility of the Editorial Board and the Scientific Boards of each series (DOI 10.36253/fup_best_practice.3). Referee List In order to strengthen the network of researchers supporting FUP’s evaluation process, and to recognise the valuable contribution of referees, a Referee List is published and constantly updated on FUP’s website (DOI 10.36253/ fup_referee_list). Firenze University Press Editorial Board M. Garzaniti (Editor-in-Chief), M.E. Alberti, F. Vittorio Arrigoni, E. Castellani, F. Ciampi, D. D’Andrea, A. Dolfi, R. Ferrise, A. Lambertini, R. Lanfredini, D. Lippi, G. Mari, A. Mariani, P.M. Mariano, S. Marinai, R. Minuti, P. Nanni, A. Orlandi, I. Palchetti, A. Perulli, G. Pratesi, S. Scaramuzzi, I. Stolzi. FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) The online digital edition is published in Open Access on www.fupress.com. Content license: except where otherwise noted, the present work is released under Creative Commons Attribution 4.0 International license (CC BY 4.0: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode). This license allows you to share any part of the work by any means and format, modify it for any purpose, including commercial, as long as appropriate credit is given to the author, any changes made to the work are indicated and a URL link is provided to the license. Metadata license: all the metadata are released under the Public Domain Dedication license (CC0 1.0 Universal: https://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/legalcode). © 2023 Author(s) Published by Firenze University Press Firenze University Press Università degli Studi di Firenze via Cittadella, 7, 50144 Firenze, Italy www.fupress.com This book is printed on acid-free paper Printed in Italy Indice Elenco delle abbreviazioni 7 Nota metrologica 9 Introduzione 11 PARTE PRIMA Capitolo 1: Firenze e il Levante 1. Scambio di prodotti 2. Rapporti commerciali e diplomatici 3. Mercanti fiorentini a Costantinopoli 15 15 17 19 Capitolo 2: I drappi fiorentini in Levante 1. Dalla produzione all’esportazione 2. Le rotte 21 22 24 Capitolo 3: Le forniture alla Sublime Porta (1462-1531) 1. La Porta di Maometto II il Conquistatore (1432-1481) 2. La Porta di Bayazet II (1481-1512) 3. La Porta di Selim I (1512-1520) 4. La Porta di Solimano, principe ereditario (1515-1517) e sultano (1520-1566) 27 27 29 37 42 Conclusione 49 Appendice 1. Le vendite alla Porta (1462-1531) 51 2. Tipi di drappi inviati alla Porta di Bayazet II, Selim I e Solimano (1490-1531) 69 3. Fiorentini in Levante 75 4. Mercanti e fondi archivistici 83 PARTE SECONDA Le fonti 87 FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, Marco Francesco Guidi Bruscoli, TessutiUniversity di seta traPress, Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). fonti, © 2023 © 2023Spallanzani, Author(s), CC BY 4.0, published by Firenze ISBN 979-12-215-0086-8, DOI Le 10.36253/979Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press 12-215-0086-8 (www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Elenco dei documenti 421 Fonti manoscritte 427 Bibliografia citata 433 6 6 Elenco delle abbreviazioni AOI ASF BNCF br. d. d. d. duc. f. g. gr. isp. l. lb. lib. q. r. s. s. s.p. segn. SNS sp. v. Archivio dell’Ospedale degli Innocenti Archivio di Stato, Firenze Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze braccio, unità di lunghezza denaro, unità monetaria denaro, unità ponderale destra ducato fiorino grammo grosso, unità monetaria vedi sp. largo oppure lungo lira, unità monetaria libbra, unità ponderale quarto, unità di lunghezza recto sinistra soldo, unità monetaria senza prezzo segno, segnato Scuola Normale Superiore “spagnolo” o “spianato” (manteniamo questa abbreviazione così come compare nei documenti, data l’impossibilità di chiarire con certezza il suo significato) verso FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, Marco Francesco Guidi Bruscoli, TessutiUniversity di seta traPress, Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). fonti, © 2023 © 2023Spallanzani, Author(s), CC BY 4.0, published by Firenze ISBN 979-12-215-0086-8, DOI Le 10.36253/979Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press 12-215-0086-8 (www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0 Nota metrologica Unità di lunghezza Le lunghezze dei drappi sono quasi sempre espresse in picchi, che era l’unità di misura ufficiale nell’Impero ottomano, e solo rare volte in braccia fiorentine (1 br. = cm. 58,3). Quest’ultima circostanza si verifica quando la documentazione a noi pervenuta è incompleta e quella che sopravvive è redatta a Firenze. Come è facile immaginare, lunghezze in picchi si ripetono un’infinità di volte; le approssimazioni non mancano ma nel complesso il rapporto prevalente è 1 picco = br. 1,12 = cm. 65,2, che praticamente è quello riportato anche nel vecchio Manuale di metrologia di Martini1. Da segnalare tuttavia rari riferimenti a picchi grandi e picchi piccoli, come nel caso del Doc. 65 b qui presentato (p. 202), e l’esplicito riferimento a un picco grande nell’inventario di Maringhi (Doc. 80), in cui il rapporto pare essere 27 picchi = 22 ½ picchi grandi (ovvero 1,2 / 1)2. Inoltre Walther Hinz segnala una certa variabilità nella lunghezza del picco in diverse città del Medio Oriente3. Nei documenti qui pubblicati un taglio di stoffa viene più volte definito “vesta”: esso corrisponde a br. 13-15, ovvero 7,6-8,7 metri. Unità di peso 1 libbra 1 oncia 1 denaro = = 12 once 24 denari = = = g. 339 g. 28,25 g. 1,17 1 A. Martini, Manuale di metrologia, ossia Misure, Pesi e Monete in uso attualmente e anticamente presso tutti i popoli, Torino 1883, rist. Roma 1976, p. 178. 2 Si vedano anche: G.R.B. Richards, Florentine Merchants in the Age of the Medici, Cambridge Mass. 1932, pp. 188-190; I. Houssaye Michienzi e S. Lassalle, Étoffes et vêtements dans l’inventaire après décès de Giovanni Maringhi, un marchand florentin à Constantinople au début du XVIe siècle, in Le vêtement au Moyen Âge. De l’atelier à la garde-robe, a cura di D. Alexandre-Bidon, N. Gauffre Fayolle, P. Mane e M. Wilmart, Turnhout 2021, pp. 79-106. 3 W. Hinz, Islamische Masse und Gewichte umgerechnet ins metrische System, Leiden-Köln 1970, pp. 56-57. FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 Marco Spallanzani, Guidi Bruscoli, Tessuti setaUniversal, tra Firenzepublished e il Levante 1350-1550). Le fonti, Author(s), CC BY Francesco 4.0 International, metadata CC0di 1.0 by (ca. Firenze University Press © 2023 Author(s), CC BY 4.0, published by Firenze Press, ISBN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979(www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN University 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0 12-215-0086-8 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Monete I prezzi di vendita in Levante sono espressi in aspri, la classica moneta ottomana, e sempre riferiti a 1 picco. L’impiego di un’unica unità di misura facilita il confronto tra i valori e soddisfa in pieno le esigenze dello studioso che desidera conoscere i prezzi delle sete in moneta locale. I problemi tuttavia ci sono, e sono tanti, quando si intende passare alla moneta fiorentina, vale a dire al fiorino d’oro (in tutte le sue accezioni). Come è noto, la monetazione fiorentina dei secoli XV-XVI presenta non poche complicazioni, soprattutto negli anni 1490-1510 circa. Da Firenze partivano alla volta di Pera (il quartiere di Costantinopoli in cui si stanziavano normalmente i mercanti italiani) casse piene di broccati, rasi e velluti, ma nei libri contabili fiorentini i prezzi potevano essere espressi in fiorini d’oro, fiorini di suggello, fiorini a fiorino, fiorini d’oro larghi di grossi, fiorini d’oro in oro e fiorini d’oro larghi, mentre per le spese accessorie si ricorreva spesso alla lira di piccioli. Tra i vari tipi di fiorino la differenza poteva raggiungere il 19 %4. Il rapporto tra fiorino d’oro e lira di piccioli era variabile, così come lo era quello tra fiorini e aspri. La documentazione qui esaminata consente di seguire le oscillazioni della parità cambiaria tra aspri e fiorini. Così, ad esempio, dai 36 aspri = 1 fiorino d’oro della documentazione Cambini nel 1464 si passa ad aspri 48 = 1 fiorino d’oro largo di grossi dei Salviati e dei Serristori nel 1500 per arrivare ad aspri 54 = 1 fiorino d’oro in oro con i Gondi, gli Strozzi e i Salviati nel 1505, 1510 e nel 1515. In occasione degli acquisti di Solimano nel 1528-1531 il cambio sale a 56 aspri = 1 fiorino d’oro in oro. La seguente tabella non è esaustiva ma esemplifica la situazione. Anno 1464 1500 1505-15 1528-31 Aspri per fiorino 36 48 54 56 Tipo di fiorino fiorino d’oro fiorino d’oro largo di grossi fiorino d’oro in oro fiorino d’oro in oro A partire dalla fine del Quattrocento, intanto, il termine “ducato” era diventato sinonimo di fiorino, tanto da venire utilizzato in maniera interscambiabile con esso 5. I ducati presenti negli ultimi documenti, dunque, sono da considerare ducati fiorentini, a meno che non sia esplicitamente indicata la loro provenienza veneziana. I ducati quattrocenteschi, invece, sono da intendersi come ducati veneziani. 4 R.A. Goldthwaite, Il sistema monetario fino al 1600: pratica, politica, problematica, in R.A. Goldthwaite e G. Mandich, Studi sulla moneta fiorentina (Secoli XIII-XVI), Firenze 1994, p. 59. 5 Ibidem, p. 36. 10 10 Introduzione Questo volume ha lo scopo di presentare un corpus di fonti relative al commercio internazionale dei drappi di seta tra Firenze e il Levante dalla metà del Trecento alla metà del Cinquecento, ed è indirizzato innanzitutto, ma non solo, a studiosi di storia economica e a specialisti dell’arte tessile. Scartata sin dall’inizio l’idea di effettuare un’indagine di ordine quantitativo, il criterio seguito nella selezione dei documenti ha inteso privilegiare quelli che contengono descrizioni, anche se molto ridotte, delle sete. Le spedizioni di semplici casse di drappi sono state tralasciate in quanto irrilevanti per gli storici dell’arte e di scarso interesse per gli storici dell’economia, che hanno già tracciato un quadro attendibile del commercio di Firenze con il Levante. La documentazione qui raccolta è quasi tutta di origine fiorentina, di natura prevalentemente contabile, e si aggiunge a quella conservata in altri grandi centri quali Venezia, Genova e Istanbul colmando, grazie alla sua abbondanza, lacune importanti. Anche Istanbul, infatti, conserva – come è noto – archivi molto ricchi, ma proprio il periodo qui preso in considerazione non sembra aver lasciato tracce adeguate. L’auspicio, dunque, è che questa documentazione possa offrire materiale utile anche agli specialisti di storia ottomana. Il repertorio pubblicato nella Parte Seconda di questo volume consiste in ben 199 documenti, presentati in ordine cronologico; ma il loro numero sfiora quasi i 500 se si considera che spesso al documento principale se ne affiancano altri, tratti prevalentemente dalla contabilità dell’analisi, che permettono di risalire ai costi di acquisto, alle spese di trasporto, agli itinerari seguiti, sino ad arrivare ai singoli compratori. Ogni documento (o sotto-documento) è preceduto da un regesto, una breve presentazione che intende facilitare la comprensione e l’utilizzo di fonti contabili a volte piuttosto ostiche. Non abbiamo effettuato un’analisi complessiva di questo vastissimo corpus documentario, limitando uno studio più approfondito esclusivamente alle forniture alla Sublime Porta (ovvero la corte imperiale), che era diventata il miglior cliente di molti setifici fiorentini: ad essa abbiamo dedicato il Capitolo 3 e le Appendici 1 e 2. Pure in questo caso, tuttavia, nonostante l’elaborazione includa anche tabelle di sintesi, dobbiamo sottolineare che non si tratta di uno studio quantitativo complessivo, che è reso impossibile dalla frammentarietà delle fonti. È esemplificativo in tal senso il caso delle vendite alla Porta sotto Bayazet II (1481-1512): mentre i documenti che forniscono dettagli (relativi alle FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 Marco Spallanzani, Guidi Bruscoli, Tessuti setaUniversal, tra Firenzepublished e il Levante 1350-1550). Le fonti, Author(s), CC BY Francesco 4.0 International, metadata CC0di 1.0 by (ca. Firenze University Press © 2023 Author(s), CC BY 4.0, published by Firenze Press, ISBN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979(www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN University 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0 12-215-0086-8 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI operazioni dei Salviati, dei Serristori e di pochi altri) evidenziano vendite per meno di 5.300 picchi nel trentennio di regno del sultano (Capitolo 3, Tabella 3), laddove abbiamo informazioni – pur approssimative – di carattere complessivo, come ad esempio nelle lettere di Maringhi, vediamo che i fiorentini ne esportarono circa 2.500 picchi nel solo aprile 1503 o quasi 4.500 nel periodo febbraio-maggio 1505 (Capitolo 3, Tabella 4). Più di cinquant’anni fa Florence Edler de Roover, studiando la documentazione del setaiolo fiorentino Andrea Banchi, ha mostrato con dovizia di particolari le esportazioni di drappi a Costantinopoli nel 1460-62, anni immediatamente successivi alla conquista ottomana6. Le fonti che abbiamo raccolto vanno molto oltre tali ricerche pionieristiche, ampliando l’arco cronologico fino alla metà del Cinquecento. Si tratta di una miscellanea di documenti estremamente eterogenei, tra i quali dominano in assoluto i libri contabili e il carteggio mercantile: nel loro insieme essi consentono di ricostruire il commercio delle sete lavorate (ovvero i drappi di seta), che negli anni 1450-1550 si tradusse in un flusso unidirezionale da Firenze verso un Levante ormai riconducibile essenzialmente all’Impero ottomano. A differenza dei panni di lana, andati quasi totalmente perduti, non poche sete si sono conservate e i maggiori musei del mondo custodiscono raccolte meritatamente celebri (si pensi ad esempio al caftano conservato presso il Museo Topkapi di Instanbul e riprodotto qui in Fig. 1, p. 14). Negli ultimi decenni non sono mancate mostre dedicate all’arte islamica e ai rapporti che legavano l’Italia al Levante. Le sete hanno sempre suscitato grande interesse e molto spesso drappi italiani, prevalentemente veneziani e fiorentini, sono stati esposti accanto ad altri, di produzione ottomana. Gli studiosi hanno notato i reciproci influssi e sino ad anni recenti non sono mancati problemi di attribuzione7. Non rientra tuttavia tra i fini di questo studio l’analisi stilistica delle sete, dei motivi ornamentali e delle reciproche influenze tra la produzione fiorentina e quella orientale, problematiche per le quali si rimanda alla vasta bibliografia esistente. I documenti provengono in massima parte da archivi e biblioteche di Firenze; nuclei consistenti sono inoltre conservati a Pisa (Archivio Salviati) e ad Harvard (Fondo Medici della Selfridge Collection), come risulta dall’elenco finale. L’auspicio è che tale documentazione, per la quale i capitoli iniziali e soprattutto i commenti a corredo mirano a fornire un adeguato strumento di lettura, possa fungere da stimolo per ulteriori ricerche da parte di studiosi di varie discipline, dalla storia dell’arte alla storia del mondo islamico, dalla storia del tessuto alla storia economica. 6 F. Edler de Roover, Andrea Banchi, Florentine Silk Manufacturer and Merchant in the Fifteenth Century, «Studies in Medieval and Renaissance History», III (1966), pp. 221-285, traduz. ital., Andrea Banchi, setaiolo fiorentino del Quattrocento, «Archivio Storico Italiano», CL (1992), pp. 877-963. Inseriamo nel nostro corpus parte dei documenti Banchi (Docc. 21-25). 7 Accanto al classico volume N. Atasoy et al., Ipek. The Crescent and the Rose. Imperial Ottoman Silks and Velvets, London 2001, citiamo i cataloghi di due mostre tenutesi recentemente in Italia: Islam a Firenze, Arte e collezionismo dai Medici al Novecento, a cura di G. Curatola, Firenze 2018 e Il Montefeltro e l’Oriente islamico, Urbino 1430-1550. Il Palazzo ducale tra Occidente e Oriente, a cura di A. Bruschettini, Genova 2018. 12 12 Parte Prima FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Figura 1. Velluto operato a un corpo tagliato di seta rossa lanciato in seta gialla e oro filato, motivo “a griccia”, Firenze, ultimo quarto sec. XV (Istanbul, Topkapi Saray, Inv. 13/500). 14 CAPITOLO 1 Firenze e il Levante 1. Scambio di prodotti Per secoli il Vicino Oriente è stato l’abituale fornitore di molti manufatti raffinati e costosi che l’Europa cristiana e la stessa Firenze non erano in grado di produrre. Tuttavia, intorno alla fine del secolo XIV-inizio sec. XV gli scambi commerciali di Firenze con il Levante subirono un profondo cambiamento, che coinvolse molti di quei manufatti abitualmente definiti di “arte minore”, dai tappeti alle ceramiche, dai vetri alle sete8. Il tappeto fu l’unico prodotto che in Occidente conobbe un crescente successo e dai porti del Mediterraneo orientale una corrente di importazioni costante rifornì per secoli il mercato italiano; di contro, il vetro siriano, bellissimo da vedere, andò verso una crisi irreversibile e ben presto fu soppiantato dalla produzione veneziana. Per i metalli si segnalano ancora nel secolo XV sporadici arrivi dal Vicino Oriente, ma la domanda della clientela fiorentina era ormai pienamente soddisfatta dal vasellame di produzione locale, non di rado ispirato a 8 Sull’inarrestabile decadenza del regno mamelucco nei primissimi anni del Quattrocento è tornato più volte Elyhau Ashtor, che ha evidenziato alcuni fattori determinanti, tra i quali il ristagno tecnologico, la crisi demografica (acuita dal ricorrere di pestilenze), la situazione politica instabile e le distruzioni causate da Tamerlano (Tīmūr Barlas): rimandiamo in particolare a E. Ashtor, L’exportation de textiles occidentaux dans le Proche Orient musulman au bas Moyen Âge (13701517), in Studi in memoria di Federigo Melis, 5 voll., Napoli 1978, II, pp. 303-377 e a E. Ashtor, Il commercio italiano col Levante e il suo impatto sull’economia tardomedioevale, in «Aspetti della vita economica medievale», Atti del Convegno di Studi nel X Anniversario della morte di Federigo Melis (Firenze-Pisa-Prato, 10-14 marzo 1984), Firenze 1985, pp. 31-32. Sulla lavorazione della seta nell’Impero ottomano e sui rapporti con l’Europa si veda il recente H. Inalcik, Studies in the History of Textiles in Turkey, Istanbul 2011. Riguardo alla presenza a Firenze di oggetti orientali, rinviamo a M. Spallanzani, Ceramiche orientali a Firenze nel Rinascimento, Firenze 1978, rist. Firenze 1997; M. Spallanzani, Maioliche ispano-moresche a Firenze nel Rinascimento, Firenze 2006; M. Spallanzani, Oriental Rugs in Renaissance Florence, Firenze 2007; M. Spallanzani, Metalli islamici a Firenze nel Rinascimento, Firenze 2010; M. Spallanzani, Vetri islamici a Firenze nel primo Rinascimento, Firenze 2012. Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Author(s), BY 4.0 International, DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00, in First name Last name (edited by), Book FUP Best CC Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) title book title bookFrancesco title, © 2021 content CC tra BYFirenze 4.0 International, metadata CC0 Le 1.0fonti, Universal, published Marco Spallanzani, GuidiAuthor(s), Bruscoli, Tessuti di seta e il Levante (ca. 1350-1550). © 2023 Author(s), by University 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI CCFirenze BY 4.0, published byPress Firenze(www.fupress.com), University Press, ISBNISSN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI modelli islamici (alla domaschina). Più complesso il settore della ceramica, che vide manufatti ceramici orientali e occidentali attraversare quasi contemporaneamente il Mediterraneo, questa volta nei due sensi. La maiolica italiana del Rinascimento conobbe uno sviluppo straordinario e insieme ai lustri valenzani dominò completamente il mercato, causando il crollo delle importazioni siriane. Allo stesso tempo maioliche italiane lasciarono i porti della Penisola per raggiungere l’Anatolia, dove esercitarono un chiaro influsso sulla ceramica ottomana, che nel secolo XVI iniziò a sua volta ad affluire sul mercato italiano. Per i tessili si impone un distinguo: da un lato vi sono i panni di lana, dall’altro i drappi di seta. I primi costituirono il prodotto principale dell’economia fiorentina e a partire dalla metà del Quattrocento trovarono un ottimo mercato di sbocco nell’Impero ottomano9. I secondi continuarono a lungo a provenire dall’Oriente; ma verso la fine del secolo XIV si verificò un rapido e definitivo ribaltamento. Questa netta inversione è stata autorevolmente sottolineata da due insigni studiosi quali Federigo Melis e David Jacoby, entrambi specialisti di storia economica. Il primo, che grazie anche alla collaborazione dei suoi allievi ha scandagliato la ricchissima documentazione presente nell’Archivio Datini di Prato (ca. 1380-1410) ha lasciato una nota inequivocabile all’interno di una serie di schede inedite: “(Drappi di Lev[ante]). Dalle carte D[atini], pochissimi casi: ormai l’Occidente provvedeva da sé”10. Altrettanto lapidario è stato in più occasioni Jacoby, che in un articolo del 2004 evidenziava come i drappi levantini fossero “in decline since the late 1370 at the latest, as a result of Italian competition”11 e qualche anno dopo, in occasione di un convegno tenutosi a Firenze, presentò una relazione dal titolo chiarissimo: “Oriental Silks go West: A Declining Trade in the Later Middle Ages”12. Come noto, la città italiana che per prima fu capace di impiantare una produzione di drappi di seta fu Lucca, a partire dal XII secolo. Nel Trecento, tuttavia, proprio grazie all’emigrazione di artigiani lucchesi, tale industria iniziò a svilupparsi anche in altre città italiane, quali Venezia, Bologna, Genova e Firenze. A fine secolo alcune manifatture di queste città avevano superato quella lucchese sia in quantità che in qualità, tanto che, in una lettera scritta alla compagnia Datini di Pisa nel 1392, due mercanti toscani residenti a Barcellona, Antonio di Guccio e Matteo di Miniato, potevano tranquillamente asserire che “i velluti fiorentini . . . son miglori che que’ di Luccha”13. In effetti, già da quel periodo Firenze aveva ormai smesso di importare sete dall’Oriente (vicino e lontano) e 9 Si vedano ad esempio: B. Dini, Aspetti del commercio di esportazione dei panni di lana e dei drappi di seta fiorentini in Costantinopoli, negli 1522-1531, in Studi in memoria di Federigo Melis, 5 voll., IV, Napoli 1978, pp. 1-55, rist. in Id., Saggi su un’economia-mondo. Firenze e l’Italia fra Mediterraneo ed Europa (secc. XIII-XVI), Pisa 1995, pp. 215-270; H. Hoshino, Il commercio fiorentino nell’Impero ottomano: costi e profitti negli anni 1484-1488, in «Aspetti della vita economica medievale», cit., pp. 81-90, rist. in Id., Industria tessile e commercio internazionale nella Firenze del tardo Medioevo, a cura di F. Franceschi e S. Tognetti, Firenze 2001, pp. 113-123; H. Hoshino e M. Fennel Mazzaoui, Ottoman Markets for Florentine Woolen Cloth in the Late Fifteenth Century, «The International Journal of Turkish Studies», 3 (1985-86), pp. 17-31. 10 Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Melis, V.VIII.1/2, n. 125. 11 D. Jacoby, Silk Economics and Cross-Cultural Artistic Interaction: Byzantium, the Muslim World, and the Christian West, «Dumbarton Oaks Papers», 58 (2004), p. 236. 12 D. Jacoby, Oriental Silks go West: A Declining Trade in the Later Middle Ages, in Islamic artefacts in the Mediterranean world. Trade, gift exchange and artistc transfer, a cura di C. Schmidt Arcangeli e G. Wolf, Venezia 2010, pp. 71-88. 13 Prato, Archivio di Stato, Datini, 532, Ins. 2, Lettera di Antonio di Guccio e Matteo di Miniato, in Barcellona, a Francesco di Marco Datini e Manno d’Albizzo degli Albizzi, in Pisa, 16 ottobre 1392 (Cod. 100377). 16 16 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) dall’Occidente (Spagna) e aveva impiantato una produzione di qualità tale da soddisfare una raffinata clientela sia locale che estera. 2. Rapporti commerciali e diplomatici Un episodio simbolico accadde nel 1422, anno in cui Firenze inviò un’ambasciata al soldano d’Egitto (Malik al-Ashraf Barsbay) con lo scopo di garantire ai propri mercanti privilegi analoghi a quelli di cui già beneficiavano veneziani e genovesi. Partiti a bordo di galee fiorentine del neonato servizio di Stato, Felice Brancacci e Carlo Federighi giunsero a Corte con preziosi doni tra cui velluti e broccati d’oro prodotti a Firenze: vi era la certezza che essi non avrebbero sfigurato (Doc. 11). La missione fu un successo e alcuni mercanti fiorentini ne approfittarono per inviare drappi (Docc. 12, 13). Il mercato egiziano, tuttavia, non rispose in maniera soddisfacente alle aspettative: come vedremo, infatti, sarebbe stato l’Impero ottomano, più che l’Egitto mamelucco, a diventare il grande acquirente di tessuti di seta fiorentini. Quando, nel 1453, Costantinopoli cadde sotto l’attacco dell’esercito ottomano, Firenze fu pronta a stipulare accordi favorevoli con Maometto II14. La nuova capitale divenne subito un importante mercato di sbocco e ben presto i panni di lana e i drappi di seta (con i primi che, da un punto di vista numerico, sopravanzavano di molto i secondi) diventarono le due voci più importanti del commercio di esportazione di Firenze verso il Vicino Oriente15. A questo punto i fiorentini pagavano (e lo facevano volentieri) 5.000 pezze d’oro l’anno per poter tenere i propri rappresentanti a Galata (quartiere di Costantinopoli); nel 1461 essi furono sistemati dal sultano in edifici governativi, dai quali egli aveva espulso i veneziani. Tra il 1462 e il 1463 le vittorie ottomane a Mitilene e in Bosnia furono celebrate anche dai fiorentini: alcuni di loro – i Martelli – ebbero addirittura l’onore di poter ospitare lo stesso sultano a cena. Costantinopoli, insomma, attrasse un numero crescente di mercanti e in breve tempo sulle rive del Bosforo si formò una nazione fiorentina molto numerosa, al vertice della quale era un console, carica prestigiosa che nella seconda metà del secolo XV fu ricoperta da esponenti di famiglie molto note, tra le quali gli Ubaldini, i Del Nero, i Baroncelli e i Salvucci16. Nei primi anni Sessanta la conflittualità tra Venezia e l’Impero ottomano coinvolse anche i fiorentini, i quali da un lato godevano dei vantaggi che ne derivavano (essi potevano sostituire la Serenissima come partner commerciale di Costantinopoli), dall’altro subivano forti pressioni dagli Stati cristiani della penisola italiana affinché allentassero i legami con “gli infedeli”. Lo stesso Benedetto Dei descrive in maniera molto vivida la situazione, non mancando comunque di sottolineare il favore riservato da 14 I trattati e molte fonti collaterali sono pubblicati in G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente cristiano e coi Turchi fino all’anno MDXXXI, Firenze 1879, rist. Roma 1966. 15 Per un quadro aggiornato sull’esportazione (in Occidente e in Oriente) dei panni di lana e dei drappi di seta fiorentini e sulle conseguenze per l’economia cittadina, si veda R.A. Goldthwaite, Performance of the Florentine Economy, 1494-1512: the silk and wool industries, «Archivio Storico Italiano», CLXXVIII, 2 (2020), pp. 311-373, in particolare pp. 320-326 e la citata bibliografia. 16 Per le dettagliatissime regole che disciplinavano la vita all’interno della comunità a Costantinopoli e in Romania si veda Statuti delle colonie fiorentine all’estero (secc. XV-XVI), a cura di G. Masi, Milano 1941, pp. 35-154. Una lista parziale di consoli e ambasciatori fiorentini a Costantinopoli tra 1461 e 1528 in I. Houssaye Michienzi, Les milieux d’affaires florentins, le commerce des draps et les marchés ottomans à la fin du XVe et au début du XVIe siècle, «Mélanges de l’École française de Rome – Moyen Âge», CXXVII, 2 (2015), Tab. 3 <http://mefrm.revues.org/2753>. 17 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI parte del sultano ai fiorentini17. Un momento difficile si ebbe nel 1467, allorché questi ultimi, avendo deciso di lasciare Pera per le suddette pressioni ed essendosi diretti verso la penisola italiana a bordo di navi anconetane, furono intercettati da galee veneziane e depredati delle loro merci. Il traffico diretto tra Firenze e Costantinopoli non riprese fino al 1472, anche se i fiorentini continuarono ad operare via Genova, pur in mezzo a ulteriori difficoltà causate da ondate di peste che colpirono i territori ottomani nel 1467 e nel 146918. In generale, comunque, nella seconda metà del Quattrocento i rapporti tra Firenze e Costantinopoli rimasero ottimi, come dimostrato anche dal celebre episodio dell’arresto di Bernardo Bandini: egli, che nel corso della fallita congiura dei Pazzi del 1478 aveva ucciso Giuliano de’ Medici, era fuggito in Levante sperando di salvarsi; Maometto II, invece, lo fece arrestare e consegnare ai fiorentini i quali, riportatolo a Firenze, lo impiccarono con “una vesta alla Turchesca indosso azzurra, come ne venne preso di Turchia”19. Pochi anni dopo, nel 1483, il successore di Maometto II, Bayazet II, inviò a Firenze un ambasciatore allo scopo di ampliare ulteriormente gli scambi commerciali tra i due paesi20. Neppure il trattato di pace tra Venezia e Costantinopoli, che nel 1479 riportò in campo una pericolosa concorrente commerciale, danneggiò eccessivamente i fiorentini. Nel 14991503, tra l’altro, la seconda guerra turco-veneziana avrebbe restituito loro una posizione di assoluta preminenza; tuttavia, all’indomani del trattato di pace, la posizione di Firenze sarebbe stata nuovamente insidiata dall’aggressiva politica commerciale della Serenissima che nei decenni successivi avrebbe portato al declino fiorentino, divenuto più marcato tuttavia solo dal secondo quarto del XVI secolo21. Nel primo venticinquennio del Cinquecento, infatti, i rapporti rimasero solidi e furono corredati da proficui scambi di favori e doni. Nel 1501-02, ad esempio, il sultano si adoperò molto – anche mediante l’invio di propri uomini di fiducia – affinché Giovanni Maringhi potesse recuperare una balla di seta di Lahidjan che aveva acquistato a Bursa ma che era stata rubata a Novi Pazar, in Serbia, mentre Bernardo Risaliti e Francesco Ciocci la stavano portando in patria22. Esattamente come avevano fatto i loro compatrioti quasi un secolo prima con il soldano d’Egitto, nel 1513 i fiorentini vollero onorare il nuovo sultano ottomano, Selim I, da poco asceso al trono, inviando un ambasciatore con ricchi doni consistenti prevalentemente in panni di lana e in drappi di seta (in particolare broccati arricciati, broccati a bastone e velluti) prodotti da lanaioli e setaioli di Firenze (Doc. 107). È naturale, quindi, che ancora nel 1527 Solimano il Magnifico abbia rinnovato i privilegi in precedenza concessi da Bayazet II e da Selim I23. 17 B. Dei, La Cronica dall’anno 1400 all’anno 1500, a cura di R. Barducci, Firenze 1985, pp. 159-164. H. Inalcik, An Economic and Social History of the Ottoman empire, 1300-1914, a cura di H. Inalcik e D. Quataert, 2 voll., Cambridge 1994, vol. I, 1300-1600, pp. 231-232. 19 L. Morelli, Cronaca, in Croniche di Giovanni di Iacopo e di Lionardo di Lorenzo Morelli, pubblicate . . . da Fr. Ildefonso Di San Luigi, vol. 19, Firenze 1785, pp. 195-196. 20 Si veda G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente, cit.: le prime lettere ufficiali inviate dalla Signoria a Maometto II risalgono al 1455 (p. 182); per l’estradizione di Bandini fu inviato quale ambasciatore Antonio de’ Medici (p. 224); l’incontro tra le autorità cittadine e l’ambasciatore del Gran turco Ismail ebbe luogo il 7 aprile 1483 (p. 235). 21 H. Inalcik, An Economic and Social History, cit., I, pp. 232-234. 22 I. Houssaye Michienzi, The silk market in Bursa around 1500 as it appears in the Florentine business archives, «Turcica», 50 (2019), pp. 77-78. 23 H. Inalcik, An Economic and Social History, cit., I, p. 233. 18 18 18 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) 3. Mercanti fiorentini a Costantinopoli La bibliografia sui mercanti fiorentini all’estero è sterminata, e non vale la pena citarla, neppure in maniera selettiva. Come noto, nel corso del tardo Medioevo gli uomini d’affari di Firenze si dislocavano nelle maggiori piazze commerciali europee costituendo delle reti di rapporti economici e personali che consentivano loro di svolgere efficacemente la propria attività dando luogo a scambi di merci e di informazioni ma, in ultima analisi, anche a scambi culturali. Le modalità di insediamento nelle città prescelte variavano, ma normalmente prevedevano la costituzione di una società che fungeva da riferimento per la consorella in madrepatria, o anche per altre compagnie di fiorentini stanziate nei vari angoli d’Europa o del Vicino Oriente. Contrariamente a questo consueto modus operandi, una caratteristica tipica del commercio di Firenze con il Levante fu la scelta da parte dei fiorentini di non creare quasi mai nelle due capitali del Vicino Oriente solide compagnie mercantili-bancarie. Sia a Costantinopoli che ad Alessandria, infatti, vi erano dei corrispondenti, sempre di nazionalità fiorentina, pronti a eseguire le richieste che provenivano da Firenze; tuttavia, mentre ad Alessandria il loro numero rimase sempre limitato, a Costantinopoli la presenza dei fiorentini raggiunse livelli impressionanti e questo ebbe notevoli conseguenze, tutte positive (l’Appendice 3 mostra l’enorme numero di fiorentini presenti a Costantinopoli negli anni considerati da questo studio). Archivi di Firenze ma non solo conservano varie lettere scritte da mercanti fiorentini a Costantinopoli, come è evidente sfogliando i documenti raccolti nella Parte seconda di questo volume. Più scarsi – per non dire quasi inesistenti – i libri di conto tenuti a Costantinopoli: tra questi sono da segnalare innanzitutto i tre libri di Giovanni di Marco Salviati (1492-94; Doc. 43)24; altresì relativo alle “faciende che facieno in Levante” è il libro di Giovanni de’ Medici e Cresci Donati (Doc. 45)25. Informazioni utili si ripetono anche in codici solo in parte tenuti in viaggio o in Levante: è il caso di Bernardo de’ Bardi (Docc. 146-147, 170-173), Luigi di Carlo da Castelfiorentino (Doc. 129), Antonio Segni (Docc. 26-30), Benedetto Strozzi (Doc. 12), i procuratori dell’eredità di Girolamo Strozzi (Doc. 137), Bartolo Tedaldi (Doc. 37) e Bindo Vernacci (Doc. 47). Anche altri volumi sono tenuti in viaggio oppure – pur solo parzialmente – in Levante, ma li abbiamo qui trascurati in quanto non presentavano notizie rilevanti per questo studio, ovvero sul commercio delle sete fiorentine: ne sono esempi i libri di Bartolomeo Del Guanto26, Guido e Niccolò Mannelli27, Francesco di Giuliano de’ Medici28, Bernardo Peruzzi29, Averardo Salviati30 e Daniello Strozzi31. 24 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 397-399. Su questi volumi si veda anche I. Houssaye Michienzi, Les milieux d’affaires florentins, cit. 25 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 518. 26 ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 79, 208. 27 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 5199; i nomi “Guido e Niccolò Mannelli” sono riportati sul piatto anteriore, in parte lacero. 28 Tokyo, Hitotsubashi University, Center for Historical Social Science Literature, Franklin 18148, MS. 74, Debit and Credit Account Book (disponibile online: https://hermes-ir.lib.hitu.ac.jp/hermes/ir/sc/58742/?lang=1&mode=0&opkey=R161421935397089&idx=2&codeno=&fc_v al=). Si veda in proposito: Y. Kamono, Il libro Debitori e Creditori e Ricordanze A di Francesco di Giuliano de’ Medici: una nuova fonte per il commercio fiorentino con l’Impero ottomano, «Archivio Storico Italiano», CLXXIX (2021), pp. 369-392. 29 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 32-33. Peruzzi era lo scrivano di bordo della galea Ferrandina. 30 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 660. 31 ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 82. 19 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Al di fuori del contesto fiorentino l’unico codice analogo è il libro di conti di Giacomo Badoer, veneziano, tenuto a Costantinopoli negli anni 1436-4032. L’intensità degli scambi, l’ammontare dei capitali investiti, la durata degli investimenti, la lunga permanenza di molti connazionali nella capitale ottomana favorirono nuove strategie, che nell’Egitto mamelucco non ebbero riscontro. Per questo motivo le considerazioni che seguono riflettono essenzialmente il commercio di Firenze con un Levante che in realtà è quasi esclusivamente ottomano e la cui base operativa più importante è sempre Costantinopoli. 32 Il libro dei conti di Giacomo Badoer, a cura di U. Dorini e T. Bertelè, Il nuovo Ramusio, III, Roma 1956. Successivamente è stato predisposto un indice adeguato: Il libro dei conti di Giacomo Badoer (Costantinopoli 1436-1440), a cura di G. Bertelè, Padova, 2002. 20 20 CAPITOLO 2 I drappi fiorentini in Levante A partire dalla metà del Quattrocento Firenze inviò in Levante enormi quantitativi di tessuti di seta, che trovavano facile smercio anche grazie alla loro qualità elevata: quando nel 1497 Bernardo Vecchietti e Bonsignore Bonsignori, che viaggiavano nei territori dell’Impero ottomano, notarono la grande quantità di drappi d’oro e di seta prodotti a Bursa (centro manifatturiero situato a sud del Mare di Marmara), non poterono fare a meno di rilevare che, rispetto a quelli fiorentini, “non sono però sì belli” (Doc. 46)33. Forse i due mercanti non furono del tutto obbiettivi, però qualcosa di vero nel loro giudizio doveva esserci. La Sublime Porta, come vedremo (Capitolo 3), fu un cliente importante e fonti sia italiane che turche mostrano come per alcuni decenni i sultani – da Maometto il Conquistatore a Bayazet II, da Selim I a Solimano il Magnifico – si siano vestiti con tessuti di seta prodotti a Firenze (e a Venezia). Ma la clientela fu certamente più ampia e variegata e comprendeva anche mercanti turchi, persiani e arabi. Gli operatori fiorentini attivi a Costantinopoli inondavano Firenze di ordinazioni che a volte raggiungevano livelli impressionanti. Non sempre era facile per i fornitori tener dietro alle richieste: nel 1515, ad esempio, i Cavalcanti furono costretti a rivolgersi a Lucca per cercare di far fronte a un ordinativo di 3.000 picchi di rasi (quasi due chilometri) richiesti dal loro corrispondente a Costantinopoli, Bartolomeo Biliotti, in quanto esso andava al di là delle proprie capacità produttive (Doc. 117). Altre volte le difficoltà non derivavano dai quantitativi ordinati, ma dal tipo di richieste che giungevano da Costantinopoli: la Sublime Porta, infatti, era un cliente difficile, che non tardò a far pervenire a Firenze (e a Venezia) i suoi desiderata in fatto di colori e motivi ornamentali, causando complicazioni anche di carattere tecnico. Esse comunque non furono così forti 33 Si veda anche F. Borsook, The Travels of Bernardo Vecchietti and Bonsignore Bonsignori in the Levant (1497-98), «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes», XXXVI (1963), p. 163, nota 120. Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 FUP Best CC Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Author(s), BY 4.0 International, DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00, in First name Last name (edited by), Book title book title bookFrancesco title, © 2021 content CC tra BYFirenze 4.0 International, metadata CC0 Le 1.0fonti, Universal, published Marco Spallanzani, GuidiAuthor(s), Bruscoli, Tessuti di seta e il Levante (ca. 1350-1550). © 2023 Author(s), by University 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI CCFirenze BY 4.0, published byPress Firenze(www.fupress.com), University Press, ISBNISSN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI da interrompere una corrente di esportazioni che rimase sempre unidirezionale, dalla penisola italiana verso Costantinopoli. Di contro, Firenze importava prevalentemente seta greggia, ciambellotti, spezie e materie tintorie, ma la bilancia commerciale era nettamente favorevole alla città toscana e non di rado i mercanti fiorentini rientravano in patria portando con sé monete sonanti34. 1. Dalla produzione all’esportazione I libri contabili delle compagnie fiorentine che si dedicarono all’esportazione di drappi in Levante consentono di ricostruire tutte le fasi che portavano dai fondaci fino al mercato di sbocco. L’esportazione di tessuti da Firenze e la successiva vendita in Levante seguivano abitudini consolidate da tempo. Una classica compagnia mercantile-bancaria o un singolo mercante potevano decidere di spedire drappi in Levante e di approfittare della partenza di una persona conosciuta, spesso appartenente a una famiglia ben nota sulla piazza cittadina. I partecipanti stipulavano tra loro accordi che potevano assumere caratteristiche diverse, da un semplice incarico di vendita a contratti simili alla vecchia collegantia o commenda delle città di mare, che al termine dell’operazione prevedevano una ripartizione degli utili conseguiti tra la compagnia di Firenze (che aveva investito il capitale) e il mercante viaggiatore (che contribuiva in virtù della propria attività). Circostanze di questo tipo si verificarono ad esempio nel 1422 quando, sulla scia dell’ambasceria fiorentina in Egitto, Benedetto Strozzi si recò ad Alessandria allo scopo di smerciare drappi di seta suoi e di altri mercanti (Doc. 12). Se non si verificava la favorevole opportunità di un concittadino in partenza per il Levante, il mercante o la compagnia che a Firenze decideva di esportare drappi nell’Impero ottomano doveva in primo luogo scegliere un corrispondente, sempre di nazionalità fiorentina, che a Pera avrebbe svolto quanto gli veniva richiesto, vale a dire dedicarsi alla vendita dei tessuti di seta. In base alle consuetudini dell’epoca, al corrispondente spettava generalmente il 2% del ricavo. Chi esportava drappi in Levante poteva anche pensare di unirsi ad altri operatori, allo scopo di incrementare il capitale investito; ognuno dei partecipanti conferiva una somma di denaro e al termine dell’operazione l’utile conseguito veniva ripartito tra i soci in base alle quote versate. Se fra i soci rientrava anche il corrispondente attivo a Pera, al termine dell’operazione egli veniva ricompensato non con una provvigione fissa ma con una partecipazione all’utile. Definito il capitale da investire, ci si doveva rifornire dei drappi da esportare e in città i punti di approvvigionamento erano molti. Il mercante-esportatore si poteva rivolgere ad altre compagnie mercantili-bancarie fiorentine, a volte appartenenti allo stesso àmbito familiare, che in quel momento disponevano di sete nei loro fondaci ed erano disposte a venderle; in alternativa poteva contattare direttamente le compagnie produttrici di drappi (anch’esse a volte legate agli esportatori da vincoli familiari), cioè le compagnie di setaioli ma anche quelle di battilori. I primi si dedicavano alla lavorazione dei drappi; i secondi producevano in primo luogo i fili d’oro e d’argento richiesti per le sete più preziose ma, spesso, si dedicavano anche alla manifattura degli stessi tessuti di seta. 34 A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze in alcuni documenti toscani (secoli XV-XVI), in Relazioni economiche tra Europa e mondo islamico, Secc. XIII-XVIII, Atti della «Trentottesima Settimana di Studi» (Prato, 1-5 maggio 2006), a cura di S. Cavaciocchi, Firenze 2007, pp. 981-1004. 22 22 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Una situazione particolare si verificava quando proprio le compagnie di setaioli o di battilori decidevano di esportare sete in Levante. Entrambe producevano tessuti di seta e non avevano quindi la necessità di rifornirsi di sete presso altre compagnie. In questi casi le figure del produttore e dell’esportatore si fondevano in una sola. Alcune compagnie avevano l’abitudine di numerare le pezze che via via esportavano e non di rado il corrispondente a Pera manteneva la stessa numerazione al momento della vendita. È un particolare importante, che rende più agevole – anche a noi osservatori moderni – seguire gli spostamenti dei drappi, specialmente quando le fonti relative alla stessa operazione sono eterogenee e provengono da nuclei documentari diversi. Questa favorevole circostanza si è verificata, ad esempio, alla fine del sec. XV con i Salviati (Docc. 49-50) e nel secondo decennio del Cinquecento con i Cavalcanti (Docc. 108-109, 111-112). Il corrispondente che a Costantinopoli si occupava della vendita dei drappi avrebbe ottenuto, come abbiamo anticipato, una provvigione fissa del 2% sul ricavo lordo oppure, in quei non rari casi in cui fosse ammesso come socio, una partecipazione all’utile. Egli veniva di norma scelto fra i tanti mercanti di nazionalità fiorentina attivi nella capitale ottomana. Generalmente si trattava di singoli operatori poiché, salvo casi eccezionali, negli empori del Vicino Oriente i fiorentini non costituirono solide compagnie mercantilibancarie, come erano soliti fare nelle piazze italiane ed europee, ma preferirono operare singolarmente, anche quando era prevista una lunga permanenza in Levante. A volte nelle fonti compaiono due nomi abbinati che però non fanno pensare a una vera e propria compagnia, bensì ad una collaborazione temporanea: è il caso di Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi, molto attivi nella capitale ottomana tra fine Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento. Si segnalano invece due vere e proprie compagnie ad Alessandria (i Doffi-Ferrini e i Pitti); ma in questo caso tutto si ridusse a una fugace apparizione intorno alla metà del secolo XVI. Completate le vendite, il corrispondente di stanza in Levante compilava un estrattoconto di netto ricavo, ovvero una specie di resoconto nel quale elencava tutte le transazioni effettuate, i nomi degli acquirenti, il ricavo lordo, le spese accessorie sostenute nel corso dell’operazione e infine riportava il ricavo netto che spettava al committente. Questi resoconti, redatti su fogli sciolti, venivano spediti da Pera insieme alle normali lettere e con il tempo sono andati perduti. Fortunatamente le informazioni sono comunque giunte fino a noi, perché a Firenze le compagnie esportatrici redigevano copie nei loro libri contabili. A volte queste copie contengono inesattezze dovute proprio al processo di copiatura, però anche a distanza di secoli costituiscono la fonte migliore per conoscere la clientela che a Costantinopoli acquistava i drappi fiorentini. Se la decisone di esportare drappi in Levante maturava in prevalenza a Firenze, poteva accadere a volte che l’iniziativa partisse da Costantinopoli. In questo caso le posizioni si rovesciavano: il mercante attivo in Oriente abbandonava il ruolo, passivo, di corrispondente pronto ad eseguire gli ordini che arrivavano dalla penisola italiana per assumere quello, attivo, di committente. Vivendo a Pera, egli conosceva il mercato ottomano e i desiderata dei potenziali clienti, inclusi quelli della Sublime Porta; sapeva quali drappi importare da Firenze e poteva trasmettere ai setifici fiorentini indicazioni precise sui motivi decorativi più richiesti, arrivando a volte a inviare disegni35. Il passo 35 Cfr. le attente osservazioni, riferite ai mercanti italiani in genere, di L.W. Mackie, Italian Silks for the Ottoman Sultans, «Electronic Journal of Oriental Studies», IV (2001) (= Proceedings of the 11th International Congress of Turkish Art, Utrecht – The Netherlands, August 23-28, 1999, 23 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI successivo era quello di acquistare i drappi, e il luogo al quale rivolgersi era ovviamente la sua città di provenienza, Firenze, che il mercante conosceva molto bene. Qui i punti di rifornimento erano molti: egli poteva infatti acquistare i drappi direttamente dalle botteghe dei produttori (setaioli e battilori), oppure servirsi di intermediari come le solite compagnie mercantili-bancarie che avrebbero percepito una semplice provvigione, anche questa generalmente del 2%; l’utile (o la perdita) finale dell’investimento competeva invece esclusivamente al mercante attivo a Costantinopoli. 2. Le rotte Le rotte che collegavano Firenze al Levante erano molteplici, ma per la maggior parte accomunate dalla coesistenza di tratti terrestri e tratti marittimi. Varie erano le considerazioni che potevano essere fatte nella scelta di una rotta e, data l’incompletezza delle fonti, è difficile fornire indicazioni di carattere quantitativo su quale fosse il percorso scelto più frequentemente. Durante il periodo di attività delle galee fiorentine (tra gli anni Venti e Sessanta del Quattrocento), un’opzione era proprio quella di utilizzare una delle flotte dirette in Levante e in partenza da Porto Pisano (vari esempi si ritrovano nella documentazione Cambini, Docc. 17-21, o nel viaggio di Giovanni Bocci, Doc. 32). Da Firenze i drappi venivano trasportati a Pisa via terra o lungo fiume, ed erano poi imbarcati per il lungo viaggio marittimo che prevedeva varie soste (tra cui, ma non necessariamente tutte, Gaeta o Napoli, Palermo, Modone, Negroponte, Gallipoli) prima di giungere a destinazione (includendo Rodi e Chio nel viaggio di ritorno; il percorso è tracciato in grigio nella Figura 2)36. Il porto che sembra esser stato utilizzato più frequentemente è tuttavia quello di Ancona37. Qui, una volta imbarcate, le merci potevano seguire tre percorsi diversi: il primo era quello totalmente marittimo (tracciato in rosso nella Figura 2). Gli altri due avevano in comune il primo tratto, marittimo, che prevedeva l’attraversamento dell’Adriatico fino a Ragusa (l’attuale Dubrovnik). A questo punto vi erano due alternative: o si proseguiva via mare fino a Costantinopoli (percorso giallo), oppure si intraprendeva il percorso terrestre, che avrebbe portato alla capitale ottomana attraverso Sarajevo, Novibazar e Adrianopoli (Edirne) (in azzurro). Le parti marittime delle rotte appena indicate erano normalmente percorse grazie a imbarcazioni anconetane o ragusane. a cura di M. Kiel, N. Landman e H. Theunissen), No. 31, pp. 6-7. Venezia non era da meno: nel 1543 il bailo (ovvero il console) veneziano a Costantinopoli inviò alla madrepatria dei campioni di sete da usare come modelli per tessuti destinati a Solimano: L. Molà, A Silken Diplomacy, Venetian Luxury Gifts for the Ottoman Empire in the Late Renaissance, in Global Gifts, The Material Culture of Diplomacy in Early Modern Eurasia, a cura di Z. Biedermann, A. Gerritsen e G. Riello, Cambridge 2017, p. 69. 36 Sulle galee fiorentine il riferimento fondamentale resta sempre M.E. Mallett, The Florentine Galleys in the Fifteenth Century, with the Diary of Luca di Maso degli Albizzi, Captain of the Galleys, 1429-1430, Oxford 1967. 37 Si vedano anche i commenti di B. Dini, Aspetti del commercio di esportazione, cit., pp. 226-229. 24 24 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Figura 2. Le rotte più frequenti di collegamento tra Firenze e Costantinopoli. Firenze Porto Pisano Ancona Ragusa Sarajevo Novibazar Lecce Adrianopoli Costantinopoli Valona Fonte: Nostra elaborazione su mappa proveniente da https://d-maps.com/carte.php?num_car =3122&lang=it Una rotta alternativa (percorso verde) prevedeva inizialmente un trasporto delle merci per via terrestre fino a San Cataldo (il porto di Lecce), che nei documenti da noi riportati fu utilizzato dai Salviati in varie spedizioni fra il 1488 e il 1495 (Docc. 36, 41-42); qui le merci venivano imbarcate per attraversare l’Adriatico fino a Valona (Vlora, nell’attuale Albania) ma successivamente riprendevano la via terrestre che, attraverso Adrianopoli, le portava fino a Costantinopoli. Questo percorso prevedeva lunghi tratti terrestri ed era prescelto per il timore di atti di pirateria da parte dei veneziani, i quali sul Mare Adriatico riuscivano a esercitare un forte controllo. Tale rotta fu utilizzata soprattutto dopo che, nel 1478, l’Impero ottomano conquistò la città albanese38. 38 H. Hoshino, Il commercio fiorentino nell’Impero ottomano, cit., p. 114. 25 CAPITOLO 3 Le forniture alla Sublime Porta (1462-1531) Drappi chon oro sono chose per la Portta (Giovanni Maringhi, in Costantinopoli, 1502)39 All’interno del vasto corpus documentario che presentiamo in questo volume vi sono numerose forniture di sete fiorentine alla Porta per le quali si è conservata una descrizione dettagliata, vale a dire un riferimento preciso al tipo di stoffa (broccato, raso, velluto, damasco o altri). La scelta di estrapolare tali transazioni rispetto alla massa di documenti qui trascritti è dovuta al prestigio dell’acquirente: tutti i sultani, Maometto II poco dopo la conquista di Costantinopoli, e poi Bayazet II, Selim I e Solimano il Magnifico acquistarono velluti e broccati provenienti da setifici fiorentini. La Porta fu e rimase il cliente più prestigioso, dotato sempre di mezzi non comuni, e i mercanti ne erano pienamente a conoscenza. Nel commentare nel 1502 la non facile vendita di velluti molto costosi, un mercante fiorentino attivo a Costantinopoli ricorda che solo la Porta poteva comperare drappi così preziosi (Doc. 62 a). 1. La Porta di Maometto II il Conquistatore (1432-1481) Le prime forniture alla Porta risalgono al 1462 e 1464. La compagnia Cambini imballò nel 1461 cinque sete tra le quali un brochato d’oro chermisi eseguito nel setificio di Piero Cappelli, del quale la compagnia Cambini era il socio principale e Piero Cappelli direttore (Doc. 18 a)40. I Cambini spedirono le sete a Pisa, dove furono imbarcate su una galea diretta a Costantinopoli. Il corrispondente a Pera era Baldassarre Biliotti, che nel 1462 curò la vendita delle sete e il 5 gennaio 1463 inviò a Firenze un resoconto, nel quale risulta che un certo Orlanndo Ucholi, turcho, acquistò pel Segniore un brochato d’oro chermisi lungo 39 Doc. 62 a. Sull’azienda Cappelli-Cambini si veda S. Tognetti, Il Banco Cambini, Affari e mercati di una compagnia mercantile-bancaria nella Firenze del XV secolo, Firenze 1999, pp. 204-207. 40 Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 FUP Best CC Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Author(s), BY 4.0 International, DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00, in First name Last name (edited by), Book title book title bookFrancesco title, © 2021 content CC tra BYFirenze 4.0 International, metadata CC0 Le 1.0fonti, Universal, published Marco Spallanzani, GuidiAuthor(s), Bruscoli, Tessuti di seta e il Levante (ca. 1350-1550). © 2023 Author(s), by University 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI CCFirenze BY 4.0, published byPress Firenze(www.fupress.com), University Press, ISBNISSN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI picchi 14 ¼ per aspri 320 il picco (Doc. 18 e; Figura 3). Il totale ammontò ad aspri 4.560, equivalenti a circa f. 127 d’oro41. Figura 3. Biliotti vende diversi drappi, tra cui un broccato d’oro dei Cambini destinato a Maometto II, 1463 (Doc. 18 e). 41 Il cambio tra aspri e fiorini oscilla; i Cambini applicano la seguente parità: aspri 36 = 1 fiorino d’oro. 28 28 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Nel 1463 i Cambini e i Cappelli dettero inizio a un’operazione analoga. Tre sete lasciarono Firenze con destinazione non più Pisa ma Ancona, dove furono imbarcate su una nave diretta a Costantinopoli. Il corrispondente, in questo caso Francesco Ceffini, nell’estratto-conto inviato ai Cambini ricorda di aver venduto il giorno 11 marzo 1464 picchi 50,5 di vellutto chermisi alla Porta del Singniore per aspri 120 il picco (Doc. 19 e). 2. La Porta di Bayazet II (1481-1512) Durante il lungo regno di Bayazet molte compagnie e singoli mercanti fiorentini fornirono sete alla Porta. Come è facile immaginare, i documenti contabili sono discontinui e conseguentemente le vendite di cui siamo a conoscenza non si distribuiscono uniformemente ma si concentrano in alcuni anni. Le fonti sono, fra l’altro, anche eterogenee, dal momento che alla classica documentazione contabile si affianca il carteggio commerciale. Molto ben documentate sono le vendite delle compagnie Salviati e Serristori: i nomi rimandano a due famiglie illustri, che accumularono ricchezze ingenti nella mercatura, nell’industria e nella finanza internazionale42. Negli ultimi decenni del secolo XV i Salviati avevano creato numerose compagnie, che in vario modo intervennero nell’esportazione di sete in Levante. La compagnia Salviati che esportava drappi era quella comunemente definita “del banco”, la cui ragione sociale era Alamanno e Iacopo Salviati e compagni. È interessante notare che questa compagnia non agiva da sola ma, seguendo una consuetudine molto diffusa, si associò ad altri per aumentare il capitale da investire nell’acquisto di sete. I nuovi soci furono due: Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati, il quale ultimo era anche il corrispondente a Costantinopoli. A partire dal 1490 i Salviati acquistarono drappi presso molti setaioli fiorentini, tra cui i Boni, i Guicciardini, i Martelli, i Morelli e i Soderini. A quei noti setifici si affiancarono altre tre compagnie Salviati: i Salviati lanaioli, i Salviati tintori e, soprattutto, i Salviati setaioli, cioè la compagnia di Iacopo di Giovanni Salviati. Nel complesso, la compagnia del banco si rifornì di circa 250 drappi per una lunghezza totale di br. 6.834, vale a dire quasi 4 chilometri di stoffa. L’investimento superò i f. 12.000 larghi di grossi, una cifra enorme (Doc. 42). Imballate in casse, le sete giunsero via via a destinazione e nel 1494 il corrispondente a Pera, Alfieri Strinati, trasmise ai Salviati un resoconto completo delle vendite effettuate. La Porta acquistò molti rasi e damaschi a prezzi piuttosto modesti (aspri 70-80 il picco); più interessanti sono picchi 68 di apiciolato chon grilanda d’oro e picchi 26 ¾ di alto basso rosso e verde chon garlande d’oro, pagati entrambi aspri 200 il picco. Da segnalare anche due tagli di altobasso con pigne d’oro (Doc. 42 h). Nel complesso, la Porta comperò sete per aspri 279.788, equivalenti a ca. f. 5.830 larghi di grossi, che rappresentarono il 41,8 % delle vendite dei Salviati. Numerosa ed eterogenea la restante clientela, che comprendeva tra gli altri molti mercanti ebrei, alcuni bascià, ma anche i fiorentini Antonio de’ Pazzi, Battista da Panzano, Giorgio Bartoli e il veneziano Andrea Gritti. Dopo una breve interruzione, nel 1498 la compagnia Salviati e il socio Alfieri Strinati (senza Francesco da Sommaia) dettero avvio a un’altra operazione simile, che prevedeva acquisti di sete a Firenze e vendite a Pera (Doc. 49). I Salviati del banco acquistarono i drappi dal setificio di Iacopo Salviati e al momento della spedizione li numerarono progressivamente. Nella capitale ottomana i corrispondenti Alfieri Strinati e Antonio Miniati mantennero la 42 Sui Salviati si veda P. Hurtubise, Une Famille-témoin. Les Salviati, Città del Vaticano 1985; sui Serristori S. Tognetti, Da Figline a Firenze. Ascesa economica e politica della famiglia Serristori (secoli XIV-XVI), Firenze 2003 e Id., Un’industria di lusso al servizio del grande commercio: il mercato dei drappi serici e della seta nella Firenze del Quattrocento, Firenze 2002. 29 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI numerazione fiorentina e curarono le vendite, che si conclusero nel 1500 (Doc. 49 d). A Costantinopoli e poi ad Adrianopoli (oggi Edirne) la Porta acquistò rasi, damaschi, velluti e di nuovo alcuni costosi altobassi (anch’essi un tipo di velluto) in particolare picchi 57 di altebassi rossi in 4 tagli a bastone d’oro al prezzo di aspri 400 il picco, che a Firenze recavano i N. 7, 44, 47, 52 (Doc. 49 d). La percentuale degli acquisti della Porta raggiunse questa volta il 65 % circa del totale. Quasi contemporaneamente, nel 1499, i Salviati del banco esportarono altre sete a Costantinopoli, ma questa volta da soli. I drappi provenivano ancora dal setificio di Iacopo Salviati e il loro acquisto richiese un investimento di poco superiore ai 1.000 fiorini d’oro (Doc. 50). A Pera i due soliti corrispondenti Alfieri Strinati e Antonio Miniati si occuparono delle vendite, che terminarono nel 1500. Come nel caso precedente, nel corso dell’operazione i drappi mantennero la numerazione che avevano avuto a Firenze e la loro identificazione al momento della vendita è immediata. La Porta di Adrianopoli acquistò solo altobassi, in particolare picchi 14 di alto e basso di chermisi a bastone d’oro recante il N. 15, al prezzo di aspri 550 il picco, e altri picchi 14 di alto e basso alexandrino a bastone d’oro (N. 16) a 500 aspri il picco (Doc. 50 d). Gli acquisti della Porta rappresentarono circa il 42 % del totale, come in occasione del primo investimento. Esaminare le sete vendute alla Porta e suddividerle in categorie non è scontato in quanto noi disponiamo delle descrizioni che hanno tramandato i contabili delle compagnie, i quali potevano avere preparazioni diverse e possedere un lessico differente, a seconda che lavoravassero all’interno di un’azienda mercantile-bancaria o di un setificio. Tra l’altro proprio le registrazioni contabili, che hanno fornito tanta documentazione, sono per loro natura sintetiche e non sempre forniscono dati soddisfacenti. Premesso questo, riuniamo in una tabella le sete, le lunghezze complessive in picchi, e i prezzi unitari e totali delle vendite espressi in aspri, la moneta locale (Tabella 1). Tabella 1. Sete vendute dalla compagnia Salviati del banco alla Porta di Bayazet a Costantinopoli e Adrianopoli (1490-1500). Sete Altobassi Velluti Rasi Damaschi Rasi e damaschi43 Broccato di grana con bastone Appicciolato con ghirlanda d’oro Zetani Lunghezza totale in picchi 676 876 884 627 650,75 72,16 68 27,12 -----------3.881,03 (ca. m. 2.533) Prezzo medio in aspri per picco 235 129 74 84 70 380 200 200 Ammontare totale in aspri 159.365 112.927 65.590 52.581 45.554 27.400 13.600 5.425 ----------482.442 (ca. f. 10.050 larghi di grossi)44 Fonti: Docc. 42 h, 43 e, 49 d, 50 d. 43 La fonte contabile relativa a questa importante vendita (Doc. 42 h) è molto sintetica e non consente di separare i rasi dai damaschi. 44 In questi anni la parità cambiaria tra le due monete è la seguente: aspri 48 = 1 fiorino d’oro largo di grossi. 30 30 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) I rasi e i damaschi, uniti, costituiscono i due tipi più venduti; i drappi più costosi sono i broccati, seguiti a distanza dagli altobassi. Nel complesso, la Corte acquistò dai Salviati picchi 3.881 di sete, equivalenti a circa a m. 2.533 per aspri 482.442 (ca. f. 10.050 larghi di grossi). Il prezzo unitario medio delle sete vendute dai Salviati del banco fu quindi di aspri 124 il picco. Negli ultimi anni del secolo XV anche i Serristori vendettero sete alla Porta. In particolare fu attiva in questo ambito la compagnia di Antonio Serristori, battilori, una compagnia che si dedicava alla lavorazione dei fili d’oro e d’argento e dei drappi di seta45. Esattamente come avevano fatto i Salviati del banco, anche i Serristori nel corso del 14981500 si associarono ad altri mercanti: inizialmente due (Francesco Gherardi e Niccolò Tanini), poi uno (Francesco Gherardi) e infine preferirono operare da soli (Docc. 52, 53). La documentazione a noi pervenuta non è completa, ma tutto fa ritenere che le sete spedite a Pera provenissero dalla bottega di battiloro dei Serristori. A Costantinopoli i corrispondenti furono sempre Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi, che al termine delle vendite inviarono ai Serristori un resoconto dettagliato. La Porta acquistò rasi d’oro di vario colore, alcuni altobassi e due ingenti partite di velluti zetani per un totale di picchi 285 (Doc. 52 b). Anche per i Serristori suddividiamo le sete in classi, rispettando la terminologia adottata nei loro libri contabili (Tabella 2). Tabella 2. Sete vendute dalla compagnia Serristori, battilori, alla Porta di Bayazet a Costantinopoli (1498-1500). Sete Velluti zetani Altobassi Velluti Rasi Broccati Totale Lunghezza totale in picchi 285 120 192,5 76 14,25 ----------687,75 (ca. m. 446) Prezzo unitario in aspri per picco 212 180 90 145 300 Ammontare totale in aspri 60.342 21.533 17.325 11.050 4.275 ----------114.525 (ca. f. 2.386 larghi di grossi) Fonti: Docc. 52 b, 53 d, 54 b, 54 c. Le vendite complessive ammontarono ad aspri 114.525, equivalenti a ca. f. 2.386 larghi di grossi. Già ad un primo, rapido esame si nota la completa assenza dei damaschi e una fortissima riduzione dei rasi. Dominano invece i velluti d’oro, venduti per complessivi aspri 77.667 (60.342 + 17.325); al secondo posto si collocano gli altobassi. I broccati sono presenti con un solo taglio, molto costoso (aspri 300 il picco). Il prezzo unitario medio delle sete vendute alla Porta fu di aspri 166,5, superiore a quello delle sete dei Salviati, che era di aspri 124,3. 45 Un quadro completo in S. Tognetti, Da Figline a Firenze, cit. 31 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Figura 4. Gherardi e d’Aiolfo vendono per conto dei Serristori rasi e altobassi alla Porta di Bayazet, 1500 (Doc. 54 b). Accanto ai Salviati e ai Serristori, altri mercanti fiorentini negli ultimi anni del secolo XV fornirono sete alla Porta, ma nel complesso si trattò di vendite modeste. Nel 1493 Giovanni di Marco Salviati, appartenente a un ramo collaterale della famiglia, durante la sua permanenza a Pera vendette alla Porta tre sete di Priore Strinati: due alto e basso chon oro e un raso di grana, dei quali non si conosce il valore (Doc. 43 a). Sempre nel 1493 lo stesso Salviati cedette alla Porta due broccati di grana chol bastone al prezzo di aspri 380 il picco, uno dei quali appartenente ai Salviati del banco (picchi 72 1/6) e l’altro a Leonardo Strozzi (picchi 15 1/3), per un totale di aspri 33.250 (Doc. 43 e). Nel 1496 ebbe luogo una fornitura particolare, effettuata da Giovanni Maringhi, un fiorentino appartenente a una famiglia semisconosciuta, il quale fu a lungo attivo a Pera e ci ha lasciato una ricca corrispondenza: in tale anno egli vendette alla Porta picchi 29 ½ di domaschino rosso per conto di un mercante di cui si conoscono solo le iniziali A.F.E. Le registrazioni contabili precisano che questo misterioso personaggio era amico di Francesco e Giovenco de’ Medici e che la seta fu acquistata non da Bayazet ma dal genero del sultano al prezzo di aspri 160 il picco, per complessivi aspri 4.720 (Doc. 45). Tra le compagnie che nel nuovo secolo vendettero drappi alla Porta sono da ricordare il setificio di Tommaso e Giovan Battista Soderini, il setificio di Bernardo e Filippo Gondi e il lanificio di Averardo e Iacopo Salviati. I nomi sono prestigiosi ma la documentazione a noi pervenuta è, soprattutto nei primi due casi, incompleta. Accanto a questi poderosi organismi si colloca poi un singolo mercante, un certo Francesco Zati che nel 1508, come vedremo, fornì alla Porta un importante quantitativo di broccati. Il caso dei Soderini, setaioli, è particolare. Come tutti i setifici, anche questo produceva drappi e li esportava nelle maggiori piazze commerciali, tra le quali Costantinopoli. I libri contabili sono andati perduti, ma noi disponiamo delle lettere scritte dal loro corrispondente a Pera, il già citato Giovanni Maringhi. Negli anni 1502-1503 e nei primi mesi del 1504 quest’ultimo inviò ai Soderini numerose lettere nelle quali forniva indicazioni sulle vendite delle loro sete e nello stesso tempo trasmetteva, come vedremo, informazioni di ampio respiro. Da Pera, Maringhi comunicò ai Soderini di aver venduto nel 1502 al Seraglio delle donne e al Seraglio del Signore rasi di vari colori (Doc. 62 b, g) e, nel 1503, a Sulttam Baiasett picchi 28 di velluto chermussi al prezzo di aspri 190 il picco e poi ancora picchi 27½ di alltebasso roso di granna al prezzo di 250 aspri il picco (Doc. 62 i, j). 32 32 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) L’altro setificio che produsse e vendette sete alla Porta fu quello di Bernardo e Filippo Gondi. Nei primi anni del secolo XVI questa azienda effettuò numerose spedizioni di sete a Costantinopoli, ma la documentazione è molto incompleta. Sappiamo soltanto che prima del 1507-1508 il corrispondente dei Gondi a Pera, in questo caso la compagnia di Fantone Fantoni, aveva venduto alla Porta una quantità imprecisata di rasi con oro, velluti altobassi d’oro e damaschi rossi d’oro (Doc. 65 b). Sono dati interessanti ma incompleti, troppo vaghi per confluire nella Tabella 3, dedicata alle forniture di sete alla Porta. Isolata rimane un’imponente vendita della quale è rimasta traccia in una lettera che da Pera Alessandro Sacchetti scrisse alla compagnia Bardi a Firenze il 2 settembre 1508. In quella lettera Sacchetti, sul quale torneremo, menziona l’avvenuta vendita alla Porta di picchi 303 di broccati rossi a bastone di proprietà di Francesco Zati, al prezzo di aspri 250 il picco (Doc. 89 a). In quegli stessi anni anche un lanificio spedì sete a Costantinopoli. A partire dal 1508 la compagnia di Averardo e Iacopo Salviati, lanaioli, comperò numerosi drappi dal setificio di Iacopo Salviati e in tempi diversi li spedì a Pera via Ancona (Doc. 90). Nella capitale ottomana il corrispondente era inizialmente Antonio Miniati, che però morì nel corso dell’operazione; a lui subentrarono Ludovico Cavalcanti e Girolamo da Sommaia. Come tutti i corrispondenti, anche questi ultimi inviarono ai Salviati i resoconti delle vendite. Nel 1510 la Porta di questo Signore, in Andrinopoli, comperò tre velluti, uno dei quali danneggiato, e un raso giallo (limoni) (Doc. 90 h). Con queste ultime vendite del 1510 termina la documentazione contabile relativa a forniture di drappi alla corte di Selim da parte di mercanti fiorentini. Rimane il carteggio, che costituisce una fonte particolare, sulla quale torneremo tra breve. A questo punto è possibile riunire in una tabella tutte le vendite effettuate alla Porta di Bayazet (Tabella 3). Questa tabella integra i dati delle Tabelle 1 e 2 con quelli descritti a pp. 32-33. Tabella 3. Sete vendute da vari mercanti fiorentini alla Porta di Bayazet a Costantinopoli e Adrianopoli (1481-1512). Sete Velluti Altobassi Broccati Rasi Damaschi Rasi e damaschi46 Altri Totale Lunghezza totale in picchi 1.443 823,5 476 1.131 656 650 95 ---------5.274,5 (ca. m. 3.444) Prezzo unitario in aspri per picco 140 228 295 82 87 70 200 Ammontare totale in aspri 202.832 187.773 140.675 92.782 57.301 45.554 19.025 -----------745.942 (ca. f. 15.540 larghi di grossi)47 Fonti: Docc. 41 b, 42 h, 43 a, 43 e, 45, 49 d, 50 d, 52 b, 53 d, 54 b-c, 62 b, 62 g, 62 i-j, 62 p, 62 r, 64, 74 a-c, 89 a, 90 h, 92 b. 46 Come già segnalato a nota 43, le registrazioni contabili non consentono di separare i due tipi di tessuto. Per questa tabella abbiamo mantenuto il cambio aspri 48 = 1 fiorino largo di grossi, costantemente adottato dai Salviati e dai Serristori. Nel 1503 il fiorino d’oro in oro divenne la moneta ufficiale ma molte compagnie continuarono ad adottare il fiorino largo di grossi. Negli anni 1510-1525 il cambio tra aspri e fiorini d’oro in oro era il seguente: aspri 54 = 1 fiorino d’oro in oro. In breve, aspri 745.942 equivalevano a circa f. 13.814 d’oro in oro. 47 33 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI In generale vediamo come rasi e damaschi fossero sempre molto richiesti e come broccati e altobassi rimanessero i tipi più costosi. Il prezzo medio di tutte le forniture è di aspri 141,4 il picco, corrispondenti a ca. f. 3 larghi di grossi o ca. f. 2,6 il braccio. Accanto ai libri contabili, anche il carteggio offre testimonianze rilevanti. Quello al quale ci riferiamo è costituito dalle lettere che i corrispondenti attivi a Pera erano soliti inviare a Firenze alle compagnie che avevano spedito loro i drappi. In quelle lettere i corrispondenti davano ovviamente notizie precise sulle sete vendute e sul ricavo complessivo, ma spesso ne approfittavano per fornire anche altre indicazioni quali l’andamento del mercato, i tipi di sete più richiesti, i colori preferiti, ecc. Tra le tante notizie, non mancano precisi riferimenti a grandi forniture di sete alla Porta da parte non di un singolo mercante ma dalla nazione fiorentina, cioè dall’intera comunità dei mercanti fiorentini presenti in quel momento a Pera. I due corrispondenti da richiamare sono Giovanni Maringhi e Alessandro Sacchetti. Abbiamo già avuto l’opportunità di menzionare Giovanni Maringhi, un fiorentino che trascorse molti anni a Costantinopoli, dove morì nel 1507. Come anticipato, egli fu il corrispondente di varie compagnie, fra cui quella di Giovan Battista Soderini, setaioli, alla quale inviò numerose lettere contenenti indicazioni non solo sulle vendite dei loro drappi (i dati sono già confluiti nella Tabella 2), ma anche notizie di portata generale. Così, in una lettera datata 17 gennaio 1502 Maringhi scrive che la Porta ha acquistato tutti i domaschi neri della nazione fiorentina e poi, parlando di velluti, aggiunge che la Porta ne prese meglio di 1000 pichi per aspri 220 el picco (Doc. 62 a). Il 16 luglio 1502 menziona la vendita di picchi 800 di brochati d’oro, diverssi cholori, a bastone, questi el forte, per aspri 300 picco di proprietà di tre mercanti fiorentini (Doc. 62 g). In una lettera del 9 aprile 1503 ricorda che ogni anno la Porta, in occasione della Pasqua loro . . . ne piglornno 1200 in 1400 pichi (Doc. 62 j; Figura 5). Figura 5. Maringhi aggiorna i Soderini sull’andamento delle vendite alla Porta di Bayazet, 1503 (Doc. 62 j). 34 34 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) È interessante questo acquisto di drappi, verosimilmente da ricondurre all’antica tradizione del sultano di donare abiti d’onore a funzionari in occasione di particolari ricorrenze (Khil’a?)48. Sempre nella stessa lettera datata 9 aprile 1503 Maringhi precisa che la Porta ha appena acquistato circha a 600 pichi di brochato a bastone chon certi rosoni e che ogni anno compera 600 picchi di velluti rossi (Doc. 62 j). Il 4 luglio scrive che la Porta ha comperato tutti i rassi chon andari d’oro della nazione fiorentina (Doc. 62 m). In due lettere datate agosto e ottobre 1503 ricorda altri acquisti di rasi e damaschi. Come Maringhi, un altro fiorentino – Alessandro Sacchetti – era il corrispondente di molte compagnie di connazionali, tra cui quella di Agnolo de’ Bardi. Esattamente come per Maringhi, anche per Sacchetti si sono conservate alcune lettere inviate, in questo caso, ai Bardi. E di nuovo i documenti contengono dati di ampio respiro, in particolare tre lettere del 1505. Il 27 febbraio Sacchetti scrive che ci s’è fatto bazarro alla Portta di pichi 970 di brochati per aspri 300 il picco e pichi 2000 di rassi chon oro per aspri 230 il picco, ch’è sutto un belisimo bazarro (Doc. 74 a); il 5 maggio comunica l’avvenuta fornitura per de’ nostri a la Porta pichi 1500 di velluti rossi per aspri 160 picco (Doc. 74 b); il 23 giugno segnala un’altra vendita importante: per de’ nostri alla Portta velutti altebassi chon oro per aspri 500 il picco e aspri 370 quelli a bronchone, ch’è sutta una belisima vendita ed àne pressi quanti ce n’è (Doc. 74 c). I dati trasmessi da Maringhi e da Sacchetti, che rimandano non a singole operazioni ma a forniture senza riferimenti precisi ai venditori (e in parte effettuate non in prima persona, bensì da altri operatori fiorentini), sono riuniti nella Tabella 4. Tabella 4. Vendita di sete alla Porta di Bayazet, dal carteggio Pera-Firenze di Giovanni Maringhi (1502-1503) e Alessandro Sacchetti (1505). Data della Sete Lunghezza in picchi lettera 62 a 17. 1.1502 domaschi neri quantto n’era in e la nazione 62 a 17. 1.1502 velluti ... più che la metà di grana meglio di 1.000 pichi brochati d’oro, diverssi cholori, a 62 g 16. 7.1502 800 bastone, questi el forte 62 j 9. 4.1503 drappi 1.200-1.400 62 j 9. 4.1503 veluti steti asai e cholorati brochato a bastone chon certi rosoni 62 j 9. 4.1503 ca. 600 e iii/iiii rossi e resto alesandrini 62 j, l 9. 4.1503 velluti rossi 600 (o 700) ogni anno tuti quelli si trovavano i 62 m, n 4. 7.1503 rassi chon andari d’oro nella nazione 62 o 6. 8.1503 domaschini chon oro el forte 62 p 5.10.1503 rasi e domaschi steti, cholorati ca. 450 62 p 5.10.1503 rasi ros[s]i, dom[as]chi di grana 74 a 27. 2.1505 brochati 970 74 a 27. 2.1505 rassi chon oro 2.000 74 b 5. 5.1505 velluti rossi 1.500 74 c 23. 6.1505 velutti altebessi chon oro quanti ce n’è 74 c 23. 6.1505 velutti altebassi a bronchone quanti ce n’è Doc. Ammontare in aspri ca. 220.000 240.000 ca. 210.000 30.000 70.000 ca. 29.250 291.000 460.000 240.000 - Fonti: 62 a, 62 g, 62 j-p, 74 a-c. 48 N. Atasoy et al., Ipek, cit., p. 32. 35 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Le lettere di Maringhi e Sacchetti contengono riferimenti a vendite complessive, che senz’altro richiesero la partecipazione di numerosi mercanti. Sacchetti, che abitualmente trasmetteva informazioni molto puntuali, nella lettera del 27 febbraio 1505 parla ad esempio di 970 picchi di broccati e di 2.000 picchi di rasi (Doc. 74 a). Sono quantitativi enormi: con una certa approssimazione si può pensare, nel complesso, a quasi 2 km di drappi con un valore di più di 15.000 fiorini d’oro larghi di grossi. * Sulla base dei dati contenuti nella contabilità e nel carteggio è possibile presentare l’elenco, in ordine alfabetico, delle sete acquistate dalla Porta durante il sultanato di Bayazet, corredato dai prezzi unitari (Appendice 2). La varietà è molto ampia, in particolare per gli altobassi, i rasi e i velluti. Tra i colori domina il rosso (di grana e cremisi), ma non mancano il verde e il tanè (una sfumatura di marrone) e poi l’azzurro (alessandrino) e il giallo (limoni). I riferimenti agli ornati sono scarsi. Ricorre più volte il motivo del broncone o bastone, menzionato per la prima volta nel 1493 in occasione di alcune vendite dei Salviati (Doc. 43 e)49. In un broccato il motivo del bastone si unisce a certi rosoni rossi e alessandrini (Doc. 62 j). Due sete – un apiciolato e un alto basso rosso e verde d’oro – presentano il motivo della grilanda o garlanda, ovvero la ghirlanda (Doc. 42 h), che ricompare anche su alcuni rasi (Doc. 62 a: glilande leghate insieme, l’une cho l’altre, con ciertti fiori. Doc. 71 c: rasso simille chon grilande d’oro simille). Concludiamo questo paragrafo dedicato a Bayazet richiamando una lettera che costituisce una specie di ponte tra il sultano, che morì il 26 maggio 1512, e il figlio Selim. Il 21 dicembre 1512, da Pera, il fiorentino Bartolomeo Tebalducci inviò a Francesco Corbinelli, a Firenze, una lettera nella quale si legge (Doc. 106): Addì xiiii di questo [dicembre 1512] si fecie bazaro a la Portta im Bursia di pichi 1800 di brochati per aspri 290 (e rossi) e piglieranno amchora rasi d’oro, veluti d’oro e altri drappi. Tebalducci menziona la vendita alla Porta di Bursa di 1.800 picchi di broccati al prezzo di aspri 290 il picco e aggiunge che si prevedono altri acquisti di rasi e velluti d’oro. Precisa inoltre che la transazione ha avuto luogo il 14 dicembre 1512. Sappiamo che Bayazet, costretto dal figlio, abdicò il 25 aprile 1512 e morì il 26 maggio. Può darsi che questo acquisto di broccati sia totalmente riconducibile a Selim, ma non si può escludere che una decisione così impegnativa fosse maturata tempo prima. La notizia è interessante e il quantitativo imponente, ma la fonte non precisa la nazionalità dei broccati. Va detto però che Bursa era contemporaneamente un grande centro di produzione e di smercio di drappi non solo ottomani e che nel 1513 lo stesso Selim, come vedremo, comperò molti damaschi, rasi e velluti fiorentini proprio in tale città. 49 Il disegno di un broncone (con capperi) da riprodurre su sete destinate nel 1555 al mercato tedesco è stato pubblicato in M. Spallanzani, Le compagnie Saliti a Norimberga nella prima metà del Cinquecento (un primo contributo dagli archivi fiorentini), in Wirtschaftskrafte und Wirtschaftswege, Beitrage zur Wirtshaftsgeschichte, a cura di H. Kellenbenz – J. Schneider, 5 voll., Stuttgart 1978, IV, p. 610; il disegno è stato successivamente illustrato anche in N. Atasoy et al., Ipek, cit., p. 183. 36 36 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) 3. La Porta di Selim I (1512-1520) Con il nuovo sovrano gli acquisti continuarono, ma un avvenimento importante si verificò nel 1513, quando Firenze decise di inviare a Costantinopoli un ambasciatore nella speranza, coronata da successo, di ottenere una conferma dei privilegi precedentemente concessi dal defunto Bayazet (Doc. 107 a)50. L’ambasciatore, Francesco Antonio Nori, raggiunse Costantinopoli accompagnato da un seguito adeguato, portando con sé i doni (sete e panni di lana) destinati al sultano e a ventisei dignitari. A Selim erano riservati dieci drappi di seta, dieci panni di lana, quattro tele d’Olanda e alcuni manufatti lignei intarsiati d’avorio. Le sete per il sultano erano certamente della più alta qualità e comprendevano un domaschino brochato ariccato, un brochato d’oro a bastone, un alto e basso di grana chon oro, un raso rosso chermisi allucolato d’oro, quattro velluti, tra paonazzi e rossi, e due rasi rossi (Doc. 107 b). Queste sete fiorentine arrivarono alla corte di Selim nel 1513, ma non furono le prime. Oltre a quelli menzionati da Tebalducci, che abbiamo appena ricordato, nel 1512 altri drappi furono venduti al sultano. Siamo di fronte a una complessa operazione commerciale che durò almeno tre anni e coinvolse numerosi mercanti. La compagnia di arte della lana di Piero Venturi esportava abitualmente panni di lana in Levante e importava seta greggia, che poi vendeva ai setifici cittadini. Nel 1510 Piero Venturi cedette appunto seta greggia al setificio di Cristofano Brandolini ottenendo in cambio due rasi e due damaschi chon a[n]dari d’oro (Doc. 92 a). Venturi spedì le sete al suo corrispondente a Costantinopoli, Raffaello Guiducci, che nel 1511-12 le vendette. La Portta di sulita[n] Salime in Adrenopolli acquistò picchi 58 ½ tra rasi e damaschi al prezzo di aspri 245 il picco per un totale di aspri 14.332 (Doc. 92 b). Due importanti compagnie – un setificio (Cavalcanti) e un lanificio (Salviati) – fornirono negli anni successivi una gran quantità di sete alla Porta. Il setificio di Mainardo Cavalcanti produceva drappi di qualità che avevano in Lione e Costantinopoli due grandi mercati di sbocco. La compagnia Cavalcanti ha lasciato una documentazione ridotta – tre codici – ma molto dettagliata. Il corrispondente a Pera fu inizialmente Bartolomeo Biliotti e a seguire Luigi Gherardi. Come avevano fatto i Salviati del banco alla fine del secolo XV, anche i Cavalcanti numerarono i drappi e a Costantinopoli Biliotti mantenne la numerazione sino al momento della vendita. Negli anni 1511-1512 i Cavalcanti spedirono 90 drappi (Doc. 108 a-j), che il loro corrispondente vendette nel corso del 1513, come risulta dai numerosi resoconti inviati a Firenze (Doc. 108 k-p). A Bursa la Porta acquistò alcuni tagli di qualità, in particolare due costosi altebassi al prezzo di aspri 390 il picco e tre tagli di velluto di grana numerati 38, 40 e 41 (Doc. 108 k). Mentre questa operazione era in corso, nel 1511 i Cavalcanti stipularono un’operazione a comune con Francesco degli Alessandri, in procinto di lasciare Firenze con destinazione Costantinopoli: Francesco partì con 28 drappi, tutti di qualità, che nei due anni successivi trovarono nella capitale e a Bursa facile smercio. La Porta effettuò alcuni acquisti, in particolare picchi 25 3/3 di altebasi rosi d’oro, al prezzo, molto alto, di aspri 490 il picco (Doc. 109 c). 50 Il 25 ottobre 1513 Selim indirizzò da Adrianopoli alla Signoria di Firenze una lettera nella quale confermava tutti i privilegi richiesti: G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente, cit., p. 267. V. anche Cap. 1, p. 18. 37 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Figura 6. Biliotti vende, per conto dei Cavalcanti, drappi alla Porta di Selim, 1513 (Doc. 108 n). Nel 1514 i Cavalcanti continuarono a spedire sete a Pera a Bartolomeo Biliotti, il quale si dedicò con successo alle vendite, tanto che il 26 luglio 1515 fu in grado di trasmettere a Firenze un resoconto accuratissimo. La Porta in Amasia effettuò acquisti eccezionali: 19 rasi con andari d’oro di vario colore per complessivi picchi 254 al prezzo di 220 aspri il picco, 28 tagli tra rasi banechi e domaschini per un totale di picchi 340 per aspri 180 il picco, due broccati rossi (aspri 280 il picco) e infine cinque costosi altobassi di vario colore per aspri 430 il picco, questi ultimi recanti i N. 2, 47, 48, 76 e 80 (Doc. 115 l)51. Sempre nel 1515 Biliotti vendette altre sete alla Corte: il 20 novembre sette rasi e un domaschino sbiadato a posteline d’oro al Serraglio per un totale di picchi 103,5 (Doc. 115 m); il 22 dicembre molti rasi di vario colore e cinque velluti di grana e tanè, questi ultimi recanti i N. 6, 7, 8, 44, 50 (Doc. 115 m). Nella Tabella 5 sono indicate, ripartite in grandi classi, le sete vendute dai Cavalcanti, le quantità, i prezzi unitari e i ricavi complessivi. In pochi anni il setificio dei Cavalcanti fornì alla Porta picchi 2.705 di sete, corrispondenti a ca. m. 1.766, per complessivi aspri 51 I rasi banechi, beneche o benechi lasciano perplessi. Si ritiene che il termine derivi dal turco benekli (punto, cerchio) e denoti un tipo di ornato, che fra l’altro trova conferma nella coeva produzione ottomana. Fonti turche del 1483 e del 1504 menzionano velluti benekli (N. Atasoy et al., Ipek, cit., p. 161). Una lettera del 1533 spedita da Costantinopoli a Venezia elenca, tra i doni offerti a un ambasciatore veneziano, veste numero 25 di benechi d’oro (M. Sanudo, I Diarii, LVIII, col. 304). In un libro contabile della compagnia di Giuliano Capponi, battilori, si legge: rasi con oro chiamati benechi (BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 32 s.). Le fonti contabili fiorentine menzionano anche velluti e altobassi beneche o benechi (vedi Tabella 9; Appendice 1 e 2). Nei primi decenni del secolo XVI il termine benechi era abbastanza diffuso a Firenze e lo ritroviamo nella contabilità dei Cavalcanti, setaioli, dei Bartolini, degli Strozzi e dei Capponi, questi ultimi tutti battilori; il suo significato, tuttavia, rimane comunque incerto. 38 38 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) 549.855. I drappi più costosi rimangono gli altobassi e i broccati. Il prezzo medio per picco fu di aspri 203,3, più alto dei prezzi medi rilevati per le precedenti compagnie. Tabella 5. Sete vendute dalla compagnia Cavalcanti, setaioli, alla Porta di Selim a Costantinopoli, Adrianopoli, Amasya e Bursa (1512-1516). Sete Rasi Broccati Altobassi Velluti Damaschi Totale Lunghezza totale in picchi 1.490 375 225 200 415 ------2.705 (ca. m. 1.766) Prezzo unitario in aspri per picco 165 270 436 261 125 Ammontare totale in aspri 245.870 101.495 98.297 52.382 51.811 ---------549.855 (ca. f. 10.182 d’oro in oro)52 Fonti: Docc. 108 k-p, 109 c, 115 l-m. Ai Cavalcanti, venditori di sete alla Porta, si affiancò un’altra compagnia: di nuovo i Salviati, lanaioli. Uno dei soci era però cambiato e la ragione sociale era diventata Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli. Già nel 1508 la compagnia di Averardo e Iacopo Salviati, lanaioli, aveva esportato drappi a Costantinopoli. Nel 1512 la nuova compagnia di Averardo e Giovanni Salviati, lanaioli, decise di investire ingenti somme in drappi da destinare al Levante. Fu un’operazione complessa, che durò molti anni e che si concluse con l’intervento della compagnia Salviati, setaioli. Il corrispondente a Pera era inizialmente Girolamo da Sommaia, al quale subentrarono Michele di Vieri e Piero da Sommaia. I Salviati, lanaioli, negli anni 1512-15 effettuarono una serie imponente di acquisti per complessive br. 5.622 7/8 (ca. m. 3.278) (Doc. 104). Il costo delle sete ammontò a ducati 8.548,55 d’oro, che con gli oneri vari sino ad Ancona salì a circa ducati 8.81553. Le sete provenivano tutte dal setificio dei Salviati, ad eccezione di alcuni rasi colorati forniti da Raffaello di Francesco di Cino e compagni, setaioli (Doc. 104 a-m). A intervalli più o meno regolari, nel corso di tre anni le sete arrivarono a destinazione seguendo il classico itinerario Ancona-Ragusa-Adrianopoli (con il tratto da Ragusa effettuato per via terrestre, v. Figura 2, p. 25) e nel 1513 Girolamo da Sommaia dette inizio alle vendite, che si protrassero per circa quattro anni. Da Pera i corrispondenti trasmisero ai Salviati numerosi resoconti delle vendite, in base ai quali è possibile individuare gli acquisti della Porta. A tutti i corrispondenti va riconosciuto il merito di essere stati particolarmente precisi nel redigere i loro resoconti. Di fronte agli acquisti della Corte i corrispondenti non si sono limitati a menzionare la Porta ma sono arrivati a indicare il singolo compratore, che in primo luogo era Selim, ma non sempre. In un estratto-conto redatto il 19 gennaio 1516 relativo alle vendite concluse nel 1515, ad esempio, compaiono quali compratori Selim e il figlio Solimano (Doc. 104 t); in un altro estratto-conto inviato a Firenze i corrispondenti ricordano di aver venduto il 27 marzo 1516 picchi 12 di raso verde a una nipote del sultano (Doc. 104 v). Quest’ultimo raso è incluso tra le forniture alla Porta di Selim; le vendite al giovane Solimano sono rinviate al paragrafo che segue. 52 53 Il cambio tra aspri e fiorini è ora il seguente: aspri 54 = 1 fiorino d’oro in oro. Come detto (p. 10), a Firenze ducato era ormai sinonimo di fiorino. 39 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Gli acquisti di Selim si concentrarono nel 1513-1515 ed ebbero luogo non a Costantinopoli ma ad Adrianopoli, a Bursa e in Dalmazia. Da un punto di vista quantitativo dominano i damaschi, con picchi 178, ceduti al prezzo, modesto, di aspri 68 il picco. Ben più costosi gli altobassi di grana d’oro, pagati aspri 400, 410 e 440 il picco; seguono i rasi, con prezzi che raggiungono aspri 195 il picco. Gli altobassi furono eseguiti a Firenze nel setificio di Iacopo Salviati, mentre per i rasi non si può escludere il setificio di Raffaello di Francesco di Cino. Nella Tabella 6 sono riunite le sete vendute dalla compagnia Salviati alla Porta di Selim (il prezzo medio fu di aspri 194,2 il picco). Tabella 6. Sete vendute dalla compagnia di Averardo e Giovanni Salviati, lanaioli, alla Porta di Selim ad Adrianopoli, Bursa e in Dalmazia (1513-1516). Sete Altobassi Rasi Damaschi Velluti Lunghezza totale in picchi 140 128 178 49 -----495 (ca. m. 323) Prezzo unitario in aspri per picco 401 172 68 120 Ammontare totale in aspri 56.167 21.995 12.104 5.880 ---------96.146 (ca. f. 1.780 d’oro in oro) Fonti: Docc. 104 n-o, 104 s-t, 104 v. Negli anni di regno di Selim i fornitori di sete furono dunque tre: due compagnie di lanaioli e una di setaioli. Nella Tabella 7 sono riunite tutte le vendite alla Porta di Selim: essa comprende i dati nelle Tabelle 5-6 e la vendita effettuata nel 1511-12 da Piero Venturi e compagni, lanaioli (p. 37). Tabella 7. Sete vendute da mercanti fiorentini alla Porta di Selim a Costantinopoli, Adrianopoli, Amasya, Bursa e in Dalmazia (1512-1516). Sete Rasi Altobassi Broccati Damaschi Velluti Rasi e damaschi54 Totale Lunghezza totale in picchi 1.618 365 375 593 249 58,5 ---------3.258,5 (ca. m. 2.178) Prezzo unitario in aspri per picco 165 423 270 107 233 247 Ammontare totale in aspri 267.865 154.464 101.495 63.915 58.262 14.332 -----------660.333 (ca. f. 12.228 d’oro in oro) Fonti: Docc. 92 b, 104 n-p, 104 r-t, 104 v, 108 k-p, 109 c, 115 l-m. 54 Come si era verificato per una vendita di sete a Bayazet (vedi nota 43), neppure ora la contabilità dei Venturi (Doc. 92 b) consente in alcuni casi di separare i rasi dai damaschi. 40 40 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Figura 7. I Salviati, lanaioli, acquistano drappi da mandare in Levante, 1512 (Doc. 104 a). In pochi anni Selim I acquistò picchi 3.258,5 di tessuti di seta per un costo complessivo di aspri 660.333. I rasi e i damaschi furono i tipi più richiesti. Gli altobassi si confermarono la tipologia più costosa; il prezzo medio di tutte le sete vendute fu di aspri 202,6 il picco. * Come abbiamo fatto per la Porta di Bayazet, anche per quella di Selim presentiamo in Appendice 1 l’elenco di tutti i tipi di sete venduti da mercanti fiorentini. Le forniture si concentrano nella prima metà del regno, ovvero gli anni 1512-1516. Notevole, per quantità è il gruppo dei rasi, sempre presenti in una vasta gamma di colori. Il rosso non domina più, come accadeva invece alla corte di Bayazet; sono ora l’alessandrino (azzurro), il verde e il tanè a ripetersi nei velluti e nei rasi, mentre è frequente il bianco nei damaschi e ancora nei rasi. 41 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A giudicare dalle informazioni che da Pera i corrispondenti inviarono a Firenze, un particolare che non passa inosservato è la dispersione territoriale che caratterizza gli acquisti di Selim. Durante il lungo regno di Bayazet, la Porta comperò la maggior parte dei drappi quando il sultano si trovava a Costantinopoli, e quasi eccezionali sembrano gli acquisti di altobassi e velluti effettuati ad Adrianopoli nel 1500 e 1510 (Docc. 49 d, 50 d, 90 h). Con Selim, che regnò solo otto anni, la situazione cambiò radicalmente: già nel 1512 si segnala un primo acquisto ad Adrianopoli, seguito nel 1513 da altri a Costantinopoli, Bursa e di nuovo Adrianopoli; nel 1514 il sultano era ancora ad Adrianopoli e nel 1515 si mosse fra Costantinopoli, Adrianopoli, la Dalmazia e soprattutto Amasya, la città nella quale egli era nato nel 1470; nel 1516 si trovava di nuovo Costantinopoli. Tutti questi cambiamenti sembrano riflettere il regno breve ma tumultuoso di Selim, con le sue continue campagne militari, che portarono a un’impressionante estensione territoriale dell’impero. Dopo il 1516 non si registrano altri acquisti da parte di Selim, ma questo può dipendere dall’incompletezza delle fonti; intanto già nel 1515, mentre il sultano comperava tre velluti di vario colore al prezzo di aspri 120 il picco, al suo fianco apparve il figlio Solimano. 4. La Porta di Solimano, principe ereditario (1515-1517) e sultano (1520-1566) Ancor prima di salire al trono, il giovanissimo Solimano, nato il 6 novembre 1494, acquistò alcune sete fiorentine nel 1515 e poi di nuovo nel 1517. Le sete erano quelle che la compagnia di Averardo e Giovanni Salviati, lanaioli, aveva iniziato a comperare a Firenze dal setificio di Iacopo Salviati e, in minima parte, dal setificio di Raffaello di Francesco di Cino. Il corrispondente che a Pera curava le vendite dei Salviati era sempre Girolamo da Sommaia e dai suoi resoconti inviati a Firenze sappiamo che il giorno 11 maggio 1515 la Porta di sultano Suilemen, figliolo del Signore, acquistò un costoso altebasso verde d’oro, un raso di grana a chorde, alcuni rasi di vario colore e 76 picchi di domaschi tanè (Doc. 104 t). Nel 1517 il giovane principe acquistò altre sete dei Salviati, lanaioli, ma nel frattempo un cambiamento si era verificato nella figura del corrispondente a Pera, con Girolamo da Sommaia sostituito da Michele di Vieri e Piero da Sommaia. I due nuovi corrispondenti inviarono ai Salviati, lanaioli, resoconti molto dettagliati delle vendite, dai quali risulta che un’importante operazione ebbe luogo il 16 luglio 1517. Quel giorno Solimano, che si trovava ad Adrianopoli, acquistò alcuni rasi, tutti di qualità; le lunghezze, modeste, sembrano riflettere i bisogni di una singola persona. La seta più costosa è un raso a corde (chorde), un motivo che Solimano aveva già scelto nel 1515 (Doc. 104 t) e che evidentemente gli era molto piaciuto; un altro raso aveva un disegno particolare, quello della sfera (spera) (Doc. 104 v). Nella Tabella 8 gli acquisti di Solimano sono elencati in ordine cronologico. Nel 1515 Solimano acquistò tre tipi diversi di sete: un costoso altobasso verde e poi rasi e damaschi di vari colori; due anni dopo scelse solo rasi. Escluso il damasco tanè, i prezzi furono sempre elevati. Tutte le sete acquistate nel 1515 provenivano dal setificio di Iacopo Salviati; per gli acquisti del 1517 non si può escludere il setificio di Raffaello di Francesco di Cino. 42 42 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Tabella 8. Sete vendute dalla compagnia di Averardo e Giovanni Salviati, lanaioli, a Solimano, principe ereditario, a Costantinopoli e Adrianopoli (1515-1517). Doc. Data Sete 104 t 11.5.1515 altebasso verde d’oro rasi d’oro in 3 veste55: ... verde, ... 104 t 11.5.1515 simile, ... di grana 104 t 11.5.1515 raso di grana a chorde 104 t 11.5.1515 rasi d’oro in 2 veste: ... nera, ... tanè 104 t 11.5.1515 domaschi tanè 104 v 16.7.1517 rasso paghonazo d’oro a chorde 104 v 16.7.1517 raso tanè d’oro della spera [con] andari 104 v 16.7.1517 raso biancho d’oro 104 v 16.7.1517 raso di grana d’oro [con] andari 104 v 16.7.1517 raso verde d’oro [con] andari Lunghezza Prezzo unitario in picchi per picco 14 450 Totale in aspri 6.300 36 200 7.200 12 24 76 11,75 11,75 11,75 12,25 27 --------236,5 280 210 68 280 220 200 220 160 3.360 4.040 5.168 3.290 2.585 2.350 2.695 4.320 --------41.308 (ca. f. 765 d’oro in oro) (ca. m. 153) Fonti: Doc. 104 t, v. Negli anni successivi molte compagnie fiorentine continuarono a spedire drappi in Levante, ma le fonti sono meno dettagliate e le vendite alla Porta ci sfuggono. A Costantinopoli le cose erano nel frattempo cambiate: Selim era morto e il 30 settembre 1520 Solimano era salito al trono. Per trovare altre forniture alla Porta bisogna arrivare al 1527, data forse non del tutto casuale se si pensa che proprio in quell’anno Solimano rinnovò ai fiorentini i privilegi concessi in precedenza da Bayazet II e Selim I56. Già nel 1524 la compagnia di battilori di Gherardo Bartolini produceva drappi di qualità che in parte esportava a Costantinopoli, ma le vendite non sono ben documentate. Negli anni successivi i Bartolini continuarono a spedire sete in Levante al loro corrispondente, Giovanni Vernacci, il quale periodicamente inviava a Firenze resoconti dettagliati del suo operato. Le prime vendite alla Porta risalgono al 1527 e gli acquirenti furono il Serralto di Solimano (due tagli di raso rosso di chermisi) e il Serralto vechio (un raso color limone) (Doc. 156 a). Negli anni 1528-1531 Solimano effettuò numerosi acquisti e neppure il danneggiamento di gran parte dei drappi imballati nella cassa N. 12 durante la navigazione da Ancona a Ragusa (si sono trovati male condizionati, mufati e ghuasti) frenò le vendite (Doc. 155). Nel complesso la Porta di Solimano comperò quattro costosi altobassi, molti velluti, alcuni broccati a bastone e poi rasi rossi, gialli, verdi e neri (Docc. 154, 155, 157 a, 158). A parte si colloca la vendita, avvenuta il 26 agosto 1529, di una dozzina di velluti di vario colore (Docc. 155, 158, 159 a, 162 a) e di un non meglio definito cianbelotto alessandrino (Doc. 156 a): i drappi erano di qualità, a giudicare dal prezzo, che per quasi 55 Il termine vesta indica un taglio di stoffa dalla lunghezza variabile, che generalmente oscilla tra braccia (o picchi) 12 e 15. 56 H. Inalcik, An Economic and Social History, cit., I, p. 232. Per un attento esame delle capitolazioni si veda: H. Inalcik, Essays in Ottoman History, Istanbul 1998, pp. 320-323 e il testo in turco all'Appendice 8 (pp. 353-355). V. anche Cap. 1, p. 18. 43 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI tutti i velluti ammontò ad aspri 276 2/5 il picco, per il cianbelotto a 380 e per i quattro altobassi a cifre comprese fra i 320 e i 450 aspri. Gli acquisti di agosto 1529 furono effettuati dalla Porta nelle circhustanzie di Sofia, cioè nei dintorni di Sofia, come da Pera Giovanni Vernacci scrisse ai Bartolini, aggiungendo che picchi 26 1/8 di velluti d’oro erano stati danneggiati dall’acqua, ma che la Porta li aveva comperati ugualmente per misericordia (Doc. 162 a)57. Il particolare del danno provocato dall’acqua non desta sorpresa: fonti dell’epoca ricordano le grandi piogge che nel 1529 colpirono la Bulgaria e i danni e le difficoltà che causarono all’esercito di Solimano in marcia verso Vienna58. Figura 8. Giovanni Vernacci invia ai Bartolini un estratto-conto di netto ricavo della vendita di velluti, rasi e broccati alla Porta di Solimano, 1531 (Doc. 163). Nel 1531 la Porta acquistò ancora picchi 23 3/8 di raso nero al prezzo, modesto, di aspri 60 1/3 il picco (Doc. 157 b). Con questa compravendita la documentazione Bartolini si interrompe. 57 Sono quegli si molorno e ghuastorno nelle circhustanzie di Sofia e per misericordia le prese detta Porta. K. Şahin, Empire and Power in the Reign of Suleyman, Narrating the Sixteenth Century, New York 2013, p. 77. 58 44 44 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Accanto ai Bartolini, altre compagnie fornirono sete alla Porta di Solimano. Nel 1526 Lorenzo e Filippo Strozzi, battilori, consegnarono a Lorenzo Barducci, in partenza per Costantinopoli, tre altobassi e un velluto con l’incarico di venderli. In settembre 1528 Barducci era di ritorno a Firenze e rese conto agli Strozzi delle operazioni concluse: il 28 aprile 1528 aveva venduto picchi 12 di altebaxo roxo al Serraglo della Porta per aspri 400 il picco (Doc. 144 c). La compagnia di Mazzingo Mazzinghi, battilori, nel 1527 aveva consegnato alcuni tagli di veluti altebasi rosi d’oro a Bernardo de’ Bardi, che stava per recarsi a Costantinopoli. Nella capitale ottomana intervenne Tommaso d’Aiolfo, che nel 1528 vendette alla Porta i velluti al prezzo, altissimo, di aspri 450 il picco (Doc. 146). Come i Mazzinghi, anche Carlo Capponi e Simone Guadagni, battilori, affidarono a Bernardo de’ Bardi, in partenza per Costantinopoli, due tagli di veluti rosi d’oro altebasi e un taglio di veluto altebaso d’oro alessandrino con l’incarico di venderli. A Pera intervenne il solito Tommaso d’Aiolfo, che il 28 giugno 1528 registrò la vendita delle sete alla Porta a prezzi anche questa volta altissimi: 450 aspri il picco per i veluti d’oro altebasi e aspri 410 per l’altebaso alesandrino (Doc. 147 b). Nella Tabella 9 sono elencati, in ordine decrescente di prezzo unitario, i drappi venduti alla Porta di Solimano negli anni 1527-1531. Nella terza colonna sono riportati i nomi delle aziende che li produssero e nello stesso tempo li esportarono (tre compagnie di battilori – Bartolini, Mazzinghi, Capponi-Guadagni – e una di setaioli, gli Strozzi); a seguire i nomi dei corrispondenti che a Pera li cedettero alla Porta. Tabella 9. Sete vendute alla Porta di Solimano a Costantinopoli e dintorni di Sofia (1527-1531). Doc. Sete 156 a, altobassi rossi d’oro 158 146 veluti altebasi rosi d’oro 147 b veluti rosi d’oro altebasi Produttore e Venditore a fornitore a Firenze Pera Bartolini e co., battilori Mazzinghi e co., battilori Capponi e Guadagni, battilori Capponi e 147 b veluto altebaso d’oro alessandrino Guadagni, battilori 144 c altebaxo roxo Strozzi e co., setaioli 157 a altebasso d’oro beneche Bartolini e co., battilori Bartolini e co., 163 veluto rosso d’oro beneche battilori 163 brochato rosso d’oro a Bartolini e co., bastone battilori Bartolini e co., 163 brochato ... 2 pezze: verde ... alessandrino battilori Bartolini e co., 163 veluti d’oro beneche cholorati in 6 pezze: battilori tanè ... nero 162 a veluto tanè d’oro Bartolini e co., beneche battilori Lunghezza Prezzo in picchi unitario in aspri G. Vernacci 69,2 450 Totale in aspri B. de’ Bardi e T. d’Aiolfo B. de’ Bardi e T. d’Aiolfo B. de’ Bardi e T. d’Aiolfo L. Barducci 31.151 70,9 450 31.908 23,4 450 10.542 12,125 410 4.971 12 400 4.752* G. Vernacci 12,875 350 4.506 G. Vernacci 11,75 350 4.112 G. Vernacci 27,875 350 9.756 G. Vernacci 43 330 14.190 G. Vernacci 73 330 24.090 G. Vernacci 13,4 330 4.422 45 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 157 a altebassi neri e alessandrini d’oro beneche 154 veluto tanè d’oro beneche 155 veluto d’oro beneche 156 a 151, 154 158 154 155 162 a 163 156 a 156 a 157 b Bartolini e co., battilori G. Vernacci 25,125 320 8.040 Bartolini e co., battilori Bartolini e co., battilori brochato roso Bartolini e co., battilori brochato rosso d’oro a Bartolini e co., bastone battilori velluti d’oro beneche ... Bartolini e co., rosso ... alessandrino battilori ... nero ... tanè veluto nero d’oro Bartolini e co., beneche battilori Bartolini e co., velluto tanè d’oro beneche (guasto) battilori Bartolini e co., raso verde d’oro beneche battilori raso d’oro beneche in 5 Bartolini e co., pezze: alessandrino ... battilori nero ... verde ... rosso ... tanè raso rosso di chermisi Bartolini e co., battilori raso limoni Bartolini e co., battilori raso nero Bartolini e co., battilori G. Vernacci 12,9 280 3.612 G. Vernacci 12,875 280 3.556* G. Vernacci 27,375 278,94 7.636 G. Vernacci 71,9 278,94 20.055 G. Vernacci 169,875 276,4 46.953 G. Vernacci 12,5 250 3.125 G. Vernacci 12 248,5 3.137* G. Vernacci 13 238,87 3.105 G. Vernacci 100,5 238,87 24.007 G. Vernacci 23 105 2.415 G. Vernacci 11 70 770 G. Vernacci 23,375 60,33 1.410 --------884,95 (ca. m. 575) -------272.221 (ca. f. 4.861 d’oro in oro)59 Fonti: Docc. 144 c, 147 b, 151, 154, 155, 156 a, 157 a-b, 158, 159 a, 162 a, 163. * Il totale non è esatto, ma questo è dovuto ai due contraenti, che di comune accordo modificarono l’ammontare complessivo. Nel caso dell’altebaxo roxo le parti applicarono uno sconto. In poco più di tre anni la Porta di Solimano acquistò picchi 884,95 di sete, che con una certa approssimazione corrispondono a circa 1.000 braccia o 575 metri, per un totale di aspri 272.221, equivalenti negli anni 1520-1530 a f. 4.861 d’oro in oro. Il prezzo medio delle sete comperate da Solimano nel 1528-1531 ammontò ad aspri 308 per picco, di gran lunga superiore a quello registrato per Bayazet (aspri 141) e Selim (aspri 203). Nel complesso, Solimano nel 1528-1531 acquistò sete di qualità molto elevata. Dominano gli altobassi, i velluti e i broccati d’oro, con prezzi che spesso superano gli aspri 400 il picco. 59 Dalla contabilità dei Bartolini la nuova parità: aspri 56 = 1 fiorino d’oro in oro. 46 46 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) In Appendice 1 (pp. 64-67) sono elencate tutte le sete acquistate da Solimano, a partire dalle prime compere del 1515. Quasi assenti i damaschi, presenti soltanto con quei 76 picchi acquistati proprio nel 1515 (Doc. 104 t). Sempre numerosi i rasi d’oro, alcuni dei quali con il motivo a chorde o della spera. I colori sono piuttosto vari, come già si era verificato con Selim. Accanto al rosso non mancano il verde, il nero, il tanè e l’alessandrino (azzurro). Con Solimano i luoghi di acquisto delle sete si riducono a due – Costantinopoli e Adrianopoli – come già si era verificato con Bayazet. Solimano aveva comperato alcuni rasi ad Adrianopoli nel 1517, quando ancora era erede al trono; divenuto sultano, tutti gli acquisti si concentrarono nella capitale, con una breve eccezione nel 1529, quando nei dintorni di Sofia la Porta acquistò molti velluti colorati, due dei quali danneggiati dalla pioggia. 47 Conclusione Nel periodo qui esaminato il commercio di drappi tra Firenze e il Levante consistette in un continuo flusso di velluti, rasi e broccati che da Occidente si spingeva verso Oriente; l’arrivo in città di sete orientali costituiva invece un fatto del tutto eccezionale e non sorprende che in quel mare sconfinato che è la pittura fiorentina degli anni 1450-1550 non vi sia traccia di sete orientali. Il Levante menzionato nelle fonti si riduce a un’area ben definita, l’Impero ottomano, e alla sua capitale, Costantinopoli. A grande distanza si colloca invece Alessandria, cruciale porto di approvvigionamento per le spezie asiatiche ma destinazione di scarso rilievo per il commercio delle sete; con quest’ultima gli scambi commerciali ebbero un certo impulso, come abbiamo visto, intorno al 1422, in occasione della nota ambasceria al Soldano (al quale Firenze offrì in dono proprio tessuti di seta, Doc. 11), ma la risposta del mercato egiziano fu nel complesso deludente. Costantinopoli, quindi, rappresentò sempre il grande mercato di sbocco dei tessuti di seta fiorentini in Oriente. Ancora per tutta la prima metà del Quattrocento gli scambi di drappi tra Firenze e la capitale bizantina furono irrilevanti, ma un radicale cambiamento si verificò, come si è anticipato, dopo la conquista ottomana del 1453, quando le due città strinsero nuovi accordi commerciali e Firenze dette avvio a una costante corrente di esportazione di sete lavorate che durò per qualche decennio. La nostra ricerca si è spinta sino alla metà del secolo XVI, ma già intorno al 1530 le esportazioni iniziarono a diminuire sensibilmente. La situazione politica internazionale stava cambiando profondamente: la Francia era il nuovo alleato europeo dell’Impero ottomano e la politica filospagnola di Cosimo I de’ Medici rendeva sempre più difficili i rapporti di Firenze con il Levante. A Costantinopoli, intanto, il potente gran visir Rüstem Pascià, che aveva sposato una figlia di Solimano, era fermamente intenzionato a porre un freno alle spese esorbitanti della Corte. I libri contabili dei mercanti fiorentini menzionano ancora esportazioni di drappi negli anni 1530-1550, ma in quantità sempre più ridotte; in particolare si ridussero le forniture alla Sublime Porta. Dal carteggio emerge una situazione mutata, con tempi di vendita sempre più lunghi e crediti difficili da riscuotere. Nei primi decenni del secolo XVI, come abbiamo visto, i Bartolini effettuarono numerose spedizioni di drappi a Costantinopoli, ma già in una lettera inviata il 14 ottobre 1536 da Firenze al loro corrispondente a Pera traspare una certa disillusione: certamente cotesto paese è diventato Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 FUP Best CC Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Author(s), BY 4.0 International, DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00, in First name Last name (edited by), Book title book title bookFrancesco title, © 2021 content CC tra BYFirenze 4.0 International, metadata CC0 Le 1.0fonti, Universal, published Marco Spallanzani, GuidiAuthor(s), Bruscoli, Tessuti di seta e il Levante (ca. 1350-1550). © 2023 Author(s), by University 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI CCFirenze BY 4.0, published byPress Firenze(www.fupress.com), University Press, ISBNISSN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI per noi altri pocho buono, ché sapete quanto tenpo è che havete li nostri drappi e anchora non ne possiamo vedere la fine, che horamai ne farano pocho bene (Doc. 166 a). Nei decenni successivi l’esportazione di drappi in Levante si ridusse rapidamente, anche se non conobbe quella drastica contrazione che caratterizzò il settore dei panni di lana. I tentativi dei granduchi Francesco I e Ferdinando I di rivitalizzare il commercio con l’Impero ottomano ebbero scarso successo, anche se nella seconda metà del Cinquecento e poi ancora nel secolo successivo i sultani continuarono a indossare, seppure con minore frequenza, sete fiorentine (e veneziane) in occasione delle sontuose cerimonie di corte60. 60 F.Ö. Mercan, A diplomacy woven with textiles: Medici-Ottoman relations during the late Renaissance, «Mediterranean Historical Review», 35 (2020), pp. 169-188; M. Iida, Florentine Textiles for the Ottoman Empire in the Seventeenth Century, «Mediterranean World», 21 (2012), pp. 179-196. 50 50 APPENDICE 1 Le vendite alla Porta (1462-1531) I drappi venduti alla Porta sono stati schedati e riuniti nella tabella che segue. Prima di passare ad esaminarne il contenuto, una precisazione si impone per le date, che devono essere valutate con una certa cautela. Generalmente esse non rimandano alla partenza dei drappi da Firenze ma alla vendita alla Porta. La documentazione migliore è costituita dagli estratti-conto compilati dai corrispondenti a Pera e poi inviati a Firenze. A volte tali estratti-conto sono molto dettagliati e riportano il giorno esatto della vendita; altre volte elencano, non sempre in ordine cronologico, vendite che hanno già avuto luogo non solo a Costantinopoli ma anche in altre località nelle quali risiedeva la Corte, quali Bursa, Adrianopoli e Amasya. La datazione delle operazioni è inoltre complicata dal fatto che, come si è già notato, gli estratti-conto originali sono andati perduti e a noi sono pervenute le copie redatte a Firenze dai committenti, i quali non sempre hanno riportato la data di compilazione dell’estratto-conto a Pera e a volte hanno commesso qualche svista. Sempre in tema di date, lo stesso calendario contribuiva ogni tanto a creare incertezza. Come è noto, anche quando erano all’estero i fiorentini seguivano lo stile ab incarnatione, in base al quale l’anno iniziava, in ritardo, il 25 marzo; ma le eccezioni non sono mancate. La tabella che segue si presenta suddivisa in colonne le quali, escluse le due iniziali, rappresentano gli anelli della catena che portava i drappi da Firenze al Levante. La terza colonna, quella del produttore, è a volte vuota poiché non disponiamo dell’informazione corrispondente; ma gli anelli intermedi sono quelli cruciali, ovvero il mercante che da Firenze esportava i drappi (quarta colonna) e il corrispondente che a Pera li vendeva (quinta colonna). La sesta e settima colonna fanno riferimento ai tessuti esportati, dei quali si indicano il quantitativo espresso in picchi, la descrizione (come riportata nel documento) e il prezzo unitario, espresso in aspri per picco. L’ultima colonna è dedicata all’acquirente e al luogo in cui è avvenuto l’acquisto. I libri contabili precisano con chiarezza quando l’acquirente è la Porta e in mancanza di altre indicazioni è logico pensare a Costantinopoli, con il sultano in primo piano. A volte la fonte menziona la Porta, ma poi aggiunge Adrianopoli, Bursa, Amasya o altre sedi ancora. Non di rado il documento riporta il nome del sultano, che spesso è Selim I o il giovane Solimano; altre volte l’acquirente è un altro membro della famiglia reale (ad esempio una nipote di Selim), altre volte ancora è il Seraglio delle donne. Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 FUP Best CC Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Author(s), BY 4.0 International, DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00, in First name Last name (edited by), Book title book title bookFrancesco title, © 2021 content CC tra BYFirenze 4.0 International, metadata CC0 Le 1.0fonti, Universal, published Marco Spallanzani, GuidiAuthor(s), Bruscoli, Tessuti di seta e il Levante (ca. 1350-1550). © 2023 Author(s), by University 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI CCFirenze BY 4.0, published byPress Firenze(www.fupress.com), University Press, ISBNISSN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze 18 e 1462 Piero Cappelli Francesco Cambini e e co., setaioli Piero Cappelli 19 e 1464 Piero Cappelli Francesco Cambini e e co., setaioli Piero Cappelli 41 b 1490 41 b 1490 Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco Orlanndo Ucholi, turco, Baldassarre picchi 14 ¼ acquista in 320 contanti pel Biliottti brochato d’oro chermisi Segniore (Maometto II) picchi 50 ½ Costantinopoli Francesco vellutto chermisi in 2 120 Ceffini Maometto II tagli Venditore Drappi a Pera Alfieri Strinati Costantinopoli picchi 47 ¾ 65 damascho roxo di grana Bayazet II Alfieri Strinati picchi 42 ¾ raxo di grana e di chermixi 43 a 1493 Priore Strinati Giovanni Salviati 43 a 1493 Priore Strinati Giovanni Salviati 43 a 1493 Priore Strinati Giovanni Salviati 43 e 1493 Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco Giovanni Salviati 43 e 1493 Leonardo Strozzi Giovanni Salviati 42 h 1494 42 h 1494 42 h 1494 42 h 1494 42 h 1494 52 52 Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati br. 30 ¾ alto e basso verde chon oro br. 44 ¼ alto e basso di grana chon oro picchi 40 raso di grana picchi 72 1/6 brochatto di grana chol bastone picchi 15 1/3 brochatto di grana chol bastone 100 Costantinopoli Bayazet II --- Costantinopoli Bayazet II --- Costantinopoli Bayazet II --- Costantinopoli Bayazet II 380 Costantinopoli Bayazet II 380 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 58 1/8 altobasso chermixi 200 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 27 1/8 zetani chermixi 200 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 68 Costantinopoli apiciolato chon grilanda 200 Bayazet II d’oro Alfieri Strinati Costantinopoli picchi 45 ½ 140 domascho a poste d’oro Bayazet II Alfieri Strinati picchi 265 raxi di grana 80 Costantinopoli Bayazet II TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Iacopo Salviati Salviati e co. del banco, 42 h 1494 e co., setaioli Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Iacopo Salviati Salviati e co. del banco, 42 h 1494 e co., setaioli ? Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co.del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Venditore Drappi a Pera Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco Alfieri Strinati picchi 252 domascho di grana 80 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 325 veluti in ii peli 115 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 114 altebassi rossi chon andari d’oro 185 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 311 ¾ rasi 70 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 177 ½ domascho 70 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 28 ¼ alto e basso chon pigne d’oro 150 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 43 alto basso rosso schietto in un pelo 130 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 26 ½ domascho rosso a poste d’oro 100 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 650 ¾ rasi e domaschini 70 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 26 ¾ alto basso rosso e verde chon garlande d’oro 200 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 45 ½ domascho rosso a poste d’oro 100 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 28 alto basso in un pelo 105 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 213 velluto rosso in ii peli 90 Costantinopoli Bayazet II 53 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco, 42 h 1494 Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati A.F.E., amico di 45 1496 Francesco e Giovenco de’ Medici Antonio Serristori e co., Antonio 1498 battilori, Francesco Serristori e co., 52 b -99 Gherardi e battilori Niccolò Tanini Antonio Serristori e co., Antonio 1498 battilori, Francesco Serristori e co., 52 b -99 Gherardi e battilori Niccolò Tanini Antonio Serristori e co., Antonio 1498 battilori, Francesco Serristori e co., 52 b -99 Gherardi e battilori Niccolò Tanini Antonio Serristori e co., Antonio battilori, Francesco 1498 Serristori e co., 52 b Gherardi e -99 battilori Niccolò Tanini Antonio Serristori e co., Antonio 1498 battilori, Francesco Serristori e co., 52 b -99 Gherardi e battilori Niccolò Tanini Antonio Serristori e co., Antonio 1498 battilori, Francesco Serristori e co., 52 b -99 Gherardi e battilori Niccolò Tanini Antonio Serristori e co., Antonio 1498 battilori, Francesco Serristori e co., 52 b -99 Gherardi e battilori Niccolò Tanini 53 b 1499 Antonio Serristori e co., battilori, e Francesco Gherardi 1499 Antonio Antonio Serristori e co., Serristori e co., 54 b battilori 1500 battilori 1499 Antonio Antonio Serristori e co., Serristori e co., 54 b battilori 1500 battilori 54 54 Venditore Drappi a Pera Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco Alfieri Strinati picchi 32 altobasso a pigne d’oro 130 Costantinopoli Bayazet II Alfieri Strinati picchi 242 raso 60 Costantinopoli Bayazet II Giovanni Maringhi picchi 29 ½ domaschino rosso 160 Costantinopoli genero di Bayazet II Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi picchi 20 raxo alessandrino chon oro 160 Costantinopoli Bayazet II picchi 14 ½ raxo rosso chon oro 160 Costantinopoli Bayazet II picchi 94 ¾ altebassi chon oro 175 Costantinopoli Bayazet II 235 Costantinopoli Bayazet II 200 Costantinopoli Bayazet II 300 Costantinopoli Bayazet II 135 Costantinopoli Bayazet II 90 Costantinopoli Bayazet II 130 Costantinopoli Bayazet II 216 Costantinopoli Bayazet II picchi 95 ½ Tommaso velluti zetani, cioè veste d’Aiolfo e 2 rosse chon oro e Luigi vesti 5 di velluti di 2 Gherardi cholori rossi e verde Tommaso picchi 189 ½ d’Aiolfo e velluti zetani Luigi Gherardi Tommaso picchi 14 ¼ d’Aiolfo e brocchato Luigi Gherardi Tommaso picchi 27 d’Aiolfo e raxi chon oro Luigi Gherardi Tommaso d’Aiolfo e picchi 192 ½ velluti Luigi Gherardi Tommaso d’Aiolfo e picchi 14 ½ Luigi raxo rosso Gherardi Tommaso picchi 14 ½ d’Aiolfo e altebasso di grana e Luigi verde chon oro Gherardi TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Venditore Drappi a Pera Tommaso 1499 Antonio Antonio Serristori e co., d’Aiolfo e Serristori e co., 54 c battilori Luigi 1500 battilori Gherardi Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1499 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 25, 26 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1499 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 28, 29, 31, 32, 34 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1499 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 37 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1499 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 3, 4, 17 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1499 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 15, 16, 18 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1499 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 5, 6 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1499 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 1, 19 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1499 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 2, 20, 21 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1500 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 23 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1500 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 24 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1500 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 7, 44, 47, 52 Miniati Alamanno e Iacopo Alfieri Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e 49 d 1500 e co., setaioli Alfieri Strinati Antonio N. 50, 51, 53, 54, 55 Miniati Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco picchi 11 ½ altebaso rosso scharlatto 158 Costantinopoli Bayazet II picchi 42 ¼ alto e basso sanza oro N. 25, 26 140 Costantinopoli Bayazet II picchi 113 ¼ velluti in 5 tagli N. 28, 29, 31, 32, 34 90 Costantinopoli Bayazet II picchi 24 alto e basso chermisi N. 37 300 Costantinopoli Bayazet II 215 Costantinopoli Bayazet II 200 Costantinopoli Bayazet II 170 Costantinopoli Bayazet II 215 Costantinopoli Bayazet II picchi 41 ½ alto e basso con oro, pagonazzi e rosi N. 3, 4, 17 picchi 42 ½ alto e bassi con oro in 3 tagli N. 15, 16, 18 picchi 41 velluti rossi con oro in uno pelo N. 5, 6 picchi 28 velluti rossi in 2 tagli N. 1, 19 picchi 42 ½ Costantinopoli velluti cholorati d’oro in 200 3 tagli Bayazet II N. 2, 20, 21 picchi 27 Costantinopoli domasco verde con horo 121 Bayazet II N. 23 picchi 24 raso tanè d’oro N. 24 picchi 57 altebassi rossi in 4 tagli a bastone d’oro N. 7, 44, 47, 52 picchi 67 ½ altobassi di più cholori con bastone d’oro in 5 tagli N. 50, 51, 53, 54, 55 180 Adrianopoli Bayazet II 400 Adrianopoli Bayazet II 350 Adrianopoli Bayazet II 55 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Alamanno e Iacopo Salviati e co. del banco e Iacopo Salviati Alfieri Strinati 49 d 1500 e co., setaioli N. 8, 46, 48, 49, 56, 57, 58, 59 Alamanno e Iacopo Iacopo Salviati Salviati e co. del banco 50 d 1500 e co., setaioli N. 15 50 d 1500 Alamanno e Iacopo Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e co., setaioli N. 16 Alamanno e Iacopo Iacopo Salviati Salviati e co. del banco 50 d 1500 e co., setaioli N. 2, 13 Alamanno e Iacopo Iacopo Salviati Salviati e co. del banco 50 d 1500 e co., setaioli N. 4 62 a 1502 Venditore Drappi a Pera Alfieri Strinati e Antonio Miniati Alfieri Strinati e Antonio Miniati Alfieri Strinati e Antonio Miniati Alfieri Strinati e Antonio Miniati Alfieri Strinati e Antonio Miniati nazione fiorentina a Pera 62 a 1502 62 b 1502 62 g 1502 62 g 1502 62 g 1502 Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Tommaso e Giovan Battista 62 g 1502 Soderini e co., 64 setaioli 56 56 picchi 111 ¾ velluti con oro di più cholori in 8 tagli N. 8, 46, 48, 49, 56, 57, 58, 59 picchi 14 alto e basso di chermisi a bastone d’oro N. 15 picchi 14 alto e basso alexandrino a bastone d’oro N. 16 picchi 29 alto e basso alexandrino e verde in 2 tagli a bastone d’oro N. 2, 13 picchi 13 ½ alto e basso verde N. 4 quantto n’era in e la nazione domaschi neri meglio di 1000 pichi veluti ... più che la metà di grana Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco 220 Adrianopoli Bayazet II 550 Adrianopoli Bayazet II 500 Adrianopoli Bayazet II 350 Adrianopoli Bayazet II 200 Adrianopoli Bayazet II Costantinopoli Bayazet II 220 Costantinopoli Bayazet II Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Giovanni Maringhi picchi 23 raso verde Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Giovanni Maringhi picchi 13 rasso verde 56 Costantinopoli Seraglio del Signore Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Giovanni Maringhi picchi 11 ½ rasso alexandrino 56 Costantinopoli Seraglio del Signore Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Giovanni Maringhi picchi 21 ¼ rasso chermisi Tommaso d’Aiolfo, picchi 800 Giorgio brochati d’oro, diverssi cholori, a bastone, Bartoli e questi el forte Antonio Sostegni Costantinopoli 56,5 Seraglio delle donne Costantinopoli 104,5 Seraglio delle donne 300 Costantinopoli Bayazet II TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Data 62 i 62 j 62 j Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Tommaso e Giovan Battista 1503 Soderini e co., setaioli Tommaso e Giovan Battista 1503 Soderini e co., setaioli Tommaso e Giovan Battista 1503 Soderini e co., setaioli 62 j 1503 62 j 1503 Bardo Altoviti 62 j 1503 62 j 1503 62 j Giovanni Maringhi picchi 28 velluto chermussi 190 Costantinopoli Bayazet II Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Giovanni Maringhi picchi 27 ½ alltebasso roso di granna 250 Costantinopoli Bayazet II Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli Giovanni Maringhi Luigi Gherardi Giovanni Maringhi Antonio Sostegni 1503 1503 62 l Tommaso e Tommaso e Giovan Giovan Battista Battista Soderini e co., 1503 Soderini e co., setaioli setaioli 62 o 1503 62 p 1503 62 p 1503 74 a 1505 picchi 53 Costantinopoli raso a poste d’oro, coè 135 una pezza tanè e una Bayazet II pezza rossa Costantinopoli drappi 135 Bayazet II Costantinopoli drappi Bayazet II Costantinopoli picchi 1200-1400 Bayazet II veluti steti asai e Costantinopoli 100 cholorati Bayazet II picchi 600 brochato a bastone chon Costantinopoli certi rosoni e iii/iiii 350 Bayazet II rossi e resto alesandrini picchi 600 (o 700) Costantinopoli veluti rossi Bayazet II Niccolò veluti rosi Carsidoni 195 Costantinopoli Bayazet II nazione fiorentina a Pera, el Costantinopoli picchi 120 250 forte di rasi chon andari d’oro Bayazet II Filippo Peri e Lodovico Betti totale aspri 70.000 Costantinopoli domaschini chon oro el forte Bayazet II ca. picchi 450 Costantinopoli rasi e domaschi steti, 65 Bayazet II cholorati rasi ros[s]i, dom[as]chi Costantinopoli 85 di grana Bayazet II 62 m 1503 62 n 1503 Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco Tommaso e Giovan Battista Soderini e co., setaioli 62 j 62 l 62 r Venditore Drappi a Pera Tommaso e Tommaso e Giovan Giovan Battista Battista Soderini e co., Soderini e co., setaioli setaioli Giovanni Maringhi picchi 13 raso chermisi Alessandro picchi 970 Sacchetti brochati e altri Costantinopoli 119 Seraglio de le donne 300 Costantinopoli Bayazet II 57 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. Data 74 a 1505 74 b 1505 74 c 1505 74 c 1505 ante 65 b feb. 1507 ante mar. 65 b 1507 -08 ? ante mar. 65 b 1507 -08 ? Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Alessandro Sacchetti e altri Alessandro Sacchetti e altri Alessandro Sacchetti e altri Alessandro Sacchetti e altri Bernardo e Fantone Bernardo e Filippo Gondi Fantoni e Filippo Gondi e e co., setaioli co. co., setaioli Fantone Bernardo e Bernardo e Filippo Gondi Fantoni e Filippo Gondi e e co., setaioli co. co., setaioli Fantone Bernardo e Bernardo e Filippo Gondi Fantoni e Filippo Gondi e e co., setaioli co. co., setaioli 89 a 1508 Francesco Zati 90 h 1510 Iacopo Salviati Averardo e Iacopo e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 90 h 1510 Averardo e Iacopo Salviati e co., lanaioli 90 h 1510 Iacopo Salviati Averardo e Iacopo e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 92 h 1510 Iacopo Salviati Averardo e Iacopo e co., setaioli Salviati e co., lanaioli Mainardo 108 p 1511 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 p 1511 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 p 1511 Cavalcanti e co., setaioli 58 58 Venditore Drappi a Pera Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco picchi 2.000 rassi chon oro 230 Costantinopoli Bayazet II picchi 1.500 velluti rossi 160 Costantinopoli Bayazet II velutti altebassi chon oro 500 Costantinopoli Bayazet II velutti altebassi a bronchone Costantinopoli Bayazet II 370 Costantinopoli Bayazet II rasi con oro Costantinopoli Bayazet II velluti altebasso d’oro Costantinopoli Bayazet II domasco rosso d’oro Alessandro picchi 303 Sacchetti brochati rossi a bastone Ludovico Cavalcanti picchi 14 ¼ e Girolamo velluto tanè ghuasto da Sommaia Ludovico Cavalcanti picchi 27 e Girolamo velluto tanè ghuasto da Sommaia Ludovico Cavalcanti picchi 36 3/8 e Girolamo raso limoni da Sommaia Ludovico Cavalcanti picchi 20 ¼ e Girolamo velluto tanè da Sommaia 250 Costantinopoli Bayazet II 120 Adrianopoli Bayazet II 120 Adrianopoli Bayazet II 70 Adrianopoli Bayazet II 120 Adrianopoli Bayazet II Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 14 Biliotti altebasso 420 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 12 ½ Biliotti altebasso 420 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 1 ½ Biliotti altebasso 300 Bursa Selim I TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Data 92 b Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Cristofano 1511 Brandolini e -12 co., setaioli 107 b 1513 Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Piero Venturi e co., lanaioli Doni della Signoria di Firenze al Sultano Selim I Venditore Drappi a Pera Raffaello Guiducci Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco picchi 58 ½ Adrianopoli raxi d’oro e domaschi 245 Selim I d’oro br. 15 di domaschino brochato ariccato, largho br. 1 ¼ riccho br. 15 ¾ di brochato d’oro a bastone, riccho br. 15 ¼ d’alto e basso di grana chon oro, richo br. xvi di raso rosso chermisi allucolato d’oro Costantinopoli br. xvi di velluto Selim I paonazzo chermisi br. xvi di velluto paonazzo chermisi br. xvi di velluto rosso chermisi br. xvi di velluto rosso chermisi br. xvi di raso rosso chermisi br. xvi di raso rosso chermisi Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 14 ½ Biliotti altebasso d’oro Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 37 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 49 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 25 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 38 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 40 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 41 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 42 picchi 14 Bartolomeo altebasso d’oro Biliotti N. 37 picchi 11 Bartolomeo domaschino gallo d’oro Biliotti N. 49 picchi 42 Bartolomeo domaschino rosso Biliotti N. 25 picchi 14 ¼ Bartolomeo velluto di grana Biliotti N. 38 picchi 14 ½ Bartolomeo velluto di grana d’oro Biliotti N. 40 picchi 14 ½ Bartolomeo velluto di grana d’oro Biliotti N. 41 picchi 39 Bartolomeo raso di grana Biliotti N. 42 390 Costantinopoli Selim I 390 Costantinopoli Selim I 170 Costantinopoli Selim I 85 Bursa Selim I 260 Bursa Selim I 260 Bursa Selim I 260 Bursa Selim I 215 Bursa Selim I 59 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 k 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 l 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 l 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 l 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 100 m 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 m 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 m 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 m 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 114 m 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 n 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 n 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 n 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 n 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 o 1513 Cavalcanti e co., setaioli 60 60 Venditore Drappi a Pera Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 44 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 46 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 61 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 61 (sic) picchi 12 ¼ Bartolomeo raso di grana Biliotti N. 44 picchi 11 Bartolomeo raso tanè Biliotti N. 46 picchi 46 Bartolomeo domaschino tanè Biliotti N. 61 picchi 45 Bartolomeo domasco tanè Biliotti N. 61 (sic) Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco 215 Bursa Selim I 220 Bursa Selim I 68 Bursa Selim I 68 Bursa Selim I Bartolomeo picchi 82 ¼ Biliotti broccati rossi 290 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 45 ¾ Biliotti domaschino tanè 68 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi – (br. 16) Biliotti velluto di grana d’oro 260 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 63, 65, 66 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 69 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 75 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 77 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 80 picchi 87 ¼ Bartolomeo brochati rossi Biliotti N. 63, 65, 66 picchi 14 Bartolomeo velluto di grana d’oro Biliotti N. 69 picchi 11 ¾ Bartolomeo raso di grana d’oro Biliotti N. 75 picchi 11 ½ Bartolomeo domaschino isbiadato Biliotti N. 77 picchi 47 Bartolomeo domaschino rosso Biliotti N. 80 290 Bursa Selim I 260 Bursa Selim I 215 Bursa Selim I 200 Bursa Selim I 85 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 13 ½ Biliotti velluto d’oro 260 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 14 Biliotti velluto d’oro 240 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 12 Biliotti raso d’oro 215 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 11 ¼ 215 Biliotti raso tanè d’oro broccato Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 25 Biliotti raso tanè d’oro Bursa Selim I 160 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Mainardo 108 o 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 p 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 108 p 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 109 c 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 109 c 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 109 c 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 109 c 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 111 r 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 111 r 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 111 r 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 111 r 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 111 r 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 111 r 1513 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo 111 r 1513 Cavalcanti e co., setaioli Iacopo Salviati 104 n 1513 e co., setaioli Iacopo Salviati 104 n 1513 e co., setaioli Iacopo Salviati 104 o 1514 e co., setaioli Iacopo Salviati 104 o 1514 e co., setaioli Iacopo Salviati 104 o 1514 e co., setaioli Venditore Drappi a Pera Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 37 ½ Biliotti raso verde 67 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 28 Biliotti broccato verde 245 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Bartolomeo picchi 28 ¼ Biliotti broccato alesandrino 245 Bursa Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli, e Francesco Alessandri Mainardo Cavalcanti e co., setaioli, e Francesco Alessandri Mainardo Cavalcanti e co., setaioli, e Francesco Alessandri Mainardo Cavalcanti e co., setaioli, e Francesco Alessandri Francesco picchi 25 ¾ Alessandri altebassi rosi d’oro 490 Costantinopoli Selim I Francesco picchi 50 ½ Alessandri velluti broccati rosi 290 Costantinopoli Selim I Francesco picchi 13 Alessandri altebasso rosso d’oro 390 Costantinopoli Selim I Francesco picchi 45 1/3 Alessandri raso d’oro 200 Costantinopoli Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Luigi Gherardi picchi 49 ¼ domaschi legeri bigi 190 Adrianopoli Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Luigi Gherardi picchi 82 rasi a poste d’oro 180 Costantinopoli Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Luigi Gherardi picchi 22 ½ rasi a poste d’oro 170 Costantinopoli Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Luigi Gherardi picchi 12 rasi a poste d’oro 200 Costantinopoli Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Luigi Gherardi picchi 13 7/8 450 altebasso rosso chon oro Adrianopoli Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Luigi Gherardi picchi 53 450 altebasso rosso chon oro Adrianopoli Selim I Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Luigi Gherardi picchi 45 rasi chermisi Averardo e Giovanni Salviati e co., lanaioli Averardo e Giovanni Salviati e co., lanaioli Averardo e Giovanni Salviati e co., lanaioli Averardo e Giovanni Salviati e co., lanaioli Averardo e Giovanni Salviati e co., lanaioli Girolamo picchi 27 2/5 da Sommaia altebasso di grana d’oro Girolamo picchi 178 da Sommaia domaschi di più cholori Girolamo picchi 41 ¾ da Sommaia raso alessandrino d’oro Girolamo picchi 39 ¼ da Sommaia raso di grana d’oro Girolamo picchi 14 1/8 da Sommaia altebaso di grana d’oro 117 410 68 180 170 440 Adrianopoli (?) Selim I Bursa Selim I Bursa Selim I Adrianopoli Selim I Adrianopoli Selim I Adrianopoli Selim I 61 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Mainardo 111 s 1514 Cavalcanti e co., setaioli 115 l 1515 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Mainardo Cavalcanti e 115 l 1515 co., setaioli 62 62 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Venditore Drappi a Pera Bartolomeo picchi 58 Biliotti brochati Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco 250 picchi 254 19 pezze di rasi d’oro chon andari: raso di grana [con] andari d’oro raso alesandrino simile raso tanè simile raso alesandrino simile raso di grana simile raso alesandrino simile raso tanè d’oro simile raso alesandrino simile raso alesandrino simile Mainardo Cavalcanti raso roso d’oro simile e co., setaioli Bartolomeo raso alesandrino d’oro 220 N. 18, 20-23, 52-56, 75, Biliotti simile 77, 82-88 raso di grana d’oro cho andari raso grana d’oro raso di grana d’oro simile raso di grana simile raso alesandrino d’oro simile raso di grana simile raso verde simile raso sbiadato simile N. 18, 20-23, 52-56, 75, 77, 82-88 picchi 340 28 pezze tra rasi banechi e domaschini: raso sbiadato a poste d’oro raso verde simile raso nero simile raso incharnato simile raso bigo simile Mainardo Cavalcanti Bartolomeo domaschino bigo simile e co., setaioli 180 domaschino bigo simile, Biliotti N. 25-30, 57-73, 90-94 domaschino bigo simile domaschino bigo simile domaschino biancho simile domaschino biancho simile raso di grana a poste simile raso di grana simile Adrianopoli Selim I Amasya Selim I Amasya Selim I TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Mainardo 115 l 1515 Cavalcanti e co., setaioli Mainardo Cavalcanti e 115 l 1515 co., setaioli Mainardo Cavalcanti e 115 m 1515 co., setaioli Mainardo Cavalcanti e 115 m 1515 co., setaioli Mainardo Cavalcanti e 115 m 1515 co., setaioli Venditore Drappi a Pera raso di grana simile raso incharnato simile raso verde simile raso verde simile raso verde simile raso d’oro simile raso bigo simile raso nero simile raso d’oro simile raso biancho simile raso d’oro simile raso d’oro simile raso sbiadato simile domaschino bigo simile domaschino sbiadato simile N. 25-30, 57-73, 90-94 picchi 63 ¾ Mainardo Cavalcanti Bartolomeo 2 pezze di: e co., setaioli Biliotti brochati rosi picchi 64 5 pezze di: altebaso alesandrino Mainardo Cavalcanti d’oro Bartolomeo e co., setaioli altebaso verde simile Biliotti N. 2, 47, 48, 76, 80 altebaso roso simile altebaso nero simile altebaso verde N. 2, 47, 48, 76, 80 picchi 103,5 8 pezze di: raso di grana benecho raso di grana simile raso sbiadato a posteline Mainardo Cavalcanti Bartolomeo raso tanè a posteline e co., setaioli raso tanè simile Biliotti N. 106-113 raso di grana simile raso sbiadato simile domaschino sbiadato a posteline d’oro N. 106-113 picchi 177 ½ Mainardo Cavalcanti Bartolomeo 6 pezze di: e co., setaioli raso chermisi Biliotti N. 32-34, 61, 80, 114 N. 32-34, 61, 80, 114 picchi 369 10 pezze di: Mainardo Cavalcanti raso nero, verde, tanè, e co., setaioli Bartolomeo raso incarnato, N. 29, 32, 37, 42, 42, 45, Biliotti alessandrino, bigio 48 N. 29, 32, 37, 42, 42, 45, 48 Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco 280 Amasya Selim I 430 Amasya Selim I 180 Costantinopoli Serraglio di Selim I 105 Adrianopoli Selim I 68 Adrianopoli Selim I 63 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Mainardo Cavalcanti e 115 m 1515 co., setaioli 104 p 1515 Mainardo Cavalcanti e co., setaioli N. 6-8, 44, 50 Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli Venditore Drappi a Pera picchi 65 ½ 5 pezze di: Bartolomeo velluto d’oro di grana e Biliotti tanè N. 6-8, 44, 50 picchi 14 1/8 Girolamo altebasso di ghrana da Sommaia d’oro Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco 245 Adrianopoli Selim I 400 in Darmazia Selim I Iacopo Salviati e co., setaioli o Raffaello di Averardo e Giovanni 104 r 1515 Francesco di Salviati e co., lanaioli Cino e co., setaioli Girolamo picchi 12 da Sommaia raso tanè d’oro 195 in Dalmazia Selim I Iacopo Salviati Averardo e Giovanni 104 r 1515 e co., setaioli Salviati e co., lanaioli picchi 41 Girolamo altobassi d’oro in 3 da Sommaia veste: 2 verde e 1 ros[s] a 400 in Dalmazia Selim I Iacopo Salviati e co., setaioli o Raffaello di Averardo e Giovanni 104 s 1515 Francesco di Salviati e co., lanaioli Cino e co., setaioli Girolamo picchi 23 ¾ da Sommaia rasi d’oro 195 in Dalmazia Selim I 400 in Dalmazia Selim I 450 Costantinopoli Solimano 200 Costantinopoli Solimano 280 Costantinopoli Solimano 210 Costantinopoli Solimano 68 Costantinopoli Solimano 120 Adrianopoli Selim I 66 Adrianopoli una nipote di Selim I 104 s 1515 Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 104 t 1515 Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 104 t 1515 Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 104 t 1515 Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 104 t 1515 Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 104 t 1515 Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 161 t 1515 Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli Iacopo Salviati e co., setaioli o Raffaello di Averardo e Giovanni 104 v 1516 Francesco di Salviati e co., lanaioli Cino e co., setaioli 64 64 picchi 41 7/8 alte baso di grana d’oro Girolamo in 3 veste: una da Sommaia ros[s]a, una tanè, una verde Girolamo picchi 14 da Sommaia altebasso verde d’oro picchi 36 Girolamo rasi d’oro in 3 veste ... da Sommaia verde, ... simile, ... di grana Girolamo picchi 12 da Sommaia raso di grana a chorde picchi 24 Girolamo rasi d’oro in dua veste:... da Sommaia nero, ... tanè Girolamo picchi 76 da Sommaia domaschi tanè picchi 49 Girolamo velluto [3 pezze]: verde da Sommaia ... pagonazzo ... simile Michele di picchi 12 Vieri e Piero da raso verde Sommaia TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Mainardo 115 m 1516 Cavalcanti e co., setaioli Iacopo Salviati e co., setaioli o Raffaello di 104 v 1517 Francesco di Cino e co., setaioli Bartolomeo picchi 27 Biliotti brochato alesandrino Averardo e Giovanni Salviati e co., lanaioli Michele di picchi 11 ¾ rasso paghonazzo d’oro Vieri e 280 a chorde [con] Piero da andari Sommaia Michele di Vieri e Piero da Sommaia Michele di Vieri e Piero da Sommaia Costantinopoli Selim Adrianopoli Solimano 220 Adrianopoli Solimano picchi 11 ¾ raso biancho d’oro 200 Adrianopoli Solimano Averardo e Giovanni Salviati e co., lanaioli Michele di picchi 12 ¼ Vieri e raso di grana d’oro Piero da [con] andari Sommaia 220 Adrianopoli Solimano Averardo e Giovanni Salviati e co., lanaioli Michele di picchi 27 Vieri e raso verde d’oro [con] Piero da andari Sommaia 160 Adrianopoli Solimano Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 156 a 1527 Bartolini e co., battilori Vernacci battilori Gherardo 156 a 1528 Bartolini e co., battilori Gherardo 156 a 1528 Bartolini e co., battilori Lorenzo e 144 c 1528 Filippo Strozzi e co., setaioli Mazzingo 145 1528 Mazzinghi e co., battilori Gherardo 151 1528 Bartolini e co., battilori Gherardo 154 1528 Bartolini e co., battilori 230 picchi 11 ¾ raso tanè d’oro della spera [con] andari Iacopo Salviati Averardo e Giovanni e co., setaioli Salviati e co., lanaioli Iacopo Salviati e co., setaioli o Raffaello di 104 v 1517 Francesco di Cino e co., setaioli Raffaello di Francesco di 104 v 1517 Cino e co., setaioli Gherardo 156 a 1527 Bartolini e co., battilori Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco Mainardo Cavalcanti e co., setaioli Iacopo Salviati Averardo e Giovanni 104 v 1517 e co., setaioli Salviati e co., lanaioli 166 v 1517 Venditore Drappi a Pera picchi 23 raso rosso di chermisi picchi 11 raso limoni Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci picchi 11 raso rosso chermisi Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci picchi 27 3/8 brochato roso Lorenzo e Filippo Strozzi Lorenzo e co., setaioli Barducci picchi 12 altebaxo roxo Mazzingo Mazzinghi e co., battilori Costantinopoli Serralto del Signore Costantinopoli Serralto 70 vechio del Signore Costantinopoli 105 Serralto del Signore 105 278 Costantinopoli 18/19 Solimano 400 Costantinopoli Serraglio di Solimano Costantinopoli Tommaso picchi 70.18.1 450 d’ Aiolfo veluti altebasi rosi d’oro Solimano Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci picchi 37 3/5 brochato rosso d’oro a bastone picchi 12 ½ veluto nero d’oro beneche 278 Costantinopoli 18/19 Solimano 250 Costantinopoli Solimano 65 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. Data 154 Produttore Fornitore a Firenze a Firenze picchi 34 ½ brochato rosso d’oro a bastone chol pelo alto e basso Carlo Capponi e Simone Tommaso picchi 23.8.7 Guadagni e co., battilori d’ Aiolfo veluti rosi d’oro altebasi picchi 12 1/8 Carlo Capponi e Simone Tommaso veluto altebaso d’oro Guadagni e co., battilori d’ Aiolfo alessandrino Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 1528 Bartolini e co., battilori Vernacci battilori 147 b 1529 147 b 1529 Gherardo 154 1529 Bartolini e co., 156 a battilori Gherardo 154 1529 Bartolini e co., battilori Gherardo 155 1529 Bartolini e co., battilori 155 Venditore Drappi a Pera Costantinopoli Solimano 410 Costantinopoli Solimano 450 Costantinopoli Solimano Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci picchi 12 9/10 velluto tanè d’oro beneche 280 Costantinopoli Solimano Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci picchi 12 7/8 veluto d’oro beneche 280 Costantinopoli Solimano Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 157 a 1529 Bartolini e co., battilori Vernacci battilori Nelle circhustanzie 248 ½ di Sofia Solimano Nelle picchi 34 3/5 circhustanzie 380 cianbelotto alessandrino di Sofia Solimano picchi 25 1/8 d’altebassi neri e Costantinopoli 320 alessandrini d’oro Solimano beneche picchi 12 velluto tanè d’oro beneche (guasto) Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci Costantinopoli picchi 12 7/8 350 altebasso d’oro beneche Solimano Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci picchi 31.5.11 altebassi rossi d’oro Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 1529 Bartolini e co., battilori Vernacci battilori Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 159 a 1529 Bartolini e co., Vernacci battilori battilori Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 162 a 1529 Bartolini e co., battilori Vernacci battilori 66 66 450 picchi 37.18.7 altebassi rossi d’oro Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 156 a 1529 Bartolini e co., battilori Vernacci battilori 158 278 Costantinopoli 18/19 Solimano Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 1529 Bartolini e co., Vernacci battilori battilori Gherardo 157 a 1529 Bartolini e co., battilori Gherardo 158 1529 Bartolini e co., battilori Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco picchi 51 ½ veluti d’oro beneche ... 4 pezze: ... rosso ... alessandrino ... nero ... nero picchi 92 ¼ velluto d’oro beneche in 7 pezze: rosso ... alessandrino ... nero ... rosso ... tanè ... tanè ... nero picchi 26 1/8 veluti d’oro beneche ... [uno] rosso ... [uno] alesandrino 450 Costantinopoli Solimano Nelle 276 circhustanzie 2/5 di Sofia Solimano Nelle 276 circhustanzie 2/5 di Sofia Solimano Nelle 276 circhustanzie 2/5 di Sofia Solimano TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Data Produttore Fornitore a Firenze a Firenze Gherardo 162 a 1530 Bartolini e co., battilori Gherardo 162 a 1530 Bartolini e co., battilori Venditore Drappi a Pera Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci 163 Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 1530 Bartolini e co., battilori Vernacci battilori 163 Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 1530 Bartolini e co., battilori Vernacci battilori 163 Gherardo Gherardo Bartolini e co., Giovanni 1530 Bartolini e co., Vernacci battilori battilori Gherardo 1530 Bartolini e co., battilori Gherardo 163 1530 Bartolini e co., battilori Gherardo 157 b 1531 Bartolini e co., battilori 163 Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci Gherardo Bartolini e co., Giovanni battilori Vernacci picchi 13 2/5 veluto tanè d’oro beneche picchi 13 raso verde d’oro beneche picchi 73 veluti d’oro beneche cholorati in 6 peze: ... tanè ... nero ... nero ... nero ... nero ... nero picchi 11 ¾ veluto rosso d’oro beneche picchi 100 ½ rasi d’oro beneche in 5 pezze: ... alesandrino ... nero ... verde ... rosso ... tanè picchi 27 7/8 brochato rosso d’oro a bastone picchi 43 brochati ... 2 pezze: ... verde ... alessandrino picchi 23 3/8 raso nero Prezzo aspri Luogo e per acquirente picco 330 Costantinopoli Solimano 238 Costantinopoli 7/8 Solimano 330 Costantinopoli Solimano 350 Costantinopoli Solimano 238 Costantinopoli 7/8 Solimano 350 Costantinopoli Solimano 330 Costantinopoli Solimano 60 1/3 Costantinopoli Solimano 67 APPENDICE 2 Tipi di tessuti inviati alla Porta di Bayazet II, Selim I e Solimano (1490-1531) Questa tabella riporta l’elenco dei tessuti venduti da mercanti fiorentini alla Porta di Bayazet II, Selim I e Solimano, con l’indicazione del prezzo unitario, espresso in aspri per picco (abbiamo segnalato l’avvenuta vendita di un tessuto anche se il documento non fornisce indicazioni sul prezzo: in tal caso abbiamo adottato la sigla s.p., senza prezzo). Le vendite ebbero luogo a Costantinopoli, Adrianopoli, Amasya, Bursa, Dalmazia e nei dintorni di Sofia fra il 1490 e il 1531. Abbiamo escluso – poiché non si trattò di un’operazione di compravendita – la lunga lista di tessuti donati nel 1513 dall’ambasciatore fiorentino Francesco Antonio Nori al nuovo sultano, Selim I, e ai personaggi più in vista della Corte (Doc. 107 b, pp. 275-279). I tessuti sono elencati in ordine alfabetico, rispettando la definizione formita nei documenti (anche se alcune parole sono state modernizzate). Gli altobassi erano necessariamente dei velluti, ma nella tabella li abbiamo tenuti separati da questi ultimi, proprio per rispettare la definizione originale; possiamo però ovviamente notare somiglianze nei prezzi, che potevano arrivare a livelli elevatissimi, come nel caso di un velluto altobasso rosso d’oro (450 aspri per picco) o di un altobasso alessandrino con bastone d’oro (500 aspri per picco). Pur restando i tessuti più preziosi, anche i velluti (e gli altobassi) potevano comunque avere forti oscillazioni di prezzo, tanto da costare anche cifre intorno ai “soli” 100 aspri per picco nel caso dei drappi meno elaborati. Mediamente meno cari erano i broccati, che nel periodo da noi considerato furono venduti a prezzi oscillanti fra i 230 aspri di un alessandrino e i 380 di un broccato di grana con bastone. Più economici erano invece i damaschi (65-245 aspri per picco) e i rasi (56-280). Molti erano ovviamente i fattori che influenzavano il prezzo, fra cui la “pesantezza” del tessuto e la presenza o meno di filo d’oro. Per quanto riguarda i colori, come si è già notato nel Capitolo 3, durante il regno di Bayazet II predominava il rosso nelle sue varie sfumature (di grana e cremisi), così come era accaduto negli anni precedenti la sua accessione al trono (si vedano i Docc. 17-19, 2124, 26-29, 32-33); presenti in buon numero erano anche tessuti verdi e tanè (una sfumatura di marrone), e poi azzurri (alessandrino) e gialli (limoni). Il rosso cessò di dominare sotto i sultani successivi: durante il regno di Selim I, ad esempio, alessandrino, verde e tanè Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 FUP Best CC Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Author(s), BY 4.0 International, DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00, in First name Last name (edited by), Book title book title bookFrancesco title, © 2021 content CC tra BYFirenze 4.0 International, metadata CC0 Le 1.0fonti, Universal, published Marco Spallanzani, GuidiAuthor(s), Bruscoli, Tessuti di seta e il Levante (ca. 1350-1550). © 2023 Author(s), by University 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI CCFirenze BY 4.0, published byPress Firenze(www.fupress.com), University Press, ISBNISSN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI erano frequenti nei velluti e nei rasi, mentre il bianco era utilizzato nei damaschi e ancora nei rasi. Anche sotto Solimano i colori furono piuttosto vari, e al rosso si affiancarono il verde, il nero, il tanè e l’alessandrino. Tipo di tessuto Altobasso Altobasso alessandrino con bastone d’oro Altobasso alessandrino d’oro Altobasso alessandrino d’oro benechi Altobasso alessandrino e verde a bastone d’oro Altobasso broccato rosso d’oro Altobasso con bastone d’oro Altobasso con pigne d’oro Altobasso cremisi Altobasso cremisi a bastone d’oro Altobasso d’oro Altobasso d’oro benechi Altobasso di grana d’oro Altobasso di grana rosso d’oro Altobasso di grana tanè d’oro Altobasso di grana e verde con oro Altobasso di più colori con bastone d’oro Altobasso in un pelo Altobasso nero Altobasso nero d’oro Altobasso nero d’oro benechi Altobasso paonazzo d’oro Altobasso rosso Altobasso rosso con andari d’oro Altobasso rosso con/a bastone d’oro Altobasso rosso d’oro Altobasso rosso di grana Altobasso rosso e verde con ghirlanda d’oro Altobasso rosso scarlatto Altobasso rosso schietto in un pelo Altobasso senz’oro Altobasso verde Altobasso verde d’oro Bayazet II (1481-1510) 500 430 320 350 390 350 130; 150 200; 300 550 175; 200 390 350 s.p. 400; 410; 440 400 400 216 350 105 320 430 320 215 158 185 400 215 250 200 158 130 140 200 s.p. Appicciolato con ghirlanda d’oro 200 Broccato Broccato a bastone con rosoni rossi e alessandrini Broccato alessandrino Broccato d’oro; diversi colori, a bastone Broccato di grana con bastone Broccato rosso Broccato rosso a bastone Broccato rosso d’oro a bastone Broccato rosso d’oro a bastone col pelo alto e basso Broccato verde 300 350 70 70 Selim I Solimano principe e sultano principe e sultano (1511-1520) (1515-1531) 300; 420 400 390; 430; 450; 490 450 430 400; 430 450 250 s.p. 230; 245 330 280; 290 278,94 245 278,94; 350 278,94 330 300 380 250 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Tipo di tessuto Bayazet II (1481-1510) Damasco Damasco colorato (di più colori) Damasco a poste d’oro Damasco bianco d’oro Damasco bigio d’oro Damasco d’oro Damasco di grana Damasco giallo d’oro Damasco leggero bigio Damasco nero Damasco rosso Damasco rosso a poste d’oro Damasco rosso di grana Damasco rosso d’oro Damasco sbiadato Damasco sbiadato a posteline d’oro Damasco sbiadato d’oro Damasco tanè Damasco verde con oro 70 65; 70 140 Raso Raso a poste d’oro Raso a poste d’oro rosso Raso a poste d’oro tanè Raso a posteline di grana Raso a posteline sbiadato Raso a posteline tanè Raso alessandrino Raso alessandrino d’oro Raso bianco d’oro Raso bigio Raso colorato Raso con andari d’oro Raso cremisi Raso d’oro Raso d’oro benechi Raso d’oro benechi a poste bianco Raso d’oro benechi a poste bigio Raso d’oro benechi a poste di grana Raso d’oro benechi a poste incarnato Raso d’oro benechi a poste nero Raso d’oro benechi a poste sbiadato Raso d’oro benechi a poste verde Raso d’oro benechi alessandrino Raso d’oro benechi nero Raso d’oro benechi rosso Raso d’oro benechi tanè Raso d’oro benechi verde Raso d’oro con andari alessandrino Raso d’oro con andari di grana Raso d’oro con andari rosso 60; 70 s.p. 80; 85 Selim I Solimano principe e sultano principe e sultano (1511-1520) (1515-1531) 68 180 180 245 170 190 s.p. 160 100 65 s.p. 85 200 180 180 68 68 121 170; 180; 200 135 135 56 160 180 180 180 68 180 200 68 65 250 100; 104,5; 119 105; 117 s.p.; 135; 230 195; 200; 215; 245 180 180 180 180 180 180 180 180 238,87 238,87 238,87 238,87 238,87 220 220 220 71 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Tipo di tessuto Raso d’oro con andari sbiadato Raso d’oro con andari tanè Raso d’oro con andari verde Raso di grana Raso di grana e di chermisi Raso di grana a corde Raso di grana benechi Raso di grana d’oro Raso di grana d’oro [con] andari Raso incarnato Raso limone Raso nero Raso nero d’oro Raso paonazzo d’oro a corde [con] andari Raso rosso Raso rosso con oro Raso rosso cremisi Raso tanè Raso tanè d’oro Raso tanè d’oro broccato Raso tanè d’oro della sfera [con] andari Raso verde Raso verde d’oro Raso verde d’oro [con] andari Raso verde d’oro benechi Velluto Velluto altobasso a broncone Velluto altobasso d’oro alessandrino Velluto altobasso con oro Velluto altobasso rosso d’oro Velluto broccato rosso Velluto colorato Velluto colorato d’oro Velluto crermisi Velluto d’oro Velluto d’oro benechi Velluto d’oro benechi alessandrino Velluto d’oro benechi nero Velluto d’oro benechi rosso Bayazet II (1481-1510) s.p.; 80 70 s.p. Selim I Solimano principe e sultano principe e sultano (1515-1531) (1511-1520) 220 220 220 215 100 280 180 170; 215 200 220 68 70 68 60,33 210 280 85; 130 160 105 180 68 160; 195 215 56; 56,5 66; 67; 68 220 200 160 238,87 90; 220 370 410 s.p.; 500 450 290 100 200 190 220 240; 245; 260 280 276,4 250; 276,4; 330 276,4; 350 248,5*; 276,4; 280; 330 Velluto d’oro benechi tanè Velluto di grana Velluto di grana d’oro Velluto in 2 peli Velluto paonazzo Velluto rosso Velluto rosso con oro in uno pelo Velluto rosso in 2 peli * guasto. 72 72 210 260 245; 260 115 120 160; 195; 215 170 90 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Tipo di tessuto Bayazet II (1481-1510) Velluto tanè Velluto tanè d’oro Velluto tanè guasto Velluto verde Velluto zetani Velluto zetani rosso con oro Velluto zetani rosso e verde 120 Zetani cremisi 200 Selim I Solimano principe e sultano principe e sultano (1511-1520) (1515-1531) 245 120 120 200 235 235 73 APPENDICE 3 Fiorentini in Levante La lista che segue comprende i nomi dei mercanti fiorentini che – in base ai documenti qui trascritti nella Parte seconda (pp. 88-420) – operarono nell’Impero ottomano; abbiamo invece escluso quei pochissimi che si recarono in Egitto e le compagnie attive ad Alessandria a metà Cinquecento (Doffi-Ferrini, Doc. 198, e Pitti, Doc. 199). Le date possono a volte essere imprecise, specialmente quando derivano da documenti contabili redatti a distanza di tempo. Le informazioni qui presentate provengono esclusivamente dalle trascrizioni presenti in questo volume; abbiamo invece trascurato attestazioni ricavabili da altre fonti (manoscritte o a stampa), sia riguardanti i personaggi da noi menzionati (di cui magari sono noti altri viaggi o lunghe permanenze in Levante) che altri operatori. L’elenco, insomma, è tutt’altro che esaustivo: basti pensare che in una lettera scritta da Costantinopoli nel 1513 il veneziano Santo Barbarigo segnalava “tra Pera e Andirnopoli et Bursa” la presenza di “250 marchadanti fiorentini” (Doc. 107 a). La seconda colonna riporta la meta del viaggio: abbiamo indicato un luogo del Levante allorché un documento compilato a Firenze ricorda una partenza, mentre abbiamo segnalato il ritorno in patria quando un documento redatto nell’Impero ottomano segnala una partenza imminente o uno redatto a Firenze menziona il recente rientro. Nella terza colonna è indicata la presenza nell’Impero ottomano; essa non viene ripetuta se la fonte ricorda solo il viaggio verso il Levante (seconda colonna), anche se è evidente che quest’ultimo era il preludio a una permanenza più o meno lunga. Nella seconda e nella terza colonna abbiamo indicato come luogo di destinazione o presenza Costantinopoli anche quando il documento riporta Pera (quartiere della capitale) o un generico Levante; se l’attestazione di presenza è in una città come Adrianopoli o Bursa, invece, è questa a essere riportata, anche se è quasi scontato che mercanti là presenti siano passati pure da Costantinopoli (come peraltro, a volte, viene specificato). Laddove è noto un decesso in Levante, esso viene indicato con il simbolo †. In alcuni casi le fonti ricordano il ruolo di console o di “grillo” ricoperto da alcuni mercanti, come ad esempio Giovanni Lotti e Alessandro Sacchetti; ma non necessariamente la loro presenza in Oriente si limitò al periodo in cui la carica fu esercitata. Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 FUP Best CC Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Author(s), BY 4.0 International, DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00, in First name Last name (edited by), Book title book title bookFrancesco title, © 2021 content CC tra BYFirenze 4.0 International, metadata CC0 Le 1.0fonti, Universal, published Marco Spallanzani, GuidiAuthor(s), Bruscoli, Tessuti di seta e il Levante (ca. 1350-1550). © 2023 Author(s), by University 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI CCFirenze BY 4.0, published byPress Firenze(www.fupress.com), University Press, ISBNISSN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI I documenti menzionano anche i nomi di alcuni capitani di galea, che abbiamo tuttavia escluso dalla tabella: si tratta di Iacopo Sacchetti (Doc. 61 b-c, anni 1460-61), Giuliano Ridolfi (Docc. 19 d, 24, anni 1462-63) e Luigi Pitti (Docc. 27 a, 28 a, 29 a, 30, anni 146364). Allo stesso modo abbiamo tralasciato l’ambasciatore Francesco Antonio Nori, che si recò a Costantinopoli nel 1513 (Doc. 107). Abbiamo infine escluso, anche se compaiono nei documenti, quegli operatori italiani che sicuramente non erano fiorentini, mentre abbiamo inserito coloro per i quali vi è incertezza, come ad esempio ser Alessandro nostro fiorentino, turco, Paris Morello (Novello) e Niccolò dragomanno. Nome Adimari Andrea di Pacchio Aiolfo di Tommaso Meta del viaggio Costantinopoli Adrianopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Adrianopoli Albizzi Alessandro degli Albizzi Francesco di Roberto degli Albizzi Piero degli Alessandri Baldino degli Alessandri Francesco di Bernardo degli ser Alessandro nostro fiorentino, turco Attaviani Geremia Bardi Bernardo de’ Presenza a Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Barducci Francesco Costantinopoli Barducci Lorenzo Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Bursa Bursa Bartoli Giorgio Bartoli Ulivieri Benci Benci Costantinopoli Benci Francesco Benci Giovanni di Francesco Costantinopoli Berardi Alfonso Costantinopoli Berti Leonardo Costantinopoli Bertini Giovanni Bertone, cimatore Betti Lodovico Biliotti Baldassarre di Gualtieri 76 76 Costantinopoli Adrianopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Anno 1516 1517 1512 1513 1515 1517 1508 Doc. 120 123 96 104 n 104 t 104 v 81 a 1493 1513 1511-12 1512-13 1514 1507 43 d 104 n, 109 b 109 a 109 b 104 g 80 1491 1527 1529 1532 1533 1492 1526 1527-28 1531 1533 1494 1500 1502 1503 1508 1526 1527 1529 1530 1532 1513 1546 1508-09 42 d 146 147 170-72 173 43 b 144 a-b 144 c 165 173 42 h 49 d 62 g 62 i 84 137 d 145 159 a-b 162 a, 163-64 170 97 a 197 87-88 80 40 62 m 17-19 1493 1503 1459-64 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Nome Meta del viaggio Biliotti Bartolomeo di Lorenz’Agnolo torna a Firenze Costantinopoli Biliotti Pandolfo Biliotti Paolo Bini Giannozzo Bocci Giovanni di Pierozzo Bongianni Giovanni Boni Alfonso Boni Ludovico di Francesco Bonsi Francesco di Agnolo Bonsignori Bernardo Bonsignori Bonsignore Boscoli Orlando Buonaparte Giovan Battista Buti Domenico Canacci Piero Cappelli Gismondo di Filippo Carletti . . . Carnesecchi Antonio Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Carsidoni Niccolò Costantinopoli Cavalcanti Bernardo Cavalcanti Carlo Costantinopoli Cavalcanti Lodovico torna a Firenze Ceffini Francesco Ciacchi Antonio torna a Firenze torna a Firenze Costantinopoli Ciacchi Ilarione Corsini Paolo Davanzati Bartolomeo Davanzati Niccolò Dazzi Giovan Battista torna a Firenze Costantinopoli Del Pace Orso Del Riccio Ricciardo di Francesco Costantinopoli Dietifeci Niccolò di Niccolò Presenza a Costantinopoli Anno Doc. 1511-13 108, 111-13 1513 109 b, 111 o 1514 111s, 114, 115 a-b, 116 a 115-24 Costantinopoli 1514-17 Costantinopoli 1532 172 Costantinopoli 1464 25 Costantinopoli 1529 143 b 1469 32, 33 a Costantinopoli 1469 33 b Costantinopoli 1516 101 b 1508 87 Costantinopoli 1513 98-99 1514 115 j, k 1489 41 b 1491 42 c 1497 46 Bursa 1498 46 1509 90 d, h 1509 90 h 1512 105, 112 d, f-g 1514 104 h, t 1498-99 49 d 1530 163 1509 85, 87 Costantinopoli 1537 166 b 1513 104 n Costantinopoli 1494 42 h 1501 62 a Costantinopoli 1503 62 l, 71 a, d Costantinopoli 1525 137 1514 115 c, f, 116 b Costantinopoli 1508 87 Costantinopoli 1509 88 Costantinopoli 1509-10 90 h 1510-11 90 i Costantinopoli 1463-65 19 c-e 1530 148 c 1530 161, 164 1539 188 a Costantinopoli 1540-41 188 b Costantinopoli 1542 166 d-e Costantinopoli 1543 166 f Costantinopoli 1544 188 b Costantinopoli 1527 145 Costantinopoli ? 1492 42 f 1523 130 1510 87-88, 94 a Costantinopoli 1513 108 m, 111 k, o Costantinopoli 1514 111 r Costantinopoli 1520 104 x 1491 42 b Costantinopoli 1460-61 21-23 Costantinopoli 1462 24 Costantinopoli 1464 25 77 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Nome Meta del viaggio Donati Cresci di ser Marchionne Donati Iacopo Dragoncini Agostino Fantoni Bernardo di Giovan Francesco Fantoni Fantone di Bernardo e compagni Federighi Francesco di Girolamo Gambarelli Santi Gherardi Giovan Battista 78 78 65 b 1511 95 Costantinopoli Adrianopoli torna a Firenze Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Adrianopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Amasya Amasya Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Gnoli Raffaello Lotti Giovanni 1505-07 Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Giusti Giovanni Guiducci Raffaello Landi Bastiano Lapaccini Giovanni Libri Andrea di Nicola de’ Libri Francesco de’ Lioni Carlo Lorenzo di Guasparre Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Girolami Leonardo Giusti Luca Doc. 45 56 70 157 a 36 a 36 b 41 b 73 Costantinopoli Gherardi Luigi Ginori Giuliano Giovanni d’Ambrogio (fratello di Niccolò) Costantinopoli Costantinopoli Anno 1495-96 1500 1503 1530 1488 1488 1490 1504 torna a Firenze Gerini Antonio Gerini Giovanni Presenza a Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Bursa Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli 1507 82 1510 93 1513 111 o 1520 126 1525 138 1529-31 149, 168 a 1533-41 168 b 1531 168 a 1502 64 1505 75 1498 53 a-b 1499 52, 53 c, 54 a 1500 50 d, 53 d-e, 54 b-l 1501 58-59 1503 62 j, 68 1504 62 r 1511 92 b 1512 110, 112 d, 113 d 1513 108 l-o, 111 h-q, 114 1514 111 r-s 1514 115 l 1515 118 1462 24 1499 48 Costantinopoli 1538 168 b, 181 a-b Costantinopoli 1539 168 b, 183, 185 a, d † a Costantinopoli 1540 185 e Adrianopoli 1492-94 40 Costantinopoli 1500 50 d 1501 59 Costantinopoli 1528 144 c Costantinopoli 1530 162 a Adrianopoli 1511 92 b 1524 134 1491 42 c Costantinopoli 1488 37 1529 158 1499 53 b Costantinopoli 1502 62 e Costantinopoli 1529 152-58 Costantinopoli 1531 162 a TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Nome Meta del viaggio Presenza a Anno 1525 Lotti Ridolfo 1526-28 torna a Firenze 1529 Luigi di Carlo da Costantinopoli 1522 Castelfiorentino torna a Firenze 1523-24 Machiavelli Carlo Adrianopoli 1529 Maestrini Matteo Costantinopoli 1533 Costantinopoli 1529 torna a Firenze 1530 Magnale Francesco da Costantinopoli 1533 Costantinopoli 1539 Mannini Antonio Adrianopoli 1529 Mannini Matteo Adrianopoli 1530 Costantinopoli 1513 Manovelli Matteo di Lorenzo Adrianopoli 1515 Costantinopoli 1496 Costantinopoli 1501 Costantinopoli 1502 Costantinopoli 1503 Maringhi Giovanni Costantinopoli 1504 Costantinopoli 1505 † a Costantinopoli 1507 Costantinopoli 1495-96 Costantinopoli 1499 Medici Giovanni di Giuliano de’ Costantinopoli 1500 Costantinopoli 1500 Costantinopoli 1503 Medici Guido de’ Costantinopoli 1505-06 Costantinopoli 1500 Costantinopoli 1503 Medici Zanobi de’ Costantinopoli 1509 Costantinopoli 1509 Michelangelo, battiloro Costantinopoli 1500 Costantinopoli 1516-17 torna a Firenze 1517 Costantinopoli 1519 Michele (di maestro Pagolo) Costantinopoli 1522 di Vieri Costantinopoli 1523 Costantinopoli 1525 Costantinopoli 1498-1503 Miniati Antonio Costantinopoli 1508-09 † a Costantinopoli 1509 Costantinopoli 1462 Morello (o Novello) Paris Costantinopoli 1463 Nacci Piero Costantinopoli 1530 Nasi Pier Francesco Costantinopoli 1508 Niccolò dragomanno Costantinopoli 1498 Niccolò d’Ambrogio Costantinopoli 1499 Costantinopoli 1539 Nobili Francesco di Luigi de’ Costantinopoli 1540 Costantinopoli 1542-44 Nobili Giuliano de’ torna a Firenze 1503 Nobili Leonardo de’ Costantinopoli 1507-08 Doc. 137 143 143 b 129 a 129 b 155 173 146 148 c 173 182 156-57 162 a 104 e 104 j, m, p 45 60 61, 62 a-h 62 i-q 62 r-s, 63 76 a 80 45 50 d 57 56 70 76 a 50 d 62 k-l 87 90 h 53 d 104 v, x 104 v 104 x 104 y 129 b 141 49-51, 65 a 90-91 90 h 18 e 19 d 163 84 49 d 48 189 a 188 a, 189 b 193-94 62 l 65 b 79 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Nome Meta del viaggio Costantinopoli Pandolfi Antonio di Piero Panzano, Battista da Pasqui Paolo Pazzi Antonio de’ Peri Filippo Peruzzi Paolo di Giovanni Pieri Francesco Pilli Agostino de’ Pilli de’ Gianni Pitti Giuliano di Piero Pitti Leonardo di Piero Portigiani Adamo di ser Piero Ricasoli Ridolfo Ridolfi Antonio Ridolfi Giramonte Rinucci Giovanni Rinuccini Francesco Rinuccini Piero di Iacopo Risaliti Bernardo Risaliti Geri Romoli Giovanni Sacchetti Alessandro di Niccolò Sacchetti Raffaello Salvetti Francesco di Niccolò Salvetti Niccolò Costantinopoli Costantinopoli Adrianopoli Costantinopoli Costantinopoli Adrianopoli Costantinopoli Costantinopoli torna a Firenze Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Salviati Giovanni di Marco Salvucci Leonardo Salvucci Luca di Pier Filippo Sangalletti Iacopo Scarlatti Bernardo Scarlatti Tommaso 80 80 Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Presenza a Anno 1541 Costantinopoli 1541 Costantinopoli 1544 Costantinopoli 1494 Costantinopoli 1500 Costantinopoli 1502 inizi ’500 Costantinopoli 1494 Costantinopoli 1503 Costantinopoli 1528 Costantinopoli 1529 Costantinopoli 1531 Costantinopoli 1500 Costantinopoli 1504 Costantinopoli 1507 Costantinopoli 1509 Costantinopoli 1523 Costantinopoli 1526 Costantinopoli 1500 1513 1511 1469 1530 1510 1492 1512 1527 1522 1524 1501 Costantinopoli 1500 1492-93 Costantinopoli 1495 Costantinopoli 1505 1507-08 Costantinopoli 1508-09 Costantinopoli 1528-29 Costantinopoli 1530 1509 Costantinopoli 1526-27 Costantinopoli 1492-93 Costantinopoli 1492-93 † a Costantinopoli 1493 1469 1532 1534 1512 1527 1529 Costantinopoli 1530 Costantinopoli 1531-35 Costantinopoli 1537 Costantinopoli 1538 Costantinopoli 1539 Doc. 190 a, 191 a 190 b, 191 b 190 b 42 h 50 d 62 g 65 b 42 h 62 l-m 144 a, c 160 144 d 50 d 62 s 80 90 h 129 b 137 c 50 d 104 d, o 108 b-c, p 33 b 162 90 i 42 e 112 g 145 128 b 132 60 b 50 d 43 c 44 74 83 86, 89 157 a, 159 a 162 a, 163 87 142 39-40 42 f, 43 42 f, 43 33 b 174 a 174 b 108 o, 112 b 154 148 a-b 148 c 169 178 c-d 180 184 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Nome Schiattesi Tommaso Meta del viaggio Costantinopoli Segni Antonio di Mariotto torna a Firenze Sommaia da Sommaia Gian Battista da Sommaia Girolamo da torna a Firenze Costantinopoli Costantinopoli Sommaia Guglielmo da Costantinopoli Sommaia Piero di Francesco da torna a Firenze Sostegni Antonio Spigliati Antonio torna a Firenze Strinati Alfieri di Francesco Strinati P. Strinati Piero Strozzi Daniello di Carlo Costantinopoli Strozzi Girolamo di Carlo Tebalducci Bartolomeo Tebalducci Giacomini Bernardino Tedaldi Bartolo di Leonardo Tedaldi Iacopo Costantinopoli Presenza a Costantinopoli Anno Doc. 1544 190 b 1463 26 a, 27 a, 28 a, 29 a Costantinopoli 1463 26 b, 27 b-c 1464 30 Costantinopoli 1531 144 d Costantinopoli 1537 178 a-b Costantinopoli 1509-10 90 h 1510-11 90 i 1513-15 104 a, c-d, i, n-p Adrianopoli 1516 104 r-u 1524 135 Costantinopoli 1531 157 b, 167 Costantinopoli 1532 170 Costantinopoli 1533 173 Costantinopoli 1537 178 a-b Costantinopoli 1538 168 b, 179, 181 Costantinopoli 1539 168 b, 183, 185 a-c, 186 Costantinopoli 1540 168 b, 185 d-e, 187 Costantinopoli 1541 168 b, 185 f 1515 104 i Costantinopoli 1516 104 v 1517 104 v Adrianopoli 1500 49 d Costantinopoli 1500 50 d, 55 Costantinopoli 1502 62 g Costantinopoli 1503 62 j, l Costantinopoli 1513 104 n, 109 c 1530 161 Costantinopoli 1488 36 Costantinopoli 1489-90 41 Costantinopoli 1491-95 42 Costantinopoli 1498-1501 49, 50 1502 62 Costantinopoli 1500 50 d Costantinopoli 1520s 131 Costantinopoli 1523 131 † a Costantinopoli 1525 137 Costantinopoli 1512 106 Costantinopoli 1518 125 1514 104 f, r Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo Costantinopoli Costantinopoli ? Costantinopoli Costantinopoli Adrianopoli 1489 1461 1498 1499 1500 1501 1502 1503 1504 1506 1508 1509 1510 37 21c 53 a-b 52, 53 c, 54 a 50 d, 53 d-e, 54 b-l 58-59 51 b-c, 62 f-g 68 73 79 85, 89 c 88 90 h 81 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Nome Tommaso d’Aiolfo [segue] Ugolini Francesco di Giovanni Vecchietti Bernardo Venturi Bernardo Vernacci Bindo di Battista Vernacci Giovanni di Francesco Verrazzano Iacopo di Piero da Vieri di Vieri Zati Carlo Zati Francesco Zati Simone di Bartolo Zeffi Francesco 82 82 Meta del viaggio Presenza a Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Costantinopoli Anno Doc. 1510-13 94-97, 102 1515-16 101 a 1527 154 1528 146, 151, 153-54 1529 147, 154-55, 156 a 1531 156 b 1461 18 b Costantinopoli 1497 46 Bursa 1498 46 Costantinopoli 1511 92 b Bursa 1498 47 Costantinopoli 1524 133-135 Costantinopoli 1526-33 150-65, 171, 173 Costantinopoli 1536-37 166 a-b Costantinopoli 1541-43 166 c-f Costantinopoli 1514 100, 115 h Costantinopoli 1531 157 b, 167 1532 170 Costantinopoli 1520 104 x 1532 174 a 1533 173 1534 174 b 1545 174 b Costantinopoli 1516 101 a Costantinopoli 1503 67, 69 a Costantinopoli 1504 69 b, 75 Costantinopoli 1505 77 Costantinopoli 1505-07 78 Costantinopoli 1507 81 † a Costantinopoli 1508 81 b Costantinopoli 1529 143 b APPENDICE 4 Mercanti e fondi archivistici La seguente tabella mostra la distribuzione cronologica dei nuclei documentari principali utilizzati per questo studio. Si mira qui a evidenziare la cronologia, a prescindere dalla quantità di fonti che si sono conservate (e dal numero di quelle qui trascritte). I nuclei documentari sono divisi in base al nome della famiglia o della persona che li ha prodotti, anche se poi essi sono confluiti in archivi diversi da quello familiare. Per la collocazione archivistica (di cui viene fornita una sintesi a p. 84) e per la specifica dei singoli documenti si rimanda rispettivamente all’elenco delle Fonti manoscritte (pp. 427-432) e all’Elenco dei documenti (pp. 421-425). Nel caso in cui le fonti siano libri contabili, generalmente, la famiglia che ha conservato il documento è quella che lo ha redatto (nella stragrande maggioranza dei casi il produttore dei tessuti o colui che li ha esportati da Firenze). Quando i documenti utilizzati sono lettere o altri fogli sciolti (come ad esempio gli estratti-conto) inviati dal Levante a Firenze, essi sono conservati normalmente presso il destinatario, in originale o in copia; sempre a Firenze sono rimasti – presso il mittente – anche i copialettere delle missive inviate. XV secolo XVI secolo 56 61 66 71 76 81 86 91 96 01 06 11 16 21 26 31 36 41 46 51 60 65 70 75 80 85 90 95 00 05 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 Banchi Bartolini Cambini Capponi Cavalcanti Del Caccia Gondi Lioni Maringhi Pandolfini Rinieri Salviati Serristori Strozzi Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 FUP Best CC Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Author(s), BY 4.0 International, DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00, in First name Last name (edited by), Book title book title bookFrancesco title, © 2021 content CC tra BYFirenze 4.0 International, metadata CC0 Le 1.0fonti, Universal, published Marco Spallanzani, GuidiAuthor(s), Bruscoli, Tessuti di seta e il Levante (ca. 1350-1550). © 2023 Author(s), by University 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI CCFirenze BY 4.0, published byPress Firenze(www.fupress.com), University Press, ISBNISSN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 10.36253/000-00-0000-000-0 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI I nuclei documentari appena menzionati sono conservati presso i seguenti archivi e fondi (per le segnature complete rimandiamo all’elenco delle di Fonti manoscritte, pp. 427-432): Banchi: Firenze, Archivio dell’Ospedale degli Innocenti Bartolini: Archivio Bartolini Cambini: Firenze, Archivio dell’Ospedale degli Innocenti Capponi: Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Capponi Cavalcanti: Firenze, Archivio di Stato, Libri di commercio e di famiglia Del Caccia: Firenze, Archivio dell’Ospedale degli Innocenti Gondi: Firenze, Archivio di Stato, Gondi; Archivio Bartolini Lioni: Firenze, Archivio di Stato, Libri di commercio e di famiglia Maringhi: Cambridge Mass. (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection Pandolfini: Firenze, Archivio dell’Ospedale degli Innocenti Rinieri: Firenze, Archivio di Stato, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese Salviati: Pisa, Scuola Normale Superiore, Archivio Salviati Serristori: Firenze, Archivio di Stato, Serristori Strozzi: Firenze, Archivio di Stato, Carte Strozziane 84 84 Parte Seconda FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press (www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0 Le fonti Criteri di trascrizione I documenti qui presentati provengono da numerosi archivi (soprattutto familiari e aziendali), sono estremamente eterogenei e coprono un ampio arco temporale. Di conseguenza è risultato impossibile adottare una totale uniformità nei criteri di trascrizione. In generale abbiamo preferito favorire la leggibilità e la comprensibilità del testo, anche a scapito di un assoluto rigore filologico. Abbiamo quindi inserito punteggiatura e maiuscole, e separato le parole secondo l’uso moderno se il compilatore le aveva unite. Inoltre, abbiamo sciolto tutte le abbreviazioni (ma senza indicarlo esplicitamente), adottando la versione ‘moderna’ della parola; nel caso di domi e dami abbiamo sciolto in domaschi / damaschi / domaschini / damaschini secondo l’uso prevalente nel documento. Abbiamo invece rispettato l’ortografia del documento laddove la parola era scritta nella sua interezza. In taluni casi abbiamo inserito una o più lettere fra parentesi quadra per “modernizzare” parole che altrimenti sarebbero state di significato dubbio (es. cas[s]a) o incomprensibile, causa errore del compilatore (es. ma[ga]zino). Gran parte della contabilità presenta, nella colonna delle cifre, numeri romani: questo era previsto anche dagli statuti delle arti, in quanto tale utilizzo rendeva più difficili le falsificazioni61. Poiché, tuttavia, il rispetto rigoroso della fonte avrebbe reso meno leggibile il documento, abbiamo scelto di trasformare tali cifre in numeri arabi. Sono invece rimaste in numeri romani le cifre all’interno del testo. In alcune circostanze, sia all’interno del testo che nella colonna delle cifre, il numero è lasciato in bianco: in tal caso abbiamo inserito il segno –. I documenti – siano essi contabilità o corrispondenza – sono ricchi di informazioni non sempre pertinenti al tema di questa ricerca (ovvero i tessuti di seta fiorentini in Levante): vi sono dunque molti casi in cui abbiamo tralasciato parti del documento, segnalando con . . . tali omissioni. I tre puntini fra parentesi quadra [. . .], invece, segnalano una lacuna dovuta a parola illeggibile per lacerazione della carta, macchia o altro. In sintesi: ... parte del testo volutamente tralasciata perché ritenuta di minore interesse [. . .] parola illeggibile per lacerazione della carta, macchia o altro – in bianco nel testo Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list) Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) (www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0 Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 Author(s), CC BY 4.0, published by Firenze University Press, ISBN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Firenze adottava lo stile ab incarnatione, in base al quale l’anno iniziava il 25 marzo. Nelle trascrizioni le date non sono state modificate ma, laddove l’anno non coincide con il calendario moderno (ovvero nel periodo 1-24 marzo), il corrispondente moderno è stato inserito fra parentesi quadra per favorire, ancora una volta, la comprensibilità. Per le abbreviazioni si rimanda all’apposita lista presentata nella prima parte di questo volume (p. 7). Doc. 1 Numerosi manoscritti riportano l’ammontare delle gabelle che colpivano i drappi al momento dell’importazione o esportazione da Firenze. Molti codici non sono datati e nel corso degli anni le autorità cittadine sono intervenute più volte. a) Gabelle sull’importazione di drappi, secoli XIV-XVI (in lire di piccoli) Metà 140263 sec. XIV62 Drappi a oro fine, sciamiti, s. 9 lb. 1 s. 8 catasciamiti e simili, la libbra Drappi veneziani e altri in accia, la s. 9 s. 12 libbra Diaspi soriani, porpore, mezzanelli, s. 9 s. 12 quartanelli in accia, la pezza Drappi d’oro di Lucca e di Colonia, s. 16 la libbra Drappi a oro fine, sciamiti, contrasciamiti, cioè drappi di seta lavorati fuori d’Italia, la libbra Drappi lavorati in Italia, la libbra Sete Drappi usi in veste, la libbra Drappi di seta crudi, la libbra 62 Metà Tardo sec. XV64 sec. XV65 lb. 1 s. 17 lb. 1 s. 19 s. 16 s. 18 s. 16 s. 18 lb. 1 s. 1 lb. 1 s. 3 154566 lb. 1 s. 4 lb. 3 s. 5 lb. 10 s. 10 lb. 3 s. 5 s. 5 Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2526, Stratto di gabelle, c. 6 r. Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1848, Stratto di gabelle, c. 3 v., edito da G.F. Pagnini del Ventura, Della Decima e di varie altre gravezze imposte dal Comune di Firenze, della moneta e della mercatura de’ fiorentini fino al Secolo XVI, 2 voll., Lisbona-Lucca 1765, rist. Bologna 1967, vol. II, tomo IV, p. 7; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Acquisti e Doni, 13, Pratica di mercatura, c. 45 r.; Firenze, Biblioteca Moreniana, 290, Stratto di gabelle, c. 6 r.; BNCF, Landau Finaly, 11, Stratto di gabelle, c. 6 r.; ASF, Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 6, Stratto di gabelle, c. 5 v.; ASF, Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 8, Stratto di gabelle, c. 5 v. (c. 2 r.: “Et di poi l’anno 1411 fu prolungato il ricrescimento delle dette ghabelle per dieci anni”); ASF, Miscellanea Repubblicana, 139, Stratto di gabelle, c. 5 v. 64 Firenze, Biblioteca Marucelliana, C 327, Stratto di gabelle, c. 6 r.; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Antinori, 26, Stratto di gabelle, c. 13 v.; BNCF, Landau Finaly, 11, Stratto di gabelle, c. 90 r. 65 ASF, Miscellanea Repubblicana, 107, Stratto di gabelle, c. 4 v.; ASF, Quaratesi, 820, Stratto di gabelle, c. 12 v. 66 Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2604, Stratto di gabelle, c. 23 r. 63 88 88 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) Gabelle sull’esportazione di drappi, secoli XV-XVI (in lire di piccoli) Sete Ogni ragione di drappi di seta o d’oro, libbra Drappi schietti di Firenze, la libbra 140267 lb. – s. 8 Metà Tardo sec. XV68 sec. XV69 lb. – s. 10 d. 7 154570 lb. – s. 8 s. 12 d. 8 Drappi chermisi di Firenze, la libbra s. 14 d. – Drappi d’oro o d’argento d’ogni ragione, la libbra s. 16 d. 4 c) Non sorprende che le gabelle sull’esportazione delle sete lavorate fossero soggette a numerosi cambiamenti. Di grande rilievo è una deliberazione del 16 giugno 1491, che prevedeva una riduzione della gabella sulla seta grezza e sulle sete lavorate, allo scopo di favorire le esportazioni di drappi in Ponente et in Levante71: Die xvj mensis junj Mcccclxxxxi ... Et perché la gabella della seta è pure alta et la gabella de’ drappi similmente et volendo dare materia a’ mercatanti di trarre drappi lavorati in Firenze di qualunque ragione, come è decto, etiam con oro o con ariento, et mandargli et in Ponente et in Levante et altrove per honore et utile de la città et d’epsi mercatanti, providono et ordinorono: Che per tempo d’anni cinque da hora proxime futuri la gabella de’ drappi lavorati in Firenze di qualunque ragione, come è detto, et con oro et ariento, e quali si sgabelleranno in dogana per mandargli fuori de’ terreni dello imperio fiorentino a qualunque parte del mondo, sia limitata et ridocta come appresso si dirà: In prima, sia levata ogni spesa ordinaria o extraordinaria a qualunque persona o luogo appartenente o assegnata et qualunque cagione, la quale spesa per tale uscita si pagava oltre alla vera gabella et oltre a queste spese così levate, s’intenda anchora levato la metà della vera gabella, sì che ciascheduno, el quale fra ’l detto tempo d’anni cinque sgabellerà de’ decti drappi per decti luoghi o alchuno d’epsi et non per altri, paghi la metà della vera gabella di grossi a soldi cinque et danari sei l’uno sanza altra spesa, verbi gratia chi sgabellerà una quantità di drappi tale che la vera gabella sicondo le cose le quali al presente si hanno ad observare, pagherebbe in nome di vera gabella lire xx et di poi pagherebbe canale, muli et altre spese, non paghi più, come è decto, alchuna spesa et delle lire xx paghi solamente lire dieci a soldi cinque 67 Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1848, Stratto di gabelle, c. 25 r., edito da G.F. Pagnini del Ventura, Della Decima e di varie altre gravezze, cit., vol. II, tomo IV, p. 36; BNCF, Landau Finaly, 11, Stratto di gabelle, c. 28 r.; ASF, Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 6, Stratto di gabelle, c. 23 v.; ASF, Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 8, Stratto di gabelle, c. 26 v.; ASF, Miscellanea Repubblicana, 139, Stratto di gabelle, c. 25 v. 68 Firenze, Biblioteca Marucelliana, C 327, Stratto di gabelle, c. 41 r.; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Antinori, 26, Stratto di gabelle, c. 46 r.; BNCF, Landau Finaly, 11, Stratto di gabelle, c. 113 v. 69 ASF, Dogana di Firenze, Serie Antica e Campioni XIV secolo-1808, 431, Stratto di gabelle, c. 27 v.; ASF, Miscellanea Repubblicana, 107, Stratto di gabelle, c. 27 r. e v.; ASF, Quaratesi, 820, Stratto di gabelle, c. 46 r. 70 Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2604, Stratto di gabelle, c. 30 r. 71 ASF, Consiglio del Cento, Registri, 3, Deliberazioni dei 17 Riformatori, c. 78 r. 89 89 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI et danari sei il grossone, come è suto ordinato, et così s’observi pe ministri della dogana in Firenze, a’ quali appartenessi ogni et qualunque exceptione rimossa. d) Un’ulteriore riduzione della gabella sull’esportazione dei drappi. Il codice che segue riprende alcune voci del tardo Quattrocento (Doc. 1 b) ma aggiunge la riduzione approvata nel 1503 e prolungata fino al 154372: Quelle deono paghare certe chose nominate qui da piè per l’uscita della città et contado di Firenze: Drappi schietti di Firenze, la libra s. dodici d. otto lb. – s. 12 d. 8 Drappi chermisi di Firenze, la libra s. quatordici lb. – s. 14 d. – Drappi d’oro o d’ariento d’omgni ragione, la libra, s. sedici d. quatro lb. – s. 16 d. 4 Essi fatto per leggie che sopra detti drappi debbino paghare per anni dieci prossimi futuri la libra s. cinque d. dieci, la quale si (sic) E, dì – di febraio 1512, fu di nuovo per altri x anni prolunghatta detta ghabella per la Ballìa doverssi paghare nel modo sopra detto lb. – s. 5 d. 10 E, dì 25 di febraio 1522, fu di novo prolughanta per alltri 10 anni prossimi . . . E, dì 28 di febraio 1532, fu di nuovo prologhato per altri 10 anni . . . ... e) Nel tardo secolo XV e nella prima metà del secolo XVI Ancona era un porto molto importante per l’esportazione in Oriente di merci fiorentine. Nel 1517 le autorità locali approvarono nuove gabelle, più favorevoli, che rimasero in vigore ancora nel 155173: Capitoli et ordini di pagamenti della dohana terrestre et marittima della magnifica città d’Ancona fatti già nel 1517 dalli deputati de essa magnifica comunità per maggior habilità de’ mercanti . . . ... Drappi de oro, argento et seta d’ogni sorte per transito et passo pagano per ogni cento libre lorde bolognini otto, ma vendendosi, permutandosi o contrattandosi in Ancona pagano ducati uno per cento a stima et de uscita bolognini doi per collo de libbre 250 chi li compra. ... Doc. 2 Tralasciate le gabelle, che coprono un arco di più di due secoli, i documenti che seguono sono pubblicati in ordine cronologico. Può destare sorpresa il fatto che al primo posto non ci sia una fonte commerciale ma un poema composto da un fiorentino della fine del secolo XIII-inizio XIV, in passato identificato in Dino Compagni. In questa lunga opera, intitolata l’Intelligenza, l’autore descrive il suo amore per una donna bellissima, che vive in un meraviglioso palazzo “in parte d’Oriente” e indossa sontuosi abiti di seta cinese. Questa seta è lavorata con grande cura, secondo modelli siriaci, e tinta da un maestro bizantino74. 72 ASF, Dogana di Firenze, Serie Antica e Campioni XIV secolo-1808, 431, Stratto di gabelle, c. 27 v. Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2545, Capitoli della dogana della magnifica città di Ancona, cc. 102 r., 106 v. 74 Poeti minori del Trecento, a cura di N. Sapegno, Milano-Napoli 1952, p. 640. 73 90 90 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) ... Levasi allo matin la donna mia, ch’è vie più chiara che l’alba del giorno, e vestesi di seta catuia, la qual fu lavorata in gran soggiorno alla nobele guisa di Suria, che donne lavorarlo molto adorno; il su’ colore è fior di fina grana, ed è ornato alla guisa indiana; tinsesi per un mastro in Romania. ... Doc. 3 Un chiaro riferimento a una produzione fiorentina di sete di qualità. I Peruzzi, tra i più ricchi banchieri di Firenze e d’Italia, nel 1333 commissionarono a un setificio fiorentino quattro pezze di velluti da donare alla contessa di Fiandra75: [giugno 1333] Tommaso de’ Peruzzi e compangni della tavola . . . ... E deono dare Tommaso e compangni sopra detti . . . e per lo costo di quattro pezze di velluti che si feciono fare in Firenze del mese di giungno 1333 per donare alla contessa di Fiandra. In somma montano, com’apare al detto libro . . . Doc. 4 Nel tentativo di frenare le spese esagerate, le autorità cittadine decisero nel 1343 di tassare gli abiti di lusso, quasi tutti di seta. Le gentildonne fiorentine furono obbligate a mostrare i loro abiti ad apposite commissioni, che provvidero ad esaminarli e a descriverli minuziosamente in quattro codici, tre dei quali sono giunti sino a noi. Questi tre codici menzionano circa 6.800 abiti appartenenti a 2.400 gentildonne. Le descrizioni sono molto dettagliate e le parole di derivazione orientale non mancano, ma la provenienza di quelle sete dall’Oriente è molto dubbia. Con una certa approssimazione si possono individuare più di 500 sciamiti, 150 sete soriane, 100 catasciamiti (sete di altezza inferiore allo sciamito), un’ottantina di saracinati e una settantina di tartareschi. Il drappo tartaresco è spesso impiegato come fodera e generalmente presenta una decorazione a scacchi. Presentiamo solo tre esempi, fra i tanti: tre gentildonne che possiedono abiti dai nomi orientaleggianti. In ordine si susseguono Taddea, moglie di Zati Passavanti, con un sontuoso mantello; Lapa, moglie di Luigi di Lippo Aldobrandini, e Tancia, moglie di Francesco Acciaioli, entrambe con una guarnaccia e una tunica76. 75 I libri di commercio dei Peruzzi, a cura di A. Sapori, Milano 1934, pp. 101-102. Tralasciamo l’ammontare della spesa, comprensiva di altri costi, non pertinenti. 76 Draghi rossi e querce azzurre, Elenchi descrittivi di abiti di lusso (Firenze 1343-1345), a cura di L. Gérard-Marchant, Firenze 2013, pp. 156, 298. La guarnaccia è una veste lunga, con o senza maniche; la tunica un abito più semplice, da portare sotto. 91 91 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [1343-1345] ... Domina Taddea uxor Çati Passavantis populi S. Proculi habet unum mantellum soriani porporini foderatum de drappo tarteresco saracinato schacchato et vermilio et garofanato cum virgis albis et giallis per longum et cum virgis albis et viridibus per transversum. ... Domina Lapa uxor Luigii Lippi Aldobrandini populi S. Michelis Bertelde habet una guarnacchiam et unam tunicham dimidiatas ex una parte panni scarlatti et ex alia parte panni divisati in siricho cum campo saracinato et virgis giallis et albis amattonatis et mandurlis giallis et albis. ... Domina Tancia uxor Francischi de Acciaiuolis populi SS. Appostolorum habet unam guarnacchiam et unam tunicham sciamiti vermilii. ... Doc. 5 Niccolò da Poggibonsi compì nel 1346-50 un lungo pellegrinaggio in Terra Santa. Nell’inverno del 1349 era in Egitto e così descrisse la popolazione locale e l’abbigliamento77: E queste altre generazioni, che ora conto, sì sono infedeli: Turchi, Indiani, Tartari, Ebrei, Samaritani, Saracini, Arabi, Barbari; e tutte queste generazioni si sono divise, cioè svariate l’una generazione dall’altra, come in lingua, e in lettera e in vestire: chi porta vestimenta di panno lino, chi panno di peli di camello, e altri di drappi di seta, e altri di drappo d’oro; e così sono svariati l’una generazione dall’altra; e in questo modo si cognosce l’una dall’altra. ... Doc. 6 Una controversia tra mercanti portò un notaio fiorentino a redigere un atto dal quale, tralasciando molti particolari, emerge un’operazione interessante. Nel 1362 la compagnia di Orlandino di Lapo ricevette, a Firenze, una partita di seta grezza cinese che il socio Matteo di Orlandino aveva acquistato a Venezia da Giacomello Condulmer. Orlandino rivendette poi la seta a due mercanti toscani: Paolo di Giovanni di Guglielmo, setaiolo a Firenze, ne comperò libbre 101 once 5; Niccolò di Corrado Gagliardi, originario di Lucca ma anch’egli setaiolo a Firenze, acquistò libbre 82 once 9. Da questa lunga fonte notarile riprendiamo i riferimenti alla seta cinese (cattaia)78: [19 agosto 1362] ... Pateat omnibus evidenter presentem paginam inspecturis, quod Paulus Iohannis Guillelmi setaiuolus, civis et mercator Florentinus et de dicta arte mercatorum Porte Sancte Marie, . . . dixit se 77 La relazione del viaggio di Niccolò è stata pubblicata più volte; in questa sede abbiamo utilizzato la recente opera Pellegrini scrittori, Viaggiatori toscani del Trecento in Terrasanta, a cura di A. Lanza e M. Troncarelli, Firenze 1990, p. 116. 78 ASF, Notarile antecosimiano, 5550, Notaio Michelangelo Contadini, c. 156 v. Questo documento è stato studiato da S. Tognetti, La diaspora dei lucchesi nel Trecento e il primo sviluppo dell’arte della seta a Fienze, «Reti Medievali Rivista», 15, 2 (2014), p. 71. 92 92 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) emisse ab Orlandino Lapi et sotiis, civibus et mercatoribus Florentinis et de dicta arte, libras centum unam et uncias quinque sirici cattaie pro certo pretio, et se habuisse et recepisse . . . Et Nicholaus Curradi Ghagliardi setaiuolus de Luca et de dicta arte qui hodie moratur Florentie in populo Sancti Michaelis Vicedominorum, . . . dixit se emisse a dicto Orlandino et sotiis libras octuaginta duas et uncias novem dicti sirici cattaie pro certo pretio, et se habuisse et recepisse . . . Quod siricum dictus Orlandinus Lapi dixit et confessus fuit in presentia mei Michaelis notarii et testium predictorum quod Matteus Orlandini sotius dicti Orlandini et sotiorum qui moratur Venetiis emit die nono mensis martii millesimo trecentesimo sexagesimo primo a ser Iacomello Condelmero; dixit fuisse in totum ad pondus Venetiarum libras ducentas decem. ... Doc. 7 La nave di Giovanni del Buono, che aveva lasciato Beirut il 25 ottobre 1381, rientrò a Porto Pisano il 6 marzo 1382 con molte merci, tra le quali tessuti di seta e d’oro79: Charicho della nave di Govanni del Buono Charoccio, partì di Baruti a dì xxv d’ottobre, giunse a Pisa a dì vi di marzo 1381. pepe giengovo ... cianbellotti vetro drappi di seta, d’oro e fregi ... pondi pondi 380 170 tavole chasse fasci 1 viiii 32 Doc. 8 Nel 1384 alcuni fiorentini compirono un pellegrinaggio in Terra Santa. Facevano parte del gruppo Leonardo Frescobaldi, Guccio Gucci e Simone Sigoli, i quali compilarono un resoconto dettagliato del viaggio e delle impressioni riportate. In vario modo, tutti ricordano l’abbigliamento dei saracini. a) In occasione della visita al Cairo, Frescobaldi così descrive gli abiti della popolazione locale80: I vestimenti delle donne sono drappi il forte, e bene lavorati, e di sotto tele di renso o di lino alessandrino le più nobili; le altre portano boccacini corti infino al ginocchio, salvo che di sopra portano a modo di un mantello romanesco, e vanno soggolate e turate per modo non si vede nulla altro che gli occhi; e le più nobili portano una stamigna nera dinanzi agli occhi, che non possono essere vedute, ma bene veggono altrui. In piè portano un paio di stivaletti bianchi, e portano panni da gamba co gambuli insino a’ talloni, e alle bocche de’ gambuli molti adornamenti secondo la condizione della donna: chi seta, chi oro, chi argento, chi pietre e chi perle ricamate in su detti gambuli. 79 Prato, Archivio di Stato, Datini, 1171, Ins. III, Carichi di nave (Cod. 9301403). La fonte è stata pubblicata più volte. Utilizziamo la già citata edizione: Pellegrini scrittori, Viaggiatori toscani del Trecento in Terrasanta, cit., p. 183. 80 93 93 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Gli uomini vanno con panni lunghissimi e sempre sanza calze e sanza brache, e portano le loro scarpette a modo di pianelle chiuse, e in capo una mellina di tela biancha di boccaccino e di bisso, e i loro vestimenti bianchi o di seta o di boccaccino o di lino finissimo. ... b) L’abbigliamento dei saracini nella descrizione di Simone Sigoli81: I loro vestimenti sono bianchi di boccaccino fine et chi drappi di seta bianchi fini. Et àvene assai et buon mercato. Le vestimenta loro sono lunghe insino in terra avendo le maniche larghissime et lunghe quasi come camici di preti al nostro modo. Et pochi sono i saraini che portino panni di gamba, et niuno saraino porta mai calze pure scarpette a mezzo piede. In capo portano una cappellina rossa auzzata et d’intorno alla capellina una benda molto sottile lunga xxv in xxx braccia alla nostra misura. Et portano in mano 1 sciugatoioio bianco, et chi vergato et chi llo porta cinto et chi in sulla spalla. ... Doc. 9 All’inizio del 1392 il grande mercante pratese Francesco di Marco Datini costituì a Genova una compagnia insieme a due soci fiorentini82. Pochi mesi dopo Datini prese una decisione destinata a rimanere un unicum. Da Prato, dove viveva, Datini chiese ad Andrea di Bonanno, uno dei due soci della compagnia a Genova, di acquistare un tessuto di seta di straordinaria qualità: uno zetani di Romania o una seta di domascho. Lo scopo dell’acquisto è indicato dallo stesso Datini: la seta servirà per confezionare un sontuoso abito – una roba – per la moglie Margherita83: Al nome di dDio, dì 14 d’aprile 1392 ... Io sì vorrei, per fare una roba, una peçça di çetani di Romania, aççurro del più bello e milgliore si truovino. Onde fa che mm’avisi se chastà si trovasse cosa perfetta e, se non vi si trovasse zetani, avisami d’una peçça di drappo di domascho del medesimo cholore buono e bello qua[n]to si puote. Dicho così, inperò se non fosse cosa ottima e bellissima non vorrei fare la spesa; perché fa’ di subito me n’avisi d’ogni cosa e di pregio e di bontà e belleçça e fa che ttu il faccia um pocho con diligenza. E avìsoti ne volglio fare uno saccho alla Margherita, sì che sia giusto, e non mancasse. Altro non ci à a dire per ora . . . Doc. 10 Elenco di prodotti reperibili sul mercato di Fez (Fessa). Accanto ai panni di lana di Maiorca si segnalano i taffettà di Bologna e i velluti di Firenze. La mancanza dei prezzi non diminuisce l’interesse di questo documento datiniano, ascrivibile al 1395-139684: 81 A. Bedini, Testimonianza a Gerusalemme, Il pellegrinaggio di un fiorentino del Trecento, Roma 1999, p. 75. 82 Su questa compagnia si veda F. Melis, Aspetti della vita economica medievale (Studi nell’Archivio Datini di Prato), Firenze 1962, pp. 225-226. 83 Prato, Archivio di Stato, Datini, 1113, Ins. 34, Lettera di Francesco di Marco Datini, in Prato, ad Andrea di Bonanno, in Genova, 14 aprile 1392 (Cod. 6101414), edita in M. Spallanzani, Seta e sete: appunti dall’Archivio Datini (1380-1410), «Prato Storia e Arte», 122 (febbraio 2018), p. 23. 84 Prato, Archivio di Stato, Datini, 1171, Ins. I, Valute di mercanzia (Cod. 9301272) e F. Melis, Documenti per la storia economica dei secoli XIII-XVI, con una nota di Paleografia Commerciale a cura di E. Cecchi, Firenze 1972, p. 310. 94 94 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) In Fessa Panni chiari e che colori amano più che altri: scharlatte di colpo panni di Maiolica ... tafetà di Bolongna ... seta cruda ... fil d’oro di Genova velluti di Firenze di grana di verzino in seta inperiali ... dobre dobre – – dobre – dobre – dobre dobre dobre dobre – – – – Doc. 11 Il 1422 è una data importante per la storia del commercio fiorentino con il Levante. Il 7 aprile le autorità cittadine decisero di inviare due ambasciatori in Egitto allo scopo di stringere un trattato politico e commerciale con il sovrano mamelucco. La scelta cadde su Felice Brancacci e Carlo Federighi. I due diplomatici lasciarono Firenze portando con sé i doni che la città intendeva porgere al sovrano e ad alcuni personaggi di alto rango. a) Felice Brancacci è ricevuto a Corte. Al Soldano offre broccati e velluti di vario colore85: [8 settembre 1422] ... A dì 8 la mattina di buon’ora andamo in Castello co nostri presenti, e fumo alla presenza del Soldano in una sala . . . Il presente fu un pa[io] di forzieri ricchi e begli, una pezza d’alto e basso di chremisi broccato d’oro, una d’azurro per lo simil modo, una pezza di velluto piano di chremisi, una di verde e nero; tutte di braccia 40 o circa l’una; e un panno di grana e uno di turchino. ... b) Nelle ultime pagine del suo Diario, Brancacci compilò un elenco completo dei doni86: Nota dei doni fatti e delle spese occorse Qui farò menzione di tutti e presenti che facemo al Soldano e agl’altri signori dal Cairo ed eziandio in Alessandra, e a presso a molt’altri uficiali, cioè in cose come sono panni e drappi. ... 85 D. Catelacci, Diario di Felice Brancacci, ambasciatore con Carlo Federighi al Cairo per il Comune di Firenze, «Archivio Storico Italiano», ser. IV, 8 (1881), pp. 157-188. 86 Ibidem, pp. 326-334. 95 95 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI In Alessandra donamo all’Amiraglio braccia trenta di zetani vellutato verde e braccia 10 di panno turchino e 10 di verde Al Soldano al Cairo braccia 40 d’alto e basso chremisi broccato d’oro, e braccia 38 di velluto piano chremusi, e braccia 40 di zetani vellutato verde e nero, e una peza di panno rosato e una di turchino e un pa[io] di forzieri ricchi e bene lavorati e gentilmente storiati Al Dindar grande del Soldano una peza di panno rosato e braccia 14 di zetani vellutato piccolo per copritura d’una corazza Allo Scrivano della Segreta, cioè Cancelliere, quel medesimo Al Natarchasso e al figliuolo, quel medesimo Al Maliscalco della stalla del Soldano una meza peza di panno turchino br. 24 Al Dindar di Chatabisser canne tre di turchino e verde br. 12 Al Dindar del Dindare el Grande canne 1 ½ br. 6 Al Cancelliere del Dindar canne 1 ½ di panno br. 6 Al Dindar minore del Dindare canne 1 ½ di panno br. 6 Allo ricevitore dell’imbasciadori braccia 10 di panno br. 10 Al vicitarore secondo delli imbasciadori canne 1 ½ di panno br. 6 A un Dindare di Natarchasso per in due volte braccia 6 di panno br. 6 Al Dindar secondo del Dindar braccia 6 di panno br. 6 A Caino turcimanno del Soldano braccia 12 di panno di 2 colori br. 12 A Fers l’altro turcimanno del Soldano canne 1 ½ di panno br. 6 A Natarchasso, che ce ’l mandò a chiedere, canne 2 di panno br. 8 Al cadì della doana d’Alessandra braccia 14 di drappo d’oro nero, di valuta di ducati 3 il braccio, e braccia 30 di panno br. 30 Avanzocci braccia 3 ½ di panno verde, che si vendè ad Antonio Minerbetti per ducati 3. Doc. 12 Nel clima di rinnovato interesse che l’imminente ambasceria al Cairo del 1422 stava suscitando in città, alcuni mercanti si prepararono a commerciare con il regno mamelucco e si rifornirono di merci adeguate. In quello stesso anno Benedetto Strozzi si recò ad Alessandria portando con sé i prodotti che alcuni mercanti fiorentini gli avevano consegnato con l’incarico di venderli. Dai fratelli Simone e Filippo Tornabuoni lo Strozzi aveva ricevuto 600 ducati e cinque tessuti serici, tra i quali due pezze di zetani vellutato verde e nero e altre due di zetani verde e nero picciolato, valutati complessivamente 312 fiorini d’oro87: 1422 Qui apresso farò richordo di drapy eby inn achomanda da Simone e Filippo di Filippo Tornabuony. I detty drapy eby in Firenze a dì 22 d’aghosto. Una pezza di zetani verde e nera velutato, braccia xxxi per f. 2 s. 1 a oro braccio f. 63 s. 11 a oro Una pezza di zetany verde e nero vellutato, braccia xxxiii per f. 2 s. 1 a oro braccio f. 67 s. 13 Una pezza di zetany verde e nero picciolato di braccia xxxiii per f. 2 1/3 il braccio f. 77 Una pezza di velluto verde inn accia di braccia xxviiii per s. 17 ½ a oro il braccio f. 25 s. 7 1/2 Una pezza di zetany verde e nero picciolato, braccia xxxiii 2/3 per f. 2 1/3 il braccio f. 78 s. 11 ----------------312. 2. 6 87 ASF, Carte Strozziane, Serie Terza, 276, Quaderno di Benedetto Strozzi, cc. 33 v., 34 r. 96 96 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) I sopra detti drapy vogliono ch’io finischa sechondo a me pare e piacie e chosy investischa quello ne ritraessy, sechondo my parrà i sopra detty drapy che rechay in Porto Piesano a dì ii di settembre in su la ghalea di Francesco Mannelli. A dì 13 di novenbre missy e sopra detti drapy inn Alesandra in nome di Domenicho Bianciny e a luy gli achomanday che gly finisse e de ritratto investise, chome apare per una ischritta òne di mano del detto Domenicho. I sopra detty drapy deono dare f. dodicy e lire dodicy s. 19 d. 7 piccioli, chome apare partitamente in questo, a c. 36 f. 12 lb. 12 s. 19 d. 7 Doc. 13 Un altro mercante fiorentino – Giorgio di Niccolò Ughi – approfittò delle favorevoli opportunità legate all’ambasceria del 1422 (Doc. 11) per inviare ad Alessandria cinque tessuti di seta. Il suo corrispondente in Egitto gli avrebbe fornito in cambio zenzero, pepe e noci moscate. Il libro contabile di Giorgio Ughi ha conservato una documentazione molto dettagliata dell’operazione. Presentiamo soltanto la prima parte, relativa alle sete, mentre tralasciamo la seconda, tutta incentrata sulle spezie. In questa sede è sufficiente notare che l’operazione si concluse con una perdita, ma il risultato dipese anche dalla vendita finale delle spezie. a) Giorgio Ughi acquista a Firenze i cinque tessuti di seta presso la compagnia di Giorgio di Niccolò di Dante Ughi, nella quale proprio Giorgio è socio insieme al fratello Domenico88: Mccccxxii Giorgio di Nicholò di Dante e chonpangni deono avere, a dì iii di luglio, per una peza di veluto di chermisi piano di braccia xxxiii quarti 0 per f. ii s. xv a oro el bracio, monta f. 90 s. 21 d. 9 E deono avere, a dì detto, per una [pezza] di veluto di grana piano di br. xxxiii quarti ii per f. due d’oro el bracio f. 67 s. – d. 0 E deono avere, a dì detto, per una peza di veluto verde piano di br. xxx per f. 1 s. xv a oro bracio f. 52 s. 14 d. 6 E deono avere, a dì detto, per una peza di veluto azurro in acia per s. xvii d. vi a oro bracio di bracia xxxi quarti ii, monta f. 27 s. 16 d. 4 E deono avere, a dì detto, per una peza di zettani alessandrina velutata di br. xxxi quarti ii per f. due d’oro el bracio, monta f. 63 s. – d. – -------------------300. 23. 7 Le dette draperie tolsi da loro a termine d’uno anno prosimo che viene per mandare in Alessandra, posto una ragione di draperie debia dare, in questo, c. 158 88 ASF, Ughi, 65, Dare, avere e ricordi di Giorgio di Niccolò Ughi, c. 157 s. 97 97 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI b) Completati gli acquisti, Giorgio Ughi procede al pagamento della gabella di Firenze e del premio dell’assicurazione marittima89: Mccccxxii Una ragione di cinque peze di draperie di più cholori chonperai da Giorgio di Nicholò di Dante e chonpangni chome apare in questo, a c. 157, deono dare, a dì iiii di luglio, f. 300 s. 23 d. 7 a f., le quali io mando in una chas[s]etta in su le chalee sotili del Chomune che vanno in Alessandra overo a Baruti per le mani di Piero d’Iachopo del Papa, spieziale, e per Domenicho di ser Giovanni Bencini, cittadini fiorentini, segnata di mio sengno E de’ dare, a dì detto, f. quatro s. sedici d. sei a f. sono per la ghabella di detta chas[s]etta pesò lib. 70 in tutto di Firenze paghòlo per me Giovanni Barbadoro e chonpangni, posto debiano avere, in questo, c. 153 E deono dare, a dì detto, f. quatordici d’oro per lo[ro] a Giovanni Barbadoro e chonpangni, posto debiano avere, in questo, c. 153, sono per una sichurtà m’ànno fatto di detta chas[s]a di f. 350 d’oro a ragione di f. 4 per cento, sensale Piero di Michelino E deono dare, a dì xviiii di settenbre, f. 3 s. 12 d. 6 a f., posto spese fatte debiano avere, in questo, c. 160 f. 300 s. 23 d. 7 f. 4 s. 16 d. 6 f. 14 f. 3 s. 12 d. 6 -------------------322. 23. 7 E deono dare f. iiii s. xii a f., posto spese fatte debiano avere, in questo, c. 160 f. 4 s. 12 d. 0 -------------------327. 6. 7 ... c) Un apposito conto accoglie altri costi, relativi all’imballaggio e alla spedizione a Pisa90: Mccccxxii Spese fatte in una chas[s]a di draperie mandai inn Alessandra deono dare, a dì iiii di luglio, per una chas[s]etta d’abette a Papi, lengnaiuolo, per tuta E, a dì detto, per br. 3 di panno inceratto e per br. 3 di chanovacio e per libbre 3 di banbacia, ongni chosa vechi, le quali ebi da Bartolomeo del Ghalea, posto debia avere, in questo, c. 161, per tutto, s. quaranta E, a dì detto, a Papi di Nicholò di Bucherello e chonpangni, linaiuoli, per libbre 1 once 6 di banbangia, posto debiano avere, in questo, c. 161, per s. vii libbra E, a dì detto, al Belaqua, veturale, per vetura di detta chassa perr insino a Pisa, s. 22 E, a dì xviiii di settenbre, f. due s. viiii d. otto a f., per loro a Bernardo d’Ughucione e chonpangni di Pisa, portò Nicholò d’Astore, sono per la ghabella di Pisa e spaciatta di Pisa ... 89 90 ASF, Ughi, 65, Dare, avere e ricordi di Giorgio di Niccolò Ughi, c. 158 s. ASF, Ughi, 65, Dare, avere e ricordi di Giorgio di Niccolò Ughi, c. 160 s. 98 98 f. – s. 5 d. 10 f. – s. 14 d. 6 f. – s. 3 d. 6 f. – s. 8 d. – f. 2 s. 9 d. 8 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 14 In una pagina datata, non a caso, 1422 un anonimo manuale mercantile fiorentino menziona l’ammontare dei noli per il trasporto marittimo da Porto Pisano per le parti di Levante. Tra le varie merci figurano anche le sete lavorate91: Mccccxxii ... Drappi di seta d’ogni ragione f. 2 per cento a valuta ... f. ii per cento a valuta Doc. 15 Una fonte anonima fiorentina del 1444, di nove anni anteriore al crollo di Costantinopoli, contiene una bella descrizione del bisestano (bedesten) di Bursa, il grande mercato chiuso, all’interno del quale si vendono merci costose quali gioielli e tessuti di seta92: Che correnti gli anni del Nostro Signore Iesus Cristo Mccccxliiii in una città del Turcho in sulla Turchia chiamata Bursia, distante da Andrinopoli sette giornate et divisa dallo stretto di Romania . . . ... El bisestano è uno luogo e edifizio publico quadro per ogni faccia circa braccia cl et con quattro porte di ferro, cioè in ogni faccia una e nel mezo e così à dentro due vie in crocie che rispondono a dette parti. E dall’uno e l’altro lato di dette vie sono cierte botteghe di mercatanti dove stanno e tengono e pecunie e gioie e drapperie. E è fatto questo edifitio in colonne e in volte e di grosse mura solo per guardia di questo tesoro de’ merchatanti e ciascuno volentieri lo tiene quivi come in luogo sicuro e da ladri e da fuocho e per questa cagione si può istimare che sempre v’è drento il valsente d’uno milione e mezo di fiorini o più. E dintorno a questo hedifitio, dalla parte di fuori, sono botteghe infinite e acchostate allo edififio e dalla banda dirinpetto; e grandissima parte sono di legname, dove s’essercitano arti più vili che quelle che sono rinchiuse drento. ... Doc. 16 Il documento che segue non ha un diretto aggancio con l’Oriente ma tocca un tema molto delicato: gli scambi di sete lavorate tra Firenze e Venezia. A questi scambi tra le due città partecipavano anche compagnie che esportavano tessuti in Levante. Un caso emblematico è offerto, come vedremo, dalla compagnia Cambini, che da Firenze spedisce drappi a Venezia e nel Vicino Oriente (Doc. 17-19) e altri ne acquista nella stessa Venezia (Doc. 31). A una data imprecisata, ma riconducibile alla fine del 1455, Girolamo Corboli, un mercante fiorentino attivo a Venezia, chiese ai Cambini di acquistare per suo conto, sul mercato fiorentino, tre pezze di zetani di vario colore. I Cambini le acquistarono dai 91 92 Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Acquisti e Doni, 13, Pratica di mercatura, c. 79 r. BNCF, II, II, 50, Miscellanea, c. 177 v. 99 99 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Marsuppini, setaioli, e il 29 gennaio 1459 spedirono al Corboli l’estratto-conto con l’indicazione del costo di acquisto93: [1456] Giovanni di messer Ghirighoro Marsupini e conpagni, setaiuoli, deono avere, a dì 29 di giennaio [1455=56], per questi drapi chonperamo da loro a tenpo di mesi viii prosimi, sensale Piero di Giermia, e quali togliemo per ordine di Girolamo Chorboli: Una peza di zettani raso paghonazo, pesò libbre 8 once 2 Una peza di zettani rasso nero, pesò libbre 9 once 2 Una peza di zettani rasso nero, pesò libbre 7 once 6 Pesono in tutto libbre 24 once 10 Per f. iiii libbra, monta f. 99 s. 6 d. 8 a oro Doc. 17 La compagnia di Francesco e Carlo Cambini spedì nel 1459 tessuti d’oro e di seta a Baldassarre Biliotti, in Pera, con l’incarico di venderli. a) Un libro contabile dei Cambini menziona le sete e il costo complessivo94: [1459] Una mandata di drappi sulle ghalee in Levante per Baldassarre Biliotti debbe dare, a dì primo di settenbre, f. ccxviii di sugello, posto Baldassarre Biliotti avere, di chontro, c. 141, sono per 3 pezze di drappi con oro mandate in Levante, chom’apare a Ricordanze, c. 31 E de’ dare, a dì detto, f. cxxiii s. x a oro, posto drappi di nostra ragione avere, in questo, c. 44, sono per br. 26 di domaschino biancho piccolato brocchato d’oro, mandamo chome di sopra, chom’appare a Ricordanze, E, a dì fino a dì xiiii d’aghosto paxato f. vi s. xi a oro paghati alla doana per ghabella e altre spese fatte a’ sopra detti drappi fino tratti di Firenze, a Uscita, c. 139 E, a dì de[tto], f. iii s. vi d. iiii a oro, posto Ridolfo di ser Ghabriello di Pisa, per lui, avere, in questo, c. 135, per più spese scrixe detto Ridolfo avere fatto a detti drappi fino charichi in ghalea, chom’appare per la chopia del chonto mandatoci, a Ricordanze, c. 32 f. 218 s. – d. – f. 123 s. 14 d. 6 f. 6 s. 16 d. – f. 3 s. 8 d. 10 -------------------f. 351. 10. 4 93 Firenze, AOI, 12637, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 187 v. Su queste aziende si veda S. Tognetti, Il Banco Cambini, cit. 94 Firenze, AOI, 12643, Debitori e creditori di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 141 s. 100 100 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) In una pagina delle Ricordanze i Cambini hanno preso nota della spedizione delle sete a Pisa. Il corrispondente locale – Ridolfo di ser Gabriello – curerà l’imbarco della cassa su una delle galee fiorentine in partenza per Costantinopoli95: [7 agosto 1459] Richordo che oggi, questo dì vii d’aghosto, noi mandamo a Pisa a Ridolfo di ser Ghabriello, per Bartolo di Bruno da Singna, vetturale, questo ch’è apresso, per chonsengnare in Pisa a Baldasere Biliotti, per charichare alle nostre ghalee per navichare per Levante, e prima: Una peza di velluto chermisi pieno, br. xliiii, il quale avemo da Marino da Raugia Una peza di raso allessandrino brochato d’oro di Cipri, br. 36 avemo da Una peza di raso di grana brochato d’oro di Cipri, br. 40 detto Marino Uno taglo di br. xxvi di domaschino biancho piciolato brochato d’oro, per nostro chonto propio. Tutti i sopra detti drappi erono in una chassa di br. 1 1/8 involta in incierato e chanavacio, segnata di nostro segno e N. 1, pesò in tutto in doana libre 72, finimo qui per tutte spese f. 6 s. 11. - a oro. c) A Pisa Ridolfo di ser Gabriello ha eseguito l’ordine; ha sostenuto alcune spese che poi ha trasmesso alla compagnia Cambini96: [20 agosto 1459] Chopia d’uno chonto avuto da Pisa da Ridolfo di ser Ghabriello di spese fatte a una chassa di drappi mandati i Levante questo dì xx d’aghosto 1459: Sarà apresso chonto di spese fatte a una chassetta di drappi infino spacciata a ghalea e chonsegniata per vostro ordine a Baldassarre Biliotti: Per vettura e passi da Firenze a Pisa lb. – s. 11. – Per ispaccio dentro e uscita e fachini di doana lb. – s. 2. – Per ghabella d’entrata di Pisa per 1/3 lb. 6 s. 17 d. 3, chanale lb. 3 s. 15 d. 10 lb. 10 s. 13. 1 Per la ritratta da Pixa lb. – s. 6. – Per vettura di qui a Livorno s. v d. vi lb. – s. 5. 6 Per providigione di Livorno lb. – s. 10. – ----------------12. 17. 7 vagliono f. 2 s. 18 d. 4 Per nostra providigione f. – s. 8. – Sonma, chome vedete, f. iii s. vi d. iiii. Provedetelo e, stando bene, cie ne fate creditori qui al per noi e avisate. Ridolfo di ser Ghabriello in Pisa, a dì – d’aghosto 95 96 Firenze, AOI, 12639, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 31 r. Firenze, AOI, 12639, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 32 v. 101 101 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI d) A Costantinopoli Baldassarre Biliotti ha ceduto le sete in cambio di cremisi e seta grezza e nel dicembre 1460 trasmette un dettagliato estratto-conto di netto ricavo ai Cambini, che lo copiano nelle loro Ricordanze97: [16 dicembre 1460] Chopia d’uno chonto di drappi aùto da Pera da Baldasare Biliotti. Apresso si dicie chonto di vostri drappi finiti abiàno chome apresso: A Giovanni Zoni, a dì 8 di luglio, a baratto di chermisi e seta: Una pezza di vellutato di grana, pichi 44, aspri 92, monta aspri 3960 Una pezza d’apiccolato brochato, pichi 26, aspri 220 pichi, monta aspri 5720 ii pezze di rasi brochati d’oro di Cipri, pichi 76, aspri 140 pichi, monta aspri 10640 -------------Monta aspri 20320 Abatti spese fatte: Per nolo e avarie di detti drappi Per chumerchio di detti drappi Per porto a chasa e beveraggio a nochieri Per porto sino in Adrinopoli e ritorno Per porto sino in Bursia e ritorno in Pera Per senseria a ½ per cento Per chonsolagho d’entrate e d’uscite ¼ per cento Per istallagio aspri 404 aspri 320 aspri 2 aspri 42 aspri 15 aspri 102 aspri 25 aspri 20 --------------930 Somma spese, chome si vede, che di chontro c’arrete a fare buoni aspri 930, vagliono aspri 43 per ducato, ducati ventuno s. xii a oro di Vinegia e di tanto ci fate creditore a buono chonto duc. 21 s. 12. – a oro di Vinegia Per Baldassarre Biliotti in Pera, a dì 16 di dicenbre 1460 e) L’operazione non è terminata ma nel marzo 1461 i Cambini procedono a una chiusura provvisoria dei conti. Nella sezione Avere del mastro (qui non pubblicata) registrano il ricavo lordo (f. 564 s. 10), mentre nella sezione Dare riuniscono i vari costi e un utile (parziale) di f. 5098: 97 Firenze, AOI, 12680, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 44 r. Si tratta del primo dei tanti estratti-conto che provengono da Pera. Utili riferimenti a questi oneri, che nelle fonti si ripetono a volte con qualche inesattezza, in A. Sopracasa, Les marchands vénitiens à Constantinople d’après une tariffa inédite de 1482, «Studi veneziani», N.S., LXIII (2011), pp. 49-218. 98 Firenze, AOI, 12644, Debitori e creditori di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 42 s. 102 102 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mcccclx [=1461] Una mandata di drappi in Levante sulle nostre ghalee, acchomandati a Baldassarre Biliotti, de’ dare f. cccli s. x d. iiii a fiorino, levata da Libro azzurro segn. L, c. 141 f. 351 s. 7. – E, a dì xii di marzo, f. xxvi s. – a oro, posto Baldassarre Biliotti debbi avere, in questo, c. 46, sono per duc. 21 3/5 di Vinegia, disse detto Baldassare Biliotti avere fatto di spesa a’ sopra detti drappi insino finiti, chome apare per ’l chonto, a Ricordanze, c. 44 f. 26 s. –. – E, a dì xxiiii detto, f. L, posto Avanzi di bancho debbino avere, in questo, c. 204, per parte d’avanzo a questo chonto f. 50 s. –. – f. 427. 7. – Doc. 18 La compagnia Cambini nel 1459 ha costituito una bottega di arte della seta, la cui ragione sociale è Piero Cappelli e compagni, setaioli. Piero Cappelli, che aveva sposato Costanza, figlia di Niccolò Cambini, è il direttore; i Cambini sono i soci di maggioranza99. Nel 1461 la compagnia Cambini spedisce a Baldassarre Biliotti, attivo a Costantinopoli, due cassette contenenti cinque drappi, quattro dei quali proprietà della nuova bottega della seta di Piero Cappelli. a) Il ricordo della spedizione a Pisa delle due casse100: Mcccclxi Richordo che oggi, questo dì xxi d’aghosto, che noi mandamo in Pera a Baldassarre di Ghualtieri Biliotti questi drappi ch’è apresso per le mani di Ridolfo di ser Ghabriello di Pisa e per Matteo di Meo, vetturale, chon ordine li charichassi alla nostra ghalea di Romania, kapitano Filippo di Francesco Tornabuoni, chon ordine sieno chonsegnati a Baldassarre sopra detto per fare nostro ordine. E drappi sono questi ch’è apresso: Una cas[s]etta invogliata e segnata di nostro segno, di N. 1 e chontrasegnata de l’avanti segno P, entrovi e drappi ch’è apresso e prima, e quali drappi sono di ragione di Francesco di Nicholò Chanbini e di Piero di Lorenzo Chapegli e di Bartolomeo d’Andrea Chanbini: Uno domaschino brochato d’oro a posto, bigio, di br. 54 ¼ Uno domaschino brochato d’oro a posto, tanè, di br. 44 ½ Uno domaschino brochato d’oro a posto, verde, di br. 40 ¼ Una cassetta invogliata e segnata di nostro segno e di N. 2, entrovi e drappi ch’è apresso e prima: Una peza di brochato d’oro chermisi cho pelo e riccio di br. xlvii 1/8 di ragionne di Francesco Chanbini e Piero Chapegli e Bartolomeo Chanbini sopra detti, el quale à finire per loro chonto. 99 S. Tognetti, Il Banco Cambini, cit., pp. 204-208. Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 38 v. 100 103 103 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Una peza di brochato d’oro chermisi chon pelo e riccio di br. xlv 3/8, lavorò Antonio della Luna di ragione di Bartolomeo di Gherardo Gherardi e fratelli, el quale à finire per loro chonto e tenerne chonto a parte. b) A Pisa, Ridolfo di ser Gabriello riceve la prima cassa e sostiene una serie di spese che poi trasmette alla compagnia Cambini di Firenze. I Cambini copiano l’estratto-conto di sole spese in un loro libro contabile101: [5 settembre 1461] Chopia d’uno chonto di spese a una chassetta di brochati, riceuto da Ridolfo di Pixa. Appresso vi direno chonto di spese fatte a una chassetta di brochati d’oro, segnata chome davanti – P – chariche alle ghalee di Romania, kapitano Filippo di Francesco Tornabuoni, per rendere im Pera a Baldassarre Biliotti e in sua essenza (sic) a Francesco di Giovanni Ugholini. È in detta chassetta libbre 48 di brochati d’oro. Per vettura da fFirenze a qui, nulla f. – Per ispaccio di doana a’ fachini d’entrata e uscita e charichare in charro f. – s. – d. 4 Per ritratta di Pixa s. 15 ½ f. s. 3 d. 8 Per charreggio da qui a Livorno f. – s. 1 d. 6 Per ghabella di Pixa 1/12 partita, ceppo lb. 14 s. 3 d. 6, vagliono f. 3 s. 6 d. 8 Per provixione di Livorno e charichalla f. s. 2 d. 6 Per nostra provixione f. – s. 8 --------------Somma f. 4 s. 2 d. 8 Chome si vede, monta detto chonto f. iiii s. ii d. viii; provedetelo e, stando bene, achonciatelo; e, ssendovi errore per voi o per noi, ditelo e chorreggierassi. Cristo vi guardi. f. 4 s. 2 d. 8 Ridolfo di ser Ghabriello in Pixa, a dì 5 di settembre 1461 c) Arriva a Pisa la seconda cassa e lo stesso giorno Ridolfo di ser Gabriello compila un altro estratto-conto delle spese sostenute, che i Cambini copiano nelle loro Ricordanze102: [5 settembre 1461] Chopia d’uno chonto di spese a una chassetta di brochati, riceuto da Ridolfo di ser Gabriello di Pixa. Appresso vi direno chonto di spese fatte a una chassetta, entrovi libbre 59 di brochati d’oro, segnata dell’avanti segno + e charicha alle ghalee di Romania, kapitano Filippo di Francesco Tornabuoni, per rendere in Pera a Baldassarre Biliotti e in sua essenza (sic) a Francesco di Giovanni Ugholini. Per vettura da Firenze a qui, nulla f. – Per ispaccio in doana a’ fachini d’entrata e uscita e charichare in charro f. – s. – d. 6 101 102 Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 43 v. Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 43 v. 104 104 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Per ghabella di Pixa per lo 1/3 per navichare 1/12, cieppo, partita lb. 17 s. 17 d. 2 vagliono, in tutto f. 4 s. 4 d. 1 Per ritratta di Pixa s. xviiii f. s. 4 d. 6 Per charreggio di qui a Livorno f. – s. 2 Per provisione di Livorno f. – s. 2 d. 6 Per nostra provixione f. – s. 8 --------------Somma f. 5 s. 1 d. 7 Chome partitamente si vede, montano dette spese f. cinque s. i d. vii; provedetelo e, stando bene, achonciatelo; e, ssendovi errore per voi o per noi, ditelo e chorreggierassi. Cristo vi guardi f. 5 s. 1 d. 7 Ridolfo di ser Ghabriello in Pixa, a dì 5 di settembre 1461 d) A Costantinopoli Baldassare Biliotti inizia a vendere i drappi ricevuti. Il 20 gennaio 1462 trasmette ai Cambini un primo estratto-conto di netto ricavo103: [20 gennaio 1462] Chopia d’uno chonto di pezze 4 di brochati aùto da Baldassare Biliotti. Apresso vi si dirà chonto d’uno vostro chanpo d’oro e di 3 pezze di domaschino brochati a posta ricieuti per voi in due chas[s]ette per le nostre ghalee, chapitano Filippo Tornabuoni e finito chome apresso diremo, prima: A Bartolomeo Gortti e Girolamo Mileo, a dì xx di gienaio a ri[. . .]: 47 ½ pesi di chanpo d’oro chermisi per aspri 372 picho, monta aspri 17670 140 ½ pesi di domaschini brochati a posta in 3 pezze: una bigia, una tanè, una verde, per aspri 132 picho, monta aspri 18546 Apresso spese fatte e prima: Per nolo di detti drappi, furono libre 78 a duc. 8 libra, duc. 624 a 4 per cento, duc. 25 di Vinegia Per avaria a s. 7 d. 5 per cento, di stima Per porto da ghalea a chasa e beveraggio a’ nochieri di ghalea Per chumerchio a dua per cento, stimati aspri 28650 Per senseria a la vendita a ½ per cento Per chonsolaggio al nostro chonsolo a ¼ per cento d’entrata Per i[s]talago a 1/3 per cento el chotumo a 1 ½ Per nostra providigione a 2 per cento della vendita Per senseria del chanbio a ¼ per cento Per nostra providigione della rimessa de’ danari se fussino chontanti a 2 per cento 103 aspri 1000 aspri 94 aspri 3 aspri 573 aspri 181 aspri 90 aspri 120 aspri 725 aspri 90 aspri 725 -------------3601 Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 69 v. 105 105 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Soma le spesse, chome vedete, e tanto ci avete a fare buoni di chontanti. Provedete e l’achonciate aspri 3601 La vendita de’ drappi monta aspri 36216, sono aspri 40 per ducato, montano duc. 905 2/5 di Vinegia e tanto e tanto (sic) tocha a questo chonto del chanbio di duc. 3050 rimesso a Vinegia a Girolamo Chorboli di Bartolomeo Giortti in vostra per duc. 905 2/5 volontà ne sono achonci e quando rischossi. Che Iddio di noi sia ghuardia. di Vinegia Baldasarre Biliotti, a dì xx di giennaio 1461 e) Baldassarre Biliotti porta avanti la vendita delle stoffe, registra i ricavi e le spese sostenute e infine invia il solito estratto-conto di netto ricavo alla compagnia Cambini di Firenze, che lo copia nelle sue Ricordanze. I primi due compratori sono italiani, il terzo è un turco che acquista per conto del sultano Maometto II104: [5 gennaio 1463] Chopia d’uno chonnto di una peza di brochato chermisi ricevemo da Baldassarre Biliotti di Pera. Apresso vi diremo chonnto di una peza di vostro brochato chermisi per chonnto vostro e di Piero Chappelli, chome apresso e prima: Anbruogo Chonntarini, a dì xx di novenbre, a danari chonntanti: xv pitacchi di brochato d’oro chermisi, per aspri 320 pitachio, monta aspri 4800 A Paris Morello, a dì vii di dicenbre, a tennpo di mesi vi: xviiii pitachi di brochato d’oro chermisi, per aspri 336 picho, monnta aspri 6384 A Orlanndo Ucholi, turcho, pel Segniore, a danari, a dì xiiii di dicenbre: xiiii 1/iiii di brochato d’oro chermisi, per aspri 320 pichio, monnta aspri 4560 --------------15744 Apresso le spese fatte e prima: Per nolo di detto brochato fu libbre 25, stimato duc. 200 d’oro a duc. iiii per cento, duc. 8, vagliono Per averia a s. vii d. xi per cento, di stima Per churmercho a 2 per cento, stimato aspri 300 pichio, pichi 48 Per porto a chasa e beverago a nichieri Per senseria alla venndita, a ½ per cento Per chonsolaggo al nostro chonsolo a ¼ per cento d’entrata Per istallaggo a 1/3 per cento e ’l chostumo e ½ Per nostra providigone a 2 per cento della vendita Soma le spese, chome si vede 104 aspri 336 aspri 33 aspri 288 aspri 1 aspri 79 aspri 36 aspri 52 aspri 315 --------------aspri 1140 aspri 1140 --------------- Firenze, AOI, 12682, Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni, c. 10 r. 106 106 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Resta e ritratto netto, chome di sopra si vede, sbattuto le spese, aspri quatordici migliaia e secento quatro; provedetelo e, stanndo bene, l’achoncate e lo dite. Idio vi quardi (sic). La detta peza di brochato atiene a Piero Chapegli, propio. aspri 14604 Baldassarre Biliotti in Pera, a dì v di gennaio 1462 Doc. 19 Come già aveva fatto nel mese di agosto 1461 (Doc. 18), la compagnia Cambini interviene di nuovo quale spedizioniere. I drappi appartengono quasi tutti alla compagnia Cappelli, della quale i Cambini sono soci. a) Il 18 agosto 1462 i Cambini imballano in una cassa tre sete destinate a Baldassarre Biliotti, il corrispondente abituale a Costantinopoli105: Mcccclxii Richordo oggi, questo dì xviii d’aghosto, che noi mandamo a Pisa a Ridolfo di ser Ghabriello questi drappi ch’è apresso e prima, chon ordine le chonsengniassi a Baldasare Biliotti e che gli finissi chome sua r[. . .] propio, e per Andrea di Ghuido, vetturale, si mandò la detta chas[s]etta. Una chassetta invogliata e segnata di nostro segno e di N. 1: Una peza di brochato d’oro e di chermisi ricuto per chonto di Piero di Lorenzo Chapelli, propio, br. xlviii ¼ Una peza di brochato d’oro alesandrino br. xliii 5/8 per chonto di Piero Chapelli e chonpagni Una peza di domaschino tanè a posta chon oro br. xl 2/3 per chonto di Piero Chapelli e chonpagni. E sopra detti drappi avemo da Piero Chapelli e chonpagni. b) A Pisa il solito Ridolfo di ser Gabriello provvede all’imbarco della cassa su una delle galee fiorentine e al termine dell’operazione compila un estratto-conto di sole spese, che i Cambini copiano in un loro libro contabile106: Mcccclxii Copia d’uno chomto di spese fatte a una chassa di brochati ricevuto da Ridolfo di Pisa. Sarà appresso chomto e spese a una chassa di brochati riceuti d’aghosto passato e charichi alle [galee] di Romania, chomsemgnati a Baldasarre di Ghualtieri Biliotti: Per vettura e passo da Firemze a pPisa s. iii d. vi a oro f. – s. 3 d. 6 Per ghabella della entrata di Pixa f. iiii s. iii d. v a oro f. 4 s. 3 d. 5 Per fede della ritratta di Pisa e ceppo, lb. una f. – s. 4 d. 8 Per ispaccio d’emtrata e uscita a’ fachini f. – s. – d. 8 Providigione di Livorno f. – s. 2 d. 4 Per nostra providigione f. – s. 8 d. – ---------------Sonmano dette spese f. 5 s. 2 d. 7 105 106 Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 302 v. Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 305 r. 107 107 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Sonmano le sopra dette spese, chome partitamente vedete, f. cinque s. ii d. vii a oro; provedetelo e trovamdo star bene, l’achomciate e, semdovi errore per voi o per noi, lo dite, e choregierassi f. 5 s. 2 d. 7 Per lo Ridolfo di ser Ghabriello in Pisa, a dì ii di settenbre [1462] c) Dopo le spedizioni effettuate nel 1461 (Doc. 18 a) e nel 1462 (Doc. 19 a), la compagnia di Piero Cappelli, nella quale i Cambini sono soci di maggioranza, invia altri tre drappi in Levante. Le sete lasciano Firenze con destinazione non più Pisa ma Ancona; a Costantinopoli il nuovo corrispondente è Francesco Ceffini, che subentra a Baldassarre Biliotti107: Mcccclxii [=1463] Una mandata di drapi in Levante deono dare, a dì xxiiii di marzo f. trecento cinquantanove s. ii a oro, posto Francesco e Bernardo Chanbini e Bartolomeo Chanbini e Piero Chapelli debbino avere, in questo, a c. 133, e qua drapi sono questi, coè: una peza di brochato chermixi di br. 40 ¾ per f. 6 braco e una pezza di domaschino biacho brochato d’oro di br. 47 ¾ per f. 2 s. 8 a oro braco, el quale domaschino si chontorno indreto e deti da Nichola di ser Dino, loro chompagno, d’una divisa fecono più tenpo fa, e deti drapi si mandorono deto dì per le mani di Francesco e Bernardo Chanbini in Levante per la via d’Anchona per una nave padronegata da Domenicho da Chamurano e madorogli a Baldasare di Ghaltieri Biliotti per conto detti Francesco e Bernado e Bartolomeo Chabini e Pero Chapelli, chome apare al Memoriale, a c. 102 f. 359 s. 2 d. – E de’ dare, a dì detto, f. centotredici s. xii d. vi a oro sono per una pezza di veluto chermixi in 2 tagli di br. 50 ½ di tre cholori ragonosi nella istima f. 2 ¼ braccio, choxì a buon conto lo ragioniamo; el detto veluto si mandò cho sopra deti drapi chon una chaxa di Iachopo Gher[ar]di per le mani de’ sopra detti Chanbini e per la via d’[An]chona: el detto veluto toglemo della botegha, posto che sete e grana e chermixi debbino avere, in questo, a c. 136, e delle sete mandate n’apare debitore al Memoriale peze per peze, a c. 102 f. 113 s. 12 d. – ... d) A Costantinopoli le vendite delle sete spedite nel 1462 e 1463 si accavallano, creando a volte momenti di incertezza. I due corrispondenti – Baldassarre Biliotti e Francesco Ceffini – trasmettono alle due compagnie Cambini e Cappelli i risultati conseguiti. Il 5 gennaio 1464 Baldassarre Biliottti invia ai Cambini un estratto-conto di netto ricavo relativo a buona parte dei drappi giunti via Ancona. Il documento termina con l’elenco delle pezze ancora da vendere, che ora passano nelle mani di Francesco Ceffini 108: 107 Firenze, AOI, 12649, Debitori e creditori di Piero Cappelli, Francesco e Carlo Cambini e Niccolò di ser Piero da Colle e compagni, setaioli, c. 137 s. Le due registrazioni qui pubblicate sono contenute nell’unico codice a noi pervenuto della compagnia Cappelli e contengono dati mancanti nei libri contabili dei Cambini. 108 Firenze, AOI, 12682, Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni, c. 24 v. 108 108 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mcccclxiiii Copia d’uno chonto di iii cchas[s]e di drapi ricievuto da Pera da Baldasarre Biliotti. Apresso vi direno cchomto e spese fatte a più vostri drapi ricievuti in Ghostantinopoli in una cchassa segnata di vostro segno, ricievuta per le nostre ghalee, cchapitano Giuliano Ridolfi, una peza di brocchato allesandrino et una di domaschino tanè e di più drapi ricievuti in 2 cchasse per la nave di Domeniccho da Cchamurrano e per via d’Ancchona e prima: A Paris Novello, a dì vii di diciembre, per tempo di mesi 6: xx picchi di brocchato d’oro allesandrino, aspri 300 picchio, montano aspri 6000 A Pantaleone Giorgi, a dì 20 d’aghosto, per danari a usanza: una peza di domaschino tanè picchi 47 a aspri 115 picchio, montano aspri 4710 A cChubian, turcho, a dì xxvii d’ottobre, a danari cchontanti: una peza di brocchato d’oro cchermisi, picchi 41 per aspri 315 picchio, monta aspri 12915 A cChubian, turcho, a dì xxxi d’ottobre, a danari cchontanti: xiiii picchi di brocchato d’oro allessandrino per aspri 280 piccho, montono aspri 3920 -------------27547 (sic) Apresso le spese fatte a tutti detti drapi e prima: Per nolo e averia de’ detti avuti per le galee duc. 12.13.10 Vinegia e per quelgli vennono per la nave Chamurana duc. 8 ½ in tutto aspri Per porto a cchasa in tutto paghanmo Per cchumercchio a 2 per cento di stima di tutti e drappi Per semseria del venduto a ½ per cento Per cchonsolagio a ¼ per cento di tutti e drappi Per istalagio dello vemduto a 1/3 per cento Per nostra providigione del venduto a 2 per cento Sonmano le spese aspri 899 aspri 2 aspri 759 aspri 138 aspri 95 aspri 92 aspri 551 ------------aspri 2536 Resta e rritratto netto, abatuto ongni spesa, cchome si vede, aspri 25011. Provedetelo e, stamdo bene, lo dite. cChe Idio di mal vi ghuardi. Per aspri 2536 -------------- aspri 25011 Nota de’ drapi restono in Pera di vostro in mano a Framcesco Ciefini e prima: Uno taglio di brocchato allesandrino di br. 10 Una peza di domaschino biancho a posta di br. 48 2 tagli di velluti cchermisi di br. 50 ½ Baldassarre Biliotti in Pera, a dì v di giennaio 1463 109 109 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI e) A Costantinopoli le vendite proseguono. La Porta acquista due tagli di velluto. Non più Biliotti ma Francesco Ceffini spedisce il solito estratto-conto di netto ricavo ai Cambini, che lo copiano nelle loro Ricordanze109: Mcccclxv Copia di uno chomto di drappi aùto da Pera da Framcesco Ciaffini. Apresso vi si dirà chomto di più drappi lasciòmi di vostro Baldassarri Bilioti a finire e finiti chome apresso e prima: Alla Porta del Singniore, a dì xi di marzo 1463, per danari chomtanti: – L ½ pichi vellutto chermisi in 2 tagli, aspri 120 il picho, monta aspri 6060 A Chassa Isban, turcho, a dì xvi di maggio, per danari chomtanti: – xv pichi di domaschisto (sic) biamcho brochato a posta, aspri 105 il picho, monta aspri 1570 A Chubiarri, turcho di Ghostantinopoli, a dì 18 di giennaio 1464, per barato di seta stravai, chon arotto di chontanti: – viiii ¾ pichi di brochato d’oro allesamdrino per aspri 350 picho, monnta aspri 3413 – xxxii ½ pichi di domaschino biamcho brochato a posta, per aspri 100, monta aspri 3575 -------------14618 Apresso spese fatte: Per beveraggio paghati a chapagi della Porta del Singnore Per senseria a ½ per cento e uno a quello venduto della Porta Per istalagi d’essi a ½ per cento Per tanti ispesi perr anndare il chonsolo alla Portta per non paghare 2 per cento che a noi toccha Per nostra providigione a 2 per cento Sonma le spese fatte, chome vedete aspri aspri aspri 10 103 73 aspri 150 aspri 292 ------------aspri 628 Resta e ritratto netto, abatuto le spese, aspri tredigi migliaia e noveciento novamta. Provedetelo e, stamdo bene chome noi, l’achomciate aspri 628 -------------- aspri 13990 Framcesco Ciaffini in Pera, a dì xxviii di giungnio 1465 Doc. 20 Nel 1461 le autorità cittadine fissano l’ammontare dei noli per il trasporto via mare delle merci imbarcate a Porto Pisano. a) La prima parte è dedicata ai prodotti che lasciano la Toscana con destinazione i porti del Mediterraneo orientale110: 109 110 Firenze, AOI, 12683, Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni, c. 76 v. G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente, cit., p. 358. 110 110 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Noli di Porto Pisano, Reame et Cycylia, per Scio, Ghostantinopoli, Rodi, Allexandria: ... Drappi di seta sanza oro et chermisi, si stimi la libra ducati 4, et paghi a valuta per cento, f. iii s. 10 Drappi di chermusi a brochategli sanza pelo, si stimi la libra ducati cinque, et paghi per cento, a valuta, f. iii s. 10 Drappi d’oro brochati col pelo, si stimi la libra ducati sei, et paghi per cento, f. iii s. 10 ... b) La seconda parte è dedicata alle merci in arrivo. La prima voce riguarda la seta, che ora è grezza; interessante è l’ultima, che invece concerne le sete lavorate. Proprio queste, insieme ad altri prodotti costosi quali i gioielli, sono esentate dal pagamento del nolo se tornano in Toscana a bordo della stessa nave sulla quale erano partite. È un trattamento di favore riservato a quelle sete fiorentine che nei mercati del Vicino Oriente sono rimaste invendute111: ... Drappi di seta et d’oro et panni et ariento, oro filato et gioie et altre chose sottili, et di valuta, che si charichassino im Porto Pisano, tornando indrieto pel medesimo passaggio, per non potergli vendere, o altro qualunque chaso o cagione, non sieno oblighati paghare il nolo se non una volta, cioè a l’andare. ... Doc. 21 Il setaiolo Andrea Banchi spedisce nel 1460 un’ingente partita di tessuti serici a Bastiano da Foligno e Niccolò Dietifeci, in Costantinopoli. Banchi partecipa per 1/3 in questa operazione. A Costantinopoli i corrispondenti sono autorizzati a vendere i drappi in contanti o a prendere in cambio seta grezza o altre merci. a) Il ricordo dell’operazione in un libro di Andrea Banchi112: Mcccclx Richordanza chome questo dì xi d’aghosto 1460 chol nome di Dio e di salvamento e che ci chonceda buon ghuadagnio, noi abiàno mandato in Romania per e lle ghalee del Chomune, kapitano Papi Sacheti, a Ghostantinopoli o a Pera a Bastiano da Fuligno e Nicholò di Nicholò Dietifeci più drappi di seta di più ragone per la sonma di f. 781 s. 2, chom’apare notato in questo, c. 73, e peze 15 di panni gharbi . . . e quali abiàno achomandati al sopra detto Nicholò Dietifeci, che cho llui siano rimexi d’achordo de’ pregi sopra detti, e quali diano loro chomesione finischano per noi a Ghostantinopoli e in Pera o dove pare loro più utile per danari o per baratto o tempo . . . 111 G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente, cit., pp. 358, 359. Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 274 v. Un quadro completo di questo setaiolo in F. Edler de Roover, Andrea Banchi, Florentine Silk Manufacturer and Merchant in the Fifteenth Century, «Studies in Medieval and Renaissance History», III (1966), pp. 221-285, traduz. ital., Andrea Banchi, setaiolo fiorentino del Quattrocento, «Archivio Storico Italiano», CL (1992), pp. 877-963. 112 111 111 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI b) Nello stesso codice Andrea Banchi elenca le sete – 11 drappi per complessive br. 383 ¾ – e le spese sostenute per la spedizione da Firenze a Pisa113: Mcccclx Una mandata di drappi in Levante, cioè in Romania, a Ghostantinopoli, adiritta a Bastiano da Fulignio e Nicholò Dietifeci di Pera, deono dare, a dì iiii d’aghosto 1460, per questi drappi mandati loro per e lle ghalee nostre, chapitano Iachopo di Nicholò di Francho Sacchetti, e quali si sono qui misurati con Nicholò Dietifeci: br. 51 ½ di zetani chermisi riccho spianato, per f. 2 s. 17 d. 6 a oro braccio, monta f. 148 s. 1 d. 3 br. 53 di zetani allesandrino pianato in 2 chamini, per f. uno s. 13 a oro braccio, monta f. 87 s. 9 br. 32 di domaschino verde in 2 chamini per f. uno ¼ braccio f. 40 s. – br. 24 di domaschino b[ia]ncho piccolato per f. uno s. 16 a oro braccio f. 43 s. 4 br. 27 ¾ d’alto e basso chermisi per f. 3 ¼ braccio, monta f. 90 s. 3 d. 9 br. 40 ½ di veluto chermisi riccho spianato, per f. 2 s. 15 a oro braccio, monta f. 111 s. 7 d. 6 br. 24 di domaschino allesandrino brochato d’oro per f. 3 braccio f. 72 s. – br. 38 quarti 1 di domaschino tanè a f. 1 ¼ braccio f. 47 s. 16 d. 3 br. 55 di domaschino paghonazo di verzino a f. 1 ¼ braccio f. 68 s. 15 br. 24 di domaschino bigo in 3 chamini per f. 1 ¼ braccio f. 30 br. 14 di zetani paghonazo di verzino per f. 1 7/8 braccio, monta f. 26 s. 5 E per br. 7 ½ d’incerato per s. 10 braccio, lb. 3 s. 15 da Mariotto di Marcho, a Libro biancho, c. 3 f. – s. 17 d. 9 E per una chassa da detti drappi, lb. 1 s. 6 f. – s. 6 E per libbre 4 di banbaga s. 10 libbra, lb. due a Francesco di Simone, in questo, c. 72 f. – s. 9 d. 5 E per leghare, s. xiiii f. – s. 3 d. 6 I detti drappi e detta chassa mandamo a Pisa per libbre 150 a s. 15 centinaio per Iachopo di Perino, vetturale E a dì xii d’aghosto f. quatordici s. xv piccioli paghati alla doana per ghabella di libbre 97 di drappi di seta, a Uscita B, c. 85 f. 14 s. 3 d. 7 ------------------781. 2. 0 c) A Costantinopoli Bastiano da Foligno e Niccolò Dietifeci vendono i tessuti e redigono un estratto-conto di netto ricavo per Andrea Banchi a Firenze, che lo copia nel suo libro contabile114: Mccccxi [=1462] Chopia di uno conto di una chassa di drappi di setta mandamo a Pera per e lle ghalee, chapitano Iachopo Saccheti, finiti Bastiano e Nicholò. 113 Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 73 r. Nel margine sinistro della carta, l’indicazione della lunghezza in braccia viene preceduta dal numero identificativo della pezza che tuttavia abbiamo preferito tralasciare poiché non ha un legame con i documenti che seguono. 114 Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 195 r. 112 112 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Bastiano da Fulignio e Nicholò Dietifeci di Pera deono dare, a dì xi di marzo 1461 per la vendita ci asegniono avere fatta una chassa di nostri drappi si mandorono loro per dette ghalee, chom’[a]pare per loro conto de dì 28 di dicenbre 1461 in Pera. Apresso vi direno conto di una chassa di drappi, enttrovi peze x e uno taglio di drappi e domaschini di più sorte mandati per lle dette ghalee di sopra. Vendemo a dì 26 d’ottobre a l’onbasciadore di Trebisonda, sensale Lionardo d’Anchona: 22 pichi xxii di domaschino paghonazo per aspri 64 ½ piccho, monta aspri 1419 22 pichi xxii di domaschino verde per aspri 60 piccho, monta aspri 1320 24 pichi di zetani chermisi per aspri 126 picho, monta aspri 3024 E, a dì xxx detto, vendemo al detto anbasciadore: 27 ½ pichi xxvii ½ di zetani chermisi per aspri 126 picho, monta aspri 3465 E, a dì vi di novenbre, vendemo a Pero, turcho: 12 pichi xii di domaschino paghonazo per aspri 65 ¾ piccho, monta aspri 789 E, a dì xviii detto, vendemo a Gorgo Sagunbre: 11 pichi xi di domaschino paghonazo per aspri 60 picho aspri 658 13 pichi di domaschino bi[a]ncho apiccolato a l’onbasciadore di Trebisonda, a dì 18 detto, aspri 80 picho aspri 1036 12 pichi di veluto piano chermisi al detto anbasciadore, a dì detto, ad aspri 130 picho aspri 1560 14 pichi di zetano paghonazzo ad aspri 100, a Nicholò Stordini aspri 1400 12 pichi di domaschino tanè a Pero, turcho, a dì 12 di dicenbre, aspri 58 picho, monta aspri 696 21 ¼ pichi di zetani allesandrino a più persone a ritaglio, per e tutto aspri 1907 3/8 picho di domaschino paghonazo vendemo a uno grecho per e tutto aspri 24 24 pichi di domaschino a poste allesandrino a Bartolomeo Gorgi a barato di seta, aspri 150 picho aspri 3600 16 ½ picchi di veluto chermisi, a dì 6 di maggo, a Iubechi, ebreo, aspri 140, monta aspri 2310 4 ½ pichi di domaschino verde, a dì detto, a Ielia aspri 50 picho aspri 225 9 1/3 pichi di domaschino paghonazo, a dì 15 detto, a Iachopo Tedaldi, aspri 55 picho aspri 513 3 picchi di domaschino verde a Bartolomeo Gorgi, a dì 15 di gugno, aspri 50 picho aspri 150 16 picchi di zetani allesandrino, a dì x di settembre, a uno grecho, aspri 80 picho, a dì x di settembre aspri 1280 2 picchi di domaschino verde a Isacha, ebreo, aspri 55 picho, monta, a dì detto aspri 110 11 pichi di domaschino biancho apicolato a [. . .], turcho, a dì x dicembre, per e tutto aspri 750 24 picchi di domaschino tanè in Adrinopoli a Nicholò da Fulignio, per e tutto aspri 1086 12 picchi di veluto chermisi a Manoli, persiano, a dì 28 di novembre, aspri 130 picho aspri 1560 14 pichi di zetani allesandrino ad aspri 100 picho 28 pichi d’alto e basso chermisi ad aspri 130 picho 24 ½ pichi di domaschino bigo ad aspri 65 picho 4 pichi di domaschino tanè ad aspri 65 picho Montano tutti aspri 6856 a Barttolomeo Gorgi e Girolamo Micheli in un baratto di seta aspri 6856 --------------Somma la vendita, chome si vede, aspri xxxv mila dccxxxviii aspri 35738 Abatesi per ispese fatte a detti drappi, chom’apresso: Per nolo da Porto Pisano a qui per duc. 800 a 4 per cento, duc. 32 aspri 1408 113 113 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Per avaria di ghalee a 1/5 per cento115 Per chomerchio a 2 per cento Per misurare aspri 22 e senseria a ½ per cento aspri 178 in tutto Per consolago ¼ per cento aspri 89, per istalagho 1/3 per cento aspri 119, in tutto Provigone nulla si mette ch’andiam avere la 1/3 parte d’utile. Soma ispese fatte a deti drappi, chome si vede, aspri ii mila dcxlii aspri aspri aspri 112 714 200 aspri 208 Resta il ritratto netto, chome si vede, aspri xxxiii mila lxxxxvi e di tanti debitori ci fate per quando sarano rischossi e, stando bene, achoncate. Cristo vi ghuardi. Vaglono aspri 44 per ducato, duc. 752 aspri 2, sono a f. 20 per cento, f. 902 s. viiii a oro aspri 2642 --------------- aspri 33096 --------------f. 902 s. 9 Doc. 22 Un anno dopo, Andrea Banchi invia agli stessi corrispondenti a Costantinopoli – Bastiano da Foligno e Niccolò Dietifeci – altre due casse contenenti 11 drappi per complessive br. 333 ¾. Il costo totale ammonta a f. 849.18.8. Anche questa volta Andrea Banchi partecipa per 1/3 all’operazione. a) Elenco delle sete e dei relativi costi, sino ad Ancona116: [1461] Una mandata di drappi in Levante a Bastiano da Fulignio e Nicholò Dietifeci, stanno a Pera di Roman[i]a, deono dare, a dì xiiii d’aprile 1461, per questi drappi mandamo loro per lla via d’Anchona, per lla nave del Sordo, cioè Govanni di messer Ghirighoro e per mano di Chatalano Amidei: br. 15 di brochato chermisi d’oro riciuto per f. 8 braccio, monta f. 120 s. –. – br. xvi di brochato allesandrino riciuto per f. 8 braccio, monta f. 128 s. –. – br. 28 ¾ di zetani chermisi riccho, per f. 3 braccio, monta f. 86 s. 5. – br. 44 di zetani allesandrino per f. 1 s. 17 spianato f. 81 s. 8. – br. 26 1/4 di zetani paghonazo di verzino richo per f. 1 s. 17 d. 6 f. 49 s. 4. – br. 26 ½ di veluto chermisi richo per f. 2 s. 16 f. 74 s. 4. – br. 40 2/3 di veluto paghonazo di verzino richo per f. uno s. 17 ½ f. 76 s. 5. – br. 12 di domaschino bigio argentato br. 57 di domaschino tanè br. 49 di domaschino gallo br. 18 ½ di domaschino nero Soma in tutto br. 136 1/2 di domaschini cholorati a f. 1 ¼ braccio, monta f. 170 s. 12 d. 6 E de’ dare, per br. 9 ¾ d’incerato a s. 10 da Mariotto di Marcho, speziale, posto a Libro biancho B f. 1 s. 3 115 Seguono alcune parole verosimilmente cancellate. Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 126 v. Nel margine sinistro della carta l’indicazione della lunghezza in braccia viene preceduta dal numero identificativo della pezza, che tuttavia abbiamo preferito tralasciare poiché non ha un legame con i documenti che seguono. 116 114 114 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, a dì detto, per libbre 8 di banbaga s. 10 libbra, da Francesco di Simone, in questo, c. 92, debi avere E, a dì detto, per ii chas[s]ette Andrea, lanciaio, in questo, c. 127, lb. 2 s. 5 e per leghatura s. 14 a’ leghattori E, a dì xv d’aprile 1461, f. dieci lb. xviii s. x d. x piccioli sono per ghabella di Firenze di libbre 95 ½ di drappi a Francesco Cigliamochi, kamarlengo chol 1/12 chanale, a Uscita B, c. 104 E, a dì xvi d’aprile, lb. xxxiii s. 5 piccioli a Ghoro da Pelagho, vetturale, per vettura di libbre 95 di drappi di seta in 2 chasse di qui in Anchona, a Uscita B, c. 104 E, a dì detto, f. 39 s. 1 d. x per lla sichurttà presa di duc. 400, a Uscita B, c. 104, a 8 per cento e senseria f. – s. 19 f. – s. 14 f. 14 s. 7 d. 4 f. 7 s. 16. – f. 39 s. 1 d. 10 --------------------849. 19. 8 b) Come si era verificato nel corso dell’operazione precedente (Doc. 21 c), anche ora Bastiano e Dietifeci vendono le sete e inviano un estratto-conto di netto ricavo ad Andrea Banchi, in Firenze, che lo copia nel suo codice117: Mcccclxi [=1462] Chopia uno conto di una chassa e uno rivolto di drappi di seta e d’oro di Bastiano e Nicholò da Pera ci mandò per voi d’Anchona Chatalano Amidei per la nave d’Oddo degli Agli, riceuto qui a dì x di marzo 1461 e finiti chome apresso. Bastiano e Nicholò Dietifeci e conpagni di Pera deono dare, per la vendita di questi drappi di seta e d’oro, chome per loro conto apresso: Al nome di dio, a dì xxviii di dicenbre 1461 1 piccho di zetani paghonazo a uno ghrecho, per e tutto a dì 16 d’ottobre 12 picchi di domaschino tanè a 3 di novenbre, a uno turcho, aspri 50 piccho 14 pichi di zetani velutato allesandrino, a dì 26 di novebre, aspri 90 piccho 13 7/8 pichi di zetani allesandrino, a dì 8 di dicembre, a maestro Francesco, medicho, aspri 91 piccho 14 picchi di veluto chermisi, a dì detto, a Iubachezi, ebreo, aspri 130 piccho 14 pichi di veluto piano paghonazo a llui detto, aspri 115 piccho, monta 1 1/3 piccho di zetani chermisi, a dì x detto, a Govanni Anttonio, aspri 133 11 picchi di domaschino gallo, a dì detto, a Samaria, ebreo, aspri 50 1/3 piccho di veluto piano chermisi a Chosimo de’ Cholti 27 ½ picchi di zetani chermisi, aspri 130 piccho, a Barttolomeo Gorgi, a dì 10 dicenbre, in un baratto fatto cho llui E, a dì 28 di dicenbre, vendemo a detto Girolamo Micheli, in detto baratto: 15 picchi di chanpo d’oro chermisi per aspri 400 piccho, monta aspri 6000 15 ¾ picchi di chanpo d’oro allesandrino per aspri 400 piccho, monta aspri 6300 25 ¾ pichi di zetani paghonazo per aspri 100 piccho, monta aspri 2575 11 ¾ pichi di veluto chermisi, aspri 130 piccho, monta aspri 1527 26 picchi di veluto paghonazo, aspri 100 piccho, monta aspri 2600 117 aspri 120 aspri 600 aspri 1260 aspri 1260 aspri 1820 aspri 1610 aspri 173 aspri 550 aspri 43 aspri 3575 Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 195 v. 115 115 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 113 ½ picchi di domaschino schietti, aspri 65 piccho, monta 16 pichi di zetani allesandrino, aspri 100 piccho, monta Somma aspri 7377 aspri 1600 -------------27979 Somma la vendita di detti drappi, chome si vede, aspri xxxviii mila dcccclxxxx aspri 27979 -------------aspri 38990 Abatesi per ispese fatte a detti drappi, chome apresso direno: Per nolo d’Anchona a qui per e tutto duc. x aspri 8 Per porto dalla marina a chasa aspri 2 Per chomerchio a ii per cento Per senseria a ½ per cento Per misuratura Per consolaggo a ¼ per cento Per hostelaggo a 1/3 per cento Provigone non si mette che s’à avere 1/3 d’utile aspri aspri aspri aspri aspri aspri aspri 408 2 778 194 15 97 130 -------------1624 Soma le spese, chome si vede, aspri mdcxxiiii aspri 1624 -------------- Resta il ritratto netto, chome di sopra si vede, aspri xxxvii mila ccclxvi e di tanti debitori ci fate per quando rischosi saranno. Provedetelo e, stando bene, achonciate. Cristo vi ghuardi. aspri 37366 Bastiano da Fuligno e Nicholò Dietifeci, a Pera Vagliono aspri 40 per ducato, duc. 940 aspri 36 e a 20 per cento, sono f. mille cientoventinove s. 1 a oro f. 1129 s. 1 Doc. 23 Nel mese di agosto 1461 Andrea Banchi spedisce per la terza volta tessuti di seta ai soliti corrispondenti a Costantinopoli: Bastiano da Foligno e Niccolò Dietifeci. Come nelle due operazioni precedenti (Doc. 21, 22), Andrea Banchi partecipa per 1/3. a) Elenco dei 14 drappi e dei costi di imballaggio118: Mcccclxi Una mandata di drappi in Romania a Bastiano da Fulignio e Niccholò Dietifeci e chonpagni di Pera, deono dare, a dì xx d’aghosto 1461, per questi drappi – i quali mandamo a Pisa per Lorenzo di 118 Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 164 r. Nel margine sinistro della carta, l’indicazione della lunghezza in braccia viene preceduta dal numero identificativo della pezza che tuttavia abbiamo preferito tralasciare poiché non ha un legame con i documenti che seguono. 116 116 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Simone della Lastra, libbre 330 a s. 15 cento – mandati loro per lle ghalee del Chomune, padroni Barttolomeo Martteli e Govecho della Stufa, kapitano Filippo Tornabuoni: br. 34 di brochato di chermisi, a f. 8 braccio, monta f. 272 s. –. – br. 44 ¼ di brochato allesandrino riciuto, f. 8 braccio, monta f. 354 s. –. – br. 26 quarti 3 di domaschino allesandrino brochato a posta d’oro per f. 3 f. 80 s. v. – br. 12 quarti 3 di domaschino gallo br. 50 quarti 2 di domaschino gallo br. 47 ½ di domaschino allesandrino br. 44 1/ 2 di domaschino verde schuro br. 42 ½ di domaschino paghonazo br. 46 ¼ di domaschino verde schuro br. 48 ¼ di domaschino argentato br. 34 di domaschino paghonazo Somma br. 325 quarti 3 di domaschini ischieti a f. uno s. 5 a oro braccio, montano f. quattrocientosette s. ii d. viiii a oro f. 407 s. 2 d. 9 br. 31 di veluto chermisi riccho per f. 3 braccio, monta f. 93 s. – br. 36 ½ di zetani chermisi riccho per f. 3 braccio, monta f. 109 s. 10 br. 49 quarti 2 di veluto tanè per f. uno 7/8 braccio, monta f. 92 s. 16 d. 3 -----------------1408. 14. 0 E per br. 17 ¾ d’incerato da Marotto di Marcho, in questo, c. 164 E per libbre 14 di banbaga da Francesco di Simone, in questo, c. 164, a s. 10 d. 6 E per 2 chasse da brochati e ii chasse da drappi, d’Andrea, lancaio, a Libro biancho segn. B, c. 158, debi avere lb. cinque s. iiii E per braccia 4 di chanovaccio lb. 3 s. 4 piccioli E per leghare ii chasse lb. 1 s. x piccioli E deono dare f. xxii s. 10 sono per ghabella di Firenze di libbre 148 di drappi di setta, a Uscita B, c. 116, in 2 chasse, al quaderno chassa f. f. 2 s. 4 1 s. 13 f. 1 s. 4 d. 6 f. s. 15 f. – s. 7 f. 22 s. 10 -----------------1437. 7. 6 b) Estratto-conto di netto ricavo delle vendite a Costantinopoli119: Mccccxi A dì x di marzo 1461 Bastiano da Fuligno e Nicholò Dietifeci e compagni di Pera deono dare, per la chopia d’uno chonto della vendita di ii chasse di drappi gli mandamo per lle ghalee, chapitano Filippo Tornabuoni, chome per e loro conto de dì 28 di dicenbre 1461. Al nome di Dio, a dì 28 di dicenbre 1461 Apresso vi direno conto di chasse ii di drappi, ci mandò per voi Bernardo Rinieri e Piero Nereti di Pisa per le ghalee fiorentine: 119 Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 196 r. 117 117 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 41 5/8 picchi di domaschino paghonazo a uno grecho, aspri 50 picho, a dì 13 di novembre 36 pichi di domaschino verde bruno ad aspri 50 27 pichi di domaschino allesandrino a poste, aspri 140, a dì 10 dicenbre, a Bartolomeo Gorgi e Giralamo Micheli, a uno barato 36 ½ pichi di zetani chermisi, aspri 130 picho, a llui deto, a dì deto, aspri Monta 4745 tutto 31 pichi di veluto chermisi, aspri 130 picho, a lui detto, monta aspri 4030 34 pichi di chanpo d’oro chermisi, aspri 400 picho, dì 12 deto, al detto, aspri 13600| Monta 44 pichi di chanpo d’oro allesandrino, aspri 400 picho, a llui detto, aspri tutto 17600 250 ½ pichi di domaschini schieti cholorati, aspri 65 picho, a deto, a dì 28 detto, montano 50 pichi di veluto tanè, aspri 100 picho al detto, monta Sonma la vendita, chome si vede, aspri lxviii dccccxviiii aspri 2082 aspri 1800 aspri 3780 aspri 8755 aspri 31200 aspri 16282 aspri 5000 ---------------aspri 68919 Abatesi per ispese fate chome apresso: Per nolo di Portto Pisano a qui per duc. 1166 a 4 per cento, duc. 46 s. 11 Per avaria di ghalea a s. 7 d. 5 per cento Per porto di ghalea a chasa Per chomerchio a 2 per cento Per misurare aspri Per senseria a ½ per cento Per chonsolaggo a ¼ per cento Per istalaggo a ½ per cento aspri 1862 aspri 270 aspri 6 aspri 1378 aspri 22 aspri 344 aspri 172 aspri 229 -------------4283 Somma le spese, chome si vede, aspri iiii mila cclxxxiii aspri 4283 -------------- Resta il ritratto netto, chome si vede, aspri lxiiii mila dcxxxvi120 e di tanti debitori ci fate per quando rischosi sarano. Provedete e, trovando star bene, l’achonciate a dovere. Cristo vi ghuardi. aspri 64336 Bastiano da Fuligno e Nicholò Dietifeci, a Pera Vagliono aspri 40 per ducato, duc. 1608 aspri 16 sono, a 20 per cento, vaglono f. 1930 s. 2 Doc. 24 Ormai novantenne, tre mesi prima di morire Andrea Banchi effettua la sua più importante spedizione di sete in Levante: venti pezze destinate al solito Niccolò Dietifeci, suo corrispondente abituale a Costantinopoli, valutate più di 1.600 fiorini d’oro. La 120 Così il ms. 118 118 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) documentazione è incompleta; presentiamo l’elenco delle sete spedite e degli oneri accessori a Firenze (imballaggio e gabella)121: Mcccclxii Una mandata di drappi in Levante in Romania a Niccholò Dietifeci, achomandati a Guliano Ginori, deono dare, a dì xi d’aghosto 1462, mandati per e lle ghalee, kapitano Giuliano Ridolfi: br. 49 di veluto chermisi piano a f. 3 br. f. 147 s. –. – br. 44 di zetani paghonazo di verzino f. 1 s. 15 br. f. 77 s. –. – br. 49 quarti 3 di zetani verde a f. 1 s. 15 br. f. 87 s. 1 d. 3 br. 42 quarti 1 di zetani allesandrino a f. 1 s. 15 br. f. 73 s. 18 d. 9 br. 22 quarti 2 di zetani allesandrino a f. 1 s. 15 br. f. 39 s. 7 d. 6 br. 56 quarti 3 di veluto tanè a f. 1 s. 15 br. f. 99 s. 6 d. 3 br. 57 di veluto paghonazo di verzino a f. 1 s. 15 br. f. 99 s. 15. – br. 43 di veluto bigo a f. 1 s. 15 br. f. 75 s. 5. – br. 48 quarti 3 di domaschino argentato br. 56 [quarti] 3 di domaschino gallo br. 62 di domaschino verde schuro br. 70 di domaschino paghonazo br. 77 [quarti] 2 di domaschino tanè br. 59 di domaschino allesandrino br. 67 di domaschino nero br. 42 [quarti] 1 di domaschino bi[a]ncho d’Andrea Banchi, in questo c. 239 br. 42 di domaschino verde Soma in tutto br. 525 quarti 1 a f. 1 s. 5 a oro braccio, montano f. 656 s. 11 d. 3 br. 33 di zetani nero a f. 1 s. 15 br. f. 57 s. 5. – br. 48 [quarti] 3 di veluto nero a f. 1 s. 12 br. f. 78 s. –. – br. 40 quarti 3 di zetani chermisi a f. 3 br. f. 122 s. 5. – 1612. 15. 0 E, a dì xii d’aghosto, per banbaga lib. 20 e una peza di paglola da Francesco f. 4 s. –. – di Simone, in questo, c. 240 E, a dì xii d’aghosto, per br. 18 d’incerato da Mariotto di Marcho, spezale, in f. 2 s. 2. – questo, c. 240 E, a dì detto, per 3 chasse per detti drapi d’Andrea e leghare in doana, in f. 1 s. 10. – questo, c. 240 E, a dì xiii d’aghosto, f. trentacinque s. v d. ii a oro paghamo a Pandolfo f. 35 s. 5 d. 2 Rucellai, kamarlingo di doana, per ghabella di lib. 250 di drappi di seta, a Uscita B, c. 150 ------------------1655. 12. 2 121 Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 239 v. Nel margine sinistro della carta, l’indicazione della lunghezza in braccia viene preceduta dal numero identificativo della pezza che tuttavia abbiamo preferito tralasciare poiché non ha un legame con i documenti che seguono. 119 119 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 25 Il setaiolo Andrea Banchi, che in più occasioni aveva esportato sete a Costantinopoli (Doc. 21-24), morì a Firenze il 12 ottobre 1462. Alla sua morte molte operazioni commerciali rimasero in sospeso. Due anni dopo, il 9 gennaio 1464, il corrispondente a Costantinopoli – il solito Niccolò Dietifeci – scrisse agli eredi di Andrea Banchi per informarli che un broccato e alcuni drappi appartenenti ad altri mercanti erano tutt’ora invenduti. Concludeva poi dicendo che sul mercato di Costantinopoli circolavano molte sete, mentre la domanda rimaneva limitata122: Al nome di Dio, a dì 9 di gennaio 1463 [=64] ... Pagholo Biliotti, come vi si disse, non potè dare fine a quel brocchato; àsselo riportato indietro e, per Dio, se n’è fatto el possibile. Paghàgli duc. 24 di Vinegia mi domandò per le spese di detto brocchato, pe’ quali v’ò debitore d’aspri 1062, e più si gli sarebbe paghato se più n’avesse voluto, ma non n’ebbe bisogno . . . ... Drappi di seta c’è assai e non se ne vende, e io oltre a’ vostri me ne truovo per più di duc. 1500: istanno sanzza richiesta. Idio ne mandi buona ventura. Doc. 26 In previsione di un imminente viaggio a Costantinopoli e a Bursa, il 20 settembre 1463, Antonio Segni riceve da due compagnie fiorentine – Bernardo Banchi e fratelli e Pietro Segni e fratelli – panni di lana e un costoso tessuto di seta, tutti destinati alla vendita. a) In un libro contabile di Antonio Segni il ricordo della commissione ricevuta 123: Mcccclxiii Chopia di chomessione aùta da Bernardo Banchi e fratelli e Piero Sengni e fratelli, di loro robe datami inn achomanda, coè: Sia manifesto a ogni persona che vedrà ho legere farà la presente scritta, chome questo dì xx di settenbre 1463 el sopra detto Bernardo Banchi e fratelli e Piero Sengni e fratelli ànno dato inn achomanda a Antonio di Mariotto Sengni in Firenze xi balle di panni . . . ... E più achomandono detti Bernardo e Piero e fratelli sopra detti al detto Antonio Sengni braccia xxxiiii ½ di domaschino verde bruno piccolato brochato d’oro, del quale gli diamo piena e libera chomesione che per loro chonto gli finischa . . . b) Giunto a destinazione, Antonio Segni vende il tessuto di seta a un mercante turco, Cubiare, che in parte fornisce seta grezza124: 122 Firenze, AOI, 12587, Copialettere di Andrea Banchi, foglio sciolto, non numerato. ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto Segni, c. 111 s. 124 ASF, Libri d icommercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto Segni, c. 25 s. 123 120 120 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [1463] Chubiare, turcho, de’ dare, a dì xxviii di dicenbre, aspri 4830 per pichchi 34 ½ di domaschino brochato picolato d’oro per aspri 140 picho, el quale è di chonto di Bernardo Banchi e fratelli e Piero Sengni e fratelli, e ’l detto Chubiare mi dà seta charani per aspri 52 libra, coè libra di Pera, che [. . .]ne dette libre 44 ½ netta, e resto danari chonttanti, per detto prego; posto drapo debba avere, in questo, a c. 26 ... aspri 4830 Doc. 27 Sempre in previsione del viaggio in Levante (Doc. 26), Antonio Segni il 19 settembre riceve dalla compagnia di Francesco e Bernardo Segni, setaioli, altri drappi destinati alla vendita. a) Il ricordo della commissione in un libro contabile di Antonio Segni125: Mcccclxiii Chopia di chomessione aùta da Francesco Sengni e conpagni, settaiuoli, di loro robe datami inn achomanda, coè: Richordanza chome ogi, questo dì xviiii di settenbre, chol nome di Dio e di buono salvamento, chome noi Francesco e Bernardo Sengni e chonpangni, setaiuoli, diamo inn achomanda a Antonio di Mariotto Sengni gl’infrascritti drappi, chome qui appresso diremo. E quali drappi abiàno chonsengnati qui in Firenze isghabellate a tutte nostre spese; e quali drappi detto Antonio gl’à charichare in sulle galee fiorentine che vanno nel viago di Levante e in qualunque d’esse ghalee, padronegate per Ghovanni Martegli, Lodovicho Maxi e Urbano Chattani, padroni di dette galee, kapitano Luigi Pitti, nostri cittadini. E qua[li] drappi detto Antonio finischa in Pera ho in Ghostantinopoli, ho per lle schale dove a llui parrà . . . ... br. 47 di domaschino verde bruno brochato piccolato per f. 3 1/3 braccio, monta f. – br. 34 di domaschino alesandrino picolato brochato per f. 3 1/3 f. – br. x 2/3 di domaschino alesandrino brochato a poste per f. ii braccio f. – br. viii 2/3 di domaschino brochato a poste per f. ii braccio f. – E più f. vii s. x a oro, che ssono per ghabelle di Firenze e involtura e leghagi di detti drapi f. – Montono le dette robe spacc[i]ate f. 289 s. x chome si vede; che Dio ne chonceda ghuadangno e salvamento, per tutto. ... b) A Costantinopoli Antonio Segni vende a un mercante ebreo la pezza di domaschino alessandrino a poste126: 125 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto Segni, c. 112 s. 126 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto Segni, c. 117 d. 121 121 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mcccclxiii A Jacho Bailan, a dì xx di dicenbre, br. x ½ di domaschino allesandrino a poste di chonto di Francesco e Bernardo Sengni e chonpagni, setaiuoli, el quale gli vendè per aspri 80 picho, sensale Frain da Negroponte, monta in tutto aspri 840, che sse ne chava aspri 8 ebbe el sensale, resta aspri 832 ... aspri 832 c) Vendita al solito Cubiare (Doc. 26 b) di altri broccati picciolati127: Mcccclxiii Chubiare, turco, de’ dare, a dì xxviiii di dicenbre, aspri 10010 per pichi 71 ½ di brochati picolati, vendutogli a barato di seta charani, e quali drapi sono di chonto di Francesco e Bernardo Sengni e chonpagni, setaiuoli, chome apare alle Richordanze, in questo, a c. 117; posto drapi debbi avere in questo, a c. 24 ... aspri 10010 d) L’ultimo drappo – il domaschino broccato a poste – rimane invenduto e Antonio Segni si appresta quindi a riportarlo, insieme ad altri, a Firenze. L’operazione costituisce il Doc. 30. Doc. 28 Il 20 settembre 1463 Antonio Segni riceve una terza commissione: uno scampolo di zetani da Antonio Spinelli, da vendere a Costantinopoli. La pezza rimane invenduta e Antonio Segni la imballa, insieme ad altre, in previsione dell’imminente rientro (vedi Doc. 30). Dal libro contabile di Antonio Segni riprendiamo il ricordo della consegna del drappo128: Mcccclxiii Chopia di chomessione datami Antonio di Lorenzo Spinegli d’una peza di drappo datami inn achomanda, addì xx di settenbre 1463. Sia manifesto a qualunque persona chome Antonio di Lorenzo Spinegli à dato a Antonio di Mariotto Sengni uno schanpolo di zetani chermusi pianato di braca xv 1/2, el quale à pportare in Levante in sulle prossime galee, kapitano Luigi Pitti, e llà e dove gli parrà per dette schale v[i]sitate, vuole lo finischa per suo chonto el meglo potrà ho pe[r] danari chonttanti o per robe quale a me parrà eccetto che chermusi e non posendo finire detto drappo è chontento che ’l drapo ritorni indrieto per lle dette ghale[e]. 127 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto Segni, c. 24 s. 128 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto Segni, c. 113 s. 122 122 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 29 Antonio Segni riceve una quarta, e ultima, commissione: due pezze di zetani da Carlo Federighi, da vendere a Costantinopoli. a) Il ricordo nel solito libro contabile129: Mcccclxiii Chopia di chommessione datami Nichcholò di messere Charllo Federighi, a dì xxiiii di settenbre, di suo robe. Sia manifesto a qualunque persona che vedrà questa presente scritta chome Nicholò di messere Charllo Federighi dà inn achomanda a Antonio di Mariotto Segni questi drappi, coè: br. xxii quarti 1 di zetani alesandrino chol fiore in iii chamini e br. xxviii quarti ii di zetani verde chol fiore in ii chamini e quali drappi detti el detto Antonio debba charichare ho fare charichare in sulle iii galee ch’ànno andare al presente in Romania, kapitano Luigi Pitti, e quali drappi finischa per lle schale ho in Romania o dove a lui paressi per gli miglori pregi che potrà ho a danari chonttanti ho a barato, chome a llui parrà che ssieno più utile merchatantia per Firenze, acetuato che ’l detto Antonio non voglamo gli dia a tenpo e non togha chermusi né polvere di grana. E no gli mettiamo pregi a detti dra (sic) drappi in però che ’l detto Antonio crediamo sia intendente e dritto chome buono e leale merchatante, chome crediamo sarà. ... b) In Levante le due pezze non hanno avuto smercio e Antonio Segni le sistema in una cassa, insieme alle altre pezze invendute (Doc. 27, 28). Il rientro in Italia ha luogo il 5 gennaio 1464, come risulta dal documento che segue (Doc. 30). Doc. 30 Con le pezze invendute (Doc. 27, 28) e con la seta grezza acquistata in Levante, Antonio Segni è pronto a rientrare. Il 5 gennaio 1464 ha luogo la partenza utilizzando le stesse navi del viaggio di andata. Capitano è Luigi Pitti. La cassa con i drappi è nella stiva della nave di Giovanni Martelli130: Mcccclxiii [=1464] Richordo che a dì v di gennaio charichai in sulla ghalea, chapitona (sic) Luigi Pitti . . . E più charichai in sulla Martella, a dì v di gennaio, una chas[s]etta, entrovi: Una peza di zetani alesandrino di Nicholò Federighi e più Una peza di zetani verde del detto, e più Uno schanpolo di domaschino verde a poste d’oro di Francesco e Bernardo Sengni, e più Uno schanpolo di zetani chermusi d’Antonio Spinelli, 129 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto Segni, c. 113 d. 130 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto Segni, c. 119 s. 123 123 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI per chonsengnare a me in Porto Pixano o dove a me paresi. Segno davanti. Tutte le sopra dette chose mi furo chonsengnate. ... Doc. 31 Ancora uno scambio di drappi tra Firenze e Venezia, gestito da due compagnie che si dedicano al commercio col Levante: nel 1456 Venezia comperò sete a Firenze (Doc. 16), ora è Firenze che le acquista a Venezia. A una data imprecisata i Cambini da Firenze hanno chiesto a Girolamo Corboli, loro corrispondente a Venezia, di comperare alcuni drappi. Corboli ha eseguito l’ordine e poi ha inviato l’estratto-conto di costi e spese ai Cambini, che lo hanno copiato nelle loro Ricordanze131: [1468] Copia d’uno chomto di tafettà venuto da Vinegia da Girolamo Chorboli. Ponette a nostro chonto che dare ci dobiatte per questi drappi chonperati per voi e mandatovi per Antonio da Milano, chorierre: zetani raso chermisi br. 3 per duc. 2 braco, monta lb. –. 12. –. – zetani raso paghonazo br. 3 per duc. 1 grossi 20 br., monta in tutto lb. –. 11. –. – domaschino nero braca 3 per duc. 1 grossi 10 br., monta in tutto lb. –. 8. 6. – -----------------Soma il chosto lb. 1. 11. 6. – E per ispexe fatte in eso e prima: Per misuratura a duc. 2 per cento Per bulletta e llo sdominare Per nostra provisione, nulla s. 0. 7. 24 s. –. 2. – s. –. –. – --------------s. –. 9. 24 lb. –. –. 9. 24 Soma chosto e spexe spaciato di qui lb. una s. xii d. iii piccioli 24 di grossi e di tanto v’abiamo debitori. Fatecene chreditori, stando a dovere. lb. 1. 12. 3. 24 Girolamo Chorboli in Vinegia, a dì 11 di gungnio 1468 Doc. 32 Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, stipulano nel 1468 un contratto con Giovanni Bocci per la vendita di alcuni panni di lana e di tre costosi tessuti di seta in Levante. Romolo di Andrea ha copiato nel suo libro contabile il contratto, che contiene una serie di disposizioni molto precise. Giovanni Bocci si imbarcherà nel giugno 1469 su una delle galee del Comune di Firenze, delle quali è capitano Bernardo del Nero. Scarse le fonti 131 Firenze, AOI, 12686, Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni, c. 39 v. 124 124 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) sulla rotta di questo viaggio; ben documentata è la tappa a Rodi132. Bocci è autorizzato ad agire come ritiene più opportuno: può vendere i tessuti in contanti o accettare altra merce in cambio, nei porti che riterrà più favorevoli. Al termine dell’operazione Bocci riceverà un compenso del 2% sul valore delle merci esportate in Levante e un altro 2% sul valore di quelle che porterà con sè al suo ritorno133: Mcccclxviii Richordo questo dì xiiii di dicenbre 1468 d’una achomanda di panni e drappi, coè brochati chon oro e drappi schietti e horo filato diamo e achomandiamo a Giovanni di Pierozo Bocci in questo modo e chon queste chondizioni chome apresso per viagio di Levante, coè: Siamo chontenti e voglamo che dette e infrascritte nostre merchatantie detto Giovanni charichi in su quela delle ii ghalee che ssi dichono di Levante, chapitanate per Bernardo di Simone del Nero, coè in su quela parrà al detto Giovanni, e che le dette robe chonducha per detto viagio e potendo quelle o alchune d’esse finire per le schale lo facca piùe intenda sia chon utile della ragone e che quelle finischa o per danari o per baratto, chome a llui parrà meglo e che quelle che per le schale non arà finite le possa chondurre o fare chondurre per mare o per terra in quelli luoghi per la fine d’esse che a llui parrà sie più nostro utile e in tutti detti luoghi finire per danari chontanti quelle che per danari chontanti può finire e quello che chosì non potrà finire le possa barattare a quelle merchatantie e robe che a llui parrà meglo per di qua e che quelle chose che avesse a rischontro di dette nostre robe possa charichare in su le nostre ghalee, potendo, e quando non potesse per alchune chagione charichare per ritorno in su dette ghalee le possa charichare in su ogn’altro legno che a llui paresse. E quelle tale merchatantie chosì chariche per ritorno possa mandare per tali detti legni nonostante che chon essi non venisse la sua persona ma chon chomessione a’ padroni di detti legni che chonsegnino dette robe a Romolo d’Andrea di Nofri o sue rede o a chi lui o sue rede chomettesse e se chomettesse detto Govanni alchuno merchatante di deti legni facca el simiglante, coè che in detti porti o Pisano o d’Anchona sieno chonsegnate dette robe chome di sopra o ogn’altro porto dove tali robe si chonducessino e se detto Giovanni rechasse robe quando tornerà la sua persona le possa finire per le schale per danari o per baratto, chome a llui parrà più nostro utile e che tutto il ritratto di detta nostra ragone debba chonsegnare al sopra detto Romolo, dove e chome di sopra. E per discrezione e provvisione della sua faticha di detto Giovanni siamo chontenti e d’achordo chon detto Giovanni dargli iiii per cento, coè ii per cento di quello finisca d’andata e ii per cento di tornata, chosì de’ danari chontanti che rechasse chome delle robe barattasse o incettasse. Debbe detto Giovanni tenere chonto di tutte le spese farà in detto viagio da Porto Pisano i llà perchè in detto porto gli porremo dette robe franche fino in ghalea e di dette spese farne debitore dette robe a uso merchantile accò che di tutto ci possa dare buon chonto. Le robe gl’achomandiamo sono scrite nella facc[i]a al dirinpetto134: ... br. xlii quarti ii di brochato chermisi chon oro per f. vi s. x braccio, in Firenze, lavoramo noi f. 276 s. 5. – 132 M.E. Mallett, The Florentine Galleys in the Fifteenth Century, cit., p. 171. ASF, Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, cc. 171 r. e v., 172 r. 134 Segue un elenco di panni di lana qui non trascritto. 133 125 125 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI br. xxxii quarti ii di brochato chermisi chon oro per f. vi s. x a oro braccio, in Firenze, lavoramo noi f. 211 s. 5. – br. xxxvi 2/3 di zetani chermisi in 2 chamini chol fiore per f. ii s. xiiii braccio, da Girolamo Morelli, in questo, c. 169 f. 99 ... Doc. 33 Dopo l’esperienza del 1468 (Doc. 32), Romolo di Andrea di Nofri stipula l’anno dopo un contratto simile con un altro mercante, un certo Salvi di Niccolò di Panuzio. a) Anche questa volta Romolo di Andrea consegna tessuti di lana e di seta, però vi sono alcuni cambiamenti. La destinazione prevista è Alessandria e l’utile verrà ripartito in maniera diversa: ¾ a Romolo e ¼ a Salvi. Dopo la stipula del contratto accade però un fatto grave, che Romolo di Andrea menziona nella parte finale del documento. La nave, proveniente dalla Provenza e diretta ad Alessandria, viene attaccata dai corsari e il viaggio in Egitto non ha più luogo135: Mcccclxviiii Richordo questo dì – 1469 chome noi abbiamo fatto una achomanda pel viagio d’Alexandria e per navichare in sul navilio detto –, padroneggato per Betto da Legholi, Marcho Rosso e Tomà di maestro Gherardo o per qualunche di loro, a Salvi di Nicholò di Panuzio chon questa chomessione apresso, coè: Achomandiamo al detto Salvi gl’infrascritti drappi e panni chon chomessione libera in tutto e per tutto potere e d’andata e di tornata charichare in su detto navile e su ogn’altro dette robe e ritratto d’esse e quelle e ogni ritratto d’esse potere finire o per danari o baratto in qualunche luogho a llui parrà meglo, e simile diciamo d’oro filato e ogn’altra chosa che noi gl’achomandassimo e finalmente diamo al detto Salvi libera chomessione e d’andata e di tornata e nel finire e nel charichare in su ogni legno a lui parrà in quel modo e forma a llui parrà e piacerà e chome di sua chosa propia. E tornato che per grazia di Dio sarà in Porto Pixano, dobbiamo insieme fare chonto di tutte spese s’è fatto in su dette robe per detto viagio, coè ghabelle, sichurtà, noli, avarie, spese di detto Salvi e tutto vada sopra le dette robe e che finite saranno dette robe, se ne tragha prima el chapitale dal chosto di dette robe e che quello che vvi avanzasse di ghuadagno si divida in questo modo, coè al detto Romolo s. xv per lira e a Salvi per sua faticha e merce s. v per lira chon questa chondizione, che lle dette robe o ritratto d’esse si perdessino per alchuna chagone, che detto Salvi nonn abi avere altro danno di detta perdita di robe, coè di dette robe se nnone se nnone (sic) solamente avere perduto el tenpo, le quali robe sono scritte qui a ppiè, coè: br. cinquantasette 2/3 di zetani velutato nero in 2 chamini chol fiore cho lla tela verde per f. 1 s. x braccio br. xxxii ½ di veluto verde spianato per f. uno s. x braccio br. xliiii 1/4 di velluto vermiglo spianato per f. uno s. x braccio br. xxxviii di velluto paonazo di verzino spianato per f. uno s. x d. vi a oro braccio br. xxxvii ¼ di velluto alexandrino spianato per f. uno s. x d. vi a oro braccio Detto navilio non andò inn Alexandria perché tornando di Provenza fu preso da’ chorsali. 135 ASF, Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, cc. 186 r. e v. 126 126 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mandamo detti panni e drappi in Pera cho lla ghalea ghalea (sic) di Niza e adirizamo e achomandamo detti panni e drappi a Giovanni di Pierozo Bocci, chome appare in questo, c. 217. b) Le pagine finali del codice raccontano la fine della storia. Tramontata l’opportunità di inviare i tessuti ad Alessandria, Romolo di Andrea pochi mesi dopo decide di dirottare le sete a Costantinopoli, dove già si trovava Giovanni Bocci. A questo proposito Romolo di Andrea stipula un contratto con un certo Leonardo Salvucci, il quale una volta arrivato a destinazione si impegna a consegnare i drappi al Bocci o, in sua mancanza, a subentrare egli stesso nel ruolo di accomandatario. Le sete sono le stesse ma per due pezze, se non si è trattato di una svista del contabile, le misure sono leggermente cambiate136: Mcccclxviiii Richordanza chome insino a dì viii di gugno noi mandamo cho lla ghalea che ssi dice di Niza, che navicha il viagio di Ghostantinopoli overo di Pera, mandamo a Giovanni di Pierozo Bocci gl’infrascritti panni e drappi che per noi gli finisse e demogli libera chomessione e nel finire e charichare e incettare chome a lui paresse e scrivemogli 2 lettere e facemo la soprascritta in questo effetto, coè: Giovanni di Pierozo Bocci in Pera e non vi ’sendo a Adamo di ser Piero Portigani in Pera e questo facemo che se chaso fusse intervenuto che detto Giovanni Bocci fusse morto, che dette chose nel medesimo modo che dicevano le lettere a Giovanni in tal medesimo modo dicessono a [A]damo. E detti panni e drappi facemo chonsegnare in Livorno da Salvi Panuzi, nostro, là mandato, a Lionardo Salvucci Salvucci (sic) il quale andava in su detta ghalea di Niza e a llui scrivemo che desse detti panni e drappi a detto Giovanni Bocci quando vivo fusse e, quando no, che lli desse a [A]damo di ser Piero e quando anche Adamo fusse morto, che ’l detto Lionardo Salvucci piglasse detti panni e dappi e de’ sopra detti facesse tanto e quanto per le nostre lettere si chometteva a detti Giovanni e Adamo e che ’l tenore di dette lettere seghuisse quanto e chome se dette lettere fussino mandate al detto Lionardo, le quali lettere inn effetto achomandavano detti panni e drappi a’ sopra detti e davano libera chomessione, le quali lettere una ne portò detto Lionardo e un’altra un altro di ghalea. E panni che ssi chontenghono nell’achomanda137 . . . ... br. xlviii 2/3, coè br. 48 2/3 di zetani nero cho lla tela verde, aùto da Girolamo f. 73. – Morelli in pi[ù] soma, in questo, - per f. uno s. x braccio, in tutto, 184 f. 48. 15. br. xxxii ½ di velluto verde spianato, aùto dal detto, c. 184, in questo, per f. uno s. x braccio f. 66. 7. 6 br. xliiii ¼ di velluto vermiglo spianato, aùto dal detto, in questo, c. 184, per f. uno s. x braccio f. 57. 19. – br. xxxviii di velluto paonazo di verzino, aùto da Piero Charnesechi, in questo, per f. uno s. x d. vi a oro braccio, c. 186 br. xlvii ¼ di veluto alexandrino, aùto chome di sopra, in questo, c. 186, in tutto f. 72. 1. 1 c) Il 22 giugno 1469 Romolo di Andrea stipula un contratto di assicurazione. I panni di lana e le sete sono assicurati per fiorini 400 nel tratto Napoli-Costantinopoli. Il premio ammonta a fiorini 24 (6%)138: 136 ASF, Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, c. 217 r. e v. 137 Segue un elenco di panni di lana qui non trascritto. 138 ASF, Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, c. 218 r. 127 127 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mcccclxviiii Richordo che insino a dì xxii di gugno piglamo sichurtà in su le chontrascritte robe mandate in Levante e in su la ghalea di Niza e per fiorini 400 larghi, chome appare per una scritta privata di mano di Lucha di Fruosino da Panzano e soscritta di mano di Gino di Neri di Gino Chapponi, cche m’assichurò dette robe da porto di Napoli insino in Chonstantinopoli, chome appare per detta scritta, per la quale sichurtà ebbe da me f. xxiiii larghi, coè a vi per cento, chome di sopra per detti luoghi. Doc. 34 Due riferimenti alla produzione serica fiorentina nella Cronica di Benedetto Dei, 1472-74. a) Le sete fiorentine sono vendute in molti paesi, tra i quali la Turchia e la Barberia. Benedetto Dei aggiunge un particolare interessante: i setaioli fiorentini acquistano seta grezza trasportata da navi fiorentine e così riescono a evitare il trasporto su navigli genovesi e veneziani. Con i veneziani soprattutto i rapporti non sono buoni139: [1472] ... Florentie bella à 83 botteghe d’arte di seta, magnifiche e di gran pregio, e qua’ fanno drappi di seta e brochati d’oro e d’ariento e domaschini e velluti e rasi e taffettà e maremmati, e per Roma e per Napoli e Chatalognia e per Ispagnia e per Sivilia e per Turchia e per le fiere della Marcha e per la Barberìa e per le fiere di Ginevra e per Vignione e per Londra e per Anverssa e per Lione e per Monpolieri e per Firenze e per Ferara e per Mantova e per tutta Italia. E ànno la seta dalle ghaleaze lor medesime fiorentine sanza aver a chapitare alle mani de’ Viniziani, né de’ Gienovesi, come si facea ’n prima. E questo è la gran malivolenza la quale regnia fra Viniziani e Fiorentini. ... b) Il ricordo del valore – fiorini 60.000 d’oro – dei tessuti di seta che nel 1474 Firenze esporta nel “paese del gran turco”, cioè nell’Impero ottomano140: ... 1474 e Fiorentini mandarono al papa e a rre e al ducha e a Pionbino inbasciadori 1474 andò panni 3300 fiorentini e 60 mila fiorini di drapi al gran turcho ... Doc. 35 Nel 1488 lo Statuto della colonia dei fiorentini a Costantinopoli fissa un’imposta dello 0,1% sul valore dei tessuti di lana e di seta che i mercanti fiorentini introducono nell’Impero ottomano141: XVII. E vogliamo che per ogni panno che sia portato nel paese di questo Signiore turcho, da’ nostri merchanti fiorentini e sottoposti . . .; e tutti e drappi e l’altre merchantie che ci portasino nostri 139 B. Dei, La Cronica dall’anno 1400 all’anno 1500, a cura di R. Barducci, Firenze 1985, p. 82. Ibidem, p. 98. 141 Statuti delle colonie fiorentine all’estero, cit., p. 53. 140 128 128 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) fiorentini e sottoposti, e che fusino per altri d’altra nazione per loro chonsegniati, pachino a valuta, cioè, per ogni aspri mille, aspri uno, a detto chamarlincho, per ’l detto chottimo; e che tutti pachino del tutto . . . Doc. 36 Tre aziende Salviati si dedicarono con impegno all’esportazione di drappi in Levante: la compagnia del banco, la compagnia di arte della lana e la compagnia di arte della seta. Una prima operazione, gestita dai Salviati del banco, presenta caratteristiche del tutto eccezionali. In mezzo a un flusso continuo di sete che da Firenze si muove in direzione dell’Impero ottomano, suscita non poca sorpresa una partita di 30 damaschi di Bursa che attraversa il Mediterraneo in senso inverso e come meta finale non ha Firenze ma Roma. Sono ignote le fasi iniziali di questa strana ordinazione, che da un punto di vista contabile si conclude nella primavera del 1488 ma che probabilmente prende avvio nel 1487. A una data imprecisata la compagnia fiorentina di Benedetto Tornaquinci, attiva a Roma, chiede ai Salviati del banco di Firenze di acquistare 30 domaschini di Levante. I Tornaquinci sanno che i Salviati vantano solidi contatti con la capitale ottomana e la richiesta non sorprende. I Salviati hanno già previsto che un certo Agostino Dragoncini vada per loro conto a Costantinopoli con alcune merci e al ritorno porti con sé vari prodotti: inserire ora le sete richieste da Roma non costituisce dunque un problema. L’operazione è ben organizzata: è previsto che a Pera il corrispondente Alfieri di Francesco Strinati provveda al pagamento delle sete e venga poi rimborsato dai Salviati, mentre ad Agostino Dragoncini è affidata l’esecuzione materiale dell’ordine. a) Giunto in Turchia, Dragoncini non acquista i drappi a Costantinopoli ma preferisce rivolgersi a Bursa, il grande centro manifatturiero. Non conosciamo il motivo di questa scelta, che può essere di natura esclusivamente economica oppure dipendere dal particolare tipo di sete richieste. A Bursa Dragoncini si rifornisce dei trenta domaschini e poi rientra a Costantinopoli. Qui trasmette tutti i dati ad Alfieri Strinati, il quale paga le sete e compila il solito estratto-conto di costi e spese destinato ai Salviati. Il documento menziona con accuratezza il primo costo e gli oneri accessori, mentre non descrive le pezze e non ne precisa la lunghezza; la cifra è comunque piuttosto modesta. A Firenze il 28 maggio i Salviati copiano l’estratto-conto nelle loro Ricordanze142: [maggio 1488] Copia d’uno conto di pezze xxx di domaschini di Bursia mandati questo dì Alfieri Istrinati e chomperati per nostro ordine e prima: Al nome di Dio, amen Apreso vi si dirà conto di pezze xxx di domaschini di Bursia comperati in Bursia: Per chosto di xxv pezze di detti domaschini comperati in Bursia Aghostino Draghoncini, aspri 3511 in tutto aspri 3511 142 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 7 r. 129 129 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Per chosto di v pezze di detti domaschini aspri 800 Per chomerchio di Bursia a iii per cento aspri 129 Per aghuglio di Bursia in Pera Per as[s]e e per fare una chaxa Per chorde e spagho Per incierato aspri x Per fare amagliare Per porto e barcha e chameli per mandalla in [. . .]ale per a chamino Monta costo e spese di detti drappi, chome si vede, aspri 4488; achonciate a chonto vagliono aspri 48 per ducato d’oro duc. 93 ½ d’oro in oro, vagliono a grossi a 7 per cento Atenghono a’ Tornaquinci di Roma e loro se n’à a fare debitori. aspri 800 aspri 129 aspri 20 aspri 4 aspri 4 aspri 10 aspri 6 aspri 4 -------------- aspri 4488 f. 100. –. 10 b) L’operazione programmata dai Salviati prosegue senza imprevisti. Agostino Dragoncini lascia Costantinopoli seguendo un lungo ma consolidato itinerario che lo porta ad Adrianopoli, a Valona e, attraversato l’Adriatico, in Puglia, a San Cataldo e a Lecce. Il viaggio continua via terra sino a L’Aquila e da qui i drappi proseguono per Roma. Rientrato a Firenze, Dragoncini stila per i Salviati un lungo, e non sempre ordinato, estratto-conto delle spese sostenute, per un totale di f. 6 s. 10 d. 10 larghi di grossi143. L’operazione termina con l’arrivo della merce a Roma: il 28 maggio 1488 i Salviati accreditano a Strinati la somma a lui dovuta (f. 93 s. 10 larghi di grossi, equivalenti ad aspri 4488), mentre da Roma la compagnia Tornaquinci risulta debitrice di f. 100 d. 10144: [28 maggio 1488] Benedetto Tornaquinci e conpagni di Roma di rinchontro deono dare, a dì 28 di magio, f. ciento s. – d. 10 a oro larghi di grossi per valuta di f. 93 ½ d’oro in oro larghi a vii per cento e sono per chosto e spese di pezze xxx di domaschini di Levante spaciati di Bursia, mandati loro per noi, per Aghostino Draghoncini, Alfieri Istrinati, come per suo conto chopiato al Giornale a c. 7 apare, posto detti domaschini avere, in questo, 78 ... f. 100 s. – d. 10 Doc. 37 Come era accaduto ad Antonio Segni nel 1463 quando si era recato a Costantinopoli (Doc. 26-29), anche Bartolo Tedaldi nel 1489 riceve da alcuni mercanti fiorentini merci destinate ad essere vendute in Levante. La compagnia di battilori di Filippo Nasi gli affida due casse di altobassi e domaschini appicciolati con e senza oro. 143 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 10 r. 144 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 358, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 50 s.; a c. 67 il conto intestato ad Alfieri Strinati. 130 130 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Nel suo libro contabile Bartolo Tedaldi copia la commissione ricevuta dai Nasi. Di particolare interesse sono i riferimenti ai prezzi di vendita che i Nasi sperano di realizzare145: Mcccclxxxviiii Chopia overo richordo della chomessione autta da Filipo Nasi e compagni, battilori, chome apare di loro mano, apresso di me, e prima: Ricordo a tte, Bartolo di Leonardo Tedaldi per l’andatta di Levantte, per noi Filipo Naxi e compagni, battilori, e prima e s’è mandato in Anchona a Girolamo Ridolfi e compagni chasse dua di nostri drappi, cioè allttebassi e domaschini apicciolatti chon oro e sanza oro, cioè una chassa segnata di nostro segno e numero 1, entrovi br. 134 ¾ d’alttebassi di più cholori sanza oro e br. 224 ¼ di detti alttebassi chon oro di più cholori e una chassa di N. 2 segnata di detto segno, entrovi br. 131 ¾ d’alttebassi sanza oro di più cholori e br. 45 1/3 di detti alttebassi chon oro di più cholori e in più tagli e più in detta chassa br. 113 7/8 di domaschini apicolatti chon oro di più cholori e in più tagli, che sono tutti di nostro chontto e sopra detti. E più è in detta chassetta di N. 2 br. 42 ¼ d’alttebassi chon oro, che sono di Lucha de’ Libri, che sono 3 tagli, chome parttittamentte puoi vedere per la chopia dello legagio di detta chassa in che ti s’è detto . . . E arivatto che sarai in qualunche di detti luoghi, che Dio per tuttodì chonducha, vogliamo che dette chasse chonducha in Pera insieme cho panni de’ Nasi, lanaiuoli, e cho più rispiarmo di spese puoi e, arivatto sarai chon esse in Pera, le chosegnie per noi a Andrea di Nichola de’ Libri e da llui piglia lettera d’avere riceutto. E per le spese di detti drappi a buono chontto t’abiàno datto qui duc. xxx d’oro in oro, e quello spenderai n’ài a dare chontto a detto Andrea e restando tutti nelle mani glie ne fa buoni e, manchandotti, gli farà buoni a tte e in chaso che detto Andrea morissi, a che Dio lo guardi, vogliamo che detti drapi sieno achomandatti, de’ quali à fare fine per noi per lo meglio puoi. E pregi non vuorrebono essere mancho d’aspri 100 in 110 del pichio degli alttebassi sanza oro e di quegli chon oro aspri 160 in 170 e di domaschini apiciolatti a grillanda aspri 180 in 200 e degli altri sanza grillanda aspri 140 in 150, nientte di mancho siano chonti non si guardi in 10 aspri al pichio. Fàccasi il meglio che si può. E se per il chamino trovassi da vendere, siamo chontentti gli venda tutti o partte per li sudetti pregi o meglio, se puoi. ... Doc. 38 Tessuti di sicura provenienza orientale non compaiono quasi mai negli inventari fiorentini del secolo XV. Del tutto eccezionali sono alcune sete appartenute a Lorenzo il Magnifico. L’inventario, redatto nel 1492 al momento della morte, menziona due abiti e tre tagli di stoffa provenienti dal Levante. a) Nel palazzo in città146: ... Una cotta di taffettà di Levante coll’opera sbiadata e nera f. 4 145 Archivio Frescobaldi, Frescobaldi, 722, Debitori, creditori e giornale di Bartolo Tedaldi, cc. 41 v., 42 r. Nello stesso codice, a c. 45 v., Bartolo Tedaldi copia l’elenco delle spese che ad Ancona il corrispondente Girolamo Ridolfi ha sostenuto al momento dell’arrivo delle due casse. 146 Libro d’inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico, a cura di M. Spallanzani e G. Gaeta Bertelà, Firenze 1992, pp. 102, 122. L’originale è andato perduto; a noi è pervenuta una copia del 1512. 131 131 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI ... Dua tagli di drappo di Levante alla dommaschina Dua altri tagli di drappo di Levante cholla salda ... Uno tagl[i]etto di taffettà sbiadato di Levante, intignato, di br. 12 ... f. 4 f. 2 f. 1 b) Nella villa di Careggi147: ... Una cotta di taffettà coll’opera a mandorle, verde e tanè di Levante ... f. 2. 10 Doc. 39 A una data imprecisata Iacopo di Giannozzo Pandolfini ha chiesto al suo corrispondente a Costantinopoli – Niccolò Salvetti – di acquistare per suo conto alcuni prodotti, tra i quali un lotto di drappi orientali. Si tratta di una ventina di pezzi, tutti di dimensioni modeste, che hanno determinato un costo complessivo assai ridotto: poco più di 25 fiorini d’oro. a) Nei primi mesi del 1492 Niccolò Salvetti ha acquistato a Pera le sete, provenienti da Bursa, e poi ha informato Iacopo Pandolfini, che in un suo libro contabile compone il seguente ricordo148: Richordo di più partite datoci Nicholò Salvetti di Pera di più chose fatte per noi . . . Iachopo Pandolfini de’ dare . . . ... E, a dì 3 d’aprile 1492, aspri mccxiiii per la monta di drappi di Bursia mandatogli per Ghirighoro d’Arezzo aspri ... 1214 b) Il giorno 9 giugno Iacopo Pandolfini, a Firenze, prende nota dei drappi che Niccolò Salvetti ha comperato per lui. Sono tessuti di produzione verosimilmente locale, cioè ottomana. Incerto è quel taglio parberecho; persiano dovrebbe essere il domaschino agiamescho, che è anche il più costoso149: [9 giugno 1492] Richordo questo dì 9 sopra detto che Niccolò Salvetti di Pera ci mandò per Ghirighoro d’Arezzo in uno fardellino queste choxe apresso e da Lecio cie le mandò per Nicholò di Scha[r]lino, vetturale, e prima montano aspri 1212 ad aspri 40 per fiorino di suggello 147 Libro d’inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico, cit., p. 145. Firenze, AOI, 12907, Debitori, creditori e ricordi di Iacopo Pandolfini, c. 103 v. 149 Firenze, AOI, 12908, Giornale di Iacopo Pandolfini, c. 113 v. 148 132 132 f. 25. 5. – TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Uno taglo di raso, tutto Uno taglo di raso verde Uno taglo di raso tanè Uno taglo di raso paghonazzo Uno taglo di cotonino bigio Uno taglo di domaschino giallo Uno taglo di parberecho tanè Uno taglo di cianbellotto verde Uno taglo di domaschino dorè Uno taglo di raso dorè Uno taglo di domaschino agiamescho Uno taglo di domaschino chon salda Uno taglo di detto Uno taglo di domaschino tanè Uno taglo di tafettà rosso di picchi 9 4 monachassi, aspri 66 pezza Uno cotonino verde bruno Uno taglo di tafettà verde di picchi 10 20 berettini di più cholori aspri aspri 20 5 6 7 24 43 41 20 33 38 212 32 37 36 76 264 121 85 112 -------1212 150 Doc. 40 Da Firenze Iacopo Pandolfini ha spedito a Niccolò Salvetti, attivo a Costantinopoli, rasi e damaschi destinati alla vendita. Negli anni 1492-93 i tessuti sono stati venduti in prevalenza ad Adrianopoli e il 2 giugno 1495 Salvetti compila per Pandolfini un estrattoconto di netto ricavo che quest’ultimo copia in un proprio libro di Debitori, creditori e ricordi151: 16 ½ Drappi di seta di chonto di Iacopo Pandolfini, propio, deono avere, a dì 15 d’ottobre 1492, aspri 1155 sono per la monta di picchi 16 ½ di rasi rossi, finì Giovanni Giusti in Andrinopoli per aspri 70 picho, pe danari chontanti 14 E, a dì detto, aspri 980 sono per la monta di pichi 14 di raso di questo chonto, finì Giovanni Giusti in Andrinopoli a Chasam basci, per aspri 70 picho 14 E, a dì detto, aspri 980 per la monta di pichi 14 di domascho rosso di grana di questo chonto, finì Giovanni Giusti in Andrinopoli a Iachuppe agham per aspri 70 picho 14 ½ E, a dì 22 di settenbre 1493, aspri 1560 per voi da Bertone, cimatore, rechò Niccolò Salvetti, chontanti, e sono per valuta di pichi 24 ½ di domascho rosso fine, di questo chonto, per aspri 65 picho, pe danari Monta e drappi venduti 150 151 aspri 1155 aspri 980 aspri 980 aspri 1560 --------------aspri 4675 Questo è il totale, che non corrisponde all’importo della registrazione precedente (Doc. 39 a). Firenze, AOI, 12907, Debitori, creditori e ricordi di Iacopo Pandolfini, c. 104 r. 133 133 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Apresso le spese a detti drappi: Drappi detti dare aspri 45 pagati per loro a Bertone, cimatore, per senseria e mesetteria di pichi 24 ½ di domascho aspri 3 per cento E, a dì 24 di settenbre 1494, aspri 380 che tanti s’è fatti buoni per voi a Giovanni Giusti e sono per tanti dice avere avere (sic) per vostro chonto da Chasam basci per resto d’una vesta di raso, el quale non si trovava E deono dare aspri 4250 fatti buoni per loro a Iacopo Pandolfini, propio, e sono per rittratto di detti drappi, quando rischossi saranno a buon chonto sempre aspri 45 aspri 380 aspri 4250 ---------------4675 Niccolò Salvetti in Firenze152, a dì 2 di gugnio [1495] Doc. 41 Dopo aver importato, in via del tutto eccezionale, trenta sete orientali destinate a Roma (Doc. 36), i Salviati verso la fine del Quattrocento e nei primi anni del secolo successivo si dedicarono con impegno all’esportazione di drappi in Levante. Essi hanno lasciato un archivio ricchissimo, che documenta molto bene le spedizioni delle sete da Firenze e proprio questa abbondanza ci ha spinto a selezionare i resoconti delle vendite: qui come altrove, per le forniture alla Porta abbiamo presentato trascrizioni complete, mentre abbiamo tralasciato le vendite alla clientela locale. Il setificio dei Salviati produsse una gran quantità di drappi destinati al mercato ottomano, ma nel complesso l’esportazione passò nelle mani di altre due aziende Salviati, ovvero quella del banco e quella dell’arte della lana. La prima, vale a dire la compagnia di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni del banco di Firenze, non agì singolarmente ma effettuò questi investimenti (incette) in associazione con altri due mercanti: Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati. I Salviati tennero sempre una contabilità molto accurata e ogni volta determinarono l’utile conseguito, che fu sempre positivo, ma invece di suddividerlo tra i soci lo girarono al conto Avanzi di nostro conto, Alfieri Strinati e altri. Il motivo di questa mancata distribuzione risiedeva nel fatto che i Salviati stavano portando avanti, sempre con gli stessi soci dell’incetta di drappi, investimenti analoghi in panni di lana, seta grezza, spezie, ciambellotti, ecc., ognuno dei quali terminava, a scadenze diverse, con risultati che potevano essere a volte positivi e a volte negativi. Per evitare continue ripartizioni, i soci decisero di convogliare gli utili (e le perdite) in un conto Avanzi appositamente creato e suddividere ogni tanto la somma algebrica di più risultati. Esaminando da vicino questo particolare conto Avanzi, che i Salviati hanno tenuto ovviamente ben separato dal classico conto Avanzi e disavanzi presente in ogni azienda, scopriamo che nel 1497 i soci decisero di distribuire f. 5000 larghi di grossi nel seguente modo: 2/5 ai Salviati (f. 2000), 2/5 ad Alfieri Strinati (f. 2000) e 1/5 a Francesco da 152 Viene spontaneo pensare a un lapsus del contabile, che avrebbe dovuto scrivere Pera, ma non di rado il corrispondente è nel frattempo rientrato a Firenze, per un periodo più o meno breve, e ne approfitta per rendere conto del suo operato al committente. È il caso, ad esempio, di Alfieri Strinati (Docc. 41 b, 42 h), di Ridolfo Lotti (Doc. 143 b) e di Lorenzo Barducci (Doc. 144 c). 134 134 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Sommaia (f. 1000)153. Lo stesso accadde nel 1500 quando, in base a una proporzione analoga, furono ripartiti utili per f. 561 s. 12 d. 9 e le quote risultarono, rispettivamente, di f. 224 s. 11. d. 1 e f. 112 s. 5 d. 7 larghi di grossi154. a) Prima incetta, 1489-1490. I partecipanti a questa impresa sono gli operatori appena menzionati: i Salviati del banco, che gestiscono l’intera operazione, Francesco da Sommaia e Alfieri Strinati, il quale ultimo è anche il corrispondente a Costantinopoli. Nel corso del 1489 i Salviati da Firenze spediscono soprattutto velluti e broccati acquistati in precedenza presso compagnie di setaioli e lanaioli. Tra i vari fornitori si segnala la compagnia di Giuliano e Iacopo Salviati, lanaioli. Gli acquisti di drappi sul mercato fiorentino sono complessivamente sei, tutti elencati nel conto che segue; sono state invece tralasciate le registrazioni relative ad alcune spese di mercanzie non meglio definite155: Drappi di seta di nostro chonto e Alfieri Strinati e Francesco da Sommaia abiamo in Levante in mano di detto Alfieri deono dare . . . ... E, a dì xxviiii di genaio [1488=89], f. centoquatordici s. v d. x larghi e sono per br. ccxi di zetani velutati roxi chomperati da messer Francesco Ruciellai, chalonacho fiorentino, sensale Marcho del Pechia, a s. xiii di suggello ’l braccio, a danari chotanti, e per lui chome ci scrixe a Tommaxo Ruciellai e chonpagni e per noi da Bartolomeo Bertolini e chompagni, posto gli debino avere, al Quaderno, c. 102, a Uscita, c. 104, a la chassa, in questo, c. 161 f. 114 s. 5 d. 10 E, a dì primo di settembre 1489, f. trecientodua s. x a oro larghi sono per br. cxxi di brochato d’oro vermiglio in iiii tagli aùti per tempo de l’anno a pagare il dì del tempo e per f. ii i/ii larghi il braccio da Giuliano e Iacopo Salviati e compagni, lanaiuoli, come al Giornale, c. 83, in credito a loro, in questo, a c. 214 f. 302 s. 10 d. – ... E, a dì x di novembre, f. sesantacinque larghi sono per br. L di domaschino di grana aùto per tempo di mesi xv e per f. uno s. xi larghi il braccio da Giuliano e Iacopo Salviati e compagni, lanaiuoli, come al Giornale, c. 99, in credito a detti Salviati, in questo, a c. 214 f. 65 s. – d. – ... 153 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 367, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 166 s.; Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 369, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 227 v., 239 v. 154 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 212 s. 155 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 358, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 163 s., 293 s. I primi due acquisti che seguono, lo zetani vellutato e il broccato d’oro, hanno lasciato traccia in un libro contabile dei Salviati dal titolo promettente ma che poi delude: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 359, Quaderno di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, attenente alle incette di Levante, c. 7 d. 135 135 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI E, a dì xxvii detto [febbraio 1489=90], f. ciento sesantotto s. v larghi di grossi sono per br. 90 tra rasi e veluti aùti da Tommaso di Bernardo Corbinegli e compagni, lanaiuoli156, per tempo di mesi xv pagare il dì del tempo in credito a Tommaso Corbinegli, in questo, a c. 223157 f. 168 s. 5 d. – E, a dì detto, f. ventuno s. xvii d. vi larghi di grossi sono per br. xv di veluto verde in dua peli aùto per f. uno s. xv di suggello il br. e per i danari da Giovanni Martini e compagni, setaiuoli, come al Giornale, c. 243, in credito a lui, in questo, c. 293 f. 21 s. 17 d. 6 ... E, a dì 22 di marzo, f. settantacinque larghi di grossi sono per br. xv d’alto e baso chermisi aùto per f. v larghi il br. e per tempo di mesi xv pagare il dì del tempo da Tommaso Corbinegli e compagni, chome al Giornale, a c. 244, in credito a lui, a c. 295 f. 75 s. – d. – ... ------------------766. 8. 5 b) Le spedizioni dei drappi non hanno lasciato tracce complete. Le casse partono separatamente: il broccato d’oro dei Salviati, lanaioli, il 2 settembre 1489 viene consegnato a Bernardo Bonsignori, in partenza per Costantinopoli via Lecce158; le sete dei Corbinelli e dei Martini partono il 27 febbraio 1490 sempre con destinazione Lecce159. Nella capitale ottomana Alfieri Strinati procede allo smercio dei drappi, che è piuttosto rapido. Per lo zetani rosso, già proprietà di Francesco Rucellai, attua con un mercante turco uno scambio con ciambellotti dal quale, detratte le spese, risulta un ricavo di f. 232.6.3 larghi di grossi, e ne dà subito comunicazione ai Salviati160. Quasi la metà delle sete è ceduta anch’essa a barato di ciambelotti; le restanti sono invece oggetto di normale vendita sul mercato locale. Al termine Strinati compila un estratto-conto di netto ricavo che i Salviati copiano nelle loro Ricordanze. Da questo lungo elenco riprendiamo soltanto le vendite effettuate alla Porta di Bajazet II e ad alcuni bascià: la prima ha acquistato il damasco di grana dei Salviati, lanaioli; i secondi i ben più costosi altobassi e i velluti a ristagno (d’oro) dei Corbinelli161: Mcccclxxxx A dì xvii di novembre Chopia d’un chonto aùto d’Alfiery Strinati e dicie chome aprexo: Aprexo vi diremo conto di più tagli di drapy riceuti per via di mare da la nave Barbiera e per via di tera per Aghostino Drachonciny, e prima: 156 Così il ms.; in realtà setaiuoli. La contropartita nel conto intestato alla compagnia Corbinelli è più dettagliata; “br. 30 di raso chremisi per f. 1 ¾ larghi il braccio e br. 30 di raso di grana per f. 32 larghi e br. 15 di veluto a ristagnio chermisi per f. 4 larghi il braccio e per br. xv di veluto verde in dua peli per f. 1 s. 18 a oro di suggello il braccio”: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 358, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 223 d. 158 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 83 r.; a c. 206 r. il legaggio. 159 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 225 r. (legaggio). 160 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 30 r. 161 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 30 v. 157 136 136 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) A la Porta del Singnore, per danari chontanti 47 ¾ pichy xlvii ¾ di domascho roxo di grana per aspri 65 picho, in tutto A li bascià, a la giornata 14 ¼ pichi xiiii ¼ d’altebaxo chermixi per aspri 450 picho, monta in tutto 14 3/8 pichi xiiii 3/8 di veluto chermixi a ristangno per aspri 350 picho, in tutto ... A la Porta del Signore, a dì viiii di luglio 42 ¾ pichi 42 ¾ di raxo di grana e di chermixi per aspri 100 il picho ... Resta lo ritratto netto, sbatute le spexe, . . . 3104 aspri aspri 6412 5032 aspri 4275 --------------aspri 44472162 Monta la vendita de’ sopra detti drapy, chome si vede Aprexo le spexe fate a’ sopra detti drapy, e prima163: ... Soma le spexe, chome di sopra si vede aspri aspri 2237 --------------aspri 42135 --------------f. 877. 16. 3 Alfieri Strinati in Firenze164 a dì xiii di novembre 1490 c) L’operazione è ormai conclusa. La somma dei due ricavi netti (i f. 232.6.3 dello scambio con i ciambellotti e i f. 877.16.3 della vendita delle sete) ammonta complessivamente a f. 1110.2.6 larghi di grossi. Tutte le operazioni, di segno positivo e negativo, sono confluite nel conto Drappi e il 19 dicembre 1490 i Salviati chiudono i conti: a un costo complessivo di f. 766.8.5 (oneri accessori inclusi) si contrappone un ricavo netto di f. 1110.2.6; l’investimento termina così con un risultato finale positivo di. f. 343.14.1. Poco si può dire su questo ammontare, che rimane molto elevato anche se riferito a un investimento protrattosi due o tre anni e che non trova riscontro nelle successive incette (Docc. 42, 49, 50, 51). Come anticipato, l’utile che scaturtisce dal conto Drappi non viene ripartito tra i soci ma girato al conto Avanzi di nostra ragione, Alfieri Istrinati e altri165: [1490] Drappi di setta abiamo in Levante di nostro conto, Alfieri Istrinati e altri deono dare . . . ... E, a dì xviiii di diciembre, f. trecientoquarantatre s. xiiii d. uno larghi di grossi sono che tanti s’avanza in questo conto, fatone creditore Avanzi di nostra ragione, Alfieri Istrinati e altri, in questo, c. 28 f. 343 s. 14 d. 1 --------------------f. 1562. 16. 3166 162 La somma corrisponde al ricavo complessivo di tutte le vendite. Segue un elenco di spese per un totale di aspri 2337. 164 V. nota 91. 165 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 364, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 41 s. 166 Non è fuori luogo notare che questo totale (del Dare e dell’Avere) con il quale si salda il conto è 163 137 137 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 42 Dopo le spedizioni del 1489-90 (Doc. 41), nel 1491 i Salviati del banco dettero inizio a una seconda incetta, che comportò un investimento superiore ai 12.000 fiorini larghi di grossi e durò poco più di quattro anni. All’impresa parteciparono la solita compagnia del banco di Firenze, Alfieri Strinati e altri, cioè Francesco da Sommaia; il corrispondente a Costantinopoli era sempre Strinati. Le quote di partecipazione erano quelle già richiamate nell’investimento precedente: 2/5 ciascuno ai Salviati e allo Strinati; 1/5 a Francesco da Sommaia. Anche questa volta i Salviati si rifornirono di drappi presso molti setaioli fiorentini, tra i quali i Boni, i Guicciardini, i Martelli, i Morelli, i Soderini. A quei noti setifici si affiancarono i Salviati, lanaioli, e i Salviati, tintori. Il fornitore più importante fu senz’altro la compagnia di Iacopo di Giovanni Salviati, setaioli, che vendette alla consorella velluti e broccati per circa f. 6700 d’oro larghi di grossi. Molto varie le forme di pagamento: in contanti, a scadenza, mediante scambi con prodotti quali perle e cotone sodo ma soprattutto con seta grezza persiana, sempre così apprezzata dai setifici fiorentini. A differenza della prima incetta (Doc. 41), la situazione si presenta ora particolarmente complessa. Anche questa volta la compagnia Salviati del banco di Firenze gestì l’intera operazione e nel corso degli anni 1491-1495 – tale fu la durata dell’investimento – effettuò poco più di 30 acquisti, per complessivi 250 drappi167. La compagnia Salviati del banco di Firenze seguì un iter contabile classico ed efficiente, che replicò più volte: definito il lotto di drappi pronto per la spedizione, intestò ad esso un estratto-conto di costi e spese, che poi inviò ad Alfieri Strinati a Costantinopoli. Ogni estratto-conto reca ovviamente una data ben precisa, che però deve essere valutata con attenzione. Quella data infatti non rimanda alla partenza reale delle sete ma ad una spedizione già avvenuta. L’estratto-conto elenca infatti tante spese che in realtà sono già state sostenute, dall’imballaggio al pagamento della gabella. La merce ha già lasciato Firenze ma il giorno esatto della partenza ci sfugge. La quasi totalità delle sete – 243 pezze, che rappresentano il 97% – lasciò l’Italia tra il marzo 1491 e l’ottobre del 1492. Le spedizioni furono complessivamente sei. Un dato comune a queste sei spedizioni è l’itinerario: il porto di imbarco è Lecce, una scelta già adottata nel corso della prima incetta ma destinata a non avere seguito in alcuna altra azienda esaminata in questo studio. Limitatamente alle spese accessorie che si manifestarono in Italia, la gabella all’uscita di Firenze costituì l’onere più elevato, seguito dalla vettura sino a Lecce. Per concludere, siamo di fronte a un investimento grandioso che, come si è anticipato, superò i f. 12000 larghi di grossi e si concluse alcuni anni dopo con un risultato modesto: f. 547.6.0. a) Prima spedizione, estratto-conto datato 11 marzo 1491. La compagnia Salviati del banco di Firenze si è già rifornita di numerosi drappi e ora compila l’estratto-conto di costi e spese da inviare ad Alfieri Strinati. Il principale fornitore è il setificio dei Salviati; seguono i Morelli, i Martelli, gli Eredi di Berto Tieri e altri setaioli ancora. Numerosi i una cifra artificiale, priva di significato. Il contabile dei Salviati ha commesso un errore, per correggere il quale ha dovuto comporre una seconda registrazione, sempre nel conto Drappi, di segno opposto e di ugual valore (f. 452. 13. 9). Il totale del conto – f. 1562.16.3 – è quindi una cifra gonfiata, dalla quale vanno appunto detratti i f. 452 s. 13 d. 9 (l’ammontare dell’errore): rimangono così f. 1110.2.4, che rapresentano l’investimento complessivo (spese incluse) al quale riferire l’utile conseguito. 167 Il numero risulta in un primo momento superiore, in quanto il contabile include, per errore, anche alcune sete che non rientrano in questo investimento. 138 138 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) velluti e i broccati d’oro, alcuni dei quali molto pregiati. L’estratto-conto elenca le sete e prosegue con le spese, tra le quali domina, come si è detto, la gabella all’uscita da Firenze, seguita dalla vettura sino a Lecce. I drappi, settanta in tutto, sono stati imballati in cinque casse; il costo totale, comprensivo degli oneri accessori sino a Lecce (f. 127.3.1), ammonta a f. 4192.17.10 larghi di grossi168: [11 marzo 1491] Chopia d’uno chonto dato Alfieri Istrinati di chasse v di drappi chonperati a chomune e dicie chome apresso e prima: Apresso vi si dirà chonto di chosto e ispese di chasse v di drappi di più sorte chon oro e sanza, chome per lo legagio si dichiara, achomandati e chonsegniati a voi medesimi e ispacciati del tutto insino in Leccio e alogati a Marchetto da Leccio e a Nicholò da Scharlino, veturale, e tutto per seguire vostro ordine: Da rede di Berto Tieri e compagni, setaiuoli, a dì viii di genaio, a barato di seta di Chastoria: 39 br. 39 di veluto pagonazzo in 2 peli 39 ¾ br 39 ¾ di veluto pagonazzo di grana 37 ½ br. 37 ½ d’apiciolato chon oro 12 ½ br. 12 ½ d’apiciolato chon oro 9 ½ br. 9 ½ d’apiciolato di grana chon oro Somano e v tagli di sopra br. 138 ¼ per f. 2 larghi il braccio, monta f. 276.10. – Da Bernardo Moregli e compagni, setaiuoli, a dì primo di febraio, a baratto di ferro: 35 2/3 br. 35 2/3 di velluto verde in 2 peli 31 br. 31 di velluto verde in 2 peli 19 7/8 br. 19 7/8 di velluto verde in 2 peli 38 ¾ br. 38 ¾ di velluto alesandrino in 2 peli 51 ¼ br. 51 ¼ di velluto tanè in 2 peli 36 1/3 br. 36 1/3 di velluto tanè in 2 peli In tutto br. 212 7/8 per f. uno s. x larghi il braccio, monta f. 319. 6. 3 43 1/8 br. 43 1/8 di velluto alesandrino in uno pelo 44 ¼ br. 44 ¼ di velluto vermiglio in uno pelo 43 ½ br. 43 ½ di velluto tanè in uno pelo 42 7/8 br. 42 7/8 di velluto tanè in uno pelo In tutto br. 173 ¾ per f. uno largo il braccio, monta f. 173.15. – -------------Somano e x tagli di sopra, chome si vede, f. 493 s. 1 d. 3 larghi di grossi f. 493. 1. 3 D’Andrea di Buonaventura e compagni, setaiuoli, a dì vii di febraio, a baratto di chotone: 45 ¼ br. 45 ¼ d’alto e basso di grana 17 ¼ br. 17 ¼ d’alto e basso di grana 168 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 46 r.-47 r. Alla fine di ogni pagina e all’inizio della successiva il contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo; a c. 222 r. egli ha copiato il relativo legaggio, qui non trascritto. 139 139 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 28 ¼ br. 28 ¼ di velluto di grana in 2 peli 28 ¾ br. 28 ¾ di velluto di grana in 2 peli Somano e iiii tagli di sopra br. 119 ½ per f. 2 larghi il braccio, monta f. 239. –. – Da Luigi Martegli e compagni, a dì detto, a baratto di perle e chotoni sodi: 23 br. 23 di velluto di grana in 2 peli 32 br. 32 di velluto tanè in 2 peli 23 ¾ br. 23 ¾ di velluto tanè in 2 peli 14 ¼ br. 14 ¼ di velluto tanè in 2 peli 43 ¼ br. 43 ¼ di velluto verde in 2 peli In tutto br. 136 ½ per f. 2 ¼ larghi il braccio, monta f. 307. 2. 6 30 br. 30 di velluto pagonazzo di grana in 2 peli 14 ¾ br. 14 ¾ di velluto verde in 2 peli In tutto br. 44 ¾ per f. 2 ¼ larghi il braccio, monta f. 100.13. 9 39 1/8 br. 39 1/8 di velluto chermisi in 2 peli per f. iii larghi il braccio, monta f. 117. 7. 6 64 ½ br. 64 ½ di domaschino di grana chol ritto di sotto per f. 1 ¼ larghi il braccio, monta f. 80.12. 6 --------------------629 ¼ Somano e viiii tagli di sopra f. 605 s. 16 d. 3 larghi di grossi f. 605.16. 3 ... Da Guliano e Iachopo Salviati e compagni, a dì vii di marzo, a baratto di perle e sete: 15 br. 15 di velluto di grana in dua peli 25 br. 25 di velluto alexandrino in 2 peli 23 br. 23 di velluto tanè in 2 peli Somano e iii tagli di sopra br. 63 per f. 2 ¼ larghi il braccio, 25 2/3 br. 25 2/3 di domaschino di grana, da’ detti, per f. uno e 1/8 largo il braccio, in tutto monta f. 170.12. 6 Da Alfieri Istrinati e per lui da Piero Chorsini, a dì 9 detto, e per danari chontanti: 16 ½ br. 16 ½ di domaschino di grana richo per tutto d’achordo per f. 16 1/3 larghi f. 16. 6. 8 Da Stefano Boni e [A]lesandro Iachopi e compagni, a dì detto, a barato di riobarbero e parte sete: 11 1/3 br. 11 1/3 di domaschino tanè apiciolato chon oro 11 1/3 br. 11 1/3 di domaschino verde bruno apiciolato chon oro 11 1/3 br. 11 1/3 di domaschino di grana apiciolato chon oro In tutto br. 34 per f. 2.11.8 larghi il braccio, monta f. 87.17. 6 15 1/6 br. 15 1/6 di brochato d’oro apiciolato chon pelo 15 ½ br. 15 ½ di brochato d’oro apiciolato chon pelo In tutto br. 30 2/3 per f. 4 ½ larghi il braccio, monta f. 138. –. – 35 br. 35 d’alto e baso chermisi in 2 peli per f. 4 ¼ larghi il braccio, monta f. 148.15. – 17 1/3 br. 17 1/3 di raso di grana aluciolato d’oro per f. 2 ¼ larghi il braccio, monta f. 39. –. – 10 br. 10 di domaschino apiciolato paonazo di grana a poste d’oro per f. 2.11.8 larghi il braccio f. 25.16. 8 20 1/3 br. 20 1/3 di domaschino alexandrino apiciolato chon oro per detto prezzo, monta f. 52.10. 7 Somano in tutto le viiii pezze, chome si vede di sopra f. 491.19. 9 140 140 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Da Iachopo Salviati e compagni, setaiuoli, a dì viiii detto, per tenpo di mesi xv a pagare 1/6: 51 ½ br. 51 ½ di raso di grana 28 ¼ br. 28 ¼ di raso di grana 44 ½ br. 44 ½ di raso di grana 43 7/8 br. 43 7/8 di raso di grana 56 br. 56 di raso di grana 50 br. 50 di raso di grana 43 ¼ br. 43 ¼ di raso di grana In tutto montano le vii pezze di raso br. 317 3/8 per f. 1 1/8 larghi il braccio, montano f. 357. –.11 40 ¼ br. 40 ¼ di domaschino di grana 26 7/8 br. 26 7/8 di domaschino di grana 26 7/8 br. 26 7/8 di domaschino di grana 46 ¼ br. 46 ¼ di domaschino di grana 40 ½ br. 40 ½ di domaschino di grana Somano in tutto le v pezze di domaschini, chome si vede, br. 180 ¾ per f. uno 1/8 largo il braccio f. 203. 6.10 43 ¼ br. 43 ¼ di velluto di grana in 2 peli per f. uno ¾ larghi il braccio, monta f. 75. 13. 9 30 ¼ br. 30 ¼ di velluto chermisi in 2 peli per f. 3 larghi il braccio, monta f. 90. 15. – 42 ½ br. 42 ½ di zetani velutato chermisi per f. tre ½ larghi il braccio, monta f. 148. 15. – 28 ¼ br. 28 ¼ d’altebasso chermisi in 2 peli, richo, per f. 4 ½ larghi il braccio f. 120. 1. 3 30 ¾ br. 30 ¾ d’apiciolato biancho chon andari d’oro 23 ¼ br. 23 ¼ d’apiciolato biancho chon andari d’oro 24 br. 24 d’apiciolato di grana chon andari d’oro 13 br. 13 d’apiciolato alesandrino chon andari d’oro 11 ¾ br. 11 ¾ d’apiciolato di grana chon andari d’oro 22 br. 22 d’apiciolato di grana chon andari d’oro Somano e vi tagli br. 124 ¾ per f. 3 ¼ larghi il braccio, monta f. 405. 8. 9 26 ¾ br. 26 ¾ di raso di grana brochato d’oro 29 ½ br. 29 ½ di raso di grana brochato d’oro 29 ¾ br. 29 ¾ di raso di grana brochato d’oro 15 1/8 br. 15 1/8 di raso di grana brochato d’oro In tutto pezze iiii br. 101 1/8 per f. 2 ¼ larghi il braccio, monta f. 227.10. 7 29 ¼ br. 29 ¼ d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari d’oro 15 br. 15 d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari d’oro In tutto br. 44 ¼ di detto alto e basso per f. iii ¼ larghi il braccio, monta f. 143. 16. 3 ----------------------2094 ¼ Somano in tutto e xxviii tagli aùti da’ Salviati, setaiuoli, chome di sopra si vede, f. 1772. 8. 4 larghi di grossi f. 1772. 8. 4 Apresso le ispese fatte e prima: Per chosto di v chasse in che si misono e detti drappi e per portalle in doana, pagati a’ fachini, in tutto f. Per chanavacci e chotone e messi a detto chas[s]e, in tutto, pagati f. 2. 2. – 5. 7. 1 141 141 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Per incerato messo a dette chasse, in tutto pagati Per legatura di dette v chasse di drappi pagati a’ leghatori Per gabella di Firenze, in tutto pagati lb. 396.3.4 piccioli, di grossi Per vettura di qui a Leccio a Nicholò da Scharlino e Marchetto da Leccio Per senseria e nostra provisione, nulla vi si mette f. 4. 18. 4 f. 1. 8. 1 f. 71. 7. 9 f. 41. 19. 10 f. –. –. – ---------------Somano le ispese fatte, chome di sopra si vede, f. 127 s. 3 d. 1 larghi di grossi Somono in tutto chosto e spese de’ sopra detti drappi di più sorte, cioè tra tagli e pezze, in tutto pezze 70, che sono br. 2094 2/5 in circha di drappi istietti e brochati f. quatromilaciento novantadua s. xvii d. x larghi di grossi e di tanti abiamo debitore drappi; provedete detto chonto e, stando chome noi, l’achonciate ed esendovi da dire, per voi o noi, lo dite e choregierassi. Idio vi guardi f. 127. 3. 1 ---------------- f. 4192.17.10 Alamanno e Iacopo Salviati e compagni a dì xi di marzo 1490 b) Seconda spedizione, estratto-conto datato 21 maggio 1491. I Salviati del banco compilano il solito estratto-conto contenente i costi e le spese delle sete acquistate. Il totale ammonta a f. 750.7.1 larghi di grossi. I Salviati setaioli e, in minor misura, i Salviati, lanaioli, hanno fornito i drappi, che nel complesso sono soltanto una decina e non a caso sono stati imballati in dua chas[s]etine169: [21 maggio 1491] Chopia d’uno chonto mandato Alfieri Istrinati in Levante. Apresso vi si dirà chonto di chosto e ispese di dua chas[s]etine di drappi di più sorte mandatovi e achomandate a Riciardo di Francesco del Riccio e netti di spese insino a Leccio e di poi per chonsegniare a voi o per seguire vostro ordine, chome si vede per llo legaggio mandatovi e alogate per insino a Leccio al Ciriega, veturale: Da Iachopo Salviati e compagni, setaiuoli, a dì xviiii di maggio, per tenpo di mesi xv a pagare di poi ogni mese lo i/vi: 15 br. quindici di brochato apiciolato di 3 cholori d’oro per f. iiii larghi il braccio f. 60. –. – 44 2/3 br. quarantaquatro e ii/iii d’alto e baso di grana in uno pelo chon andari d’oro in tre tagli per f. iii s. vi d. viii larghi il braccio, monta f. 148. 17. 8 28 ¼ br. ventotto e i/iiii di raso di grana brochato per f. ii i/iiii larghi il braccio, monta f. 63. 11. 3 169 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 53 v.; a c. 123 r. il legaggio, qui non trascritto. 142 142 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) 47 7/8 br. quaranzette e vii/viii di domaschino in 3 tagli: 2 di grana e uno alexandrino chon andari d’oro, tutti per f. iii i/iiii larghi il braccio, monta f. 155. 11. 10 15 br. quindici di domaschino alesandrino ischietto per f. uno largo il braccio, monta f. 15. –. – -------------------------150 4/5 Montono in tutto i sopra detti tagli di drappi br. 150 4/5 che montono f. 443. –. 9 30 15 14 ¼ 14 14 --------87 ¼ Da Guliano e Iacopo Salviati e chonpagni, lanaiuoli, a darne loro sete istravai per f. dua di suggello libbra in fra vii mesi overo danari contanti in fra detto tenpo: br. trenta d’alto e basso di chermisi per f. iii ii/iii larghi il braccio, monta br. quindici d’alto e basso di grana in uno pelo a poste d’oro per f. ii i/iiii larghi il braccio, monta br. quatordici e i/iiii d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari d’oro per f. iii larghi il braccio, monta br. quatordici cho uno pelo cioè brochato apiciolato per f. iii iii/iiii il braccio br. quatordici di brochato chon pelo apiciolato per f. iii iii/iiii larghi il braccio f. 110. –. – f. 33. 15. – f. 42. 15. – f. 52. 10. – f. 52. 10. – ---------------- Montono in tutto i sopra detti tagli di drappi br. 87 ¼ che montano f. 291. 10. – Somano i drappi in tutto, chome di sopra si vede --------------f. 734. 10. 9 Apresso le ispese fatte e prima: Per chas[s]ette in che si misse detti drappi e porto in doana Per chanavaccio e incierato e chotone sodo, in tutto Per legatura a’ legatori di doana, in tutto Per gabella di Firenze, in tutto Per vetura da Leccio a qui al Ciriegia, vetturale Per senseria e nostra provisione nulla vi si mette Somono le ispese, chome di sopra si vede, in tutto f. 15.16.4 larghi di grossi f. –. 6. 6 f. 1. –. 6 f. –. 4. 8 f. 10. 8. 3 f. 3. 16. 5 f. –. –. – ---------------f. 15. 16. 4 ----------------- Montono in tutto chosto e ispese, chome di sopra si vede, de’ sudetti drappi f. 750. 7. 1 larghi di grossi e di tanti abiàn debitori drappi di chonto vostro e non altri, provedetelo e istando bene l’achonciate e avisate. Idio vi guardi f. 750. 7. 1 c) Terza spedizione, estratto-conto datato 21 ottobre 1491. La procedura non subisce cambiamenti. I Salviati del banco hanno acquistato 48 pezze per un costo complessivo di f. 1976 larghi di grossi e ora compilano l’estratto-conto destinato ad Alfieri Strinati. I principali fornitori sono i Salviati, i Del Caccia, i Guicciardini, Stefano Boni e Alessandro Iacopi, tutti setaioli. I Salviati hanno imballato i drappi in tre casse e in una cassettina che 143 143 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI hanno lasciato Firenze in tempi diversi. La cassettina, ad esempio, era stata affidata a Bernardo Bonsignori già nel mese di agosto170: A dì xxi d’ottobre [1491] Chopia d’uno chonto di tre chasse e una chas[s]etina di drappi mandati a Alfieri Istrinati e dice chome apresso e prima: Apresso vi direno chonto di chosto e spese di chasse tre e una chas[s]etina di drappi mandati, che una chas[s]etta vi si mandò insino di agosto per Bernardo Buonsigniori per via di Leccio e chasse tre dette di più sorte mandamo per Giovanni Lapacini e a lui achomandate e per via della Velona per chonsegniare a voi o seguire vostro hordine, chome si vede per lo legagio vi si manda chon questa e prima: A dì xxiii d’agosto 1491 da Stefano Boni e [A]lesandro Iachopi e chonpagni, setaiuoli, per questi drappi aùti da loro per chonto del merchato si fece chon eso loro a barato di seta istravai per f. 2 1/3 di sugello la libra: 15 br. xv d’alto e basso di grana a poste per f. iii di suggello braccio, monta f. 45. –. – 14 1/3 br. xiiii 1/iii d’alto e basso di grana chon andari d’oro per f. iiii di suggello braccio f. 57. 6. 8 14 1/8 br. xiiii 1/8 d’alto e basso di grana chon andari per detto pregio f. 56. 10. – ------------------------43 9/20 Somono i sudetti iii tagli di drappi di br. 43 ½ f. 158.16. 8 di suggello f. 132. 7. 3 A dì detto da Iachopo Salviati e chonpagni, setaiuoli, per tenpo di mesi xv a pagare di poi ogni mese il 1/6: 15 br. xv d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari d’oro per f. 3 1/3 larghi il braccio f. 50 s. – d. – E, a dì xvi di settenbre, da Piero Guciardini e chonpagni, setaiuoli, a darne loro sete per f. 2 ½ di suggello libra: 36 7/8 br. 36 7/8 di domaschino rosso in 2 chamini di grana per f. 1 s. 7 di suggello f. 49. 15. 7 47 ¾ br. 47 ¾ di velluto pagonazzo di grana in 2 peli per f. 2 s. 2 di suggello braccio, monta f. 100. 5. 6 ------------------------84 1/8 Somono e ii tagli di sopra br. 48 1/8171 f. 150. 1. 1 di suggello sono, larghi f. 125. –. 11 A dì vi d’ottobre, da Michele del Chacia e compagni, setaiuoli, a darne loro sete istravai per f. 2 ½ di suggello la libra: 170 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 72 r.-73 r. Alla fine di ogni pagina e all’inizio della successiva il contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo; a c. 227 v. egli ha copiato il relativo legaggio, qui non trascritto. 171 Evidente lapsus del contabile. 144 144 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) 45 ¼ br. xlv ¼ di velluto alto e basso di grana in uno pelo per f. ii ¼ di suggello il braccio, monta f. 101.16. 3 f. 84. 16. 10 A dì detto, da Francesco Salviati e compagni, tintori d’arte magiore, e per tenpo di mesi xv a pagare di poi ogni mese 1/6: 42 ¼ br. xlii ¼ di velluto pagonazzo di grana in 2 peli per f. 1 ½ larghi il braccio, monta f. 63. 7. 6 46 ¼ br. xlvi ¼ di raso rosso di grana isp., per f. 1 largo il braccio, monta f. 46. 5. – ------------------------88 ½ Somono e ii tagli di sopra br. 88 ½ f. cviiii s. xii d. vi a oro larghi f. 109. 12. 6 A dì detto da Pagolantonio e Piero Soderini e compagni, a baratto di sete istravai, per f. ii ½ a oro di suggello la libra: 15 ½ br. xv 1/2 di raso rosso di grana 28 ½ br. xxviii ½ di detto raso In tutto br. 44 per f. 1. 7 di suggello il braccio, monta f. 59. 8. – 15 br. xv di velluto di grana in ii peli per f. 2 ¼ di suggello braccio, monta f. 33. 15. – 16 ¾ br. xvi ¾ di velluto di grana in [2] peli per f. 2 ¼ di suggello braccio, monta f. 37. 13. 9 15 br. xv di raso di grana per f. 1. 7 di suggello braccio, monta f. 20. 5. – ------------------------90 ¾ Somono e v tagli di sopra br. 90 ¾ f. 151. 1. 9 di suggello, sono larghi f. 125. 18. 2 Da Stefano Boni e [A]lesandro Iachopi e chompagni, per resto del merchato fatto chon eso loro sino di febraio, per resto di che àno avere sete istravai per f. 2 1/3 di suggello libra a nostro piacimento. A dì vii detto: 14 ½ br. xiiii ½ d’alto e basso a poste d’oro in uno pelo di grana per f. 2 ½ larghi il braccio f. 36. 5. – 14 1/3 br. xiiii 1/3 d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari a poste d’oro f. 3 1/3 larghi il braccio, monta f. 47. 15. 6 14 br. xiiii d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari a poste per detto pregio f. 46. 13. 4 ------------------------42 4/5 Somono e iii tagli di sopra br. 42 4/5 f. 130.13.10 larghi di grossi f. 130. 13. 10 A dì xi detto da Iachopo Salviati e compagni, setaiuoli, per tenpo di mesi xviii a pagare di poi ogni mese il 1/6 e volendone dare loro sete pe’ pregi varà per il tenpo faremo loro debito sieno tenuti a pigliare a nostro piacimento: 16 br. xvi di domaschino verde bruno a poste d’oro 26 br. xxvi di domaschino pagonazzo di grana a poste d’oro 7 br. vii di domaschino di grana rosso a poste d’oro --------49 In tutto br. xlviiii di detti domaschini a poste per f. ii larghi il braccio, monta f. 98. –. – --------25 br. xxv di velluto di grana rosso in 2 peli per f. 1 ¾ larghi il braccio, monta f. 43. 15. – 145 145 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 15 --------48 20 1/3 26 ¼ 15 ¾ 33 ¾ 29 ¾ --------173 ¾ --------56 51 43 ½ 44 ¼ 50 40 ½ --------285 ¼ br. xv di velluto tanè in 2 peli per f. 1 ½ larghi il braccio, monta f. 22. 10. – br. xlviii di velluto vermiglio in uno pelo chol filo adosso br. xx 1/3 di velluto vermiglio in uno pelo br. xxvi 1/4 di velluto verde in uno pelo br. xv ¾ di velluto vermiglio in uno pelo br. xxxiii 3/4 di velluto alesandrino in uno pelo br. xxviiii ¾ di velluto alesandrino in uno pelo In tutto br. clxxiii 3/4 di veluti per f. 1 s. 1 larghi il braccio, monta f. 182. 8. 9 br. lvi di domaschino di grana cho ritto di sotto br. li di detto domaschino di grana br. xliii i/ii di detto domaschino di grana br. xliiii i/iiii di raso rosso di grana br. L di detto raso rosso di grana br. xl ½ di detto raso di grana In tutto br. clxxxv172 1/4 di detti domaschini e rasi per f. 1 1/8 larghi il braccio, monta f. 320. 18. 1 --------16 br. xvi di domaschino alesandrino per f. 1 largo il braccio, monta 51 ½ br. li ½ di domaschino tanè in 2 chamini per f. 1 largo il braccio, monta 14 7/8 br. xiiii 7/8 d’alto e basso verde e rosso chon andari a poste per f. 3 1/3 larghi il braccio 15 br. xv di velluto di grana in 2 peli per f. 1 ¾ largho il braccio, monta 27 3/4 br. xxvii ¾ di velluto verde in 2 peli per f. 1 ½ largo il braccio, monta 24 br. xxiiii di velluto nero in 2 peli per detto pregio, monta 48 ½ br. xlviii ½ di domaschino verde in 2 camini per f. 1 largo il braccio, monta f. 16. –. – f. 51. 10. – f. 49. 11. 8 f. 26. 5. – f. 41. 12. 6 f. 36. –. – f. 48. 10. – --------------- Somono e 24 tagli di sopra br. 745 5/8 per f. 937. 1 larghi di grossi A dì xii d’ottobre da Giuliano e Iacopo Salviati e chonpagni, lanaioli, per tenpo di mesi xv: 12 br. xii di domaschino in 2 chamini di grana a poste d’oro 12 br. xii di domaschino rosso di grana a poste d’oro 16 br. xvi di domaschino rosso di grana in 2 chamini a poste d’oro 11 ¾ br. xi ¾ di domaschino alessandrino in 2 chamini a poste d’oro 172 Lapsus del contabile. 146 146 f. 937. 1. – TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Somono e sopra detti iiii tagli br. 51 ¾ per f. ii larghi il braccio, l’uno per l’altro f. 103. 10. – A dì detto da Piero Guciardini e compagni, setaiuoli, a baratto di sete: 63 ½ br. lxiii ½ di raso di grana per f. uno 1/8 largo il braccio, monta f. 71. 8. 9 25 ½ br. xxv ½ di raso pagonazzo di grana per f. 1 1/8 largo il braccio, monta f. 28. 13. 9 15 br. xv di velluto di grana in 2 peli per f. 2 ¼ larghi il braccio monta f. 33. 15. – --------------Somono e sopra detti iii tagli br. 104 f. 133.17. 6 larghi di grossi f. 133. 17. 6 ----------------- Montono in tutto i detti drappi, chome di sopra si vede, f. mille novecento trentadua e s. xviii larghi di grossi, di che s’abatte f. 1 ½ largo per br. 1 ½ di raso rosso di grana ci fano buono i Salviati, tintori, per rifacimento d’una pezza di detto raso datoci per br. 46 ¼ che non fu che br. 44 3/4, chome vedete per i[l] legaggio, che in tutto monta il primo chosto f. 1931. 8. – Apresso le ispese fatte e prima: Per ispese fatte a una chas[s]etina di iiii tagli mandata per Bernardo Buonsigniori più fa e gabella in tutto ispaciata di Firenze Per chosto di iii chasse e porto in doana in tutto lb. 5.12.8 piccioli, vagliono Per br. 44 di chanavacio lb 9. 18 e per libbre 25 di chotone lb. 10 in tutto lb. 19.18, vagliono Per br. 17 d’incerato a s. x piccioli il braccio, monta lb. 8 ½ piccioli, vagliono Per legatura a’ legatori di doana lb. 3 s. 3 piccioli, vagliono Per gabella di Firenze pagata in tutto lb. 102.4.4, di grossi vagliono Per vettura di qui a Leccio a Marchetto, vetturale, duc. 16 larghi d’oro in oro, in tutto Per senseria, nostra provisione nulla vi si mette f. 2. 3. 8 f. –. 19. 2 f. 3. 9. – f. 1. 9. 2 f. –. 11. 6 f. 18. 9. 6 f. 17. 10. – f. –. –. – ----------------- Somono le ispese, chome si vede di sopra, f. xliiii s. xii larghi di grossi f. 44. 12. – ----------------- Monta chosto e spese de’ sudetti drappi, chome partichularmente di sopra si vede, f. mille novecento setanzei larghi di grossi e di tanti abiàn debitore drappi mandati; provedetelo ed esendo da dire, per voi o noi, lo dite, che si choregierà. Idio vi guardi f. 1976. –. – d) Quarta spedizione, estratto-conto datato 10 dicembre 1491. I Salviati del banco hanno inviato ad Alfieri Strinati un quantitativo ridotto di sete: 18 pezze, per un totale (primo costo e spese) di f. 546 larghi di grossi, imballate in un’unica cassa. I fornitori sono i Salviati, setaioli, e i Salviati, lanaioli173: 173 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di 147 147 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A dì 10 di dicenbre [1491] Chopia d’uno chonto di una chassa di drappi mandata in Levante a Alfieri Istrinati e dice chome apresso e prima: Apresso vi direno chonto di chasse una di drappi mandata per via di Leccio e achomandata a Gieremia Ataviani [. . .] per chonsegniare a voi o chi per voi vi fussi e per seguire vostro hordine e chome vedete per i[l] legagio vi si manda chon questa e apresso chosto e spe[se] e prima: A dì vii di dicenbre da Iachopo Salviati e chonpagni, setaiuoli, per tenpo di mesi xviii a pagare di poi ogni mese 1/6: 15 br. xv d’alto e basso rosso e verde chon andari d’oro per f. 3 1/3 larghi il braccio f. 50. –. – 29 1/3 br. xxviiii i/iii di velluto di grana in ii peli per f. 1 ¾ larghi il braccio f. 51. 6. 8 14 7/8 br. xiiii vii/viiii di velluto di grana in ii peli per f. 1 3/4 larghi il braccio f. 26. –. 8 15 br. xv di velluto di grana in uno pelo chol filo adosso 15 br. xv di velluto di grana in uno pelo chol filo adosso In tutto br. 30 per f. 1 ¼ f. 37. 10. – 11 7/8 br. xi 7/8 di domaschino rosso a poste d’oro di grana 11 2/3 br. xi 2/3 di domaschino alexandrino a poste d’oro 12 br. xii di domaschino di grana a poste d’oro 12 1/8 br. xii 1/8 di domaschino di grana a poste d’oro 12 br. xii di domaschino di grana a poste d’oro In tutto br. 59 2/3 per f. ii larghi il braccio f. 119. 6. 8 35 ½ br. xxxv i/ii di velluto tanè in uno pelo per f. 1 s. ii larghi il braccio, monta f. 39. 1. – 12 ¼ br. xii i/iiii di velluto verde in ii peli per f. 1 ½ larghi il braccio f. 18. 7. 6 9 7/8 br. viiii 7/8 di domaschino pagonazzo chon andari d’oro per f. iii larghi braccio f. 29. 12. 6 --------------Somano in tutto e xiii tagli di sopra br. ccvi i/ii, che montano f. 371. 5. – A dì viii detto da Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaiuoli, per tenpo di mesi xviii a pagare di poi ogni mese il 1/6: 11 ½ br xi ½ di domaschino alesandrino a poste d’oro 12 br. xii di domaschino di grana a poste d’oro 12 ¼ br. xii ¼ di domaschino di grana a poste d’oro 27 2/3 br. xxvii 2/3 di domaschino di grana a poste d’oro In tutto br. lxiii 2/5 per f. ii larghi il braccio f. 126. 16. – 14 2/3 br. xiiii 2/3 d’alto e basso di grana a poste d’oro in uno pelo per f. 2 ½ larghi il braccio f. 36. 13. 4 --------------- Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 79 v.; a c. 230 r. è stato copiato il relativo legaggio, qui non trascritto. 148 148 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Somano in tutto e v tagli di sopra br. lxxviii 1/12, che montono Montono in tutto e detti drappi, chome di sopra si vede, f. cinqueciento trentaquatro s. xiiii d. iiii larghi di grossi per il primo chosto f. f. 163. 9. 4 ----------------- –. –. – f. 534. 14. 4 Apresso ispese fatte e prima: Per gabella di Firenze pagata a Tomaso Chapponi, kamerlengo, lb. 21.5 di moneta nuova a lb. 4.11 4 per fiorino f. 4. 13. 1 Per la chas[s]etta s. xxxv, per libbre viii di chotone lb. 4 s. 4, per br. 7 di incerato lb. 3.10, per braccia 6 ¾ di chanavaccio s. 27 e per legatura lb. 1.4, in tutto lb. 12 piccioli, vagliono f. 2. 1. 7 Per vetura a Nardo di Lonbardazzo, vetturale, per di qui a Leccio, in tutto f. 4. 11. – --------------Monta in tutto le ispese, chome si vede di sopra, f. xi s. v d. viii larghi di grossi f. – f. 11. 5. 8 ---------------Somma in tutto chosto e spese, chome si vede nello presente chonto di f. cinquecento quaranzei larghi di grossi e di tanti abiàn debitori drappi mandati; provedetelo e trovando gusto, chome noi, l’achonciate ed esendo erore, lo dite e si choregierà. Idio vi guardi f. f. 546. –. – e) Quinta spedizione, estratto-conto datato 28 giugno 1492. I Salviati, setaioli, hanno fornito circa la metà dei 44 tagli acquistati; seguono i Salviati, lanaioli, gli Eredi di Berto Tieri e i Calcagni. Il costo complessivo ammonta a f. 1647.15 larghi di grossi. I drappi sono stati imballati in due casse174: [28 giugno 1492] Chopia d’uno chonto di chosto e spese di chasse ii di drappi mandamo in Levante a Alfieri Istrinati e dicie chome apresso e prima: Apresso vi direno chonto di chosto e spese di chasse ii di drappi mandati per via di Leccio e per Giramonte Ridolfi per chonsegniare a voi o per chi voi fussi per seghuire vostro hordine, chome per lo leghaggio vi mandiano chon questo: A dì ii di gugnio da rede di Berto Tieri e compagni, setaiuoli, a darne loro sete istravai fra 6 mesi per f. 2 larghi la libbra: xxxvii br. di raso rosso di grana xvii br. di raso rosso di grana l i/iiii br. di raso rosso di grana xxxi br. di raso rosso di grana 174 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 100 v., 101 r. Alla fine di c. 100v. e all’inizio di c. 101 r. il contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo; a c. 236 r. ha copiato il relativo legaggio, qui non trascritto. 149 149 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI xvii i/iiii br. di domaschino rosso di grana in ii chamini In tutto sono e detti 5 tagli br. clii i/ii tra rasi e domaschini, tutti l’uno per l’altro, per f. 1 1/8 larghi il braccio di che se n’à a dare loro uno fardello di seta per f. ii larghi libbra e del resto che monta detto fardello n’àno a dare drappi simili fra ii mesi f. 171. 11. 3 A dì xv di gugnio da Nicholò Chalchagni e chonpagni, setaiuoli, a darnne loro uno fardello di seta nel modo di sopra a darne drappi: xxx iiii i/iiii br. di veluto di grana in ii peli xiiii i/ii br. di veluto simile xxxiiii i/iiii br. di veluto paghonazzo in ii peli In tutto sono e 3 tagli br. lxxxiii per f. 2 ¼ di suggello il braccio montono in tutto f. clxxxvi s. xv a oro di suggello, sono larghi f. 155. 12. 6 A dì xxvi di gugnio da Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaiuoli, per tenpo di mesi viii a pagare di poi ogni mese il i/iiii: xiiii i/ii br. d’alto e basso di grana in uno pelo a poste d’oro per f. 2 ¼ larghi il braccio f. 32. 12. 6 xi i/ii br. di domaschino alesandrino a poste d’oro xii i/iiii br. di domaschino simile x br. di domaschino simile xi i/iiii br. di domaschino verde bruno simile xxiii iii/iiii br. di domaschino di grana simile Sono e detti 5 tagli di domaschini a poste d’oro br. 68 ¾ per f. ii i/iiii a oro di suggello braccio, monta f. cliiii s. xiii d. viiii a oro di suggello, vagliono a fiorini larghi f. 128. 18. 1 xiii iii/iiii br. di raso rosso di grana simile xviiii i/iiii br. di raso simile xv br. di raso simile xviiii i/iii br. di raso simile Somono in tutto e 4 tagli di raso rosso br. lxvii i/iii per f. uno largo di grossi il braccio montano f. lxvii. 6. 8 larghi di grossi f. 67. 6. 8 --------------In tutto somano e x tagli di drappi, chome di sopra si vede, br. 105 2/3 che montano f. ccxxviii s. xvii d. iii larghi di grossi f. 228. 17. 3 A dì xxvi detto da Francesco Salviati e chonpagni, tintori, per danari contanti: xviii iii/v br. xviii iii/v di domaschino di grana rosso per tutto d’acchordo per f. xviiii larghi f. 19 f. A dì xxvii di giugno da Iacopo Salviati e chonpagni, setaiuoli, per tenpo di mexi xviii a paghare di poi ogni mexe 1/6: xxxiiii i/iiii br. xxxiii [i/iiii] di raso di grana rosso L br. L di raso simile xlvii i/iiii br. xlvii i/iiii di raso simile xiiii 7/8 br. xiiii 7/8 di raso simile lii br. lii di raso simile L i/ii br. L i/ii di domaschino di grana xlvii i/ii br. xlvii i/ii di domaschino simile lvi i/iiii br. lvi i/iiii di domasco simile 150 150 19. –. – TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) xxvii i/ii di domascho simile Sommono in tutto e viiii di rasi e domaschini br. ccclxxx 1/8 a f. 1 1/8 larghi il braccio f. 427. 12. 9 br. xxxviiii i/ii di raso pagonazzo di grana xlviiii br. xlviiii di raso simile xlvii i/ii br. xlvii i/ii di domaschino pagonazzo di grana xxxviii i/ii br. xxxviii i/ii di domaschino simile xv i/iii br. xv i/iii di raso allexandrino xiii i/ii br. xiii i/ii di domascho allexandrino Somono in tutto e vi tagli di rasi e domaschini br. ciii175 i/iii per [f.] uno largo braccio f. 203. 6. 8 xxxiii iii/iiii br. xxxiii iii/iiii di veluto di grana in u[no] pelo xiiii i/iiii br. xiiii i/iiii di veluto simile xii i/ii br. xii i/ii di veluto simile Somono in tutto e detti iii tagli di veluti br. lx i/ii per f. uno s. iii d. iiii larghi braccio f. 70. 11. 8 xxiii iii/iiii br. xxiii iii/iiii di domascho di grana a poste d’oro xxiii i/iiii br. xxiii i/iiii di domascho di grana a poste d’oro Somono in tutto e dua tagli br. xlvii per f. dua larghi il braccio, monta f. 94. –. – xxviiii i/ii br. xxviiii i/ii d’altebasso di grana a pigne d’oro per f. iii i/ii di suggello braccio, vagliono f. 81. 18. 10 xv vii/viii br. xv vii/viii di raso paghonazzo chon andari d’oro per f. dua i/ii il braccio, monta f. 39. 13. 9 xv br. xv d’altebasso di grana rosso e verde a poste d’oro xiiii br. xiiii d’altebasso simile Somono e ii tagli di sopra d’altebasso di grana a poste d’oro br. xxviiii per f. iiii larghi braccio, monta f. cxvi larghi di grossi f. 116. –. – --------------Sommono e tagli xxiiii di sopra br. 765 1/3 che montono in tutto f. 1033. 3. 8 ----------------Montorono, cioè montono in tutto e tagli xliii di più ragioni drappi, chome di sopra si vede, br. mclxxi, ch’è diverxi pregi, chome si dichiara nello presente chonto, montono f. mdcviii s. iiii d. viii larghi di grossi f. 1608. 4. 8 Apresso le spexe fatte e prima176 ... Somono le spexe, chome di sopra si vede, f. xxxviiii s. x d. iiii larghi di grossi f. 39. 10. 4 1647.15.0 ----------------Monta chosto e spexe de’ sopra detti drappi f. mdcxlvii s. xv d. – larghi di grossi e di tanti abiamo debitore drappi; provedetelo e, stando bene chome noi, achonciate. Iddio vi ghuardi. f. 1647. 15. – 175 Così il ms., ma si legga cciii. Scarso interesse presentano in questo caso gli oneri accessori (imballaggio, gabella di Firenze, trasporto terrestre sino a Leccio, ecc.) in quanto alcune voci riguardano non solo i drappi di seta ma anche panni di lana e la loro imputazione non è sicura. 176 151 151 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI f) Sesta spedizione, estratto-conto datato 16 ottobre 1492. È una partita consistente: 55 pezze, destinate ad essere imballate in quattro casse, numerate 41-44. Il primo costo ammonta a f. 2916.19.5, che con le spese sale a f. 2973.17.4 larghi di grossi. Come già si è verificato negli estratti-conto relativi alle precedenti cinque spedizioni, anche questo inizia con l’elenco dettagliato delle sete e termina con le varie spese che si sono dovute pagare in Italia: imballaggio, gabella all’uscita da Firenze e spedizione a Lecce, affidata a un certo Marchetto da Lecce. La gabella costituisce sempre l’onere più rilevante, superiore al trasporto in Puglia. In una di queste casse i Salviati hanno imballato sei drappi appartenenti a Priore Strinati, fratello di Alfieri: le sete viaggiano insieme ma da un punto di vista contabile la separazione è netta e l’imputazione dei costi ai rispettivi proprietari non crea problemi. Questa sesta spedizione si arricchisce di una fonte particolare, vale a dire i libri contabili tenuti a Pera da Giovanni Salviati, una figura di secondo piano appartenente a un ramo collaterale della famiglia, che trascorse alcuni anni nella capitale turca, dove morì nel novembre 1493177. Giovanni Salviati seguì da vicino questa operazione e in un suo libro contabile copiò i documenti ricevuti da Firenze, ovvero l’estratto-conto di costi e spese e l’annesso legaggio, entrambi relativi alle quattro casse numerate 41-44178. Accanto a questi dati, che costituiscono delle semplici copie, Giovanni Salviati descrisse anche tutte le spese sostenute da un garzone, un certo Dimitri, che accompagnò le casse da Lecce a Pera, via Kastoria e Adrianopoli179. I Salviati di Firenze hanno dunque compilato un estratto-conto di costi e spese relativo alle sete acquistate e pronte per la spedizione. La maggior parte dei drappi proviene dal setificio dei Salviati; seguono a distanza gli Eredi di Berto Tieri, i Buti e i Calcagni, tutti setaioli180: Mcccclxxxxii A dì xvi d’ottobre Copia d’uno conto di chaxe iiii di drapi mandate i[n] Levante Alfieri Strinati, che dicie chome aprexo e prima: Aprexo vi direno conto di chosto e spexe di chaxe iiii di drapi mandate per via di Lecio adiritte a Bartolomeo Davanzati o chi fusi per voy e per seghuire vostro hordine, come per lo leghagio vi mandiano chon questa. Che Dio per tutto l’achonpagni e faci salvi. 177 Non la data esatta ma alcuni particolari che circondarono la sua morte compaiono in varie fonti; si veda I. Houssaye Michienzi, Les milieux d’affaires florentins, le commerce des draps et les marchés ottomans à la fin du XVe et au début du XVIe siècle, «Mélanges de l’Ecole française de Rome – Moyen Age», 127, 2 (2015), pp. 424, 432. 178 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, cc. 96 d.-98 s. (copia, disordinata, del legaggio) e, alle cc. 101 d.-102 d., copia, fedele, dell’estratto-conto. 179 Di nuovo i costi accessori presentano un interesse limitato in quanto non riguardano esclusivamente le 4 casse di drappi ma anche le 42 balle di panni di lana che i Salviati di Firenze avevano contemporaneamente spedito a Pera. 180 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 114 r. e v. Alla fine di c. 114 r. e all’inizio di c. 114 v. il contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo; a c. 240 r. ha copiato il relativo legaggio, qui non trascritto. 152 152 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) A dì x d’ottobre da rede di Berto Tieri e compagni, setaioli, a darne loro seta stravai per f. dua larghi libra in fra 6 mexi: 47 ¼ br. 47 ¼ di raxo roso di grana 42 br. 42 di detto raxo di grana 49 ¾ br. 49 3/4 di deto raso di grana 47 br. 47 di detto raso di grana 29 ¾ br. 29 ¾ di raxo simile 46 ¾ br. 46 ¾ di deto raxo di grana In tutto sono le dete peze 6 di raxi braccia cclv ½181 di deto raxo di grana per f. 1. 2. 6 larghi il bracio di che n’àno avere sete istravai, chome di sopra si dice, montano f. 287. 8. 9 A dì x d’ottobre da Bonaiuto Buti e compagni, setaioli, di che n’àno avere sete per f. ii libbra: 50 ¾ br. 50 ¾ di raxo roso di grana 50 ½ br 50 ½ di raxo simile 50 ¼ br. 50 ¼ di raxo detto 51 br. 51 di raxo simille Sommano e iiii tagli, chome si vede, br. 202 ½ per f. 1 1/8 largo il bracio, di che àno avere seta, monta f. 227. 16. 3 15 ½ br. 15 ½ di velluto di grana in 2 pelli 15 ½ br. 15 ½ di velluto di grana in 2 pelli 15 ½ br. 15 ½ di velluto di grana in 2 pelli Somono in tutto e iii tagli, chome si vede, br. 46 ½ di velluto di grana in 2 peli per f. 2 ¼ di suggello il bracio, vagliono a f. larghi f. 87. 3. 9 --------------In tutto sono e vii tagli br. 249 che montono, come di sopra f. 315. –. – A dì x d’ottobre da Aver[ar]do e Giovanni Salviati e compagni, lanaiuoli, per tenpo di mexi xiiii a pagare di poi ongni mexe il 1/6: 49 ½ br. 49 ½ di raxo di grana per f. 1 1/8 il bracio, largo, montta in tutto f. 55. 13. 9 A dì xiii deto da Nicholò Chalchangni e compagni, setaioli, di che àno avere sete per f. ii larghi libra: 29 ½ br. xxviiii i/ii d’alto e baxo di grana in uno pelo 14 ¾ br. 14 ¾ d’alto e baxo simile 15 br. 15 d’alto e baxo di grana simile 14 ½ br. 14 ½ d’alto e baxo simile 14 br. 14 d’alto e baxo simile 181 Le inesattezze da parte dei contabili nel ricopiare i documenti non sono rare. Così, ad esempio, la lunghezza complessiva e il costo totale di questi sei drappi (f. 287.6.9) sono esatti, mentre non lo sono le singole lunghezze. Nel caso in esame disponiamo di altre testimonianze relative alla stessa fornitura: il già menzionato legaggio compilato dai Salviati del banco (Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 240 r.) e la copia redatta da Giovanni Salviati a Costantinopoli al momento dell’arrivo della merce (Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, c. 101 r.). Tenuto conto che la lunghezza complessiva è di br. 255 ½, dalla collazione delle varie fonti emerge che le misure dei sei drappi dovevano essere le seguenti: br. 45 ¼, 42, 44 ¾, 47, 29 ¾ e 46 ¾. 153 153 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 14 ½ br. 14 ½ d’alto e baxo simille In tutto monta e 6 tagli d’alto e baxo br. 102 ¼ per f. ii s. ii a oro di suggello il braccio, monta f. 214. 14. 6 28 ¾ br. 28 ¾ di velluto di grana in 2 pelli per f. ii i/iiii di suggello il bracio, montta f. 64. 13. 9 52 ½ br. 52 ½ di raxo alesandrino per f. uno largo il braco, sono di suggello f. 63. –. – --------------In tutto sono li viii tagli di sopra br. 183 ½ che montono, chome si vede, f. 343. 8. 3 di suggello che vagliono a f. largo f. 285. 6. 11 A dì xvi d’ottobre da Iacopo Salviati e compagni, setaioli, per tenpo di mexi xviii a pagare di poi ongni mexe il 1/6: 29 ¾ br. 29 ¾ di zetani vellutato di grana in 2 pelly 29 ¼ br. 29 ¼ di zetani simile 28 ¼ br. 28 ¼ di zetani simile 15 1/6 br. 15 1/6 di zetani simile 14 7/8 br.14 7/8 di zetani simile 29 ¾ br. 29 ¾ di zetani simile br. 14 7/8 di veluto di grana in 2 pelly br. 14 2/3 di veluto simile br. 12 ½ di veluto simile br. 28 1/6 di veluto simile br. 29 ¼ di zetani vellutato simile br. 29 di zetani vellutato simile In tutto sono e xii tagly di zetani e veluti br. 275 ½ per f. 2 ¼ di suggello il braco, montono f. 619. 17. 6 56 br. 56 di raxo di grana 45 ¼ br. 45 ¼ di raxo di grana 47 br. 47 di raso simile 60 ¾ br. 60 ¾ di raxo di grana 46 ½ br. 46 ½ di raxo simile 49 ¼ br. 49 ¼ di raxo simile 13 1/3 br. 13 1/3 di domaschino di grana In tutto sono e vii tagli di raxi e domaschini di grana br. cccxviii per f. 1.7 di suggello il braco, monta f. ccccxxviiii s. vi a oro di suggello f. 429. 6. – 41 7/8 br. 41 7/8 di raxo paghonazo di grana 53 ¾ br. 53 ¾ di domasco alesandrino 15 2/3 br. 15 2/3 di domascho verde 48 ¼ br. 48 ¼ di domasco simile 39 ¾ br. 39 ¾ di domasco alesandrino 14 br. 14 di domasco paonazzo di grana In tutto sono e vi tagli di domasco e raso br. ccxiii i/iiii per f. 1 1/5 f. 255. 18. – di suggello il bracio, montono f. 255.18 a oro di suggello 30 br. 30 d’alto e baxo di grana brochato d’oro 29 2/3 br. 29 2/3 d’alto e baxo simile 15 br. 15 d’alto e baxo simile 154 154 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) In tutto sono e iii tagli di brochato d’oro br. 74 2/3 per f. viii ¾ di suggello il bracio, montono 15 br. 15 di raxo paghonazo di grana con andari d’oro per f. iii di suggello il bracio, monta 29 ¾ br. 29 ¾ d’alto e baxo di grana in uno pelo a poste d’oro per f. iii i/iii di suggello braco, monta 15 br. 15 d’alto e baxo di grana e verde con andari d’oro per f. iiii di suggello bracio, monta 29 br. 29 d’alto e baxo di grana in 2 pelly 29 ¾ br. 29 ¾ d’alto e baxo simile In tutto br. 58 ¾ per f. iii 1/2 di suggello il bracio, monta f. 653. 6. 8 f. 45. –. – f. 99. 3. 4 f. 60. –. – f. 205. 12. 6 --------------- Somono in tutto e drapi avuti da’ Salviati di sopra f. 2368.4 di suggello che vagliono a fiorini larghi f. – f. 1973. 10. – ------------------ Montano in tutto e drapi del prexente conto, coè il primo costo, chome si vede, f. 2916.19.5 larghi di grossi f. – f. 2916. 19. 5 Aprexo le spexe fate e prima182: Per iiii chasse abattuto l’1/8 per Priore Strinati f. 1.1.10 larghi di grossi Per cotone nula si mette, che s’è tolto del nostro, solo si mette la battitura Per incerato canne 9 ½ f. 3.4.6 di grossi abattuto l’1/8 di Priore Per chanavacio br. 70 a s. 4 ½ il bracio lb 15.15 abatesene l’1/8 per Priore Per leghatura a’ leghatori lb. 5 piccioli abatesene l’1/8 per Priore Per ghabela di Firenze lb. 128.5.8 di moneta nuova abatesene l’1/8 tocha a Priore, in tutto Per vettura da qui a Lecio per libbre 454 a s. 7 piccioli libra lb. 158.18 monta f. 26.18.10 di che s’abate lo 1/8 atiene a Priore Per fune per amagliare e panni e drapi pagati a Marchetto da Lecio Montono, come si vede, le spexe, f. lvi s. xvii d. xi di grossi Monta costo e spexe, chome di sopra di vede, de’ sudetti drapi f. 2973.17.4 di grossi e di tanti abiamo debitori drapi; provedetelo e, trovandolo gusto chome noi, l’achonciate ed esendovi da dire, per voy o noy, lo dite. Idio vi guardi. Per f. –. 19. 1 f. –. 4. – f. 2. 16. 5 f. 2. 6. 11 f. –. 14. 10 f. 25. 3. 6 f. 23. 11. 4 f. 1. 1. 10 --------------f. 56. 17. 11 ------------------ f. 2973. 17. 4 g) Questa seconda, grande, incetta si avvia ormai al termine. I Salviati del banco effettuano ancora tre acquisti presso i soliti fornitori: le compagnie di Bonaiuto Buti e di Iacopo Salviati, entrambe botteghe di arte della seta, e i Salviati, lanaioli, come risulta dai libri dell’analisi dei Salviati del banco183: 182 Nel calcolo delle spese il contabile dei Salviati ha giustamente detratto la quota (fissata in 1/8) a carico di Priore Strinati. 183 Le segnature delle tre registrazioni sono rispettivamente le seguenti: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del 155 155 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A dì primo di diciembre [1492] Da Bonaiuto Buti e conpagni, setaiuoli, per questi drappi a piè aùti da loro per chonto d’uno merchato fato con eso loro più dì fa, di che fu sensale Andrea dello Alegretto, è per conto della incieta di Levante a chomune con Alfieri Istrinati e altri: br. xvi di velluto di grana in 2 peli br. xv i/ii di velluto di grana simile br. xiiii iii/iiii di velluto simile In tutto sono e iii tagli br. xlvi i/iiii di detti veluti per f. ii i/iiii a oro di suggello il braccio, monta f. 104. 1. 3 f. 86 s. 14 d. 4 ... [24 marzo 1494] Da Iachopo Salviati e chonpagni, settaioli, di ragione nuova, al chonto di robe, per questi drapy aùto da loro per nostro chonto, Alfiery Strinati e altri, li quali per noy chonsegnarono a Giovan Francesco Santoni e Ganozo Marany (sic) e prima: libbre iiii once v ½ di tafettà changante per f. iiii di suggello libbra, montano br. 33 ½ di domaschino nero chol rit[t]o di sotto per f. uno s. ii d. vi di suggello il braccio, monta br. 27 ½ di raxo alesandrino sp. per f. uno 1/8 di suggello braccio, montano br. 35 ¾ di raxo nero spagnolo per detto pregio, montano br. 4 1/6 di raxo verde spagnolo per detto pregio, montono br. 14 ½ di raxo tanè spagnolo per detto pregio, montono f. 17. 16. 8 f. 37. 13. 9 f. 30. 18. 9 f. 40. 4. 3 f. 4. 13. 9 f. 16. 6. 3 -------------f. 147. 13. 5 Montano e sopra detti drapy, chome di sopra si vede, f. cxlvii s. xiii d. v di suggello aùti da loro fino a dì xviiii dito per detti pregy e per tempo di mexi xvi per chontro di drapy aùti per noy da la ragione vecchia, vagliono a fiorini larghi f. 147. 13. 5 f. 123. Da Averardo e Giovani Salviati e chonpagni, lanaioly, per questi drapy aùti da loro per notro chonto, Alfiery Strinati e altri e per tempo di mexi xv e prima: br. xv ½ di raxo rosso aùto da loro per tenpo di mexi xv per resto e d’achordo f. – f. 17. ... 1. 2 –. – banco, c. 120 r. (Buti); Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 369, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 12 r. (Salviati, setaioli, e Salviati, lanaioli). Le sete del Buti devono essere ricordate in quanto i Salviati addebitano il relativo costo nel conto Drappi (Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 364, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 218 s.), ma successivamente, resisi conto che quelle sete non sono destinate a Pera, compongono una registrazione di segno opposto, sempre nel conto Drappi (364, c. 218 d.). In breve, il totale del conto risulta gonfiato artificiosamente. 156 156 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) h) Con l’acquisto di quest’ultima pezza di raso rosso i Salviati hanno concluso una campagna di acquisti imponente: circa 250 drappi per una lunghezza complessiva di br. 6834, vale a dire 4 km circa184. L’investimento, enorme, ha superato i f. 12000 larghi di grossi. A Costantinopoli, nel frattempo, Alfieri Strinati aveva curato le vendite e il 31 luglio 1494 compilò per i Salviati un estratto-conto di netto ricavo contenente i nomi di tutti i compratori e le spese accessorie sostenute a Pera. Tra il 18 e il 22 agosto 1494 i Salviati del banco lo copiarono nelle loro Ricordanze. Le vendite furono 123 e il documento è di una lunghezza spropositata. Numerosi i mercanti ebrei, una ventina i non meglio definiti amici, molti i bascià, e poi alcuni fiorentini, tra i quali Antonio de’ Pazzi, Battista da Panzano, Giorgio Bartoli e il veneziano Andrea Gritti. Un taglio di 3 picchi di damasco fu donato a Niccolò Carsidoni, che rivide i conti dell’eredità di Giovanni Salviati. In questa sede ci limitiamo a richiamare i drappi ceduti alla Corte, che raggiunsero un ammontare di aspri 279788 (circa f. 5830 larghi di grossi), equivalenti al 41,8% delle vendite complessive. Tra i drappi acquistati da Bajazet II è agevole riconoscere l’altobasso a pigne (br. 29 ½ a Firenze o picchi 28 ¼ a Pera) prodotto dai Salviati, setaioli, e inviato a Pera in occasione della quinta spedizione (Doc. 42 e)185: Mcccclxxxxiiii Copia d’un chonto di drapi datocci Alfieri Strinati, li quali se li mandorono per nostro chonto e d’altri . . . Apresso vi diremo chonto di più drappi ricievuti di nostro chonto per via di mare e di prima: A la Porta del Signore picchi 58 1/8 in ii tagli d’altobasso chermixi, aspri 200 picco e picchi 27 1/8 di zetani chermixi per aspri 200 picco e picchi 68 d’apiciolato chon grilanda d’oro aspri 200 picco in iiii tagli e picchi 45 1/2 di domascho a poste d’oro aspri 140 picco im iii tagli e picchi 265 di raxi di grana aspri 80 picco e picchi 252 di domascho di grana aspri 80 picco, monta aspri ... A la Porta del Signore picchi 325 di veluti in ii peli aspri 115 picco che in detti veluti fu una pezza d’altebasso in uno pelo per detto pregio in detta somma di picchi 325 aspri ... A la Porta del Signore picchi 114 d’altebassi rossi chon andari d’oro aspri 185 picco aspri A la Porta del Signore picchi 311 ¾ di rasi, picchi 177 ½ di domascho per aspri 70 l’uno per l’altro aspri terra e 78380 37489 21090 34247 184 Gli stessi Salviati riportano questi dati in una registrazione del conto Drappi, che costituisce il Doc. 42 i. 185 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 369, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 31 v.-35 v. Nel documento la lunghezza dei singoli drappi è riportata anche nel margine esterno sinistro della carta, a fianco della rispettiva pezza. Per ragioni di spazio abbiamo tralasciato questo dato, che ogni volta corrisponde. 157 157 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI ... A la Porta del Signore picchi 28 ¼ d’alto e basso chon pigne d’oro aspri 150 picco e picchi 43 d’alto basso rosso schietto in un pelo aspri 130 picco ... A la Porta del Signore picchi 26 ½ di domascho rosso a poste d’oro per aspri186 picco finiti insieme chon drappi di Giorgio Bartoli ... A la Porta del Signore picchi 650 ¾ di rasi e domaschini per aspri 70 picco A la Porta del Signore picchi 26 ¾ d’alto basso rosso e verde chon garlande d’oro per aspri 200, montano ... A la Porta del Signore picchi 45 ½ di domascho rosso a poste d’oro, per tuto ... A la Porta del Signore picchi 28 d’alto basso in un pelo per aspri 105, ch’è aspri 5 di spesa al picho Iachopo della Rena A la Porta picchi 213 di velluto rosso in ii peli per aspri 90 picco ... A la Porta del Signore picchi 32 d’altobasso a pigne d’oro per aspri 130 A la Porta del Signore picchi 242 di raso per aspri 60 picco ... aspri 9828 aspri 2650 aspri 45554 aspri 5350 aspri 4550 aspri aspri 2800 19170 aspri aspri 4160 14520 ----------------aspri 669424 Somma la vendita . . . ... Apresso spese e prima187: ... Abatti per le spese di sopra Resta lo ri[tra]tto netto, chome si vede, . . . aspri 57129 ----------------aspri 612295 Alfieri Strinati a dì xxxi di luglio 1494 in Firenze188 i) L’estratto-conto redatto dallo Strinati il 31 luglio termina con l’indicazione del ricavo netto realizzato a Pera: aspri 612295, che in realtà non è definitivo. I Salviati aggiungono altre somme modeste, in precedenza trascurate, e il totale complessivo raggiunge l’ammontare di aspri 614945, equivalenti a f. 12811 larghi di grossi. I Salviati del banco ne prendono atto e nel conto Drappi compongono la seguente registrazione, che fra l’altro contiene un chiaro accenno al rapporto intercorrente tra il picco e il braccio189: Drapy di chontro deono avere . . . ... 186 Segue numero cancellato, ma leggasi 100. Segue un elenco lunghissimo di spese (circa 150 voci, tra le quali dominano le senserie) per un totale di aspri 57129. 188 V. nota 152. 189 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 367, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 12 d. 187 158 158 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, a dì xxv d’aprile 1495, f. dodicimila ottocentoundici s. vii d. i a larghi di grossi per valuta d’aspri 614945 ragonati aspri 48 per fiorino largo faccy buoni Alfiery Strinati e sono per ritratto netto di pichy 6515 ½ de’ sudeti drapy, che a 5 per cento chome debono chrescere li pichy da bracia sarebono bracia 6840 che per fare pary questo chonto si ragonono bracia 6834, chome apare per chonto aùtone da detto Alfiery, chome al Giornale, c. 31 fino a c. 35, in debito a deto Alfiery, in questo, c. 138 br. 6834 f. 12811 s. 7 d. 1 -------------------f. 12962. 6. 3 j) Nel corso di questa lunga operazione i Salviati hanno registrato nel conto Drappi altre voci, di segno generalmente negativo (oneri accessori, ecc.) e in un caso anche positivo. Il totale della sezione Avere del conto Drappi ammonta a f. 12962.6.3 e quello stesso 25 aprile 1495 i Salviati determinano l’utile – f. 547.6 larghi di grossi – che non viene ripartito ma girato al conto Avanzi in comune con i soliti soci190: Drapy di più sorte abiàno in Levante i[n] mano d’Alfiery Strinati per nostro e suo chonto e d’altry deono dare. . . ... E, a dì xxv d’aprile 1495, f. cinquecento quaranzete s. vi a oro larghi che ttanti se n’avanza a questo chonto, fatone chreditore Avanzi, in questo, c. 132 f. 547 s. 6 d. – -------------------f. 12962. 6. 3 Doc. 43 Nell’ambito di quella che abbiamo definito la seconda incetta dei Salviati del banco, la sesta spedizione di sete (Doc. 42 f) ha evidenziato la figura di Giovanni di Marco Salviati, attivo a Pera, dove morì nel novembre 1493191. Di lui si sono conservati tre libri contabili nei quali compaiono, accanto a copie di documenti trasmessi dai Salviati di Firenze, alcune transazioni su drappi di seta. a) Derogando all’ordine cronologico, conviene richiamare proprio la sopra citata sesta spedizione e in particolare la cassa N. 41 (Doc. 42 f). Il legaggio redatto nell’autunno 1492 dai Salviati a Firenze precisa, infatti, che in quella cassa sono state imballate sei sete di esclusiva proprietà di Priore Strinati, ora nelle mani di Giovanni Salviati192. Il 22 marzo 1493 Giovanni menziona in un suo libro Debitori e creditori quei sei drappi, tre dei quali sono stati venduti alla Porta193: 190 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 367, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 12 s. 191 Vedi nota 177. 192 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 240 r. A Pera Giovanni Salviati registra separatamente i costi di trasporto relativi a questi sei drappi (imballati in una mezza cassa), che non devono andare a carico della grande incetta organizzata dai Salviati del banco. L’ammontare delle spese è fornito da Dimitri, il garzone che aveva seguito le balle di panni e le casse di drappi da Lecce a Pera: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, c. 5 s. 193 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, c. 98 s. 159 159 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A dì 22 di marzo [1493] Nota di drappi di ragone di Priore Strinati, coè: br. 30 ¾ d’alto e basso verde chon oro A la Porta ------------------------br. 15 d’alto e basso di grana bro[cca]to d’oro ------------------------br. 44 ¼ d’alto e basso di grana chon oro A la Porta ------------------------br. 43 1/3 di raso di grana A la Porta, picchi 40 ------------------------una vesta di raso verde da donna ------------------------una vesta di domasco rosso da donna ------------------------- b) A Pera Giovanni Salviati è il corrispondente anche di altri operatori che gli hanno affidato e ancora continuano ad affidargli sete destinate alla vendita. Uno di questi è Francesco Barducci, un mercante che come tanti si sposta tra Firenze e Pera, e che in circostanze diverse ha fatto pervenire a Giovanni Salviati drappi di varia qualità. Già un anno prima di occuparsi delle sete dello Strinati, Giovanni il 20 marzo 1492 registra l’arrivo di due tagli di picciolato e di un raso alessandrino allucciolato d’oro di proprietà di Barducci194: Ricordo questo dì 20 di marzo chome ho riceuto da Francesco Barducci pichi 22 ½ d’appicolati d’oro in 2 tagli, che per lui gli finischa, di che m’à lasciato libera chomesione, chome per suo ricordo. Ricordo questo dì 20 di marzo chome Francesco Barducci mi lascò pichi 24 ½ di raso alesandrino alucholato d’oro e uno tristo chon libera chomesione, chome per suo ricordo. c) L’anno successivo, il 22 gennaio 1493 arrivarono da Firenze quattro tagli, uno dei quali chon fiori d’oro195: Ricordo, questo dì 22 di genaio ricevei da Govanni Romoli questi drapi a piè, sutogli chonsegniati in Firenze da Francesco Barduci, che e me gli chonsegniassi e per seghuire l’ordine di detto Francesco, coè: Una peza di velluto alto e basso schietto, rosso di grana, disse esere braccia 45 ¾ Una peza d’alto e basso nero, chon fiori d’oro, disse esere braccia 29 ½ 194 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 398, Giornale e ricordi di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, c. 111 v. 195 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 398, Giornale e ricordi di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, c. 113 r. 160 160 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Una pezetta di velluto di grana in uno pelo, disse esere br. 16 1/4 Una pezetta di velluto di grana, disse esere braccia 15 d) Il 20 marzo 1493 giungono altri sei drappi, sempre di Barducci196: Ricordo, questo dì 20 di marzo, ricevei questi drappi a piè da Piero degli Albizi, sutogli chonsegnati in Firenze da Francesco Barduci che e me gli chonsegniassi, erano sutogli chonsegnati da Tovaglia, coè: br. 29 ¾ d’alto e basso di grana broccato d’oro a po[st]e br. 29 ¾ di detto br. 15 ¾ di detto br. 15 di velluto di grana br. 30 di detto br. 13 ½ di deto e) Dopo aver venduto alla Porta una rilevante partita di panni, nel luglio 1493 Giovanni Salviati fornisce anche alcuni tagli di broccati di grana col bastone, parte dei quali appartiene ai Salviati del banco (picchi 72 1/6) e parte a Leonardo Strozzi (picchi 15 1/3)197: 1493 La Portta del Signore de’ dare . . . ... E de’ dare, a dì primo di luglio, aspri trentatremila dugentocinquanta sono per lla monta di pichi 87 ½ di brochatto di grana chol bastone per aspri 380 picco, posto drapi de’ Salviati avere, in questo, c. 4, per picchi 72 1/6 aspri 27424 e drappi di ragone di Leonardo Strozi per pichi 15 1/3 aspri 5826, posto drappi di detto Lionardo avere, in questo, c. 20, per tutto ... aspri 33250 Doc. 44 Agnolo di Giovanni del Caccia, setaiolo fiorentino, esporta tessuti di seta a Costantinopoli. Nel 1495 spedisce rasi, damaschi e velluti in due peli al suo corrispondente Giovanni Romoli198: Mcccclxxxxv Drapi di setta mandanti i Levante, achomandati a Giovanni Romoli, deono dare, per br. 173 1/3 di rasi e damaschini cholorati e br. 156 di veluti in 2 peli, chome a Richordanze, segn. B, c. 259, vagliono per danari f. 424 s. – ... 196 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 398, Giornale e ricordi di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, c. 113 v. 197 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, c. 19 s. 198 Firenze, AOI, 12388, Debitori e creditori di Agnolo del Caccia, setaiolo, c. 71 s. 161 161 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 45 Nel 1495 Giovanni di Giuliano de’ Medici e Cresci Donati sono a Pera, dove svolgono la classica attività commerciale incentrata su vendita di panni di lana e acquisti di seta grezza. Eccezionale è la vendita di quattro damaschi d’oro appartenenti a un amico ricordato con le lettere A.F.E. Le vendite dei quattro drappi, ai quali si affianca un panno di lana, si collocano tra il 30 dicembre 1495 e il 23 aprile 1496. Alcune transazioni hanno luogo grazie alla mediazione di Giovanni Maringhi, che vive a Costantinopoli e conosce bene il mercato locale. Tra gli acquirenti si segnala il genero di Bajazet II. Le vendite dei damaschi sono dunque quattro199: Mcccclxxxxv 11 Drappi et panni di ragione di Francesco e Giovencho de’ Medici per chonto di uno loro amicho segnato A.F.E., chondotoci Nicholò Salvetti, deon avere, addì 30 di dicienbre, aspri mille noveciento ottanta per ritratto di picchi xi di domaschino rosso chon oro, venduto a un turco per aspri 180 il picco, sensale Gianetto Rugiardo, Bilancio, dare, in questo, c. 1 ... 11 E, addì iiii d’aprile 1496, aspri mille ottociento sesantacinque per ritratto di picchi xi di domaschino dorè200 per aspri 170 il picco, manchò aspri 5 di ttutta la somma finitoci per noi in Pera Giovanni di Francesco Maringhi, dare, in questo, c. 40 29 ½ E deon avere aspri quatromilasettecientoventi per ritratto di picchi 29 ½ di domaschino rosso201 per aspri 160 il piccho, finitoci per noy in Pera Giovanni Maringhi al gienero del Signore, dare detto Giovanni Maringhi, dare, in questo, c. 13, per chonto di chontanti 11 E deon avere, addì xxiii d’aprile, aspri mille ottocientosettanta per loro da uno amico, sono per ritratta di picchi xi di domaschino rosso, che tanti ci scrive Giovanni de’ Medicy avere finito in Pera, posto il detto dare, in questo, c. 49, per danari chontanti, chome apare al Giornale segnato A, c. 19 ... aspri 1980 aspri 1865 aspri 4720 aspri 1870 Doc. 46 Nel 1497 Bernardo Vecchietti e Bonsignore Bonsignori lasciano la Toscana alla volta dell’Impero ottomano. Nel marzo 1498 sono a Bursa e così ricordano la locale produzione, abbondante ma non bella come quella italiana202: [marzo 1498] ... Et dicono vi si lavora più seta et drappi d’oro che non si lavorono in tutta Italia; non sono però sì belli. ... 199 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 518, Debitori e creditori di Giovanni de’ Medici e Cresci Donati, c. 27 d. 200 Nella contropartita, a c. 40 s., è scritto: domaschino brochato a poste dorè. 201 Nella contropartita, a c. 13 s., è scritto: domaschino rosso a poste. 202 BNCF, Magliab., Cl. XIII, 93, Bonsignore Bonsignori, Viaggio a Gerusalemme, c. 21; E. Borsook, The Travels of Bernardo Vecchietti e Bonsignore Bonsignori, cit., p. 163, nota 120. 162 162 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 47 Bindo di Battista Vernacci esporta abitualmente panni di lana nell’Impero ottomano. Nel 1498 effettua un viaggio in Levante e in primavera è a Bursa. Nel mercato chiuso (bisestano) della città, già descritto in una fonte fiorentina del 1444 (Doc. 15), Vernacci acquista un damasco di produzione verosimilmente persiana203: [1498] Una pezza di domaxchino agianmescho de’ dare aspri quattrociento per tamti chomperato im bisestanno aspri 400 ... Doc. 48 Battista di Pandolfo Pandolfini e compagni hanno comperato dalla compagnia di Bartolomeo e Battista Pandolfini, setaioli, un damasco verde bruno e un raso sbiadato. Le due sete sono destinate a Niccolò d’Ambrogio, corrispondente a Costantinopoli, che ne curerà la vendita204: [1499] Una mandata in Levante de’ dare, sino a dì xxviii di dicenbre passato, f. trentaquattro s. viiii larghi per br. xxviii di domascho verde bruno e di br. xiii 1/3 di raso sbiadato chonperato da Bartolomeo e Batista Pandolfini e chonpagni, setaiuoli, e quali mandorno in Levante fino a dì xii di magio passato a Nicholò d’Anbruogio per le mani di Govanni, suo fratello, con nostri panni mandamo per detto Govani al detto Nicholò, posto avere al Quaderno di chassa, c. 224, a Uscita, c. 69, chassa, c. 69 f. 34 s. 9 d. – Doc. 49 I Salviati del banco continuano ad esportare sete in Levante. Rispetto alle due precedenti incette (Docc. 41, 42), questa terza, che copre gli anni 1498-1500, registra un cambiamento tra i soci. Nei libri dei Salviati il conto Drappi reca ora la seguente intestazione: Drappi . . . per nostro conto e Alfieri Strinati in Levante. I soci sono dunque due: i Salviati e Alfieri Strinati; Francesco da Sommaia non figura più. A Costantinopoli il corrispondente è sempre Alfieri Strinati, al quale si è unito Antonio Miniati. I drappi sono 62 in tutto, 61 dei quali provengono dal setificio di Iacopo Salviati, che li ha forniti nell’arco di pochi mesi: 44 pezze in aprile, 7 in giugno e 10 nel luglio del 1498. Il pagamento dei 61 drappi dei Salviati ha avuto luogo in contanti. Nella contabilità dei Salviati del banco i drappi recano un numero progressivo, da 1 a 61, destinato a rimanere anche nella documentazione dello Strinati a Costantinopoli. Questa terza incetta ha determinato un investimento, tra primo costo e oneri accessori sostenuti in Italia, di ca. f. 3556 larghi di grossi e si è conclusa con un utile di f. 358.6.0. 203 204 Firenze, AOI, 12810, Debitori, creditori e ricordi di Bindo di Battista Vernacci, c. 7 s. ASF, Galletti, 10, Debitori e creditori di Battista di Pandolfo Pandolfini, c. 74 s. 163 163 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI a) Lo stesso giorno 26 aprile 1498 i Salviati del banco registrano i primi acquisti: uno zetani vellutato in 2 peli lungo br. 44, proprietà dello stesso Strinati, e 44 pezze dal setificio dei Salviati per complessive br. 1052 1/12 al costo di f. 2310.10.10 larghi di grossi205: [26 aprile 1498] Fa debitore drapy di nostro chonto e206 chreditore Alfiery Strynati, proprio, di f. lv larghi sono per br. 44 di zettani velutato in 2 peli aùto da lui per la mandata di Levante insieme cho pani di sopra, tutto d’achordo ... Da Iachopo Salviati e chompagni, setaiuoli, per questi drapi d’oro e schietti aùti da lloro sino a dì xxiii detto per nostro chonto e d’Alfieri Strinati e per danari chontanti, apresso: N. 1 br. xv di veluto chermisi in 2 peli con andari d’oro serato di segn. 1200 per f. v s. vi larghi braccio N. 2 br. xiiii i/iii di velluto tanè con andari d’oro chiaretto di segn. 1241 per f. ii s. xvi larghi braccio N. 3 br. xv d’alto e basso chermisi a posta d’oro chiaretto per f. v s. iii larghi il braccio di segn. 1247 N. 4 br. xiiii i/ii d’altebaxo paonazzo a posta d’oro serato per f. ii s. xviiii larghi braccio di segn. 1260 N. 5 br. xxviiii i/ii d’altebaxo di grana con andari d’oro chiareto di segn. 1201 per f. ii s. xiii d. vi larghi braccio N. 6 br. xxvii ¼ d’alto e basso simile di segn. 1076 per f. ii s. xiii d. vi larghi braccio N. 7 br. xiiii iii/iiii d’alto e baxo chermisi ischietto di segn. 1280 per f. iiii s. v larghi braccio N. 8 br. xv ¼ di veluto di grana in 2 peli chon andari d’oro serato per f. iiii s. vii larghi braccio di segn. 1238 N. 9 br. xiiii i/ii di veluto di grana simili con andari d’oro chiaretto per f. iii s. v larghi di segn. 1238 N. 10 br. xxx 1/8 di domasco di grana a posta d’oro chiareto per f. ii s. xi larghi braccio di segn. 1239 N. 11 br. xii i/ii di domasco tanè a posta d’oro chiaretto per f. ii s. vii d. iiii larghi il braccio di segn. 1249 N. 12 br. xiiii 5/6 d’alto e baxo chermisi ischietto per f. iiii s. iiii d. viii larghi braccio di segn. 1286 N. 13 br. xiiii 7/8 di veluto di grana con andari d’oro chiaro per f. iii i/iiii larghi il braccio di segn. 1244 N. 14 br. xv 1/6 di velluto verde chon andari d’oro chiareto per f. ii s. xviii d. vi larghi il braccio di segn. 1273 N. 15 br. xv i/iii d’alto e baxo tanè a posta d’oro serato per f. iii s. xviii larghi braccio di segn. 1259 205 f. 55. –. – f. 79. 10. – f. 40. 2. 8 f. 77. 5. – f. 42. 15. 6 f. 78. 18. 3 f. 72. 17.10 f. 62. 13. 9 f. 66. 6. 9 f. 47. 2. 6 f. 76. 16. 4 f. 29. 7. 6 f. 62. 6. – f. 48. 6.10 f. 44. 7. 3 f. 59. 16. – Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 9 r. e v., 10 r.; il legaggio alle cc. 254 v., 255 r. 206 Segue spazio bianco nel testo. 164 164 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) N. 16 br. xiiii iii/iiii d’altebaxo verde chon andari d’oro chiaretto per f. ii s. xviiii larghi di segn. 1253 N. 17 br. xiiii 1/6 d’alto e baxo chermisi con andari d’oro serato per f. v s. viii larghi braccio di segn. 1258 N. 18 br. xv d’altebaxo alesandrino con andari d’oro serato per f. iii s. xviiii larghi di segn. 1269 N. 19 br. xiiii i/ii di velluto di grana con andari d’oro serato per f. iiii i/iiii larghi il braccio di segn. 1244 N. 20 br. xiiii iii/iiii di velluto alesandrino chon andari d’oro serato per f. iiii s. v larghi il braccio di segn. 1211 N. 21 br. xiiii iii/iiii di velluto verde in 2 peli ariciato con oro serato per f. iiii s. v larghi il braccio di segn. 1306 N. 22 br. xiiii i/iii d’alto e baxo tanè con andari d’oro chiaretto per f. ii larghi il braccio di segn. 1270 N. 23 br. xl di domasco verde a posta d’oro apiciolato per f. ii s. vii larghi il braccio di segn. 1272 N. 25 br. xxviiii ¼ d’alto e baxo tanè in ii peli ischieto per f. ii s. iii larghi il braccio di segn. 1271 N. 26 br. xv ¼ d’alto e basso verde in 2 peli ischieto per f. ii s. iii larghi il braccio di segn. 1252 N. 27 br. 19 7/8 di zetani di veluto chermisi per f. ii s. xii d. vi larghi il braccio di segn. 1035 N. 28 br. xviiii di veluto verde in ii peli per f. uno s. viii larghi il braccio di segn. 1134 N. 29 br. xxviiii ¼ di veluto alesandrino in 2 peli per f. uno s. viii larghi braccio di segn. 1151 N. 30 br. xxxvi di veluto alesandrino simile per detto pregyo di segn. 920 N. 31 br. xxviiii ¼ di velluto nero in due peli per detto pregyo di segn. 1288 N. 32 br. xxiiii ¾ di veluto simile per f. uno s. viii larghi il braccio di segn. 1176 N. 33 br. xxi ½ di veluto alesandrino in uno pelo per s. xviii d. vi larghi il braccio di segn. 1127 N. 34 br. xxviiii i/iiii di veluto alesandrino in ii peli per f. uno s. viii larghi il braccio monta di segn. 1151 N. 35 br. xxxvi ¼ di veluto alesandrino in uno pelo per s. xviii d. vi larghi il braccio di segn. 1187 N. 36 br. xxxviii i/ii di veluto verde in uno pelo per s. xviii d. vi larghi il braccio di segn. 1183 N. 37 br. xxvii ii/iii d’alto e baxo chermisi a ristagnyo per f. iiii larghi braccio monta f. 102 2/3, di che s’abate f. 2 2/3, monta di segn. 215 N. 38 br. xxviiii i/ii di zetani velutato pagonazzo per f. uno i/ii larghi braccio monta di segn. 1161 N. 39 br. xliii i/ii di raso isbiadato sp. per s. xviiii di suggello il braccio monta di segn. 1213 N. 40 br. xlviii ¾ di domasco bigio argientato per s. xviiii a oro di suggello il braccio di segn. 1113 N. 41 br. xl ¼ di domasco tanè col rit[t]o di sotto per detto pregio di segn. 1257 N. 42 br. xliiii di raxo verde chiaro sp. per s. xviiii di suggello braccio segn. 988 N. 43 br. xlvii 7/8 di zetani velutato per f. uno s. x larghi il braccio di segn. 1166 f. 43. 10. 3 f. 76. 10. – f. 59. 5. – f. 61. 12. 6 f. 62. 13. 9 f. 62. 13. 9 f. 28. 13. 4 f. 94. –. – f. 62. 17. 9 f. 32. 15. 9 f. 52. 3. 5 f. 26. 12. – f. f. f. f. 40. 19. 50. 8. 40. 19. 34. 13. f. 19. 17. 6 f. 40. 19. – f. 33. 10. 7 f. 35. 12. 3 – – – – f. 100. –. – f. 44. 5. – f. 34. 8. 9 f. f. f. f. 38. 11.10 31. 17. 3 34. 16. 8 26. 16. 3 165 165 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI N. 24 br. xxv 1/8 di domasco tanè a posta d’oro chiaretto per f. ii s. vii larghi braccio monta di segn. 1249 N. 44 br. xiiii 1/8 d’alto e basso chermisi brochado d’oro, richo, per f. vi i/ii larghi braccio di segn. 1315 ------br. 1052 1/12 Montano e drappi di rinchontro pezzi xliiii, come si vede, br. mlii i/xii, che montano a più pregi, come si vede, f. ii mila cccx s. x d. x larghi di grossi e di tanti s’à a fare debitore drappi, come a rinchontro, e creditore detti Salviati f. 2310.10.10 f. 59. 0.10 f. 91. 16. 3 ---------------f. 2310.10.10 f. 2310.10.10 b) In giugno la seconda fornitura, di 7 drappi207: A dì xxii di giugno [1498] Da Iachopo Salviati e chompagni, setaiuoli, per questi drapi a piè avuti da lloro per chonto d’Alfieri e nostro e per mandare in Levante per danari chontanti: N. 45 br. xiiii 1/3 d’alto basso tanè in uno pelo chon andari d’oro chiareto per f. ii larghi braccio 46 br xiiii 7/8 di velluto tanè in ii peli chon andari d’oro serato per f. richo per f. iii s. xvi larghi braccio 47 br. xiiii ii/iii d’alto basso chermixi chon andari d’oro serato per f. v s. v larghi braccio 48 br. xv di velluto chermixi in ii peli chon andari d’oro serato per f. v s. vi larghi braccio 49 br. xiiii i/v di velluto di grana in ii peli chon andari d’oro serato per f. iiii s. vii braccio 50 br. xiiii ii/v d’alto basso tanè in ii peli chon andari d’oro serato per f.iii s. xviii larghi braccio, alto basso 51 br. xv d’alto basso alesandrino a bastone chon andari d’oro serato f. iii s. xviiii larghi Somma br. 102 1/ii che vagliano f. 418. 17. 4 f. 28. 13. 4 f. 56. 10. 6 f. 77. –. – f. 79. 10. – f. 61. 15. 4 f. 56. 3. 2 f. 59. 5. – --------------f. 418. 17. 4 c) In luglio la terza fornitura, di 10 drappi208: Addì xxx di luglyo [1498] Da Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, setaiuoli, per questi drappi a piè aùti da loro per i danari contanti e per mandare in Levante per nostro conto e Alfieri Strinati, e prima: 207 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 12 v.; il legaggio a c. 256 r. 208 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 13 v.; il legaggio a c. 256 r. 166 166 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) N. 52 br. xv i/ii d’alto e baxo chermisi in 2 peli con bastone d’oro serato, richo, per f. 6 ¼ larghi il braccio N. 53 br. xv i/iii d’alto e baxo alexandrino in 2 peli con bastone d’oro serato per f. iii s. xviiii larghi braccio N. 54 br. xiiii i/iiii d’alto e baxo paonazo in 2 peli con bastone d’oro serato il pregyo N. 55 br. xiii 7/8 d’alto e baxo verde in 2 peli con bastone d’oro serato il pregyo di sopra N. 56 br. xiiii 7/8 di velluto di grana in 2 peli con andari d’oro serato per f. iiii s. vii larghi il braccio N. 57 br. xiii 7/8 di velluto alesandrino in 2 peli con andari d’oro serato per f. iiii i/iiii larghi il braccio N. 58 br. xv di velluto verde in 2 peli con andari d’oro serato al pregyo N. 59 br. xiiii 7/8 di velluto verde in 2 peli con andare d’oro serato al pregyo di sopra N. 60 br. xv d’alto e baxo chermisi in 2 peli in una griccia per f. iiii s. iiii d. viii larghi il braccio N. 61 br. xiiii ¾ d’altebaxo chermisi simile per detto pregyo f. 96. 17. 6 f. f. 60. 11. 4 56. 5. 9 f. 54. 16. 2 f. 64. 14. 2 f. f. f. 58. 19. 4 63. 15. 0 63. 4. 4 f. 63. 10. – f. 62. 8.10 ---------------- Montano in tutto li sopra detti drappi tagli x br. cxlvii ii/v e di tanti, che monta f. dcxlv s. 2 d. v larghi e di tanti fa debitore drappi e creditore detti Salviati f. 645. 2. 5 d) Le compere sono concluse. Al termine di ogni acquisto i Salviati del banco hanno spedito i drappi a Costantinopoli. Rispetto all’incetta precedente si nota un leggero cambiamento nella registrazione delle spese, sul quale non merita indugiare. Tra i Salviati e Alfieri Strinati vi sono stati momenti di incertezza nel conteggio delle casse e in particolare di una cassetta, ma nel complesso le spedizioni sono state regolari. Il 2 maggio 1498 hanno lasciato Firenze i drappi N. 1-44, imballati in quattro casse recanti i numeri 1, 2, 3 e 5; il 22 giugno è stata la volta dei drappi N. 45-51 nella cassa N. 6 e il 31 luglio dei drappi N. 5261 nella cassa N. 7209. Da sottolineare che l’itinerario ora è cambiato: da Firenze le casse, che spesso viaggiano insieme a balle di panni, raggiungono Pesaro e (via mare) Ragusa, dove opera il corrispondente Iacopo di Giuliano, per poi proseguire alla volta di Adrianopoli. Con l’arrivo dei drappi a Ragusa i Salviati non sono più a conoscenza dei successivi oneri accessori, che sarà Alfieri Strinati a registrare. A Costantinopoli Alfieri Strinati e Antonio Miniati curano la vendita delle sete, come risulta dall’estratto-conto di netto ricavo stilato il 29 aprile 1500 a Pera e poi copiato dai Salviati nelle loro Ricordanze il 17 luglio. Anche questa volta l’elenco delle vendite (e dei relativi oneri accessori maturati dopo l’arrivo a Ragusa) è lunghissimo e una trascrizione integrale impossibile; ci limitiamo quindi a richiamare gli acquisti effettuati dalla Porta, che sono nove a Costantinopoli e quattro ad Adrianopoli; tra questi ultimi figurano quattro tagli di un costoso altobasso con bastone pagato aspri 400 il picco. La Porta ha comperato sete per un importo complessivo di aspri 140283 (ca. f. 2920 larghi di grossi), che corrispondono a circa il 65% delle vendite complessive. Tutti i drappi acquistati dalla Corte provengono dal setificio dei Salviati210: 209 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 15 r., 254 v., 255 r., 256 r. 210 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 50 v., 51 r. e v. 167 167 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Md Addì xvii di luglio Copia d’uno conto datoci sotto dì 29 d’aprile Alfieri Strinati e Antonio Miniati di Pera di casse vi di più sorte drappi di seta acomandate loro . . . ... Apresso vi diremo conto di vi casse di drappi di più sorte, che casse iiii ne rechammo con esso noi e chasse ii ce n’avete mandate per mano di Iacopo di Giuliano e lui da poi ce l’à mandate l’una per Domenico Buti, l’altra per Niccolò, draghomanno, le quali si sono finite come appresso e prima: ... Alla Porta del Signore, addì 30 di dicembre picchi 42 ¼ d’alto e basso sanza oro, cioè N. 25 e 26 per aspri 140 il picco aspri 5915 picchi 113 ¼ di velluti stietti in 5 tagli, cioè N. 31, 32, 28, 29, 34 per aspri 90 il picco aspri 10192 picchi 24 d’alto e basso chermisi schietto di N. 37 per aspri 300 il picco aspri 7200 picchi 41 ½ d’alto e basso con oro, pagonazzi e rosi, cioè N. 4, 3, 17 per aspri 215 il picco aspri 8922 picchi 42 ½ d’alto e bassi con oro in 3 tagli, cioè N. 15, 16, 18 per aspri 200 il picco aspri 8500 picchi 41 di velluti rossi con oro in uno pelo di N. 5, 6 per aspri 170 il picco aspri 6970 picchi 28 di velluti rossi in 2 tagli di N. 1, 19 per aspri 215 picco, monta aspri 6020 picchi 42 ½ di velluti cholorati d’oro in 3 tagli di N. 2, 20, 21 per aspri 200 il picco aspri 8500 --------------Montano, come vedete, li drappi finiti alla Porta 62219 aspri 62219 ... Alla Porta del Signore, in nome di Giorgio Bartoli picchi 27 di domasco verde con horo di N. 23 che per ritratto netto abattute tutte spese ci asegna aspri 3280 ... Alla Porta del Signore, sotto nome d’Antonio Sostegni, in Andrinopoli picchi 24 di raso tanè d’oro di N. 24 per aspri 180 il picco e per ritratto netto n’asegna aspri 3773 ... Alla Porta del Signore s’è finito in Andrinopoli, addì xviii di marzo picchi 57 d’altebassi rossi in 4 tagli a bastone d’oro di N. 44, 52, 7, 47 per aspri 400 picco aspri 22800 picchi 67 ½ d’altebassi di più cholori con bastone d’oro in 5 tagli di N. 51, 50, 53, 54, 55, per aspri 350 il picco, montano aspri 23625 picchi 111 ¾ di velluti con oro di più cholori in 8 tagli di N. 46, 8, 56, 59, 57, 48, 58, 49 per aspri 220 il picco, montano aspri 24586 --------------- 168 168 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Montano e sopra detti drappi, come si vede211 71011 aspri 71011 ... ---------------aspri 216420 Monta la fine di detti drappi, come di sopra si vede Appresso saranno le spexe fattovi e prima212: ... Montano le spexe, come di sopra si vede aspri ----------------Resta lo ritratto netto, come di sopra si vede, aspri centosettantamila hottanta e di tanti, per quando saranno rischossi, v’abbiamo creditore, provedete e, stando giusto come noi, achonciate e, essendovi per nessuno a dire, lo dite, che si possa chorregere. Per 46340 aspri 170080 Alfieri Strinati e Antonio Miniati addì 29 d’aprile 1500 Vagliono detti aspri 170080 a aspri 53 per ducato d’oro duc. 3209.1.1 vagliono di grossi a 22 per cento f. 3915. –.10 e) I Salviati registrano l’ammontare del ricavo nel conto Drappi e determinano il risultato finale: f. 358 s. 6 larghi di grossi, di fronte a un investimento di circa f. 3556 larghi di grossi, durato almeno due anni. Dal conto Drappi gli utili vengono poi girati al conto Avanzi in comune con Alfieri Strinati, con l’interessante e non rara precisazione per quando saranno interamente rischossi, già presente nell’estratto-conto arrivato da Pera213: Drappi di più sorte d’oro e senza per nostro conto e Alfieri Istrinati per Levante deono dare . . . ... E, addì iii d’ottobre [1500], f. trecento cinquantahotto s. vi a oro larghi di grossi si fa d’avanzo a questo conto di drappi per quando saranno interamente rischossi a Avanzi, in questo, c. 203 f. 358 s. 6 d. – Doc. 50 Salviati: la quarta incetta, 1499-1501. Questa operazione presenta alcuni punti di contatto con la precedente: è quasi contemporanea e di breve durata, ma nello stesso tempo se ne distacca completamente. Ora il socio è uno solo, la compagnia Salviati del banco, mentre a Pera Alfieri Strinati e Antonio Miniati sono semplici corrispondenti. Fornitore unico dei drappi – 20 in tutto – è il setificio dei Salviati. Il costo dei venti drappi ammonta a ca. f. 1042, che sale a ca. f. 1080 con le spese accessorie sostenute in Italia, 211 Aspri 71011 rappresentano il totale delle vendite alla Porta; con le vendite alla normale clientela si arriva ad aspri 216420. 212 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 46340. 213 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 78 d. 169 169 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI dall’imballaggio al trasporto terrestre sino a Pesaro e infine il premio dell’assicurazione nel tratto marittimo Pesaro-Ragusa214. Anche questa volta ogni pezza reca un numero, da 1 a 20, che rimane nella documentazione di Strinati a Pera. I Salviati del banco sono dunque gli unici soci e giustamente il conto Drappi reca la seguente intestazione: Drappi di seta di più sorte con oro et senza di nostra ragione mandati in Levante ha Alfieri Strinati e Antonio Miniati215. a) I Salviati, setaioli, forniscono i primi 12 drappi per complessivi f. 609.17.3 larghi di grossi216: A dì iiii di genaio [1499] Da Iachopo Salviati e chompagni, setaiuoli, per questi drappi a piè schietti e d’oro aùti da lloro per nostro chonto e per mandalli in Levante Alfieri Strinati e Antonio Miniati, chome aprexo: N. i br. viii di velluto nero sp., richo, in 2 peli a pagamento per br. 7 7/8 per f. – s. xviii d. iiii larghi braccio, monta f. 11. 6. 6 ii br. xv 1/8 d’alto basso alexandrino in ii peli a bastone d’oro serato a pagamento per br. 15 per f. iii s. xviiii braccio, monta f. 59. 5. – iii br. xv d’alto basso chermixi in 2 peli a bastone d’oro serato a pagamento br. xiiii 7/8 per f. 5.8 larghi braccio f. 80. 6. 6 iiii br. xiiii ¼ di d’alto basso in 2 peli in una griccia brochato a pagamento br. 14 1/8 per f. 2.3 braccio, monta f. 30. 7. 4 v br. xiiii i/iii di chermixi in 2 peli richo chon andari d’oro serato a pagamento br. 14 1/6 per f. 5.6 braccio, monta f. 75. 1. 8 vi br. xxvii i/ii di velluto nero in ii peli per f. uno s. viii braccio a pagamento per br. xxvii 1/3 f. 38. 5. 4 vii br. xv d’altobasso chermixi in ii peli in una griccia a bastone d’oro serato richo a pagamento br. xiiii 7/8 per f. 6.5 larghi braccio f. 92. 19. 4 viii br. xxviiii 1/6 d’altobasso alexandrino in ii peli schietto per br. 28 7/8 a pagamento per f. 2.6.8 larghi, monta f. 67. 7. 6 viiii br. xxxii 1/3 di velluto nero schietto in 2 peli a pagamento br. 32 1/8 per f. uno s. viii larghi braccio, monta f. 44. 19. 6 x br. xiii 7/8 di velluto nero richo, sp., in 2 peli a pagamento per br. 13 ¾ per f. uno s. viii braccio f. 19. 5. – xi br. L iii/iiii di raso nero sp. a pagamento br. 50 i/ii a s. 18.4 f. 46. 5. 10 xii br. xlviiii di raso nero sp. a pagamento br. 48 ¾ a s. 18.4 f. 44. 13. 9 --------------------12 f. 609. 17. 3 Sommano li detti xii tagli br. 284 1/3 e a pagamento br. 281 1/4 che montano in tuti, chome si vede, f. 609. 17. 3 214 Tutti registrati nel conto Drappi: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 117 s., 139 s. 215 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 117 s. 216 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 20 r. I valori che seguono sono nel complesso esatti ma proprio il primo è errato. 170 170 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) La seconda fornitura è limitata a due drappi, entrambi di qualità. È importante notare che la registrazione reca la data 10 maggio ma la consegna delle sete ha avuto luogo il 9 marzo217: [10 maggio 1499] Da Iacopo Salviati e chonpagni, setaiuoli, per questi drappi a piè avuti da lloro sino a dì viiii di marzo e per nostro chonto e per mandare in Levante: N. 13 xiiii 7/8 bracca xiiii 7/8 d’altebasso verde in ii peli inn una ghricca a bastone d’oro serato per f. iii. xviiii larghi bracco, monta f. f. 58. 15. – N. 14 xv bracca xv d’altebasso alexandrino in ii peli inn una ghricca a bastone d’oro serato per f. iii s. xviiii larghi bracco, monta f. f. 59. 5. – ----------------Somano in tutto li dua talgli del brochato, chome si vede f. 118. 0. – c) In agosto i Salviati del banco prendono nota degli ultimi sei drappi, per un totale di circa 120 braccia, la cui consegna è già avvenuta sono più dì218: Addì detto [17 agosto 1499] Da Iachopo di Giovanni Salviati e compagni, setaiuoli in Firenze, per questi drappi avuti da lloro sono più dì e mandati in Levante per nostro conto, come appare alle Mandate, in questo, a c. 261: N. 15 15 1/6 16 15 1/8 17 30 ¼ 18 15 2/3 N. 19 15 1/6 20 29 ½ braccia xv i/vi e a pagamento br. xv d’alto e basso chermisi choll bastone d’oro serrato per f. vii s. xii d’oro larghi di grossi il braccio, monta f. cxiiii larghi di grossi e a detti setaiuoli di N. 1606 braccia xv i/viii di detto alto e basso allexandrino e a pagamento xv per f. v braccio, a lloro di N. 1530 braccia xxx i/iiii e a pagamento xxx braccia di velluto allexandrino in 2 peli schietto per f. uno s. xiii braccio, a lloro di N. 1688, monta, N. 1688 braccia xv ii/iii e a pagamento br. xv i/ii di detto velluto tanè per detto pregio, a loro N. 1664 braccia xv i/vi e a pagamento br. xv di velluto nero in 2 peli schietto per f. uno s. viii d’oro larghi di grossi il braccio, monta f. xxi larghi di grossi e hè a detti setaiuoli di N. 1698 braccia xxviiii i/ii a pagamento br. 29 ¼ di detto velluto verde schietto per detto pregio di f. uno ii/v monta, e hè a lloro di N. 1685 f. 114. –. – f. 75. –. – f. 42. –. – f. 21. 14. – f. 21. –. – f. 40. 19. – ----------------- Sommano detti drappi di più sorte a noi da N. 15 a 20 e a detti setaiuoli di più numeri, come di sopra, br. 120 7/8 e a pagamento br. 119 ¾ comprati da lloro come hè detto a più pregi, in tutto f. cccxiiii s. xiii larghi di grossi f. 314. 13. – 217 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 31 r. 218 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 38 r. e v. Alla fine di c. 38 r. e all’inizio di c. 38 v. il contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo. 171 171 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI d) Le sete hanno lasciato Firenze pochi giorni dopo le effettive consegne da parte dei Salviati, setaioli. Imballate in tre casse, il giorno 8 gennaio 1499 sono partite le pezze N. 112, il 14 marzo le due successive e infine il 28 giugno le restanti N. 15-20. Destinazione immediata è stata sempre Pesaro e successivamente Ragusa219. Nel corso di queste spedizioni sono maturati quegli oneri già richiamati (registrati direttamente dai Salviati nel conto Drappi), che hanno portato il costo di acquisto da ca. f. 1042 a ca. f. 1080. A Costantinopoli Strinati e Miniati si dedicano alla vendita delle sete e il 29 aprile 1500 compilano l’estratto-conto di netto ricavo per i Salviati, i quali lo copiano, come i precedenti, nelle loro Ricordanze. Accanto ai soliti compratori ebrei e turchi ricorrono, per modesti quantitativi, numerosi fiorentini tra i quali Zanobi de’ Medici, Antonio Sostegni, Tommaso d’Aiolfo, Battista da Panzano, Piero Strinati, Gianni de’ Pilli, Giovanni Giusti, Geri Risaliti e altri ancora. Anche questa volta ci limitiamo alle vendite effettuate alla Corte, che al momento della transazione si era trasferita ad Adrianopoli. Non sorprende che proprio il sultano abbia acquistato alcuni costosissimi tagli di alto e basso. . . a bastone d’oro220: [1500] Copia d’uno conto datoci Alfieri Strinati e Antonio Miniati di Pera sotto dì xxviiii d’aprile di dua casse e una cassetta di drappi di più sorte mandate loro . . . ... Appresso vi direno conto di dua casse e una cassettina di drappi di più sorte mandatoci più fa, che cassa una ne mandasti per Giovanni de’ Medici e una cassettina per Francesco Pieri e una per Baccio di Scharino221, de’ quali dicesti tenessimo conto a parte e così abbiamo fatto, li quali si sono finiti chome appresso e prima: ... Alla Porta del Signore in Andrinopoli picchi 14 d’alto e basso di chermisi a bastone d’oro di N. 15 per aspri 550 picco aspri 7700 picchi 14 d’alto e basso alexandrino a bastone d’oro di N. 16 per aspri 500 picco aspri 7000 picchi 29 d’alto e basso alexandrino e verde in 2 tagli a bastone d’oro di N. 2 e 13 per aspri 350 picco, monta aspri 10150 picchi 13 ½ d’alto e basso verde schietto di N. 4 per aspri 200 il picco aspri 2700 --------------Monta li detti drappi, come si vede222 aspri 27550 ... --------------. . . somma la vendita, come di là si vede aspri 65313 Appresso saranno le spese fattovi e prima223: ... Montano le spese, come di sopra si vede 219 --------------aspri 11759 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 258 v., 259 r., 261 r. 220 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 51 v., 52 r. e v. 221 Corretto su Scaridino. 222 Aspri 27550 rappresentano il totale delle vendite alla Porta; con le vendite alla normale clientela si arriva ad aspri 65313. 223 Segue il solito elenco di spese per un totale di aspri 11759. 172 172 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Resta lo ritratto netto, chome di sopra si vede, aspri cinquantatremila cinquecento cinquantaquatro e di tanti v’abiamo creditore in chonto per voi, provedetelo e stando giusto chome noi l’achonciate e, essendovi da dire per nessuno lo dite e si chorregierà. Cristo vi guardi. Per aspri 53554 Alfieri Strinati e Antonio Miniati in Pera, addì 29 d’aprile 1500 Vagliono detti aspri 53554 a aspri 53 per ducato d’oro duc. 1010.9.1 d’oro vagliono a 22 per cento f. 1232. 15. 3 e) L’operazione è conclusa; i Salviati possono chiudere il conto Drappi e determinare l’utile, che questa volta è di loro esclusiva competenza. Il totale dei costi ammonta a ca. f. 1081 e il ricavo netto a f. 1232.15.3; l’utile è dunque di f. 151 s. 2 d. 9224: Mcccclxxxxviiii Drappi di seta con oro e senza di nostro conto in Levante in Alfieri Strinati e Antonio Miniati deono dare . . . ... E, addì vii di luglio 1501, f. centocinquantauno s. ii d. viiii larghi di grossi si fa d’avanzo, come si vede, in questo conto a Avanzi in una incetta per Levante, in questo, 203 f. 151 s. 2 d. 9 Doc. 51 I Salviati del banco nel 1501 spediscono a Pera un’ultima, modesta partita di velluti. Come già si è verificato nel 1499-1501 (Doc. 50), anche ora i Salviati agiscono da soli; un cambiamento si è invece verificato a Pera, dove il corrispondente unico è Antonio Miniati. a) Il 3 luglio 1501 i Salviati del banco registrano l’acquisto presso i Salviati, setaioli, di una partita di 8 velluti che erano già stati consegnati il 23 aprile225: Mdi Addì iii di luglio Iachopo Salviati e compagni, setaiuoli, deono avere per questi velluti appresso comprati e avuti da lloro sino addì xxiii d’aprile prossimo passato e mandati in Levante a Antonio Miniati per nostro conto, come alle Mandate in questo, c. 270, segno H 224 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 139 s. Con il calcolo dell’utile l’operazione è praticamente conclusa. Volendo, possiamo notare che il contabile dei Salviati ha commesso un errore, già in passato verificatosi: abituato a tante operazioni svolte in comune con altri mercanti, egli ha accreditato l’importo nel conto Avanzi sbagliato, quello destinato ad accogliere i risultati, positivi e negativi, delle operazioni svolte in partecipazione con altri operatori. Accortosi dell’errore, ha compilato una doppia registrazione, di segno opposto, per annullare lo sbaglio appena compiuto, accreditando il conto Avanzi giusto, quello a c. 209. 225 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 71 v. 173 173 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI br. 36 15 14 ¼ ----------br. 60 ¼226 br. 34 ¼ 55 1/3 46 1/3 15 1/3 15 ----------166 ¼ uno taglio di braccia xxxvi di velluto di grana spagnolo in ii peli Sommano in tutto uno taglio di br. xv di velluto simile br. lx i/iiii de velluti detti uno taglio di br. xiiii i/iiii di velluto simile Sommano detti tagli iii br. lx i/iiii per f. uno s. xv larghi di grossi il braccio, monta f. 105. 8. 9 uno taglio di br. xxxiiii i/iiii di velluto allessandrino in ii peli uno taglio di br. lv i/iii di velluto verde spagnolo in ii peli uno taglio di br. xlvi i/iii di velluto nero in ii peli uno taglio di br. xv i/iii di velluto tanè in ii peli uno taglio di br. xv di velluto tanè simile Sommano detti tagli v di velluto br. clxvi i/iiii per f. uno s. viii larghi di grossi il braccio f. 232. 15. – ----------------Somma tutto, come di sopra si vede, f. cccxxxviii s. iii d. viiii e di tanti s’à a ffare debitore panni e drappi nostri in Levante e creditori detti setaiuoli f. 338. 3. 9 b) Un giorno dopo la consegna, il 24 aprile i Salviati spediscono alcune balle di panni e una cassetta contenente gli otto velluti a Bartolomeo di ser Tommaso, loro corrispondente ad Ancona. Già a Firenze è previsto che la cassetta giunga a destinazione via Adrianopoli227. A Pera Antonio Miniati ha curato le vendite; la Corte non ha effettuato acquisti e i velluti, di qualità non elevata, sono stati comperati da una clientela piuttosto anonima: alcuni turchi, il chapitano di Pera e lo stesso Tommaso d’Aiolfo. Il 26 settembre 1502 Antonio Miniati ha calcolato il ricavo netto risultante dalle vendite – aspri 15681 equivalenti a f. 352.1.6 larghi di grossi – e lo ha comunicato ai Salviati. Nella parte finale dell’estratto-conto segnala che due tagli sono ancora nelle sue mani228: [26 settembre 1502] Restami framcho di spesa sino paghato il chomerchio picchi 12 ½ di velluto verde e picchi 3 ½ di velluto rosso che, chome sarà finito, vi se ne darà comto. Antonio Miniati in Pera a dì 26 di settembre c) Dopo aver trasmesso questi dati a Firenze, Antonio Miniati vende i due tagli e il 23 marzo informa i Salviati, ma a ben vedere l’operazione presenta un aspetto particolare: gli 226 Il totale è inesatto e solo la contabilità dei Salviati, setaioli, consente di individuare l’errore. Il primo taglio, il velluto di grana, è lungo in realtà br. 31 e non 36 (Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 413, Giornale di Iacopo Salviati e compagni, setaioli, c. 16 v.). 227 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 270 r. 228 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 89 r. e v. La data alla quale i Salviati copiano l’estrattoconto nel Giornale non è precisata, comunque si colloca tra il 31 gennaio e il 18 febbraio 1503. 174 174 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) acquirenti sono Tommaso d’Aiolfo e lo stesso Miniati. Con questa modesta transazione (poco più di f. 30) le parti hanno evidentemente inteso arrivare a una conclusione229: Mdiii Copia d’uno chomto datoci Amtonio Miniati di Pera d’uno talglio di velluto verde e uno schanpolo di velluto rosso restatoli framcho sino paghato il chomerchio, il quale s’accetta a buono chomto e dice chome appresso e prima: Appresso vi si dirà chomto d’uno talglio di velluto verde e uno schanpolo di velluto rosso restato framcho sino paghato il chomerchio d’uma chassa di drappi mandataci più fa, di che avesti comto sino addì xxi di settembre e sonsi dappoi finiti come appresso: Tommaxo d’Aiolfo, addì xxiii di novembre picchi xii ½ di velluto verde per aspri lxxxx il picchio, monta aspri 1125 A nnoi medesimi per saldare questo chomto picchi iii ½ di velluto rosso per aspri lxxxx il picchio, monta aspri 315 -------------Monta la fine di detti drappi, come si vede aspri 1440 Appresso saranno le spese: Per semseria a ii per cento Per chottimo e chasa al chonsolo Per hostallaggo di Pera aspri Per danno di monete Per provisione Montano le spese, come si vede Resta lo ritratto netto, chome si vede, aspri mccclxvi e di tamti v’ò chreditore; così achoncate voi, semdo gusto. Iddio vi guardi aspri 22 aspri 12 aspri 7 aspri 5 aspri 28 --------------74 aspri 74 ---------------aspri 1366 Antonio Miniati in Pera addì xxii di marzo 1502 Vagliono aspri 53 per ducato d’oro duc. 25.15.6, vagliono di grossi f. 30. 13. 4 d) Per ragioni che non conosciamo (ma probabilmente legate al fatto che facevano parte della stessa spedizione), i Salviati hanno registrato i costi e ricavi relativi alle sete non nel conto Drappi, come d’abitudine, ma in un conto intestato Panni di Firenze di più sorte e drappi . . . nel quale sono confluiti i costi e i ricavi relativi anche ai panni di lana spediti a Pera. Come è facile immaginare, e senza dilungarci in eccessive spiegazioni, il conto perde per noi gran parte della sua importanza. Il 7 agosto 1503 i Salviati chiudono il conto girando il saldo ad Avanzi e aggiungono che il conto stesso non è saldato in quanto presumibilmente mancante di tutti i dati per arrivare a un vero saldo230: 229 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 97 v. 230 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 283 s. 175 175 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Panni di Firenze di più sorte e drappi di nostro conto mandati in Levante deono dare . . . E, addì vii d’agosto 1503, f. venticinque s. xi d.xi larghi di grossi si fa d’avanzo in questo conto a buon conto per non essersi questo conto saldo, posto avanzi nostri, avere, in questo, 305 f. 25 s. 11 d. 11 ... Doc. 52 Alla fine del Quattrocento la compagnia di Antonio Serristori, battilori, ha effettuato almeno quattro spedizioni di drappi di seta a Pera, associandosi spesso ad altri operatori fiorentini231. Destinatari sono stati sempre Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi. I libri contabili relativi a questi invii sono andati perduti ma il 1° gennaio 1499, con l’apertura del mastro segnato C, i Serristori prendono nota delle precedenti operazioni, che ormai si sono concluse. Il primo investimento ha visto la partecipazione dei Serristori, battilori (25%), dei Serristori, setaioli (50%) e di Francesco Gherardi (25%). Le poche registrazioni a noi pervenute menzionano le quote dei soci ma non le sete e per questo motivo ci limitiamo a ricordare il risultato finale, di segno negativo: a fronte di un investimento di f. 384.11.4 larghi di grossi, la compagnia ha ricavato f. 360.9.2, da cui una perdita di f. 24.2.6232. a) In occasione della seconda spedizione i soci sono stati la compagnia di Antonio Serristori, battilori (25%), Francesco Gherardi (25%) e Niccolò Tanini (50%). A Firenze il 1° gennaio 1499 i Serristori recuperano, dal mastro B andato perduto, il ricordo della quota loro spettante (25%)233: Mcccclxxxxviii Drappy mandatti i Levante a Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, a chomune per mettà cho Nicholò Tanini e chompagni, dehono dare, addì primo di giennar [1498=99], per la nostra erata, della quale n’è la mettà per chonto di Framcescho Gherardi, l’altra mettà per noi, f. hottociento novanta s. xv d. vii larghi di grossi, per resto d’uno loro chonto, levatto da Libro rosso sengniato B, a c. 108 f. 890 s. 15 d. 7 b) A Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi hanno venduto le sete. In giugno hanno compilato l’estratto-conto per i Serristori, e il 29 luglio lo copiano in un loro libro contabile: il ritratto netto risulta pari ad aspri 167790. Tra i numerosi compratori figurano alcuni italiani e molti funzionari dell’impero; noi ci limiteremo a riportare le forniture alla Porta e il lotto dei drappi inveduti234: 231 Sull’operato delle aziende Serristori si veda S. Tognetti, Un’industria di lusso al servizio del grande commercio, cit.; una tabella delle merci importate dal Levante e di quelle là esportate da questa stessa azienda è presente in A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., p. 998. 232 ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 24 d. 233 ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 23 s. 234 ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori, cc. 35 v., 36 r. e v. 176 176 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mcccclxxxxviiii Chopia d’uno conto di più drappi datoci di Pera Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, saldo in dì 8 di giugno passato, e ricievuto addì 29 di luglo passato, chom’apresso e prima. Apresso si dirà conto a voi, Antonio Serristori e Niccholò Tanini, del ritratto netto di più drappi avuti da più persone e prima: ... E dehono avere aspri 5520 per la monta di picchi 20 di raxo alessandrino e picchi 14 ½ di raxo rosso chon oro finito alla Porta aspri 5520 ... E dehono avere aspri 16581 per la monta di picchi 94 ¾ d’altebassi chon oro finiti alla Porta, per aspri 175 picco aspri 16581 ... E dehono avere, per insino addì 31 d’ottobre, aspri 22442, sono per la monta di picchi 95 ½ di velluti zetani, cioè veste 2 rosse chon r[. . .]io e vesti 5 di velluti di 2 cholori rossi e verde, finiti alla Porta, per aspri 235 picco aspri 22442 E, addì detto, aspri 37900 per la monta di picchi 189 ½ di velluti zetani finiti a la Porta per aspri 200 picco aspri 37900 E, addì 13 di novenbre, aspri 4275 per picchi 14 ¼ di brocchato finito alla Porta per aspri 300 picco aspri 4275 ... E dehono avere, per insino addì 16 di giennaio, aspri 3645 per la monta di picchi 27 di raxi chon oro finiti alla Porta, cioè uno velluto alessandrino e uno rosso per aspri 135 picco aspri 3645 ... E dehono avere aspri 29720, e quali sono per picchi 31 ½ di domasco vermiglio, che si ragiona aspri 1800 e picchi 170 di raxi rossi, che si ragionano aspri 10.000 e picchi 30 di raxi di più cholori che si ragionano aspri 1500 e picchi 4 di velluto rosso aspri 400 e picchi 4 di brocchato per aspri 16000, e quali drappi sono el resto di tutti drappi avuti da voi per detto conto, e quali per anchora non sono finiti, ragiononxi di choxì per saldare detto conto, finendoxi più ho mancho si metterà a vostro aspri 29720 ----------------aspri 198212 Apresso spese e prima235: ... Sonmano le spexe, chome di sopra e di là di vede, fatte a detti drappi aspri 30422 Resta el ritratto netto per quando tutti finiti saranno e rischossi, aspri 167790, e di tanti v’abiamo creditore a buon conto per quando rischossi tutti saranno, che chome possete vedere si resta dar fine per aspri 29720 e alxì a risquotere qualche partita, di che vi si dicie tutto. Rivedete detto conto e trovandolo a dovere l’acchonciate. Dio vi ghuardi. 235 aspri 30422 -------------- aspri 167790 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 30422. 177 177 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI c) A Firenze i Serristori registrano la quota dei ricavi loro spettante. La chiusura del conto Drappi evidenzia una perdita236: Mcccclxxxxviii Drappy mandatti i Levante di chontro dehonno avere, addì xxviiii di luglio 1499, f. hotocientosetantatre s. xviii d. iiii larghi di grossi, che tamti ragioniamo valere aspri 41948, sonno per la nostra ¼ parte d’aspri 167790, che tanto monta e ritrato netto di più drappi d’oro e di setta finiti i Levante Tonmaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi, per uno chonto a mettà cho Nicholò Tanini e ¼ a Framcesco Gherardi e resto a nnoi, chome si mostra per il chonto datociene saldo in ddì viii del passato, chopiato a Richordanze, a c. 36, posto ditto Tonmaxo e Luigi dare, in sonma di f. 1747. 16. 3, in questo, a c. 52 f. 873 s. 18 d. 4 E, addì xx di diciembre, f. sedici s. xvii d. iii larghi di grossi, che tamti troviamo di perditta in questo chonto, posto Avanzi di Levante dare, in questo, a c. 174 f. 16 s. 17 d. 3 Doc. 53 Sempre lo stesso giorno – il 1° gennaio 1499 – la compagnia Serristori, battilori, riprende dal solito mastro B andato perduto il ricordo della terza spedizione. I soci intanto si erano ridotti a due: i Serristori (50%) e Francesco Gherardi (50%). a) A Firenze la compagnia Serristori aveva ottenuto drappi in cambio di chermixi e altro237: Mcccclxxxxviii Drappy chomperatti per a baratto di chermixy e altro per mandare i Levante a chomune per mettà chom Framcesco Gherardi dehonno dare, addì primo di giennar [1498=99], f. treciento cinquanta quatro s. iiii d. vi larghi di grossi per resto d’uno loro chonto levato da Libro rosso, sengniato B, a c. 150 f. 354 s. 4 d. 6 b) A Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi hanno venduto alcuni drappi, come risulta dall’estratto-conto spedito ai Serristori, che mostra un ritratto netto pari ad aspri 14914. La Porta non ha effettuato acquisti. Richiamiamo solo i primi tre compratori, fra i quali figurano il kadì di Costantinopoli e l’ambasciatore del Soldano d’Egitto238: Mcccclxxxxviiii Chopia d’uno conto datoci di Pera Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, saldi in dì 8 di giugno, ricievuto sino addì 29 di luglo passato e prima. Apresso si dirà conto a voi, Antonio Serristori e chonpagni, della fine e ritratto netto di dua chasse di drappi mandateci per Charlo Lioni, e quali dite esere attenenti chol vostro e nostro honorando Francesco e prima: 236 ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 23 d. ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 41 s. 238 ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristiori e compagni, battilori, c. 37 v. 237 178 178 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) 12 Addì 22 di giugno 1498 aspri 720 sono per la monta di picchi 12 di raxi imcharnati, finito al chadì di Ghostantinopoli, per i danari chontanti 28 E, addì 18 di luglo, aspri 1652 per la monta di picchi 14 di raxi tanè e picchi 14 di raxo arangi, finito allo scrivano de solletari per danari chontanti 40 E, addì 23 deto, aspri 2150 sono per la monta di picchi 40 di raxo ’rangi, finito allo (sic) all’onbasciadore del Soldano, a danari contanti ... 93 ¼ E dehono avere aspri 4800, e quali sono per la monta di picchi 9 ¾ di raxo incharnato e 4 di raxo turchino, 35 di domasco giallo e 44 ½ di domasco verde, e quali non sono per anchora finiti; ragionanxi choxì per mandarvene conto, finendoxi più ho mancho si porranno a vostro conto aspri 720 aspri 1652 aspri 2150 aspri 4800 --------------aspri 17000 Abattesene le spese fatte e prima239: ... Sonmano le spexe, chome di sopra si vede aspri 2086 Resta el ritratto netto, chome si vede, aspri 14914 e di tanti v’abiàn fatti chreditori per quando rischossi e finiti saranno. Provedete e stando giusto chome noi l’acchonciate, se non, dite, che si chorregierà che manchassi. Dio vi ghuardi. aspri 2086 --------------- aspri 14914 c) Dopo aver copiato l’estratto-conto di netto ricavo, quello stesso giorno i Serristori registrano la quota loro spettante, ovvero la metà di f. 310.14.2240: Mcccclxxxxviii Drappy chomperatti per a baratto di chermixi e altro, di chontro, dehonno avere, addì xxviiii di luglio 1499, f. cientocinquantacinque s. vii d. uno larghi di grossi, che tanti ragioniamo valere aspri 7457, sonno per lla nostra mettà d’aspri 14914, che tanto monta e ritrato netto di ii chasse di drappy finiti i Levante Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, per chonto a metà Framcescho Gherardi e noy, chome si mostra per il chonto datociene saldo in ddì viii del passato, chopiato a Richordanze, a c. 37, posto ditto Tonmaso e Luigi dare, in sonma di f. 310.14.2, in questo, a c. 143 f. 155 s. 7 d. 1 ... d) A Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi continuano a vendere le sete dei Serristori e di Francesco Gherardi. Il 15 maggio 1500 d’Aiolfo e Gherardi inviano a Firenze un altro estratto-conto di netto ricavo. La Porta ha comperato alcuni velluti241: Md Copia d’uno conto dato di Pera Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi qui a Francesco Gherardi e Antonio Serristori e chonpagni, saldo sotto dì 15 di maggio 1500. 239 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 2086. ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 41 d. 241 ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 83 r. 240 179 179 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Apresso si darà conto a voi, redi di Francesco Gherardi e Antonio Serristori e chonpagni, della fine e ritratto di più velluti scrietti (sic) mandatici più fa per Michelagnolo, battiloro, e prima: ... 192 ½ E, addì 26 di giennaio, aspri 17325, e quali sono per la monta di picchi 192 ½ di detti velluti, finiti alla Porta per aspri 90 picchio aspri 17325 ... --------------aspri 21611 Apresso spese e prima242: ... Sonmano le spexe, chome di vede aspri 3915 Resta il ritratto netto aspri 17696, chome si vede, fra quali sono aspri 840 per picchi 12 di velluto paghonazzo che non sono finiti, e si ragionano ditto pregio a buon chonto per saldare questo conto che, finendoxi più ho mancho, si poranno a vostro. Provedetelo e chome noi l’achonciate, sendo giusto, se no, dite, e si choregierà che ne manchassi aspri 3915 --------------- aspri 17696 e) I Serristori prendono nota della quota loro spettante, che ammonta a f. 198 s. 17 d. 5 e che, sommata ai precedenti f. 155 s. 7 d. 1, porta a un totale di f. 354 s. 4 d. 6243: Mcccclxxxxviii Drappy . . . dehonno avere . . . ... E, addì xvii di septenbre 1500, f. cientonovatahotto s. xvii d. v larghi di grossi, che tamti ragioniamo valere aspri 8848, sonno per la nostra mettà d’aspri 17696 per ritrato netto di più veluti stietti, finiti in Levante Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi per chonto a mettà cho l’erede di Framcescho Gherardi e noi, chome si mostra per il chonto datociene saldo sotto dì xv di maggio passato, chopiato a Richordanze, a c. 83, posto ditto Tonmaso e Luigi dare, in sonma d’aspri 17696 e f. 397.14.10 larghi, in questo, a c. 222 f. 198 s. 17 d. 5 ... Doc. 54 La quarta e ultima spedizione di drappi che i Serristori riprendono dalla vecchia gestione. I Serristori sono ora gli unici proprietari. a) Il ricordo delle sete spedite244: 242 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 3915. ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 41 d. 244 ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 11 s. 243 180 180 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mcccclxxxxviii Drappy e panni mandatti i Levante per nostro chonto a Tomaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi dehono dare, addì primo di giennar [1499], f. dugientosesantanove s. vii d. vi larghi di grossi, che in tanto ci stanno più drappy d’oro e di setta si trovano di nostro, chom’apare a Mandate e ricieute, a c. 2, levato da Libro rosso, seg[n]iato B, a c. 49 f. 269 s. 7 d. 6 ... b) A Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi hanno curato le vendite (nell’arco di un anno e mezzo) e informano i Serristori. La Porta è il compratore principale245: Md Copia d’uno conto datoci di Levante Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, saldo in dì 15 di maggio 1500, ricevuto addì 17 luglio passato. Apresso vi si darà chonto a voi Antonio Serristori e compagni della fine e ritratto di veste 4 di drappi ci mandasti per Michelagnolo, battilori, e prima: 14 ½ Addì 9 di maggio 1498 aspri 1885, e quali sono per picchi 14 ½ di raxo rosso chon oro, finito a Argi, bascià aspri 1885 14 ½ E, addì – di maggio 1499, aspri 1885 per picchi 14 ½ di raxo rosso finito alla Porta aspri 1885 13 E, addì 27 di luglo, aspri 2220 per picchi 13 1/3 altobasso chon horo, finito a 1/3 baratto di seta aspri 2220 14 ½ E, addì 4 di giennaio, aspri 3135 per picchi 14 ½ altobasso di grana e verde chon oro finito alla Porta aspri 3135 ----------------aspri 9125 Apresso spexe e prima246: ... Sonma le spese, chome si vede aspri 1697 Resta el ritratto netto di detti drappi aspri settemila quatrociento ventotto, chome si vede, e di tannti v’abiamo fatto creditori. Provedete e, stando a dovere chome noi, l’acchonciate, se no, dite, che si choregierà che manchassi. Idio vi ghuardi. aspri 1697 --------------- aspri 7428 c) A Pera Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi hanno completato le vendite e redatto un altro estratto-conto di netto ricavo per i Serristori, che il 7 gennaio 1501 copiano nelle solite Ricordanze. Tra i compratori figura ancora la Porta247: Md [=1501] Addì vii di gennaio Chopia di chonto di drapi mandatoci Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi di Pera, finiti di nostro e sotto chopia di chonto mandatoci più fa e chon lettera de dì 24 d’aghosto: 245 ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 82 r. Segue un elenco di spese per un totale di aspri 1697. 247 ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristiori e compagni, battilori, c. 103 r. 246 181 181 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI ... 11 ½ E, a dì – di dicembre, aspri 1817 per picchi 11 ½ d’altebaso rosso scharlatto a la Porta netto di spese ... Soma la fine de’ sopra detti drapi, chome si vede aspri 1817 --------------aspri 11797 Apresso spese248: ... Monta le spese fate aspri 131 7/8 sopra detti, chome si vede Resta lo ritratto netto aspri 10469 e di tanti v’abiamo chreditori per quando rischossi saranno e di vostri altri drapi di seta nonn abiàno aùto altro a questo dì 29 di setembre 1500 secondo noi. Rivedete tutto se trovate eser di chosì e se in detto chonto fussi errore nessuno per voi o noi, lo dite e si chorregerà e date aviso. Che Iddio di mal vi ghuardi. aspri 1328 --------------- aspri 10469 d) I ricavi delle vendite sono trasformati in fiorini e registrati nel conto Drappi249: [1500] Drappy e panny, di chontro, dehonno avere, addì x di septenbre 1500, f. cientocin[quanta]quatro s. xv larghi di grossi, per valuta d’aspri 7428, sonno per ritrato netto di iiii veste di drappi, vendute in Levante Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, chom’apare per il chonto datociene saldo sotto dì xv di maggio passato, chopiato a Richordanze, a c. 82, ragionati a aspri 48 per fiorino di grossi, posto ditti Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, per chonto d’aspri, dare, in questo, a c. 16 f. 154 s. 15 d. – E, addì vii di giennaro, f. dugientotrentoto larghi di grossi, per valuta d’aspri 10469, sonno per la monta de resto di più drappy finiti di nostro e datociene chonto saldo, chopiato a Richordanze, a c. 103, posto detto Tonmaxo e Luigi dare, per nostro chonto d’aspri, in questo, a c. 16 f. 238 s. – d. – e) Le vendite sono terminate. I ricavi spettano ai soli Serristori, i quali possono chiudere il conto Drappi e calcolare il risulato finale, che questa volta è estremamente positivo250: Drappy e panni mandatti i Levante per nostro chonto a Tomaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi dehono dare . . . ... E, addì primo di giennaro 1500 [=1501], f. cientoventitre s. vii d. vi larghi di grossi, che tanto ragioniamo d’avanzo in questo chonto, posto Avanzi di Levante avere, in questo, a c. 174 248 f. 123 s. 7 d. 6 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 1328. ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 11 d. 250 ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 11 s. 249 182 182 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 55 L’importazione a Firenze di seta grezza ha lasciato negli archivi tracce consistenti, che in questa sede abbiamo volutamente tralasciato. Presentiamo solo due brevi testimonianze, che si distinguono perché ricordano anche gli arrivi delle carovane dalla Persia: nell’estate del 1500 Antonio Sostegni è a Costantinopoli e scrive ad Antonio Corbinelli, a Firenze. a) Il 26 giugno Sostegni segnala l’assenza di seta grezza a Bursa e aggiunge che da sei mesi si attende l’arrivo di una carovana251: Addì xxvi di giungnio 1500 ... Sete né istravai né leggi in Burxia non è filo, e s’attende la charovana, la quale è vi mexi doveva venire. ... b) Pochi giorni dopo Antonio Sostegni dispone di notizie precise, che subito trasmette a Firenze. Disordini militari bloccano la carovana a Tabriz252: Al nome di Dio, addì vi di luglio 1500 ... La charovana delle xete s’atendeva; abiàno nuove era al Taurixxi e quivi era ferma rixpetto alle ghuere di là, che doverà tardare qualche mexe, e in Burxa non è filo, per avixo. ... Doc. 56 Dopo una prima spedizione nel 1495 (Doc. 44), Agnolo del Caccia, setaiolo, affida cinque rasi a Giovenco di Giuliano de’ Medici, un mercante impegnato nella produzione ed esportazione di panni di lana in Levante, affinché li spedisca a Costantinopoli. Nella capitale ottomana le sete devono essere consegnate a Giovanni di Giuliano de’ Medici e a Cresci di ser Marchionne Donati253. [5 luglio 1500] Richordo ogi, questo dì v di luglio, io ho chonsegniato qui in Firenze a Giovecho di Giuliano di Giovencho gl’infrascritti drappi perché gli mandi in Pera o in Bursia o in qualunche altro luogho fusi la giuridizione del Signor Turcho, chon sua panni, e quali si chonsengnino a Giovanni di Giuliano de’ Medici e Cresci di ser Marchione Donati, a’ quali dò chomisione gli finischino o per danari chontanti o a baratto di seta stravai o legi o seri o talachangi, chome a loro parà e piacierà, e i ritratto mi rimettino o in danari chontanti o ne le sopra ditte sete o per lettera di chanbio, chome a loro parà e piacierà, per tenpo per meglio si potrà. 251 ASF, Manoscritti, 94, N. 27, Lettera di Antonio Sostegni, in Pera, ad Antonio Corbinelli, in Firenze, 26 giugno 1500. 252 ASF, Manoscritti, 94, N. 22, Lettera di Antonio Sostegni, in Pera, ad Antonio Corbinelli, in Firenze, 6 luglio 1500. 253 Firenze, AOI, 12381, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia, c. 214 v. 183 183 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI E drapi sono questi, cioè: br. 29 1/8 di raso alesandrino 34 br. 29 1/8 di raso alesandrino Segn. 34 31 br. 30 di raso di grana br. 20 2/3 di raso di grana br. 4 di raso nero Doc. 57 Completata la spedizione del 5 luglio 1500 (Doc. 56), Agnolo del Caccia consegna sei pezze tra damaschi, rasi e velluti a Giovanni di Giuliano de’ Medici, in partenza per il Levante254: [3 dicembre 1500] Richordo hogi, questo dì iii di dicienbre, chol nome di Dio e di buon salvamento, io ho chonsengniato qui in Firenze a Giovanni di Giuliano di Giovencho de’ Medici gl’infrascritti drappi chon chomisione gli porti i Levante, in Pera o in Bursia o qualunche luogho a llui parrà e piacierà, e li posi finire per danari chontanti, in barato di seta stravai o talachangi, chome a llui parà e piacierà, e ritratto rimetere o per lettera di chanbio o danari chontanti o incietta in seta stravay o talachangi, chome a lui parà e pacierà, cioè per danari o per tempo, chome meglio piacerà: Segn. 27 Una peza di domaschino verde in 2 chamini di br. 38 2/3 Segn. 27 Una peza di detto domaschino verde di br. 22 1/8 Segn. 14 Una pezza di domaschino tanè in 2 chamini di br. 54 1/4 Segn. 25 Una peza di domaschino alesandrino in 2 chamini di br. 21 1/4 Segn. 28 Una peza di raso verde di br. 50 1/3 Segn. 26 Una peza di veluto nero in 2 peli di br. 44 overo 42 perché ss’è misurato braccia Doc. 58 Mentre la compagnia di battilori di Antonio Serristori spedisce regolarmente tessuti di seta a Costantinopoli (Doc. 52-54), da Firenze altri Serristori – gli Eredi di Averardo – inviano ai soliti Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi una pezza di altobasso di grana acquistata sul mercato fiorentino255: Mdi Drapi di nostro chonto mandati in Levante a Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi per finire per noi in libera chommessione deono dare, a dì xxi d’aghosto, f. ottantuno s. iiii larghi di grossi per la monta di br. 29 d’altebasso di ghrana chomperato da Filipo de’ Nerli e compagni, a c. 181 f. 81 s. 4. – 254 255 Firenze, AOI, 12381, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia, c. 214 r. ASF, Serristori, Famiglia, 596, Debitori e creditori di Averardo Serristori ed eredi, c. 181 s. 184 184 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 59 Dopo le spedizioni di fine Quattrocento (Doc. 52-54), la compagnia di Antonio Serristori invia a Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi, corrispondenti abituali a Costantinopoli, un piccolo ma costosissimo taglio di tessuto di seta. Poco meno di due braccia di velluto appicciolato d’oro e di seta in 3 peli sono valutate 60 fiorini larghi di grossi256: Addì xii di novembre 1501 Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi di Pera deono dare, per questo drappo qui a piè, mandato loro per via d’Anchona, diritto a Bartolomeo di ser Tonmaxo, a nome di Gherardo Gherardi, per chonsegnare a Lucha Giusti, per chondurlo loro in Pera: br. 1 7/8 di velluto apicciolato d’oro e di seta in 3 peli per f. 60 larghi di grossi, in tutto f. 60. ... – Doc. 60 Giovanni Maringhi, attivo a Costantinopoli, è il corrispondente di numerosi mercanti fiorentini che commerciano con l’Impero ottomano. Sappiamo che da Firenze un flusso continuo di panni di lana e, in minor misura, di costosi drappi di seta si dirige verso Pera, ma non mancano eccezioni, vale a dire importazioni a Firenze di drappi orientali. Si tratta di fatti isolati, di acquisti mirati, a volte stravaganti, voluti non dai soliti mercanti ma da singole persone che evidentemente conoscono quelle sete e hanno idee ben precise. Siamo di fronte a drappi di piccolo taglio, dal costo modesto, destinati di volta in volta a soddisfare un solo cliente. Maringhi ha lasciato un registro contenente copia delle lettere indirizzate ai suoi corrispondenti, tra i quali anche Niccolò Michelozzi, che da Firenze esporta a Costantinopoli soprattutto panni di lana257. Il 4 maggio 1501 Maringhi indirizza a Michelozzi una lunga lettera nella quale ricorda alcuni ordini di acquisto ancora in sospeso, che in passato gli avevano trasmesso da Firenze Averardo da Filicaia e Pace Bambelli. a) A una data imprecisata Averardo da Filicaia aveva chiesto alcuni drappi agiamaschi a Maringhi, il quale aveva girato l’ordine a Bursa. Il termine agiamaschi fa pensare a manufatti non turchi ma verosimilmente persiani e la lettera di Maringhi sembra confermarlo. Maringhi infatti informa Michelozzi che a Bursa quei tessuti non sono ancora apparsi perché non è arrivata la seta stravai, chiaro riferimento alla più classica mercanzia trasportata dalle carovane provenienti dalla Persia258: 256 ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 130 r. Molte lettere, riguardanti quasi esclusivamente il commercio dei panni di lana, sono state oggetto di un’edizione in inglese da parte di G.R.B. Richards, Florentine Merchants, cit. 1932. 258 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Niccolò Michelozzi, in Firenze, 4 maggio 150, c. 65 v. Il reperimento di drappi agiameschi è difficoltoso. Forse non è fuori luogo ricordare una lettera che il 6 gennaio 1502 Maringhi scrisse a Giovanni Gazzetti, suo corrispondente a Bursa, per sollecitarlo a inviare i drappi e maximo il detto agiamescho: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Giovanni Gazzetti, in Bursa, c. 108 r. 257 185 185 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [4 maggio 1501] ... Le chose d’Averardo da Filichaia ne ò chontinovamente la chomesione in Bursia, né per anchora non v’è chonparssi drappi agiamaschi chome lui vuole per non n’esere venuta la stravai setta. Quando ve ne chapiterà, sarà servito di tutto, el simile delli ttapeti, che cie n’è più charestia qua che fussi mai. Stiamo alla vista e chome ci chapiterà chosa al proposito, si piglierà e manderassi, che altro non si può fare . . . ... b) Nella stessa lettera Maringhi informa Averardo da Filicaia di avere invece acquistato a Bursa un tessuto di seta che in passato gli aveva chiesto da Firenze Pace Bambelli. Si tratta di un taglio molto ridotto, il cui costo supera di poco i 3 ducati. Macinghi si propone di inviare il drappo ad Averardo da Filicaia, il quale lo consegnerà a Pace Bambelli259: [4 maggio 1501] ... E alsì per il detto [Bernardo Risaliti] vi mando una pezza di drappo di Bursia, belisimo, la quale darete a ser Pacie Banbelli, che ma la chonmisse più fa. Chosta aspri 180 e di ttanti v’avete a valere da llui, che sono duc. iii e grossi viii e di ttanti mettete a nostro e avisate. ... c) Trascorrono pochi mesi e di nuovo si parla di un altro imminente arrivo di drappi orientali a Firenze. Questa volta è lo stesso Niccolò Michelozzi ad aver ordinato a Maringhi 4 veste di chamucha, un tessuto di seta tipico del Levante col quale intende far confezionare abiti per alcune giovani donne fiorentine. Il 29 ottobre 1501 Maringhi informa Michelozzi di aver già trasmesso l’ordine di acquisto a Bursa e si impegna a spedire le veste a Firenze non appena arriveranno a Costantinopoli, però si lamenta del fatto che nella lettera contenente l’ordine Niccolò Michelozzi non aveva allegato alcun saggio del tipo desiderato e di conseguenza Maringhi ha scelto lo stesso genere di una precedente ordinazione260: [29 ottobre 1501] ... Di già abiamo chonmesso in Bursia 4 veste di chamucha per lle fanciulle della sortta ne mandamo l’altra voltta e di proximo s’attendono e vi si manderanno, che saranno della bella sortta, secondo l’aviso de là. E nella vostra non n’era alchuno saggio; sonsi fatte fare al modo delle altre. Per aviso. ... Doc. 61 L’iniziativa di esportare drappi a Costantinopoli parte quasi sempre da Firenze e solo in un secondo momento interviene il corrispondente in Levante. Nel caso in esame tutto ha inizio a Pera: l’11 febbraio 1502 Giovanni Maringhi da Costantinopoli sottopone a 259 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Niccolò Michelozzi, in Firenze, 4 maggio 1501, c. 66 r. Per questa operazione e la successiva si veda anche I. Houssaye Michienzi, The silk market in Bursa around 1500 as it appears in the Florentine business archives, «Turcica», 50 (2019), pp. 58-59. 260 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 102 r. 186 186 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Francesco Barducci, attivo a Firenze, un progetto dalle caratteristiche non comuni. Insieme a un amico di cui non si conosce il nome, Maringhi sta pensando di comperare un fardello di seta grezza e di mandarlo a Francesco Barducci, che con quella materia prima farà produrre rasi e damaschi della migliore qualità da destinare al mercato ottomano. L’iniziativa non sembra aver avuto seguito, ma già questa prima lettera contiene alcuni dati importanti: Maringhi si impegna a indicare i colori più richiesti, mentre sin da ora è previsto che i damaschi siano all’opera veneziana e della stessa qualità di quelli forniti recentemente dai Soderini261: [11 febbraio 1502] Io ò fatto pensiero di chonperare uno fardello di seta per mio conto e di uno mio amicho e forsse avanti passi troppi giornni si meterà in asechuzione e di mandarvelo chostì chon questa chondizione: che voi me ne faciate tanti rasi e domaschini di diversi cholori, chome a quel tenpo vi darò lume di tutto e avertendovi che lli domaschini vogliono esere all’opera viniziana e non altrimenti. E quali drappi vorrei li faciessi fare della bonttà e chondizione di quelli avuti dalli Soderini e chonpagni, che per dio è suta una buona draperia, che tutti e rasi e damaschi sono venduti e pochi ne mancha, che se fusino stati tutti rasi e domaschi erono più speditivi; tutta volta sapete sono merchantie che bixogna aspetare el chonperatore. ... Doc. 62 A Costantinopoli Giovanni Maringhi (Doc. 60, 61) è il corrispondente anche di Tommaso e Giovan Battista Soderini, una compagnia di setaioli che esporta drappi nell’Impero ottomano. A questa compagnia Maringhi ha scritto una ventina di lettere che coprono un intervallo di tempo assai ristretto: il biennio 1502-1503 e i primi mesi del 1504. Queste lettere contengono dati precisi sull’andamento delle vendite e sulle forniture alla Porta, che rimane sempre il cliente più prestigioso. In questa sede presentiamo una selezione delle fonti più interessanti. Le lettere originali inviate ai Soderini sono andate disperse; a noi sono pervenute le copie redatte da Maringhi (e collaboratori) in un copialettere. Accanto al carteggio, che rimane una fonte straordinaria in quanto la sola in grado di trasmettere giudizi, consigli o semplici impressioni, si collocano alcune copie di registrazioni contabili. Forse per ragioni di mera praticità, infatti, Maringhi ha pensato bene di riportare in alcune carte del suo copialettere il conto corrente dei Soderini, setaioli: una fonte, appunto, di natura contabile, dalla quale emergono alcuni dati importanti262. Sappiamo così che i Soderini hanno inviato nel 1501-1502 due casse di drappi a Pera via Adrianopoli: la prima, affidata a Niccolò Carsidoni, giunge alla fine del 1501, mentre la seconda arriva pochi mesi dopo, con 261 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Francesco Barducci, in Firenze, c. 122 r.; in estate Giovanni Maringhi tornò brevemente sull’argomento, ma senza arrivare ad alcuna conclusione: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 153 r. 262 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, cc. 240 v. e 241 r. Le lettere citate sono sparse nell’intero volume. 187 187 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI P. Strinati263. A queste due spedizioni ne seguono altre, meno consistenti, ma la documentazione ben presto si interrompe264. Nel corso del 1501-1503 la compagnia di Tommaso e Giovan Battista Soderini spedisce dunque un quantitativo indeterminato di drappi a Giovanni Maringhi; i libri contabili dei Soderini non si sono conservati e il carteggio di Maringhi rimane l’unica fonte265. a) In una lettera datata 17 gennaio 1502 Maringhi da Costantinopoli segnala ai Soderini l’avvenuto arrivo di una cassa di sete e nello stesso tempo precisa che la vendita di quei preziosi manufatti non è la sua specializzazione; però è già in grado di fornire i primi risultati del suo operato. Aggiunge poi che in quel momento a Costantinopoli c'è richiesta di damaschi, specialmente quelli choll’opera alla veneziana, mentre più limitata è la vendita dei velluti, che sono chose più per la Porta che altrimenti. Lo stesso accade per i costosi broccati d’oro, anch’essi chose per la Porta. Molto apprezzati sono certi rasi d’oro con decori di ghirlande e fiori. La lettera contiene poi un’attenta osservazione sul mercato dei tessuti più costosi: quando il compratore è uno solo – la Porta – bisogna attendere e avere pazienza. Nella parte finale della lettera Maringhi informa i Soderini sugli ultimi acquisti da parte della Porta: ben 1000 picchi di velluti rossi acquistati a 220 aspri il picco266: [17 gennaio 1502] ... Con piaciere singhularisimo vegiamo l’amore e afezione ci portate mediante el maggior Fillippo e Giuliano da Ghagliano e inoltre di ser Niccolò, che a chonffortto loro avete preso animo di mandarmi una chassa di drappi per mano di Nicholò Charsidoni, la quale arivò qui a buon salvo e ben chondizionata e sotto dì 2 di dicienbre paxato si trase di chomerchio e alla rasengnia tornorono beniximo e chome dite sono di buona sortta drapperie e da farnne buona fine e di già se n’è finite qualche vesta, chome apresso si dirà. E anchora che lla profesione nostra non sia di dare chonpimento a ttal merchantia, siamo di buono animo di favorire ttal fine, che vi chontenterete, e nel fare si pigliano le pratiche d’ongni chosa. E, avendone somma, potremo chonparire in ogni luogho chome ciaschuno altro; tutto chonsiste avernne l’equivalente di pottere stare a petto chon ciaschuno altro, che non cci mancherà modo né mezzi. Che Nostro Signore Iddio ci presti di sua gratia. Addì vi di dicienbre finimo pichi xii di raso alexandrino per aspri 60 el picco, per i danari contanti. Addì xi detto finimo pichi xi i/ii di raso verde chiaro per aspri 55 ½ el picho, per i danari chontanti. Addì 17 detto finimo pichi xii di raso verde per aspri 56 el picco, per i danari chontanti. E dòne chome per finito iii veste di detti rasi, cioè ii d’alexandrino e uno di verde e batereno al pregio de 56 in 58 aspri el picco, per i danari chontanti che, seghuendo, vi si dirà. 263 A volte il nome di battesimo è indicato, come in questo caso, in forma abbreviata: una semplice “P”, che spesso genera incertezza. In quegli stessi anni si conoscono infatti Priore e Piero Strinati, fratelli, entrambi attivi a Firenze e a Costantinopoli. 264 Il citato conto corrente intestato ai Soderini non descrive le sete però riporta l’ammontare del ricavo lordo delle vendite, che per la prima cassa fu di aspri 44894 e per la seconda di aspri 37237. Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 241 r. 265 Sottolineamo sin da ora che, salvo indicazione contraria, tutte le lettere che seguono sono state scritte da Giovanni Maringhi, in Pera, e indirizzate alla compagnia di Tommaso e Giovan Battista Soderini, setaioli, in Firenze. 266 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, cc. 113 v., 114 r. 188 188 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E inoltre, addì xi del presente, finimo pichi xii ½ di raso alexandrino per aspri 60 el picco, per i danari contanti. E insino addì 10 di dicienbre finimo pichi xiii di domaschino rosso di grana per aspri 69 el picco, per i danari chontanti. E questo è quanto e s’è finito insino a questo dì e per giornnata chontinovamente si vende spiciolatamente, quando una vesta e quando una altra e ttochasi el dì. E la qualità de’ drappi che si vendono più che nesuno altro vi si dirà qui a ppiè. Domaschini turchini choll’opera alla viniziana verde bruni, non troppi schuri, alexandrini domaschini e rasi, e di questi più che nesuno altro cholore ci se ne vende lionati assai domaschini e rasi e questi sieno qualche pezza ischura e qualche pezza chiara, e domaschi neri, e chosì rasi qualche pezza, che di questi chontinovamente ci se ne vende spiciolatamente, quando una vesta e quando una altra e ttochasi el dì, e avertite che tutti e domaschi vogliono esere choll’opera alla viniziana e none altrimenti, che altra opera non ci à condizione. E inoltre rasi verdi e domaschi, in sul cholore di questi avete mandato adesso, ve ne sia qualche pezza, che senpre aranno debita fine, cioè intorno a’ preggi sudetti; salvandovi, ne potete fare inpressa. Rasi rossi di grana e chosì domaschini, anchora di questi ci se ne vende alla giornata. Rasi di chermisi veri per giornnata ci se ne vende qualche vesta per 100 aspri o meglio el picco. Sievi aviso. Velutti stietti vanno al venderssi uno pocho più adagio, che sono chose più per Portta che altrimenti. Chosì gli altebassi, che questi vostri che avete mandati al presente sono in tutta perefezione, che gli ò paraghonati chon qualchuno e in efetto e vostri restono di sopra e masimo quello di chermisi, che ò speranza si finirà beniximo, che non credo in tutta nostra nazione cie ne sia iiii veste: istaremo alla vista e quello di buono si potrà fare per nnoi in benifizio delle chose vostre quale io portto a me medesimo e di questo ve rendete ciertto perché per più chonti e per più chapi sono tenuto e ubrighato fare di chosì. Che Iddio di buono manddi. E veluti neri in 2 pelli a questi dì ci ànno avuto una gran richiesta ed èsene venduti quanti cie n’era in ne la nazione, e non cie n’è rimasti, per aspri 90 e 95 el picco e quale a 100. Per aviso. Di questi vi chonforterei al mandarnne qualche vesta, e alsì rossi. E domaschi neri ci ànno avuto buona richiesta a questi giornni, che la Portta ne pigliò quantto n’era in e la nazione. Per aviso. Drappi chon oro sono chose per la Portta; rade voltte se ne vende spiciolate, e quando in uno luogho non n’è di una merchantia che uno solo chonperatore, sono chose lunghe e bixogna aspetare che n’abbi voglia e che le chiegha. Niente di mancho de’ rasi chon oro e maximo rossi ci se ne vende qualche vesta e chosì d’ongni altro cholore e l’opera vorebbe esere chon cierte glilande leghate insieme, l’une cho l’altre, chon ciertti fiori inttermisi che chanpegiano tanto bene del mondo io vi disengniai, cholorite chome meglio vi viene. E noi di di qua faremo senpre el debitto nostro, chome in fatto vedrete. ... El velluto rosso di grana che di presente avette mandatto è di tutta bonttà e di quella sortta insieme chon altri veluti che ne prese poche settimane fa la Portta: ne prese meglio di 1000 pichi per aspri 220 el picco per i danari, che v’era più che la metà di grana, ben chondotti. Sievi per aviso. E una voltta l’anno detta Portta ne piglia sempre di ttal draperie. Parendovi di mandarne qualche vesta per aspetare quello tenpo, fate voi, insieme chon qualchuna di chermisi. ... b) In una successiva lettera del 4 febbraio 1502 Maringhi informa la compagnia Soderini sull’andamento delle vendite dei rasi. Il momento è favorevole; ci sono compratori e la 189 189 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI pestilenza è cessata. Accanto alla solita clientela anonima, qui tralasciata, si segnala il Seraglio delle donne, che ha acquistato un raso verde267: [4 febbraio 1502] ... E, a dì 26 di detto [gennaio], finimo pichi 23 di raso verde per aspri 1300 tutto, per i danari contanti, finimo al seraglio delle donne. ... E inoltre abiamo chome per finito dua veste di raso, cioè una d’alexandrino e uno di verde per aspri 57 el picco. Di che seghuirà saprete. Tutti e drappi finiti di vostro insino a questo dì fanno la monta d’aspri 9000 in circha e fo pensiero di pigliare uno fardello di setta per vostro conto a paghare qui alla giornata e di mandarvelo, trovando rischontro: se non, si chometerà in Bursia. Di veluti anchora non s’è finito vesta; uno pocho più adagio alla fine d’essi noi ne faremo el debito nostro e di quello seghuirà per giornata sarete avisato. Delle draperie chiestovi, se ne manderete e sonma aranno buono esito, che chontinovamente per giornata se ne vende, e bixogna avere d’ongni chosa in chasa; ongni giornno apariscie chonperatori, sì che io v’ò disengniato: a voi ista el cholorire e noi di di qua faremo senpre el debito nostro. Che Iddio di buono [mandi]. El morbo à cciesato del tutto, a dDio gratia, e stimiano le chose abbino a ppassare bene, che si stima più presto la pacie che altrimenti, di che seghuendo ci sarà buono esere. Istaremo alla vista e di quello seghuirà sarete avixato. ... c) Il 29 marzo 1502 Giovanni Maringhi trasmette ai Soderini un altro elenco di sete vendute ad alcuni compratori anonimi. Ci limitiamo a richiamare la vendita di un velluto paonazzo di grana a un funzionario della Porta; una vendita, come vedremo, destinata a non avere un successo completo268: [29 marzo 1502] Siamo addì 29 di marzo 1502 e insino a qui è chopia d’altra mandatavi el dì si mostra. Di poi vostra non s’à. Questa per dirvi el seghuito di poi: ... Addì 26 detto finimo picchi 12 di velluto pagonazzo di grana a serisso aghà ciausse della Portta per aspri 98 el picco e più finitoli picchi xii di velluto rosso di grana per aspri 120 picho, sensale Luigi detto, de’ quali n’ò avuti danari contanti, di presente aspri 1216 e resto m’à promesso darmeli fra 10 giornni proximi futuri. Di che seghuirà saprete. ... d) Tre giorni dopo Maringhi ha modo di trasmettere a Firenze una piccola ma importante precisazione. Il funzionario della Porta ha infatti restituito uno dei due tagli di velluto rosso che aveva appena comperato269: 267 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 114 r. 268 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 124 v. 269 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 124 v. 190 190 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [1° aprile 1502] ... Siamo addì primo d’aprile e insino a qui è chopia d’altra mandatavi el dì si mostra. Di poi, vostra non s’à. Questa per dirvi che li pichi xii di velluto rosso di grana finito a serissi aghà ciausse della Porta, cie l’à stornata indrieto ed io per lo meglio me l’ò ripresa per non ne avere a piatire el detto a rischuoterlo. e) In maggio Maringhi invia ai Soderini l’elenco delle ultime vendite, sollecita la spedizione di rasi con oro e si ripromette di inviare presto a Firenze i disegni delle stoffe più richieste. Conclude dicendo che la pezza di altobasso non è stata ancora venduta e che solo la Porta la può comperare270: [4 maggio 1502] Addì 2 di questo finimo al chadì di Ghostantinopoli picchi xiii i/iiii di velluto rosso di grana per aspri 115 il picco, per i danari contanti, sensale Luigieto detto. E sotto detto dì finimo pichi lxviiii ¼ di domaschino rosso di grana a Cierchisse ermino drapiere in bisestano di Ghostantinopoli per aspri 70 il picco, avere e danari alla giornata, sensale Lorenzo di Ghuaspare, e a dì 6 d’aprile finimo picchi 2 di raso alexandrino per aspri 58 il picco, per i danari contanti. E sotto dì 26 del passato finimo pichi 2 ¼ di domaschino rosso di grana e picchi uno di rasso rosso di grana a Pantaleo Chorese per aspri 228 tutto, per i danari contanti. E chosì per giornata s’andrà finendo, che se io avessi avuto 300 picchi di raso alexandrino della sorta mandata, tutti sarebono finiti a 60 aspri el picco: chonfortavisi al mandarne e chosì per giornata d’ongni altro cholore, e chosì domaschini a l’opera viniziana e d’ongni cholore, che tutto giorno cie n’è chiesta. E rasi chon oro che vi trovavi in telaio li manderesti chol primo altro passagio insieme chon una vesta di velluto e di domaschino nero e chosì di grana e chon qualche altro drappo in buon punto sia; rendetevi ciertti che per me se n’à a ffare ongni estrema diligentia e solecitudine, che questa vostra lettera mi fa cresciere el quore ghagliardamente e da homo dabene che, trovandomi io buono chavallo sotto, sono per farmi fare largho per tutto e di uscire d’ongni gran fangho, e l’opera in futuro sarà testimone del tutto. Di mandarvi qualche disengno dell’opere e draperie che inpacha a mano più che a[l]chuna altra, siamo tuttavia drieto e per qualche altra nostra prossima lettera stimiano al fermo mandarvelo, che per quello potrete meglio prochurare a tutto. ... Dello altto e basso non ss’è fatto di poi niente: è chosa per Portta più che per nesuno altro e lla Porta è uno tenpo non n’à presso. Staremo alla vista, che non può preterire non pigli di chorto e d’ongni draperia. ... f) Il 29 giugno Maringhi comunica ai Soderini la vendita imminente di rasi d’oro e quella, già avvenuta, di un velluto rosso; precisa inoltre che i rasi più richiesti sono quelli rossi, tanè e neri. Alla lettera Maringhi allega i disegni dei motivi ornamentali preferiti dalle donne del serraglio, che sono i fiori e in particolare le rose, e sottolinea il fatto che avere 270 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 140 r. 191 191 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI questi disegni è stata un’impresa faticosa. Maringhi inoltre raccomanda ai Soderini di attenersi scrupolosamente ai modelli inviati, cioè di non mancare una iota, secondo un’espressione dell’epoca, oggi dimenticata, e conclude avvertendo che anche i damaschi all’opera veneziana si vendono bene271: [29 giugno 1502] ... E rassi chon oro sono di già stati alle mani di finirlli tutti . . . ... Abiamo di poi finito picchi xv di veluto rosso di grana della prima chassa per aspri 115 el picco, per danari chontanti . . . ... E perché voi m’avete chonfortato per ogni vostra che state voglerre di qualche opera disegni di draperia chon oro, che chostoro amano più che nessuna altra e che più apettischano, n’abiamo fato levare una che sarà in questa la quale, chome vedrete, voglano eserre rassi alexandrini e rossi e tanè e neri et schuri. Di questi cholori voglano eserre iiii veste o meglio, cho gli andari e fiori o rose, chome per llo disegno vedrete, e none mancate una iota dello disegno. E che llo pregio ve gli fareno battere è d’aspri 240 el picco e di questa talle draperia ne chosumano assai, che qui non è se none in Tomasso d’Aiolfo iii o iiii veste. E ttale draperia la portano tutte donne di Seraglio, che ò durato faticha assai averne el disegno. ... Anchora v’ò a richorddare che rasi alesandrini e verdi stietti della sorta n’avete mandato c’àno profetisima chondicone e simile domaschini pure all’opera veneziana, che senpre gornalmente ci se ne vende, quando una vesta e quando una altra, e chosì di veluti si vorebe avere in chassa, che ogni dì apariscono chonperatori nuovi . . . ... La Porta non à preso anchora draperie di seta. La Porta ha presso panni . . . ... E perché vui intendete somamente e pregi de’ drappi chon oro disegnatovi, e rassi rossi ve lli farò batere a 250 aspri el picco e gl’altri cholorati 220 in 230 picco . . . ... g) In luglio Maringhi è in grado di inviare ai Soderini un ultimo aggiornamento sullo stato delle vendite. Tra i compratori figurano, accanto ad alcuni personaggi anonimi, l’agà del figlio del sultano, il Serraglio di Bajazet II e il Serraglio delle donne. Maringhi aggiunge che la Porta ha acquistato dai mercanti fiorentini 800 picchi di drappi, 600 dei quali appartengono al solo Tommaso d’Aiolfo, e che il prezzo ha raggiunto i 300 aspri il picco per certi broccati d’oro a bastone. Alla lettera Maringhi allega copia di un disegno (andato perduto) da riprodurre sulle sete272: 271 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 143 v. e continuazione a c. 152 r. Allo scopo di incrementare l’esportazione di drappi in Levante, Maringhi non manca di trasmettere ad altri mercanti fiorentini il successo riscosso dalle ultime vendite. Sempre il 29 giugno 1502 Maringhi scrive anche a Francesco Barducci, con il quale è in stretti rapporti (Doc. 61) per informarlo sui prezzi raggiunti dalle sete dei Soderini, in particolare dai damaschi neri. Nella stessa lettera del 29 giugno Maringhi ricorda poi di aver appena inviato ai Soderini uno disegno di rassi chon oro, una chosa belisima e invita Barducci a farselo mostrare: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 153 r. 272 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, cc. 152 v., 163 v. 192 192 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [16 luglio 1502] ... A dì viiii finimo pichi xiii di rasso verde e pichi xi ½ di rasso alexandrino a Seraglio del Signore per aspri 56 el picco, finito insieme cho Antonio Sostengni; àsene avere e danari alla giornata . . . A dì xi di questo finimo pichi iiii di rasso roso rosso (sic) di grana all’aghà dello figlio del Signore per aspri 113 el picco, per danari contanti, sensale Arone Lucho. ... A dì iii di questo finimo pichi 21 ¼ di rasso chermisi a Seraglio delle donne per aspri 104 ½ picco, per danari contanti, sensale Batista Pa[n]zani. ... Dua Porte fa la Porta prese di nostra nazione pichi ottocento di brochati d’oro, diverssi cholori, a bastone, questi el forte, per aspri 300 picco, per danari chontanti, che 600 picchi ve n’era de lo Alofo273 e vii veste del Sostegno, vii di Giorgio Bar[to]li e di già n’àno aùto ’l pachamento. Per vostro aviso274. ... Se lla Porta piglerà questi rassi e damaschi chon oro, chome al fermo si stima, i nostra natione no ne rimane ispanna di d[r]apo chon oro, ancho delli stieti d’ogni d’ogni (sic) qualunche sorta. Favisi intendere accò sapiate giornalmente le chosse di là chome vanno. Chonfortatevi al mandare rasi verdi e rasi alexandrini stieti della sorta avete mandati asai, el più che voi potete, che di questi se ne vende chontinovamente . . . ... E chosì rassi e domaschi tanè vi chonforto al farne assai di questi, che questi anche ànno chiesta assai. Fate pure àbino vivo cholore adosso. ... In questa sarà u[n] altro disegno dell’opera del disegno primo mandatovi; non sendo chonparsso el primo, questo soperischa al bisogno275. Avisate chontinovamente di quanto fate o di quanto stimate fare . . . h) All’inizio di ottobre Maringhi trasmette un altro elenco delle vendite effettuate. I compratori rimangono anonimi, ad eccezione di due mercanti ebrei. Nella parte finale della lettera Maringhi conferma l’avvenuto invio a Firenze di un disegno, spedito in copia, che i Soderini dovranno riprodurre su tessuti d’oro, e aggiunge che la vendita dei rasi non è ancora conclusa276: 273 Tommaso d’Aiolfo. Questa importante fornitura di 800 picchi, 600 dei quali appartengono al solo Tommaso d’Aiolfo, è menzionata in una lettera datata 21 luglio che Maringhi indirizzò a Francesco Barducci: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c.153 r. Dopo un breve ma vago accenno ad altri drappi, Maringhi precisa che quelli ch’à preso la Porta ammontano a duc. 4500, una cifra che si adatta ai sopra menzionati 800 picchi venduti ad aspri 300 il picco: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, prosecuzione della stessa lettera a c. 160 r. Tanto la lettera ai Soderini quanto quella indirizzata a Barducci concordano nel descrivere le sete: el forte sono brochati a bastone. 275 Come anticipato (v. nota 271), Maringhi comunica le stesse notizie ad altri mercanti. Nella sopra citata lettera del 21 luglio (v. nota 274) Maringhi, usando le stesse parole, informa Barducci di aver spedito ai Soderini uno altro disegno simile a l’utimo mandato che, non sendo chonparsso el primo, questo soperischa: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 153 r. 276 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 177 v. 274 193 193 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [1° ottobre 1502] ... Di drappi chon oro che fanno per llo paesse vi se n’è mandato dua disegni, chopia l’uno dello altro, che li arete aùti e tanto messo in asechuzone . . . ... E rassi a poste d’oro ch’io mi trovo di vostro per anchora non è aparssa la loro vendita ma chredo al fermo e presto si daranno via . . . ... i) A Costantinopoli le vendite proseguono con un ritmo intenso. L’elenco dei compratori è lungo: al primo posto è lo stesso sultano Bajazet II; seguono alcuni operatori fiorentini e infine un gruppo di anonimi acquirenti che gravita intorno a Giorgio Bartoli. Nella seconda parte della lettera Maringhi sollecita i Soderini a inviare drappi di qualità, in particolare velluti rossi, rasi verdi, ecc.277: [4 febbraio 1503] ... A dì xx di novembre passato finimmo a Sulttam Baiasett picchi xxviii di velluto chermussi della pezza mandata per aspri 190 picco, per danari chontanti, sensale Ganni Lugardo. ... Come vi s’è detto, qui c’è manchameto d’ogni draperia nostrale e d’ogni sortta, che no credo che in tutta nostra nazi[o]ne sia per 3000 ducati di drappi, se sono iii e no sono iiii e chontando tutti inseme, e datene farvi e masimo di d[r]appi steti. Di278 chonforto allo mandarcene della qualità e sorta chiestovi per più mie e massimo e disegni mandatovi per doppi, che aranno bone exito a’ pregi dettovi e meglio279. Avevate anchora da mandare rassi verdi assai e alxì alesandrini e neri, schietti tutti, e chossì rossi di grana e alxì qualche vesta di chermisi vero. E alxì di veluti rossi di granna ce n’è chiesta assai e alexandrini e alxì neri, qualche vesta, che di que’ neri a questi dì ci se ne sarebe finita qualche vesta, che ce n’è suto chiesta assai e pregio. Vi chonfo[r]to all mandarne, chome detto, e si vole avere avere (sic) in maghasino d’ogni qualità d[r]appi, che senpre aparischano chonpratori . . . Le dua veste dell’a[l]to e baso vostro si trova alla Porta chon altri drappi e chosì e drappi chon oro mi trovo di vostro sono alla Porta: stimano fare qualche bene e di chorto, e di quello seghuirà saprete per gornata, che per nnoi non è a ma[n]chare fare senpre el debito, e massimo dove fia lo interesso vostro . . . j) Maringhi aggiorna i Soderini sull’andamento delle vendite e ricorda che in occasione della Pasqua loro la Corte acquista anche 1.200-1.400 picchi di sete: un quantitativo enorme, che richiede la partecipazione di numerosi venditori. Tra le operazioni già concluse si segnala l’acquisto da parte della Porta di 650 picchi di un costosissimo broccato con un decoro a grandi rose e di un raso con andari d’oro. Di questa seta Maringhi aveva inviato 277 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, cc. 192 v., 193 r. 278 Così il ms., ma si legga Vi (come si ripete in un capoverso successivo). 279 Anche queste informazioni si ripetono, con minime varianti, in una lettera che Maringhi il 4 febbraio scrisse a Francesco Barducci: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 195 r. 194 194 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) ai Soderini il disegno e l’indicazione dei colori (è probabilmente il disegno menzionato nella lettera del 29 giugno 1502, Doc. 62 f)280: [9 aprile 1503] ... Sotto dì xiiii di marzo passato finimo alla Porta del Signore, inseme chon d[r]appi di Luigi Ghera[r]di, la pezza dello alltebasso roso di granna mandatomi nella prima chassa, che fuo a paghamento pichi xxvii 1/ii e più iiii dita, che quello no ve llo mettiamo in chonto, per aspri 250 picho, per danari chontanti, sensale Ganetto Lugardo e Luigetto di Quarto. Per vostro aviso. E alxì sotto tal dì finimo pure a detta Parta (sic) pichi 53 di raso a poste d’oro, coè una pezza tanè e una pezza rossa inseme chon d[r]appi di Luigi Ghera[r]di per aspri 135 picco, per danari chontanti, sensali e sopra nominati, e chosì per gornata si va finendo. E se questi gornni avessimo aùto pichi 400 di veluti rossi di grana chon qualche pezza di chermesi drento, tutti ne sarebeno andati alla Portta per aspri 210 picco, per danari chontanti . . . ... Prese detta Parta (sic) tutti quelli d’Antonio Sostengni, lavorati tutti chostì per le mani di Bardo Attoviti, che dovevano esere circha alla soma detta, e di nuo[vo] detta Porta ne piglerebe 600 picchi di ttalle draperie, della qualle chonsuma più che di nessuna altra draperia che sia e che ogni anno per lla Pasqua loro o pocho inanzi o pocho indreto ne piglornno 1200 in 1400 pichi. S[i]evi aviso. ... E alxì detta Porta à presso a questi dì veluti steti asai e cholorati per aspri 100 ’l picco, per danari chontanti, vero che in su drappi che si finischanno alla Portta v’è su più qualche spesa straso[r]dinara che non in su gl’altri drappi che si vendano spicolati. Per aviso. E inoltre detta Portta a questi dì à presso circha a 600 pichi di brochato a bastone chon certi rosoni e iii/iiii rossi e resto alesandrini per aspri 350 picco, per danari e di questa sortta ogni anno ne pigla altanta quantità di veluti rossi. S[i]avi noto tutto e vi si disegna, accò che, avendo animo a nulla, posatte cholorire. E alxì di rassi chon andari d’oro, di che io v’ò mandato el disegno e cholori d’ogni sorta. Di questi e paesse ne chonsuma assai e massimo alla Portta desiderano più da voi avere qua[l]che vesta, che so gl’avete aùte. Per intendere: se n’avevi fato inpresa, attendesi chon desider[i]o. De l’altre draperie per più mie e per lla chopia di sopra vi si dà lume di tutto e tanto vi si raferma e, chome è detto, in sulla mostra bisognia avere d’ogni chosa, che tutto gornno apari[s]ce chonperatori. ... k) Giovanni Maringhi continua a trasmettere notizie ai Soderini. Le vendite e i prezzi realizzati hanno sempre la precedenza. Divertente è l’accenno alle conoscenze che Maringhi, il quale in precedenza si è dedicato soprattutto alla vendita di panni di lana, sta acquisendo sulle qualità dei drappi; interessante è il riferimento ad alcuni tessuti di seta che a Firenze i Soderini stanno lavorando sulla base di un disegno precedentemente inviato da Costantinopoli. Questi ultimi sono drappi molto costosi, che Maringhi spera di ricevere presto, perché è soprattutto in estate che si vendono quei tessuti preziosi281: 280 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, cc. 193 r., 223 v. 281 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, cc. 238 v., 239 r. 195 195 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [19 aprile 1503] ... E pregi ne date de’ drappi che si debbono venddere abiamo intteso, che benisimo fate a darne aviso ma in su questo vi si fa inttenddere che tutti e drappi stietti che si venddono in paese, chosì rasi chome domaschi, si vendano aspri 60 picco per ciaschuno di nostra nazione, anzi più presto abbasso di 60, e li vostri gli abiamo manttenuti sempre di sopra a 60 o più, chome per le vendite vedrete. E rendettevi certti che quando noi posiamo avanzzare ne’ pregi, che ne faciano ogni chosa, e per llo avenire anchora abiamo speranza fare meglio, perché l’uomo va pigliando delle prattiche che prima non ssi avevano per nonn esere nostra proffesione la drapperia, ma tuttavia si va aquistanddo el pregio de’ rasi chon oro e dello altte e basso e del velluto di chermisi. Arete visto sono pregi di qualità, che riuscirete benisimo, che stimo vi sia su buon profitto, ecc. E veluti rossi di grana vi chonfesso erano bellisimi: deon avanzarlli di pregio di 120 più presto che sciendernne, ma per llo avenire stimiano fare meglio, sempre piacienddo a dDio. El simile de’ rasi chermisi faremo l’inposibile. Riceveste el disegnio de’ drappi, o per me’ dire de’ raxi chon ori, e di già n’avete in ttellaio per 16 veste d’ogni colore chiestovi e per tutto marzo sarebbono ’n ordine, che mi piacierà inttendere venghino avantti, che giugnieranno a puntto nella estate, tenpo che consuma detta sortte drapperia assai, e tutto chontto di vanttagiarlli a più pregio di 250 picco. Ne faremo ogni chosa e maximo riusciendo cchome me li disegniate per lettera. ... No mandaste le cchasse de’ drappi per non avere nostri avisi: pazienza! Se fussino venute per Zanobi Medici, chome accenaste mandarlli, giugnevano in buona stagione, e masimo per veluti rossi di grana, perché la Portta del chonttinovo ne chiede, che ne pigleria di presente 1000 picchi o più . . . l) Da Costantinopoli Maringhi trasmette nuovi aggiornamenti sull’andamento delle vendite. In particolare, la Porta ha acquistato presso Niccolò Carsidoni molti drappi dei Soderini. Maringhi prevede inoltre che la Porta effettuerà presto ingenti acquisti e sollecita i Soderini a produrre broccati con bastone, come quelli che a Firenze i Girolami e gli Altoviti hanno spedito rispettivamente a Filippo Peri e ad Antonio Sostegni. Maringhi prevede che la Porta sia disposta a pagare per questi drappi 350 aspri il picco e anche più282: [26 maggio 1503] ... Siamo a dì xxvi di magio e insino a qui è chopia d’altra mandatovi el dì si mostra per Gulano de’ Nobili e pe lle chonsuete mani de’ Ghalilei. Di poi, vostra no s’à. E questa perché di mia no vi manchi più che per altra e per dirvi che Niccolò Charsidoni delli vostri veluti rosi che gli mandaste uttimamente per Zanobi de’ Medici n’à fato bazaro alla Porta inseme chon quelli d’Antonio Sostengni per aspri 195 picho e questa Porta prosima gli mesurano che n’à pressi bene 600 o 700 pichi che si trovano i nella nazione. S[i]evi per aviso. E alxì à finito alla gornnata delli altri vostri drappi schietti a buonisimi pregi, chome parttichula[r]mente da lui potette meglio inttendere . . . ... Intornno a’ drappi vostri no n’è di poi inovato altro. Tegnamo di pres[s]o e subito, chome prima si possa, vi si remetterà ogni vostro resto. 282 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 252 v. 196 196 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Se voi mi prestassi fede, vi chonforterei a ffare xvi o xx veste di brochati rosi cho bastone, richi, della sorte ne mandano chottesti Girolami a Fillippo Peri. E anche Bardo A[l]toviti ne fa di presente per Antonio Sostengni, che subito chome fuson gu[n]te a questa banda sarebano finite pure alla Porta, che ci si vede uno disegnio, che questa Porta questo anno è per piglare draperie asai e d’ogni so[r]ta e di questa sorta ò [o]penione n’abbi a piglare meglio 1500 picchi, ma tutti rossi e no d’altri cholori: che voi no vi avilupassi. El pregio paserà a 350 aspri el picco più x aspri o mancho x aspri intornno a quanto batteranno, sì che avendo in animo a nulla, fate presto che vo[r]ebano eserre a chamino per tuto settembre o mezzo otobre. Per aviso. E rassi chermussi chon andari d’oro me gl’arete mandati . . . ... m) All’inizio di luglio Maringhi informa i Soderini che la Porta ha acquistato tutti i rasi d’oro posseduti in quel momento dai mercanti fiorentini. Parte delle sete appartiene a Filippo Peri e Lodovico Betti. Ma ancora più importante è la previsione dei futuri acquisti della Porta. Si pensa infatti a 3000 picchi283: [4 luglio 1503] ... Davanti ieri la Porta fece pregio di rassi chon andari d’oro, tuti quelli si trovavano i nella nazione, e questa altra Porta si misureranno per aspri 260 ’l picco, d’ogni cholore. El forte di questi sono di Filippo Peri e alxì di Lodovicho Betti, che gunsse che fu ii dì fa, che ave’ vendite, sì che se voi avessi mandato e chomessomi al tenppo mi disegnaste, sarebano stati a tenppo e arebano aùto vendite. Non è seghuito: pazienza! Quando veranno, no mancherà loro vendita, che talle draperia ne chonsuma assai el paese. S[i]evi aviso. ... Di poi schrita e sugelato, la Porta à chiesto rasi e domaschi schieti alla vinizana cholorrati, coè d’ogni cholore. Se[co]ndo s’inttende ne piglerebenno 3000 picchi e più; chredo della nostra nazione ne sia 200 picchi. El pregio batterà da 61 a 65 picco . . . n) Sempre il 4 luglio Maringhi accenna all’arrivo di un ambasciatore veneziano – Andrea Gritti – e alla concorrenza che le seterie di Venezia possono fare a quelle fiorentine, le quali ultime hanno comunque sempre un loro mercato. Maringhi spera inoltre che i Soderini abbiano già spedito i rasi eseguiti su un disegno in precedenza inviato da Costantinopoli. Maringhi aggiunge poi che i broccati veneziani sono molto diversi dai loro e sollecita i Soderini a produrre i classici broccati fiorentini. Come sempre la lettera contiene numerosi riferimenti ai tipi di tessuti desiderati – rasi, damaschi e velluti – e ai colori preferiti, tra i quali domina sempre il rosso284: [4 luglio 1503] ... Verro è che questi vinizani chome comiciano a venire e merchanti cho lle loro draperie, le nostre andranno uno pocho più adagio al finire, che lle loro c’àno buona chondizione, tamene senpre abiamo la parte nostra. Fàvisi intendere tuto acciò sap[i]ate chome v’avete a ghovernnare. E vorei volenttieri che rasi chon oro co el disegnio fato, che voi gl’avessi mandati e che fusino qui a questa ora, perché n’and[r]ebano al pregio de’ sudetti . . . 283 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 254 r. 284 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 262 v. 197 197 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI ... De’ brochati che già vi disegnai più fa, vi chonforterei al farlli; chosì vi chonforto, perché quelli ve[n]ghano di Vinegia non ànno a fare nulla cho nostri, che lli nostri vanno avanti el fortte. Voglano esere rasi e do[ma]schi, rosi tutti. S[i]evi aviso. E chosì delli altri rosi285 e domaschi, fate cholorati. Anche pe[n]sate fare chossì de’ veluti cholorati e rosi di granna asai. Per aviso. ... Tenuta a dì xxiiii e prima no s’è mandata per falta d’aportatore. Di poi ci s’à vostra. Questa per [di]rvi che lla Porta pasata si pexornno e rasi chon andari d’oro d’oro (sic), che furnno per aspri 30 mila ma chalornno loro aspri x del picco del primo pat[t]o fato, che lli nostri gli dettano per aspri 250 ’l picco . . . ... o) Maringhi ha una buona notizia da trasmettere ai Soderini: la Porta ha acquistato damaschi con oro per 70.000 aspri, corrispondenti a ca. 1.600 fiorini286: [6 agosto 1503] ... Di poi a l’utima, la Porta à preso per aspri 70 mila di domaschini chon oro . . . ... p) Le vendite alla Porta continuano e Maringhi scrive ai Soderini. La Corte ha comperato rasi e damaschi colorati287: [5 ottobre 1503] ... La Porta presse poi rasi e domaschi steti, cholorati, circha a 450 picchi per aspri 65 picco e alxì rasi rosi, dom[as]chi di grana prese per aspri 85 ’l picco: questo quanto à preso di poi la Porta. Per vostro aviso . . . ... q) Gli ultimi drappi arrivati da Firenze risultano ancora invenduti perché il prezzo richiesto è piuttosto alto. Maringhi spera tuttavia di concludere presto una vendita con la Porta, anche se la pestilenza crea non pochi problemi288: [23 ottobre 1503] ... Per anchora no s’è finito niente delle draperie nuove per volelle mettere di pregio più su che s’era dattovi, ma è speranza se ne farà uno cholpo di tutto cho lla Porta, che tuttavia s[i]amo dreto alla peste. Che Nostro Signore Idio . . . ... 285 Così il ms., ma si legga rasi. Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 270 r. 287 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 288 v. 288 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 288 v. 286 198 198 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) r) Alla fine del 1503 e inizio del 1504 Maringhi ha venduto cinque rasi e scrive ai Soderini. Il Serraglio delle donne ha acquistato un taglio di raso cremisi289: [5 gennaio 1504] ... A dì viii di dicenbre passato finimo picchi xi ½ di rasso di grana a poste chon andari per aspri 245 ’l picco a uno turcho alla detta di Luigi Ghera[r]di, sensale –, che di poi n’abiamo avuto el paghametto. Per aviso. A dì xxii di detto finimo picchi xiii di rasso chermisi stetto per aspri 120 ’l picco, per danari chontanti, sensale Antonio di Chiaveri. A dì 23 del passato finimo picchi xiii di raso chermisi stetto per aspri 1550 tutto, a Seraglio de le donne, per danari chontanti, mezano el detto. A di detto finimo picchi xi di detto raso per aspri 1290 tutto, a uno turcho di bisestano, per danari chontanti, sensalle Do[me]nicho Ghonella. A dì iii di questo s’è finito picchi x di detto raso chermisi per aspri 120 ’l picco, per danari chontanti. Per aviso. ... s) Ancora un elenco delle operazioni appena concluse. Rasi rossi e cremisi sono stati venduti a numerosi clienti, tra i quali un fiorentino (Agostino de’ Pilli), una donna del luogo e un turco. Anche questa volta Maringhi accenna al colore maggiormente richiesto: ben 2/3 dei drappi sono rossi. A questo punto lo spazio disponibile nel copialettere si è esaurito e la documentazione si interrompe. Sappiamo che Maringhi continuò a operare a Costantinopoli sino al 1507, anno della sua morte (Doc. 80). Nell’ultima lettera che Giovanni Maringhi indirizzò ai Soderini dunque si legge290: [26 febbraio 1504] ... Di poi abiamo finito pichi xii ¾ di rasso chermissi schietto per aspri 1500 per danari chontanti e alxì pichi uno ½ di detto raso per aspri 180, per danari chontanti. E alxì di poi s’è finito picchi x di detto raso chermisi per aspri 125 ’l picho, finito a uno turco di bistestano, per danari chontanti. E alxì di poi abiamo finito picchi291 di detto raso chermisi per aspri 1380 chadì di Pera. E inoltre di poi abiamo finito picchi xi ¼ di detto raso ad Aghostino de’ Pilli per aspri 120 ’l picco, per danari chontanti. E alxì questo dì abiamo taglato xiii ½, coè picchi x ½ a una donna e picchi 3 a uno turcho, di rasso roso a poste chon andari erera (sic) venduto l’uno per l’altro aspri 255 il picho in circha, ch’anchora no si sono aùti li danari; ànnosi avere fra dua gornni: farò d’averli . . . ... E se voi ne volete fare per chonto della bottegha iiii o vi veste292, arano buona fine e simile di velluti alexandrini, che di già altre volte mandaste, e iii o iiii veste nere ’l medesimo, che tutte arano 289 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 309 r. 290 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, cc. 311 v., 334 v. 291 Segue un numero in caratteri romani, ma una macchia di inchiostro rende la lettura incerta: xii o xiii. 292 Maringhi ha appena accennato ad alcune veste di velluto verde. 199 199 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI buono esito. E de’ veluti rossi di grana non dicho, che lle draperie di questo paese oggidì voglano esere 2/3 rossi, chosì velluti chome rassi e domaschi, chosì sanza oro chome chon oro. S[i]evi a mente. Rasi, domaschi stetti chontinovelmente se ne vorebe avere alla giornata. Alesandrini, veluti, neri e rossi se facessi ii o iii veste n’aremo: o limoni overo turchini arano bona fine, chosì di rasi chome domaschi, che bisogna dire d’ogni chosa bisognarciene assai mostra, che sempre per gornnata si va finendo, ch’è d’averne in qua asai: sento una chiesta grandisima di que’ drappi io vi disegno cholori. ... Doc. 63 L’attività che a Costantinopoli Giovanni Maringhi ha svolto in nome dei Soderini (Doc. 62) e di altri mercanti quali i Galilei e i Michelozzi è quella tipica del corrispondente, ma nel corso degli anni non sono mancate operazioni di altra natura. Abbiamo già segnalato la stravagante idea, sempre di Giovanni Maringhi, di spedire in patria nel 1502 un fardello di seta grezza con il quale far eseguire drappi da far rientrare in Levante per essere smerciati sul mercato ottomano (Doc. 61). Tra la fine del 1503 e l’inizio del 1504 Maringhi decise di ordinare a Firenze, al setificio dei Soderini, tre pezze di velluto verde-bruno di alta qualità. Maringhi pensava inizialmente di rientare a Firenze e di portare con sé i disegni dei drappi ma, avendo dovuto rinunciare al viaggio, inviò cinque disegni a Niccolò Michelozzi, con il quale era in continui rapporti. Maringhi desiderava disporre di questi velluti non per sé ma per una persona destinata a rimanere sconosciuta, alla quale evidentemente teneva molto, e fu proprio questo particolare che lo spinse a rivolgersi a una terza persona – Giuliano da Gagliano – la quale a Firenze avrebbe dovuto sorvegliare l’esecuzione e garantire così il risultato migliore. Per riassumere: Maringhi voleva far eseguire tre pezze di velluto e trasmise l’ordine al setificio dei Soderini; poi inviò i disegni a Niccolò Michelozzi e il 26 febbraio 1504 scrisse a Firenze a Giuliano da Gagliano per avere la sua collaborazione. Nella lettera che segue Maringhi chiede all’amico Giuliano di esaminare i disegni spediti a Niccolò Michelozzi e lo prega di seguire da vicino la lavorazione, la quale fra l’altro dovrebbe aver luogo con la massima celerità, dal momento che Maringhi vorrebbe ricevere i velluti entro cinque mesi293: [26 febbraio 1504] ... A ser Niccolò abiamo mandato 5 disegni di drappi ch’io volevo portare chon esso mecho e, per restare, si mandano chon ordine a ser Niccolò che ve li dia a voi in propria mano. . . ... A’ Soderini s’è chomesso iii veste di velluto verde bruno, che se n’è mandato ’l disegno per mano di ser Niccolò, le quali vi pregho faciate fare chon tutta bontà che dire si può e in su cholore né più chiaro né più schuro, che llo voglio di di qua per uno mio amicho e vorei che facessi, se posibile, per d’averli a mesi 5 a venire. Vedete sia servito bene e presto, sanza risparmio. ... 293 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Giuliano da Gagliano, in Firenze, cc. 330 v., 331 r. 200 200 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 64 Giovan Battista Gherardi, attivo ad Adrianopoli, è il corrispondente di molti mercanti fiorentini. Il 26 luglio 1502 Gherardi informa la compagnia di Agnolo de’ Bardi, a Firenze, che la nazione fiorentina ha appena venduto alla Porta broccati al prezzo di 300 aspri il picco, mentre per i rasi la vendita non è ancora conclusa294: [26 luglio 1502] ... E vi si darà aviso del bazarro fatto la nazione a la Porta de’ brochati per aspri 300 picho, che sono istati e 2/3 di Tomaso; di poi che gli ebono misurati e brochati fecono bazarro de’ rasi ma per anchora non gli avevono misurati. Istimo a questo hora gli abino misurati. Iddio sia quello che n’abi lasciato el meglio seghuire. Da Tomaso intenderete più pratrichularemente che da me perché sono in sul fatto e io lo intenderè da loro. Per aviso. ... Giovan Batista Gherardi In Andrinopoli Doc. 65 La compagnia di setaioli di Bernardo e Filippo Gondi, attiva a Firenze alla fine del sec. XV-inizio sec. XVI, ha lasciato un solo libro di debitori e creditori, segnato B (1497-1507), mentre tutta la contabilità dell’analisi è andata perduta. Quello stesso libro, che fra l’altro risulta incompleto (termina a c. 193 s.), documenta almeno otto spedizioni di sete a Costantinopoli, ma salvo casi eccezionali le registrazioni si limitano a ricordare più sorte di drappi. Noi tralasceremo questi investimenti e ci limiteremo a richiamarne soltanto due, che contengono precise descrizioni delle sete. Nel corso degli anni Bernardo e Filippo Gondi scelsero tre corrispondenti diversi: Antonio di Iacopo Miniati, Paolo Pasqui, e più volte i Fantoni. a) La prima spedizione è, almeno nelle fasi iniziali, ben documentata. Tra il 14 novembre 1500 e il 3 marzo 1502 cinque casse contenenti complessivamente br. 625 ¾ di velluti e br. 2315 ¼ tra rasi e damaschi lasciarono Firenze con destinazione il fondaco di Antonio Miniati a Pera. Alcune registrazioni, qui non pubblicate, ricordano le spese del trasporto terrestre Firenze-Ancona e il successivo tratto marittimo Ancona-Ragusa, coperto da assicurazione. Per ragioni sconosciute, l’operazione sembra bloccarsi: le vendite non figurano, il conto Drappi rimane aperto e non si conosce il risultato finale. Da questo conto riprendiamo le tre prime registrazioni, con i precisi riferimenti ai costi e ai tipi di sete295: Mdii d’oro in oro Drappi di nostro chonto mandati più fa in Levante in mano d’Antonio di Iacopo Miniati per finire per nostro chonto deon dare, 294 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Giovan Battista Gherardi, in Adrianopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 26 luglio 1502. 295 Archivio Bartolini, 62, Debitori e creditori di Bernardo e Filippo di Carlo Gondi e compagni, setaioli, c. 131 s. Alle cc. 92 e 102 i costi accessori sostenuti a Firenze (imballaggio, gabella, trasporto terrestre e assicurazione marittima Ancona-Ragusa). 201 201 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI a dì xvi di marzo, f. milleventitre s. x d’oro larghi in oro per valuta di f. 1461.17.4 di suggello per la monta di br. 213 ¾ di veluti di più sorte e br. 1035 di rasi e domaschi di più sorte mandati in Pera al detto Antonio sino a dì xiiii di novembre 1500 in ii chasse, chome appare per leghaggio fatto, copiato al Giornale B, c. 207, e quali drappi ragioniamo per nostro conto detta monta, posto drappi, avere, in questo, c. 130 br. 1248.15. – E, a dì detto, f. millecinquantaquattro s. x d’oro larghi in oro per valuta di f. 1505.14.8 di suggello per la monta di br. 190 di veluti di più sorte e br. 1166 ½ di rasi e domaschi di più sorte mandati in Pera sino a dì iiii d’ottobre 1501 al detto Antonio, in ii chasse, come appare per i legaggio fatto, copiato al Giornale B, c. 213, e quali drappi ragioniamo come di sopra detta monta, posto drappi, in questo, c. 130 br. 1356. 6. 8 E, a dì detto, f. quattrocientoventi uno s. x d’oro larghi in oro per valuta di f. 602 di suggello e per la monta di br. 222 di veluti di più colori e br. 113 ¾ di rasi e domaschi di più sorte mandati in Pera a detto Antonio sino a dì 3 di marzo 1501 in una chassa, chome appare per i legaggio fatto, copiato al Giornale B, c. 214, e quali ragioniamo detta monta, posto c. 130 br. 335.15. – ... f. 1023.10. 0 f. 1054.10. – f. 421.10. – b) I successivi corrispondenti a Pera furono Paolo Pasqui e più volte i Fantoni, vale a dire Fantone di Bernardo Fantoni e Bernardo di Giovanfrancesco Fantoni, spesso definiti compagni. Come anticipato, la contabilità dell’analisi è andata perduta e tanti particolari ci sfuggono. Nel maggio 1509 e poi nel giugno dell’anno successivo i Gondi saldarono i conti con i Fantoni e nel complesso il risultato fu positivo296. Nel corso delle vendite si verificò un equivoco interessante, che attesta forniture di rasi, velluti e damaschi d’oro proprio alla Porta. In due diverse occasioni, ante febbraio 1507 e ante marzo 1507 (o 1508?) i Fantoni avevano venduto drappi d’oro alla Porta ma subito dopo era sorto un disguido a proposito dell’unità di misura adottata: il picco grande e il picco piccolo. In considerazione di questa svista, i Fantoni furono costretti a restituire (rifare) due modeste somme di denaro alla Porta e ne dettero subito avviso ai Gondi, i quali compilarono le seguenti registrazioni297: Mdv d’oro in oro Fantone di Bernardo Fantoni e conpagni di Pera deono avere, . . . ... E, a dì detto [23 luglio 1507], aspri 550, che tanti ci scrisse per sua de dì 20 di febraio avere avuto a rifare la Porta della vendita fecie de’ rasi con oro per la misura dal piccho grande al piccolo, posto c. 171 ... 296 aspri 550 f. 10. 3.10 Tutti i risultati, positivi e negativi, figurano nel conto Avanzi: Archivio Bartolini, 62, Debitori e creditori di Bernardo e Filippo di Carlo Gondi e compagni, setaioli, c. 188 s. e d. 297 Archivio Bartolini, 62, Debitori e creditori di Bernardo e Filippo di Carlo Gondi e compagni, setaioli, c. 171 s. e d. 202 202 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, a dì detto [14 gennaio 1509]298, aspri 871 faciano loro buoni per tanti ci disono avere pagato sino di marzo 1507299 a Lionardo de’ Nobili, che aspri 678 sono per istorno di pichi 29 3/20 di velluto altebasso d’oro e aspri 193 per storno di picchi 25 ½ di domasco rosso d’oro finiti alla Porta, che s’ebono di poi a dare al piccho grande e per esersi misurati al piccho piccolo ci toccha a rifare detti aspri 871, al Giornale, c. 341, posto una mandata, c. 172 ... aspri 871 f. 16. 2. 7 Doc. 66 La nota Tariffa di Bartolomeo di Pasi, pubblicata a Venezia nel 1503, menziona le merci che Firenze scambia con Alessandria e Damasco300: ... Fiorenza con Alixandria ... Da Fiorenza se traze per Alixandria in prima panni fini de lana de ogni color, zoè biavi, scarlati et verdi e panni de seda, veludi, damaschini e panni d’oro, panni d’arzento ristagno et alchune merze le quale se fano in dita Fiorenza. De Alixandria se traze per Fiorenza specie grosse301 . . . Damascho con Fiorenza ... Da Fiorenza se traxe per Damascho panni fini da Santo Martino, panni de seda, zoè veludi pavonazi verdi e damaschini verdi pavonazi et cremesini, panni d’oro, panni d’arzento, oro filado et alchune altre merze. De Damascho se traze per Fiorenza molte sorte de specie grosse302 . . . ... Doc. 67 Completate le spedizioni di fine sec. XV-inizio XVI (Doc. 52-54), la compagnia di Antonio Serristori, battilori, continua a esportare tessuti di seta a Costantinopoli. Proprio Antonio nel 1501 aveva mandato il nipote Simone Zati a Napoli con lo scopo di curare le vendite sul mercato partenopeo. Nel 1503 Simone Zati è a Costantinopoli, 298 La data è indicata con maggior chiarezza nella contropartita, a c. 172 s. Qui, come nella contropartita, manca l’indicazione del giorno che, trattandosi del mese di marzo, potrebbe rimandare al 1508. 300 Bartolomeo di Pasi, Tariffa de pexi e mesure, Venezia 1503, pagina non numerata. Il testo conobbe una grande diffusione e fu nuovamente edito nel 1521, 1540 e 1557. I brani qui pubblicati non hanno subito cambiamenti. 301 Segue un elenco di spezie. 302 Segue un elenco di spezie. 299 203 203 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI dove il giovane sembra agire con una certa indipendenza; tuttavia i conti non sono chiusi e molti dati rimangono in sospeso. Il documento che segue elenca i drappi che nel corso degli anni 1503-1505 i Serristori hanno comperato a Firenze e inviato allo Zati. Alcune registrazioni non descrivono le sete e sono state omesse, ma il totale finale del conto (f. 1413.6.6) include tutti i drappi acquistati303: Mdii [=1503] Drappi chonperati per chonto di Simone Zati di Napoli dehono dare, addì xiii di marzo, f. dugientotrentotto s. ii d. x larghi di grossi, sono per chosto di 5 pezze di raxi chonperati da Tonmaxo e Giovan Batista Soderini e chonpagni per tenpo de l’anno paghati di poi hogni mexe el 1/6, chom’apare a Ricordanze, c. 16, posto avere, in questo, c. 106 E, addì 30 di marzo 1503, f. novanta s. xv d. iii larghi di grossi, sono per chosto di 3 tagli di raxi chonperati per ditto tenpo da Tonmaxo e Giovan Batista Soderini e compagni, chom’apare a Ricordanze, c. 18, posto avere, in questo, c. 106 E, addì 29 d’aprile, f. trentadua s. xvi d. v larghi di grossi, sono per la monta di br. 34 ½ di raxo giallo per f. 1 s. 3 di sugello braccio chonperato per detto tenpo da Tonmaxo e Giovan Batista Soderini e compagni, posto avere, in questo, c. 106 E, addì iiii di luglo, f. sessantasette s. 1 d. viii larghi di grossi, sono per la monta di br. 70 di raxo tanè chonperato da Tonmaxo e Giovan Batista Soderini, chom’apare a Ricordanze, c. 30, posto avere, in questo, c. 106 E, addì vi detto, f. trentanove s. xi d. xi larghi di grossi per 2 tagli di raxi gialli di br. 45 ¼ in tutto per f. 1 s. 1 di sugello braccio, chonperati da nnoi medesimi, chom’apare a Ricordanze, c. 30, per tenpo de l’anno, paghati di poi hogni mexe el 1/6, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 78 E, addì 11 d’ottobre, f. xiii s. xv larghi di grossi, sono per valuta di br. 13 ¾ di raxo nero sp. chonperato per lui da noi medesimi per f. 1 s. iiii di sugello braccio, per tenpo de l’anno, paghato di poi hogni mexe el 1/6, posto drappi di nostro chonto, avere, in questo, c. 134 E, addì primo di marzo, f. xxviii s. x larghi di grossi per br. 28 ½ di raxo paghonazzo chonperato da noi medesimi per tenpo di mexi xvi prossimi, el quale raxo s’è aùto da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni, posto avere, in questo, c. 87 E, addì xxvi detto 1504, f. quarantadua larghi di grossi per valuta di br. 42 raxo alexandrino chonperato da noi medesimi per el tenpo de di sopra e aùto da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni, posto avere, in questo, c. 87 E, addì detto, f. quarantatre s. xv d. x larghi di grossi per valuta di br. 43 19/24 di raxo tanè chonperato da noi medesimi pel tenpo de di sopra, chom’apare a Ricordanze, c. 72, posto drappi di nostro chonto, avere, in questo, c. 134 E, addì vi d’aprile, f. xv larghi di grossi per br. 15 di domasco paghonazzo di grana vendutoli per tenpo achostumato a f. 1 di grossi braccio e aùto da Iachopo Salviati e chompagni 303 f. 238 s. 2 d. 10 f. 90 s. 15 d. 3 f. 32 s. 16 d. 5 f. 67 s. 1 d. 8 f. 39 s. 11 d. 11 f. 13 s. 15 d. – f. 28 s. 10 d. – f. 42 s. – d. – f. 43 s. 15 d. 10 f. 15 s. – d. – ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 106 s e d. 204 204 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, addì xxx di maggio, f. ottantadua s. xv larghi di grossi sono per la monta di br. 82 ¾ di domasco tanè chonperato per lui da noi medesimi per tenpo di mexi 16 proximi pagati el dì del tempo, e quali drappi s’ebbono da Aghostino di Francesco Dini, chom’apare a Ricordanze, c. 80, posto avere, in questo, c. 173304 E, addì xvii di settenbre, f. trecientouno s. v d. iiii larghi di grossi per valuta di br. 83 ¼ di raxi e domaschi chonperati da noi medesimi per f. 1 d. 6 larghi di grossi braccio per tenpo de l’anno, paghati di poi ogni mexe el 1/6, posto drappi di nostro conto, avere, c. 134 E, addì detto, f. tredici s. xvi d. viiii larghi di grossi per valuta di br. 13 2/3 di domasco tanè chonperato da noi medesimi per f. 1 d. 6 larghi di grossi braccio per tenpo de l’anno paghati di poi ogni mexe el 1/6, el quale drapo s’ebe da Aghostino Dini e chonpagni, posti avere, in questo, c. 173 ... E, addì detto [4 novembre], f. xxviiii s. xiiii d. vi larghi di grossi per br. 29 di raxo nero tolto da noi medesimi per tempo di mexi 16, posto drappi di nostro conto avere, c. 144 ... f. 82 s. 15 d. – f. 301 s. 5 d. 4 f. 13 s. 16 d. 9 f. 29 s. 14 d. 6 -------------------1413. 6. 6 Doc. 68 I Serristori hanno spedito a Costantinopoli, ai corrispondenti abituali Tommaso di Aiolfo e Luigi Gherardi, una ingente partita di velluti in due peli. I tessuti appartengono per 1/3 ai Serristori, per 1/3 alla compagnia di Federigo Strozzi e per 1/3 agli Eredi di Francesco Gherardi. Il contabile dei Serristori ha compilato numerose registrazioni, in parte dovute al trasferimento dei conti dal mastro D al mastro E, ma in questa sede ci limitiamo a quelle essenziali, contenenti una precisa descrizione delle sete e le due ripartizioni degli utili. a) Il ricordo dei velluti spediti e della quota spettante ai Serristori. La terza registrazione evidenzia, dopo più di due anni, la prima ripartizione dell’utile conseguito305: Mdiii Drappi mandati in Levante per nostro conto a Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi dehono dare, addì iii di giugno, f. trecientosessantanove s. xviiii d. iii larghi di grossi sono per la nostra 1/3 parte di br. 532 7/10 di velluti di grana in ii peli, mandati più fa per a chomune per non divixi Federigho Strozzi e chonpagni e redi di Francesco Gherardi e noi per 1/3, chonperati da più persone, chome cie n’ànno dato conto detti Strozzi, chopiato a Ricordanze, c. 26, de’ quali n’abiamo a fare buoni a Girolamo Horlandini f. 62.10. –, posto avere, in questo, c. 32, e f. 78.2.7 a Niccholò Machiavegli e chonpagni, posti avere, in questo, c. 114, e f. 57.6.11 a Federigho Strozzi e chonpagni, avere, in questo, c. 115, e f. 171.19.9 a redi di Francesco Gherardi, posto avere, in questo, c. 100 f. 369 s. 19 d. 3 304 Le contropartite di queste registrazioni generalmente non aggiungono nulla di nuovo. Un’eccezione si verifica proprio per questo drappo, che nel conto intestato alla compagnia Dini è descritto come un domasco tanè a pine, cioè a pigne (ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 173 d.) 305 ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 115 s. 205 205 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI E, addì xxv d’aghosto, f. xi s. viiii d. ii larghi di grossi sono per la nostra 1/3 parte di f. 34.7.9 larghi di grossi fatti di spexa a detti drappi, posto detta spexa avere, in questo, c. 126 f. 11 s. 9 d. 2 E, addì primo di settembre 1505, f. cientosessanta larghi di grossi, che tanti ragioniamo d’avanzo a questo chonto, posto Avanzi d’avere a Libro segnato –, c. 20 f. 160 s. – d. – -------------------f. 541. 8. 5 b) I Serristori compilano una serie di operazioni contabili sulle quali non è il caso di indugiare; prendono atto dell’ammontare loro spettante delle vendite (f. 607) e registrano un utile finale di f. 65.11.7306: Drappi mandati in Levante per nostro chonto a Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi deono dare . . . ... E, addì primo di settenbre [1506], f. sessantacinque s. xi d. vii larghi di grossi troviamo d’utile in questo chonto, posto Avanzi avere a Libro verde segnato –, c. 22 f. 65 s. 11 d. 7 Doc. 69 I Serristori e il loro corrispondente a Costantinopoli, Simone Zati, hanno costituito nell’estate del 1503 un’associazione per la vendita di drappi in Levante, nella quale ognuno partecipa per il 50%. a) Le sete spedite nel 1503 e nel primo semestre del 1504307: Mdiii Drappi chonperati per chonto di Simone Zati e noi per ½ dehono dare, addì xi d’ottobre, [f.] quatrocientotrentatre s. vi d. viii larghi di grossi, sono per la monta di br. 208 di velluto di grana per f. 2 s. 10 di sugello braccio, chonperati da Iachopo di Giuliano Salviati, chom’apare a Richordanze, c. 43, posto avere, in questo, c. 87 E, addì xi d’ottobre, f. xxxii s. xi d. 1 larghi di grossi sono per la monta di br. 15 5/8 di zetani vellutato di grana per f. 2 s. 10 di sugello braccio chonperato da noi medesimi, chom’apare a Ricordanze, 44, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 134 E, addì xxi detto, f. cientohottantadua larghi di grossi sono per la monta di br. 45 ½ di brocchati di grana chonperati da nnoi medesimi per f. 4 larghi di grossi braccio, tenpo di mexi 18 prossimi paghati el dì del tenpo, chom’apare a Ricordanze, c. 45, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 134 E, addì x di giennaio, f. trentasei s. viiii d. ii larghi di grossi sono per la monta di br. 17 ½ di zetani vellutato di grana, chonperato per questo conto per tenpo di mexi 16 pagati el dì del tenpo, chom’apare a Ricordanze, c. 57, da noi medesimi, posto drappi di nostro conto avere, c. 134 306 307 f. 433 s. 6 d. 8 f. 32 s. 11 d. 1 f. 182 s. – d. – f. 36 s. 9 d. 2 ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 37 s. ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 141 s. 206 206 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, addì xviiii detto, s. xviiii d. viii larghi di grossi sono per le spese fatte alle br. 17 ½ del zetani di sopra, sino a uscito di Firenze, posto spexe di merchantie avere, in questo, c. 88 f. – s. 19 d. 8 E, addì xxxi di maggio 1504, f. secientocinquantaquatro s. x larghi di grossi sono per la monta di più drappi d’oro chonperati per ditto chonto da noi medesimi, per tenpo di mexi xviii prossimi, paghati el dì del tenpo, chome apare a Ricordanze, c. 81, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 134 f. 654 s. 10 d. – E, addì x di luglo, f. cinquecienttonovantasette s. ii d. i larghi di grossi, sono per la monta di più drappi chonperati per ditto conto da noi medesimi, chom’apare a Ricordanze, c. 89, posto drappi di nostro conto avere, in questo, c. 134 f. 597 s. 2 d. 1 -------------------1936. 18. 8 b) Le sete spedite nel secondo semestre del 1504308: Mdiiii Drappi chonperati per chonto a chomune per ½ Simone Zati di Pera e noi deono dare, addì xvii di settenbre, f. quarantatre s. x larghi di grossi, sono per la monta di br. 14 ½ di raxo di grana d’oro per f. 3 larghi di grossi braccio, chonperato da noi medesimi per tenpo di mexi 18 proximi, paghati el dì del tenpo tutti in uno paghamento, chom’apare a Ricordanze, c. 103, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 134 f. 43 s. 10 d. – E, addì iiii di novenbre, f. cinquecientonovantasei s. xviii d. viii larghi di grossi sono per la monta di più drappi chonperati per questo chonto da noi medesimi per tenpo di mexi 18 prossimi, chome apare a Ricordanze, c. 119, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 205 f. 596 s. 18 d. 4 -------------------640. 8. 4 Doc. 70 Da Firenze Francesco de’ Medici informa Cresci Donati e Guido de’ Medici a Costantinopoli di aver inviato una cassetta di velluti cremisi in due peli. Nella stessa cassetta sono stati imballati anche due velluti altobassi, proprietà personale di Raffaello de’ Medici309: Copia di una lettera mandata in Pera a Cresci Donati e Guido de’ Medici Addì v di luglio [1503] ... E inoltre per conto della bottegha vi si manda una chassetta di veluti chermisi in ii peli, che sono di conto di uno bazaro di riobarbero, chome per altra vi si dirà, che da Francesco ne siate a piene 308 ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 198 s. Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 543, 1, Libro di Francesco, Giovenco e Giovanni di Giuliano de’ Medici, di Alfieri di Francesco Strinati e Niccolò di Simone Strinati, cc. 218, 219. 309 207 207 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI avisato e avetene a tenere chonto in disparte per conto di detta incetta. E più v’è drento ii tagli di veluto altebasso di conto di Raffaello de’ Medici propr[i]o e a suo ordine n’avete a seguire. Francesco de’ Medici e altri in Firenze Doc. 71 Alessandro Gondi e Bernardo Segni decidono nel 1503 di inviare a Niccolò Carsidoni, loro corrispondente a Costantinopoli, drappi per complessivi fiorini 1.475 d’oro. a) Alessandro Gondi riporta in un suo libro contabile i termini dell’accordo. I costi e i profitti saranno ripartiti a metà tra i due partecipanti310: Mdiii Ricordo come questo dì primo di settembre 1503 noi siamo rimasti d’achordo, Bernardo di Stefano Segni e noi, di fare una inccietta di drapi d’oro e di seta e di seta (sic) stietta per Levante e dirizzarlli a Niccolò Charsidoni e ogg[n]i utile e danno, di che Iddio ghuardi, ciaschun participi s. x per lira e che e vadino sotto el mio nome e chossì si misse ad efetto, chome apresso . . . b) I due soci – Gondi e Segni – acquistano il lotto più consistente di sete presso la compagnia di setaioli di Piero Guicciardini311: Mdiii Da Piero di Iacopo Ghuicciardini e compagni, settaioli, addì xi di settembre 1503, questi drappi che apresso diremo per e preggi che di sotto si dirà, d’achordo cho Iacopo suo figliuolo, per temppo di messi xv, per paghare di poi ongni mese el 1/6, ½ nnoi medessimi, e notta che se passato 6 messi e a noi venissi bene el darne loro seta stravai per il temppo che manchassi sono ubrighati al piglialla, come a tutto fu presente Bernardo Segni e d’achordo chol detto Iacopo suo figliuolo. f. larghi di grossi Veluti in 2 pelli br. 14 di veluto di grana in 2 pelli per f. ii ¼ di sugello braccio, monta br. 17 di veluto verde in 2 pelli br. 32 ¼ di veluto tanè in 2 pelli In tutto br. 49 ¼ di velluti cholorati in 2 pelli per f. 2 s. 3 di suggello braccio f. 26 s. 5. – f. 88 s. 4. 10 Domaschini e rassi di grana br. 57 1/6 di domaschino di grana br. 59 ½ di raso di grana br. 56 ¼ di raso di grana In tutto br. 172 7/8 di rassi e domaschini di grana per f. 1 s. iii larghi di grossi il braccio, monta 310 311 ASF, Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi, c. 233 r. ASF, Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi, c. 232 v. 208 208 f. 198 s. 16. – TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Rassi e domaschini cholorati tutti a un preggio br. 54 1/3 di domaschino pagonazzo di grana br. 57 1/3 di domaschino verde br. 75 1/4 di domaschino giallo br. 55 3/4 di domaschino tanè br. 44 di domaschino tanè br. 40 di domaschino tanè br. 24 3/4 di domaschino pagonazzo di grana br. 46 5/6 di raso pagonazzo di grana br. 52 ¾ di raso tanè br. 44 ¼ di raso tanè br. 59 2/3 di raso alesandrino br. 50 di raso verde br. 60 ¼ di raso giallo Sono in tutto pezze xiii fra rasi e domaschini che tirono in tutto br. br. (sic) 665 2/3, cioè br. 665 2/3 per f. uno largo di grossi el braccio, monta f. 665 s. 13 d. 4 larghi di grossi, monta Somma in tutto il prezzo de’ ssopra detti drappi f. novecientosettantaotto s. 19 d. 2 larghi di grossi, cioè f. 978.19.2 larghi di grossi, di che se n’abatte f. 5 s. 6 larghi di grossi per lla ritenzzione di d. 6 per fiorino di suggello, restano netti a paghamento f. 973 s. 13 d. 2 larghi di grossi, che ssono a fiorini larghi d’oro in oro a 19 per cento f. 818 s. 4 d’oro in oro larghi, netti, e di tanto sono fatti creditori in questo, c. 128 Posto in questo, c. 128, e drappi c. 123 f. 665 s. 13. 4 ----------------f. 978. 19. 2 f. 818 s. 4. – f. 973. 13. 2 larghi di grossi c) Alessandro Gondi fornisce l’altra parte delle sete312: [1503] Allexandro d’Antonio Ghondi, proprio, per uno chonto in Levante a chomun cho Bernardo di Stefano Segni per ½, addì xi di settembre 1503, questi drappi ch’apresso diremo, e qualli ebbono questo dì da nnoi per il temppo di messi xv a paghar di poi a 1/6 e sianne creditori a loro Libro di debitori e creditori e giornale segn. A, c. –, secondo, noi medesimi: larghi di grossi br. 27 ¾ di rasso rosso di grana chon andari d’oro filato br. 34 di rasso simille chon grilande d’oro simille br. 31 di rasso tanè simile br. 29 di rasso nero simille br. 29 2/3 di rasso alesandrino simille In tutto br. 151 2/5 di rassi cholorati d’oro per f. 3 ¼ larghi di grossi il braccio, monta f. 492. 1. – 312 ASF, Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi, c. 232 r. 209 209 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI br. 49 ½ di veluto di grana in 2 pelli per f. 2 ¼ di suggello braccio, monta br. 36 di domaschino di grana br. 52 7/8 di rasso di grana In tutto br. 88 7/8 di rassi e domaschini di grana per f. 1 s. 3 larghi grossi il braccio, monta br. 54 di domaschino alesandrino br. 45 di domaschino tanè In tutto br. 99 di domaschini cholorati per f. 1 largo braccio Somma in tutto e sopra detti drappi a preggi che di sopra si discie f. settecento ottanssei s. 1 d. 4 di grossi, cioè f. 786.1.4 larghi di grossi, di che s’abatte d. 6 di piccioli per fiorino di grossi, che sono lb. 23 s. 11 piccioli, che si fano f. 782.1.4 larghi di grossi, che a ridurlli a fiorini larghi d’oro in oro sono f. 657 s. 3 d. 4 d’oro in oro larghi netti e tanti montano detti drappi per a quello temppo, posto in questo E deono dare, per più drappi chonperati da Piero di Iacopo Ghuicciardini e compagni, settaioli, come apaiono notanto partita per partita, nella faccia di llà, c. 233 f. 92. 16. 3 f. 102. 4. 1 f. 99. –. – ----------------f. 786. 1. 4 f. 657. 3. 4 f. 818. 4. – ----------------f. 1475. 7. 4 d) Completati gli acquisti, Alessandro Gondi redige l’elenco di tutte le sete destinate a Costantinopoli. Il documento presenta un particolare interesse in quanto alcune pezze sono oggetto di una nuova e diversa descrizione: alcune di quelle acquistate a Firenze vengono ora definite alla veneziana313: Mdiii Qui apresso sarà choppia d’una iscriptta di Bernardo Segni . . . Iesus, addì xxiiii di settembre 1503 Sia notto e manifesto a cchi vedrà la presente iscriptta come Bernardo di Stefano Segni e Alesandro d’Antonio Ghondi proprio ànno fatto una inccietta di drappi di setta e d’oro attenenti a ciaschun per ½ e insino addì xii del presente sotto nome e hordine d’Alesandro sopra detto si sono mandati inn A[n]chona a Bartolomeo di ser Tommaso in 2 chasse segnate dell’avanti segno e n. 1, 2 e chon ordine di mandarlli in Pera a Niccolò Charsidony sotto el detto nome e ordine d’Alesandro Ghondi, per finirlli a danari contanti o ttemppo e ritratto incciettare in setta stravai e mandarlla per via di Rauggia . . . ... E qualli drappi sono questi, cioè: br. 151 2/5 di rassi di più cholori chon andari d’oro per f. 3 ¼ largo il braccio e br. 63 ½ di velluti di grana in 2 pelli per f. 2 ¼ di suggello braccio e br. 49 ¼ di veluti cholorati in 2 pelli per f. 2. 3. – di suggello braccio e br. 261 ¾ di rassi e domaschini alla viniziana di grana per f. 1. 3 largo el braccio e 313 ASF, Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi, c. 233 v. 210 210 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 756 2/3 di rassi e domaschini cholorati alla viniziana per f. 1 largo el braccio che, trattone la ritenzzione di d. 6 per fiorino di suggello, montano in tutto f. millequattrocentosettantacinque s. vii d. iiii d’oro in oro e sono in 29 tagli, della qual monta el detto Bernardo debba paghare la ½ ne’ modi sopra detti e più debbe paghare la ½ delle spese fatte el detto Alesandro a’ detti drappi ... Doc. 72 Alla morte di Iacopo Pandolfini il figlio Pandolfo eredita numerosi oggetti di arredamento, tra i quali anche due guanciali ricoperti con un tessuto definito domaschino di Levante, di sicura provenienza orientale314: Mdiiii Qui apresso si farà nota di tutte le sustanzie mobile e inmobile, le quali mi sono tocche per conto della eredità di Iacopo, mio padre . . . ... una corazza dua usciali a figure ii guancali di domaschino di Levante una spalliera 5 corazze e una mesciroba e uno bacino Doc. 73 Federico Strozzi esporta ogni tanto panni di lana e drappi di seta in Levante. Nel 1504 una cassa contenente tre pezze di seta ha già lasciato Firenze ed è arrivata ad Ancona, dove si è verificato un inconveniente spiacevole: la cassa è menzionata nei registri della dogana ma al momento risulta introvabile. A Firenze Federico Strozzi consegna a Tommaso d’Aiolfo, in procinto di partire per il Levante, un ricordo, nel quale riassume l’increscioso episodio, impartisce alcune istruzioni e infine precisa il contenuto della cassa. Della fonte presentiamo una trascrizione parziale315: Mdiiii Addì 9 di novembre Copia d’um richordo dato a Tomaso d’Aiolfo Ricordo a voi, Tomaso d’Aiolfo, im questa vostra andata di Levamte, che Dio vi conducha e rimeni a salvamemto e prima: Io mamdai in Amcona a Bartolomeo di ser Tomaso, fino addì iiii di gugnio, per Nicholò di Scharino, vetturale, una chassetta segnata davamti e di N. uno, in che era 3 pezze di drappi di grana, coè dua domaschi e uno raso, richi, alla viniziana, che furono quelli vi mostrai im botega di Mainardo Chavalchamti o vogliamo dire de’ Nerlli e detto Nicholò di Scharino disse avella 314 315 Firenze, AOI, 12910, Debitori e creditori di Pandolfo Pandolfini, cc. 129 v., 131 v. ASF, Carte Strozziane, Seria Quinta, 78, Ricordanze di Federico di Lorenzo Strozzi, cc. 7 v., 8 r. 211 211 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI mamdata in Amchona per uno suo garzone il quale non comsegniò né lla lettera né lla chassetta a detto di ser Tomaso in modo che detta chassetta non si rimviene. E domandato detto Nicholò che n’à fatto, mi dice che la si comdusse in Amchona e messesi im dogana e che a’ detti libri di dogana se ne truova richordo e che l’à tratta di dogana Nicholò Lippi. Ora quello vorei da voi è questo: che quamdo sarete in Amchona, dove si troverà detto Nicholò di Scharino e il vetturale suo che la portò, voi ne fussi imsieme tutti con Bartolomeo di ser Tomaso e vedessi se detta chassetta si può rimvenire . . . E perché meglio sappiate il tiragio de’ drappi che sono in detta chassetta ve ne darò nota qui da piè: Una pezza di raso rosso di grana di br. 39 Una pezza di domasco rosso di grana alla viniziana, br. 48 1/3 Uno taglio di domasco simile, br. 14 ½ Pregovi, Tomaso, che avamti partiate d’Amchona vediate di tochar fomdo di questa chosa e darmi aviso di tutto, che piacer me ne farete. E quamdo detta chassetta si trovassi in Amchona, il che non chredo, faretevela consegniare e la condurete im Pera e per me la comsegnierete a Bernardo di Giovan Francesco Famtoni, dal quale vi varete delle spese. Rachomandovi questa chosa tamto quamto posso. ... Doc. 74 Nei primi anni del 1505 Alessandro Sacchetti è il corrispondente abituale a Costantinopoli di molti mercanti fiorentini, tra i quali la compagnia di Agnolo de’ Bardi. a) Il 24 e il 25 febbraio Sacchetti ha assistito alla vendita di un’enorme partita di sete: la Porta ha infatti comperato 970 picchi di broccati per aspri 300 il picco e ben 2000 picchi di rasi d’oro per aspri 230 il picco. Si prevede inoltre che la Porta acquisti presto una notevole quantità di velluti rossi per aspri 160 il picco. Sacchetti trasmette tutte queste notizie alla compagnia di Agnolo de’ Bardi in Firenze e la invita a spedire drappi a Costantinopoli316: [27 febbraio 1505] ... A dì 24 e 25 detto ci s’è fatto bazarro alla Portta di pichi 970 di brochati per aspri 300 il picco e pichi 2000 di rassi chon oro per aspri 230 il picco, ch’è sutto un belisimo bazarro e stimasi quest’altra Portta si finirà di molti veluti rossi per aspri 160 il picco che è un prezzo se ne ferà preg[i]o. E per al presente qui no c’è rimass[t]o brochati né rassi chon oro; quando vi vengha bene el mandarne, ve nne servireno benisimo del dar loro fine e alsì de’ drappi ischietti d’ogni cholor, ch’aranno senpre condizione . . . ... 316 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 27 febbraio 1505. Le carte della filza non sono numerate; per molte lettere di Sacchetti esiste anche una copia, con minime varianti. 212 212 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) La prevista vendita di velluti rossi si è avverata: la Porta ha acquistato 1.500 picchi ad aspri 160 il picco. Alessandro Sacchetti ne dà avviso alla compagnia Bardi e accenna ad una imminente vendita di velluti altobassi con oro e di rasi e damaschi con oro317: [5 maggio 1505] ... Èssi finiti per de’ nostri a la Porta pichi 1500 di velluti rossi per aspri 160 picco e stimo finiranno veluti alto bassi chon oro e chi ci avessi de’ rasi e domaschi chon oro se ne finirebbe a buon pregi, e chosì drapi schietti. ... c) Anche questa volta la previsione di Alessandro Sacchetti si è avverata. In giugno la Porta ha acquistato da mercanti fiorentini velluti altobassi con oro al prezzo, altissimo, di aspri 500 il picco, e altri, del tipo a broncone, per 370 aspri il picco. Sacchetti conclude invitando la compagnia Bardi a inviare sete a Costantinopoli, essendo il momento favorevole318: [23 giugno 1505] ... Èsi finitto per de’ nostri alla Portta velutti altebassi chon oro per aspri 500 il picco e aspri 370 quelli a bronchone, ch’è sutta una belisima vendita ed àne pressi quanti ce n’è. Per aviso. E per al presente qui no si ritruova drappi di sorte alcuna, che chi ce ne avessi se ne finirebe asai, che c’ànno chondizione. ... Doc. 75 A Costantinopoli Simone Zati vende abitualmente drappi fiorentini alla clientela ottomana. In via eccezionale, nel novembre 1504 Simone acquista un damasco di Bursia per Maddalena, moglie di Antonio Serristori, e lo spedisce a Firenze319: [1505] Simone di Bartolo Zati di Levante, per nostro conto de’ avere . . . ... E, addì iiii di giugno 1505, aspri 160 ci scrisse per sua d’avviso de dì 20 di novenbre passato averci fatti debitori in questo chonto per chosto di una pezza di domasco di Bursia mandata più fa per Batista Gherardi a monna Madalena, donna del nostro magiore Antonio, posto dare al Quaderno di chassa, c. 310, a Entrata, c. 39, posto chonto di chassa dare, in questo, 247 aspri 160 f. 3 s. 11 d. 5 ... 317 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 5 maggio 1505. 318 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 23 giugno 1505. 319 ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 164 d. 213 213 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 76 Una lettera e alcune registrazioni del 1505 consentono di ricostruire, almeno in parte, un’operazione alla quale parteciparono numerosi mercanti, quasi tutti della famiglia Medici. a) Francesco de’ Medici, lanaiolo a Firenze, scrive a Giovanni Maringhi, in Costantinopoli, per avvisarlo dell’imminente arrivo del nipote Guido, già attivo nella capitale ottomana, che porta con sé panni di lana e drappi appartenenti a vari operatori, allo scopo di venderli sul mercato locale320: [4 dicembre 1505] ... E viene di chostà Guido, mio nipote, chon certi panni d’Alfieri Strinati e certa somma di rasi e domaschini di chonto di lui, Giovani e Rafaello, che per lo interesso ànno chon esso è suto forza gle n’abino achomandati, e chosì certi rasi chon oro e domaschi che attenghono a Giovanni e noi e nostri della tinta, sotto mio nome, chon chomesione che, non finendoli lui avanti sua partita, gli chonsegni a voi, che si disegna debbi eserre di ritorno presto. E chonsegnandoveli, gli piglierete e li finirete per noi chome gli doveva finire lui . . . ... b) Un libro contabile appartenuto a Giovanni di Giuliano de’ Medici e ai due nipoti Raffaello di Francesco e Guido di Antonio menziona i drappi che i tre mercanti di casa Medici avevano in precedenza comperato sul mercato fiorentino e registrato nei loro libri contabili il 3 dicembre (il giorno prima della stesura della lettera). I tre soci hanno acquistato complessivamente undici drappi da due diverse compagnie di setaioli. La prima è quella, ben nota, di Jacopo Salviati321: Mdv Iachopo di Giovanni Salviati e chompagni, setaiuoli, deono avere, addì iii di dicembre 1505, per questi drapi qui a piè da loro chomperati per tenpo di mesi xiiii e di poi ogni 1/6 per fiorino chome di sotto si vedrà e volendo noi dare loro seta stravai o legi al ditto tempo di mesi 14 sono obrighati a pigliarlla per quello fussi fatto per 2 amici chomuni, sensale Antonio Soldi, posto drapi di nostra ragione dare, in questo, a c. 4: xxx br. di raso di grana per f. uno largo d’oro in oro braccio, monta xxviiii i/iii br. di raso tanè per f. uno s. ii largo di grossi, monta xiiii br. di domascho biancho per f. uno s. ii largo di grossi braccio, monta xv br. di raso biancho per f. uno s. ii largo di grossi braccio, monta xiiii br. di domascho paghonazo per f. uno s. ii largo di grossi braccio, monta 320 f. 35. 14. – f. 32. 5. 4 f. 15. 8. – f. 16. 10. – f. 15. 8. – ----------------f. 115. 5. 4 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 538, Copialettere, c. 64 r. Guido, menzionato nella lettera, è figlio di Antonio de’ Medici; Giovanni e Raffaello sono rispettivamente fratello e figlio di Francesco. Il documento è pubblicato, in inglese, da G.R.B. Richards, Florentine merchants, cit., p. 266. 321 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 543, 2, Debitori e creditori di Giovanni di Giuliano, Raffaello di Francesco e Guido di Antonio de’ Medici, c. 3 d. 214 214 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) c) La compagnia Eredi di Battista Veneri ha fornito altri cinque drappi322: Mdv Rede di Batista Veneri e chompagni, setaiuoli, deono avere, addì iii di dicembre, per questi drapi qui a piè da loro chonperati per tenpo di mesi 14 e di poi ogni mese 1/6 per f. 1 s. 2 d. 4 larghi di grossi braccio, sensale Piero Maleghonelle, posto drapi di nostra ragione dare, in questo, a c. 4 xv br. di domascho paghonazo per f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio xiiii i/ii br. di domascho verde per f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio, monta xv br. di raso verde per f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio, monta xxx br. di domascho bigio per f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio, monta xxxi ¼ br. di domascho dorè per [f.] uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio, monta xxx br. di domascho spiadatto f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio f. 16. 15. – f. 16. 3. 10 f. 16. 15. – f. 33. 10. – f. 34. 17. 11 f. 33. 10. – ---------------151. 11. 9 Doc. 77 Dopo le spedizioni del 1503 (Docc. 67-69), la compagnia di Antonio Serristori, battilori, nel 1505 continua a inviare sete a Simone Zati323: Mdiiii [=1505] Drappi chonperati per chonto di Simone Zati di Pera deono dare, addì xxviiii di giennaio, f. secientonovantasei s. x d. vi larghi di grossi, sono per la monta di più drappi chonperati per detto chonto da nnoi medesimi per tenpo di mexi xviii proximi paghati ed dì del tenpo, chom’apare a Ricordanze, c. 126, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, 205 E, addì iiii di marzo, f. novantanove s. ii d. vi larghi di grossi, sono per la monta di br. 61 di velluti tanè in dua peli chonperati per lui da noi medesimi per tenpo di mexi 16 prossimi paghati el dì del tenpo, e quali si sono avuti da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni, posto avere, in questo, c. 216 E, addì viii d’aprile 1505, f. cientoquatro s. v d. x larghi di grossi sono per la monta di br. 101 ¾ di raxo e domasco chonperati da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni per a baratto di lane, e quali si chontano per chonto di detto Simone per tenpo di mexi 16 prossimi paghati el dì del tenpo, chom’apare a Ricordanze, c. 138, posto detti Salviati, avere, in questo, c. 216 E, addì xii detto, f. quattrocientoventinove s. xvi d. vii larghi di grossi sono per la monta di più drappi chonperati da noi medesimi per tenpo achostumato, chom’apare a Ricordanze, c. 142, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 205 E, addì xviiii detto, f. cientoventicinque s. vi d. i larghi di grossi sono per la monta di più raxi e domaschi chonperati da’ Salviati per a baratto di lana, che si danno a detto Simone pel tenpo di mexi 16 proximi paghati el dì del tenpo, chome apare a Ricordanze, c. 142, posto detti Salviati avere, in questo, c. 216 f. 696 s. 10 d. 6 f. 99 s. 2 d. 6 f. 104 s. 5 d. 10 f. 429 s. 16 d. 7 f. 125 s. 6 d. 1 322 Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 543, 2, Debitori e creditori di Giovanni di Giuliano, Raffaello di Francesco e Guido di Antonio de’ Medici, c. 5 d. 323 ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 222 s. 215 215 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI E, addì xviiii di giugno, f. secientosettanta s. xii d. x larghi di grossi sono per la monta di br. 156 1/3 di velluti in 2 peli e br. 397 2/3 di raxi e domaschi chonperati da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni per a baratto di nostre lane, e quali si chontano per ditto Simone per tenpo di mexi 16 prossimi paghati di poi hogni mexe el 1/6, chom’apare a Ricordanze, c. 152, posto detti Salviati, avere, c. 216 E, addì iiii di luglo, f. dugientoventidua s. xiiii d. v larghi di grossi sono per la monta di br. 167 ¾ di raxi e br. 31 ¼ di velluto in 2 peli chonperati da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni per a baratto di nostre lane, e quali si danno a detto Simone per tenpo di mexi 16 paghati el dì del tenpo, chom’apare a Ricordanze, c. 155, posto detti Salviati avere, in questo, c. 216 E, addì iiii d’aghosto, f. trecientosei s. xv d. vii larghi di grossi sono per la monta di più rasi e domaschi e velluti in 2 peli chonperati sino addì 17 di luglo da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni per a baratto di lane, chom’apare a Ricordanze, c. 158, e quali si danno a detto Simone pel tenpo, posto detti Salviati avere, in questo, c. 264 E, addì xxiii d’aghosto, f. dugientosei s. iii d. viii larghi di grossi sono per la monta di 2 pezze di velluti e 2 pezze di raxi chonperati da noi medesimi per tenpo achostumato, e quali si sono avuti da Iachopo Salviati e chonpagni, per a baratto di lane, chom’apare a Ricordanze, c. 168, posto avere, in questo, c. 264 E, addì xxx detto, f. dumilaquatrocientonovantasette s. vi d. viii larghi di grossi sono per la monta di più drappi chonperati da nnoi medesimi per tenpo achostumato, chom’apare a Ricordanze, c. 170, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 270 E, addì xxx detto, f. sette s. vi d. iii larghi di grossi sono per rifacimento di br. 14 5/8 d’altobasso di grana chon andari e poste d’oro, missoli in chonto per f. 3 ¾ larghi di grossi braccio per velluto a poste e andari d’oro, che s’aveva a mettere a f. 4 s. 5 larghi di grossi braccio, posto drappi di nostro conto avere, in questo, c. 270 f. 670 s. 12 d. 10 f. 222 s. 14 d. 5 f. 306 s. 15 d. 7 f. 206 s. 3 d. 8 f. 2497 s. 6 d. 8 f. 7 s. 6 d. 3 --------------------5366. 0. 11 Doc. 78 La compagnia di Antonio Serristori, battilori, dopo gli acquisti del 1503 (Docc. 67-69) e del 1505 (Doc. 77), continua a rifornirsi di rasi, damaschi e broccati d’oro destinati a Simone Zati. a) Qui di seguito riportiamo le compere effettuate nel periodo settembre 1505 – maggio 1506 limitatamente ai casi nei quali le sete sono puntualmente descritte. Non poche registrazioni menzionano infatti soltanto più drappi. Da notare alcuni damaschi bianchi e tanè alla veneziana324: Mdv Drappi chonperati per chonto di Simone Zati di Pera deono dare, addì primo di settenbre, f. tremilanovecientodieci s. xviiii d. v larghi di grossi per resto d’uno f. 3910 s. 19 d. 5 loro chonto levato dal Libro paghonazo, segnato D, 222 324 ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 68 s. e d. 216 216 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, addì xi di settenbre, f. cientosedici s. xviii larghi di grossi, per valuta di br. 43 ¼ di raxo di grana a poste e andari d’oro, chonperato da noi medesimi per tenpo achostumato, chom’apare a Ricordanze, c. 1, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 101 ... E, addì xii ditto, f. cinquantasette s. xviii d. iii larghi di grossi sono per la monta di br. 56 ½ di raxi chonperati da noi medesimi per tenpo achostumato, e quali drappi si sono aùti da Iachopo Salviati e compagni, chom’apare a Ricordanze, c. 2, posti avere, in questo, c. 88 E, addì xvii di settenbre, f. ventidua s. viii d. v larghi di grossi, sono per la monta di br. 21 7/8 di domasco biancho alla veniziana, chonperato da Ristoro e rede d’Averardo Serristori e compagni, per f. 1 d. 6 larghi di grossi, per tenpo di mexi 16, chom’apare a Ricordanze, c. 5, posto detti Serristori avere, in questo, c. 26 ... E, addì detto [7 novenbre 1505], f. trentacinque larghi di grossi sono per la monta di br. 10 di brochato d’oro chonperato da noi medesimi per f. iii ½ larghi di grossi braccio, chom’apare a Ricordanze, c. 13, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 101 ... E, addì detto [9 dicembre], f. quarantatre s. 1 larghi di grossi sono per la monta di br. 42 di domascho tanè a la veniziana, chonperato da noi medesimi per f. 1 d. 6 larghi di grossi braccio pel tenpo achostumato di Ludovicho Chavalchanti di Lione, posto detti drappi avere, in questo, 109 E, addì xii detto, f. cinquantanove s. vi d. iiii larghi di grossi sono per la monta di br. 57 7/8 di raxi, chontici per questo chonto a f. 1 d. 6 larghi di grossi braccio, d’un chonto di nostri drappi, posti avere, in questo, c. 124 ... E, addì xvi detto, f. quarantasei s. vii d. vii larghi di grossi sono per la monta di br. 45 ¼ di domasco tanè a la veniziana, chonperato da nnoi medesimi per tenpo achostumato d’un chonto di Ludovicho Chavalchanti, chom’apare a Ricordanze, c. 28, posto detti drappi avere, in questo, 117 ... E, addì x di giennaio [1506], f. trentotto s. viii d. viiii larghi di grossi sono per la monta di una pezza di domasco chonperata da noi medesimi pel tenpo achostumato, la quale s’ebe da Stefano Boni e compagni, anzi da Piero, posto avere, c. 132 E, addì xxviiii detto, f. cientoquarantasette s. xvii d. 1 larghi di grossi sono per la monta di più raxi e domaschi chonperati per lui da noi medesimi per tenpo achostumato, e quali si sono aùti da Iachopo Salviati e compagni, posto avere, in questo, c. 88 ... E, addì detto [20 marzo], f. xxviiii s. xviii d. vi larghi di grossi sono per la monta di br. 28 ½ di raxo giallo chonperato da nnoi medesimi per tenpo achostumato, chom’apare a Ricordanze, c. 49, posto drappi avere, in questo, c. 124 ... f. 116 s. 18. – f. 57 s. 18 d. 3 f. 22 s. 8 d. 5 f. 35 s. –. – f. 43 s. 1. – f. 59 s. 6. 4 f. 46 s. 7 d. 7 f. 38 s. 8 d. 9 f. 147 s. 17 d. 1 f. 29 s. 18 d. 6 ---------------------f. 10025. 18. 1 217 217 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI b) La compagnia Serristori si rifornisce a Firenze di altre sete e le spedisce a Costantinopoli, dal giugno 1506 al luglio 1507. Come in occasione delle compere precedenti, anche ora abbiamo omesso le registrazioni che menzionano unicamente più drappi. La somma finale include sempre tutte le voci del conto325: Mdvi Drappi chonperati per chonto di Simone Zati di Pera deono dare, addì viii di giugno, f. trentadua s. v larghi di grossi per valuta di br. 30 di raxo giallo chonperato da Giovanni Bernardi a f. 1.1.6 larghi di grossi braccio, posto avere, in questo, c. 159 ... E, addì xxviiii di luglo, f. quatrocientosette s. ii larghi di grossi sono per la monta di più raxi e domaschi chonperati da Lorenzo di Tonmaxo Soderini e Lionardo Dati e conpagni, chom’apare a Ricordanze, c. 74, posto avere, in questo, c. 164 E, addì xxxi detto, f. trentadua s. xv d. viiii larghi di grossi per braccia 30 ½ di raxo giallo chonperato da nnoi medesimi per f. 1.1.6 largo di grossi braccio, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 163 ... E, addì detto [27 novembre], f. quatrocientosessantaquatro s. xv larghi di grossi sono per la monta di più raxi e domaschi chonperati da Filippo di Benedetto de’ Nerli e compagni, chom’apare a Ricordanze, c. 99, posto avere, in questo, c. 109 E, addì detto, f. dugientonovantotto s. xi d. vii larghi di grossi per più raxi e domaschi chonperati da Giovanni di ser Niccholò Bernardi, chom’apare a Ricordanze, c. 99, posto avere, in questo, c. 159 E, addì detto, f. trecientonove d. ii larghi di grossi sono per la monta di br. 280 11/12 di raxi e domaschi chonperati da Iachopo di Giovanni Salviati, chome apare a Ricordanze, c. 98, posto avere, in questo, c. 59 E, addì detto, f. dugiento hottantasei s. xi d. iii larghi di grossi sono per la monta di br. 152 5/6 di raxi chermixi chonperati da noi medesimi in 4 tagli per f. 1 7/8 larghi di grossi braccio, per tenpo achostumato, posto drappi di nostro conto avere, in questo, c. 163 ... E, addì xxviiii d’aprile 1507, f. cientosette s. xii d. vi larghi di grossi per valuta di br. 30 ¾ d’altebasso di grana avuto da redi di Batista Veneri per f. 3 ½ largo di grossi braccio, a baratto di sete chom’apare a Ricordanze, c. 122, posto avere, in questo, c. 197 ... E insino addì xii di maggio, f. cient’uno s. xvii d. viiii larghi di grossi sono per la monta di br. 56 di velluti neri in 2 peli, chonperati da rede di Antonio del Giochondo e chonpagni, chom’apare a Ricordanze, c. 123, posto dette rede avere, in questo, c. 204 ... 325 f. 32 s. 5. – f. 407 s. 2. – f. 32 s. 15 d. 9 f. 464 s. 15. – f. 298 s. 11 d. 7 f. 309 s. – d. 2 f. 286 s. 11 d. 3 f. 107 s. 12 d. 6 f. 101 s. 17 d. 9 ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 159 s. e d. 218 218 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, addì xxi di luglio, f. quarantacinque s. ii larghi di grossi per br. 41 di raso alexandrino aùto da Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, chom’apar a Ricordanze, c. 130, posto avere, in questo, 225 f. 45 s. 2. – ... ---------------------f. 5894. 0. 5 c) Continuano le spedizioni di sete a Simone Zati. Il conto prosegue con altre cinque compere di più drappi326: Mdvii Drappy chonperati per chonto di Simone Zati di Pera dehono dare, posto debbino avere per resto d’altro chontto, in questo, c. 159 E, addì xxi di luglio, f. cientoventinove d. x larghi di grossi, sono per la monta di più drappi chonperati da noi medesimi per tenppo achostumato, chom’apar a Ricordanze, 130, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, 179 E, addì ii d’aghosto, f. hottanta s. v d. x larghi di grossi, sono per lla monta di dua vesta di drappo chon oro chonperata per questo chonto da nnoi medesimi, chom’apar a Ricordanze, 132, posto drappi di nostro chontto avere, in questo, 179 E, addì detto, f. trentuno s. xii d. vi larghi di grossi, sono per lla monta di ii vesta di rasi stietti chonperati da Iacopo di Giovanni Salviati e compagni sino addì xxxi del passato per temppo dell’anno paghati di poi hongni mese el 1/6, chom’apar a Ricordanze, 132, posto avere, in questo, 225 ... f. 1133. 15. 8 f. 129. –. 10 f. 80. 5. 10 f. 31 s. 12. 6 ---------------------2590. 19. 11 Doc. 79 Federico Strozzi, che nel 1504 aveva inviato in Levante una cassa di drappi destinata a perdersi alla dogana di Ancona (Doc. 73), nel marzo 1506 spedisce altre sete a Costantinopoli. Anche questa cassa, contenente 13 pezze, lascia Firenze con destinazione il fondaco di Bartolomeo di ser Tommaso ad Ancona. I velluti sono quasi tutti a due peli, i damaschi sono opera alla vineziana, richa327: Mdv [=1506] Copia di legagio d’una chassa di drappi mandata in Amchona a ragione di Bartolomeo di ser Tomaxo, segnata davanti e di N. X, nella quale sono e drappi che apresso si dirà e s’è ordinato a detti di ser Tomaxo n’à seghuire tuo ordine e prima: uno taglio di velluto tanè di br. 24 uno taglio di velluto simile br. 25 ¼ 326 327 ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 234 s. ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 78, Ricordanze di Federico di Lorenzo Strozzi, c. 211 r. 219 219 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI una pezza di velluto simile br. 35 ¾ uno taglio di velluto verde br. 15 uno taglio di velluto nero br. 36 uno taglio di velluto simile br. 23 1/8 uno taglio di raso nero sp. br. 20 uno taglio di raxo tanè dorè br. 19 2/5 uno taglio di domasco nero br. 34 ¼ uno taglio di domasco rosso di grana br. 48 uno taglio di domasco simile br. 16 1/3 E de comto de’ nostri: uno taglio di veluto alessandrino br. 28 ½ E di Tommaso d’Aiolfo: uno taglio di velluto di grana br. 16 ¼ sono tutti in due peli opera alla vineziana, richa Federigho Strozzi in Firenze addì 24 di marzo Doc. 80 Il 22 febbraio 1507 muore a Costantinopoli Giovanni Maringhi, corrispondente di molte compagnie fiorentine. Al momento della morte il suo fondaco a Pera è ben fornito di merci destinate alla vendita. I curatori dell’eredità stilano un inventario dettagliato di quei beni, tra i quali spiccano le pietre preziose e le sete, in particolare rasi, damaschi, velluti e broccati d’oro. Da quell’inventario riprendiamo la parte dedicata alle sete328: [11 marzo 1507] … Drappi di seta stietti Una pezza di raso rosso di grana di picchi quarantanove grandi, coè Una pezza di raso rosso di grana di picchi quaranzei e mezzo grandi, coè Una pezza di raso rosso di grana di picchi cinquanta grandi, coè Una pezza di raso rosso di grana di picchi cinquantatre grandi, coè Un chavezzo di raso rosso di grana di picchi quindici grandi, coè Una pezza di domascho rosso di grana di picchi venzei e mezzo grandi, coè Una pezza di domaschino verde di picchi quaranta grandi, coè Una pezza di raso biancho macchiata di picchi trentuno e mezzo grandi, coè Una pezza di raso tanè ischuro di picchi quindici e un terzo grandi, coè Un taglio di raso rosso di grana di picchi quatro e dua terzi grandi, coè Un taglio di raso incharnato di picchi tre grandi, coè Un taglio di raso rosso di grana di picchi uno e dua terzi grandi, coè Un taglio di raso rosso di grana di picchi sette grandi, coè Un taglio di raso rosso di grana di picchi dua e mezza grandi, coè 328 picchi 49 picchi 46 ½ picchi 50 picchi 53 picchi 15 picchi 26 ½ picchi 40 picchi 31 ½ picchi 15 1/3 picchi 4 2/3 picchi 3 picchi 1 2/3 picchi 7 picchi 2 ½ Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 495, Copialettere, cc. 207, 208 e 216. Pubblicato integralmente, in inglese, da G.R.B. Richards, Florentine Merchants, cit., pp. 185-201; sullo stesso inventario si veda anche I. Houssaye Michienzi e S. Lassalle, Étoffes et vêtements, cit., pp. 79-106. 220 220 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Una pezza di raso rosso di grana di picchi ventotto grandi, coè Un taglio di domascho limoni di picchi sei grandi, coè Un taglio di domascho limoni di picchi tre e tre quarti grandi, coè Un taglio di raso alessandrino di picchi uno grandi, coè Un taglio di raso verde machiato di picchi uno e mezzo grandi, coè Un taglio di raso tanè ischuro di picchi undici e tre quarti grandi, coè Un taglio di velluto rosso di grana di picchi tredici e un quarto grandi, coè Una pezza di velluto nero di picchi ventiquatro grandi, coè Una pezza di velluto rosso di grana di picchi ventotto e un quarto grandi, coè Una pezza di velluto rosso di grana di picchi ventotto e tre quarti grandi, coè Una pezza di velluto rosso di grana di picchi venzei e mezzo grandi, coè Una pezza di velluto rosso di grana di picchi venzette e mezzo grandi, coè Un taglio di velluto rosso di grana di mezzo piccho grandi, coè Un taglio di velluto rosso di grana di mezzo piccho grandi, coè Un taglio di velluto nero di tre quarti di piccho grandi, coè Un taglio di raso limoni di picchi sei e un terzo grandi, coè Un piccho di raso incharnato di picchi uno grandi, coè Uno taglio di raxo verde di picchi cinque e mezzo grandi, coè Uno taglio di raso alessandrino di picchi quatro e mezzo grandi, coè Uno taglio di raso aranci di picchi sei grandi, coè Una pezza di domascho alessandrino di picchi quarantatre grandi, coè Una pezza di domascho tanè di picchi quarantuno e dua terzi grandi, coè Una pezza di raso rosso di grana di picchi ventotto grandi, coè Una pezza di raso rosso di grana di picchi ventinove e un terzo grandi, coè Un taglio di raso rosso di grana di picchi diciasette grandi, coè Un taglio di raso alessandrino di picchi sedici e mezzo grandi, coè Una pezza di domascho tanè di picchi venzette e un quarto grandi, coè Una pezza di raso verde di picchi trentotto grandi, coè Una pezza di raso limoni di picchi ventotto e mezzo grandi, coè Una pezza di raso tanè di picchi venzette grandi, coè Una pezza di domascho limoni di picchi ventinove grandi, coè Una pezza di domascho alesandrino di picchi venzei e dua terzi grandi, coè Una pezza di domascho verde di picchi venticinque e tre quarti grandi, coè Una pezza di domascho a tanè di picchi ventinove e tre quarti grandi, coè Una pezza di raso limoni di picchi venzei grandi, coè Una pezza di raso tanè di picchi trentanove grandi, coè Una pezza di raso aranci di picchi ventinove grandi, coè Una pezza di domascho limoni di picchi quatordici e mezzo grandi, coè Una pezza di domascho tanè di picchi venticinque e tre quarti grandi, coè Una pezza di raso rosso di grana chon anda[ri] d’oro e di seta di picchi trentuno grandi Una pezza di raso rosso di grana chon anda[ri] d’oro e di seta di picchi quatordici e mezzo Una pezza di raso rosso di grana chon anda[ri] d’oro e di seta di picchi venzette e tre quarti Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi ventotto e un terzo grandi Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi ventotto grandi, coè Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi ventinove grandi, coè Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi quatordici grandi, coè Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi quatordici grandi, buona, una picchi 28 picchi 6 picchi 3 ¾ picchi 1 picchi 1 ½ picchi 11 ¾ picchi 13 ¼ picchi 24 picchi 28 ¼ picchi 28 ¾ picchi 26 ½ picchi 27 ½ picchi ½ picchi ½ picchi ¾ picchi 6 1/3 picchi 1 picchi 5 ½ picchi 4 ½ picchi 6 picchi 43 picchi 41 2/3 picchi 28 picchi 29 1/3 picchi 17 picchi 16 ½ picchi 27 ¼ picchi 38 picchi 28 ½ picchi 27 picchi 29 picchi 26 2/3 picchi 25 ¾ picchi 29 ¾ picchi 26 picchi 39 picchi 29 picchi 14 ½ picchi 25 ¾ picchi 31 picchi 14 ½ picchi 27 ¾ picchi 28 1/3 picchi 28 picchi 29 picchi 14 picchi 14 221 221 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi venticinque e tre quarti329 picchi 25 ¾ ... Un taglio di domascho limon di picchi quatro e mezzo riaùto da ser Alessandro, nostro fiorentino turcho (sic), aùto da Giovanni Maringhi in somma di picchi venzette, che di picchi xxii ½ grandi n’è debitore Un taglio di picchi ventidua e mezzo grandi di raso di grana riaùto dal detto ser Alessandro aùto in vita da detto Giovanni Un taglio di raso rosso chon anda[ri] d’oro di picchi venzette e tre quarti grandi riaùto da detto ser Alessandro Un taglio di velluto nero in dua peli di picchi trentaquatro grandi riaùto dal detto ser Alessandro e quali tagli iiii detto ser Alessandro disse avere aùto da detto per ll’adrieto Giovanni Maringhi per finire, le quali picchi sono tutti a piccho grande Un taglio di domascho isbiadato di picchi quindici, coè 15 picchi, riaùto d’Aghustino de’ Pilli in somma di braccia trenta e quarti tre, datogli per il detto Giovanni Maringhi, picchi grandi Un taglio di domascho verde di picchi dua e dua terzi riaùto dal detto Aghostino Pilli, aùto da detto Giovanni per finire, picchi grandi Un chredito chon Giovanni Bertini di picchi viii e 2/3 di raso paghonazzo e di picchi 2 ¼ di domascho rosso e picchi uno e mezzo di raso verde e picchi tre e tre quarti di raso verde e picchi iiii e ¼ di raso turchino e picchi uno e cinque ottavi di raso alessandrino, che in tutto fanno la somma di picchi xxii, de’ quali rasi e domaschi se n’ebbe a rinchontro metichalli centodieci lordi a paghamento cho lla sua tara di venti per cento. ... Doc. 81 La compagnia di Alessandro e Bernardo Gondi, battilori in Firenze, spedisce abitualmente ingenti partite di sete a Costantinopoli, dove può contare su numerosi corrispondenti. Nel caso in esame l’interlocutore è Simone Zati, il quale nel mese di febbraio 1507 custodisce nel suo fondaco sete di proprietà dei Gondi per più di 10.000 fiorini. Nel 1508 Simone Zati muore e i suoi corrispondenti, tra i quali i Gondi, chiudono i conti. a) I Gondi prendono nota delle sete che si trovano presso lo Zati e di alcune spese già sostenute330: [1507] d’oro in oro larghi Drappi di nostro chonto, d’oro e di sete, in Levante, i mano di Simone di Bartolo Zati deono dare, addì x di gennaio, f. no[ve]mila quarantanove s. xviii d. x d’oro in oro larghi, che di tanti ce lo consegna per debitore Alesando Ghonddi e compagni, battilori, della ragione vechio, avere, in questo, c. 24, sono che tanti f. 9049 s. 18 d. 10 ce ne troviamo in drappi di più sorte, in dette mane di Simone Zati 329 330 Segue l’inventario degli arredi di casa, qui tralasciato. ASF, Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 21 s. 222 222 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, addì xxvii di febraio, f. novecentonovantadue s. v d. – d’oro in oro larghi sono per più drappi di seta e d’oro mandati questo [dì] in Levante a Simone di Bartolo Zati in una chas[s]etta N. 2 e segnata #, mandata in Anchona a Tommaso di Bartolomeo di ser Tommaso e a lui per chonsengniare a Francesco di Ruberto degli Alb[iz]i, per chonsegniare al detto, chome apare a Vendite, segn. E, li drappi e per che pregio si valutono [. . .] nelle Vendite nostre e per chi e di tanto posto drappi si fanno lavorare, in questo, c. 16 E, a dì detto xxvii di marzo, f. viiii s. vi d. vii d’oro in oro larghi, sono per più spexe fatte a la chas[s]a de’ drappi di sopra, mandati in Levante, ghabella, portto Anchona e altre spexe, chome al Quaderno, c. –, a Uscita, c. 51, chas[s]a, c. 32 E, a dì xxvi aprile, f. dicotto d’oro larghi in oro, sono per f. 900 d’oro asichurati noi medesimi d’Anchona a Raugia, posto Avanzi di nostra ragione, c. 33 E, addì ii di luglio, f. trentaquattro s. – d. vi d’oro in oro larghi per valuta d’aspri 1838, per tantti fatti buoni a Simone Zati, in questo, c. 10, sono per sua provixione d’aspri 91899 mandatone di chontanti, insino a questo dì, chome per sua partita, sotto dì xxv di marzo passato ... f. 992 s. 5 d. – f. 9 s. 6 d. 7 f. 18 s. – d. – f. 34 s. – d. 6 b) Da Costantinopoli arrivano tutti i dati relativi alle operazioni in corso e i Gondi possono determinare il risultato finale, che è positivo331: Mdvii Avanzi di nostra ragione, che Idio ne chonceda, e disavanzi, che Idio ghuardi, deono avere . . . ... E, addì primo d’aghosto 1508, f. dumilacentoquarantatre s. vi d. v d’oro in oro larghi, per tanti posto dare drappi in Levante in mano della buona memoria di Simone di Bartolo Zati, in questo, c. 21, sono che tanti troviano d’utili in su detto chonto, e quale si mettono in questo, a buon chonto, più o meno fusino f. 2143 s. 6 d. 5 ... Doc. 82 Dopo le spedizioni del 1495 (Doc. 44) e del 1500 (Docc. 56, 57), Agnolo del Caccia, setaiolo fiorentino, continua a esportare tessuti di seta a Costantinopoli. Il 16 luglio 1507 consegna a Santi Gambarelli, in partenza per il Levante, cinque drappi destinati al mercato ottomano. Come sempre, una volta completate le vendite il ricavato deve essere trasferito a Firenze oppure può essere utilizzato in parte per acquistare seta grezza a Costantinopoli332: [16 luglio 1507] Richordo chome oggi, questo dì xvi di luglio 1507, chol nome di Dio e di salvamento, s’è chonsegniato qui in doana di Firenze a Santi di Giovanni Ghanbareli gl’infraschritti drappi che da piè si dirà, e quali à a portare in Levante e finigli per danari chontanti o a baratto di seta o chome lui 331 332 ASF, Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 33 d. Firenze, AOI, 12381, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia, c. 227 v. 223 223 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI giudicherà sia più mio utile e di poi mi deba rimetere e ritratto quanto più presto a lui sarà possibile e per fede d’avere riceuto el sopra detto Santti e drappi che da piè si dirà, si soschriverrà qui da piè di sua propia mano. E qua drappi son questi e prima: Segn. 195 br. lvi ½ di domaschino tanè alla viniziana in dua tagli, coè br. 56 ½ Segn. 194 br. lxvi ½ di raso incharnato in dua tagli, coè br. 66 ½ Segn. 187 br. xlv 1/8 di raso nero in un taglio, coè br. 45 1/8 Segn. 185 br. L ¾ di raso di grana bagniato di chermisi in dua tagli br. 50 ¾ Segn. 197 br. xlvi di raso di grana bagniato di chermisi in un taglio, coè br. 46 -------------Somma br. 264 7/8 Doc. 83 Pochi mesi dopo, Agnolo del Caccia spedisce altri drappi a Costantinopoli. Il giorno 15 dicembre Agnolo consegna tre velluti e due rasi ad Alessandro di Niccolò Sacchetti, in partenza per il Levante333: [15 dicembre 1507] Richordo chome oggi, questo dì xv di dicenbre, chol nome di Dio e di salvamento, s’è chonsengniato qui in Firenze a Allesandro di Nicholò Sachetti gl’infrascritti drappi che a ppiè si dirà, e quali drapi gli ò dati perché lui gli porti i Levante e gli dò chomisione gli possi finire per danari chontanti o a baratto di setta, chome a lui giudicherà sia più mio utile, e il ritratto rimettere quanto più presto a lui sarà possibile, e quali drapi son questi: N. 1 Segn. 159 br. xxviiii 7/8 di veluto tanè in 2 peli br. 29 7/8 N. 2 Segn. 159 br. xxvi ½ di veluto tanè in 2 peli br. 26 ½ N. 3 Segn. 129 br. xxxiii di veluto nero in 2 peli br. 33 N. 4 Segn. 207 br. xxxii ¼ di raso di grana cho bangni di chermisi br. 32 ¼ N. 5 Segn. 207 br. xviiii ¾ di raso di grana chome di sopra br. 19 ¾ ... Doc. 84 La compagnia di Agnolo de’ Bardi si appoggia a Costantinopoli non solo su Alessandro Sacchetti (Doc. 74) ma anche su Giorgio Bartoli e Pier Francesco Nasi, due mercanti fiorentini che lavorano congiuntamente nella capitale ottomana. Nella lettera che segue Bartoli e Nasi trasmettono da Costantinopoli alla compagnia Bardi alcune notizie interessanti. Iniziano dicendo di aver offerto alla Porta quattro pezze di seta – due alessandrine (azzurre) e due rosse – di proprietà della compagnia Bardi. Queste sete non sono state accettate in quanto di qualità inferiore (più bas[s]e) e la vendita non sarà facile anche perché in quel momento ci sono molti broccati in vendita, tutti di buona qualità. Nella parte finale della lettera, qui non pubblicata, Bartoli e Nasi invitano Agnolo de’ Bardi a non spedire per ora altri broccati e panni di lana334: 333 Firenze, AOI, 12381, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia, c. 228 v. Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Giorgio Bartoli e Pier Francesco Nasi, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 25 febbraio 1508. Di questa lettera esiste, nella stessa filza, una copia con minime varianti. 334 224 224 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [25 febbraio 1508] ... Quanto alli vostri brochati intendesti chome avamo portato li nostri a la Porta e fatto merchato cho lli altri e vi si dise che faremo tutto di vedere di misurare qualche peza cho lli nostri, di che ne portamo peze 4 – 2 alesandrine e dua rose – e non fu mai posibile potesino pasare per esere molto più bas[s]e che li altri. Stimate che abiamo fatto il posibile. Quando ci chapiterà chosa alchuna a le mane, faremo el nostro debito, ma qui se ne truova anchora tanta sonma de li buoni, che veramente non sapiamo che dire. ... Doc. 85 Sempre a Costantinopoli un secondo corrispondente dei Gondi è Tommaso d’Aiolfo. Proprio con lui la compagnia Gondi, battilori, ha stipulato un’associazione in partecipazione per la vendita di sete nella capitale ottomana: i Gondi partecipano per i 3/4, Tommaso per 1/4. Nel conto che segue sono riportate le pezze spedite da Firenze335: Mdviii d’oro in oro larghi Drappi di chonto nuovo in Levante in mano di Tomaso d’Aiolfo, atenente per ¾ a nnoi e al detto Tommaso per ¼ deono dare, a dì xvii di aprille 1508, f. novecento s. – d’oro in oro larghi, posto avere uno chonto vechio in questo, c. 57, sono che tanto stimiano a buon chonto e drappi che si trovono in mano di detto, chome chonfesa per suo chonto sotto dì vii di febraio 1507, copiato a Ricordanze segnate E, c. 120, e quali drappi sono questi, cioè, pichi 59 ½ tra rasi e domaschi chon oro che si ragionono per f. 221, br. 180 tra rasi e domaschi delle 2 chasse mandate per Giacomino, ragionate duc. 540, br. 31 d’altebaso sanza oro f. 89 e br. 12 d’altebaso chon oro, f. 50 che in tutto fanno la detta soma di f. 900 e tutto s’è ragionato a buon chonto, 57 E, addì vi di magio 1508, f. millesecentosesantanove s. xi d. viii d’oro in oro larghi sono per più drappi d’oro e di seta, cioè br. 481 ¼ tra rasi e domaschi per f. 3 br. e br. 27 di brochato alesandrino per f. 4 1/8 e br. 21 ¼ d’altebaso roso per f. 5 1/3 in tutto fanno detta soma, mandati questo ddì in una chassa segnata # e N. 3 e uno chas[s]ettino segnato del medesimo e N. 4 dove è le dua peze, cioè di brochato e d’altebaso, atestatone una pichola chas[s]ettina per seghuirne l’ordine di Bernardo Ghonddi propio e quali si mandorono detto dì in Anchona a Tommaso di Bartolomeo di ser Tomaso per chonsegniare a Gismondo di Filippo Capelli, ne’ quali drappi siamo chontenti participi detto Tomaso per ¼ nel modo e forma chome per la utima mandata si dic[h]iara e tutto apare a Vendite segnate E, c. 13, più partichularmente, e di tutto posto drappi si lavorano, c. 48 ... E, addì primo d’aghosto, f. dua s. vii d. vii d’oro in oro larghi sono per la spexa di una pezza di raso roso d’oro di br. 15 che se li mandò sotto nome di Bernardo Ghonddi, che atenevono a Piero e Mariotto Orlandini, co’ quali se ne fé partito insieme chon 2 veste se n’ebe qui a Vendite, c. 62, chas[s]a, c. 78 335 f. 900 s. – d. – f. 1669 s. 11 d. 8 f. 2 s. 7 d. 7 ASF, Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 69 s. 225 225 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI E, addì detto, f. sesantasette s. x d’oro in oro larghi sono per valuta di br. 15 di raso d’oro el quale se li mandò cho le 2 chas[s]e di sopra che erono sotto nome del nostro Bernardo Ghonddi, che infatti atenevono a Piero e Mariotto Orlandini e compagni, cho’ quali se n’è fatto partito, chome si vede a Vendite segnate E, c. 15, e si ragionano quello medesimo ci furono mese in baratto di detta seta, posto drappi, in questo, 79 ... f. 67 s. 10 d. – Doc. 86 Un anno dopo le ultime spedizioni (Docc. 82, 83), Agnolo del Caccia, setaiolo, invia nel 1508 due casse di drappi ad Alessandro Sacchetti a Pera. Quest’ultimo dovrà poi venderle in contanti o prendere seta grezza in cambio. a) Agnolo del Caccia descrive con molti dettagli le sete, che viaggeranno insieme ai panni di lana della compagnia di Giovanni Lapi336: [1° settembre 1508] Una mandata di drappi de’ dare, per questi drappi qui a ppiè mandati a Lesandro Sachetti [. . .] Levante questo dì primo di settenbre, in due chassette leghate cho l’oncierato o chanovaccio segnato cho l’avante segno e messe in due balle di panni di Govanni Lapi e compagni, lanaiuoli, e prima: br. xlvii 2/3 di raso giallo limone br. 47. 13. 4 f. 47 lb. 4. 13. 4 br. xxxiiii ½ di domaschino nero alla luchese br. 34. 10. – f. 34 lb. 3. 10. – br. xlvii di raso alesandrino br. 47. –. – f. 47 lb. –. –. – br. xl ¼ di raso di grana br. 40. 5. – f. 40 lb. 1. 15. – br. L 7/8 di raso allesandrino br. 50. 17. 6 f. 50 lb. 6. 2. – br. xxix di domaschino tanè a la viniziana br. 29. –. – f. 29 lb. –. –. – br. xxix ½ di raso incharnato br. 29. 10. – f. 29 lb. 3. 10. – br. xxxiii ½ di domaschino nero alla luchese br. 33. 10. – f. 33 lb. 3. 10. – br. xxix 1/8 di domaschino tanè alla veneziana br. 29. 2. 6 f. 29 lb. –. 17. – br. xxxiii ¼ di raso roso di grana br. 33. 5. – f. 33 lb. 8. 6. – br. xxix 7/8 di domaschino tanè alla luchese br. 29. 17. 6 f. 29 lb. 6. 2. – br. xxix 1/4 di raso roso di grana br. 29. 5. – f. 30 lb. –. –. – br. xxxi 1/8 di raso roso di grana br. 31. 2. 6 f. 32 lb. 1. 13. – br. xxxiii ½ di raso roso di grana br. 33. 10. – f. 34 lb. 4. 15. – ------------------------------------br. 498. 8. 4 f. 496 lb. 44. 13. 4 b) A Costantinopoli Alessandro Sacchetti ha venduto parte delle sete e ha informato Agnolo del Caccia, a Firenze, che ne ha preso nota337: 336 Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 3 r. I drappi sono preceduti da una numerazione progressiva, da 1 a 14, qui eliminata. A c. 210 r. vi è un altro riferimento a questa operazione, ma nel descrivere le sete il contabile commette un errore e le sete “alla luchese” diventano “alla franzese”. 337 Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 9 r. 226 226 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mdviii Alesandro di Nicholo Sachetti de’ dare aspri dccclii, sono per valuta di pichi xii di domaschino tanè finito di nostro in Pera, per lui a una mandata, chome apare in questo, c. 8 E de’ dare aspri dcl, sono per pichi x di raso alexandrino finito di nostro, per lui alla detta E de’ dare aspri cxxxx, sono per pichi ii di domaschino tanè finito di nostro, per lui alla detta E de’ dare aspri cxl, sono per pichi ii di domaschino tanè finito di nostro, per lui alla detta E de’ dare, addì iiii di magio, aspri dccxxxv, sono per pichi x ½ di raso giallo finito di nostro, per lui alla detta E, a dì v detto, aspri dcccxl, sono per pichi xii di domaschino tanè alla veneziana, finito di nostro, per lui alla detta, in questo, c. 8 aspri 852 f. 15. 14. – aspri 650 f. 10. 16. 6 aspri 140 f. 2. 14. – aspri 140 f. 2. 14. – aspri 735 f. 14. 13. – aspri 840 f. 15. 12. – ----------------------------aspri 3357 f. 62. 3. 6 Doc. 87 Negli anni 1508-1510 i Serristori spediscono drappi a un nuovo corrispondente a Costantinopoli – Lodovico Cavalcanti – con l’incarico di venderli. Non si conosce l’esito di questi investimenti, in quanto il conto chiude con un rinvio al mastro successivo, andato perduto. Limitiamo le trascrizioni a quei casi nei quali le sete inviate sono puntualmente descritte; il totale finale del conto include come sempre tutte le voci338: Mdviii Drappi mandati in Pera a Lodovicho Chavalchantti per nostro conto dehonno dare, addì xxi di giugnio, f. dxliii s. xvi d. 1 larghi di grossi, sono per la monta di più drappi mandatoli in ii chassetine per Alfonsso Boni, chom’apar a Ricordanze, c. 173, posto drappi di nostro conto avere, in questo, c. 246 ... E, addì xviii d’aghosto, f. cinquantahotto s. viii larghi di grossi sono per la monta di br. 30 ¼ di velluto di grana in 2 peli per f. ii s. vi d. iiii di sugello braccio, chomperato da Piero e Mariotto Horlandini e compagni, chom’apar a Ricordanze, c. 177, posto avere, in questo, c. 300 E, addì ditto, f. cienttodiciaxette s. uno d. iii larghi di grossi sono per la monta di br. 61 ¾ di velluto di grana in 2 peli per f. 2.5.6 di sugello braccio, chonperati chom’apar a Ricordanze, c. 177, da rede d’Antonio del Giochonddo, posti avere, in questo, c. 302 E, addì viiii di septembre, f. cienttodiciotto s. vii d. 1 larghi di grossi, xono per la monta di br. 61 ¾ di velluto di grana in ii peli per f. ii s. vi di sugello braccio, chonperati chom’apar a Ricordanze, c. 180, da Lorenzo Soderini e Lionarddo Dati e compagni, posti avere, in questo, c. 164 f. 543 s. 16 d. 1 f. 58 s. 8 d. – f. 117 s. 1 d. 3 f. 118 s. 7 d. 1 338 ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 295 s. e d. 227 227 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI E, addì detto, f. lxi s. ii d. viiii larghi di grossi, xono per la monta di br. xxxii 1/iiii di velluto di grana in 2 peli per f. ii s. v d. vi di sugello braccio, chom’apar a Ricordanze, c. 181, chonperati da rede d’Antonio del Giochonddo e compagni, posto avere, in questo, c. 302 E, addì xi detto, f. cccii s. vii d. ii larghi di grossi xono per la monta di br. clv 1/ii di velluto di grana in 2 peli per f. ii 1/iii di sugello braccio, chom’apar a Ricordanze, c. 181, chonperati da Tommaso e Giovan Battista Xoderini e compagni, posto avere, in questo, c. 17 E, addì xii detto, f. xxvi s. x d. x larghi di grossi sono per la monta di br. xiii iii/iiii di velluto di grana per f. ii s. vi d. iiii larghi di grossi braccio, chomperati da Piero e Mario Horlandini e compagni, chom’apar a Ricordanze, c. 181, posto avere, in questo, c. 300 E, addì xiii detto, f. cinquanta larghi di grossi xono per la monta di br. xxvi ii/iii di velluto di grana per f. ii 1/iiii di sugello braccio, chonperato da rede di Batista Veneri, chom’apar a Ricordanze, c. 181, posto avere, in questo, c. 197 E, addì detto, f. cienttoxettanttadua s. uno d. vii larghi di grossi, xono per la monta di vii veste ½ di velluti e rasi chonperati da nnoi medesimi per questo chontto, chom’apar a Ricordanze, c. 181, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 246 E, addì xiii di novenbre, f. cinquanttahotto s. viii larghi di grossi xono per la monta di br. 30 ¼ di velluto di grana chonperato da Piero e Mariotto Horlandini e compagni per f. ii s. vi d. iiii di sugello braccio, per tenppo dell’anno, paghati di poi hongni mexe el ¼, posto avere, in questo, c. 300 E, addì detto, f. cinquantahotto s. viiii d. ii larghi di grossi, xono per la monta di br. 30 ½ di velluto di grana chonperato per questo chonto da Bernarddo Boni e compagni per f. 2.5.6 di sugello braccio per tenppo dell’anno, paghati di poi hongni mexe el 1/6, posto avere, in questo, c. 317 ... E, addì detto [14 marzo 1509], f. cientto septanttadua larghi di grossi, sono per la monta di br. xliii 1/iii di brochato di grana d’oro alluciolato e a paghamento per br. xliii per f. iiii di grossi braccio e mandato chon li drappi di sopra in una chassa a chondotta di Zanobi de’ Medici, el quale drappo ci rimandò da Lione Lodovicho Chavalchantti, posto drappi mandati a Lione per nostro chonto, dare (sic), in questo, c. 265 ... E dehonno dare, a dì xi di luglio, f. dugientoquarantacinque s. iii d. iiii larghi di grossi, sono per la monta di 5 pezze di rasi d’oro chonperati da nnoi medesimi per questo conto e mandatogli in una chassepta segnata di nostro segno e N. 1 a chondotta di Raffaello Xachetti, chom’apar a Ricordanze, c. 218, posto drappi di nostro chonto, avere, c. 318 E, addì xxi detto, f. cientonavanta s. viii larghi di grossi sono per la monta di iiii pezze di domasco d’oro chonperate da nnoi medesimi per questo conto e mandatogli insieme chon altri drappi in una chas[s]epta segnata di nostro segno e N. 1 per mani di Raffello Sachetti, chom’apar a Ricordanze, c. 219, posto drappi, avere, in questo, c. 318 ... E, sino addì xxviii di septenbre, f. hottocientoundici s. xii larghi di grossi sono per la monta di xiiii pezze di domaschi d’oro e una pezza di raxo di grana d’oro, chonperati da nnoi medesimi per questo conto e mandati in Levante a ditto 228 228 f. 61 s. 2 d. 9 f. 302 s. 7 d. 2 f. 26 s. 10 d. 10 f. 50 s. – d. – f. 172 s. 1 d. 7 f. 58 s. 8 d. – f. 58 s. 9 d. 2 f. 172 s. – d. – f. 245 s. 3 d. 4 f. 190 s. 8 d. – TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Lodovico insieme chon altri drappi in una chas[s]epta segnata di nostro segno e N. 1, per mani di Leonardo Berti, chom’apar a Ricordanze, c. 224, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 318 E, addì xii di novenbre, f. trecientotrenta s. xii di grossi xono per la monta di v pezze di domasco d’oro e una di raxo d’oro a roxette, chonperati da nnoi medesimi per questo conto e mandato in Levante a detto Lodovico in uno chas[s]etina segnata di nostro segno e N. 1, atestata chor una altra chas[s]etta in sull’amagliatta d’Aghostino Dini e compagni per mani di Gismonddo Chapegli, chom’apar a Ricordanze, c. 229, posto drappi avere, c. 318 ... E deono dare [1512] f. cientohottantaquatro s. iiii d. viiii larghi di grossi, sono per la monta di 4 tagli di domaschi larghi mandati in Pera a Lodovico Chavalchanti per questo chonto, sino addì 5 di giugno 1510, per Giovan Batista Dazzi, chom’apare a Ricordanze, c. 254, posto drappi di nostro conto, avere, 419 E deono dare [1512] f. quarantotto s. xi d. iii larghi di grossi, sono per valuta di br. 13 7/8 di raso di grana d’oro in 4 griccie per f. 3 ½ larghi di grossi braccio, mandato in Pera a detto Lodovico per nostro chonto, sino addì 5 di giugno 1510, per Giovan Batista Dazzi, chom’apare a Ricordanze, c. 254, posto drappi di nostro conto, avere, c. 419 f. 811 s. 12 d. – f. 330 s. 12 d. – f. 184 s. 4 d. 9 f. 48 s. 11 d. 3 -------------------4686. 2. 3 Doc. 88 La documentazione dei Serristori, battilori, a noi pervenuta si interrompe con il mastro E, relativo agli anni 1509-1510, a parte alcune registrazioni posteriori. I Serristori attuano ora una semplice associazione in partecipazione al 50% con Tommaso d’Aiolfo, da anni il corrispondente di fiducia (Docc. 51-53). Destinatario delle sete è sempre Lodovico Cavalcanti e, come già si era verificato nella precedente operazione (Doc. 87), non si conosce il risultato finale a causa della perdita del mastro successivo339: Mdviiii Drappi mandati in Pera al nostro Lodovicho Chavalcanti per a comune chon Tomaxo d’Aiolfo e noi per ½ dehonno dare, addì xxi di luglio, f. quatrociento quarantasepte s. x larghi di grossi, sono per la monta di vi tagli di brochati chonperati per questo chontto da nnoi medesimi per tenppo dell’anno, paghati in uno paghamento, chom’apar a Ricordanze, c. 219, posto drappi di nostro conto, c. 318 f. 447 s. 10 d. – E, addì xxviii di septenbre, f. trecientoxedici larghi di grossi, sono per la monta di v tagli di brochati chonperati per questo chonto da nnoi medesimi e mandati a ditto Lodovico in una chassetta insieme chon altri nostri drappi, segnata di nostro segno e N. 1, per mani di Leonardo Berti, per tenppo dell’anno paxato, in uno paghamento, chom’apar a Ricordanze, a c. 224, posto drappi di f. 316 s. – d. – nostro conto, c. 318 339 ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 359 s. 229 229 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI E deono dare f. sessantasei larghi di grossi, sono per valuta di br. 16 ½ di brocchato di grana d’oro per f. 4 larghi di grossi braccio, mandato in Pera a Lodovico Chavalchanti per questo conto sino addì 5 di giugno 1510 per mano di Giovan Batista Dazzi, chom’apare a Ricordanze, c. 254, posto drappi fatti in bottegha avere, in questo, c. 419 f. 66 s. – d. – -------------------829. 10. – Doc. 89 Dopo alcuni anni (Doc. 74), Alessandro Sacchetti da Costantinopoli nel 1508-1509 scrive di nuovo alla compagnia di Agnolo de’ Bardi in Firenze. a) Il 2 settembre 1508 Sacchetti informa la compagnia Bardi della recente vendita di broccati rossi a bastone di proprietà di Francesco Zati. La Porta ne ha infatti acquistati 303 picchi al prezzo di 250 aspri il picco: un prezzo che Sacchetti giudica piuttosto basso. Altri tessuti, di proprietà della compagnia Bardi, sono rimasti invenduti340: [2 settembre 1508] ... Addì xxviiii del paxato s’è fatto bazaro per Framcesco Zati alla Porta di pichi 303 di brochati rossi a bastone, una chosa bella, per aspri 250 il picco, ch’è suto uno basso prego. Àcci dato una ghran nnoia per chonto de’ vostri avere fatti tali pregi, che sono richonfitti nell’armario per uno pezo. Iddio ne mandi ventura. Farassi il possibile e vi si dirà. ... b) Il 25 ottobre 1508 Alessandro Sacchetti comunica alla compagnia Bardi di avere in corso con la Porta la vendita di molti broccati appartenenti alla stessa compagnia Bardi. Sacchetti si augura che la trattativa vada a buon fine, perché quelle sete non hanno mercato altrove341: [25 ottobre 1508] ... Quanto a’ vostri brochati protati noi per anchora nulla non s’è fatto: sono chose che bisognia aspettar lor tenpo e massimo al presente delle chose basse non c’ànno chondizione alchuna, tutavolta si farà il possibile e siate certi che assai disidero di fare per voi quanto se per me propio facessi e più, se più è possibile, e assai mi duole non sieno le chose vostre al proposito, che se fussino vedresti chome vi serviremo. E dDio in tutto mandi del suo aiuto, che quando loro ventura verrà non resteremo indrieto. ... E s’atende di fare bazaro a la Prota (sic) di panni e chosì e brochati, il che ci sono drieto per vostro chonto e di g[i]à ò promesso a 4 presone ducati 200 d’oro se mi fanno misurare tutto o buona parte di vostri brochati, il che è facil chosa abi efetto, e se per questa via non se ne viene a fine, dormiranno 340 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 2 settembre 1508. 341 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 25 ottobre 1508. 230 230 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) uno pezo perché è merchanzia nonne per avere l’esito altrove che quivi e se non ce ne fussi tanta quanta n’ànno, vi direi al fermo aranno fine a questa volta, ma siate certi per noi nonn mancharà di fare il possibile. Che dDio di buono mandi e del seghuito vi si dirà. ... c) In una successiva lettera datata 8 dicembre 1508 Alessandro Sacchetti fornisce alla compagnia Bardi altre notizie relative alle vendite: 21 picchi di broccato sono stati ceduti ad aspri 140 il picco (un prezzo molto modesto), 80 picchi di alessandrini ad aspri 250 il picco, mentre per i domaschini d’oro la trattativa è ancora in corso342: [8 dicembre 1508] ... Vegiamo quel dite quanto a’ pichi 21 del brochatto finito per aspri 140 il pico ve par basso preggo ... ... E chossì se n’è mixuratto circha di pichi 80 de li alexandrini per aspri 250 il picco e questo s’è fatto perché Tomaxo li mixurò cho buonni e richi, che si sono finitti al maximo prezo . . . ... Quantto a’ domaschini d’oro portamo noi no se n’è finitto chossa alchuna e sonno di qualittà ne sapette e no sonno puntto al propoxitto. E questi anche ànno bixogno d’aiutto e no mancho degli altri e per talle chontto mi sonno cho[n]venutto chon Tomaxo d’Aiolfo me n’abi a dare del picho aspri 90 netti d’ogni spessa di quella parte finissi . . . d) Il 15 dicembre Alessandro Sacchetti informa la compagnia Bardi di aver venduto tutti i suoi damaschi al prezzo di aspri 90 il picco. Rimane ancora una parte dei broccati ma Sacchetti si dichiara ottimista343: [15 dicembre 1508] ... E xi dette fine, chol nome d’Iddio, di poi addì xii detto, a tutti e vostri domaschi chon andari d’oro portamo noi che, chome per la chopia xi fa menzione, ci àn[n]o a esere paghati a aspri 90 el picho, netti d’ogni xpexa, che xiano cierti n’avere avuto buono merchato che abbino avuto fine e xiate cierti che Tomaxo à fatto più per xervircci che per utile v’abbi visto e stimo a le spexe v’aranno suso, pocho bene ne farà, nondimeno tutto s’è fatto per vostro bene e utile, che è suta grandixxima ventura. Iddio lodato. Per anchora del resto de’ brochati altro non x’è di poi fatto, ma abiamo buone promexxe. Che Iddio ne mandi ventura, che per noi nulla no ne resterà a fare e per questo resto non xi ghuarderà in qualche choxa di pregio pur gli poxiamo finire, perché tuttavia vanno pegiorando quanto più stanno. E del xeghuito vi xi dirà. ... e) Le previsioni del Sacchetti questa volta non si avverano. Nei primi mesi del 1509 egli scrive più volte alla compagnia Bardi ma il contenuto delle lettere è sempre lo stesso: bisogna aspettare che la Porta si decida a comperare broccati. Nella lettera che segue, 342 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 8 dicembre 1508. 343 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 15 dicembre 1508. 231 231 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI datata 15 marzo 1509, Sacchetti ricorda inoltre che i broccati invenduti non sono di alta qualità e la vendita non sarà facile344: [15 marzo 1509] ... De’ vostri brochati ci resta non xe n’à fatto altro perché bixognia axpettare el tenpo che la Porta pigli brochati e vedere drieto a’ buoni se se ne potexxe mandare qualche pezza, che invero sono una trista choxa. ... f) In aprile la situazione non cambia. In maggio finalmente una buona notizia: Alessandro Sacchetti ha venduto 14 picchi di broccato verde al capitano di Gallipoli per aspri 155 il picco e subito scrive alla compagnia Bardi. La vendita è stata conclusa anche se – aggiunge Sacchetti – il compratore non ha ancora versato il denaro345: [7 maggio 1509] ... Alxì s’è finito a [M]achomatto, chapitano di Ghalipoli, picchi xiiii di brochato verdde per aspri 155 picco e per anchora non xe n’è avuto gli aspri, e questo è quanto s’è finito di vostro inxino a questo dì. ... Doc. 90 A fianco dei Salviati del banco, anche i Salviati, lanaioli, esportano drappi nell’Impero ottomano. Negli anni 1508-1509 la compagnia di Averardo e Iacopo Salviati, con bottega di arte della lana in San Martino, organizza alcune spedizioni di sete in Levante. Si tratta di un’iniziativa esclusiva dei Salviati; il corrispondente a Costantinopoli è Antonio Miniati, che però muore nel corso dell’operazione e a lui subentrano Ludovico Cavalcanti e Girolamo da Sommaia. I Salviati, lanaioli, a partire dal 1508 effettuano sette acquisti di drappi per complessive br. 1278 ¾ (ca. m. 745), che tra primo costo e oneri accessori (sostenuti in Italia) determinano un investimento di f. 1930.12.0 d’oro larghi di grossi346. L’operazione si conclude nel 1511 con una perdita di f. 84.5.9. a) Il primo acquisto è datato 15 settembre 1508 e consiste in due pezze molto costose, fornite da una compagnia di lanaioli in cambio di grana. Entrambe sono accuratamente descritte nel conto Drappi, la cui intestazione offre un quadro perfetto dell’iniziativa intrapresa dai Salviati347: 344 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 15 marzo 1509. 345 Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 7 maggio 1509. 346 Anche se in maniera non sempre dettagliata, gli oneri accessori (trasporto, assicurazione, ecc.) sono registrati nel conto Drappi e portano a quel totale di f. 1930. 12 larghi di grossi sopra menzionato. 347 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 427, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 190 s. 232 232 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mdviii Drappi di seta e dd’oro di più sorte di nostro chonto proprio mandati in Levante e addiritti a Antonio Miniati deono dare, addì xv di settembre, f. centocinquanta larghi di grossi sono per la monta di br. xv d’altebasso brochato di grana a f. cinque s. x larghi di grossi braccio e br. xv di velluto br. 30 brochato di grana a f. quattro s. x larghi di grossi braccio aùti per detti pregi, parte a baratto di grana e parte per tempo dell’anno, chome a libro Ricordanze, c. 135, da Antonio di Bernardo Martellini e compagni, lanaioli, a lloro, avere, in questo, c. 168 f. 150 s. – d. – ... b) Nello stesso mese di settembre iniziano gli acquisti presso il setificio dei Salviati. Il 16 settembre i Salviati lanaioli prendono nota di una importante compera di 21 drappi, tra i quali due damaschi alla veneziana348: A dì xvi detto [settembre 1508] Iachopo di Govanni Salviati e compagni, settaioli, deono avere, addì detto, per questi a ppiè aùti da loro per tenpo dell’anno e di poi hogni mese el 1/6 e quali drappi togliemo per mandare in lLevante: br. 33 di velluto paghonazzo di grana in duo peli br. 29 ¾ di velluto nero in duo peli br. 31 di velluto verde in duo peli Sommano le pezze 3 di velluti br. 93 ¾ che a f. uno s. xv larghi di grossi braccio montono in tutto f. 164 s. 1 d. 3 br. 27 di raso dorè br. 14 ½ di domasco di grana br. 14 ¾ di domasco verde br. 39 ½ di raso nero br. 26 ½ di raso alessandrino br. 29 ½ di domasco pagonazzo di grana br. 39 di domasco tanè alla veneziana br. 14 di raso gallo br. 14 di raso verde ½ cholore br. 14 di raso gallo br. 14 di raso gallo simile br. 14 di raso dorè br. 28 di raso alessandrino br. 28 ¼ di raso tanè br. 14 di raso verde br. 28 di raso dorè br. 14 di domasco sbiadato alla veneziana br. 14 di raso sbiadato 348 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 136 d. 233 233 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Sommono in tutto tagli 18 fra rasi e domaschi e ssono br. 387, chome di sopra si vede, che a f. uno s. iii larghi di grossi braccio l’uno per l’altro montono in tutto f. 445.1.– larghi di grossi f. 445 s. 1. – -------------------f. 609. 2. 3 c) Agli inizi del 1509 i Salviati, lanaioli, acquistano dai Salviati, setaioli, altre 14 pezze tra velluti, rasi e damaschi349: Addì viiii di gennaio [1509] Iachopo di Govanni Salviati e chompagni, settaioli, deono avere, addì detto, per questi drappi a ppiè aùti da lloro per tempo dell’anno e di poi ogni mese el 1/6 e quali togliemo per mandare in lLevante: br. 28 ½ di velluto di grana in duo peli br. 32 di velluto di grana simile Sono in tutto br. 60 ½ di velluti di grana a f. uno s. xviii larghi di grossi, montono f. 114.19.– larghi di grossi br. 28 ¼ di velluto tanè in duo peli br. 34 ½ di velluto nero simile Sono in tutto br. 62 ¾ di velluti che a f. uno s. xv larghi di grossi braccio montono f. 109.16.3 br. 29 ½ di domasco verde alla viniziana br. 28 di domasco verde bruno simile br. 14 di domasco pagonazzo di grana simile br. 53 ½ di raso alessandrino spagnolo br. 42 ¼ di raso nero simile br. 27 di raso sbiadato simile br. 42 ¼ di raso pagonazzo di grana simile br. 43 ¼ di raso verde br. 13 di raso alesandrino br. 30 di raso sbiadato Sono in tutto questi x chapi di rasi e domaschi br. 322 ¾ che a f. uno s. ii d. vi larghi di grossi braccio l’uno per l’altro montono in tutto f. 363.1.10 larghi di grossi larghi f. 114 s. 19. – f. 109 s. 16. 3 f. 363 s. 1. 10 -------------------f. 587 s. 17. 1 d) In marzo i Salviati, setaioli, consegnano due drappi molto costosi350: [16 marzo 1509] Fare debitore drappi di nostro chomto in lLevante i[n] mano d’Antonio Miniati e chreditore Iacopo Salviati e compagni, setaioli, per tenpo dell’anno e ddi poi ogni 349 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 142 v. 350 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 149 v. 234 234 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) mese el 1/6 di f. centoquarantotto s. xii d. vi larghi di grossi e ssono per dua tagli di drappi, coè br. xiiii ¾ d’altebasso di grana chon andare d’oro a f. cinque s. x larghi di grossi braccio e br. xv di velluto di grana chon andari d’oro a f. quattro s. x larghi di grossi braccio aùti da lloro sino addì 16 detto e mandati questo dì in lLevante a ddetto Antonio e per mano d’Orlando Boscholi f. 148 s. 12. 6 ... e) In luglio i Salviati, setaioli, forniscono solo tre pezze351: [10 luglio 1509] Fare debitore drapi di nostro chonto in Levante e chreditore Iacopo Salviati e compagni, settaioli, di questi drapi a piè aùti da loro per tenpo dell’anno e di poi ogni mese el 1/6, mandati questo dì a Antonio Miniati: br. 41 ½ di domasco tanè a la veneziana br. 36 ¾ di raso tanè br. 12 di raso biancho In tutto br. 90 ¼ a f. uno s. ii d. vi larghi di grossi montano in tutto f. 101.10.8 f. 101 s. 10. 8 f) Il 6 agosto i Salviati, lanaioli, acquistano presso una compagnia di tintori una pezza di velluto in due peli352: Addì vi d’agosto [1509] Filippo di Tomaso Panichi e compagni, tintori, deono avere per questo drappo a ppiè aùto da loro per tempo dell’anno e di poi 1/6, quale togliemo da loro per mandare in Levante per nostro conto Antonio Miniati: br. 27 di veluto tanè in 2 peli per f. uno s. xv larghi di grossi braccio, monta f. 47 s. 5. – g) Lo stesso giorno il setificio dei Salviati fornisce sette pezze tra damaschi, rasi e velluti353: Mdviiii Iachopo di Giovanni Salviati e chompagni, setaiuoli, deono avere, addì vi d’agosto, per questi drappi a ppiè aùti da loro per tempo dell’anno e quali togliemo per mandare in Levante Antonio Miniati per nostro conto: br. 13 ¼ di domasco biancho opera largha br. 22 di domasco gallo alla viniziana br. 13 ¼ di domasco tanè br. 41 di raso gallo br. 26 ½ di raso tanè larghi 351 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 161 r. 352 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 163 v. 353 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 164 r. 235 235 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Sommono tutti e sopra detti rasi e domaschi braccia cxvi che a f. uno s. ii d. vi larghi di grossi montono f. 130 s. 10. – br. 36 1/3 di veluto verde per f. uno s. xv larghi di grossi braccio monta f. 63 s. 11 d. 8 br. 22 ¾ di veluto tanè in 2 peli per f. uno s. xv larghi braccio monta f. 39 s. 16 d. 3 -------------------f. 233. 17. 11 h) Completati gli acquisti, i Salviati, lanaioli, hanno provveduto a spedire i drappi a Pera, sfruttando a volte alcune occasioni favorevoli. La documentazione non è sempre dettagliata, ma è certo il porto di imbarco: Ancona. Attraversato l’Adriatico, da Ragusa i drappi hanno proseguito via terra alla volta di Costantinopoli. Come spesso accadeva, si tendeva ad affidare le casse a persone conosciute: i drappi acquistati in settembre sono partiti sotto la guida dello stesso Antonio Miniati; le sete comperate in gennaio 1509 sono state accomandate a Giovan Battista Buonaparte, mentre le due pezze acquistate in marzo hanno lasciato Firenze insieme a Orlando Boscoli. Per le ultime compere (luglio e agosto 1509) è stato possibile beneficiare di occasioni particolari. Le pezze infatti erano poche e i Salviati hanno imballato in una cassa dei Gondi i rasi e i damaschi acquistati in luglio; qualcosa di simile è accaduto per le sete comperate in agosto, che i Salviati hanno affidato ad altri mercanti, contribuendo a 1/3 delle spese354. I drappi sono arrivati felicemente a destinazione e Antonio Miniati ha iniziato a curarne la vendita, sia a Costantinopoli che ad Adrianopoli, ma non ha avuto modo di trasmettere a Firenze il resoconto del suo operato poiché è deceduto. Al suo posto sono allora intervenuti, in veste di procuratori, Ludovico Cavalcanti e Girolamo da Sommaia, i quali in poco più di un anno hanno compilato e inviato a Firenze tre estratti-conto di netto ricavo. Il primo estratto-conto reca la data 15 settembre 1509 e la firma dei nuovi procuratori; elenca 44 vendite e una clientela eterogenea, con numerosi mercanti ebrei e turchi, spesso anonimi, che hanno acquistato tagli molto ridotti di sete. Sempre presenti sono alcuni operatori fiorentini, tra i quali Agostino de’ Pilli, Zanobi de’ Medici e lo stesso Antonio Miniati, che il 12 agosto 1509, poco prima di morire, ha comperato picchi 1 ½ di velluto nero per farsi un paio di maniche. Questa volta, invece, la Porta non ha effettuato acquisti. Il ricavo netto è stato pari ad aspri 30522, equivalenti a f. 672.12 larghi di grossi355. Ludovico Cavalcanti e Girolamo da Sommaia portarono avanti il loro compito e il 20 maggio 1510 compilarono un secondo estratto-conto: le vendite furono 40 e il ricavo netto ammontò ad aspri 46237, equivalenti a f. 1018.18.9 larghi di grossi. Sempre numerose le compere da parte di mercanti ebrei e turchi; la Corte invece acquistò poche pezze, tra le quali un velluto in cattive condizioni (guasto) che Tommaso d’Aiolfo, artefice della vendita, cedette con uno sconto del 9,5%, come risulta da un’altra parte del documento qui non pubblicata356: 354 I dati essenziali sono riportati nello stesso conto Drappi del mastro (Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 427, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 190 s.) e negli estratti-conto citati nelle note che seguono. 355 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 173 r. e v., 174 r. 356 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 194 r. e v., 195 r. 236 236 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [20 maggio 1510] ... A la Porta di questo Signore, in Andrinopoli e per mano e nnome di Tomaxo d’Aiolfo: picchi 14 ¼ di velluto tanè ghuasto picchi 27 di simile In tutto per picchi 37 2/5 per aspri 120 picco, monta aspri 4488 picchi 36 3/8 di raso limoni per aspri 70 picco, monta aspri 2545 picchi 20 ¼ di velluto tanè per aspri 120 picco, monta aspri 2430 ... i) L’operazione è ormai conclusa e termina con il rientro dei due procuratori a Firenze. Il terzo e ultimo estratto-conto reca infatti la firma Ludovico Chavalcanti e Gerolamo da Sommaia in Firenze, addì xv di gennaio 1510 [=1511] e i Salviati, lanaioli, lo hanno copiato nelle loro Ricordanze il giorno successivo357. Le vendite sono state solo 13 e il ricavo netto è stato pari ad aspri 5208, equivalenti a f. 114.14.6 larghi di grossi: una cifra, come si vede, assai modesta. Rispetto ai due precedenti estratti-conti si nota ora un piccolo cambiamento nell’ammontare della provvigione spettante ai corrispondenti, che dall’abituale 2% è salita al 4%, causando così un nuovo onere di f. 23.1.8. A questo punto i Salviati, lanaioli, possono chiudere i conti. Considerato il costo dei drappi (f. 1930.12.0), preso atto dell’ammontare dei tre ricavi netti, dell’aumentata provvigione e di una pezza di velluto valutata f. 60 lasciata a Pera nelle mani di Antonio Ridolfi, i Salviati determinano il risultato finale, che è negativo (f. 84 s. 5 d. 9) e saldano il conto Drappi con la seguente registrazione358: Drappi di chontro deono avere . . . ... E deono avere, addì detto [9 aprile 1511] f. hottantaquattro s. v d. viiii larghi di grossi che ttanti se ne perde a questo chonto e ffassene debitori disavanzi di Levante, in questo, 205 ... f. 84 s. 5 d. 9 Doc. 91 Accanto a Simone Zati e Tommaso d’Aiolfo, Antonio di Iacopo Miniati è il terzo corrispondente a Costantinopoli della compagnia di Alessandro e Bernardo Gondi, battilori in Firenze. Nel conto che segue i Gondi prendono nota delle sete che Antonio Miniati ha venduto nella capitale ottomana359: 357 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 291 r. 358 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 427, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 230 d. Sempre con riferimento al commercio con il Levante, chiusero invece in attivo gli investimenti nei settori delle cuoia, dei panni, dei ciambellotti e della seta grezza. 359 ASF, Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 105 s.; per una tabella riepilogativa delle importazioni ed esportazioni attuate da questa compagnia negli anni 1510-1513 si veda A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., p. 1000. 237 237 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mdviiii d’oro in oro larghi Drapi di nostra ragione in mani d’Antonio di Iacopo Miniati, abitante in Pera, deono dare . . . ... E, addì vi d’aghosto [1509], f. otocentoquarantatre s. xii d. vi d’oro in oro, levato da Vendite, segn. E, c. 23, sono per più rasi e domaschi d’oro e più brochati di pelo e veluti chon oro, tutti per i pregi che a ese Vendite si vede, e sono tutti drappi richi, sopramano e di tanto posto drappi si lavorono, in questo, 109 f. 843 s. 12 d. 6 ... Doc. 92 I libri contabili di una compagnia di lanaioli consentono di ricostruire una complessa operazione riguardante panni di lana fiorentini, seta grezza persiana e alla fine drappi di seta fiorentini venduti nell’Impero ottomano. Piero Venturi e compagni, lanaioli a Firenze, producono ed esportano molti panni di lana in Levante. In cambio importano spesso seta grezza persiana, che vendono a setaioli fiorentini. Nel caso in esame i Venturi, lanaioli, hanno ceduto a Cristofano Brandolini e compagni, setaioli, seta grezza in cambio di quattro tessuti di seta. I Venturi esportano poi i quattro tessuti in Levante; la maggior parte è venduta allo stesso sultano Selim I. a) I Venturi prendono nota delle sete che ricevono dai Brandolini. Si tratta di due rasi e due broccati, tutti con andari d’oro360: [1510] Da Christofano di Guliano Brandolini e compagni, settaioli, deono avere, addì x d’aprile, per questi drapi chon a[n]dari d’oro autti da lloro per f. tre s. x d’oro in oro braccio e da lloro a rinchontto setta legi per f. tre di suggello libbra, chome di sopra si vede, mezano Andrea d’Angiollo, qui a piè: br. xxvii 1/iiii di raxo roxo chon a[n]dari d’oro per f. tre s. x d’oro in oro e braccio, monta f. 95. 7. 6 br. xiii 1/iii di raxo tanè chon a[n]dari d’oro per f. tre s. x d’oro in oro braccio, monta f. 46. 13. 4 br. xxvi 1/iiii di domascho roxo chon a[n]d[a]ri d’oro per f. tre s. x d’oro braccio, monta f. 91. 17. 6 br. xiii 1/iiii di domascho alesandrino chon a[n]d[a]ri d’oro per f. tre s. x d’oro braccio, monta f. 46. 12. 6 --------------------------------br. lxxx1/12 f. 280. 10. 10 Abattesene f. dua s. 0 d. x d’oro in oro per averci datto bracia 13 di detti raxi che no ci avea a dare se none 1/4, d’achordo chol ditto Christofano Brandoli[ni] restano netti f. dugientto settanta otto s. x Restano netti, chome di sopra si vede, f. 278.10 d’oro in oro 360 f. 2. 0. 10 ------------------f. 278. 10. – ASF, Venturi Ginori Lisci, 14, Giornale di Piero Venturi e compagni, lanaioli, c. 18 r. 238 238 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) Piero Venturi e compagni spediscono le sete a Bernardo Venturi e Raffaello Guiducci, loro corrispondenti a Costantinopoli, i quali le vendono non nella capitale ma ad Adrianopoli. Il maggior acquirente è Selim I. Il 17 ottobre 1511 Guiducci da Adrianopoli spedisce a Firenze l’estratto-conto di netto ricavo361: Mdxi Copia d’uno [c]honto di drapi d’oro finitti per noi Rafaello Ghiducci, a piè. Aprexo vi si darà [c]hontto a voi, Piero Venturi e compagni, lanaioli, di fine e spese fatte a drapi ci mandasti in una balla più fa, e prima la fine: A uno amicho in Adrenopolli per mano di Luvigi Ghera[r]di, pichi 12 di raxo roxo [c]hon a[n]dari d’oro, aspri 260 picco, in tutto aspri 3120 A la Portta di sulita[n] Salime in Adrenopolli, per mano dell detto, pichi 58 ½ di raxi d’oro e domaschi d’oro, aspri 245 picco, in tutto aspri 14332 --------------Soma la fine, [c]home di sopra si vede aspri 17452 Apreso le spexe362: ... --------------aspri 3224 Soma in tutto le spexe [c]home di sopra si vede Resta e ritratto netto, abatuto le spexe, [c]home si vede, aspri 14228, di ttantti v’abiamo [c]hreditori a buono [c]hontto; rivicittatte detto [c]hontto e, trovandollo a dovere, l’a[c]honcatte aspri 14228 Rafaello Ghiduci, in Adrenopoli, a dì 17 d’ottobre 1511 c) Gli aspri 14228 di ritratto netto equivalgono a f. 263 s. 9 d. 7. A Firenze, intanto, i Venturi avevano sostenuto alcune spese accessorie (f. 3 s. 8 d. 7) e il totale dei costi ha così raggiunto l’ammontare di f. 281.18.7. I costi superano i ricavi e l’operazione si chiude quindi con una perdita di f. 18.4.0, che a una data imprecisata i Venturi registrano nel conto Avanzi363: Avanzi di nostra bottegha deono dare . . . ... E deono dare f. dicotto s. iiii d. –, posto avere drappi, in questo, a c. 64, tanto vi si perde ... f. 18 s. 4 d. – 361 ASF, Venturi Ginori Lisci, 14, Giornale di Piero Venturi e compagni, lanaioli, c. 155 r. Segue un elenco di spese per un totale di aspri 3224. 363 ASF, Venturi Ginori Lisci, 15, Debitori e creditori di Piero Venturi e compagni, lanaioli, c. 62 s. 362 239 239 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 93 Dopo le precedenti esportazioni (Docc. 44, 56, 57, 82, 83, 86), il setaiolo Agnolo del Caccia continua a inviare sete a Costantinopoli, appoggiandosi ad Antonio Gerini. a) Il giorno 11 gennaio 1510 Agnolo consegna alla dogana di Firenze le sete proprio ad Antonio Gerini, in partenza per l’Impero ottomano364: [11 gennaio 1510] Richordo ogi, questo dì xi di genaio, cchome chol nome di Dio e di e di (sic) salvamento s’è chonsengniato qui in doghana di Firenze a Antonio d’Antonio Gierini 2 chas[s]ette di drapi di setta di N. 1, rossetto, e N. 2, verde bruno, le quali gli ò dati perché le porti i Levante, overo ne le parti di Romania, de’ quali gli dò libera chomisione gli finischa per danari chontanti o a baratto di seta, chome a lui parà o piacierà, e ritratto d’esi rimetta o in danari chontanti o a chanbio in su robe o in seta stravai o seri, chome a lui parà e piacerà, cioè: Una chas[s]eta N. 1, roseto: Segn. 10 br. lviii ½ di raso allesandrino Segn. 4 br. liii 1/3 di raso tanè Segn. 5 br. lvi di raso sbiadato Segn. 7 br. lvi 3/4 di raso rosso di grana Segn. 12 br. xxxiiii 3/4 di raso gallo limone Segn. 11 br. xxxii 1/4 di raso bigio argentato Segn. 28 br. xxx 1/3 di raso incharnato Una chas[s]eta N. 2, verde bruno: Segn. 3 br. lvii di raso allesandrino Segn. 25 br. xlvii ½ di raso verde gallo Segn. 9 br. xlvii 3/4 di raso verde mezo cholore Segn. 13 br. xxxi 2/3 di raso gallo limone Segn. 6 br. xliii ½ di domaschino gallo a la viniziana Segn. 14 br. xxii ½ di domaschino tanè alla viniziana Sono in tutto br. 571 4/5 Spese e prima: A Antonio d’Antonio Gerini per gabella de’ sopra detti, f. sei d’oro in oro lb. ii s. 1 portò chontanti, a Uscita f. 6 lb. 2. 1. – A Antonio di Probagho, speziale, lb. 2.17 per incierato, Andrea, lanc[i]aio, per 2 chas[s]ete, lb. 1.8 e per 2 bandinelle e chapechio, lb. 1.1 d. 8 f. – lb. 5. 6. 8 A Giovanni di Bernardo, per leghatura a uso di panni f. – lb. 16. – ... 364 Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 212 r. 240 240 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) Il giorno successivo, il 12 gennaio 1510, Agnolo compila un documento analogo, nel quale riporta i costi delle sete365: [12 gennaio 1510] Una mandata di drapi chonsegnati qui in doghana di Firenze, ispaccati di ghabelle e ttutte altre spese in duo chassette Antonio d’Antonio Gerini perché gli portti in Levante, de’ dare, addì xii di genaio, e prima: Segn. 10 Segn. 4 Segn. 1 (sic) Segn. 7 Segn. 12 Segn. 11 Segn. 28 Segn. 3 Segn. 25 Segn. 9 Segn. 13 Segn. 6 Segn. 14 br. lviii ½ di raso allesandrino br. liii 1/3 di raso tanè br. lvi di raso isbiadato br. xxxiiii ¾ di raso giallo br. lvi ¾ di raso rosso di grana br. xxx 1/3 di raso incharnato br. xxxii ¼ di raso bigio br. lvii di raso allessandrino br. xlvii ½ di raso verdde giallo br. xlvii ¾ di raso verdde mezzo cholore br. xliii ½ di domascho giallo alla viniziana br. xxxi 2/3 di raso gallo br. xxii ½ di domascho tanè alla viniziana br. br. br. br. br. br. br. br. br. br. br. br. br. 58 ½ 53 1/3 56 34 ¾ 56 ¾ 30 1/3 32 ¼ 57 47 ½ 47 ¾ 43 ½ 31 2/3 22 ½ f. 58. 10. – f. 53. 6. 8 f. 56 f. 34. 15. 0 f 56. 15. – f. 30. 6. 8 f. 32. 5. 0 f. 57. 0. 0 f. 47. 10. 0 f. 47. 15. 0 f. 43. 10. – f. 31. 13. 4 f. 22. 10. – -----------------571. 16. 8 E de’ dare, a dì xii di genaio, f. sei larghi in oro per ragione di detti drapi, per loro a Antonio d’Antonio Gerini, apare a Uscita, c. 51 f. 6 s. 6. – E, a di detto, per più altre spese, chome apare a Uscita segnata E, lire 5.6.8, c. 51 f. – s. 15. – ----------------f. 578. 16. 8 Doc. 94 Un’altra spedizione di drappi da parte di Agnolo del Caccia, setaiolo. I drappi viaggiano insieme a due panni di lana. A Costantinopoli il destinatario è Tommaso d’Aiolfo. a) Agnolo del Caccia consegna la merce alla dogana di Firenze il giorno 1° giugno 1510. La cassa arriverà a destinazione via Ancona e Ragusa, come risulta dalle Ricordanze dello stesso del Caccia366: 1510 Richordo ogi questo dì primo di gugnio 1510 abiàn mandato chol nome di Dio e di salvamento a Tomaso d’Aiolfo i Levante per Giovan Battista d’Antonio Dazzi, chonduttore dette robe, una balla cho l’avante segnio, entrovi l’enfraschritte chose, coè una chassetta, entrovi drappi d’oro e di seta e due panni, chom a piè si dirà, coè: 365 366 Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 23 r. Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 213 v. 241 241 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI br. li ½ di raso limone br. liii ¼ di raso limone br. liiii ¾ di raso verde mezzo cholore br. xxxvi ½ di domascho tanè a la viniziana br. lviiii 2/3 di brochato rosso di ghrana in dua tagli chon tirelle, coè br. 43 2/3 e br. 16 Dua panni rossi: uno di segno 95, N. 6, uno di segno 95, N. 17 La quale balla s’è chonsegniata qui in doghana a Domenicho d’Antonio, vetturale, vochato el Montanello, el quale l’à data qui a Giovan Batista da la Pieve, vetturale, chon ordine la chonducha in Anchona a Tomaso di Bartolomeo per seghuirne nostro ordine. La quale balla se n’è dato questo dì 3 di gugnio 1510 richordo e chomesione a Giovan Batista d’Antonio Dazzi facci d’averla in Anchona dal sopra detto Tomaso di Bartolomeo di ser Tomaxo e la chonducha cho la persona sua a Raugia per chonsegniarla di poi in Pera o in Andrinopoli cho lle robe sua o in ogni altro luogho a Tomaso d’Aiolfo nostro, fiorentino, e da lui valersi de le spese e pigliarne quitanza del chonsegniato. ... b) Lo stesso giorno Agnolo prende nota della consegna dei drappi e degli oneri accessori a Firenze367: [1° giugno 1510] Una mandata di drapi e panni chonsengniati qui in doana di Firenze a Domenico d’Antonio, vocato il Montanello, e per lui a Giovan Batista de la Pieve, vetturale, perché la chonsengni in Anchona a Tomaso di Bartolomeo per dare a Giovan Batista Dazi che la porti i Levante chon ordine di chonsegniala a Tomaso d’Aiolfo, de’ dare, a dì primo di gugno, per: Segn. 38 br. cinquantanove 2/3 di brochato roso a bastone a 2 fili d’oro, in 2 tagli, cioè br. xliii 2/3 una peza e una br. xvi, bello, vale f. 2 s. 10 a oro larghi in oro f. 149 s. 3. 4 Segn. 37 br. li ½ di raso gallo limone, richo f. 51 s. 10. – Segn. 8 br. liii ¼ di raso gallo limone, richo f. 53 s. 5. – Segn. 36 br. liiii ¾ di raso verde mezo cholore, richo f. 54 s. 15. – Segn. 14 br. xxxvi ½ di domaschino tanè a la viniziana, richo f. 36 s. 10. – Tute le sopra dette chose sono in una balla segnata de l’avanti segno e N. 1 E 2 panni, segn. 95, N. 17 e N. 6, in tutto, vagliono f. 42 -------------------f. 387. 3. 4 Per gabella a Geri Girolami f. 4 d’oro lire 2.17.4 di quattrini biachi f. A Girolamo del Ghuanto per sichurtà di f. 150 d’oro, f. 3 d’oro f. A Michele di Lorenzo, linaiuolo, per chanavaccio lb. 1.17 e a lanciaio, per la chas[s]a lb. 1.1, a Giovanni di Bernardo, leghatore, lb. –.14, in tutto lb. 3.12, a Antonio di Probagho lb. 1.11 per incierato, portò Bastiano [. . .] f. 4 lb. 3. 2. 4 3 lb. –. 8. – – lb. 4. 3. – 8 s. 2. – 387. 3. 4 ---------------------f. 395. 5. 4 367 Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 29 v. 242 242 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 95 Agnolo del Caccia, setaiolo, spedisce altre sete a Tommaso d’Aiolfo in Costantinopoli. a) Il 27 agosto 1511 le sete sono imballate in due casse e consegnate a Francesco Federighi, che via Ancona le porterà in Levante368: Mdxi Richordo oggi questo dì 27 d’aghosto abiam mandato chol nome di Dio e di salvamento a Tomaso d’Aiolfo i Levante per Francesco di Girolamo Federighi, chondutore di dette robe, 2 chassette di drapi d’oro e di seta invogliate a usso di panni cho l’oncierato e segnate uno rosetto e uno verde bruno, tutte 2 ischabelate qui e di tutto spaciate fino a Pesero, cioè in Anchona: Segn. 64 br. 49 1/3 di brochato roso di grana chon bangni di chermisi, a bastone, a 2 ori e alto e baso Segn. 38 br. 18 ½ di brochato roso simile Sono in tutto br. 67 4/5 di brochati Segn. 63 br. 48 5/8 di raso rosso di grana Segn. 69 br. 61 1/3 di raso alesandrino Segn. 71 br. 59 di raso verde ½ cholore Segn. 43 br. 45 5/8 di raso verde pieno Segn. 67 br. 64 1/8 di raso gallo limone Segn. 59 br. 61 2/3 di raso tanè dorè Segn. 76 br. 31 1/2 di raso tanè dorè Segn. 76 br. 25 1/3 di raso tanè dorè Segn. 28 br. 31 7/8 di raso bigio Sono in tutto i rasi br. 429 1/3 De’ sopra detti si dà libera chomesione gli finischa per danari contanti o a baratto di sette di gualunche sorta, e i ritratto rimetta in danari chontanti o per lettera di chabio o in sete chome a lui parà e piacierà. Le quali chas[s]ette ditto Francesco di Girolamo Federighi le chondurà cho la persona sua e cho le sua robe a ditto Tomaso d’Aiolfo nostro, fiorentino, in Anandrinopoli o in Pera o in qualunche altro luogho e valersi de le spese e pigliar quitanza del chonsegnato. Io, Francesco di Girolamo, ò ricevuto le sopra dette robe e per fede del vero ò fatto questi versi di mia propria mano, questo dì xxx d’aghosto, in Firenze. b) Anche questa volta Agnolo compila un secondo documento, nel quale riporta i costi delle sete e gli oneri accessori a Firenze369: Mdxi A Tomaso d’Aiolfo Una mandata di drappi d’oro e di seta mandati per Francesco di Girolamo di Pagholo Federighi i Levante, overo nelle parti di Romania, in 2 chas[s]ette chon panni sghabellati i nome di Giovanni, suo fratello, cioè in 2 balle, una chas[s]etta per balla a uso di panni, cho l’oncierato e bandinele, una detto rosetto N. 1 e una verde bruno, N. 2, chonsengniate questo dì 27 d’aghosto 1511, coè: 368 369 Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 216 v. Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 47 v. 243 243 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Segn. 64 br. 49 1/3 di brochato roso a bastone chon 2 ori Segn. 38 br. 18 ½ di brochato roso a bastone chon 2 ori Segn. 63 br. 48 5/8 di raso roso di grana chon bangni Segn. 69 br. 61 1/3 di raso alesandrino segnato 69 Segn. 71 br. 59 di raso verde ½ cholore Segn. 43 br. 45 5/8 di raso verde pieno Segn. 67 br. 64 1/8 di raso gallo limone Segn. 59 br. 61 2/3 di raso tanè dorè Segn. 76 br. 31 ½ di raso dorè Segn. 76 br. 25 1/3 di raso dorè Segn. 28 br. 31 7/8 raso bigio f. 123 lb. 1 s. 3. f. 46 lb. 1 s. 15. f. 48 lb. 4 s. –. f. 61 lb. f. 59 lb. f. 45 lb. f. 64 lb. f. 61 lb. f. 31 lb. 3. 10. f. 25 lb. – f. 31 lb. 5. 10. --------------------------f. 594. 15. 18. 4 – – – – 4 Spese: A Giovanni di Girolamo Federighi f. sette d’oro in oro e lb. una s. xii di quattrini bianchi per paghare la gabella e paso d’Arezo lib. 100 di drapi, questo dì 27 d’aghosto, per chontanti A Andrea di Probagho e compagni, speziali, per br. 5 d’incierato, portò chontanti A Andrea, lanciaio, per 2 chas[s]ette di panchoncelli A Zanobi, linaiuolo, per 2 bandinele f. 7 lb. 2. – f. – lb. 2. 3. 8 f. – lb. 1. 5. – f. – lb. 1. – ------------------------------f. 601. 22. [7]. 0 Doc. 96 Agnolo del Caccia invia il 3 aprile 1512 altri rasi e broccati a Tommaso d’Aiolfo in Costantinopoli. Il trasporto è affidato ad Aiolfo di Tommaso, figlio del destinatario370: Mdxii Richordo ogi, questo dì iii d’aprile, chome noi abiamo mandato chol nome di Dio e di salvametto a tTomaso d’Aiolfo per Aiolfo suo figluolo, chondutore, una chassetta, entrovi gl’infrascritti drapi a uso di uno panno cho l’oncieratto e chapechio e bandinela, segn. N. 1 e verde bruno, meso in una balla di sua panni per chondungnene in Levante, e quali sono spacciati di gabella e altro, chome apare in questo, c. –, cioè: Segn. 84 br. 44 ¾ di brochatto rosso a bastone cho l’alto e baso Segn. 104 br. 49 1/8 di raso verde sbiadato Segn. 103 br. 29 1/6 di raso sbiadato Segn. 103 br. 14 1/3 di raso sbiadato Segn. 106 br. 21 di raso tanè dorè Segn. 105 br. 20 1/8 di raso limonato giallo 370 Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 218 v. 244 244 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) De’ sopra ditti si dà libera chomisione gli finischa per danari chontanti o a baratto di seta di qualunche sorta e i ritratto rimetta in danari chontanti o per lettera di chanbio o in seta, chome a lui parà e piacierà. ... Doc. 97 Agnolo del Caccia continua a spedire drappi a Tommaso d’Aiolfo, in Costantinopoli. a) A Firenze Agnolo ha consegnato panni di lana e sete a Giovan Battista dalla Pieve, che le trasporterà ad Ancona, per lasciarle alla compagnia di Tommaso di Bartolomeo. Quest’ultima le consegnerà poi a Giovanni Benci che, una volta giunto nella capitale ottomana, le affiderà a Tommaso d’Aiolfo371: Mdxiii Mercholedì, addì 22 di gugno Richordo questo sopra detto dì chome chol nome di dDio noi habbiano ordinato a Tonmaso di Bartolonmeo e compagni d’Anchona chonsegnino a Giovanni di Francesco di Ghuernieri Benci una balla chol davanti segno, entrovi 2 panni gharbi e una chassetta di drappi, la quale detto Giovanni l’à a chonducere insieme chon le robe sua nelle parte di Romania per chonsegnalla a Tonmaso d’Aiolfo o im Pera o dove lui fussi, la quale balla questo detto dì s’è chonsegnata qui, spaccata di tutto, a Govam Batista dalla Pieve, per chondulla al sopra detto Tonmaso di Bartolomeo in Anchona. Della quale balla diano chonmessione a Tommaso d’Aiolfo la finischa pe danari chontanti o a baratto di seta stravai o a ttempo, ma el disiderio nostro sarebbe che non si avessi a chredere. E quali drappi e panni sono l’infraschritti, coè: Segn. 4 br. 32. 3. 4 di velluto rosso di grana Segn. 12 br. 36. 13. 4 di raso rosso di grana Segn. 10 br. 44. 10 di raso verde Segn. 11 e 17 br. 58. 15 di raso nero in 3 tagli insieme Segn. 25 br. 74. 15 di raso sbiadato in 2 tagli insieme Segn. 26 br. 58. 7. 6 di raso tanè in 2 tagli insieme Segn. 36 br. 33. 10 di raso biancho Segn. 36 br. 36. 6. 8 di raso biancho Segn. 38 br. 44. 15 di raso gallo in 2 tagli Segn. 42 br. 30.13. 4 di raso gallo Segn. 46 br. 20. 2. 6 di raso tanè chiaro uno panno paghonazzo in 2 tagli, picchi 38 Segn. 45 uno panno rosso, picchi 37 Assichuramoci, addì 6 di luglio, per f. 200 da Anchona a Rauga, èccene schripta valida. b) Anche questa volta Agnolo del Caccia compila un altro documento, nel quale riporta i costi delle sete372: 371 Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 102 v. Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 12 r. Nel margine sinistro della carta sono riportati i nomi dei fornitori dei due panni di lana. 372 245 245 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [1513] Una mandata di panni e drappi in Levante nelle parte di Romania per chonsegnare a Tonmaso d’Aiolfo de’ dare, addì 22 di gugno, per questi panni e drappi: uno panno paghonazzo di gharbo pichi 38, br. 40 1/3, stimato f. 20 lb. 1 s. 7. 6 uno panno rosso di gharbo pichi 38, br. 40, stimato f. 21 lb. – Segn. 4 br. 32 1/6 di velluto roso di grana, stimato f. 2 di suggello braccio f. 45 lb. – s. 7. – Segn. 12 br. 36. 13. 4 di raso di grana per f. 1 s. 3 di suggello braccio f. 35 lb. 3 Segn. 10 br. 44. 10. – di raso verde Segn. 11 e 17 br. 58. 15. – di raso nero Segn. 25 br. 74. 15. – di raso sbiadato Segn. 26 br. 58. 7. 6 di raso tanè Segn. 36 br. 33. 10. – di raso biancho Segn. 36 br. 36. 6. 8 di raso simile Segn. 38 br. 44. 15. – di raso gallo Segn. 42 br. 30. 13. 4 di raso gallo Segn. 46 br. 20. – di raso tanè chiaro Tirano le pezze 9 di rasi cholorati br. 401 3/5 stimati f. 1 s. 2 di grossi bracco, sono d’oro in oro f. 371 lb. 1 s. 12. 8 ----------------------f. 492 lb. 6. 7. 2 c) La contabilità di Agnolo del Caccia è molto accurata. A volte è possibile risalire al tessitore che a Firenze ha eseguito il velluto o il raso che sarebbe poi finito a Costantinopoli. Riprendiamo alcuni esempi, tutti relativi alla spedizione sopra indicata373: Mdxii Segn. 4 Una pezza di velluto rosso di grana in 2 peli chonsegnatoci Agnolo di Govanni del Chacca, posto in questo, 2, br. 32. 3. 4 addì 4 di dicembre ... Segn. 17 Uno taglo di raso nero in 9.000 haùta da Agnolo del Chacca, posto, in questo, c. 4, addì 24 di dicebre br. 30. 6. 8 ... Segn. 25 Uno taglo di raso sbiadato in 9.000, tessè Giovanni di Francesco, riaùto a dì 25 di febraio, pesò lib. 6 once 7, a Manifattori, 4 br. 37.10. – 373 Tratto a una mandata in Levante, in questo, 12 br. 32. 3. 4 Tratto e mandato in Levante, in questo, c. 12 br. 30. 15. – Tratto e mandato in Levante, in questo, 12 br. 74.15. – Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, cc. 151 s. e d., 153 s. e d., 154 s., 155 s. e d., 156 s. e d., 157 s. e d. 246 246 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, addì 14 d’aprile 1513, pesò lib. 6 once 2, tessè lui detto, a Manifattori, 4 br. 37. 5. – 74.15. – ... Segn. 26 Uno taglo di raso tanè in 9.000, Tratto e mandato in Levante, tessè Luigi di Girolamo, riaùto in questo, 12 br. 58. 7. 6 a dì 4 di marzo [1513], a Manifattori, 3, lib. 5 once 10 br. 30.17. 6 E, addì 6 d’aprile, tessè lui detto, lib. 5 once 1, a Manifattori, 3 br. 27.10. – Lib. 10 once 11 br. 58. 7. 6 Mdxiii Segn. 36 Uno taglo di raso bianco in 8.000, tessè Luigi di Girolamo, riaùto addì 28 di aprile, pesò lib. 6 once 1, a Manifattori, 6 br. 36. 6. 8 E ppiù riaùto addì 9 di gugno, tessè lui detto, lib. 6, a Manifattori, 6 br. 33.10. – 69.16. 8 ... Segn. 42 Uno taglo di raso gallo in 9.000, tessè Ghoro di Simone, riaùto addì 9 di gugno, lib. 5 once 7, a Manifattori, 12 br. 30.13. 4 ... Segn. 46 Uno taglo di raso tanè chiaro, tessè Luigi di Girolamo, riaùto addì 22 di giugno, pesò lib. 3 once 9, a Manifattori, 13 br. 20. 2. 6 ... Tratto e mandato in Levante, in questo, 12 br. 69.16. 8 Tratto e mandato in Levante, in questo, 12 br. 30.13. 4 Tratto e mandato in Levante, in questo, 12 br. 20. 2. 6 Doc. 98 Nel dicembre 1513 Agnolo del Caccia spedisce molti rasi a Costantinopoli. Anche questa volta è previsto l’invio delle sete alla compagnia di Tommaso di Bartolomeo in Ancona, ma la consegna finale sarà a Ludovico Boni, in Costantinopoli. Quest’ultimo dovrà curare le vendite, se possibile in contanti oppure accettando in cambio seta grezza. Pubblichiamo il ricordo della spedizione, che in via eccezionale include anche i costi delle sete374: 374 Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 103 v. 247 247 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mdxiii Mercholedì, addì vii di dicenbre Richordo ogi, questo dì sopra detto, chome chol nome di dDio e di buono salvamento abiamo invogliato e leghata una balla segnata del segnio avanti, entrovi una chassa di drapi e 2 panni chome di sotto si dirà, e spacatta di ghabella e leghattura, la quale abiamo chonsegniata qui a Guliano Boni e compagni, setaiuoli, chon ordine che ce la mandino a Lodovicho di Francesco Boni in Levante, in Pera o dove fussi, e disono averla mandata a Tomaso di Bartolomeo e compagni d’Anchona, chon ordine che detti la chonsegnino a [A]iolfo di Tomaso, che lui la chonsegni al sopra detto Lodovicho in Pera o dove fussi. Al quale Lodovicho Boni diàno chomesione ce la finischa per danari chomtanti o a barato di setta stravai, chome lui proprio gudicherà esere più nostro vantaggio e mandonsigli a nnome di Filippo di Benedetto Bernardi. E di ritratto d’essa roba gli possa rimettere in danari chontanti o in setta o per lettera di chanbio, in su robe chome a lui piacerà e tutto s’intenda detta mandata e ritratto a nostro rischio e per chonto d’Agnolo del Chacca proprio: br. 53 ¼ di raso tanè in 2 tagli per f. 1 s. 4 di suggello braccio br. 34 ¼ di raso dorè per detto prego br. 32 ¾ di raso simile br. 34 ½ di raso tanè chiaro br. 28 ½ di raso gallo br. 37 ¾ di domaschino verde in 3 br. 26 – di domaschino verde in 3 br. 56 1/3 di raso verde br. 61 1/3 di raso nero in 2 tagli br. 33 – di raso gallo br. 33 1/3 di raso simile br. 14 ¼ di raso sbiadato Sono, chome si vede, rasi e domaschini br. 445 ¼ che, a f. 1 s. 4 di suggello braccio, montano f. 445 larghi di grossi, vagliono a fiorini larghi d’oro in oro f. 374. 3. 3 br. 31 ¾ di velluto nero per f. 2 di suggello braccio br. 18 ¾ di detto, per detto prego Vagliono a ducati d’oro f. 70. 14. 7 ... Doc. 99 I rasi e i velluti della compagnia di Agnolo del Caccia hanno da poco lasciato Firenze (Doc. 98), che già un mese dopo la stessa compagnia spedisce in gran fretta altri due tagli di velluto nero a Ludovico Boni in Costantinopoli. Le sete sono imballate insieme ad altre, appartenenti alla compagnia di Giuliano Boni, setaioli375: Mdxiii Una mandata in Levante per nostro chonto e mandata in mano di Ludovicho Boni nel modo e forma e chomessione chome una mandata al detto apare, in questo, 19, insino addì 5 di dicenbre, 375 Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 21 r. 248 248 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) de’ dare addì 4 di gennaio per i drappi apresso e prima, e quali si mandorno detto dì in una chassa d’altri drapi di Guliano Boni e chonpagni, settaioli, spacati gl’infraschritti drapi sino in Anchona a nostre spese: 57 br. xiiii ¾ di veluto nero in 2 peli per f. 2 di sugello braccio, tratto a Manifattori, larghi d’oro c. 159, che monta f. ii di sugello braccio f. 20. 13. 2 62 br. xxviii ½ di velluto nero detto, per detto prego, tratto a Manifattori, c. 160, monta f. ii di sugello braccio f. 39. 18. 3 -----------------f. 60. 11. 5 Doc. 100 Una spedizione isolata di un raso a Costantinopoli da parte di Agnolo del Caccia, setaiolo. Agnolo affida a Iacopo di Piero da Verrazzano, in partenza per Costantinopoli, un raso di br. 44 1/3 con l’incario di venderlo a contanti o prendendo in cambio seta grezza376: [12 agosto 1514] Una mandata i Levante per nostro chonto in mano di Iachopo di Piero di Bancho da Verrazano, de’ dare, addì 12 d’agho[sto], per i drapi apresso, de’ quali si gli dà libera chomessione gli finischa per noi a danari chontanti o a baratto di setta, chome lui gudicha esere più nostro profitto: 59 br. xliiii 1/3 di raso sbiadato per f. 1 s. 2 larghi di grossi braccio, tratto a Manifattori, c. 160 grossi f. 48. 11. 4 Doc. 101 Ultima delle nove spedizioni di drappi in Levante effettuate da Agnolo del Caccia a partire dal 1510 (Docc. 93-100). a) A Pera Francesco Zati ha curato le vendite e l’11 aprile 1516 ha trasmesso un estrattoconto di netto ricavo ad Agnolo del Caccia, a Firenze, che lo ha copiato nel suo libro contabile. Una pezza di raso verde – l’ultima dell’elenco – è danneggiata e non ha trovato un compratore377: [11 aprile 1516] Apreso vi si darà chonto di più drappi stietti consengniati per voi piu fa da Tommaso d’Aiolfo e finiti per voi chome per questo e prima: A Jachomato, turcho, chalzolaro, a dì 14 di novebre 1515, picchi 10 ¼ di raso nero per aspri 60 picco, monta aspri 615 A Abramo, ebreo, canbelottiere, a dì x d’aprile 1516, per baratto di cianbelotti: picchi 31 ¼ di raso rosso di grana picchi 29 ¼ di raso biancho 376 377 Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 28 r. Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 221 v. 249 249 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI picchi 32 ½ di raso turchino picchi 21 ½ di raso simile picchi 27 di raso tanè picchi 15 ½ di raso tanè picchi 12 ¼ di raso limone picchi 14 ¼ di raso limone picchi 28 ¼ di raso biancho picchi 15 ¾ di raso verde, machiato In tutto picchi 227 ¼ per aspri 70 picco, motano aspri 15907, tratto per picchi 15 ¾ di raso verde tuto machiato e ghuasto, aspri 150, resta netto a paghamento aspri 15757 ---------------Soma tuto la fine de’ sopra detti drapi, chome si mostra aspri 16372 Apresso spese e prima: Per senseria a 2 per ciento Per senseria de’ baratati a ½ per cento Per meseteria a vii per cento Per stalagio di ma[ga]zino a ½ per cento Per nostra provisione a 2 per cento aspri 12 aspri 81 aspri 173 aspri 75 aspri 300 ------------Somano tutte spese, chome si vede aspri 631 aspri 631 ---------------Resta e ritratto neto de’ sopra detti drapi, chome si vede, aspri 15741 e di tanti v’abiàn fato creditori al chonto per voi; rivicitatelo e stando a dovere chome noi l’achonciate; ’sendovi a dire, lo dite e s’amenderà. Idio vi ghuardi. aspri 15741 per ’l vostro Francesco Zati in Pera, a di xi d’aprile 1516 b) Circa tre settimane dopo, un collaboratore dello Zati a Costantinopoli informa Agnolo del Caccia dell’operazione effettuata. I rasi sono stati ceduti in cambio di una ingente partita di ciambellotti; il resto è stato pagato in contanti. La lettera termina con un accenno a quel raso verde, in cattive condizioni, che sarà difficile vendere a 40 aspri il picco378: A dì 6 di magio 1516 ... E vi s’è chonperato col come di Dio, sino a 9 d’aprile, peze 147 di cianbelotti per aspri 222 1/5 la pezza a baratto di pichi 231 1/3 di vostri rasi e domaschini cholorati per aspi 70 picco, e resto si dette danari chontanti. Èssi presso questo ’spediente chome de le nostre chose propre, giudichando il meglio di chosì fare che indugiare per avello a fare di qui a qualche tenpo chon più disavantagio e danno. ... 378 Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 220 r. 250 250 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Restaci alquanti pichi di domaschino verde, quali per eser dolenti non si sono posuto mettere nel baratto de’ cianbelotti; vedrassi farnne qualche contratto avanti nostra partita, che non credo mai se ne abia aspri 40 del picho in nesuno modo. ... Giovanni Bonganni in Pera Doc. 102 Dopo le spedizioni del 1507 (Doc. 81), del 1508 (Doc. 85) e del 1509 (Doc. 91), la compagnia di Alessandro e Bernardo Gondi, battilori, invia nel 1512 altre sete nell’Impero ottomano. Destinatario è ora Tommaso d’Aiolfo, che dovrà curare le vendite. La documentazione è particolarmente ricca, ma spesso non si dilunga nel descrivere i tessuti. L’esempio che segue, relativo soltanto a due pezze, è un po’ l’eccezione379: [8 gennaio 1512] Drappi di nostra ragione di chonto nuovo, in Levante, in mano di Tomaso di Michele d’Aiolfo, deon dare . . . ... E, addì viii di gennaio 1511 [=12], f. centoventiquatro s. – d’oro in oro, levato da Vendite, segn. F, c. 26, sono per 2 tagli di drappi, cioè uno altebaso d’oro e uno di broccato paonazzo, mandato detto dì in Levante in una chassa di chonto di rede di Giuliano Ghondi e cchonpagni, chome tutto a lungho a dette Vendite si diciara, e di tanto posto avere drappi si lavorano in questo, c. –, e sono netti di spexe fino in Anchona, che qui si sono paghate a dett’erede, c. 85 ... f. 124 s. – d. – Doc. 103 Lo Statuto dell’Arte della Seta del 1512 stabilisce che i drappi destinati al Levante possino et debbino rispettare una larghezza ben precisa: br. 1 (cm. 58,3), br. 1 1/8 (cm. 65,6) e br. 1 ¼ (cm. 72,9)380: [1512] Che e domaschini apicciolati a poste e andari, brochatelli, rasi et domaschi che si brochano et si lavorano per Levante et ogni altro paese, d’oro et d’argento et di seta, si possino et debbino fare alle infrascripte larghezze precise et a punto, cioè di braccio uno et di bracc[i]o uno et uno ottavo e di bracc[i]o uno et uno quarto, cioè in qualunque di dette tre larghezze . . . ... 379 ASF, Gondi, 2, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 81 s. ASF, Arte della Seta, 1, Statuti, cc. 330 v., 331 r. (Riforma del 1512); Statuti dell’Arte di Por Santa Maria del tempo della Repubblica, a cura di U. Dorini, Firenze 1934, pp. 733-734. Come è stato attentamente notato, la misura intermedia corrisponde al picco in uso a Costantinopoli (L. Monnas, Loom Widths and Selvedges Prescribed by Italian Silk Weaving Statutes 1265-1512: A Preliminary Investigation, «Bulletin du Centre International d’Étude des Textiles Anciens», 66, 1988, p. 37). 380 251 251 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 104 Nel 1512 i Salviati, lanaioli, dopo le spedizioni del 1508-1509 che si erano concluse nel 1511 con un risultato negativo (Doc. 90), continuarono a inviare drappi a Costantinopoli. Il corrispondente era sempre Girolamo da Sommaia, che già nel corso della precedente operazione era subentrato insieme a Ludovico Cavalcanti al defunto Antonio Miniati. Siamo di fronte a un’operazione complessa, destinata a durare molti anni, che vide la partecipazione di due aziende Salviati: la compagnia di lanaioli, che svolse un ruolo di primo piano sino al 1517, quando subentrarono i Salviati, setaioli, con investimenti modesti. Sarebbero stati questi ultimi a chiudere i conti, ma solo nel 1529. Negli anni 1512-15 i Salviati, lanaioli, effettuarono tredici campagne di acquisti, per complessive br. 5622 7/8, che determinarono un investimento in drappi per un totale di duc. 8548.11.1 d’oro, che con gli oneri vari sino ad Ancona salirono a circa duc. 8815. Anticipiamo, brevemente, che le sete arrivarono tutte a destinazione e che il corrispondente a Pera dette subito avvio alle vendite. Come già segnalato, l’operazione si protrasse per alcuni anni e nel corso del 1516 i Salviati determinarono per due volte un utile provvisorio, seguito da un terzo alla fine del 1517, quando ancora una parte consistente delle sete era invenduta. Poi subentrarono i Salviati, setaioli. I drappi, come vedremo, provengono in gran parte dal setificio dei Salviati. La contabilità dei Salviati, lanaioli, ricalca ovviamente quella delle altre compagnie della stessa famiglia; ciò non toglie che alcune modeste varianti si manifestino nell’ambito della contabilità dell’analisi, con ripercussioni che si avvertono nel rilevamento delle spese accessorie. Nell’impossibilità di procedere a una edizione completa delle fonti, abbiamo trascritto integralmente le registrazioni relative agli acquisti quando le sete vengono puntualmente descritte; le spese accessorie sono richiamate in nota. Numerose furono poi le vendite, che per ragioni di spazio abbiamo circoscritto alle sole forniture effettuate alla Porta. a) Il 16 giugno 1512 i Salviati, lanaioli, registrano una prima, consistente compera di br. 1065 1/3 di drappi per complessivi duc. 1331 s. 12 d. 4 larghi d’oro in oro. Le sete furono imballate in due casse e via Arezzo giunsero ad Ancona e poi a Ragusa, ma ad accompagnarle a Costantinopoli fu lo stesso Girolamo da Sommaia. Dal Giornale dei Salviati riprendiamo il ricordo dell’acquisto381: Mdxii Addì xvi di gugnio 1512 larghi di grossi Iachopo di Govanni Salviati e compagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drappi a piè aùti da lloro per tempo di mesi viii e per mandare in Levante: 381 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 16 v. Fiorino e ducato sono ormai sinonimi, ma in questo codice i Salviati adottano contemporaneamente il fiorino (o ducato) largo di grossi e il fiorino (o ducato) d’oro in oro (con o senza la precisazione “largo”). Gli oneri accessori sostenuti a Firenze – cassa, canovaccio, imballaggio, gabella, ecc. – sono registrati nella stessa c. 16 v. Qui come nei documenti che seguono, il dato relativo alla lunghezza complessiva delle sete – br. 1065 1/3 – è ripreso dal conto Drappi nel mastro: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 56 s. 252 252 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 34 ¼ di brochato di grana chon oro br. 32 di brochato simile In tutto br. 66 ¼ per f. tre s. xvii larghi di grossi braccio, montono br. 15 ½ d’altebasso di grana chon andari d’oro per f. quattro s. xv larghi di grossi braccio, monta br. 32 2/3 d’altebasso di grana stietto br. 31 7/8 d’altebasso di grana simile In tutto br. 64 ½ per f. dua s. xv larghi di grossi braccio, monta br. 31 ½ d’altebasso verde per f. dua s. xiii larghi di grossi braccio, monta br. 30 ½ di velluto di grana in duo peli br. 29 ½ di velluto di grana simile In tutto br. 60 per f. uno s. xvi larghi di grossi braccio, monta br. 28 7/8 di velluto tanè br. 25 ½ di velluto alesandrino br. 13 7/8 di velluto verde In tutto br. 68 ¼ per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, monta br. 13 7/8 di domaschino di grana br. 56 ½ di raso di grana In tutto br. 70 3/8 per f. uno s. iiii larghi di grossi braccio, montono br. 56 ½ di domaschino paghonazzo br. 41 3/4 di domaschino verde br. 49 1/3 di domaschino alessandrino br. 45 ¾ di domaschino sbiadato br. 52 7/8 di domaschino gallo br. 40 3/4 di domaschino tanè br. 48 ½ di domaschino tanè br. 14 di domaschino tanè br. 43 di domaschino tanè dorè br. 50 7/8 di raso gallo br. 39 ¾ di raso verde gallo br. 57 1/3 di raso tanè br. 41 ¼ di raso tanè br. 51 ½ di raso tanè dorè br. 42 ¼ di raso gallo br. 13 2/3 di raso verde Sono in tutto, chome si vede, pezze xvi di domaschini e rasi e ssono in tutto a paghamento br. dclxxxviiii che a f. uno largo di grossi braccio montono in tutto f. 689 larghi di grossi f. 254. 18. 9 f. 73. 12. 6 f. 177. 7. 6 f. 83. 9. 6 f. 108. –. – f. 113. 15. – f. 84. 9. – f. 689. –. – -----------------f. 1584. 12. 3 larghi d’oro in oro Montono tutti e sopraddetti drappi, chome di sopra si vede, f. mille cinquecento ottantaquattro s. xii d. iii larghi di grossi, che ssono duc. 1331.12.4 duc. 1331 s. 12 s. 4 larghi d’oro in oro b) In settembre ha luogo un secondo acquisto, di complessive br. 560 ¾, sempre presso il setificio dei Salviati, per un totale di duc. 716.7. L’itinerario italiano non subisce modifiche: 253 253 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI il vetturale Giovan Battista della Pieve cura il trasporto ad Ancona via Arezzo, ma già a Firenze la cassa è affidata alle cure di Falcone Calderini382: Mdxii Addì xxv di settembre larghi di grossi ... Iachopo Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drappi a ppiè aùti da lloro per tempo di mesi viii e di poi ogni mese el 1/6 e per li pregi che apresso si diranno e quali abiamo mandati in Levante: br. 31 ¼ d’altebasso di grana chon andari d’oro br. 15 ½ d’altebasso simile chon oro In tutto br. 46 ¾ per f. quattro s. xv larghi di grossi braccio, montano in tutto f. 222. 1. 3 br. 27 di velluto di grana per f. uno s. xvi larghi di grossi braccio, monta f. 48. 12. – br. 27 7/8 di velluto verde in duo peli br. 47 ¼ di velluto tanè br. 29 ¼ di velluto nero In tutto br. 104 3/8 di velluti neri e cholorati per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, monta in tutto f. 173. 19. 2 br. 51 ½ di raso chermisi per f. uno s. x larghi di grossi braccio, monta f. 77. 5. – br. 26 ½ di raso sbiadato br. 27 ½ di raso verde br. 26 3/4 di raso verde br. 27 7/8 di raso alessandrino br. 28 di raso gallo br. 56 ½ di raso nero br. 27 ½ di raso tanè br. 42 ½ di domasco tanè br. 27 ½ di domasco verde br. 26 ½ di domasco gallo br. 13 ½ di domasco sbiadato In tutto pezze xi fra rasi e domaschi e sono a pagamento br. 330 5/8 che a f. uno largo di grossi braccio montono in tutto f. 330.12.6 larghi di grossi f. 330. 12. 6 -----------------f. 852. 9. 11 larghi d’oro in oro Montono in tutto li sopra detti drappi, chome si vede di sopra, f. 852.9.11 larghi di grossi, che ssono duc. 716.7. – larghi d’oro in oro duc. 716 s. 7. – c) Nel giugno 1513 un cambiamento si verifica nella fornitura dei drappi: non più i Salviati, setaioli, ma la compagnia di Raffaello di Francesco di Cino vende ai Salviati, 382 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 21 v. Nella stessa carta, ma separatamente, sono riportate le spese accessorie: imballaggio in una sola cassa, gabella e spedizione ad Ancona. La lunghezza complessiva delle sete è ripresa dal conto Drappi (v. nota precedente). 254 254 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) lanaioli, due tagli di rasi d’oro. La registrazione nel mastro costituisce una testimonianza sintetica ma completa383: Drappi di più sorte per nostro chonto in Levante in mano di Girolamo di Framcesco da sSomaia deono dare . . . ... br. 90 1/8 E, addì xviii di gugnio 1513, f. dugentoquindici s. x larghi d’oro in oro sono per br. 90 1/8 di rasi d’oro fra rossi e pagonazzi in 2 tagli, chomperati f. dua s. viii d’oro braccio, chome al Giornale, c. 34, da Raffaello di Francesco di Cino e compagni, in questo, 82 duc. 215. 10. – ... d) Pochi giorni dopo i Salviati, lanaioli, acquistano dai Salviati, setaioli, un’ingente partita di drappi: br. 972 ¾, per complessivi f. 1010 s. 10 larghi d’oro in oro. Imballati in una cassa e in una cassettina insieme ai due rasi forniti da Raffaello di Francesco di Cino, questi drappi sono consegnati a Giuliano Pitti, in partenza per Costantinopoli384: Mdxiii Addì xxviii di gugnio Iachopo di Govanni Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, per questi drappi a ppiè aùti da lloro per vari pregi e per tempo di mesi viii prossimi e quali toglemo per mandare in lLevante: br. 53 2/3 di raso alexandrino br. 50 di raso verde br. 52 di raso tanè br. 46 ¼ di raso gallo br. 51 ½ di raso biancho br. 48 1/3 di raso nero br. 13 ½ di raso gallo br. 18 di raso gallo br. 49 di raso tanè dorè br. 29 2/3 di raso verde br. 28 di raso tanè br. 52 di domasco biancho br. 50 ½ di domasco gallo opera larga br. 26 ½ di domasco tanè br. 28 di domasco verde alla veneziana br. 42 di raso pagonazzo di grana ------------br. 638 7/8 383 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 56 s. 384 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 34 v.; nella stessa carta sono menzionate anche le spese. Il solito conto Drappi nel mastro (v. nota 381) riporta la lunghezza complessiva delle sete. 255 255 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI In tutto peze xvi fra rasi e domaschi, che ssono a paghamento br. 638 7/8 per f. uno largo di grossi braccio l’un per l’altro, montono, in tutto f. secentotrentotto s. xvii d. vi larghi di grossi, che ssono duc. 536.17.6 larghi d’oro in oro br. 41 ½ di raso di grana br. 56 ¾ di raso simile In tutto br. 98 ¼ a paghamento per f. uno s. iiii larghi di grossi braccio, montono f. 117.18.– larghi di grossi, vagliono br. 18 ¾ di raso chermisi br. 47 di raso simile chermisi In tutto br. 65 ¾ a pagamento per f. uno s. x larghi di grossi braccio, montono f. novantotto s. xii d. vi larghi di grossi, vagliono br. 28 ¾ di velluto tanè pieno br. 27 ¾ di velluto verde br. 13 ¾ di velluto tanè chiaro br. 19 ½ di velluto nero In tutto tagli iiii di velluti in due peli e ssono a pagamento br. 89 ¾ per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, montono in tutto f. centoquarantuno s. xi d. viii larghi di grossi, vagliono br. 22 1/8 di velluto di grana br. 14 1/8 di velluto di grana pieno, alto br. 28 di velluto di grana pieno, alto In tutto br. 64 ¼ a pagamento per f. uno s. xviii larghi di grossi braccio, monta in tutto f. 122.1.6 larghi di grossi, vagliono br. 15 7/8 d’altebasso di grana chon andari d’oro, richo, per f. quattro s. xv larghi di grossi braccio, monta f. settantacinque s. viii d. 1 larghi di grossi, vagliono duc. 536 s. 17. 6 duc. 99 s. 1. 6 duc. 82 s. 17. 8 duc. 125 s. 14. – duc. 102 s. 12. – duc. 63 s. 7. 4 --------------------- Montono tutti li sopraddetti drappi, chome di sopra si vede, ridotti a una somma, duc. milledieci s. x larghi d’oro in oro e di tamti si fa debitore drappi in Levante i mano di Girolamo da sSommaia e chreditore li detti Salviati perché questo dì si sono mandati al detto Girolamo, achomandati a Giuliano di Piero Pitti duc. 1010 s. 10. – e) Il quinto acquisto: braccia 762 1/8 per f. 923.17.4 che i Salviati imballano in una sola cassa e poi affidano a Matteo Manovelli385: [19 settembre 1513] Iachopo di Govanni Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, per questi drappi a ppiè aùti da lloro per tempo di mesi viii per mandare in Levante: br. 15 7/8 d’altebasso di grana chon oro br. 16 d’altebasso simile In tutto br. 31 7/8 per f. quattro s. xv larghi di grossi braccio f. 151. 8. – br. 13 ¾ di raso di grana chon oro, opera de le chorde, per f. quattro s. iiii larghi di grossi braccio f. 57. 15. – br. 13 ½ di raso di grana chon oro 385 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 41 r.; a c. 41 v. le spese. 256 256 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 13 ½ di raso di grana chon oro In tutto br. xxvii per f. tre larghi di grossi braccio, montono br. 22 di velluto tanè chiaro br. 13 ¼ di velluto tanè pieno br. 27 ½ di velluto pagonazzo br. 35 di velluto nero br. 30 di velluto tanè br. 26 ¾ di velluto alessandrino386 In tutto br. 154 ½ per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, montono, in tutto br. 56 di raso di grana br. 27 di raso simile In tutto 83 ¾ per f. uno s. iiii larghi di grossi braccio br. 53 di domaschino tanè br. 42 ¼ di domaschino tanè br. 45 ½ di domaschino tanè br. 48 ¼ di raso pagonazzo br. 65 di raso verde br. 53 ½ di raxo tanè dorè br. 45 ½ di raso tanè br. 42 di raso tanè br. 29 di raso biancho br. 27 ¼ di domaschino gallo In tutto pezze x fra domaschini e rasi e sono a pagamento br. 451 ¼ e per f. uno largo di grossi braccio l’uno per l’altro, montono in tutto f. 81. –. – f. 257. 10. – f. 100. 10. – f. 451. 5. – -----------------1099. 8. – ------------------ larghi d’oro in oro Montono in tutto li detti drappi, chome si vede di sopra, f. 1099.8.– larghi di grossi, che ssono duc. 923.17.4 larghi d’oro in oro, in tutto duc. 923 s. 17. 4 f) Il sesto acquisto, che è il primo del 1514: br. 395 ½ per duc. 711.16.4, imballate in una cassa che Bernardino Tebalducci Giacomini condurrà a Costantinopoli387: Mdxiii Addì vi di febraio Iacopo di Govanni Salviati e chompagni deono avere, addì detto, per questi drappi a ppiè aùti da loro per tempo di mesi viii e quali togliemo per mandare in Levante e prima: 386 Nel libro contabile dei Salviati, setaioli, il velluto è nero: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 420, Giornale di Iacopo Salviati e compagni, setaioli, c. 68 r. 387 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 49 v.; nella stessa carta gli oneri accessori. 257 257 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI br. 15. 2. 6 d’altebaso di grana chon oro 64 ¾ br. 15. 17. 6 d’altebaso di grana con oro (sic) br. 15. 15. – d’altebaso verde chon oro -------------br. 46. 15 In tutto br. 46 ¾ a f. quatro s. xv larghi di grossi, montono f. dugentoventidua s. uno d. iii f. 222. 1. 3 26 ¾ br. 13. 10 di raso pagonazo d’oro, opera della corda br. 13. 5. – di raso di grana d’oro, opera della corda -------------br. 26. 15 In tutto br. 26 ¾ a f. quatro s. iiii di grossi montono f. 112 s. 7 f. 112. 7. – br. 14. 5. – di raso di grana d’oro, opera della spera br. 13. 13. 4 di raso biancho d’oro simile 54 ¼ br. 12. 17. 6 di raso di grana d’oro, spera picola br. 13. 10. – di raso tanè d’oro, opera minuta -------------br. 54. 5.10 In tutto br. 54 ¼ di rasi d’oro per f. tre larghi di grossi, montono f. centosesantadua s. xv f. 162. 15. – 28 ¼ 99 57 ¾ br. 28 ¼ di velluto di grana in 2 peli per f. uno s. xvi larghi di grossi, monta f. 50 s. xvii grossi f. 50. 17. – br. 41. 5. – di velluto tanè in 2 peli br. 28 di velluto alexandrino simile br. 29. 15. – di velluto pagonazo simile ------------br. 99. – In tutto br. 99 a f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi, montono f. centosesantacinque larghi di grossi f. 165. –. – br. 57 3/4 di raso di grana a f. uno s. iiii larghi di grossi, monta f. sesanta nove s. vi di grossi f. 69. 6. – br. 14 ¾ di raso tanè dorè br. 50 di raso nero ------------br. 64 ¾ In tutto br. 64 ¾ di rasi a f. uno larghi di grossi braccio, monta f. sesantaquatro s. xv di grossi f. 64. 15. – -----------------------395 ½ f. 847. 1. 3 64 ¾ Montono e sopra detti drappi, chome si vede, f. ottocento quarantasette s. i d. iii larghi di grossi, che vagliono duc. 711.16.4 larghi d’oro in oro, d’acordo duc. 711. 16. 4 258 258 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) g) Il settimo acquisto: br. 494 ¼ per f. 822.11, imballate in una cassa affidata a Francesco Alessandri388: Mdxiiii Addì xxviiii d’aprile Iachopo Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drappi a ppiè aùti da lloro per tempo di mesi viii prossimi, e quali levammo questo dì per mandare in lLevante: larghi di grossi br. 16 ¼ d’altebasso di grana chon oro br. 15 d’altebasso di grana simile br. 15 ½ d’altebasso tanè simile br. 15 ¾ d’altebasso verde simile In tutto br. 62 ½ d’altebassi chon andare d’oro per f. quattro s. xv larghi di grossi braccio, montono in tutto br. 13 ½ di raso paghonazzo chon oro, opera a chorde br. 13 ¾ di raso di grana chon oro, opera simile In tutto br. 27 ¼ a pagamento per f. quattro s. iiii larghi di grossi braccio, montono br. 13 ½ di raso di grana chon oro, opera minuta br. 13 di raso tanè chon oro, opera simile br. 13 ½ di raso biancho chon oro, opera la spera In tutto br. 40 a pagamento per [f.] tre larghi di grossi braccio, montono in tutto f. 120 larghi di grossi br. 26 di velluto chermisi per f. dua s. xv larghi di grossi braccio, monta in tutto br. 22 ¾ di velluto nero in duo peli br. 20 ¼ di velluto tanè simile In tutto br. 43 a pagamento per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, montono in tutto f. 71.13. 4 larghi di grossi br. 44 ¼ di raso di grana per f. uno s. iiii larghi di grossi braccio, monta br. 28 di raso paghonazzo br. 32 ½ di raso tanè dorè br. 25 ¼ di raso gallo br. 27 ¾ di raso simile br. 40 ¾ di raso tanè pieno br. 44 ¼ di raso biancho br. 52 ¾ di rasi tanè a la veneziana In tutto pezze vii di rasi e domaschi e ssono, chome si vede, a paghamento, br. in tutto br. 251 ¼ per f. uno largo di grossi braccio, montono f. 251.5.– larghi di grossi br. 494 ¼ f. 296. 17. 6 f. 114. 9. – f. 120. –. – f. 71. 10. – f. 71. 13. 4 f. 53. 2. – f. 251. 5. – ---------------978. 16. 10 Montono in tutto li sopraddetti drappi, chome si vede di sopra, f. 978.16.10 larghi di grossi, che ssonno duc. 822.11.– larghi d’oro in oro duc. 822 s. 11. – 388 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 55 v.; nella stessa carta gli oneri accessori. 259 259 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI h) L’ottavo acquisto. È il più impegnativo: br. 928 2/5 per complessivi duc. 1807 s. 16 d’oro in oro larghi. I drappi sono tanti e per l’imballaggio è necessario utilizzare due casse, che Giovan Battista Buonaparte conduce a Costantinopoli389: Mdxiiii Addì xxi d’ottobre Iachopo Salviati e compagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drapi a piè aùti da lloro, parte per tenpo dell’an[n]o e parte per setta, e quali levamo per mandare in lLevante: 46 3/8 77 ¾ 54 2/3 68 5/8 95 br. 15 ¾ d’altebaso di ghrana d’oro in una ghricca br. 15 7/8 d’altebaso verde d’oro simile a quadri br. 14 ¾ d’altebaso paghonazo d’oro simile Sono in tutto pezze 3 d’altebaso br. 46 3/8 a f. cinque s. xviiii larghi di grossi braccio, montono in tutto br. 15 d’altebaso alessandrino d’oro br. 15 ¼ d’altebaso di ghrana d’oro br. 15 7/8 d’altebaso di ghrana simile br. 15 1/8 d’altebaso tanè simile br. 16 ½ d’altebaso pagonazo d’oro simile Sono in tutto pezze 5 d’altebasi e sono, chome si vede, br. 77 ¾ a f. quatro s. xv larghi di grossi braccio, montono in tutto br. 13 2/3 di raso pagonazo, opera delle chorde br. 13 di raso pagonazo, opera simile br. 14 1/3 di raso di ghrana d’oro, opera simile br. 13 2/3 di raso di ghrana, opera simile Sono in tutto pezze iiii di rasi d’oro in br. 54 2/3 a f. quatro s. iiii larghi di grossi, montano in tutto br. 13 ½ di raso di ghrana d’oro, opera de quadri br. 14 di raso di ghrana d’oro, opera simile br. 13 ½ di raso incharnato, opera de’ brevi br. 13 7/8 di raso incharnato, opera simile br. 13 3/4 di raso alexandrino d’oro, opera simile Sono in tutto pezze 5 e in tutto br. 68 5/8 per f. tre s. v larghi di grossi braccio, montono br. 13 ½ di raso tanè d’oro, opera de’ vitici br. 14 di raso tanè d’oro, opera simile br. 13 ½ di raso di grana d’oro, opera simile br. 13 ½ di raso nero d’oro, opera a poste br. 13 ½ di raso verde, opera simile br. 13 ½ di raso verde, opera simile br. 13 ½ di raso tanè d’oro, opera della spera Sono in tutto pezze 7 e in tutto br. 95 a f. tre larghi di grossi braccio, montono in tutto f. 275. 18. 6 f. 369. 6. 3 f. 229. 12. – f. 223. –. 7 f. 285. –. – ------------br. 342 2/5 389 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 65 r.; a c. 65 v. gli oneri accessori. 260 260 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) 177 ¼ 126 5/6 282 (sic) br. 31 1/3 di velluto verde in 2 peli br. 33 ½ di velluto pagonazzo in 2 peli br. 13 di velluto pagonazzo in 2 peli br. 33 ¾ di velluto alexandrino simile br. 27 di velluto pagonazzo simile br. 38 2/3 di velluto tanè c[h]iaro simile Sono in tutto peze 6 di velluti e in tutto br. 177 ¼ e per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio f. 295. 8. 4 br. 39 1/3 di raso di chermisi br. 16 ¼ di raso di chermisi simile br. 12 ¾ di raso di chermisi simile br. 58 ½ di raso di chermisi simile Sono in tutto pezze 4 di rasi di chermisi br. 126 5/6 e per f. uno s. x larghi di grossi braccio f. 190. 5. – br. 43 di raso tanè br. 37 1/3 di raso tanè simile br. 61 ½ di raso verde br. 54 2/3 di domasco biancho, opera a la veneziana br. 51 ½ di domasco tanè c[h]iaro simile br. 34 ¾ di domasco tanè c[h]iaro simile Sono in tutto pezze 6 di rasi e domaschi br. 282 ¾ e per f. uno larghi di grossi braccio, montono f. 282. 15. – ------------[br.] 586 ------------------Montono in tutto e sopra detti drapi, chome di sopra si vede, f. f. 2151. 5. 8 2151. 5. 8 larghi di grossi, che sono duc. 1807 s. 16 larghi d’oro in oro f. 1807 s. 16. – i) Ancora un acquisto di drappi presso il setificio dei Salviati: br. 124 ½ per f. 478.11.8. Si tratta di un quantitativo modesto, che richiede una semplice cassetta. Sarà uno dei da Sommaia – in questo caso Piero – a condurre le sete a Pera390: [22 maggio 1515] Iachopo di Giovanni Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, addì xxii di maggio, per questi drappi a ppiè aùti da loro per tenpo dell’anno, quali togliemo per mandare in Levante per Piero da sSomaia e a Girolamo da sSommaia: br. 16 d’altebasso di grana d’oro in una gricca, tutto lungo br. 16 ¼ br. 15 1/8 d’altebasso di grana d’oro opera a quadri, tutto lungo br. 15 ¼ br. 15 d’altebasso verde d’oro, opera a quadri, tutto lungo br. 15 1/8 -------br. 46 1/8 In tutto br. xlvi 1/8 in pezze iii e per f. cinque de’ larghi d’oro in oro braccio, montono duc. 230 s. 12. 6 390 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 81 r.; a c. 81 v. gli oneri accessori. 261 261 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI br. 151/8 d’altebasso alexandrino, opera grande, per f. quatro larghi d’oro in oro braccio, monta br. 13 1/8 di raso di grana d’oro a corde per f. quatro s. iiii larghi di grossi, monta f. 55 s. 2. 6 di grossi br. 12 ½ di raso alexandrino d’oro, opera de brieve, per f. tre s. v di grossi, f. 40 s. 12. 6 di grossi br. 12 1/3 di raso tanè d’oro, opera della spera br. 13 1/8 di raso di grana d’oro, opera de’ viticci br. 12 1/8 di raso nero d’oro, opera a poste In tutto pezze tre e a pagamento br. xxxvii s. 11 d. viii che gli faciamo br. 37 ½ a f. tre di grossi, f. 112 ½ di grossi br. 14 di domasco verde, opera veneziana, per f. uno di grossi, f. xiiii larghi di grossi Montono tutti e sopra detti drappi, chome si vede duc. 60 s. 7. 6 duc. 46 s. 6. 4 duc. 34 s. 2. 8 duc. 94 s. 10. 8 duc. 12 s. 12. – --------------------duc. 478 s. 11. 8 j) Nell’autunno del 1515 la campagna acquisti si avvia al termine. Nei mesi di novembre e dicembre i Salviati, lanaioli, comprano ancora drappi in quattro diverse occasioni, ma ogni volta si tratta di investimenti modesti. Le sete partiranno infatti tutte insieme, al termine dell’ultimo acquisto, imballate in una semplice cassetta, che Matteo Manovelli condurrà con sé a Costantinopoli, come già aveva fatto nel 1513 (Doc. 104 e). Il 14 novembre 1515 i Salviati acquistano due rasi d’oro non dal setificio dei Salviati ma da un certo Antonio di Paolo di Dato, che a sua volta si era rifornito da Giuliano e Pierfrancesco da Gagliano, setaioli391: [14 novembre 1515] Antonio di Pagholo di Dato de’ avere, addì detto, per questi drappi a ppiè riceuti per lui sino addì xi di detto da Guliano e Pierfrancesco da Gagliano e compagni, setaioli, de’ quali gli abbiamo a dare grana di Coranto vista in dogana per detto Antonio a f. cinquanta larghi d’oro in oro el cento per passo, chome appare per il merchato, sensale Benedetto da Monte Gonzi e Lorenzo Galli, quali drappi togliemo per mandare in Levante: br. xxxviiii ii/iii di raso pagonazzo d’oro, opera a poste, fu lungo br. 39 7/8 br. xxvii i/iii di raso sbiadato d’oro, opera simile, fu lungho br. 27 ¾ -------------lxvii Sono in tutto pezze ii, chome si vede, br. lxvii per f. dua s. x larghi d’oro braccio, montono duc. 167 s. 10. – k) Dieci giorni dopo i Salviati, lanaioli, acquistano tre rasi d’oro dal setificio di Raffaello di Francesco di Cino, che già in passato aveva fornito br. 90 1/8 (Doc. 104 c). Due pezze sono di modesta qualità e ottengono uno sconto (il pagamento viene calcolato su br. 56 4/5 anziché sulle reali br. 57 ¼)392: 391 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 95 r. 392 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 96 v. 262 262 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mdxv Addì xxiiii di novembre Raffaello di Francesco di Cino e compagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drappi a ppiè aùti da loro a baratto di grana di Levante per f. cinquanta uno s. xii larghi d’oro in oro e per chonto d’uno merchato fatto con loro, sensale Benedetto da Monte Gonzi, è per Levante: br. xxxi di raso tanè d’oro, opera ricca, per f. tre s. xii larghi d’oro in oro braccio, monta f. cento undici s. xii larghi d’oro in oro, fu lungo br. 26 ½ duc. 111 s. 12. – br. xxvi [. . .] di raso tanè d’oro, opera povera, fu lungo br. 31 1/3 br. xxx s. 11 di raso di grana d’oro, opera povera, fu lungo br. 30 ¾ In tutto pezze ii e a pagamento br. lvi 4/5 per f. dua s. viii larghi d’oro in oro, montono f. centotrentasei s. vi d. v larghi d’oro in oro duc. 136 s. 6. 5 --------------------Montono in tutto le peze iii de’ sopra detti drappi duc. dugento quarantasette s. xviii d. v larghi d’oro in oro, di che abbiamo a dare loro lib. 480 once 6 di grana di Levante per tutto e d’acordo duc. 247 s. 18. 5 l) Il 24 dicembre 1515 i Salviati comprano sempre da Raffaello di Francesco di Cino br. 29 7/8 di raso verde393: Mdxv Addì xxiiii di dicienbre Raffaello di Francesco di Cino e chonpagni deono avere, per questi drapi a piè aùti da lloro, di che abiamo a dare loro ½ ghrana di Choranto per f. cinquantuno s. xii d’oro in oro el cento per passo e resto polvere di Levante per f. cientotre s. vii394 larghi d’oro in oro el cento, chome apare per merchato, sensale Benedetto Monte Ghonzi, br. xxviiii 7/8 di raso verde d’oro in 2 tagli per f. dua s. viii d’oro in oro braccio, montano f. settantuno s. xiiii d’oro in oro, quale drapo togliemo per mandare in Levante duc. 71 s. 14. – ... m) Lo stesso giorno 24 dicembre i Salviati, lanaioli, effettuano l’ultimo acquisto a Firenze: è il tredicesimo e consiste in un solo taglio di velluto, fornito dai Salviati, setaioli. Come anticipato, i drappi acquistati in novembre e dicembre vengono imballati in un’unica cassetta che Matteo Manovelli si incarica di portare con sé a Costantinopoli395: 393 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 98 v. 394 Una correzione rende la lettura incerta: forse vii corretto su iiii. 395 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 98 v.; per i riferimenti alla spedizione si veda in particolare il conto Drappi nel mastro: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 93 d. 263 263 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [24 dicembre 1515] Iacopo di Giovanni Salviati e chonpagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questo drapo a piè aùto da lloro per madare in Levante: br. xxx i/iii di velluto di ghrana per f. dua di suggello, monta f. sesanta s. xiii d. iiii di suggello, vagliono d’oro in oro duc. xlii i/ii ... duc. 42 s. 10. – n) Gli acquisti sono terminati. A partire dal giugno 1512 e sino al dicembre 1515 i Salviati, lanaioli, hanno spedito br. 5622 7/8 di drappi. A Pera il corrispondente Girolamo da Sommaia dà subito inizio alle vendite e tra il mese di ottobre 1513 e gennaio 1516 invia ai Salviati sette estratti-conto di netto ricavo, in ognuno dei quali risulta l’ammontare del ricavo lordo, le varie spese relative all’itinerario terrestre da Ragusa a Pera via Adrianopoli e infine il ricavo netto. Come è facile immaginare, le vendite dei drappi sono decine e decine e si protraggono per circa quattro anni. Il fondaco a Costantinopoli di Girolamo da Sommaia conosce un movimento continuo di drappi, in entrata e uscita, però bisogna riconoscere che Girolamo riesce a tenere una contabilità molto accurata. Nelle pagine precedenti abbiamo elencato tutte le partenze delle sete da Firenze, che per Girolamo sono gli arrivi; ora passiamo alle vendite, che sono molte. Come anticipato, ci limitiamo a richiamare le forniture alla Porta. Il 10 ottobre 1513 Girolamo da Sommaia compila il primo resoconto delle vendite, che i Salviati copiano in un loro libro il 4 febbraio 1514. Nella parte iniziale Girolamo informa i Salviati che si tratta dei drappi spediti nelle prime tre casse. Girolamo da Sommaia spesso omette i nomi dei compratori turchi ed ebrei e si limita a menzionare più amici. È invece molto attento quando in veste di compratori o mediatori intervengono mercanti fiorentini quali Alessandro degli Albizzi, Antonio Carnesecchi, Baldino Alessandri e tanti altri. La Porta effettua acquisti in due diverse occasioni, quando il sultano si trova a Bursa. Selim I sceglie due tagli di un costoso altobasso di grana e 178 picchi di damaschi colorati, dal prezzo ben diverso. Tutti sono rintracciabili nelle due prime forniture dei Salviati, setaioli (Doc. 104 a, b). Girolamo da Sommaia precisa inoltre che nove drappi non hanno ancora avuto smercio però li ha considerati finiti a buono chonto e quindi inclusi tra i venduti396: Mdxiii Addì iiii di febraio Chopia d’uno chonto di drappi aùto questo dì di Pera da Girolamo da Somaia e dice chome appresso e prima: Appresso vi si dirà chonto a voi, Averardo e Giovanni Salviati e chompagni, per me Girolamo da sSomaia, della fine e ispese di più drappi in 3 chasse, cioè dua chondocte noi medesimi e una riceuta per Falcone Chalderini, chome appresso e prima: ... 396 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 47 v., 48 r. e v., 49 r. 264 264 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Alla Porta di Sultan Sali in Bursia per mano da Antonio Sostegni 27 2/5 picchi 27 2/5 in dua tagli di br. 31 1/3 d’altebasso di grana d’oro finito per aspri 410 picco aspri 11152 ... Alla Porta di Sultan Sali in Bursia per mano da Antonio Sostegni 178 picchi 178 di domaschi di più cholori per aspri 68 picco, montono aspri 12104 ... --------------Somma la fine de’ sopra detti drappi, chome si vede aspri 155379 Appresso le spese e prima397: ... Somma tutte le spese, chome di sopra si vede aspri 26042 --------------- Resta e ritratto netto di questo chonto, chome di sopra si vede, aspri centoventinovemila trecento trentasette, cioè 129337 e di tanti siate creditori al chonto per voi per quando rischosi saranno, provedetelo e stando a dovere, chome noi l’aconciate e sendovi da dire, per voi o noi, date aviso e se menderà. Cristo vi guardi aspri 129337 duc. 2395 larghi d’oro in oro Girolamo da Somaia in Pera addì x d’octobre 1513 o) A Costantinopoli Girolamo da Sommaia ha portato avanti la vendita dei drappi e il 17 novembre 1514 è in grado di compilare un altro estratto-conto che i Salviati copiano il 23 gennaio 1515. Il ricavo netto ammonta a duc. 1386. Come precisa lo stesso Girolamo, le sete sono quelle fornite dal setificio dei Salviati nel giugno del 1513, che erano arrivate a Pera con Giuliano Pitti (Doc. 104 d). Il sultano Selim ha acquistato due rasi d’oro e un altobasso particolarmente costoso. Sete meno pregiate sono state comperate da due diplomatici, il primo dei quali è l’ambasciatore del Soldano d’Egitto. Solo un drappo è rimasto invenduto, ma Girolamo da Sommaia lo ritiene finito398: Mdxiiii Addì xxiii di giennaio Chopia di uno chonto aùto questo dì di Pera da Girolamo da Somaia e dicie chome apresso e prima: Apresso vi si darà chonto a voi, Averardo e Giovanni Salviati e chonpagni, per me Girolamo da sSommaia, della fine e spese fatte a più vostri drappi mandatomi per Giuliano Pitti in una chassa e una chassetta e una balla di panni chome apresso intenderette e prima: 397 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 26042. Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 73 r. e v., 74 r. 398 265 265 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A più amici per danari contanti . . . ... Allo inbasciadore del Soldano a danari chontanti, addì 17 detto [gennaio 1514=15] 35 picchi xxxv di domasco limone 35 picchi xxxv di di raso bianco In tutto picchi 70 per aspri 70 picco, monta aspri 4900 ... Alla Porta di questo Signiore Sultan Sali in Andrianopoli a nome del Sostegnio, i quali se mandorno di qua, cioè le dua veste per me de’ rasi d’oro 41 ¾ picchi xli iii/iiii di raso di grana, anzi alessandrino, d’oro per aspri 180 picco, monta aspri 7515 39 ¾ picchi xxxviiii i/iiii di raso di grana d’oro per aspri 170 picco, monta aspri 6672 14 1/8 picchi xiiii i/viii d’altebaso di grana d’oro per aspri 440 picco, monta aspri 6215 -------------aspri 20402 ... A l’onbasciadore di Scio a danari chontanti, addì viiii di magio [1515] 12 1/2 picchi xii i/ii di velluto di grana cho feri basi per aspri 135 picco, monta ... aspri 1687 -------------aspri 89709 Soma tutta la vendita, chome di là si vede Apresso ispese fatte e prima399: ... Somono tutte le spese, chome di sopra si vede aspri 14861 -------------- Resta e ritrato netto di detti drappi, chome di sopra si vede, lxxiiii mila dcccxlviii e di tanti siate chreditori al chonto per voi e per quando rischossi saranno, provedetello e istando a dovere, chome noi, l’achonciate e, sendovi da dire per voi o per noi, lo dite e s’emenderà. Cristo vi guardi aspri 74848 duc. 1386 larghi d’oro in oro Girolamo da Sonmaia in Pera addì xvii di novenbre 1514 p) Quasi un anno dopo, l’8 ottobre 1515 Girolamo da Sommaia redige un terzo estrattoconto, che i Salviati copiano il 2 gennaio 1516. Le sete vendute sono quelle arrivate, in parte, con Matteo Manovelli. Sempre numerosi gli anonimi amici che hanno acquistato sete; Selim ha comperato una sola pezza, molto costosa. I drappi avanzati sono pochi e anche questa volta Girolamo li ha considerati venduti400: 399 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 14861. Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 99 v., 100 r. e v., 101 r. 400 266 266 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [2 gennaio 1516] Chopia di uno chonto aùto di Pera da Girolamo da Somaia e prima: Apresso vi si dirà chonto a voi, Averardo e Giovanni Salviati e chonpagni, per me Girolamo da sSomaia di Pera, della fine [e] spese fatte a più loro drappi, mandatoci in 2 chasse segnate di loro segno, N. 1 e 2, di che ne fu chondutore sino inn Andrinopoli Mateo di Lorenzo Manovegli e prima: A più amici . . . ... Alla Porta di questo Signiore in Darmazia, sotto mone (sic) di Nicholoso Peroni, qui d’Antonio Sostegni 14 1/8 picchi 14 1/8 d’altebaso di ghrana d’oro in br. 16 ½ per aspri 400 picco, monta aspri 5650 ... --------------Soma la fine de’ drapi finiti e ragionati finiti di questo chonto, chome di sopra si vede aspri 67642 Appresso le spese e prima401: ... Soma tutte le spese, chome di sopra si vede aspri 10942 -------------- Resta e ritrato neto di questo chonto, chome si vede, aspri 56700 e di tanti siate chreditori . . . aspri 56700 duc. 1050 larghi d’oro in oro Girolamo da Somaia in Pera addì viii d’ottobre 1515 q) Quello stesso giorno 2 gennaio 2016 i Salviati determinano il primo risultato d’esercizio, che è positivo e ammonta a f. 514.8.2402: Avanzi fatti sopra le chose mandate e ritratte di Levante, che Iddio ci chonceda, deono avere . . . ... E, addì ii di gennaio 1515[=16], f. cinquecento quattordici s. viii d. ii d’oro in oro, che ttanti se n’avanza a un chondo di drappi finiti in Levante per la parte di che s’è aùto chonto a detti drappi, in questo, c. 93 duc. 514 s. 8 d. 2 ... r) Il 19 gennaio 1516 Girolamo da Sommaia si trova ad Adrianopoli e in quello stesso giorno redige e spedisce a Firenze tre estratti-conto, che i Salviati copiano il 14 maggio. Da segnalare due eventi, entrambi negativi. Il primo riguarda i drappi rimasti in magazzino, valutati aspri 9000, che a differenza dei casi precedenti Girolamo non considera 401 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 10942. Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 107 d. 402 267 267 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI venduti e per i quali evidentemente non è previsto un facile smercio. Il secondo è un fatto drammatico: in bistestano, nel grande mercato coperto di Costantinopoli, un incendio ha danneggiato alcune pezze causando, secondo la stima di Girolamo, un danno di aspri 2546 (ca. duc. 47 larghi d’oro in oro). Il primo estratto-conto riguarda le vendite delle sete contenute nella cassa condotta da Bernardino Tebalducci Giacomini. In occasione di queste vendite il sultano Selim ha effettuato un solo acquisto403: Mdxvi Addì xiiii di maggio Chopia di uno chonto di una chas[s]a di drapi aùta di Levantte di Pera da Girolamo da Som[a]ia e dice chome apreso e prima: Apreso vi si darà chonto a voi, Averardo e Govani Salviatti e chompagni, per me Girolamo da Somaia di Pera, in [A]dinop[o]li, de la fine e spese fatte a una chassa di drapi, segnata di vostro segno, mandatoci per Bernardino Tebalducci G[i]achomini: ... A la Porte di sultano Sali in Dalmazia sotto nome di Nicholoso Pieroni addì 23 di gugnio 1515 in più somma [picchi] 12 di raso tanè d’oro, aspri 115 picco, monta aspri 2340404 [picchi] 41 d’altebassi d’oro in 3 veste: 2 verde e una rosa per aspri 400 picco, chome di sopra aspri 16400 ... --------------Soma tutta la fine de’ sopra detti drapi, chome di sopra si vede aspri 43967 ... Apreso ispese e prima405: ... Resta le spese di detti drapi, chome di sopra si vede aspri 9504 --------------Resta e ritrato netto de’ sopra detti drapi . . . aspri 34463 duc. 638. 4 larghi d’oro in oro ... Girolamo da Somaia in [A]dinopoli addì xviiii di genaio 1515 403 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 113 r. e v.; a c. 113 r. l’ammontare del danno. Nell’autunno del 1515 la notizia di un disastroso incendio a Costantinopoli era arrivata a Firenze; nei suoi Ricordi Bartolomeo Cerretani scrive che “Im questi dì arsse in Chostantinopoli forsse 3 mila case et fuvi danno de’ vinitiani per 100 mila d(uca)ti, e fiorentini per 20 mila” (B. Cerretani, Ricordi, a cura di G. Berti, Firenze 1993, p. 336). 404 Uno dei dati è inesatto. Il prezzo è errato: aspri 115 per un picco di raso d’oro sono davvero pochi. I conti tornano se saliamo a 195, che è il valore di un raso analogo, menzionato nell’estratto-conto che segue. 405 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 9504. 268 268 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) s) I drappi rimasti in magazzino, valutati aspri 17128, neppure questa volta vengono considerati venduti. Anche questo lotto di sete è stato interessato dall’incendio e il danno ammonta ora ad aspri 4872 (ca. duc. 90 larghi d’oro in oro). Il secondo estratto-conto, redatto sempre il 19 gennaio 1516 ad Adianopoli, è incentrato sulla vendita delle sete condotte da Francesco Alessandri, tutte lavorate nel setificio dei Salviati. Selim ha acquistato un raso d’oro e tre tagli di un altobasso, come sempre costoso406: Mdxvi Addì xiiii di magio Chopia di uno chonto di una chassa di drapi aùta di Levante da Girolamo da sSommaia e dicie chome apresso e prima: Appreso vi si dirà chonto a voi, Averardo e Giovanni Salviati e chonpagni, per me Gerolamo da sSommaia, della fine e spese fatte a una chassa di vostri drapi, mandatomi per Francesco Allessandri e prima: ... Alla Porta di Sultan Sali in Darmazia soto nome di Nicholoso Pieroni, addì xxiii di giugnio 23 ¾ di raso d’oro biancho, uno rosso e uno tanè per aspri 195 picco, monta aspri 4676 41 7/8 d’altebaso di grana d’oro in 3 veste: una rosa, una tanè, una verde, per aspri 400 picco, monta aspri 16750 ... --------------Soma la fine de’ sopra detti drapi, chome di sopra si vede aspri 38215 Apresso ispexe e prima407: ... Soma tutte le sopra dette spese, chome di sopra si vede Resta e ritrato netto de’ sopra detti drappi . . . aspri 28087 aspri 10128 --------------duc. 520. 2. 6 larghi d’oro in oro ... Girolamo da Somaia addì xviiii di gien[na]io 1515 inn Andrinopoli t) È l’ultimo dei tre estratti-conto compilati da Girolamo da Sommaia in Adrianopoli quello stesso giorno, 19 gennaio 1516. Al centro delle vendite sono i drappi imballati nelle due casse condotte a Pera da Giovan Battista Buonaparte. Per i Salviati è stato l’investimento più impegnativo, con un primo costo pari a f. 1807 s. 16 larghi d’oro in oro. Al momento della compilazione del resoconto moltissimi drappi sono ancora invenduti e Girolamo da Sommaia li tralascia. Piuttosto pesanti sono state le conseguenze dell’incendio, che ha rovinato sei pezze tra rasi e velluti, per un valore di aspri 14000 (ca. 406 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 114 r. e v.; a c. 114 r. il danno causato dall’incendio. 407 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 10128. 269 269 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI duc. 260 larghi d’oro in oro). In compenso i compratori illustri ora sono due: al solito Selim si è affiancato il figlio Solimano, che gli europei definiscono il Magnifico. Grazie all’intervento di Alessandro degli Albizzi il diciannovenne Solimano il giorno 11 maggio 1515 ha acquistato 14 picchi di un costosissimo altobasso verde d’oro e alcuni tagli di rasi sempre d’oro, uno dei quali con una decorazione a corde. Tutti i drappi sono facilmente rintracciabili tra quelli venduti il 21 ottobre 1514 dai Salviati, setaioli, ai Salviati, lanaioli. Possiamo così aggiungere che il raso nero presentava una decorazione a poste e il raso tanè a spera (Doc. 104 i). Non è facile stabilire esattamente dove Solimano abbia comperato le sue sete, se a Costantinopoli o ad Adrianopoli. Sappiamo che Girolamo da Sommaia era ad Adrianopoli quando il 19 gennaio 1516 ha compilato il resoconto delle vendite concluse nei mesi precedenti e bisogna riconoscere che Girolamo è stato sempre attento nel precisare se la transazione ha avuto luogo, ad esempio, ad Adrianopoli o a Bursa. La mancata designazione, come nel caso di Solimano, fa pensare dunque a Costantinopoli. Era invece certamente ad Adrianopoli Selim quando ha acquistato tre velluti. Girolamo da Sommaia si è limitato a menzionare i drappi e le relative lunghezze in braccia fiorentine e poi ha presentato un totale, ridotto, di picchi 49 di velluti per aspri 120 il picco. Nel mese di maggio del 1516 hanno avuto dunque luogo le seguenti vendite408: Mdxvi Addì xiiii di maggio Chopia di uno chonto di ii chas[s]e di drapi aùto di Levante e da Girolamo da Som[a]ia e dice chome apreso e prima: Apresso vi si darà chonto a voi, Averardo e Govanni Salviatti e chonpagni, per me Girolamo da sSomm[a]ia, de la fine e spese di dua vostre chas[s]e di drapi, mandatocci per Govan Batista Buonaparte, segnate di vostro segno, chome apreso e prima: A uno amicho . . . ... A la Porta di sultano Suilemen, figliolo del Signore, addì 11 magio, sotto nome d’Alesandro Albizzi e prima: [picchi] 14 d’altebasso verde d’oro, aspri 450 picco, monta aspri 6300 [picchi] 36 de rasi d’oro in 3 veste, coè br. 13 ¾ verde, 13 2/3 simile, 13 ¾ di grana, per aspri 200 picco, monta aspri 7200 [picchi] 12 di raso di grana a chorde per aspri 280 picco aspri 3360 [picchi] 24 di rasi d’oro in dua veste, coè br. 13 ¾ nero, br. 13 2/3 tanè per aspri 210 picco aspri 5040 [picchi] 76 di domaschi tanè in br. 52 e 35 per aspri 68 picco, monta aspri 5168 --------------aspri 27068 ... 408 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 115 r. e v. 270 270 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) A la Porta di sultano Sali, Signore, in Adrinopoli, per questi drapi a piè, finiti sotto nome del Sostegnio e lui sotto Luigi G[h]era[r]di e quale non è qui . . . br. 31 2/3 di veluto verde, tratone picchi 2 e di sopra br. 13 1/6 di veluto pagonazzo br. 27 1/6 di simile, tratone picchi 12 In tutto si ragonano picchi 49 per aspri 120 picco, monta aspri 5880 ... --------------Soma la fine de’ sopra detti drapi, chome si vede di sopra aspri 60420 ... Apresso le spese fate e prima409: ... Soma tute le spese, chome di sopra si vede aspri 16496 --------------Resta e ritratto netto de’ sopra detti drapi . . . aspri 43924 duc. 813. 8. – larghi d’oro in oro ... Girolamo da Somaia in Adrianopoli addì xviiii di genaio 1515 u) Cinque giorni dopo, il 24 gennaio 1516 Girolamo stila un altro resoconto, relativo alla vendita dei drappi contenuti nella cassetta che Piero da Sommaia ha portato con sé a Pera. La Porta non ha effettuato alcun acquisto e noi ci limiteremo a ricordare i pochi invenduti e il ricavo netto, pari a duc. 467.15 larghi d’oro in oro410. Con quest’ultimo estratto-conto Girolamo da Sommaia conclude la sua attività di corrispondente dei Salviati, incaricato di curare la vendita dei loro drappi. A partire dalla prima spedizione del 16 giugno 1512 sino all’ultima del 24 dicembre 1515, i Salviati, lanaioli, hanno inviato complessivamente drappi per br. 5622 7/8 e sino al gennaio 1516 Girolamo ne ha smerciati ca. l’80%. Le parti intanto hanno già stabilito che i nuovi corrispondenti a Costantinopoli siano Michele di Vieri e Piero di Francesco da Sommaia. Prima di passare alla nuova gestione è d’obbligo ricordare l’incendio che ha distrutto alcuni drappi dei Salviati nel grande mercato coperto di Costantinopoli (bisestano): il fuoco ha bruciato complessivamente br. 248 7/8 tra rasi e velluti, valutati aspri 21418, vale a dire quasi 400 fiorini d’oro larghi in oro. La fonte è Girolamo da Sommaia, che nei primi tre estratti-conto, tutti redatti il 19 gennaio 1516 ad Adrianopoli, parla di drappi arsi e li menziona in mezzo ad altri, venduti ad Adrianopoli e a Costantinopoli411. Dopo aver ricevuto gli ultimi resoconti delle vendite, il 19 luglio 1516 i Salviati determinano il secondo risultato, anche questo positivo412: 409 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 16496. Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 116 v. 411 Riferimenti completi ai danni in: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 166 d.; Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 113 r., 114 r., 115 v. 412 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 107 d. 410 271 271 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Avanzi fatti sopra le chose mandate e ritratte di Levante, che Iddio ci chonceda, deono avere . . . ... E, addì detto [19 luglio 1516], f. cinquantatre s. xiiii d. xi d’oro in oro che tanti se n’avanza a un chonto di drappi finiti in Levante in più chonti fattogli debitori, in questo, c. 166 duc. 53 s. 14 d. 11 ... v) Nel 1516 Girolamo da Sommaia non è più il corrispondente a Pera dei Salviati e il suo posto è preso da Michele di Vieri e Piero di Francesco da Sommaia. A loro i Salviati affidano l’incarico di curare lo smercio dei drappi invenduti, che ammontano a br. 918 7/8, vale a dire il 16% del totale spedito da Firenze. Francesco da Sommaia, come abbiamo notato, ne ha venduto l’80%; il 4% è stato distrutto dal fuoco. I due nuovi corrispondenti svolgono con impegno il loro compito e già all’inizio di febbraio 1516 effettuano le prime vendite, che proseguono per quasi tutto il 1517. Le cose subiscono un cambiamento importante verso la fine dell’anno. Agli inizi di novembre 1517 Michele di Vieri e Piero da Sommaia rientrano in patria e a Firenze presentano ai Salviati il resoconto finale del loro operato. A Firenze infatti compilano ben sette estratticonto, dai quali risulta l’ammontare dei drappi venduti: ca. br. 396, che corrispondono al 43% delle sete consegnate da Girolamo ai nuovi corrispondenti (br. 918 7/8), per un totale di ca. 710 ducati d’oro. Questa volta Selim non ha effettuato alcun acquisto, ma al suo posto troviamo una sua nipote, della quale ignoriamo il nome, e di nuovo il giovane Solimano. Le transazioni hanno avuto luogo tutte ad Adrianopoli: il 27 marzo 1516 la nipote ha acquistato 12 picchi di raso verde mentre il 16 luglio 1517 Solimano ha scelto sei tagli di rasi d’oro. Da tre diversi estratti-conto redatti a Firenze il 13 novembre 1517 risultano dunque le seguenti vendite alla Porta413: ... A una nipote del Signore, addì xxvii di marzo1516 passato, inn Andrianopoli: picchi 12 di raso verde stietto per aspri 66 picco, monta aspri 792 ... Al figliolo del Signiore inn Andrianopoli, a la sua Porta, e per mano d’Alexandro414, addì detto [16 luglio 1517]: picchi 11 ¾ di rasso paghonazo d’oro a chorde andari per aspri 280 picco picchi 11 ¾ di raso tanè d’oro della spera andari per aspri 220 picco Montano in tutto aspri 5875 ... A la Porta del figliolo del Signore inn Adrianopoli, per mano d’Alesandro degli Albizi, addì xvi di luglio 1517: picchi 11 ¾ di raso biancho d’oro simile par aspri 200 picco picchi 12 ¼ di raso di grana d’oro andari per aspri 220 picco In tutto aspri 5045 ... 413 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 149 r. e v., 150 r. 414 Alessandro degli Albizzi, che già in passato era intervenuto sulla piazza di Adrianopoli, e che ricorre nella voce successiva. 272 272 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Addì xvi di luglio 1517 alla Porta del figliolo del Signore inn Andrianopoli per mano d’Alesandro degli Albizi: picchi xxvii di raso verde d’oro andari in 2 tagli a ragione di aspri 160 picco, monta aspri 4320 ... w) A Firenze Michele di Vieri e Piero da Sommaia hanno dunque presentato ai Salviati un rendiconto completo del loro operato, ricevendo come compenso la classica provvigione del 2%. Nel fondaco a Pera sono rimaste br. 522 2/5 di drappi, che i Salviati il 15 dicembre 1517 valutano duc. 1240 e trasferiscono al conto Averardo Salviati e compagni della ragione nuova: un conto, anticipiamo subito, che rimanda a una nuova gestione non dei Salviati, lanaioli, ma dei Salviati, setaioli, i quali ora tornano in possesso delle sete precedentemente fornite. A questo punto i Salviati, lanaioli, tenuto conto del valore delle sete invendute ma passate ai Salviati, setaioli, possono calcolare il risultato finale di un investimento che è durato più di cinque anni. Come anticipato, nel corso del 1516 avevano determinato due risultati positivi, rispettivamente di f. 514.8.2 il 2 gennaio (Doc. 104 q) e di f. 53.14.11 il 19 luglio (Doc. 104 u), per complessivi f. 568 circa415; adesso, il 15 dicembre 1517, registrano una perdita di f. 296.10.8416. Nel complesso, questo investimento si è concluso dopo più di cinque anni con un risultato positivo. I due utili iniziali del 1516 hanno coperto la perdita del 1517; il fuoco ha causato un danno di circa f. 400. A Pera i drappi rimasti invenduti – br. 522 2/5, valutati duc. 1240 – sono passati, o meglio tornati, nelle mani del Salviati, setaioli. Il corrispondente a Costantinopoli, incaricato della vendita, è ora il solo Michele di Vieri. Per concludere, dunque, i Salviati registrano il 15 dicembre 1517 una perdita di f. 296.15.8417: Disavanzi, di che Iddio guardi, deono dare, addì xv di dicembre [1517] ... E, addì detto, f. dugentonovantasei s. xv d. viii d’oro, che tanti si perde a uno chonto di drappi in Levante, chome si vede, in questo, 179 ... f. 296 s. 15 d. 8 x) Nel dicembre 1517 Michele di Vieri è incaricato di provvedere alla vendita dei drappi che gli sono stati affidati. Per questi anni la contabilità dei Salviati, setaioli, non presenta la completezza di quella dei Salviati, lanaioli; in particolare la descrizione delle sete è spesso insoddisfacente e non giustifica una trascrizione integrale delle fonti. Le vendite sono iniziate il 6 febbraio 1518 e si sono protratte sino al 1523. Ignoti sono i nomi dei compratori; sappiamo invece che il ricavo netto ammontò a duc. 1291.13 d’oro418. Michele sta portando avanti il suo compito quando a Firenze i Salviati, setaioli, decidono di spedire altri drappi: il 15 luglio 1519 partono br. 27 di raso di grana d’oro, opera delle chorde, e il 10 febbraio 1520 br. 76 ¾ di velluto di grana419: 415 Entrambi in: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 107 d. 416 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 210 s. 417 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 210 s. 418 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e compagni, setaioli, c. 35 d. 419 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e compagni, setaioli, c. 116 s. 273 273 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mdxviiii Drappi in Levante mandati a Michele di Vieri deono dare, addì xv di luglio, duc. novantanove s. xviii d’oro sono per br. xxvii a pagamento di raso di grana d’oro opera delle chorde mandato per nostro chonto e ragonato duc. tre s. xiiii d’oro per tenpo di mesi xv, chome apare al Giornale, 50, a drappi, avere, in questo, a c. 101 duc. 99 s. 18 d. – E, addì x di febraio, duc. centoventi s. xviii d. viiii d’oro sono per 2 pezze di veluti di grana a pagamento br. 76 ¾ mandati in una chassa di Piero Horlandini, che ne fu chondutore Charlo Zati, adiritta per detti Orlandini a Orso del Pace, al Giornale, 70, a drapi, 141 duc. 120 s. 18 d. 9 E, addì xvii detto, duc. dua s. xviiii d. ii d’oro paghati a Piero Orlandini, portò Ruberto Rinieri chontanti per nostra rata di spese di qui in Anchona delle dua pezze di drappi mandate in una sua chassa, chome a Uscita, 56, al conto di chassa, in questo, 143 duc. 2 s. 19 d. 2 ... y) Michele di Vieri vende i nuovi arrivi nel 1522: il 23 gennaio il raso a corde per duc. 100.16.8, una cifra insoddisfacente; il 12 aprile i velluti, a un prezzo discreto: duc. 136.14 d’oro. A questo punto tutti i drappi sono stati venduti ma i Salviati, setaioli, chiudono definitivamente i conti solo il 15 febbraio 1529, quando calcolano il risultato finale, che ammonta a un utile di duc. 42.6.5420: Drappi in Levante mandati a Michele di Vieri deono dare . . . ... E, addì xv di gennaio 1528[=29], duc. quarantadua s. vi d. v d’oro, per tanti fattone creditore Avanzi, in questo, 66 duc. 42 s. 6 d. 5 ... Doc. 105 Giovanni Pandolfini ha già acquistato un raso tanè per rivenderlo a Costantinopoli. Dopo un disguido iniziale la seta arriva a destinazione e il corrispondente locale la cede in cambio di 4 pezze di ciambellotti. Pandolfini così riassume i termini dell’operazione421: [1512] Richordo chome oggi, questo dì xxxi di luglio 1512, i’ ò chonsegnato a Manno d’Andrea Boni br. 18 di raso tanè isp. per mandare in Levante a Orso suo garzone per finirllo e del ritratto chonsengnarmelo che in buon punto sia. Riebbilo da Manno Boni perché non mandò e dettilo a Giovan Batista Buonaparte a finirmelo in Levante, addì 7 d’ottobre 1512. Che mi à rechato di detto raso 4 pezze di canbelotti422. 420 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e compagni, setaioli, c. 116 s. 421 ASF, Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini, c. 104 v. 422 Quest’ultima nota, scritta con un inchiostro differente, è stata aggiunta da Pandolfini dopo la consegna della merce. 274 274 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 106 Da Costantinopoli Bartolomeo Tebalducci informa Antonio e Francesco Corbinelli, a Firenze, dell’avvenuta vendita di ben 1800 picchi di broccati alla Porta di Bursa e di un’imminente vendita di rasi e velluti d’oro. Alla fine di gennaio 1513 – prosegue Tebalducci – dovrebbe arrivare la carovana delle sete423: Iesus, addì xxi di diciembre 1512 ... Addì xiiii di questo si fecie bazaro a la Portta im Bursia di pichi 1800 di brochati per aspri 290 (e rossi) e piglieranno amchora rasi d’oro, veluti d’oro e altri drappi, e chi avessi 100 panni ischolorati chativi, subito si finirebano a detta Portta. In fra uno mese s’atemde nuova charovana di seta e chi arà panni istimo s’abino a finire bene: per aviso vi sia. Se ò a fare niente per voi, avisate. ... Doc. 107 Nel 1513 Firenze decise di inviare un ambasciatore a Costantinopoli nella speranza, coronata da successo, di ottenere dal nuovo sultano Selim I la conferma dei privilegi concessi in precedenza da Bajazet II. L’ambasciatore – Francesco Antonio Nori – lasciò Firenze con un seguito adeguato alla circostanza, portando con sé i doni destinati alla Corte. Di questa missione diplomatica presentiamo due fonti: una veneziana e una fiorentina. a) Una lettera inviata da Costantinopoli a Venezia descrive l’arrivo nella capitale ottomana dell’ambasciatore fiorentino, avvenuto il 1° settembre 1513. Il mittente, il veneziano Santo Barbarigo, riporta il numero dei fiorentini – ben 250 – presenti a Costantinopoli, Adrianopoli e Bursa424: A dì primo dil presente [settembre 1513] gionse qui in Pera lo ambasador de fiorentini acompagnato da zercha cavalli 200, che questi fiorentini haveano adunati per honorarlo. Di la sua compagnia sono zercha 40 zervitori. Preparano gran presenti aziò el porti al Signor, e tutto fanno a concorentia nostra, i qual fanno grandissime facende in questi lochi di sede et di panni di lana. Sono tra Pera e Andirnopoli et Bursa da 250 marchadanti fiorentini, et sono non pocho cari al Signor, ma pur non sono amati come la nation nostra. b) Elenco dei doni – quasi esclusivamente drappi di seta e panni di lana – che nel 1513 l’ambasciatore fiorentino offrì al sultano ottomano Selim I e ai personaggi più in vista della Corte425: 423 ASF, Manoscritti, 94, N. 54, Lettera di Bartolomeo Tebalducci, in Pera, ad Antonio e Francesco Corbinelli, in Firenze, 21 dicembre 1512. V. anche I. Houssaye Michienzi, The silk market in Bursa around 1500, cit., p. 59, nota 26. 424 M. Sanudo, I Diarii, 58 voll., Venezia 1879-1903, XVII, Col. 160. La risposta favorevole di Selim, datata 25 ottobre in Adrianopoli, è pubblicata da G. Műller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente, cit., p. 267. 425 ASF, Carte Strozziane, Serie Seconda, 96, Ins. 4. 275 275 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Nota di presente mandato al Signore turcho per le mani di Francesco Antonio Nori, inbascadore, e prima: Al Signore turcho br. 15 di domaschino brochato ariccato, largo br. 1 ¼, riccho br. 15 ¾ di brochato d’oro a bastone, riccho br. 15 ¼ d’alto e basso di grana chon oro, richo br. xvi di raso rosso chermisi allucolato d’oro br. xvi di velluto paonazzo chermisi br. xvi di velluto paonazzo chermisi br. xvi di velluto rosso chermisi br. xvi di velluto rosso chermisi br. xvi di raso rosso chermisi br. xvi di raso rosso chermisi br. vi di panno luchexino riccho br. vi di panno luchexino riccho br. vi di panno paonazzo di grana br. vi di panno paonazzo di grana br. vi di panno limoni Santo Martino br. vi di panno limoni Santo Martino br. vi di panno sbiadato br. vi di panno sbiadato Santo Martini br. vi di panno verde porro br. vi di panno verde bruno iiii pezze di tela d’Olanda fine, channe xl una chassetta d’avorio una chas[s]ettina d’avorio uno chalamaio d’avorio uno schachiere e tavolieri d’avorio Al Chapigi Bascì della Porta del Signore br. vi di panno paonazo di grana Al Chausa Bascì br. vi di panno luchexino A ii Caussi del Signore br. vi di panno luchexino br. vi di panno luchexino Al Draghomanno del Signore br. xvi di velluto tanè br. xvi di velluto rosso br. vi di panno verde porro f. 50 d’oro larghi in oro 276 276 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Al Chasuadar del Signore br. xvi di velluto verde br. xvi di domascho tanè br. vi di panno rosso br. vi di panno fistuchino Allo Elexagi che fa la testa del Signore br. xvi di raso tanè Allo schrivano che schrive i chapitoli br. xvi di raxo tanè Al primo Bascà br. xv ¾ di brochato d’oro a bastone br. xvi di velluto rosso chermixi br. xvi di velluto rosso allexandrino br. vi di panno luchexino br. vi di panno paonazo di grana br. vi di panno verde porro br. vi di panno verde bruno Al suo Chapiggi br. vi di panno paonazzo gharbo Al secondo Bascà br. xvi di brochato d’oro a bastone br. xvi di velluto rosso chermisi br. xvi di velluto allesandrino br. vi di panno luchexino br. vi di panno paonazzo di grana br. vi di panno verde porro br. vi di panno verde bruno Al suo Chapiggi br. vi di panno paonazo gharbo Al terzo Bascà br. xvi di brocchato d’oro a bastone br. xvi di velluto rosso chermisi br. xvi di velluto allexandrino br. vi di panno luchexino br. vi di panno paonazzo di grana br. vi di panno verde porro br. vi di panno verde bruno 277 277 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Al suo Chapiggi br. vi di panno paonazo di gharbo Al Bergheran bei della Grezia br. xvi di brochato d’oro a bastone br. xvi di velluto allesandrino br. xvi di velluto verde br. vi di panno luchexino br. vi di panno paonazzo di grana br. vi di panno verde porro br. vi di panno limoni Al suo Chapiggi br. vi di panno verde bruno Al Defederderi della Grezia br. xvi di velluto rosso di grana br. xvi di domascho giallo br. vi di panno paonazzo di grana br. vi di panno verde bruno Al Viscie Signore di Chostantinopoli, anzi al Defederderi della Turchia br. xvi di velluto rosso di grana br. xvi di domascho giallo br. vi di panno paonazzo di grana br. vi di panno verde bruno Al Vicie signore di Chostantinopoli br. xvi di velluto rosso di grana br. vi di panno luchexino Al Subasci di Chostantinopoli br. xvi di velluto tanè br. vi di panno paonazzo di grana Al suo Chapiggi br. vi di panno fistuchino Al suo Mechomettier br. vi di panno rosso di garbo 278 278 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Al Tettuchaia br. vi di panno rosso gharbo All’Emino di Ghostantinopoli br. vi di panno paonazzo di grana Al Sobasci d’Andrenopoli br. xvi di velluto tanè br. vi di panno verde bruno Al Basoniere che sta in chasa l’onbascadore br. vi di panno fistuchino Al Sanghacco di Chocca br. xv di raxo tanè Doc. 108 La compagnia di setaioli di Mainardo Cavalcanti produceva ed esportava drappi in molte città europee, da Lione a Costantinopoli. La documentazione copre gli anni 15111517 e consiste di due libri di lettere e conti e di un raro Libro di mandate, nel quale sono elencate le spedizioni dei drappi. È un codice ricco di dettagli importanti, che fa parte della contabilità dell’analisi; sono invece andati perduti i libri della sintesi e con loro il ricordo dell’ammontare degli investimenti, dei costi, dei ricavi e dei risultati conseguiti. Come i Salviati e i Serristori, anche i Cavalcanti menzionano con precisione i drappi che lasciano Firenze e che poi si ripetono nei resoconti delle vendite. Anche per i Cavalcanti, quindi, presentiamo trascrizioni complete delle sole forniture alla Porta. Al pari di altre compagnie i Cavalcanti, che contemporaneamente si firmavano setaioli e battilori, esportavano sete in Levante seguendo modalità diverse: a volte agivano in proprio e a Pera si appoggiavano su un corrispondente che avrebbe curato le vendite, a volte si associavano ad uno o più mercanti, per poi ripartire il risultato finale. Nello stesso tempo i Cavalcanti ricevevano ordinazioni da parte di mercanti fiorentini attivi a Costantinopoli e nella loro bottega di setaioli eseguivano quanto veniva loro richiesto; completata la lavorazione, spedivano i drappi al committente insieme all’estratto-conto dei costi e delle spese. Tutto questo ha lasciato molte testimonianze nei tre codici a noi pervenuti, soprattutto nelle lettere; le notizie sono tante e a volte si accavallano, al punto che non è sempre facile collegare ognuna di esse alla rispettiva operazione. a) All’inizio del 1511 i Cavalcanti spediscono, in proprio, drappi a Bartolomeo Biliotti, che a Costantinopoli si occuperà delle vendite. Il 29 gennaio partono le prime 14 sete, numerate progressivamente. Il Libro di mandate le descrive con cura, mentre omette i costi426: 426 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 33 r. e v. Dopo aver menzionato ogni singolo drappo, il contabile ha aggiunto, 279 279 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mdx [=1511] Drapi mandati i Levante a Bartolomeo Biliotti, questo dì 29 di gienaio . . . N. 1 brochato di grana a bastone, richo, i 3 tagli ... N. 2 brochato di grana in una gricha, richo ... N. 3 brochato di grana in una gricha chol pelo alto, richo ... N. 4 brochato di grana in una gricha chol pelo alto, richo ... N. 5 brochato di grana in una gricha chol pelo alto, richo ... N. 6 brochato verde in una gricha ... N. 7 brochato alesandrino a bastone ... N. 8 altebaso di grana in una gricha, richo ... N. 9 altebaso di grana in una gricha, richo ... N. 10 raso di grana apicholato d’oro in 4 griche ... N. 11 raso tanè apicholato d’oro i 3 camini ... N. 12 domascho tanè apicholato d’oro i 3 camini ... N. 13 domascho sbiadato apicholato d’oro in 4 griche ... N. 14 domascho tanè a la viniziana ... br. 47.15. – br. 31.17. 6 br. 33.17. 6 br. 31. 2. 6 br. 30.13. 4 br. 32. 5. – br. 32.10. – br. 16. 5. – br. 14.17. 6 br. 28.10. – br. 14. –. – br. 13. 6. 8 br. 13.10. – br. 50.10. – b) Il giorno 1° febbraio i Cavalcanti consegnano le sete alla dogana di Firenze e le affidano a Leonardo Pitti, in partenza per il Levante. Di questo ricordo presentiamo la parte iniziale, con i riferimenti all’itinerario (Ancona-Ragusa)427: [1° febbraio 1511] Questo dì primo di febraio abiamo chonsegnato in dochana di Firenze e schabelata una chas[s]a di nostri drapi d’oro e schieti, segnati de l’avanti segno e N. 1 a Lionardo di Piero Pitti per mandarla in un secondo momento, incompleti riferimenti all’avvenuta vendita, tralasciando però il nome del compratore; abbiamo omesso queste annotazioni. Ancora, accanto alla lunghezza del drappo, espressa in braccia fiorentine, il contabile dei Cavalcanti ha aggiunto la lettera p. (picco) allo scopo, non mantenuto, di riportare la lunghezza anche in picchi. Mancando il dato, abbiamo tralasciato anche questa abbreviazione. 427 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 2 v. 280 280 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) in Anchona e quivi cho la persona sua pasarla a Raugia per ’l primo pasagio e da Raugia chondurla in Pera per chonsegnarla a Bartolomeo di Lorenz’Angnolo Biliotti a nostro ordine . . . c) Due giorni dopo – il 3 febbraio – i Cavalcanti da Firenze scrivono a Biliotti per avvisarlo che presto riceverà una cassa contenente i drappi, parte dei quali appartiene ai Pitti. Alcuni broccati chol pelo alto sono molto belli e non si dovrebbero vendere a meno di 320 aspri il picco. I Cavalcanti avvertono Biliotti che entro la metà di settembre gli arriveranno ulteriori braccia 300-400 circa di broccati428: [3 febbraio 1511] Per conto di Mainado Cavalchanti e compagni setaioli, col nome di Dio e di buon salvamento, si chonsegnò a dì primo di questo a Lionardo Pitti una cas[s]a di loro drapi, N. 1, de l’avanti segno, che in questa ne sarà e legagio, la quale vi si manda per finire per deto chonto cho libera chomesione e de ritratto rimetete a loro in danari chontanti o in chanbi, chome a voi parà più loro vantagio. ... In detta chas[s]a vi si manda cierti brochati col pelo alto, una chosa belisimi, e quali no si vorebono in nesuno modo da[r]gli a mancho d’aspri 320 el mancho el picco . . . ... Per deto chonto se n’è meso suso e drapi che di sopra si diche e chosì ordiniamo 3 in 400 braccia di brochati rosi fra chol pelo alto e ordinari, che vogliamo sieno chostì ½ setenbre al più lungho, che sarano chosa bella, sì che andate anchora voi di mano in mano provedendo. Avete a paghar all Pito per chondota di deta chassa aspri 1250. Per virtù d’u[n] richordo vi mostrerà e perché la chas[s]a ci parse un pocho grande chonduchandosi salva sanza inpedimento di drapi gli pagherete più aspri 100 che chosì gli abiamo promeso a parole e vogliamo se gl’oservi. ... d) Il 22 marzo i Cavalcanti informano Bartolomeo Biliotti a Pera di aver messo in lavorazione 25 telai per produrre broccati altobassi, velluti d’oro e altre sete costose. I Cavalcanti pensano di spedire i drappi, stimati 2000 ducati, entro giugno o la metà di luglio; per ottobre prevedono di effettuare una fornitura analoga429: [22 marzo 1511] ... Abiamo meso suso xxv telai di drappi d’oro fra brochati, altebassi d’oro, veluti d’oro e rassi e damaschi broccati, che faciano contto per tutto gugnio o ½ luglio mandare drappi per duc. 2000 e altanti per tutto otobre, chon chualche velluto istieto e chossì rassi e damaschi . . . ... e) I Cavalcanti riescono a rispettare i loro impegni e il 21 giugno 1511 partono i drappi recanti i numeri 15-33430: 428 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 40 v. 429 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 41 v. 430 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 34 r. e v., 35 r. Vedi anche nota 426. 281 281 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mdxi, in Pera, a Bartolomeo Biliotti, addì xxi di giugno . . . 15 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini ... 16 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini ... 17 raso di grana brochato d’oro, richo, a chorde ... 18 raso di grana brochato d’oro, a chorde, richo ... 19 domascho di grana apicholato d’oro in 4 griche ... 20 domascho pachonazo apicholato d’oro a griche ... 21 domascho tanè apicholato d’oro in 2 camini ... 22 domascho sbiadato a la viniziana, richo ... 23 domascho tanè a la viniziana, richo ... 24 domascho gialo a la viniziana, richo ... 25 domascho vermiglo a la viniziana, richo ... 26 raso gialo, richo ... 27 raso pachonazo, richo ... 28 brochato di grana a bastone ... 29 brochato di grana a bastone ... 30 brochato di grana chol pelo allto, richo, a bastone ... 31 brochato di grana a bastone a uno oro chol pelo alto ... 32 brochato di grana a bastone a uno oro chol pelo alto ... 33 raso sbiadato, richo ... br. 15.17. 6 br. 15.17. 6 br. 13.10. – br. 13. 5. – br. 27. –. – br. 25. 5. – br. 13. 6. 8 br. 49.10. – br. 52.10. – br. 56.10. – br. 48.10. – br. 52.10. – br. 26.10. – br. 32. –. – br. 34. 5. – br. 31. –. – br. 30.17. 6 br. 34. –. – br. 51.13. 4 f) I primi due velluti d’oro sono di una qualità eccezionale per l’alto contenuto di fili d’oro e due giorni dopo la spedizione i Cavalcanti scrivono a Biliotti431: 431 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 43 v. 282 282 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [23 giugno 1511] ... Le 2 vesta de’ veluti d’oro, chome vedrette, sono chosa richa, che v’è drento preso a once 2 d’oro per braccio, sì che vedete vendegli a pregio c’abiàno a salvare, e chossì e rassi a chorde e chossì e domaschi d’oro, che sono una chossa bella e be[n] lavorati. ... g) Il 23 luglio 1511 i Cavalcanti prendono nota della partenza dei drappi numerati 34-61432: Mdxi, a Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì xxiii di luglo . . . N. 34 brochato di grana a bastone a uno oro, chol pelo alto br. 33.17. 6 ... N. 35 altebaso di grana in una gricha, richo, brochato d’oro br. 16.10. – ... N. 36 altebaso di grana brochato d’oro in una gricha br. 15.17. 6 ... N. 37 altebaso di grana brochato d’oro in una gricha br. 16. –. – ... N. 38 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini br. 16. 6. 8 ... N. 39 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini br. 16.10. – ... N. 40 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini br. 15.13. 4 ... N. 41 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini br. 16. 6. 8 ... N. 42 raso di grana d’oro i 2 camini br. 44. –. – ... N. 43 raso di grana d’oro i 2 camini br. 28. 5. – ... N. 44 raso di grana d’oro i 2 camini br. 28. –. – ... N. 45 raso di grana d’oro i 4 griche br. 13. 6. 8 ... N. 46 raso tanè d’oro in 2 camini br. 29. 5. – ... N. 47 raso alesandrino d’oro i 4 griche br. 13. 6. 8 ... N. 48 raso di grana agiamescho d’oro br. 13. 6. 8 ... N. 49 domascho dorè i 3 camini, d’oro br. 26. 5. – ... N. 50 domascho tanè i 2 camini andari d’oro br. 13.13. 4 picchi – picchi 14.10 picchi 12.10 picchi 14. – picchi 14. 5 picchi 12. – picchi 14.10 picchi 14.10 picchi 39 picchi – picchi 24.15 picchi 12 picchi – picchi – picchi – picchi – picchi 12 432 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 35 v., 36 r. e v., 37 r. In questo elenco i Cavalcanti riportano, a volte, le lunghezze in picchi. Vedi anche nota 426. 283 283 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI ... N. 51 domascho sbiadato i 2 camini andari d’oro ... N. 52 veluto verde i 2 peli ... N. 53 veluto alesandrino i 2 peli ... N. 54 veluto alesandrino i 2 peli ... N. 55 raso sbiadato ... N. 56 raso vermiglio, richo ... N. 57 raso verde gialo, richo ... N. 58 domascho verde a la viniziana ... N. 59 raso verde, richo ... N. 60 veluto tanè i 2 peli ... N. 61 domasco tanè a la viniziana ... br. 13. 6. 8 picchi – br. 14. 5. – picchi – br. 14. 6. 8 picchi – br. 14. 5. – picchi – br. 56. –. – picchi – br. 56.17. 6 picchi – br. 54.10. – picchi – br. 50. 6. 8 picchi 44 br. 42.10. – picchi 37.10 br. 13. 6. 8 picchi – br. 51.10. – picchi 45 h) Il 19 settembre 1511 lasciano Firenze i drappi recanti i numeri 62-86433: Mdxi, a dì 19 di setenbre, a Bartolomeo Biliotti, in Pera N. 62 brochato di grana a bastone a uno oro chol pelo alto ... N. 63 brochato di grana a bastone a uno oro chol pelo alto ... N. 64 brochato di grana a bastone ... N. 65 brochato di grana a bastone ... N. 66 brochato di grana a bastone ... N. 67 brochato di grana a bastone ... N. 68 altebaso di grana d’oro in una gricha, richo ... N. 69 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini, richo ... N. 70 raso di grana brochato d’oro, l’opera de le chorde, richo 433 br. 31. –. – br. 31.10. – br. 32. 6. 8 br. 35. 6. 8 br. 32.15. – br. 16. 2. 6 br. 15.17. 6 br. 16. 2. 6 br. 13. –. – ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 37 v., 38 r. e v. Vedi anche nota 426. 284 284 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) ... N. 71 raso di grana brochato d’oro, l’opera de le chorde, richo ... N. 72 raso di grana brochato d’oro i 2 camini ... N. 73 raso tanè brochato d’oro a griche ... N. 74 raso alesandrino brochato d’oro a griche ... N. 75 raso di grana brochato d’oro a griche ... N. 76 raso di grana d’oro, l’opera agiamescha ... N. 77 domascho sbiadato andari d’oro i 2 camini ... N. 78 veluto alesandrino i 2 peli ... N. 79 veluto verde i 2 peli ... N. 80 domascho vermiglo a la viniziana ... N. 81 brochato di grana a bastone ... N. 82 veluto di grana brochato d’oro a griche ... N. 83 veluto alesandrino i 2 peli ... N. 84 raso tanè sch[i]ecto ... N. 85 brochato di grana a bastone ... N. 86 raso tanè brochato d’oro a griche ... br. 13. 6. 8 br. 13. –. – br. 13. 6. 8 br. 13.17. 6 br. 13.10. – br. 13.10. – br. 13. 2. 6 br. 14.10. – br. 15. 6. 8 br. 53. 6. 8 br. 35. 5. – br. 15.10. – br. 13.17. 6 br. 50.10. – br. 44.10. – br. 13. 5. – i) Molti mesi dopo i Cavalcanti vengono a sapere che Bartolomeo Biliotti ha venduto alcuni broccati a 300 aspri il picco. Insoddisfatti, scrivono a Biliotti per dirgli che avrebbe fatto meglio ad aspettare l’arrivo di altri drappi da Adrianopoli434: [8 marzo 1512] ... Per la vostra de xiii di dicenbre s’intende la fine de’ brochati a aspri 300 picco, che si fa pocho bene. Doverete avere tenuto a piglare el bazaro sino a la giunta degl’altri ch’erano in Andrinopoli, che chrediamo a quest’ora abiate finito buona parte de’ nostri drapi e rimesoci soma de danari, chome per più nostre detovi. ... 434 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 53 v. 285 285 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI j) Il 9 marzo 1512 partono gli ultimi drappi, numerati 87-90435: A dì viiii di marzo, a Bartolomeo Biliotti, in Pera N. 87 veluto di grana brochato d’oro a griche ... N. 88 veluto di grana brochato d’oro ... N. 89 raso di grana brochato d’oro a chriche ... N. 90 raso tanè brochato d’oro i 3 camini ... br. 15. 6. 8 br. 15. –. – br. 13.15. – br. 12.15. – k) Nel corso degli anni 1511-1512 i Cavalcanti hanno dunque spedito 90 drappi a Pera. Bartolomeo Biliotti ne ha curato la vendita e il 7 e 8 ottobre 1513 invia ai Cavalcanti ben sei estratti-conto di netto ricavo. Nel trasmettere questi resoconti a Firenze Biliotti ha mantenuto quasi sempre la numerazione dei drappi adottata dai Cavalcanti e questo rende l’identificazione sicura. Incerta è invece la data delle singole vendite: tutte sono anteriori al 7 ottobre 1513, ma non si può escludere il 1512. Come sempre, presentiamo gli acquisti della Porta, tra i quali spicca per valore il N. 37, “altebaso di grana brochato d’oro in una gricha” (Doc. 108 g)436: [7 ottobre 1513] Chopia d’uno chonto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì 7 d’ottobre 1513 a buon chonto. Apresso si dà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e ispese fatte a chasse una e chassettine 2 di drappi ricevuti per le mani di Bartolomeo Manelli, prima: ... Addì 13 d’ottobre alla Porta in Pera br. 16 ½ d’altebasso d’oro N. 34 (sic) tornò picchi 14 ½ e per br. 16 N. 37 tornò picchi 14 per aspri 390 picco e picchi 11 di domasco gallo d’oro N. 49, tutto di una pezza di br. 26 ¼ per aspri 170 picco, monta aspri 12985 Addì v di magio alla Porta in Brusia N. 25 br. 48 ¾ di domasco rosso tornò picchi 42 per aspri 85 picco, N. 38 e br. 16. 6. 8 di velluto di grana tornò picchi 14 ¼ per aspri 260 picco, N. 40 br. 15 2/3 di velluto di grana d’oro 14 ½ per aspri 260 picco N. 41 br. 16. 6. 8 di velluto simile tornò picchi 14 ½ per aspri 260 picco, N. 42 br. 44 di raso di grana tornò picchi 39 per aspri 215 picco, N. 44 picchi 12 ¼ tutto di una pezza di br. 28 per aspri 215 picco, N. 46 picchi 11 tutto di una pezza di br. 29 ½ per aspri 220, N. 61 br. 51 ½ di domasco tanè tornò picchi 46 per aspri 68 picco, monta437 aspri 31269 ... 435 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 39 r. Vedi anche nota 426. 436 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 31 v., 32 r. 437 Il totale è inesatto ma non sembra trattarsi di un errore. In questa e in altre tre registrazioni (terza, quarta e undicesima) il contabile scrive, nel margine sinistro della carta, e per ragioni che non conosciamo, a nostro o a suo danno. 286 286 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Addì 5 di magio 1513 alla Porta in Brusia br. 51 ½ di domasco tanè N. 61 (sic) tornò picchi 45 per aspri 68 picco ... Monta la fine de’ drappi, chome nella fac[ci]a di là si vede Apresso ispese fatte438: ... Somano le spese, chome di sopra aspri 3060 ---------------aspri 104406 aspri 16677 ---------------- Resta el ritratto netto, come di sopra si vede, aspri 87729 e di tanti v’abiamo creditori. Rivedete e, stando a dovere, come noi l’achoncate. Iddio vi guardi aspri 87729 Apresso drappi lascati a Luigi Gherardi a vostro ordine: pezza 1 ½ di velluto d’oro br. 33 7/8 di broccato rosso l) I Cavalcanti ricevono il secondo estratto-conto di netto ricavo datato 7 ottobre 1513. I drappi venduti non recano la numerazione iniziale, ma è certo che la Porta di Bursa ha comperato alcuni dei drappi che avevano lasciato Firenze il 19 settembre 1511439: [7 ottobre 1513] Chopia d’uno conto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì 7 d’ottobre 1513 a buon chonto. Apresso si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e spese fatte a una chassa di drappi ricevuta per le mani di Charllo Grilii in Pera e prima: ... Addì 6 di magio a aspri 23852 per la monta di pezze 3 di broccati rossi finiti alla Porta in Brusia, coè pezza una di br. 32 ¼ e una di br. 34.15 e una di br. 31 tornò picchi 82 ¼, dato per aspri 290 picco e più per br. 52 ¾ di domasco tanè tornò picchi 45 ¾ alla Porta per aspri 68 il picco e più per la monta di br. 16 di velluto di grana d’oro alla Porta per aspri 260 picco, che monta aspri 6545 in tutto aspri 30397 ---------------aspri 61874 Apresso le spese440: Montano le spese, come di sopra si vede, aspri Resta e ritratto netto aspri 49242 e di tanti v’abiamo creditori in chonto chorente. Rivedete e, stando a dovere, chome noi choncate aspri 12632 ---------------aspri 49242 438 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 16677. ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 32 r. e v. 440 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 12632. 439 287 287 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Apresso drappi lascati i mano a Luigi Gherardi, una chassa: br. 34. 10 di broccato rosso a bastone br. 35. 5 di broccato simile pezza 1 1/3 di velluto di grana d’oro m) I Cavalcanti ricevono il terzo estratto-conto datato 7 ottobre 1513. I drappi mantengono la numerazione fiorentina. La Porta di Selim ha acquistato numerosi broccati, velluti, rasi e damaschi, tutti spediti il 19 settembre 1511441: [7 ottobre 1513] Chopia d’uno chonto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì 7 d’ottobre 1513, a buon chonto. Apresso si darà conto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e spese fatte a chasse una e una chas[s]ettina mandatoci per Orso del Pace e prima: ... Addì 5 di magio alla mostra di Sulta Seli in Brusia br. 31 ½ di brochati rossi N. 63 e br. 35 1/3 di simile N. 65 e br. 32 ¾ di simille N. 66 tornorno picchi 87 ¼ finiti per aspri 290 picco e più br. 16. 2. 6 di velluto di grana d’oro N. 69 tornò picchi 14 per aspri 260 picco e più br. 13 ½ di raso di grana d’oro N. 75 tornò picchi 11 3/4 per aspri 215 picco e più br. 13. 2. 6 di domasco isbiadato N. 77 tornò picchi 11 ½ per aspri 200 picco e più br. 53. 6. – di domasco rosso istietto N. 80 tornò picchi 47 per aspri 85 picco, monta in tutto aspri 37763 Addì detto, a uno amicho per danari br. 13. 17. 6 di velluto alesandrino tornò pichi 12 per aspri 115 picco N. 83 aspri 1380 --------------aspri 67878 Apresso ispese fatte442: ... Montano le spese de’ drappi . . . Resta el ritratto netto, come di sopra si vede, aspri 54120 e di tanto v’abiamo creditori in chorente. Rivedete e, stando a dovere, achoncate aspri 13758 --------------aspri 54120 Apresso drappi lassati i mano lascati a Lui[gi] Gherardi in Pera, a nostro ordine: br. 31 di brochato N. 62 br. 32. 6. 8 di simile N. 64 br. 16. 2. 6 di simile N. 67 br. 35 di simile N. 81 br. 44. 10 di simile N. 85 br. 1. 17 di simile N. 68 441 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 33 r. e v. 442 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 13758. 288 288 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) n) I Cavalcanti ricevono il quarto estratto-conto, datato sempre 7 ottobre 1513. Il compratore è uno solo, la Porta di Selim. Di questo breve documento presentiamo la trascrizione integrale anche delle spese443: [7 ottobre 1513] Chopia d’uno chonto mandatoci Bartolomeo Biliotti sotto dì vii d’ottobre 1513, a buon chonto. Apresso si darà conto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, de la fine e ispese fatte a pezze 4 di drappi ricevuti in una cas[s]ettina per la nave anchonetana insino addì primo di mago 1512: 1513. Addì v di magio alla Porta di Sultan Seli br. 15 1/3 di velluto d’oro di per aspri 260 picco tornò picchi 13 ½ e più br. 15 di velluto simile tornò picchi 14 per aspri 240 picco e più br. 13 ¾ di raso d’oro per – tornò picchi 12 per aspri 215 picco e più br. 12 ¾ di raso tanè d’oro broccato tornò picchi 11 ¼ per aspri 215 picco aspri 11869 Apresso ispese fatte: Per tanti avuti di chondotta insino in Pera Per chomerchio di Pera a 5 per cento Pr ispese ordinarie e strasordinarie a 9 per cento Per istalago a Maso Fronti a ½ per cento, monta Per chonsolago all’emino a uno per cento ½ per mille di chottimo Per perdita di monete e spacco di schonti a 6 per mille Per nostra provisione a 2 per cento Resta el ritratto netto aspri 9665 e di tanti v’abiamo creditori in chorente. Rivedete e, stando a dovere, chome noi achoncate aspri 54 aspri 593 aspri 1067 aspri 59 aspri 124 aspri 70 aspri 237 --------------aspri 2204 aspri 2204 --------------aspri 9665 o) I Cavalcanti ricevono il quinto estratto-conto, datato sempre 7 ottobre 1513. Gli acquirenti sono solo due e del documento presentiamo la trascrizione integrale. I drappi non sono numerati ma è certo cha la Porta di Bursa ha comperato, tra le altre, le sete N. 46 e 59, che avevano lasciato Firenze il 23 luglio 1511444: [7 ottobre 1513] Chopia d’uno chonto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì 7 d’ottobre 1513 a buon chonto. Apresso si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e spese fatte a una chassa di drappi mandataci per Iacopo Sanghaletti insino addì 15 di settenbre 1512: Al sobaci di Pera, addì 16 di dicenbre 1512, br. 30. 13. 4 di velluto chermisi, tratone picchi 23 ½ per aspri 160 picco e più br. 27 di simile, tornò picchi 23 ½ per detto prego, monta aspri 7520 443 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 33 v. 444 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 34 v. 289 289 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Addì 5 di magio 1513 alla Porta in Brusia br. 28 ¾ di raso tanè d’oro tornò picchi 25 per aspri 160 picco, monta, e br. 42 ½ di raso verde tornò picchi 37 ½ per aspri 67 picco, monta aspri 6512 --------------aspri 14032 Apresso ispese fate445: ... Somano le spese fate aspri 5568 --------------- Resta el ritratto netto, come di sopra si vede, aspri 8464 e di tanti v’abiamo creditori in chorente. Rivedete e, stando a dovere, achoncate aspri 8464 Apresso leghago di drappi lascati a Luigi Gherardi: br. 32.10 br. 46. 6. 8 br. 38. 2. 6 br. 29.15 br. 17. 3. 4 br. 16. 5 br. 30.10 di broccati rossi di simile di simile di simile di simile di simile di simile p) I Cavalcanti ricevono un ultimo estratto-conto datato 8 ottobre 1513. I drappi non sono numerati ma la loro identificazione è certa. Il 5 maggio 1513 la Porta di Bursa ha comperato i due broccati verde e alessandrino numerati 6 e 7 e alcuni altobassi che erano partiti da Firenze il 29 gennaio 1511446: [8 ottobre 1513] Chopia d’uno conto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì viii d’ottobre 1513, a buon chonto. Apreso si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e spese fatte a più drappi vi resta, chondottoci per più persone, e prima: Addì 5 di magio 1513 aspri 13781 per la valuta di br. 32 ¼ di broccato verde tornò picchi 28, br. 32 ¼ d’alesandrino tornò picchi 28 ¼ finiti a la Porta in Brusia per aspri 245 picco, monta 445 aspri 13781 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 5568. ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 37 r. 446 290 290 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Addì 3 d’aghosto 1511447 aspri 11560 sono per la valuta di br. 16 d’altebasso tornò picchi 14 per aspri 420 picco e br. 14 7/8 di sim[il]e tornò picchi 12 ½ per aspri 420 picco e448 ½ picco aspri 300, chondotti per Leonardo Pitti449 ... aspri 11560 --------------aspri 29503 Apresso le spese fatte450: ... Somano le spese, come di sopra aspri 5113 --------------- Resta el ritratto neto, come di sopra si vede, aspri 24390 e di tanti v’abiamo creditori e, stando a dovere, achocate aspri 24390 Doc. 109 La compagnia di Mainardo Cavalcanti ha spedito 90 drappi a Pera (Doc. 108) e già verso la fine del 1511 effettua un’operazione a chomune con Francesco degli Alessandri, in partenza per Costantinopoli. Una volta giunto a destinazione, Francesco curerà le vendite e il risultato sarà ripartito tra i due partecipanti. Di nuovo il Libro di mandate contiene dati molto precisi. Nel complesso, i drappi coinvolti in questa operazione sono 28 e la spedizione è una sola. a) Il 15 dicembre 1511, alla dogana di Firenze, i Cavalcanti affidano i 28 drappi a Francesco degli Alessandri451: 1511 Una mandata di drapi i Levante, addì 15 di dicienbre, chosegnati qui in doghana di Firenze a Francesco di Bernardo degli [A]lessandri, cioè: N. ... N. ... N. ... N. ... 1 brochato di grana a bastone, chol pelo alto, richo br. 34. 2. 6 2 brochato di grana a bastone, chol pelo alto, richo br. 16.17. 6 3 brochato di grana a bastone, ordinario br. 30. 5. – 4 brochato di grana a bastone, ordinario br. 15. 5. – 447 La data è esatta. Come accadeva spesso, il corrispondente a Costantinopoli componeva l’estrattoconto senza rispettare l’ordine cronologico. 448 Segue un’abbreviazione, corretta o cancellata. Certamente doveva trattarsi di un taglio minimo, ca. braccia o picchi 1 1/2, a giudicare dal costo degli altri due drappi e dal costo complessivo, che ammonta ad aspri 11560. 449 Come precisa una delle voci di spesa, anche queste sete sono state vendute alla Porta di Selim. 450 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 5113. 451 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 55 r. e v., 56 r. e v. Vedi anche nota 426. 291 291 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI N. 5 altebaso di grana brochato d’oro, in una gricha, richo ... N. 6 altebaso di grana in una gricha, richo ... N. 7 altebaso di grana in una gricha, richo ... N. 8 altebaso di grana in una gricha, richo ... N. 9 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini, richo ... N. 10 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini, richo ... N. 11 raso di grana brochato d’oro, andari a griche, richo ... N. 12 raso di grana andari d’oro a griche, richo ... N. 13 raso di grana andari d’oro a griche, richo ... N. 14 raso di grana andari d’oro a griche, richo ... N. 15 raso di grana andari d’oro a griche, richo ... N. 16 raso paghonazo andari d’oro a griche, richo ... N. 17 raso alesandrino andari d’oro, a griche, richo ... N. 18 raso alesandrino andari d’oro, a griche, richo ... N. 19 raso tanè in 3 camini andari d’oro, richo ... N. 20 raso tanè dorè andari d’oro, a griche, richo ... N. 21 raso sbiadato apicholato a poste d’oro ... N. 22 raso nero apicholato a poste d’oro ... N. 23 domascho sbiadato a poste d’oro ... N. 24 veluto tanè i 2 peli, richo ... N. 25 veluto alesandrino i 2 peli, richo ... N. 26 domascho vermiglio a la viniziana, richo ... N. 27 veluto verde i 2 peli, richo ... N. 28 raso dorè andari d’oro, a griche, richo ... 292 292 br. 16. 2. 6 br. 14.15. – br. 15. –. – br. 15. 6. 8 br. 14. 7. 6 br. 15. –. – br. 27. –. – br. 13. 2. 6 br. 13. 6. 8 br. 13.10. – br. 13. 6. 8 br. 26. 2. 6 br. 13. –. – br. 14. 6. 8 br. 13.13. 4 br. 13.10. – br. 13. 6. 8 br. 13. –. – br. 13. 5. – br. 12.15. – br. 28. –. – br. 50.15. – br. 27. –. – br. 12.13. 4 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) Francesco degli Alessandri lascia Firenze e nel 1512 è nella capitale ottomana, dove inizia a vendere le sete. Le sue lettere sono andate perdute ma una risposta dei Cavalcanti, datata 28 febbraio 1513, riassume gli avvenimenti più importanti. Le vendite infatti sono andate bene e la stessa Corte ha effettuato acquisti notevoli. I Cavalcanti sono più che soddisfatti e attendono il rientro a Firenze di Francesco: un rientro che avrà luogo subito dopo il pagamento da parte della Porta. I Cavalcanti si dichiarano inoltre disposti a effettuare in futuro un’operazione analoga, se degli Alessandri lo desidera 452: [28 febbraio 1513] ... Per la vostra de xviii di novenbre s’intende quello restavi a finire di nostro, coè a chomune, di poi per la [lettera] de Baldino s’intende come avevi portato ogni resto in Bursia e chome el bazaro fatto avevi dato fine a tutto, che veramente n’abiamo avuto piacere e pertanto atendiamo cho la ricevuta degli aspri della Porta vi doverete mettere a chamino per di qua, al che si disidera per potere fare qualche altra facenda insieme e masime che ’l nostro Biliotto torna di qua, sechondo iscrive che su questa nuova del bazaro ci siamo messi a ordine di buona somma di draperia, sì che venendo si farà qualchosa di buono e quando non vegnate atendiamo c’abiate rimesso ogni nostro resto e quando non l’avessi fatto vi piacca farlo quando prima si possa e domandandoci chosa alchuna a ½ sareno per chonsolarvi. ... c) All’inizio del 1514 Francesco invia a Firenze un estratto-conto di netto ricavo, certamente parziale, che i Cavalcanti copiano in uno dei due Libri di lettere e conti. Come altre volte, richiamiamo solo gli acquisti della Porta, che Francesco degli Alessandri menziona senza rispettare un ordine cronologico rigoroso. La Corte di Selim ha scelto nove tagli, molto costosi, su alcuni dei quali riesce a ottenere uno sconto453: [1° gennaio 1514] Chopia d’uno conto mandatoci Francesco degl’Alesandri sotto dì primo di gennaio 1513 a buon chonto. Apresso si darà conto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, per me, Francesco di Bernardo degli Alesandri, della fine e spese fatte a una cassa e 1/iii di vostri drappi e nostri, segnati dell’avanti segno, N. 1, N. 2, sutomi chonsegnate da voi in bottegha e ògli chondotti di qui insino in Pera, a nostre spese: ... Per insino addì primo di settenbre aspri diecimila quarantauno per la monta di ii pezze d’altebassi rosi d’oro finiti alla Porta, coè una pezza br. 15 e una pezza br. 14, tornò netti picchi 25 ¾ finiti per aspri 490 picco, mezzano Luigetto aspri 10041 ... 452 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 74 r. 453 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 127 v., 128 r. e v. In corrispondenza della prima voce (aspri 10041), nel margine esterno della carta si fa riferimento a un nostro danno di aspri 2575 ½. 293 293 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI picchi Per insino addì iiii di febraio aspri quatordicimilasecento quarantacinque 50 ½ per la monta di pezze 3 di velluti broccati rosi finiti alla Porta in ch[. . .] di Tomaxo [. . .], coè una pezza di br. 34, una pezza di br. 15, una pezza di br. 16, che sono tutto br. 65, che se ne sbatte br. 7 o n’avete a ripigliarvi, restano br. 58, isbattesene a ragione di 12 ½ per cento che, finiti alla Porta, restano finiti picchi 50 ½ per aspri 290 picco, monta aspri 14645 picchi Per insino addì – di gennaio aspri cinquemilasettanta per la monta di picchi 13 d’altebasso rosso d’oro finito alla Porta per aspri 390, monta 13 aspri 5070 picchi Per insino addì – di febraio [aspri] novemillasesantasei per la [mo]nta di 45 1/3 picchi 45 di raso d’oro, coè una pezza di br. 13, una pezza di br. 13 1/3, una pezza di br. 13, una pezza di br. 12 2/3, che sono br. 52 ma no me l’àno dati per finiti che più di picchi 45 1/3 perché si mandono alla Porta che tornano di chalo per più che di 12 ½ per cento, finiti aper le mani d’Antonio Sostegni, che gne ne lascamo i mano a nostra partita a Brusia, monta aspri 200 picco, in tutto aspri 9066 ... --------------aspri 84684 Apresso ispese fatte454: ... Somano le spese, come di sopra vedete aspri 17314 --------------- Soma la fine de’ sopra detti drappi aspri Lxxxiiii mila dclxxxiiii, isbattesene aspri 17314, restano aspri 67370 e di tanti v’abia[mo] posti creditori in chonto chorente, per tanto provedete e stando a dovere chosì per noi come per voi, l’achocate e, sendoci a dire, dite che si achocerà a dovere aspri 67370 Doc. 110 Fra le tante informazioni che i Cavalcanti scambiano con Luigi Gherardi, attivo a Pera, vale la pena richiamare una lettera datata 8 maggio 1512, che certamente rimanda a un’operazione in comune. Le parti hanno infatti deciso di partecipare, in parti uguali, alla lavorazione di 30 veste di drappi d’oro, per i quali lo stesso Gherardi ha fornito il motivo decorativo455: [8 maggio 1512] ... Intendiamo chome ci dite che, volendo noi fare x veste di rasi d’oro a chorde e x di velluto d’oro e x di benechi de l’opera detoci, che siete chontento tenere a la 1/2, al che vi si risponde che di già abiamo messi mane a farli e crediamo che avanti sia tutto settenbre, non achadendo altro, averle finite tutte e faremo im modo vi sadisfarano . . . 454 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 17314. ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 56 v. 455 294 294 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 111 L’operazione in chomune con Francesco degli Alessandri (Doc. 109) non è ancora conclusa quando a partire dal 1512 la compagnia di Mainardo Cavalcanti, setaioli, invia altri drappi a Bartolomeo Biliotti, corrispondente a Pera. Come si era verificato in occasione delle spedizioni del 1511-1512 (Doc. 108), anche ora i Cavalcanti sembrano agire in proprio. In totale le sete sono 80, tutte accuratamente descritte nel Libro di mandate. a) Il 29 maggio 1512 i Cavalcanti compilano l’elenco del primo gruppo dei drappi pronti per la partenza456: Mdxii Drapi mandati i Levante a Bartolomeo Biliotti, a dì 29 di magio . . . N. 1 brochato di grana a bastone chol pelo alto, richo ... N. 2 brochato di grana a bastone ... N. 3 brochato di grana a bastone ... N. 4 brochato di grana a 2 bastoni ... N. 5 brochato di grana a 2 bastoni ... N. 6 brochato di grana a bastone ... N. 7 brochato di grana a bastone ... N. 8 raso tanè brochato d’oro i 2 camini ... N. 9 veluto di chermisi i 2 peli ... N. 10 veluto di chermisi i 2 peli ... N. 11 raso verde, richo ... br. 32.10. – br. 48. 6. 8 br. 38. 2. 6 br. 29.15. – br. 17. 3. 4 br. 16. 5. – br. 30.10. – br. 28.15. – br. 30. –. – br. 27. –. – br. 42. –. – b) Il 5 ottobre 1512 partono i drappi 12-13457: A Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì 5 di otobre 12 raso di chermisi sp., richo br. 65.15. – 13 raso gialo limone br. 54.10. – ... ... 456 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 39 v., 40 r. Vedi anche nota 426. 457 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 40 r. Vedi anche nota 426. 295 295 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI c) Il giorno successivo, il 6 ottobre, i Cavalcanti scrivono a Bartolomeo Biliotti e commentano la scelta dei due rasi spediti. Il raso chermisi è un campione e se si venderà bene, a un prezzo superiore ad aspri 115 il picco, i Cavalcanti ne potranno mandare una certa quantità458: [6 ottobre 1512] ... Mandasi nella medesima chas[s]a uno raso chermisi e uno gallo di nostro chonto proprio. Del chermisi si manda per uno sag[gi]o, quando si quadagni qualchosa se ne manderà degli altri ma per vendergli aspri 110 in 115 picco non vi sapiamo vedere quadagno. Però vedremo che sequirà. Del gallo no si dice nulla per esere chosa ordinaria . . . d) Il 16 novembre i Cavalcanti spediscono una sola seta459: Mdxii, a Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì 16 di novenbre N. 14 raso di grana sp., richo, libre 9. 2 ... br. 46. –. – e) La spedizione di una sola seta lascia perplessi. Tre giorni dopo i Cavalcanti scrivono a Biliotti e spiegano il motivo. I Cavalcanti hanno approfittato dello spazio che era rimasto in una cassa di sete destinata sempre a Biliotti. La seta è un raso di grana con pasta di chermisi, che in passato si era venduto bene460: [19 novembre 1512] ... E s’è ma[n]dato in detta cassa una pezza di raso di grana chon pasta di chermisi, di nostro chonto proprio, che altra volta se ne ma[n]dò e si ve[n]derono aspri 110 picco, che sono chome di chermisi, chome vedete. ... f) Il 5 aprile 1513 i Cavalcanti spediscono i drappi 15-19, tutti molto preziosi, a Biliotti461: 1513, a dì 5 d’aprile, a Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì 5 d’aprile . . . 15 altebaso di chermisi brochato d’oro, richo d[. . .] serato, alucholato ... N. 16 altebaso di chermisi brochato d’oro, serato, alucholato, richo ... N. 17 altebaso tanè brochato d’oro, serato, alucholato ... br. 15. 5. – br. 15.13. 4 br. 15.15. – 458 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti compagni, setaioli, c. 62 v. 459 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti compagni, setaioli, c. 40 v. 460 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti compagni, setaioli, c. 66 v. 461 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti compagni, setaioli, c. 40 v. Vedi anche nota 426. 296 296 e e e e TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) N. 18 altebaso alesandrino d’oro, serato, alucholato, richo ... N. 19 veluto pachonazo i 2 peli ... br. 15.13. 4 br. 14. –. – g) Il 13-14 aprile 1513 i Cavalcanti registrano la partenza dei drappi 20-51462: A Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì 14 di aprile . . . 20 domascho di grana brochato d’oro inn br[. . .] larcho br. 30.13. 4 21 raso di grana a chorde, richo br. 27.10. – 22 raso di grana d’oro, l’opera de le balzane, richo br. 13.10. – 23 raso di grana, l’opera de le bazane, richo br. 13. –. – ... ... ... ... 24 raso di grana schieto chon pasta di chermisi, richo ... N. 25 raso di grana chome di sopra ... N. 26 raso di grana chome di sopra ... N. 27 raso di grana chome di sopra ... N. 28 raso bigio, richo ... N. 29 raso vermiglio ... N. 30 raso incharnato ... N. 31 raso nero ... N. 32 raso alisandrino, richo ... N. 33 raso dorè ... N. 34 raso alisandrino ... N. 35 raso verde ... N. 36 raso verde ... N. 37 raso incharnato ... br. 45.15. – br. 52. 6. 8 br. 51.15. – br. 13.10. – br. 53.17. 6 br. 53.10. – br. 52.13. 4 br. 52.10. – br. 56.10. – br. 47. 5. – br. 54.13. 4 br. 51.17. 6 br. 54. –. – br. 60. –. – 462 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 40 v., 41 r. e v., 42 r. Alcune carte sono datate 13 aprile. Vedi anche nota 426. 297 297 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI N. 38 raso vermiglio ... N. 39 raso gialo ... N. 40 raso gialo ... N. 41 raso verde ... N. 42 raso bigio ... N. 43 raso vermiglio ... N. 44 raso gialo ... N. 45 raso tanè ... N. 46 raso vermiglio ... N. 47 raso vermiglio ... N. 48 raso verde ... N. 49 raso sbiadato ... N. 50 raso di chermisi ... N. 51 veluto verde i 2 peli ... br. 52.15. – br. 54.10. – br. 52.15. – br. 56.13. 4 br. 53.15. – br. 52.10. – br. 13. 6. 8 br. 13.10. – br. 14. –. – br. 13.15. – br. 27. –. – br. 25.17. 6 br. 26. 6. 8 br. 14. 2. 6 h) Contemporaneamente i Cavalcanti scrivono a Biliotti per avvisarlo dell’imminente arrivo delle preziose sete imballate il 5 aprile. Ma la lettera è interessante per altri motivi, che fanno capire la complessità di queste operazioni e quanto sia difficile, dopo anni, mettere in ordine ogni cosa. Da Firenze i Cavalcanti spediscono due casse e una cassetta, ma per ragioni di economia le riempiono con drappi appartenenti ad altri mercanti. Si viene così a sapere che nella cassa N. 1 sono state imballate anche alcune sete di Luigi Gherardi. La lettera termina con una divertente curiosità. I Cavalcanti a Firenze avevano eseguito un prezioso altobasso di chermisi, però avevano preferito venderlo subito a uno degli ambasciatori fiorentini che si apprestava a partire alla volta di Roma per partecipare alle fastose cerimonie in onore del nuovo papa, Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico463: [14 aprile 1513] E questo dì chol nome di dDio e di buon salvamento s’è messo a chamino 2 chasse e una chassetta di nostri drappi, segnata di nostro segno, N. 1, 2, 3, diritte in Anchona a Lucha d’Archangelo per mandarle a Iacopo di Giuliano a Raugia per dirizzarle a voi a nostro ordine e da voi si vagla delle 463 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 78 v. Lo stesso giorno i Cavalcanti inviano una lettera, con minime varianti, anche a Luigi Gherardi (c. 77 r.). 298 298 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) spese. E nella chassa di N. 1 v’è solo di nostro 2 veste d’altebassi chermisi allucciolati brocati d’oro e anche una tanè e una alessandrina simile e una vesta di velluto paghonazzo stietti e resto sono di Luigi Gherardi, sì che fate paghare alle nostre el giusto e ll’altre a lui e l’altra, ch’è chassetta, sono tutti drappi nostri, chome in questa ne sarà leghaggio di tutto. E quali drappi vi si mandono per finire chon libera chonmessione chome tutti gli altri nostri; è vero che bisogna che voi abiate rispetto a quegli altebassi allucciolati perché e chermisi ci chostono duc. 8 ½ d’oro braccio, che chome vedrete sono richi d’ongni chosa e sopr’al tutto sono d’oro tirato. E gli altri cholorati all’avenante, chosì 2 veste di rasi d’oro choll’opera delle balzane, v’è drento tanto oro e tanta manifattura che non se ne vorebbe mancho che aspri 350 picco, l’opera delle chorde e quello d’oro broccato fattogli fare a poste non vorrebbe sciendere d’aspri 300. Degli altri drappi stietti e a poste non vi si dice altrimenti el pregio perché sono drapperia più ordinaria. È ben vero che noi desideriamo assai assai non si facci chredenza anchora che chon voi bisogni pocho perché sino a qui ce ne possiamo lodare e de’ ritratti d’essi o d’altri nostri drappi, chome per altra dettovi, desideriamo danari o in chanbi . . . ... E s’era fatto l’altebasso chermisi stietto: abbianlo dato a uno degl’inbasciadori che vanno a Roma all’ubidienza di questo pontefice. ... i) Sempre il 14 aprile i Cavalcanti avvertono Luca di Arcangelo, ad Ancona, dell’imminente arrivo delle casse, destinate a proseguire via mare per Ragusa464: [14 aprile 1513] ... Questo dì chol nome di dDio e di buon salvamento per le mani di Pagholino Chastrucci, vetturale, s’è mandato N. 3 chasse di nostri drappi segnati di nostro segno, N. 1, 2, 3. Alla giunta fate d’avelle e al vetturale non date nulla, che l’achorderemo qui noi. Le quali chasse per il primo passaggio manderete a Raugia a Iachopo di Guliano chon uno piegho di lettere che vanno a llui, che saranno chon questa, a vostro ordine, e perché noi desideriamo fuggire uno po’ di ghabella di Chastelnuovo, vorremo che la chassa di N. 2, 3 s’atestassino insieme, avanti si charichassi, perché in fatto sono fra tutte ddua lib. 310 in circha, e ne dessi notizia a Iachopo di Giuliano e da llui vi valessi delle spese di chostì e benché si dicha per il primo pasaggio, intendiamo lengni ordinari e non grippi. ... j) Quello stesso 14 aprile i Cavalcanti scrivono anche a Iacopo di Giuliano, il loro abituale corrispondente a Ragusa; lo avvisano dell’imminente arrivo delle sete e in particolare accennano al pagamento della gabella465: [14 aprile 1513] ... Questo dì s’è mandato in Anchona a Lucha d’Archangelo 2 chasse e una chassetta di nostri drappi, segnate di nostro e avante segno, N. 1, 2, 3, chon ordine le dirizzi a voi e ssi vaglia delle spese d’Anchona e a voi diamo chomessione che ricevute l’arete le dette chasse quanto prima meglio le mandiate in Pera a Bartolomeo Biliotti e in sua essenzia a Luigi Gherardi a vostro ordine e da detti vi 464 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 78 r. 465 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 77 v. 299 299 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI valete delle spese chon vantaggiarci el più si può, paghando le ghabelle chonveniente e altre spese chon più nostro vantaggio che possibile sia, ma che in fatto non vogliamo chorrer ristio di ghabelle o dazy che voglamo si paghino. ... k) I Cavalcanti spediscono i drappi numerati 52-61 a Luigi Gherardi, al quale scrivono il 30 giugno 1513466: [30 giugno 1513] ... Questo giorno col nome di Dio abia mandato in una chassa degli Orlandini dirita costì a Orso del Pace certi nostri drapi, come in questa ne sarà leghagio, benisimo lavorati, crediamo a chondota di Guliano Piti, sì che a sua gunta fate capo al detto Orsso. ... l) Insieme alla lettera i Cavalcanti trasmettono a Gherardi l’elenco delle sete467: Mdxiii, a Luigi Gherardi, in Pera, a dì 30 di giugno . . . N. 52 raso di grana, l’opera de le chorde, richa ... N. 53 raso di grana i 2 chamini d’oro, serato, richo, d. 18 ... N. 54 raso di grana d’oro a [. . .], d. 9 [. . .] ... N. 55 raso di grana d’oro chome di sopra ... N. 56 raso di grana i 2 chamini ... N. 57 raso alisandrino chome di sopra ... N. 58 domascho bigio a posteline d’oro ... N. 59 domascho bigio a posteline d’oro ... N. 60 raso chermisi, richo ... N. 61 raso di chermisi, richo ... 466 br. 27.15. – br. 13. 6. 8 br. 26. 6. 8 br. 26.15. – br. 25.13. 4 br. 26.10. – br. 28. –. – br. 27.10. – br. 51. –. – br. 26.10. – ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 81 r. Le spedizioni di drappi sono così frequenti che gli stessi partecipanti – a Firenze i Cavalcanti e a Pera Bartolomeo Biliotti, affiancato da Luigi Gherardi – avvertono la necessità di fare il punto della situazione: il 9 giugno 1513 Luigi Gherardi invia ai Cavalcanti l’elenco delle sete di proprietà dei soli Cavalcanti (24 pezze) e di quelle in comune con Biliotti (11 pezze). Si veda ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 126 v. 467 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 42 v. Vedi anche nota 426. 300 300 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) m) Sempre il 30 giugno i Cavalcanti annunciano che entro il mese di luglio spediranno altre sete468: [30 giugno 1513] ... Per chuest’altro pasagio che doverà esere per tutto luglio si manderà anchora una chassa fra altebassi d’oro e chualche vesta di rassi d’oro che doverano esere per duc. 1000 e chossì pensiamo di far parechi veste di veluti d’oro perché di nostro istimiamo che di chostà non se ne truovi e non tornando el Biliotto di chostà sì presto, si manderano a voi . . . ... n) Il giorno 8 agosto i Cavalcanti inviano a Gherardi i drappi 62-71469: Mdxiii, a Luigi Gherardi, in Pera, a dì 8 d’aghosto . . . N. 62 altebaso di grana brochato d’oro i una gricha, once 1 d. 6 ... N. 63 altebaso di grana brochato d’oro i una gricha, once 1 d. 6 ... N. 64 altebaso verde i una gricha, once 1 d. 6 ... N. 65 altebaso alesandrino d’oro, once 1 d. 5 ... N. 66 altebaso alesandrino d’oro, once 1 d. 6 ... N. 67 raso di grana d’oro i 2 chamini, d. 20 ... N. 68 raso di grana d’oro a posteline, d. 10 ... N. 69 veluto nero i 2 peli ... N. 70 raso gialo richo ... N. 71 raso di grana d’oro, l’opera de le chorde, once 2 ... br. 15.15. – br. 15.15. – br. 15.15. – br. 14.10. – br. 14.10. – br. 13.10. – br. 13.10. – br. 14. –. – br. 13.10. – br. 12.10. – o) Il giorno dopo i Cavalcanti informano Luigi Gherardi che le sete sono partite, imballate in una cassa degli Orlandini, e che nel frattempo Bartolomeo Biliotti è rientrato a Firenze470: 468 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 81 v. 469 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 43 r. Vedi anche nota 426. 470 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 85 r. 301 301 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [9 agosto 1513] ... E questo dì chol nome di Dio e di salvamento s’è meso in una chassa di Piero Orlandini e compagni, setaioli, andirita a Orso del Pace a chondota d’Antonio Gerini cierti nostri drapi, chome in questa ne sarà e leghagio, per finire chome gli altri . . . ... E gl’è arivato Bartolomeo Biliotti di bonisima vogla. Dise avea trovato a chamino le 2 chasse e una chas[s]eta vi si mandò per mane di Iachopo di Giuliano . . . ... p) Il 12 novembre 1513 i Cavalcanti spediscono sempre a Luigi Gherardi i drappi 72-80, gli ultimi della partita471: A dì xii di novenbre, a Luigi Gherardi, in Pera . . . N. 72 altebaso di grana in una gricha, brochato, d. 20 br. 15. –. – ... N. 73 brochato alisandrino a bastone br. 34.10. – ... N. 74 brochato verde a bastone br. 32. –. – ... N. 75 raso di grana, l’opera de le chorde, once – br. 14.10. – ... N. 76 raso tanè d’oro, l’opera de le chorde, once – br. 27. 6. 8 ... N. 77 raso di grana andari d’oro i 2 chamini, d. 20 br. 26. 6. 8 ... N. 78 raso di grana andari d’oro, d. 20 br. 27.10. – ... N. 79 raso di grana d’oro a griche, d. 9 br. 13.10. – ... N. 80 raso di grana sp. chon bangno di chermisi, richo br. 53. 6. 8 ... domascho vermiglio a la viniziana, che resta i mano di Luigi Ghera[r]di, sechondo Bartolomeo Biliotti, a buon chonto, in pichi 18 7/8 q) Due giorni dopo i Cavalcanti informano Luigi Gherardi di aver inviato ad Ancona una cassetta con i drappi e nello stesso tempo lo sollecitano a vendere le sete e ad inviare il denaro a Firenze oppure, in alternativa, ad acquistare seta stravai della migliore qualità472: 471 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 43 v., 44 r. Vedi anche nota 426. Difficile collocare l’ultima voce, il domascho vermiglio a la viniziana, privo di numero. 472 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 87 r. 302 302 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [14 novembre 1513] ... E perché secondo le vostre lettere e sechondo s’i[n]tende da altri costì non vi deba restare di nostro salvo e broccati, questo gorno s’è mandato in Anchona a Luca d’Archangelo per una chas[s]etta di drappi segnata di nostro segno, N 1, entrovi più nostri drappi, chome in questa ne sarà leghago, la quale per il primo pasago l’adirizzi a voi, a nostro ordine o per mano di Iacopo di Giuliano o di chi altri si trovassi si trovassi (sic) in Anchona per al paese, che non vi posiamo dir chi per non lo sapere. E qua’ drappi finirete sechondo la chomesione degl’altri mandatovi, e e ritratti rimetterete o in danari o in chanbi o in seta bella istravai istietta e non altrimenti e sopra tutto vi piacca di vendere chon qualche profitto e chosì rimettere. E vi parà fuori di proposito che noi mandiamo in detta chassetta el brochato verde e alesandrino: avete a ’ntendere chol Biliotto, c’ordinò si facessino quand’era di chostà per anchopagnare e rasi. Che Iddio a tutto presti buona ventura. ... r) A Costantinopoli Luigi Gherardi ha venduto parte delle sete dei Cavalcanti e il 17 aprile 1514 invia loro l’estratto-conto di netto ricavo. Accanto ad alcuni compratori anonimi che pagano in contanti, l’acquirente in assoluto più importante è la Porta. I drappi non sono numerati ma alcuni – ad esempio i non comuni domaschi bigi – sono facilmente identificabili473: [17 aprile 1514] Chopia d’uno conto mandatoci Luigi Gherardi sotto dì 17 d’aprille 1514, a buon chonto. Apresso vi si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, del ritratto netto di più drappi avuti a vostro conto per mano d’Orso del Pace in 2 partite, e prima: ... E, addì primo di novenbre, aspri 9357 sono per picchi 49 ¼ di domaschi legeri bigi finiti alla Porta per aspri 190 picco in Andrinopoli aspri 9357 E, addì detto, aspri 14760 sono per picchi 82 di rasi a poste d’oro finimo di vostro per aspri 180 picco alla Porta di sultano Sali in Pera e picchi 22 ½ di rasi detto a poste per aspri 170 picco, in tutto aspri 3825 e picchi 12 per aspri 200 picco finiti alla Porta, montano in tutto aspri 2400, in tutto sono aspri 20985 E, addì viiii di novenbre, aspri 29965 sono per picchi 13 7/8 di altebasso rosso chon oro e picchi 53 di detti per aspri 450 picco, finiti in Adrianopoli, alla Porta, in tutto aspri 29965 E, addì xx detto, aspri 5265 sono per picchi 45 di rasi chermisi finiti di vostro alla Porta per aspri 117 picco, in tutto aspri 5265 ... --------------Somano la fine de’ sopra detti drappi aspri 70312 Apresso ispese fatte474: ... Somano le spese, come di sopra si vede aspri 13017 --------------aspri 57295 473 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 130 v. 474 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 13017. 303 303 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Montano, come di sopra si vede, e ritratto di detti drappi aspri 57295, di tanti v’abiamo creditori in chonto corente. Rivedete tutto e trovando a dovere, l’achocate e, esendo a dire, lo dite, che si tornerà a dovere aspri 57295 s) A Costantinopoli le vendite proseguono e il 20 luglio 1514 Bartolomeo Biliotti, rientrato a Pera, invia ai Cavalcanti un estratto-conto di netto ricavo. I compratori sono pochi. Limitiamo la trascrizione all’acquirente più illustre, il sultano Selim, che in occasione di un suo soggiorno ad Adrianopoli si è rifornito di una partita di broccati475: [20 luglio 1514] Chopia d’uno conto madatoci da Luigi Gherardi di Pera sotto dì 20 di luglio 1514, a buon chonto. Apresso vi dar[emo] conto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, del ritratto fatto de’ vostri drappi, ricevuto per Francesco Strozzi, e prima: ... A la Porta di Sultani Cheli in Adrinopoli picchi 58 di brochati per 250 picco [. . .] aspri 14500 ... --------------aspri 33373 Apresso spese476: ... Somano le spese come di sopra si vede aspri 5759 --------------- Resta el ritratto netto de’ drappi finiti per quando rischossi saranno, aspri 27614 e di tanti v’abiamo creditori. Rivedetelo e, stando a dovere, chome noi l’achoncate aspri 27614 Resta di questo chonto, che xono chosegnati a Bartolomeo Biliotti477. Doc. 112 Sempre nel 1512 la compagnia di Mainardo Cavalcanti effettua altre importanti spedizioni di sete in Levante e di nuovo il Libro di mandate costituisce la fonte migliore. Questa volta i Cavalcanti fanno un’operazione a chomune con lo stesso Bartolomeo Biliotti, il loro corrispondente abituale. Le sete sono complessivamente 49. a) Il primo invio ha luogo il 6 giugno 1512. La compagnia Cavalcanti spedisce a Bartolomeo Biliotti, in Costantinopoli, 22 velluti. Inizia una nuova numerazione478: 475 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 133 r. A titolo di curiosità, notiamo che la seta più costosa andò a un certo Chaggi Chamaldano, agiam, probabilmente persiano, che acquistò – pagando in contanti – una pezza di altobasso rosso lunga picchi 15 per aspri 430 il picco. 476 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 5759. 477 Segue un elenco di quattro rasi. 478 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 81 r. e v., 82 r. Vedi anche nota 426. 304 304 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mdxii Una mandata di drapi i Levante a chomune cho Bartolomeo Biliotti, a dì 6 di giugno . . . N. 1 veluto nero sp. ... N. 2 veluto tanè i 2 peli ... N. 3 veluto tanè i 2 peli ... N. 4 veluto verde i 2 peli ... N. 5 veluto di grana i 2 peli ... N. 6 veluto tanè i 2 peli ... N. 7 veluto alesandrino i 2 peli ... N. 8 veluto verde i 2 peli ... N. 9 veluto verde i 2 peli ... N. 10 veluto nero i 2 peli ... N. 11 veluto tanè i 2 peli ... N. 12 veluto alesandrino i 2 peli ... N. 13 veluto verde i 2 peli ... N. 14 veluto verde i 2 peli ... N. 15 veluto verde i 2 peli ... N. 16 veluto alesandrino i 2 peli ... N. 17 veluto alesandrino ... N. 18 veluto alesandrino ... N. 19 veluto verde i 2 peli ... N. 20 veluto tanè i 2 peli ... N. 21 veluto tanè i 2 peli ... N. 22 veluto nero i 2 peli ... br. 41. 15. – br. 34. 6. 8 br. 36. –. – br. 35. –. – br. 13. 5. – br. 30. 10. – br. 28. 15. – br. 14. –. – br. 36. –. – br. 29. 6. 8 br. 29. 6. 8 br. 42. 15. – br. 32. 5. – br. 32. 10. – br. 28. 17. 6 br. 15. –. – br. 29. 17. 6 br. 30. 5. – br. 35. 15. – br. 32. –. – br. 34. 5. – br. 26. 5. – 305 305 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI b) Due settimane dopo i Cavalcanti avvisano Biliotti della spedizione dei drappi ad Ancona. Qui i velluti saranno consegnati a un certo Sangalletto, che via Ragusa li porterà a Pera479: [19 giugno 1512] ... Di poi a dì 6 di questo si mandò in Achona 2 chas[s]e di veluti ischieti chon ordine le chosegnasino al Saghaleto e a lui si dete ordine le chosegni a voi o a chi gli ordinasi e per chondure dete robe se gl’è fato lettera a Raugia . . . c) Una seconda spedizione di sete ha luogo il 6 ottobre 1512. Partono le sete 23-36480: Mdxii, a dì 6 d’otobre . . . Una mandata di drapi i Levante a Bartolomeo Biliotti, a chomune per lui e noi, chome a piè si dirà, coè: N. 23 altebaso alisandrino brochato d’oro, in una gricha, richo, once 1. 5 ... N. 24 altebaso nero brochato d’oro, in una gricha, richo, once 1 d. 10 ... N. 25 veluto di grana brochato d’oro a 4 griche, richo ... N. 26 veluto nero brochato d’oro a 4 griche, richo ... N. 27 veluto verde brochato d’oro a 4 griche, richo ... N. 28 veluto alisandrino brochato d’oro a 4 griche, richo ... N. 29 veluto tanè brochato d’oro a 4 griche, richo ... N. 30 raso di grana brochato d’oro, cho foglami, richo, once 1 d. 14 ... N. 31 raso di grana brochato d’oro a chorde, once 1. 16 ... N. 32 raso di grana brochato d’oro a chorde, richo, once 1. 16 ... N. 33 raso alisandrino brochato d’oro a chorde, richo, 1. 16 ... N. 34 raso di grana di poste d’oro apicholato a 4 griche, d. [. . .] ... N. 35 raso alisandrino apicholato d’oro a 4 griche ... N. 36 raso nero apicholato d’oro a 4 griche ... 479 br. 15.10. – br. 15.10. – br. 15.10. – br. 15.13. 4 br. 15.10. – br. 15.10. – br. 15.10. – br. 26. 5. – br. 26. 2. 6 br. 26. 6. 8 br. 13. 6. 8 br. 25.10. – br. 26. 6. 8 br. 27. 5. – ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 57 v. 480 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 82 v., 83 r. Come si era già verificato nel 1511 (vedi nota 426), il contabile dei Cavalcanti si proponeva di indicare le lunghezze dei drappi anche in picchi e per ogni voce aveva aggiunto nel margine destro della carta l’abbreviazione p. (picchi), che noi abbiamo tralasciato in quanto il progetto non ebbe seguito. 306 306 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) d) Quello stesso giorno i Cavalcanti scrivono a Bartolomeo Biliotti a Pera per informarlo dell’imminente arrivo dei drappi, imballati nella cassa N. 1481: [6 ottobre 1512] ... Per perder mancho tenpo che sia posibile, questo dì s’è mandato in Anchona a Luca d’Archagelo una chas[s]a di drappi a chomune chon esso voi, sechondo l’ordine datoci Luigi Gherardi, segnata di nostro segno, N. 1, dentrovi più drappi, chome lechago vedrete in questa, della quale crediamo sarà chondutore Govan Batista Buonaparte e di sua chondotta gli avete a dar aspri 1250 per chondotta d’Anchona a chostà e non più, che chosì s’è fatto patto chon lui . . . ... e) I drappi sono via via arrivati a destinazione. Bartolomeo Biliotti ha ceduto br. 680 di velluti (che tornorono picchi 604 ¼) ottenendo in cambio seta grezza. Tralasciamo la trascrizione di questa fonte: i contraenti hanno valutato le merci e Biliotti ha determinato un ricavo complessivo di aspri 59179 (al netto delle spese), che il 1° novembre 1512 comunica ai Cavalcanti482. Quasi contemporaneamente da Firenze il 16 novembre 1512 i Cavalcanti spediscono a Biliotti gli ultimi drappi, numerati 37-49483: I Levante, a Bartolomeo Biliotti, a dì 16 di novenbre 1512 . . . N. 37 altebaso verde in una gricha, richo, d’oro, d. – ... N. 38 veluto di grana brochato d’oro i 4 griche, once 1 d. 2 ... N. 39 veluto verde i 4 griche, once 1 d. 2 ... N. 40 veluto tanè i 4 griche, once 1 d. 2 ... N. 41 veluto nero i 4 griche, once 1 d. 2 ... N. 42 veluto alesandrino i 4 griche, 1. 2 ... N. 43 raso di grana a chorde, d’oro, once 1. 12 ... N. 44 raso di grana a chorde, once 1. 12 ... N. 45 raso alesandrino a chorde, richo, once 2 ... br. 16. –. – br. 15. 6. 8 br. 15. 2. 6 br. 15.13. 4 br. 15.10. – br. 14.15. – br. 26. 6. 8 br. 26.15. – br. 13. –. – 481 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 62 r. 482 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 18 v. 483 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 83 r. e v., 84 r. Vedi anche nota 426. Completata la spedizione, i Cavalcanti hanno compilato un estratto-conto dei costi delle sete e delle spese sostenute e il 17 novembre 1512 lo hanno inviato a Bartolomeo Biliotti. Purtroppo il documento non è completo: ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 17 v.-18 r. 307 307 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI N. 46 raso tanè a chorde, d’oro, once 1. 12 ... N. 47 raso nero a chorde, once 2 ... N. 48 raso tanè a griche, d’oro, d. 4 ... N. 49 raso verde a 4 griche, d. 4 ... br. 13. –. – br. 13. –. – br. 25. –. – br. 26. 5. – f) Il 19 novembre i Cavalcanti informano Biliotti della spedizione delle sete imballate nella cassa N. 2 e dell’itinerario previsto. Menzionano poi l’estratto-conto, che viaggia allegato alla lettera484: [19 novembre 1512] ... Dua gorni fa s’è madato in Achona per Govan Batista Buonaparte una chas[s]a di drappi segnata di nostro segno, N. 2, ch’è el restante de’ drappi fatti a chomune, gudicha[n]do sia a tenpo a pasare co l’altra e quando el Buonaparte fussi andato via s’è dato chomesione a Lucha d’Archangelo la mandi a Iacopo di Giuliano a Rauga per madarla a voi a nostro ordine. De’ quali drapi ne sarà di tutti in questa el chonto: chome vedrete abiamo debitore una mandata a chomune di f. 1669.2.8 d’oro in oro, che della vostra metà c’avete a provedere fra sei mei e di chosì v’abiàn debitore e de’ pregi de’ drappi crediamo v’arete a lodare e al Bonaparte avete a paghare aspri 1250 per chassa . . . g) La spedizione dei drappi ha subito qualche cambiamento. Ad Ancona o a Senigallia le due casse saranno affidate da Buonaparte a un certo Giovanni Rinucci, che le condurrà a Costantinopoli, per poi consegnarle a Bartolomeo Biliotti. Come sempre, i Cavalcanti preparano un memorandum per Rinucci, nel quale sono riportate le istruzioni relative al viaggio485: [23 novembre 1512] Richordo a te, Giovanni di Ghuido Rinuci, questo dì xxiiii di novebre 1512, di chuelo ài a seghuire di 2 nostre chasse di drapi abiamo hordinato ti sieno consegniate in Anchona o a Sinighagla da Giovan Batista Buonaparte in questo tuo viagio di Pera, le quale vogliamo che nolegandossi u[n] navile o altro legnio che al presete si truova in Anchona o a l’ontorno per al viagio de la Volona, che tu le charchi i su deto legnio per a la Velona cho la persona tua e gunto sarai a la Velona chon più presteza potrai ti spedirai per a la volta di Pera e in deto viagio vogliamo paghi sempre tute ghabelle, passi, dazzi o altri hordinari che avesino deti drapi a xuso di buon chodutore, che no intendiamo di tal chossa chorere rischio alchuno . . . h) Tutti i drappi sono arrivati a destinazione. Biliotti ha iniziato a curare le vendite e il 7 e l’8 ottobre 1513 compila per i Cavalcanti due estratti-conto, che in questa sede tralasciamo: la Porta non ha effettuato acquisti e molti drappi sono ancora invenduti486. Come anticipato più volte, i libri della contabilità della sintesi sono andati perduti e la documentazione si interrompe. 484 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 66 v. 485 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 18 r. 486 Entrambi in: ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 35 r. (7 ottobre 1513), c. 36 v. (8 ottobre 1513). 308 308 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 113 Nel corso del 1512 ha avuto luogo una complessa operazione tra la compagnia Cavalcanti e Bartolomeo Biliotti a Pera. Le fonti sono incomplete e ricostruire tutti i particolari non è possibile. Anche se la prima lettera è andata perduta, è certo che nel luglio 1512 Biliotti aveva ordinato alcune sete di altissima qualità. a) In una risposta del 13 agosto 1512 i Cavalcanti si dichiarano pronti a far eseguire gli altobassi e i velluti richiesti, rispettando i colori indicati da Biliotti487: [13 agosto 1512] ... Di poi si metterà suso de drappi domandati e velluti e gli altebassi si faranno de’ cholori doman[da]ti, che ne fareno parechi veste, che vogliamo non abino pari e vedremo fare 4 veste di velluti chermisi chon oro, richi, della sorta che voi dite. Si ve[n]deranno aspri 800 e 900 e 1000 il picco, che vi vogliamo chontentare e chosì de’ rasi a chorde e degl’altri anchora . . . ... b) Il 25 settembre i Cavalcanti avvertono Biliotti di aver avviato la lavorazione degli altobassi e di altre sete, tra le quali due pezze di broccato d’oro alla veneziana488: [25 settembre 1512] ... Abiamo dato ordine a far 8 veste altebassi domandatoci e chosì se ne farà per a pruova 2 veste di chermisi a la viniziana broccati d’oro, coè altebassi, e fare qualche altebasso chermisi istietto e chosì si metterà suso qualche raso broccato e tutto si farà in perfetione. ... c) Il 6 ottobre i Cavalcanti esprimono a Biliotti alcune perplessità intorno all’esecuzione degli altobassi, dato che la richiesta di Biliotti è inusuale (non si chostuma alucolare se non el pelo basso), e poi aggiungono che sono in lavorazione anche le sete alla veneziana489: [6 ottobre 1512] ... E s’è posto mente la lette[ra] vostra de xi di luglio e ci dite si facci gli altebassi, coè l’otto veste alluciolate el chanpo, che ne siamo mezzo chonfussi perché non si chostuma alucolare se non el pelo basso, dicendoci al chanpo ci pare vogliate dire tutto el pelo, chosì l’alto chome el basso, sì che altra volta fate meglio intendere. Sonsi di g[i]à chomicati a mettere in telaio e in fra pochi dì si chomicerano e saranno bellisimi e chosì quelli alla viniziana. ... d) Venti giorni dopo i Cavalcanti scrivono non a Biliotti ma a Luigi Gherardi, amico e collaboratore del primo, che sempre interviene quando Biliotti non è a Costantinopoli. In 487 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 60 v. 488 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 61 v. 489 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 62 v. 309 309 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI questa lettera i Cavalcanti ricordano l’ordinazione di Biliotti e le perplessità circa la lavorazione degli altobassi. Avvertono che quattro pezze sono in lavorazione e in particolare quelle alla veneziana. I Cavalcanti sottolineano che queste ultime saranno eseguite proprio come quelle veneziane e che potranno essere vendute come tali490: [26 ottobre 1512] ... El Biliotto c’aveva ordinato facessi otto veste d’altebassi di una opera che g[i]à se gne ne mandò una vesta e voleva fussino alucolati, di che gl’abiamo di g[i]à messi suso ma non se ne farà che iiii alucolati e gli a[l]tri sanza lucole per parerci chosa nuova per chotesto paese, ma saranno chose belle. E più n’abiamo messi suso 4 veste d’altebassi, coè 2 di chermisi, 1 alesandrino, 1 tanè pur chon oro, che sarano una chosa richa, chol pelo lavorato alla viniziana, alto, e chosì ci siamo ingegnati di fare l’opera sechondo che fano e viniziani, a fine siate per vender per viniziani, che se non c’i[n]ghanono saranno una chosa bella. Anchora mettiamo su qualche raso a chorde e chosì dell’opera della ba[l]zana . . . ... Doc. 114 Da Pera Luigi Gherardi ha fornito seta grezza ai Cavalcanti e successivamente ha ordinato loro una consistente partita di altobassi e damaschi molto costosi. La relativa documentazione è andata perduta; sappiamo però che i Cavalcanti hanno eseguito quanto richiesto e il 13 aprile hanno trasmesso a Gherardi l’estratto-conto dei costi sostenuti sino all’imbarco ad Ancona491: [13 aprile 1513] Chopia di uno chonto mandato a Luigi Gherardi di Pera sotto dì 13 d’aprile 1513. Appresso si darà chonto a voi, Luigi Gherardi di Pera, di più drappi mandati per vostro chonto in una chassa segnata di nostro segno e N. 1 per chonto della seta contoci da voi come a piè si dirà: br. 15. 6. 8 d’altebasso nero in una griccia d’oro broccato br. 15. 10 d’altebasso di grana broccato d’oro br. 15. 6. 8 d’altebasso simile br. 15. 6. 8 d’altebbasso simile br. 16. 2. 6 d’altebasso alesandrino br. 15. 5 d’altebasso simile Somano in tutto gli altebassi, come si vede, br. 92 ¾ a lungho, abattesi br. uno per misura, resta a paghamento br. 91 ¾ per f. 5.15.– di grossi braccio, monta a ducati d’oro f. 443. 6. 9 br. 30 a paghamento d’altebasso di grana broccato d’oro in una griccia f. 5.5.– di grossi braccio f. 132. 7. – 490 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 65 v. 491 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 25 v. 310 310 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 28 di domascho bigio a poste d’oro br. 28 1/8 di domascho biancho a poste d’oro In tutto br. 56 1/8 per f. 2 d’oro braccio, monta f. 112. 5. – ----------------f. 687. 18. 9 Apresso spese: Per ghabella de’ sopra ddetti drappi f. 6. 6. 2 Per chotone, canavaccio, incerato, cassa e leghattura f. 2. 1. 7 Per porto da qui Anchona f. 2. –. – Per sichurtà fatta sopra ddetti drappi per f. 650 a 2 per cento cho la senseria f. 13. 5. – ---------------f. 23. 12. 9 f. 23. 12. 9 ----------------f. 711. 11. 6 Somano el chosto de’ drappi cho lle spese, come si vede, f. 712.7.11 (sic) d’oro e di tanti v’abbiano debitori a rinchonto della vostra seta. Provedete detto conto e, stando a dovere, come noi l’achonciate f. 711. 11. 6 Doc. 115 All’inizio del 1514 i Cavalcanti danno avvio a un’altra importante esportazione di sete a Costantinopoli. Come già avevano fatto in precedenza (Docc. 108, 111), anche ora essi agiscono in proprio. Nel corso del 1514 si susseguono quattro spedizioni per complessivi 114 drappi. Bartolomeo Biliotti, che era tornato a Firenze, si prepara a rientrare a Costantinopoli e i Cavalcanti approfittano dell’occasione favorevole. a) Il 10 marzo 1514 i Cavalcanti compilano l’elenco delle sete. Imballate in due casse, partono le prime 44 pezze, che il solito Libro di mandate descrive minutamente492: Una mandata di drapi i Levante, a dì x di marzo, a Bartolomeo Biliotti . . . N. ... N. ... N. ... N. ... N. ... 1 altebaso di grana brochato d’oro in una gricha br. 14.15. – 2 altebaso verde in una gricha, richo br. 15. –. – 3 altebaso tanè brochato d’oro in una gricha br. 14.15. – 4 altebaso alesandrino d’oro in una gricha br. 15. –. – 5 altebaso alesandrino d’oro in una gricha br. 15. 2. 6 492 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 44 v., 45 r. e v., 46 r. e v., 47 r. Vedi anche nota 426. 311 311 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI N. 6 velutato di grana brochato d’oro in 2 chamini ... N. 7 veluto tanè brochato d’oro in 4 griche ... N. 8 velutato di grana d’oro in 2 chamini ... N. 9 raso di grana d’oro a traverso, l’opera a uso di chorde, richo ... N. 10 raso di grana d’oro a traverso, l’opera a uso di chorde, richo ... N. 11 raso tanè d’oro a traverso, l’opera a uso di chorde, richo ... N. 12 raso alesandrino d’oro a traverso, l’opera chome di sopra, richo ... N. 13 raso di grana d’oro, l’opera a mazoni di foglami, cho la balzana ... N. 14 raso alesandrino a chorde, richo ... N. 15 raso di grana a chorde, d’oro, richo ... N. 16 raso tanè a chorde, d’oro, richo ... N. 17 raso di grana a[n]dari d’oro, d. 20 ... N. 18 raso di grana andari d’oro, d. 20 ... N. 19 raso alesandrino a chorde, d’oro, richo, 2. 7 ... N. 20 raso alesandrino andari d’oro, 20 ... N. 21 raso tanè andari d’oro, 20 ... N. 22 raso alesandrino d’oro andari, d. 20 ... N. 23 raso di grana andari d’oro ... N. 24 raso di grana andari d’oro ... N. 25 raso sbiadato a posteline d’oro i 2 chamini, d. 8 ... N. 26 raso verde a posteline d’oro, d. 9 ... N. 27 raso nero a posteline d’oro, d. 8 ... N. 28 raso incharnato di chermisi a posteline d’oro, d. 9 ... N. 29 raso bigio a posteline d’oro, d. 9 ... N. 30 domascho bigio a posteline d’oro, d. 8 312 312 br. 14.17. 6 br. 15. 5. – br. 15. –. – br. 15. –. – br. 13. –. – br. 13. 6. 8 br. 27. –. – br. 13. 6. 8 br. 13.17. 6 br. 27.15. – br. 27. 2. 6 br. 27.13. 4 br. 26.10. – br. 13.10. – br. 13.13. 4 br. 13.13. 4 br. 13.15. – br. 12.15. – br. 13. 5. – br. 27. 5. – br. 13. 5. – br. 13. 6. 8 br. 13.10. – br. 12.15. – br. 14. 5. – TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) ... N. 31 raso di chermisi sp., richo ... N. 32 raso di chermisi sp., richo ... N. 33 raso di chermisi sp., richo ... N. 34 raso di grana sp. chon pasta di chermisi, richo ... N. 35 raso di grana sp. chon bangno di chermisi, richo ... N. 36 raso bianco l. ... N. 37 raso bianco l. ... N. 38 raso incharnato l. ... N. 39 raso gialo l. ... N. 40 raso vermiglio l. ... N. 41 raso nero ... N. 42 raso vermiglio l. ... N. 43 raso verde l. ... N. 44 veluto di grana d’oro i 4 griche, once 1 ... br. 56. –. – br. 27.10. – br. 27.10. – br. 55.15. – br. 51.17. 6 br. 52. –. – br. 52. 6. 8 br. 51. –. – br. 60.10. – br. 57.10. – br. 60.13. 4 br. 53.15. – br. 27. 6. 8 br. 14. 5. – b) Il giorno successivo, l’11 marzo, i Cavalcanti redigono un memorandum contenente una serie di istruzioni che Biliotti si impegna a rispettare durante il viaggio e poi una volta arrivato a destinazione. Presentiamo del documento una trascrizione parziale493: Addì xi di marzo 1513 [=14] Richordo a voi, Bartolomeo Biliotti, di quelo avete a seguire in questo vostro viagio di Levante, che Idio per tutto salvo vi chonduchi e prima: Quando sarete in Anchona vi farete chonsegnare a Lucha d’Archangiolo le 2 cha[s]se de nostri drapi segnate di nostro segno, N. 1 e 2, le quali paserete cho la persona vostra per a Raugia o a la Velona chome meglo parà a voi, mandandoci la poliza di charichamento. ... E de ritratto di tutti e sopra detti drapi voglamo ci rimetiate in danari chontanti o in chanbi, dove voi vedesi più nostro vantagio . . . 493 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 94 r. 313 313 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI c) Agli inizi di giugno 1514 si presenta alla compagnia Cavalcanti un’opportunità straordinaria. A partire per Costantinopoli non è un mercante qualunque ma Carlo Cavalcanti, fratello di Mainardo. È previsto che Carlo porti con sé cinque balle di panni di lana e una cassa di sete e che una volta giunto a destinazione consegni la merce a Bartolomeo Biliotti. I drappi recano i numeri 45-75494: Una mandata di drapi i Levante a Bartolomeo Biliotti, a dì 2 di giugno 1514 . . . N. 45 altebaso di chermisi brochato d’oro, richo ... N. 46 altebaso di grana brochato d’oro in 2 chamini, richo ... N. 47 altebaso nero brochato d’oro i una gricha ... N. 48 altebaso di grana brochato d’oro i una gricha ... N. 49 veluto di grana brochato d’oro i 2 chamini ... N. 50 veluto tanè brochato d’oro, 4 griche ... N. 51 raso di grana a chorde, d’oro, richo ... N. 52 raso alesandrino andari d’oro, 20 ... N. 53 raso tanè andari d’oro, 20 ... N. 54 raso alesandrino andari d’oro, 20 ... N. 55 raso alesandrino andari d’oro ... N. 56 raso alesandrino d’oro andari ... N. 57 raso bigio a posteline d’oro ... N. 58 domascho bigio a posteline d’oro ... N. 59 domascho bigio a posteline d’oro ... N. 60 domascho biancho a posteline d’oro ... N. 61 domascho biancho a posteline d’oro ... N. 62 raso di grana a posteline d’oro ... N. 63 raso di grana a posteline d’oro ... 494 br. 15. 2. 6 br. 15.15. – br. 14. –. – br. 14. 2. 6 br. 15. 6. 8 br. 15. 5. – br. 12.13. 4 br. 13.15. – br. 12.17. 6 br. 13. 6. 8 br. 13.15. – br. 26.15. – br. 13.10. – br. 13.17. 6 br. 12. –. – br. 14.13. 4 br. 15.10. – br. 13. 2. 6 br. 13. 5. – ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 47 r. e v., 48 r. e v., 49 r. Vedi anche nota 426. Alcune carte sono datate 3 giugno. 314 314 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) N. 64 raso di grana a posteline d’oro ... N. 65 raso incharnato a posteline d’oro ... N. 66 raso verde a posteline d’oro ... N. 67 raso verde a posteline d’oro ... N. 68 raso verde gialo a posteline d’oro ... N. 69 raso dorè a posteline d’oro ... N. 70 raso bigio a posteline d’oro ... N. 71 raso nero a posteline d’oro ... N. 72 raso dorè a posteline d’oro ... N. 73 raso biancho a posteline d’oro ... N. 74 raso di grana andari d’oro ... N. 75 raso di grana a poste d’oro a gricha ... br. 13.10. – br. 14.10. – br. 13. –. – br. 13. 6. 8 br. 14. –. – br. 13.13. 4 br. 12.15. – br. 13.10. – br. 13.17.6 br. 13. 6. 8 br. 13. 6. 8 br. 13. –. – d) Sempre il 2 giugno la compagnia Cavalcanti informa Biliotti dell’operazione in corso495: [2 giugno 1514] ... E chosì s’è mandato una chassa di nostri drapi d’oro segnata di nostro segno, N. 1, chome in questa ne sarà leghago, ne la qual chassa v’è una vesta d’altebaso roso broccato d’oro . . . e) Il giorno successivo i Cavalcanti avvisano Luca di Arcangelo ad Ancona e gli chiedono, appena ricevute le balle, di imbarcarle verso Ragusa496: [3 giugno 1514] ... Questo giorno chol nome di Dio vi s’è mandato 5 balle di nostri panni segnate di nostro segno, N. 1 a 5, e una chassa di nostri drapi di N. 1, porta Tomaso Chastrucci, veturale, o suo charzone. A la sua giu[n]ta fate d’averle e quando da noi non abiate altra chomesione, voglamo le pasiate in su primo pasagio per Raugia . . . 495 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 99 v. 496 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 99 v. 315 315 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI f) Anche per Carlo Cavalcanti, che condurrà i drappi a Pera, la compagnia prepara un memorandum, datato 9 giugno 1514. È previsto che da Ancona Carlo, con i panni di lana e la cassetta con le sete, prosegua per Ragusa e Adrianopoli. In tutte le città egli potrà contare su corrispondenti fiorentini, che sapranno consigliarlo, soprattutto in tema di gabelle. Anche questa volta presentiamo soltanto la parte iniziale della fonte497: Addì viiii di gugno 1514 Richordo a tte, Carlo di Francesco Cavalchanti, di quello ài a sequire in questo tuo viaggio di Pera, che Iddio per ttutto salvo ti chonducha, e prima: E s’è ordinato in Anchona a Luca d’Archangelo ti chosegni balle v di panni nostri e una cassa di nostri drapi segnate di nostro segno, e panni N. 1 a 5 e più ti chosegni una cassa, anzi ½ chassa di drappi de’ Moregli .S. segnata del loro segno, N. 1, e quali panni e drappi paserai col primo pasagio per a R[a]ug[i]a insieme con dette robe e quando quivi sarai parlerai con Iacopo di Giuliano e chon lui ti chonsiglerai circha alle ghabelle e di quivi e di Chastelnuovo . . . ... g) Il 23 agosto i Cavalcanti organizzano la spedizione di un altro lotto di sete, dal N. 76 al N. 95498: Mdxiiii Una mandata di drapi i Levante a Bartolomeo Biliotti, a dì xxiii d’aghosto . . . N. 76 altebaso alesandrino brochato d’oro i un chamino ... N. 77 altebaso tanè brochato d’oro i un chamino ... N. 78 altebaso bigio brochato d’oro in una gricha ... N. 79 altebaso verde brochato d’oro in una gricha ... N. 80 altebaso verde brochato d’oro in una gricha ... N. 81 raso di grana a chorde d’oro, richo ... N. 82 raso gialo andari d’oro, 18 ... N. 83 raso di grana andari d’oro ... N. 84 raso di grana andari d’oro ... 497 br. 15. 2. 6 br. 15.10. – br. 15. 5. – br. 15. 6. 8 br. 15. 6. 8 br. 13. 2. 6 br. 27. –. – br. 13. –. – br. 13. –. – ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 100 v. 498 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 49 v., 50 r. e v. Vedi anche nota 426. 316 316 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) N. 85 raso alisandrino andari d’oro ... N. 86 raso di grana a gricha, d’oro, benecho ... N. 87 raso verde andari d’oro, 18 ... N. 88 raso sbiadato d’oro, benecho ... N. 89 raso tanè d’oro, benecho, d. 10 ... N. 90 raso tanè a posteline d’oro ... N. 91 raso dorè a posteline d’oro ... N. 92 raso biancho a posteline d’oro ... N. 93 domascho bigio a posteline d’oro ... N. 94 domascho sbiadato a posteline d’oro ... N. 95 raso di grana sp. cho bangno di chermisi ... br. 13. –. – br. 13. 2. 6 br. 13.10. – br. 13.13. 4 br. 13. 2. 6 br. 13.13. 4 br. 13.15. – br. 12.15. – br. 13. 6. 8 br. 13. 5. – br. 29. –. – h) Di nuovo un mercante fiorentino – in questo caso Iacopo di Piero da Verrazzano – è in partenza per Costantinopoli e a lui i Cavalcanti affidano i drappi destinati a Biliotti. Da notare che un altro mercante – Agnolo del Caccia – ha approfittato dell’occasione e ha consegnato a Iacopo di Piero un raso da vendere in Levante (Doc. 100). Anche questa volta presentiamo una trascrizione parziale del pro-memoria consegnato a Iacopo di Piero da Verrazzano499: [agosto 1514] Richordo a tte, Iachopo di Piero da Verrazzano, di quello ài a seghuire in questo tuo viaggio di Pera d’una nostra chassa di drappi segnata dell’avanti e nostro segno, N. 1, chonsegnatoti qui in Firenze e sghabellata del chondotta in Anchona a tutte spese, la qual chassa vogliamo cho lla persona tua la passi a Raugia o alla Velona, dove più gudicherai el proposito e di poi passata l’arai la chonducha o faccia chondurre in Pera e llì chonsegnerai a Bartolomeo Biliotti a nostro ordine e da llui ti varrai di tutte le spese fatte a detta chassa d’Anchona in Pera . . . i) Il 27 novembre i Cavalcanti compilano l’elenco delle sete pronte per la spedizione. È l’ultimo lotto, dal N. 96 al N. 114500: 499 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 104 r. Il documento non è datato ma fu certamente scritto lo stesso giorno o subito dopo. 500 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 51 r. e v., 52 r. Vedi anche nota 426. 317 317 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mdxiiii Una mandata di drapi a Bartolomeo Biliotti i Levante, a dì xxvii di novenbre, chome a piè si dirà ... N. 96 altebaso tanè brochato d’oro i un chamino, richo, once 2. 3 d’oro ... N. 97 altebaso di grana brochato d’oro i una gricha ... N. 98 altebaso tanè, d’oro, i una gricha ... N. 99 altebaso verde brochato d’oro i una gricha ... N. 100 altebaso verde d’oro i una gricha ... N. 101 altebaso alesandrino d’oro i una gricha ... N. 102 raso di grana andari d’oro ... N. 103 raso di grana andari d’oro ... N. 104 raso di grana andari d’oro ... N. 105 raso verde andari d’oro, 20 ... N. 106 raso di grana in 4 griche, 10 ... N. 107 raso di grana in 4 griche, d’oro, 10 ... N. 108 raso sbiadato a poste d’oro, 10 ... N. 109 raso tanè a poste d’oro, d. 10 ... N. 110 raso di grana a poste d’oro, a gricha, 10 ... N. 111 raso di grana a poste d’oro, 10 ... N. 112 domascho sbiadato a posteline d’oro ... N. 113 domascho bigio a poste d’oro ... N. 114 raso di grana chon pasta di chermisi sp. ... br. 15. –. – br. 15.15. – br. 15.13. 4 br. 15. 5. – br. 14.13. 4 br. 15. 5. – br. 13. 2. 6 br. 13. –. – br. 13.10. – br. 12. 6. 8 br. 12.15. – br. 13. –. – br. 13. 5. – br. 13. –. – br. 13.10. – br. 13. –. – br. 13.10. – br. 27. –. – br. 45. –. – j) Il 29 novembre i Cavalcanti scrivono una lunga lettera a Biliotti. Anche questa volta le notizie sono tante e si mescolano. I Cavalcanti menzionano due casse spedite ad Ancona, e in queste due casse c’è di tutto: le sete ordinate in tempi diversi da Biliotti e quelle dei Cavalcanti. A Firenze erano intanto giunte notizie dei violentissimi scontri tra il sultano e lo scià di Persia. I Cavalcanti avevano saputo che la vittoria del sultano era stata 318 318 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) particolarmente sanguinosa e pensavano che difficilmente la Porta avrebbe acquistato sete costose. I Cavalcanti avevano quindi ridotto la lavorazione ma, non avendo ricevuto alcun contrordine da Biliotti, ora intendono portare a termine la fornitura. In una delle due casse i Cavalcanti imballano anche una mostra di raso broccato d’oro tirato, giudicato molto bello: è un campione, che potrebbe avere un buon successo nell’Impero ottomano. La lettera termina con un riferimento a colui che porterà la sete a Costantinopoli: Francesco Bonsi, giudicato buono giovane501: [29 novembre 1514] ... Questo giorno s’è mandato in A[n]chona in una chas[s]a segnata di nostro segno, N. 2, più vostri drapi, cioè e resto degli altebasi e veluti d’oro e veste 5 de’ rasi d’oro, richi, chomesoci, chome in questa ne sarà legagio e chonto di tutto insieme cho gl’altebasi e veluti mandatovi . . . E resto de’ rasi chomesici sarano finiti per tutto genaio al più lungho, che anchora vi si schrivesi non se ne farebe più che 10 veste per esersi di poi intesso chotesto Signore avere aùto vetoria contro el Sofì, ancora si giudichi sanguinosa per ’l Signore, e no ci avendo voi altrimenti limitato tal chomesione, s’andrà drieto a la fine sua, e subito saranno finiti si manderanno. Anchora s’è mandato al deto Lucha una chas[s]eta di nostri drapi segnata di nostro segno, N. 1, chome in questa ne sarà leghagio, e perché di sopra si dicha esere ne la chas[s]a di N. 2 tutti e vostri drapi, avete a ’ntendere che sono in tuta due queste chasse . . . Et s’è mandato inn chassa, chome vedrete, una mostra di raso broccato d’oro tirato, a fine posiate vedere se la fusi draperia per ’l paesse, che a noi ci pare più bella asai che d’oro filato, ma no si posono fare se none quegli che l’oro si gira a traverso e quegli si brochano si farebano chon grandisima difichultà. ... Tenuta addì iiii di dicenbre. ... El chonduttore de’ drappi mandati in Anchona sarà Framcesco d’Angnolo Bonsi, sechondo dice chi lo chonosce buono giovane. ... k) Anche questa volta i Cavalcanti preparano un memorandum per Francesco Bonsi, il giovane che condurrà le sete prima ad Ancona e poi a Costantinopoli502: 1514, addì v di dicenbre Richordo a tte, Framcesco d’Angnolo Bonsi, di quello ài a seghuire in questo tuo viaggio di Pera di due mie chasse di drappi segnate di nostro e avanti segno, N. uno e ii, coè una chassa intera e una ½ chassa, le quale casse saranno chonsengnate in Anchona a Lucha d’Archangiolo e a llui farai poliza di ricevuta e pagheragli le spese solo d’Anchona e di poi per il primo passaggio insieme chon lla persona tua le passerai a Raugia e quivi pagherai le ghabelle e altre ispese ordinarie, di poi chon più prestessa a tte possibile rimetterai a chamino per il detto viaggio paghando al chontinuo tutti dazzi, ghabelle e passi o altre spese chonsuete, vantaggiandoci il più potrai . . . 501 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 114 v., 115 r. 502 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 134 r. 319 319 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI l) Nel corso del 1514 una quantità ingente di drappi dei Cavalcanti è arrivata a Pera. Bartolomeo Biliotti si è dedicato con successo alla vendita ed è in grado di compilare per i Cavalcanti un estratto-conto di netto ricavo, che fra l’altro reca un generico riferimento all’anno 1514 (stile fiorentino?). Con certezza sappiamo che i Cavalcanti lo copiano in un loro libro contabile il 26 luglio 1515. Presentiamo gli acquisti effettuati dalla Porta in Amasya, che si rivelano imponenti. A Pera Biliotti ha mantenuto la numerazione dei drappi adottata dai Cavalcanti a Firenze e, a parte qualche comprensibile svista, l’individuazione di ogni pezza è immediata. Le lunghezze possono a volte variare, in quanto le pezze più lunghe venivano spesso tagliate. Il ricavo netto ammonta ad aspri 144971, che Biliotti accredita ai Cavalcanti503: [26 luglio 1515] Chopia d’un chonto datoci Bartolomeo Biliotti di Pera soto dì 26 di luglo 1515, chome a piè si dicie, coè: 1514 Apreso si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, de la fine e spese fatte a più drapi per me Bartolomeo Biliotti di Pera, cioè delli ce trovasino finiti di vostro: ... A dì 15 di giugno aspri 162450 per la monta di più drapi, chome a piè si dirà, finiti a la Porta in Amasia, chome tutto qui da piè si dirà di mano a mano aspri 162450 ---------------aspri 201106 Apreso rasi d’oro chon andari: 18 20 21 22 77 52 53 54 55 23 56 75 82 83 84 85 86 87 88 br. 13. – di raso di grana andari d’oro br. 13. 15 di raso alesandrino simile br. 13. 13. 4 di raso tanè simile br. 13. 15. di raso alesandrino simile br. 26. 6. 8 di raso di grana simile br. 13. 15 di raso alesandrino simile br. 12. 17. 6 di raso tanè d’oro simile br. 13. 6. 8 di raso alesandrino simile br. 13. 15 di raso alesandrino simile br. 12. 15 di raso roso d’oro simile br. 26. 15 di raso alesandrino d’oro simile br. 13. – di raso di grana d’oro, cho andari br. 27. – di raso grana d’oro br. 13. – di raso di grana d’oro simile br. 13. – di raso di grana simile br. 13. – di raso alesandrino d’oro simile br. 13. 2. 6 di raso di grana simile br. 13. 10. – di raso verde simile br. 13. 13. 4 di raso sbiadato simile Sono tornati e drapi di sopra, finiti a la Porta, picchi 254 per aspri 220 picco 503 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 89 r. e v, 90 r. 320 320 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Apreso segue e rasi banechi, finiti a la Porta, in Amasia: 25 26 27 28 29 30 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 90 91 92 93 94 br. 27. 5 di raso sbiadato a poste d’oro br. 13. 5 di raso verde simile br. 13. 6. 8 di raso nero simile br. 13. 10 di raso incharnato simile br. 12. 15 di raso bigo simile br. 14. 5 di domaschino bigo simile br. 13. 10 di domaschino bigo simile br. 13. 17. 6 di domaschino bigo simile br. 12. – di domaschino bigo simile br. 14. 13. 4 di domaschino biancho simile br. 15. 10 di domaschino biancho simile br. 13. 2. 6 di raso di grana a poste simile br. 13. 5 di raso di grana simile br. 13. 10 di raso di grana simile br. 14. 10 di raso incharnato simile br. 13. – di raso verde simile br. 13. 6. 8 di raso verde simile br. 14. – di raso verde simile br. 13. 13. 4 di raso d’oro simile br. 12. 15 di raso bigo simile br. 13. 10 di raso nero simile br. 13. 17. 6 di raso d’oro simile br. 13. 6. 8 di raso biancho simile br. 13. 13. 4 di raso d’oro simile br. 13. 15 di raso d’oro simile br. 12. 13. 4 di raso sbiadato simile br. 13. 6. 8 di domaschino bigo simile br. 13. – di domaschino sbiadato simile Tutti e sopra detti banechi sono br. 392. 2. 6, che tornono picchi 340, finiti per aspri 180 picco. Apreso brochati chonsegnatomi Luigi Gherardi a la Porta in Amasia: br. 38. 10 di brochati rosi br. 35. 10 di brochati rosi Tornono picchi 63 3/4, finiti per aspri 280 picco. Apreso altebasi finiti a la Porta in Amasia: 76 80 48 47 2 br. 15. 2. 6 d’altebaso alesandrino d’oro br. 15. 6. 8 d’altebaso verde simile br. 14. 2. 6 d’altebaso roso simile br. 14. –. – d’altebaso nero simile br. 15. –. – d’altebaso verde -------------br. 73. 11. 8 tornono picchi 64, finiti a la Porta in Amasia per aspri 430 picco. 321 321 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Apreso le spesse d’essi504: ... Somano le spese, chome si vede, aspri 56135 Resta e ritrato, chavate le spese, aspri 144971 e di tanti v’abiamo chreditore in chonto chorente. Vedete e, stando a dovere, achonciate e dite aspri 56135 ----------------aspri 144971 m) Le vendite proseguono e Biliotti il 1° ottobre 1516 invia ai Cavalcanti un altro estrattoconto con l’elenco delle sete vendute sino a quel momento. Come nel documento precedente, i drappi mantengono la numerazione data al momento della partrenza da Firenze. Tra gli acquirenti domina la Porta505: [1° ottobre 1516] Chopia d’un chonto di più drapi venduti, datoci Bartolomeo Biliotti di Pera, soto dì primo d’otobre 1516, a buon chonto. Apreso si dà chonto a voi, Mainardo Chavalchanti e compagni, setaioli, de lo ci troviamo finito di vostro insino a questo giorno, di drapi, e prima: A dì 20 di novenbre 1515 aspri 18630 per la monta di questi drapi a piè finiti a la Porta Seragli per aspri 180 picco, che tornoro picchi (sic) 119 ½ picchi 103 1/2, montano aspri 18630 106 br. 12. 15 di raso di grana benecho 107 br. 13. – di raso di grana simile 108 br. 13. 5 di raso sbiadato a posteline 109 br. 13. – di raso tanè a posteline 110 br. 13.10 di raso tanè simile 111 br. 13. – di raso di grana simile 112 br. 13. 10 di raso sbiadato simile 113 br. 27. 10 di domaschino sbiadato a posteline d’oro E, addì 22 di dicenbre, aspri 43729 sono per la monta di br. 202. 10. 8 di rasi chermisi che tornoro picchi 177 1/2 finiti a la Porta per aspri 105 picco, che ve n'è mescholato 1 pezza cho pasta di chermisi e br. 422. 6. 8 di rasi cholorati che tornoro picchi 369, finiti inn Pera a la Porta per aspri 68 picco, chome per nota e segni da piè vedrete: aspri 32 br. 27. 10 di raso chermisi 33 br. 27. 10 simile 34 br. 25. 5 simile 61 br. 24. – simile 80 br. 53. – simile 114 br. 45. – cho pasta di chermisi 43729 Apreso rasi cholorati506: 41 br. 60. 13. 4 di raso nero 504 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 56135. ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 104 v., 105 r. e v. 506 Solo i primi due rasi (N. 41 e 43) corrispondono. I successivi sei hanno una provenienza diversa: sono drappi spediti dai Cavalcanti a Biliotti nell’aprile 1514 (Doc. 112 g). Incerta rimane l’origine degli ultimi due rasi. 505 322 322 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) 43 br. 27. 6. 8 di verde 45 br. 13. 10 tanè 48 br. 26. – verde 29 br. 52. 6. 8 di raso incharnato 32 br. 56. – di raso alesandrino 42 br. 37. – di raso bigio 36507 br. 60. – incharnato 179 br. 38. 10 di nero chosegnato Luigi, che non à segno 174 br. 51. – di nero chosegnato Luigi, che non à segno E, a dì 22 di dicenbre, aspri 16047 per la monta br. 75.2. 6 di velluto d’oro che tornorno picchi 65 1/2, finiti a la Porta in Adrinopoli per aspri 245 picco, chome per cholori e segni a piè si dirà: aspri 6 br. 14. 17. 6 di velluto di grana 7 br. 15. 5 di velluto tanè simile 8 br. 15. - di velluto di grana simile 44 br. 15. 5. di velluto tanè simile 50 br. 15. 15 di velluto tanè simile ... 16047 Apreso rasi d'oro508: 20 22 81 51 picchi 12 di raso di br[. . .] picchi 11. 6. 8 di raso roso a baglana picchi 13. 2. 4 di raso di grana a chorde picchi 12. 13. 4 di raso di grana a chorde In tutto picchi 47 1/2 (sic) per aspri 280 picco, montano 125509 br. 13. 17. 6 di raso alesandrino a chorde, in tutto picchi 12 per aspri 210 picco, monta ... E, a dì 19 di febraio [1516], aspri 6210 a la Porta di questo Signore inn Pera per la monta di br. 31 di brochato alesandrino, che tornò picchi 27, finito per aspri 230 picco, monta aspri 13300 aspri 2820 aspri 6210 ----------------aspri 133676 Apreso le spese510: ... Somano le spese Resta e ritrato netto aspri 103646 e di tanto v’abiamo chreditori di tutto in chonto chorente. Rivedete e, stando a dovere, achonciate. Idio vi ghuardi. aspri 30033 ----------------aspri 103646 507 Leggasi 37. L’acquirente dei cinque rasi che seguono è incerto. 509 Lapsus del contabile; si legga 14 (Doc. 115 a). 510 Segue un elenco di spese per un totale di aspri 30033. 508 323 323 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 116 L’operazione che segue vede coinvolti sempre la compagnia dei Cavalcanti, setaioli, e Bartolomeo Biliotti (cfr. Docc. 108, 111, 112, 115), quest’ultimo in veste di committente. a) Nel marzo 1514 Biliotti, che era tornato a Firenze, si appresta a rientrare a Pera e porterà con sé due casse contenenti 44 drappi dei Cavalcanti, i quali il giorno 11 marzo hanno già preparato un memorandum contenente una serie di istruzioni ben precise (Doc. 115 b). Lo stesso giorno Biliotti lascia nelle mani dei Cavalcanti un rubino con l’incarico di venderlo e contemporaneamente ordina loro di eseguire alcuni drappi molto costosi: in totale 16 pezze tra velluti, altobassi e rasi, questi ultimi con oro a traverso. I Cavalcanti prendono nota dell’ordinazione ricevuta511: [11 marzo 1514] Ricordo lascatoci Bartolomeo Biliotti di Pera di quello abiamo a seghuire. Ricordo a voi, Mainardo di Bartolomeo Cavalchanti, di quello avete a seghuire per me, Bartolomeo Biliotti, in questa mia andata di Levante, che Iddio per tutto m’achopagni e voi di mal guardi, e prima: E vi s’è lascato in mano vostra uno rubino grande leghato in oro a uso di gioiello, el quale voglamo lo finiate lo meglo potete, o per danari o in baratto o chome meglo vi verà . . . ... E assì voglio per mio conto proprio faciate vesta 5 di velluti d’oro sanza ricc[i]o e 5 vesta d’altebassi medesimamente, coè velluti 2 rossi, uno tanè, uno alexandrino, uno verde e simille gl’altebassi di più cholori e chosì mi faccate vesta 6 di rasi d’oro cho l’oro a traverso, coè 3 rossi, 2 alexandrini, una tanè e mandategli quando prima potete e mettetegli in chonto d’ello si resta aver da voi e restante ragonate per tenpo dell’an[n]o in 14 mesi. ... b) La lavorazione dei drappi è solo in parte documentata. Con certezza si può affermare che in giugno i Cavalcanti spediscono a Biliotti 5 rasi con oro a traverso uguali a quelli ordinati. I drappi, imballati in una cassa dei Morelli, già il 2 giugno erano stati affidati a Carlo Cavalcanti, in partenza per il Levante. Il 17 di quello stesso mese i Cavalcanti inviano a Bartolomeo Biliotti l’estratto-conto di costi e spese, che ammontano in totale a f. 330.18.4512: [17 giugno 1514] Chopia d’uno conto mandato a Bartolomeo Biliotti di Pera di più drappi, sotto dì 17 di gugno 1514, a buon chonto. Apresso si darà conto a voi, Bartolomeo Biliotti di Pera, di più drappi mandatovi a chondotta di Charlo Cavalchanti sino addì 2 di gugno, e prima in una cassa segnata del segno de’ Morelli: 511 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 98 v. In questa carta il contabile dei Cavalcanti ha indicato in maniera confusa la data, che potrebbe sembrare 11 marzo 1515. In realtà, tutte le fonti rimandano all’11 marzo 1514. 512 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 129 v. 324 324 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 14 di raso di grana co l’oro a traverso br. 14 ¾ di raso simile br. 14 di raso tanè simile br. 13 7/8 di raso alesandrino simile br. 13 ½ di raso simile Somano in tutto br. 70 1/8 di rasi d’oro come di sopra, per danari contanti, a f. 4 ½ d’oro braccio, monta f. 315. 11. 3 Apresso ispese: Per ghabella delle v veste di sopra e veste xi de’ Moregli, che paghamo noi detti, in tutto Per chassa, leghatura, incerato, involtura, in tutto Per il porto di detta chas[s]etta di qui in Anchona Per sichurtà fatta per f. 275 d’oro a 2 per cento f. 6. 7. 4 f. 1. 14. 10 f. 1. 13. 4 f. 5. 11. 9 ----------------f. 330. 18. 6 Somano in tutto, come di sopra si vede, f. 330.18.6 d’oro e di tanti v’abiamo debitori in chonto chorente. Istando gusto, l’achocate e, sendoci a dire o per voi o per noi, lo dite, che si choregerà f. 330. 18. 6 c) Il 23 agosto 1514 i Cavalcanti indirizzano a Bartolomeo Biliotti una lunga lettera contenente numerosi riferimenti a sete inviate a Pera in circostanze diverse. Sappiamo infatti che proprio quel giorno i Cavalcanti spediscono a Biliotti i drappi numerati 76-95 (Doc. 113 g). La lettera menziona inoltre una cassa contenente alcuni drappi di Biliotti e infine ricorda gli altobassi in corso di lavorazione513: [23 agosto 1514] ... Per ritornarci in su la mostra a’ vostri drappi per chostì, questi giorni abiàno fatto una chassa di drappi segnata di nostro segno e N. 1 e chonsegnatala qua Iachopo di Piero da Raugia, della quale lui à ordine di chondurla al paese di Pera e chonsegnarla a voi a nostro ordine e voi lo paghate di sua chondotta d’Anchona a chostì, sechondo usanza . . . Nella qual chassa v’è drento pezze iiii de’ vostri altebassi d’oro sanza riccio ci trovavamo fatti in sulla mostra e 2 veste di broccati d’oro . . . E de’ velluti d’oro non abbiano mai potuto metter su più che 2 telaia, che ne resta anchora in telaio 2 veste: una verde e una tanè. Restavi 6 veste d’altebassi per vostro chonto, che crediamo saranno finiti per tutto settenbre e allora si manderanno e darassi chonto di tutto . . . E in questa sarà el leghaggio chosì de’ nostri drappi chome de’ vostri. Doc. 117 I rapporti tra la compagnia dei Cavalcanti e Bartolomeo Biliotti sono sempre molto intensi. In novembre 1514 i Cavalcanti indirizzano a Biliotti una lunga lettera e i riferimenti alle sete sono numerosi, ma uno in particolare merita di essere richiamato. 513 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 103 v. 325 325 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI a) In una precedente lettera, andata perduta, Biliotti si informava sulla capacità dei Cavalcanti di fornire, con la massima urgenza, 3000 picchi di rasi e 600 picchi di velluti. I Cavalcanti rispondono che avrebbero fatto tutto il possibile. In chiusura della lettera chiedono a Biliotti, in caso di vendita delle loro sete, di trasferire a Firenze fino a 2000 ducati in contanti o mediante lettera di cambio514: [21 novembre 1514] ... In quanto a picchi 3000 di rasi e picchi 600 di veluti voreste e chon prestanza e a un trato, qui si farà el posibile che sarete servito . . . ... No voglamo manchare di richordarvi che se de’ nostri drapi d’oro voi avessi qualche buona sorte, che noi disideramo ci rimetessi in danari chontanti o a canbio sino a duc. 2000 d’oro, siché vedete fare opera per di qui a magio e tutto chon più vantagio si può. ... b) Nel successivo carteggio con Biliotti i Cavalcanti menzionano in continuazione drappi di tutti i tipi, a volte in maniera confusa. Una lettera datata 1° febbraio 1515 rimanda certamente alla precedente richiesta di 3000 picchi di rasi. Resisi conto di non poter esaudire una richiesta simile, i Cavalcanti avevano pensato di rivolgersi a setaioli lucchesi. Tornando da Pisa a Firenze, Mainardo Cavalcanti si era fermato a Lucca per sentire se i setaioli locali fossero in grado di fornire 1000 braccia di rasi; nell’immediato non aveva ricevuto una risposta, che però sarebbe arrivata da un giorno all’altro. I Cavalcanti informano Biliotti515: [1° febbraio 1515] ... E partito de’ canbellotti a baratto de’ drappi non andò avanti ma trovandosi Mainardo a Pisa se n’andò a Lucha e quivi à ordinato, o voglamo dire ragonato, di farvi fare br. 1000 di rasi cholorati, che n’aspettiamo la risposta per questo primo fante, perché chon quello parlò non volle chonchiudergli a dargli per tutto marzo proximo, ma voleva tenpo a rispondere. E ttutto si fa per vena di satisfare al vostro desiderio, perché qui in fatto c’è male chi ne vogla lavorare a simili pregi, salvo chon danari in mano che, riuscendoci questa, se ne manderà br. 3 mila o più, se nonne si manderà quelli si potrà. ... c) In marzo i Cavalcanti avvisano Bartolomeo Biliotti dell’imminente spedizione di 2000 braccia di rasi e di altri ancora che potrebbero arrivare da Lucca516: [2 marzo 1515] ... Per tutto questo mese si manderà almancho br. 2000 di rasi stietti e potendone avere da Lucca si manderà que’ più che insino a qui non si sono resoluti [. . .]. Si manderà quello si troverrà, che ce n’è 514 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, cc. 112 v., 113 r. 515 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 9 r. 516 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 13 r. 326 326 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) pochissimi e perché voi ci dite si mandi avanti, noi mandereno quello si potrà e non seghuitereno più là insino a ttanto che da voi non s’à altro aviso, perché la chomessione ista di chostà. Manderassi una chassa di drappi, fra nostri e vostri. ... Doc. 118 Nel carteggio intercorso tra i Cavalcanti e Biliotti non mancano notizie curiose. I primi sono a conoscenza del fatto che Biliotti sta organizzando la vendita di alcune loro sete alla Porta in Amasya e sperano ovviamente che l’iniziativa vada a buon fine. Tuttavia, nella lettera che segue esprimono a Biliotti una preoccupazione: la Porta a volte paga con mesi di ritardo e in un’occasione passata il versamento è stato rinviato anche a causa del gran caldo517: [26 marzo 1515] ... Intedesi anchora chome avevi meso a ordine la maggior parte di nostre robe per madarle in Amasia a la Porta per mano di Luigi Gherardi, a Dio piaccha abino buona ventura, che ’l dubio nostro si è che la Porta non pigli a fare chom’altra volta à fato, di star poi 4 mesi a paghare e intanto vene lì la ’state, che fece sì gran chaldi non se pose rischuotere. ... Doc. 119 Da Firenze i Cavalcanti continuano a inviare drappi a Bartolomeo Biliotti, che ora interviene di nuovo quale committente. A una data imprecisata Biliotti aveva ordinato alcuni rasi d’oro ai Cavalcanti, i quali hanno eseguito l’ordine e il 12 aprile 1515 spediscono l’estratto-conto di costi e spese, per un totale di f. 595.1.6518: [12 aprile 1515] cChopia d’un chonto di drapi mandato questo dì 12 d’aprile a Bartolomeo Biliotti, chome a piè si dirà, coè: Apreso si darà chonto a voi, Bartolomeo Biliotti di Pera, di chosto e spese fate a più vostri drapi d’oro mandativi in una chas[s]a insieme chon altri nostri drapi per ’l tenpo de l’an[n]o, di poi ogni [me]se ¼, chome a piè distintamente si dirà, e prima: br. 26 di raso di grana d’oro a traverso, richo br. 36. 15 di raso alesandrino d’oro a traverso, richo br. 24. 10 di raso tanè d’oro a traversso, richo Somano in tutto e rasi d’oro a traverso, richi, chome si vede, br. 87 ¼ per f. 5 s. 5 d’oro braccio, montano f. 458. 1. 3 517 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 15 r. 518 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 85 r. 327 327 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI br. 13. – di raso di grana a foglami d’oro, richo br. 12 1/3 di raso tanè a foglami d’oro, richo Somano e rasi a foglami d’oro br. 25 1/3 per f. 4 s. 15 d’oro braccio, montano Somano e rasi, chome sopra si vede, in tutto f. 120. 6. 8 ---------------f. 578. 7. 11 Apreso spese: Per ghabella de’ sopra detti drapi Per chassa, involture, choton, in tutto, e leghatura Per porto da qui Anchona f. 3. 10. 6 f. 1. 15. – f. 1. –. – ----------------f. 6. 5. 6 Somano e sopra detti drapi, cho le spese, duc. 584.13.10, di che v’abiamo debitori in chonto de’ tempi di duc. 578.7.11 e di duc. 6.5.6 in chonto chorente, sì che rivedete tutto e, stando a dovere chome noi, l’achonciate, a ciò che andiamo d’achordo e, sendo a dire nula, lo dite, che tutto s’achonzerà. Idio vi ghuardi. f. 584. 13. 10 E più v’abiamo debitori in chorente per sichurtà di f. 500 d’oro f. 10. 7. – ----------------f. 595. 1. 6 Doc. 120 A una data indefinita ma verosimilmente riconducibile al 1515 Bartolomeo Biliotti da Pera aveva chiesto ai Cavalcanti di acquistare per suo conto a Firenze una partita di rasi e di mandargliela poi in Levante. I Cavalcanti hanno eseguito l’ordine e il 23 febbraio spediscono al committente l’estratto-conto di costi e spese relativo a 14 rasi di vario colore519: [23 febbraio 1516] Chopia d’un chonto di drapi mandato a Bartolomeo Biliotti di Pera questo dì 23 di febraio, chome a piè si dirà: Apreso si darà chonto a voi, Bartolomeo Biliotti di Pera, di chosto e spese fate a pezze 14 di rasi sp. chonperati per vostro chonto per ’l tenpo di mesi 8, di poi ogni mesi ¼ e mandatovi per le mani di [. . .] di Pachio Adimari e prima: br. 51. 15 di raso sbiadato sp. br. 50. – di raso simile sp. br. 56. 15 di raso tanè sp. br. 51. 10 di raso tanè sp. br. 63. 5 di raso biacho sp. br. 36. 15 di raso biacho sp. br. 44. – di raso alesandrino sp. 519 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 99 v. Nel calcolo finale delle spese il contabile omette inizialmente di sommare i f. 13.5.– di sicurtà; accortosi dell’errore, reintegra la cifra prima del totale complessivo. 328 328 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 48. – di raso verde sp. br. 61. 10 di raso verde sp. br. 55. – di raso giallo sp. br. 56. 10 di raso nero sp. Sommono e rasi, chome di sopra si vede, br. 575 per f. uno s. iii di grossi braccio, montano f. 661 s. 5 di grossi, vagliono a ducati d’oro in oro f. 555. 13. 7 br. 63.10 di raso alesandrino per f. 1 s. 1 di grossi braccio, monta f. 56. –. 7 br. 57. – di raso pasta di chermisi sp. br. 42. – di raso pasta di chermisi sp. Somano e rasi pasta di chermisi che di sopra s’è detto, br. 99 per f. uno s. viiii larghi di grossi braccio, montano f. 143.11 di grossi, vagliono a ducati d’oro in oro f. 120. 12. 6 ----------------Somano in tutto e rasi che di sopra si mostra f. 732. 6. 8 Apreso spese fate a’ sopra detti drapi: Per tanti paghati al chamarlengo di doghana per ghabella di lib. 144 di sopra detti drapi f. 10. 11. – Per tanti paghati per chanavacio, chotone f. 1. 5. 4 Per incierato per la chas[s]a de’ detti drapi f. 8. – Per tanti paghati a la[n]chaio per la chas[s]a e per portatura e fachini de la deta chas[s]a, in tutto f. 5. 5 Per tanti pachati a lechatore in doghana per leghatura de la sopra deta chassa f. 4. 6 Per nostra provisione a uno per cento, chavatone la monta de raso nero sp., perché era nostro f. 6. 16. – ---------------- ----------------f. 19. 10. 3 f. 19. 10. 3 E per la sichurtà di f. 650 a 2 per cento f. 13. 5. – f. 13. 5. – ----------------f. 751. 16. 11 Somano e rassi cho lle spese che di sopra si dice f. 751.16.11 e di tanto v’abiamo debitore per sopra detti tenpi. Visitate deto chonto e, stando a dovere chome noi f. 13. 5. – l’achonciate e, sendo da dire, lo dite, che tutto s’aconcerà a dovere f. 765. 1. 11 Doc. 121 Da Pera Bartolomeo Biliotti ha trasmesso ai Cavalcanti alcuni disegni per drappi, che purtroppo sono andati perduti, ma il giorno 14 maggio 1516 i Cavalcanti dichiarano di averli ricevuti e informano Biliotti che produrranno al più presto solo quattro pezze con andari d’oro, mentre per le altre, del tipo benechi, bisognerà attendere a causa delle richieste che vengono da Lione e dalla stessa Costantinopoli520: ... 520 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 63 v. 329 329 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Siamo a dì xiiii [maggio] . . . Abiamo richaùti e disegni mandatoci e quanto al fare de’ drapi, fareno solo le 4 veste andari d’oro, di che ci strignete no si manchi, e queste si soleciteranno presto, che le faremo per sadisffare. E quanto a l’altre a uso di benechi a la ventura se ne farà qualche vesta ma no molte, perché in fat[t]o non posiamo lavorare, avendo el nostro fra Lione e chostì . . . Doc. 122 Ancora i Cavalcanti sono coinvolti in un’operazione particolare: uno scambio di drappi tra Firenze, Venezia e il Levante. Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ha chiesto ai Cavalcanti di Firenze di comperare 16 pezze di tabì. I Cavalcanti le hanno acquistate dai Priuli di Venezia e ora inviano a Biliotti l’estratto-conto di costi e spese, con i valori espressi in moneta veneziana521: [22 marzo 1517] cChopia d’un chonto di pezze 16 di tabì aùto da Perulii di Vinegia e mandato a Bartolomeo Biliotti di Pera questo dì 22 di ma[r]zo, la copia di mano de’ Peruli di Vinegia. Apreso vi si darà chonto di chosto e spese fate a pezze 16 di tabì più cholori, forniti per vostro hordine, che pezze 10 vi si mandò in chas[s]eta chol nostro segno per mani di Gismondo Naldi di Bologna e pezze 4 in una chas[s]eta chon deto segno vostro per Domenicho, fante di prochaccio, fino del mese di marzo pasato che [. . .] vi s’è mandato questo giorno inn altra chas[s]eta alsì segnata di nostro segno per mani del Naldi di Bologna e prima: 1 pezza di tabì roso di chermisi che tornò lorda br. 44 ¾ 1 pezza di tabì rosso di chermisi che tornò lorda br. 42 Sono pezze 2 che in tuto tornono lorde, chome si [ve]de, br. 86 ¾, di che s’abate br. 2 ¼ d’achordo a paghamento restono br. 84 ½, a duc. 1 e grossi 2 braccio montano duc. 91 gr. 13 Una pezza di tabì pasta di chermisi che tornò lorda br. 44 ½ a paghamento br. 43 ½ a grossi 22 el braccio, monta duc. 39 gr. 21 1 pezza di tabì biancho che tornò lorda 1 pezza di tabì biancho che tornò lorda 1 pezza di tabì di pa[. . .] che tornò lorda 1 pezza di tabì turchino che tornò lorda 1 pezza di tabì alessandrino che tornò lorda 1 pezza di tabì tanè che torno lorda 1 pezza di tabì nero che tornò lorda 1 pezza di tabì tanè chiaro che tornò lorda 1 pezza di tabì fistichino che tornò lorda 1 pezza di tabì verde por[r]o che tornò lorda 1 pezza di tabì limonato che tornò lorda 1 pezza di tabì verde por[r]o 1 pezza di tabì turchino tornò lorda Sono in tutto pezze 13 cholorate br. 521 br. 40 br. 44 ¼ br. 37 ¾ br. 40 ½ br. 40 br. 40 ¼ br. 38 ½ br. 38 ¾ br. 40 ¾ br. 40 ½ br. 40 ¾ br. 40 ½ br. 40 ½ -----------br. 523. 0 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 102 r. Nel copiare l’estratto-conto il contabile confonde nostro e vostro. 330 330 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Tornorono di lo[rdo] per le misure. S’abate br. 16; a paghamento restano br. 507; a grossi 15 braccio montano duc. 316 gr. 21 -------------------duc. 448 gr. 7 Montano, chome si vede, le dete pezze 16 di tabì duc. 448 grossi 7 d’oro, di che s’abate per la maseteria a duc. 1 per cento, in tutto duc. 4 gr. 11 -------------------duc. 443 gr. 20 Apreso sarano spese lor fate, prima: Per canovaccio, incierato, chas[s]eta e leghatura di tutto, porto al burchio in tutto Per dazio, maseteria e buleta di questa tera in tutto abiàn paghato Per charichamento del dazio a grossi 3 per ducato abiàn paghato Per chosolato di nostra nazione a 3 per cento Per nostra provisione a 1 per cento a la chonpera Somano le spese, chome si vede, in tutto Montano in tutto, costo e spesse duc. 1. 2 duc. 19. 9 duc. 2. 10 duc. –. 13 duc. 4. 12 --------------duc. 27. 22 duc. 27 gr. 22 ------------------duc. 471. 18 Doc. 123 Da Pera Bartolomeo Biliotti ha ordinato una partita di rasi cremisi ai Cavalcanti, i quali li hanno in gran parte comperati sul mercato cittadino; il 18 agosto 1517 inviano a Biliotti l’estratto-conto di costi e spese relativo a otto rasi cremisi e due veste di raso d’oro522: [18 agosto 1517] cChopia di uno chonto mandato a Bartolomeo Biliotti in Pera, soto dì 18 d’achosto 1517, e prima. Apreso si darà chonto a voi, Bartolomeo Biliotti di Pera, di chosti e spese fate a una chas[s]a di drapi mandatovi per le mani di Iachopo di Giuliano, chome a piè si dirà e prima, chonperati la magior parte, coè tuti e rasi chermisi, da più persone e prima: br. 57 1/4 di raso chermisi sp. br. 44 3/4 di raso simile br. 64. – di raso simile br. 58. – di raso simile br. 63 1/4 di raso simile br. 50 3/4 di raso simile br. 51 2/3 di raso simile 522 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 108 r. Non comune è il comportamento del contabile, che addebita a Biliotti il costo degli otto rasi (f. 618.7.11) in chonto de’ tempi e il costo delle due vesta e le spese (f. 31.7.5 + f. 175.5.6 = 206.12.11) in chonto chorrente. 331 331 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI br. 39 di raso simile Somano in tutto br. 428 2/3 per f. 1.14.4 di grossi braccio, per ’l tenpo di mesi 14 [e] ’l 1/2 e di poi a uno mese e mezo, montano f. 735.17.7 di grossi, vagliono a ducati d’oro f. 618.7.11, che di tanto v’abiamo debitori in chonto de’ tenpi. Provedetelo e, stando a dovere, chome noi l’achonciate f. 618. 7. 11 ----------------br. 26 1/3 di raso tanè in 2 griche, d’oro, richo, mandatovi sino di novenbre 1516, la quale ricevè A[n]drea Adimari in Adrinopoli per f. 3.6.8 d’oro braccio, per danari contanti f. 87. 15. 6 br. 26 1/4 di raso verde bruno, chome di sopra, mandatovi a dì 22 di luglo cho sopra detti rasi chermisi per f. 3.6.8 d’oro braccio, per danari contanti f. 87. 10. – ----------------f. 175. 5. 6 Apreso spese fatte a’ sopra detti drapi: Per chabella de’ sopra detti drapi Per leghatura, incierato, involtura, chotone e chassa Per porto de’ sopra detti drapi da qui a Ravena a Giovan Battista della Pieve Per nostra provisione de’ rasi chermisi chonperati a uno per cento Per sichurtà di ducati 600 fata da Ravena a Rauga de’ sopra deti drapi a 2 1/2 per cento e senseria f. f. 5. 18. 2 1. 10. 8 f. f. 2. 10. – 6. 4. – f. 15. 4. 7 --------------f. 31. 7. 5 f. 31. 7. 5 Somano le spese, chome di sopra si vede, f. 31.7.5 d’oro e f. 175.5.6 montano e sopra detti rasi d’oro per danari chontanti, che in tutto fanno f. 206.12.11 d’oro e di tanti v’abiam debitori in chonto chorente, sì che rivedete tutto e, stando a dovere, chome noi l’achonciate per a[n]dar d’achordo e, sendo da dire per noi o per voi, lo dite che si choregerà. Idio vi guardi ---------------f. 206. 12. 11 Doc. 124 I Cavalcanti hanno esportato ingenti quantità di drappi a Costantinopoli e i corrispondenti locali – soprattutto Bartolomeo Biliotti e Luigi Gherardi – li hanno venduti prevalentemente nella stessa capitale, nel frequentatissimo mercato (bisestano) e negli altri centri dove aveva sede la Corte – Adrianopoli, Bursa e Amasya – come risulta nei dettagliati estratti-conto trasmessi a Firenze. Una situazione particolare si verifica nel 1517 quando, inaspettatamente, è Damasco a rivelarsi un importante centro di smercio per le sete fiorentine. 332 332 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) a) Nel verificare i conti con Biliotti, i Cavalcanti hanno notano che qualcosa non torna: o si è incorsi in un errore o a Damasco rimangono ancora molti drappi. Agli inizi di settembre i Cavalcanti scrivono a Biliotti523: [5 settembre 1517] ... Bisogna o che ne sia restati in Domascho o che voi abiate erato al dare il chonto, perché si mostra restarvene parechie veste. Voglamolo meglo rischontrare e per i primi vi si manderà una listra di tutti e drapi che sechondo noi vi restano, a fine che tutto posiate rischontrare. ... b) I Cavalcanti esaminano attentamente i conti delle sete vendute a Damasco e sulla base dei loro elenchi ne mancano molte, per un valore di 1200 ducati circa. I Cavalcanti ricordano a Biliotti di aver saputo che la vendita era andata molto bene e qualcuno aveva detto che sarebbe stato bello averne portate delle altre524: [4 ottobre 1517] ... Abiamo rischontrato e drapi che voi mandasti a Domascho cho quegli che voi ci date finiti in sul chonto e troviamo manchare i su detto chonto drapi asai, chome in questa ne sarà una notta, che sono di valuta di duc. 1200 o più, che istimiamo gl’abiate la[s]ciati indretto per erore perché a noi è suto detto da Pachollo che voi mandaste che se ne finì ogni chosa e ale [. . .] fu drapi per ½, dicendo: volesi Idio se ne fuse portati più . . . Doc. 125 Con il 1518 la documentazione della compagnia Cavalcanti a noi pervenuta si riduce sempre più. Una delle ultime lettere inviate a Costantinopoli rivela un nuovo corrispondente: il mercante fiorentino Bartolomeo Tebalducci. Il 20 novembre 1518 i Cavalcanti informano Tebalducci di aver iniziato la produzione di 30 veste tra velluti broccati e benechi. I Cavalcanti promettono a Tabalducci di non prendere impegni con altri clienti e di essere disposti a inviare sete in partecipazione al 50%525: [20 novembre 1518] ... Per trastullarci noi abiamo meso in telaio circha a 30 vesta fra di velluti broccati et benechi, la magior parte benechi, che velluti saranno 6 o 8 veste et saranno opere a propoxito et ben lavorate quanto altri che venghino al paese et non di molto oro, che per di qui a marzo saranno in su la mostra, non ne facciendo qui partito prima con altri. Et tu gli dimandi a ½, che si manderanno. ... 523 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 163 v. 524 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 166 r. 525 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 213 r. 333 333 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 126 La compagnia di Francesco Pitti e Amerigo Antinori non commercia abitualmente con il Levante. Le sue esportazioni di sete sono in prevalenza dirette a Lione e Londra. Un’eccezione è rappresentata da due rasi cremisi che essa ha deciso di vendere a Costantinopoli tramite il corrispondente Antonio Gerini. I libri contabili della compagnia Pitti e Antinori sono andati perduti; si sono conservati alcuni copialettere, da uno dei quali abbiamo ripreso i documenti che seguono. a) A Firenze la compagnia Pitti e Antinori ha saputo che la cassa con i rasi è arrivata a Ragusa e il giorno 8 febbraio 1520 scrive ad Antonio Gerini526: Im Pera, a Antonio Gierini, addì viii di febraio [1520] ... Abbiamo di Raugia come li rasi chermisi mandatovi erono arivati lì e che in brieve gli dovreno mettere a chamino per costì che, visto lo scrivere vostro sopra tale drapperia, speriano in brieve averne conto e ’l ritratto e fra pochi giorni fareno pensiero mandarvi qualche altra drapperia. ... b) L’operazione deve aver avuto successo se in aprile la compagnia Pitti e Antinori spera di ricevere presto il ricavo della vendita527: ... In Pera, a Antonio Gerini, addì 28 d’aprile 1520 ... Doverrete per la prima carovana mandare el ritratto delle calisee e de’ rasi chermixi; coxì s’attende, che l’arete trovata roba molto buona, l’uno e l’altro. ... c) In settembre la compagnia Pitti e Antinori decide di mandare, oltre ad alcuni panni di lana, anche una cassa con due rasi di grana, questi ultimi a comune con Giovanni Gerini. Nella stessa cassa ci sono poi altri due rasi cremisi di esclusiva proprietà della compagnia. I rasi cremisi sono di straordinaria bellezza e la compagnia Pitti e Antinori spera che Antonio Gerini li venda a un prezzo elevato528: In Pera, Antonio Gerini [1520] ... Simile siano avixati per detta lettera scrivete a Giovanni vostro come avevi dato fine alle 2 pezze di raso chermixi et come per il primo ne mandate chonto e ’l ritratto d’essi, el quale s’attende per il primo passaggio. Che Idio lo conducha salvo. Per conto a comune con detto Giovanni vi s’è mandato questo dì 2 balle di panni, entrovi panni 7 sopramani, e quali sono una cosa bella, et una cassetta dove sono 2 pezze di rasi di grana a comune per ½ con detto Giovanni. Fate di ricevere tutto bene conditionato et paghate le spexe et fatene fine, 526 ASF, Ginori Conti, Serie Pitti Rinuccini, Parte A, 148, Copialettere di Francesco Pitti e Amerigo Antinori e compagni, c. 126 v. 527 ASF, Ginori Conti, Serie Pitti Rinuccini, Parte A, 148, Copialettere di Francesco Pitti e Amerigo Antinori e compagni, c. 137 r. 528 ASF, Ginori Conti, Serie Pitti Rinuccini, Parte A, 148, Copialettere di Francesco Pitti e Amerigo Antinori e compagni, cc. 151 v. e 152 r.; la lettera non è datata ma fu scritta in settembre. 334 334 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) come v’ordinera detto Giovanni. Et datene conto della ½ a detto Giovanni et dell’altra a metà a nnoi, et alsì del ritratto. Che Idio ne mandi ventura. In detta cassetta che di sopra si dice è 2 pezze di rasi chermixi, che sono una cosa bella. E quali sono di nostro chonto propio. Riceuti gl’arete – che Idio gli conduchi salvi – proccurerete alla fine con più vantaggio potete, che non crediano ve n’abia a manchare el pregio degli altri avete finiti, non[o]stante questo vi se ne dà libera commessione. Fatene come di cosa vostra propia, et finiti gl’avete, ne mandate chonto e alsì el ritratto in tanti ducati d’oro, come meglio giudicate l’utile nostro, et avixate per giornata che seghue. Che Dio di buon mandi. ... Questi 2 raxi chermixi che si mandano ora sono bellissimi. Aiutateci nel pregio il più potete, come in voi abbiano fede. ... Doc. 127 Un’operazione che solo indirettamente riguarda Firenze. Nel lontano 1362 una compagnia fiorentina aveva acquistato a Venezia seta grezza cinese (Doc. 6). Dopo più di centocinquanta anni, nel 1522, anche un’altra compagnia fiorentina – i Gondi di Lione – compera seta grezza cinese, ma questa volta in un contesto profondamente cambiato. Insieme a Giovan Francesco Affaitati, grande mercante cremonese attivo a Lisbona, i Gondi di Lione acquistano ora seta cinese non più a Venezia ma nella capitale portoghese. I Gondi partecipano per 1/4 all’operazione e gli Affaitati di Lisbona per i 3/4. Dal Portogallo la seta raggiunge poi Nizza via mare, prima di proseguire per Lione, luogo finale di smercio529: Mdxxii ... Seta da Cina venuta da Lisbona di nostro chonto a chomune chon Giovan Francesco delli Affetati di Lisbona de’ dare, in fFiera di Pasqua, reali lxxxi mila530, anzi reali ccclxxxi mila cclxxxxv moneta di Lisbona, fatti buoni a ditti Affetati al nostro chonto de’ tenpi, in questo, c. 433, e sono per chosto e spese sino chondotta a Nizza di balle xiiii di seta ditta, cioè per il nostro 1/iiii che in essa attegnamo, chome appare per il chonto datone, chopiato a Ricordanze, c. 334, valgono, a reali 400 per ducato, ducati 953 ¼ che, a soldi 43 per ducato, valgono lire 2049.9.9 scudi 1085 s. 5 d. 2 ... Doc. 128 Dopo l’esperienza del 1512 (Doc. 105), Giovanni Pandolfini decide nel luglio 1522 di effettuare una seconda spedizione di sete a Costantinopoli. 529 ASF, Gondi, 8, Debitori e creditori di Antonio Gondi e Pierantonio Gondi e compagni in Lione, c. 452; si veda anche S. Tognetti, I Gondi di Lione. Una banca d’affari fiorentina nella Francia del primo Cinquecento, Firenze 2013, p. 56. 530 lxxxi mila cancellato. 335 335 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI a) Giovanni Pandolfini acquista a Firenze br. 83 ¾ di raso color lacca dalla compagnia Pandolfini-Arrigucci531: Mdxxii larghi d’oro Rede di Bartolomeo Pandolfini e Giovanni Arighucci e compagni deono avere, addì xvi di luglio 1522, f. ottanzette s. xviii d. viiii d’oro larghi sono per la monta di br. 83 ¾ di raso di lacha aùto da loro per el tenpo dell’anno di poi il ¼ per f. uno s. uno d’oro in oro braccio, d’acordo ... f. 87. 18. 9 b) Pandolfini consegna il raso a Piero Rinuccini, in partenza per il Levante532: [1522] Una mandata di drappi in Levante per mane per Piero di Iacopo Rinuccini per finire per mio conto deono dare, addì xvi di luglio 1522, f. ottanzette s. xviii d. viiii d’oro larghi sono per la monta di br. 83 ¾ di rasi di lacha aùti chome di sopra da’ Pandolfini ... f. 87. 18. 9 Doc. 129 Luigi di Carlo da Castelfiorentino, un modesto mercante originario del contado, nel 1522 decide di compiere un viaggio nell’Impero ottomano. Porta con sé alcune balle di panni di lana e quattro rasi, in parte acquistati insieme al fratello Girolamo. a) Luigi di Carlo lascia Firenze il 24 luglio 1522. Prima della partenza, Luigi annota in un libro contabile il costo delle sete e alcuni oneri accessori533: Una vesta br. 13 1/8 di raso roso d’oro a poste an[. . .] autta da Bac[ci]o Saseti de’ dare f. f. (sic) 30 s. 16 d. 10 d’oro per fiorini f. 2 larghi s.7 d’oro aùtosi da lui pe danari chontanti 13 5/6 Una vesesta (sic) br. 13 5/6 aùtosi dal detto per f. 2 s. 7 d’oro per danari chontanti, de’ dare 15 Una vesta di br. 15 aùtosi dal detto per fiorini f. 2 s. 7 d’oro el braccio, aùtosi dal detto, de’ dare A spese di dete tre veste, per incerato, s. 5 d’oro A spese di dete tre veste f. 1 e soldi 5 d’oro per chabela a s. 10 pe[. . .] 13 1/8 531 f. 30. 16. 10 f. 32. 11. 12 f. 35. 5. – f. –. 5. – f. 1. 5. – ----------------f. 100. 3. 0 ASF, Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini, c. 13 v. ASF, Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini, c. 13 v. 533 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4544, Quadernuccio di Luigi di Carlo da Castelfiorentino, cc. 37 v., 38 r. Per una ricostruzione dell’operato di Luigi si veda A. Orlandi, Vestire l’Islam alla fiorentina e importare oro. Luigi di Carlo da Castelfiorentino in Oriente, in La storia e l’economia. Miscellanea di studi in onore di Giorgio Mori, a cura di A.M. Falchero, A. Giuntini, G. Nigro e L. Segreto, 2 voll., Varese 2003, I, pp. 541-550. 532 336 336 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) f. 30. 11. 9534 ----------------Che tanto chostorono le 4 veste chondotte insino in Andrinopoli, in tutto f. 130. 14. 9 A dì 13 di febraio 152[. . .] si chonperò una vesta di raso alesandrina a pposte d’oro da Giovani de l’Ancisa per valuta di fiorini 2 s. 6 d’oro in oro, che deta vesta se gli paghò in telaio inazi fusi fata, che di poi s’ebe fine, br. 13 1/8, coè fiorini 2 s. 6 d’oro el braccio f. 30. 3. 9 E pùe de’ dare deta vesta f. – s. 8 d’oro, che tanti paghò Girolamo mio fratello per chabella in dochana di deta vesta f. –. 8. – 30. 11. 9 b) Il 3 settembre 1523 Luigi di Carlo lascia Pera e inizia il viaggio di ritorno, via Adrianopoli e Ragusa. Rientra poi a Firenze e tra luglio e settembre 1524 registra il ricavo delle vendite535: A dì 15 di luglio 1524 Drapi coè beneche a poste d’oro deano, di chonto di Luigi e altri, deano avere per quando rischosi sarano, aspri otomila cento quaranta, sono per la valuta di 3 veste di beneche, che furono picchi 37, finitoli per me Michele di Vieri, Aghostino de’ Pili per pagha[r]le a la giornata, aspri 220 picho, monta in tutto E, a dì – di setebre 1524, aspri 2412 sono pe la fine d’una vesta di ben[e]che alesandrina, chonpratosi da Giovani de l’A[n]cisa, finitola per mio chonto Michele di V[i]eri, aspri 210 picco, a pagare a la giornata, monta in tutto aspri 2412 aspri 8140 aspri 2412 ---------------aspri 10552 Doc. 130 Firenze esportava nell’Impero ottomano grandi quantità di panni di lana e, in misura più ridotta, tessuti di seta, ben più costosi. Di contro, importava prevalentemente seta greggia, ciambellotti, spezie e materie tintorie, ma la bilancia commerciale era nettamente favorevole a Firenze. Per monetizzare questi crediti i mercanti fiorentini potevano ricorrere, se il momento lo consentiva, a lettere di cambio, ma generalmente erano costretti a provvedere al trasferimento manuale di monete sonanti da Costantinopoli (le due possibilità, ad esempio, sono menzionate nel Doc. 117 a). Generalmente erano gli stessi mercanti che al momento del rientro in patria portavano con sé monete d’oro, ma vi era anche la possibilità di rivolgersi a persone conosciute e fidate, che dietro pagamento svolgevano questo servizio. Nel caso in esame la compagnia di Averardo di Alamanno Salviati, setaioli, il 22 agosto 1523 effettua un pagamento a favore di un certo Niccolò Davanzati, che è 534 Luigi di Carlo, che tiene i conti in maniera disordinata, riporta qui il totale delle partite che seguono (a c. 37 v). 535 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4544, Quadernuccio di Luigi di Carlo da Castelfiorentino, c. 43 r. 337 337 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI appena rientrato a Firenze da Costantinopoli portando con sé un somma (imprecisata) di denaro della compagnia 536. Spese hochorrente per e bisogni di questa ragone deono dare . . . ... E, addì xxii d’aghosto [1523], duc. uno s. x d’oro a Nicholò Davanzati per chonducitura di danari portatoci di Levante, e per noi al Giornale, 146, da’ Salviati, in questo, 202 duc. 1. 10. – Doc. 131 Carlo Strozzi esporta a Costantinopoli panni di lana e, saltuariamente, drappi di seta. Nella capitale ottomana Carlo ha un corrispondente fidato nel figlio primogenito Girolamo, destinato ad essere ben presto raggiunto dal secondogenito, Daniello. In questa lettera datata 4 dicembre 1523 Carlo Strozzi ricorda al figlio le sete che insieme a Leonardo Venturi ha spedito a Costantinopoli e lo sollecita a curare le vendite, in quanto da Firenze Venturi, se soddisfatto, potrebbe inviare annualmente drappi per un valore di ducati 1500 o più 537: A dì iiii di dicembre 1523 ... Eri avisato avevo fatto partito de la seta co Leonardo Venturi, dove atencho ne’ drapi madatoti per duc. 200 d’oro: vedi servirne in modo ch’egli abbi chausa mandare degli altri che, se tu lo servi bene, stimo arai l’an[n]o per duc. 1500 o più . . . ... Doc. 132 Dopo la spedizione del raso color lacca a Costantinopoli nel 1522 (Doc. 128), nel gennaio 1524 Giovanni Pandolfini decide di ripetere l’esperienza e consegna quattro sete al solito Piero Rinuccini, in procinto di partire538: [1524] A Piero di Iachopo Rinuccini, questo dì xv di genaio 1523, una vesta d’altebasso di laccha portato secho in Levan[t]e per finire per mio conto di br. xv ¾ con libera comesione per darmi f. 84 buon conto A detto, iii veste di benecchi portò lui, uno alexandrino, uno di laccha, uno turchino, di br. 49 in tutto f. 98 536 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e compagni, setaioli, c. 2 s. 537 ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 57, Quaderno di Carlo di Niccolò Strozzi, c. 78 v. 538 ASF, Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini, c. 13 v. Una decina di giorni dopo Pandolfini torna sull’operazione e aggiunge altri particolari: esorta Rinuccini a non accettare baratti e precisa che le sete appartengono per il 50% a Taddeo Taddei (c. 119 v.). 338 338 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 133 Intorno agli anni 1524-30 la compagnia di battilori di Gherardo Bartolini esporta a Costantinopoli ingenti partite di drappi. Il corrispondente è Giovanni Vernacci, nipote di Niccolò Machiavelli, che nella capitale ottomana si occupa delle vendite e periodicamente trasmette ai Bartolini resoconti aggiornati del suo operato. Le fonti principali consistono in due libri di debitori e creditori e due copialettere, ma nel complesso la documentazione si presenta piuttosto discontinua. A differenza di quanto si era verificato con i Salviati o i Cavalcanti, che hanno tramandato testimonianze complete delle spedizioni dei drappi da Firenze, per i Bartolini questo si verifica solo per il 1524. Le fonti attestano successive esportazioni ma si limitano a menzionare casse di drappi, il cui contenuto ci sfugge. Di contro, come vedremo, sono ben documentate nei libri dei Bartolini le vendite a Pera negli anni 1529-33 (Docc. 150-159). Nel 1524 la compagnia Bartolini riprende da una ragione vecchia il ricordo di un avvenuto invio di drappi costosi, quasi tutti altobassi broccati539: Mdxxiiii Una mandata in Levante in mano di Giovanni di Franncesco Vernnacci de’ dare duc. dxxxvi – d. ii d’oro inn oro per tanti chonsengniatocielo per debitore Gherardo Bartolini e compagni di ragione vechia, dal loro libro azuro, c. 52, e sono per l’infrascriti drappi, e posto avere, questo, 264 br. 65 ¼ di raxo roso di chermisi per f. 1 br. duc. 65. 5. – br. 18 ½ di velluto nero per f. 1 ¼ br. duc. 23. 2. 6 br. 14 2/3 d’altobaxo brochato per f. 4 br. duc. 58. 13. 4 br. 14 d’altobaxo brochato roso per f. 4 br. duc. 56. –. – br. 14 1/8 d’altobaxo brochato alexandrino per f. 4 br. duc. 56. 10. – br. 50 di raxo nero spangnolo per f. –.15 br. duc. 36. 15. – br. 13 7/8 d’altobaso brochato nero per f. 4 br. duc. 55. 10. – br. 14 1/8 d’altobaso roso brochato duc. 56. 10. – br. 14 1/3 d’altobaxo simile duc. 57. 6. 8 br. 14 ¼ d’altobaso chermisi duc. 64. 2. 6 -----------------duc. 529. 15. 0 E per llo spacio di Firenze duc. 6. 5. 3 -----------------duc. 536. 0. 3 E de’ dare f. quatro d’oro si fanno buoni a Gherardo Bartolini e compagni, battilori, e sono per duc. 200 fatone asichurare d’Anchona a Raugia, sotto loro nome, in questo, 300 E deono dare f. dua s. xvii d. ii d’oro si fanno buoni deti per spexe di 3 veste d’altebasi erano inn una loro chaxa mandata in Levante, questo, 300 f. 536 s. –. 2 f. 4 s. –. – f. 2 s. 17. 2 --------------------duc. 542. 17. 4 539 Archivio Bartolini, 240, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini, c. 324 s. Su Vernacci si veda S. Larosa, Vernacci, Giovanni, in Enciclopedia machiavelliana, 3 voll., Roma 2014, III, pp. 665-666 (https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-vernacci_%28Enciclopedia-machiavelliana%29/). 339 339 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 134 Il 3 giugno 1524 la compagnia Bartolini procede a una seconda spedizione di sete a Giovanni Vernacci in Costantinopoli540: [1524] Una mandata di drappi in Levante in mano di Giovanni Vernnacci de’ dare, sino addì iii di gungnio, f. 374. 4. 7 d’oro sono per valuta delli apreso drappi mandatoli per lle mani di Bastiano Landi, posto drapi, in questo, 6, come al Giornale, 10 br. 14 ¼ di velluto roso brochato per f. 3 br. f. 42. 15. – br. 29 7/8 di beneche sbiadato per f. 2.15 br. f. 82. 1. 1 br. 30 3/8 di beneche verdde per f. 2.15 f. 83. 9. 9 br. 14 ¼ di beneche incharnnato di chermixi per f. 2 ¾ f. 39. 3. 9 br. 60 di raxo roso di chermisi per f. 1 1/8 f. 67. 10. – br. 55 2/3 di raxo simile per f. 1 1/8 f. 59. 5. – --------------f. 374. 4. 7 E, addì x di gungnio, f. sei s. iii d’oro inn oro per tanti che Bartolini et Lanfredini ne paghornno a Ragio per sichurtà di duc. 300 d’Anchona a Raugia sopra qualunque paxagio, posto questo, 21 f. 374 s. 4. 7 f. 6 s. 3. – ------------------duc. 380. 7. 7 Doc. 135 Una terza spedizione di sete da parte della compagnia Bartolini a Giovanni Vernacci in Costantinopoli541: [14 settembre 1524] Una mandata di drappi in Levante in mano di Giovanni di Francesco Vernaci de’ dare f. cclxxxxv s. iiii d. iii d’oro inn oro per valuta delli apreso drappi mandatoli per lle mani di Ghulielmo da Somaia questo dì xiiii di setenbre e posto drappi in questo, 6, e a Giornale, 22, br. 14 1/3 d’altobaxo roso di chermixi per f. 4 br. f. 57. 6. 8 br. 22 3/8 di brochato roxo povero per f. 2.15 br. f. 61. 7. 7 br. 14 di velluto roxo brochato per f. 3 br. f. 42. –. – br. 14 ½ di beneche incharnnato per f. 3 br. f. 43. 10. – br. 62 di raxo roso di chermisi per f. 1.2 br. f. 69. 15. – br. 17 di velluto nero per f. 1.5 br. f. 21. 5. – ------------------Sommano, in tutto duc. 295. 4. 3 540 541 f. 295 s. 4. 3 Archivio Bartolini, 242, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 31 s. Archivio Bartolini, 242, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 41 s. e d. 340 340 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E de’ dare duc. x d’oro per tanti che Bartolini e Lanfredini ne paghornno a Ragio per farsi asichurare di duc. 500 d’Anchona in Raugia, posto deti Bartolini e Lanfredini, questo, 31 E, addì xii di novenbre, f. 242.5.10 d’oro per valuta delli apreso drappi, mandato al depto Giovanni per le mani di Franncesco Cini d’Anchona, questo, 6 br. 15 1/3 di velluto nero per f. 1.5 br. f. 19. 3. 4 br. 14 3/8 di velluto nero brochato per f. 3 d’oro br. f. 43. 2. 6 br. 31 1/8 di beneche gugolino per f. 3 br. f. 93. 7. 6 br. 28 7/8 di beneche nero per f. 3 br. f. 86. 12. 6 ------------------Soma, come si vede, al Giornale, 34 duc. 242. 5.10 f. 10 s. –. – f. 242 s. 5.10 duc. 547. 10. 1 ------------------E de’ dare f. cinque s. ii d. v d’oro per tanti che Bartolini e Lanfredini ne paghorno addì xxviiii di novenbre a Ragio di Noferi per una sichurtà fata sopra drappi d’oro e di xeta d’Anchona a Raugia, posto e deti, questo, 21 E deono dare f. – s. iiii d. xi d’oro, per tanti ne paghorno e Bartolini e Lanfredini a Ragio, sensale, per senseria de la deta sichurtà, posto questo, 21 E de’ dare f. 380.7. 7 d’oro per tanti fatone là creditori, questo, 31 f. 5 s. 2. 5 f. – s. 4.11 f. 380. 7. 7 ------------------ duc. 385. 14.11 duc. 547. 10. 1 ------------------duc. 933. 5. 0 Doc. 136 Un codice appartenuto a un sensale di assicurazioni marittime – il fiorentino Raggio Raggi – elenca i contratti stipulati negli anni 1524-26. Tutti gli esempi che seguono prevedono la spedizione da Ancona di drappi appartenenti a mercanti fiorentini. Il principale porto di arrivo è Costantinopoli. È una fonte del tutto particolare, che merita di essere richiamata, anche se i drappi non sono puntualmente descritti. Le cifre registrate a fianco dei nomi costituiscono il valore assicurato; il premio oscilla sensibilmente a seconda della lunghezza dell’itinerario (Pera 8%, Beirut 7 ½%, Ragusa 2%). a) Piero Ciacchi assicura panni di lana e sete da Ancona a Costantinopoli. Il capitale assicurato è di f. 800: gli assicuratori sono tredici mercanti fiorentini542: Addì iii di dicenbre [1524] Piero Cachi per fiorini sopra drappi e panni d’Anchona a Rauga, anzi in Pera, sopra el ghaleone, padrone Marino di Chaterro a 8: Cha[r]llo Ginori f. 100 Piero Girolami f. 50 Dini f. 50 Iacopo Chorsi f. 50 Giovanni Ghaddi f. 100 Francesco Chatellano f. 50 Zanobi Saliti f. 100 Simone Ghu[a]dangni f. 50 542 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 39 v. 341 341 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Salviati, propio Chorsini Giovanni Popoleschi f. f. f. 50 50 50 Giovan Battista Cei Matteo Borgiani f. f. 50 50 f. 800 b) La compagnia Bartolini assicura per f. 200 i suoi drappi da Ancona a Costantinopoli. Gli assicuratori sono soltanto due543: Addì xxiiii detto [maggio 1525] E detti [Bartolini e compagni] si fano assichurare chome di sopra [d’Anchona in Perra o Ghostantinopoli] sopra drappi: Francesco Chatellano f. 100 Averardo Salviati, propio f. 100 c) La compagnia di Marco del Nero assicura per f. 500 panni di lana e drappi da Ancona a Costantinopoli544: Addì 8 di novenbre [1525] Marcho del Nero e compagni per fiorini sopra drappi e panni d’Anchona in Pera o Chostantinopoli sopra la nave Santa Maria, padrone Antonio Chalavresse, potendo tochare a Scio a 8: Francesco Mannelli f. 250 Chanbio Infa[n]ghati f. 75 Giovanfrancesco Franceschi f. 50 Francesco Chatellano f. 50 Girolamo da Ghavina f. 50 Leonardo da Filichaia f. 25 f. 500 d) Di nuovo la compagnia Bartolini assicura sete per f. 200, ma la rotta è ora più breve – da Ancona a Ragusa – e il premio scende al 2%545: Addì xxvii detto [febbraio 1526] Gherardo Bartolini e compagni batilori per fiorini sopra drappi d’Anchona a Raugia a 2 per cento: Francesco Giraldi f. 100 Gherardo detto, proprio f. 100 f. 200 e) Ancora i Bartolini assicurano per f. 300 drappi e panni di lana da Ancona a Beirut o Tripoli di Siria. Il premio è del 7 ½%546: Addì xxvii detto [marzo 1526] Gherardo e Zanobi, anzi Zanobi e Gherardo Bartolini e compagni si fano assichurare per fiorini sopra drappi e panni d’Anchona a Baruti o Tripoli sopra la na[ve] Santo Angelo a 7 ½ per cento: Bernardo Ucioni f. 100 200547 543 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 71 r. Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 99 r. 545 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 119 v. 546 Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 123 r. 547 Così il ms., ma si legga 100, che è il valore assicurato. 544 342 342 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 137 Nel 1525 muore a Costantinopoli Girolamo Strozzi, che da anni curava la vendita sul mercato ottomano di sete appartenenti a diversi mercanti fiorentini. I due esecutori testamentari – Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti – procedono alla vendita dei tessuti ancora giacenti nel fondaco e intestano un conto ai rispettivi proprietari. a) Vendita di rasi incarnati a poste di proprietà di Lorenzo Carducci, 1525548: Mdxxiiii [=1525] Drappi di chonto di Lorenzo d’Agniolo Charducci, propio, deono avere . . . ... E deono avere aspri dumilaquattrocento settantacinque, che di tanti li troviamo chreditori al sudetto libro, a c. 118, in chonto di veste dua di rasi incharnati d’oro a poste, dal Giornale, a c. 3, eredi e maestri sudetti dare, in questo, a c. 3 ... aspri 2475 b) Vendita di velluti rossi e neri di proprietà della compagnia di Leonardo Venturi, setaioli, 1525549: Mdxxv Drappi di chonto di Leonardo Venturi e chonpagni, setaioli, per iii/iiii e rede di Girolamo Istrozi per il 1/iiii, finiti per noi, deono avere, addì xv di maggio, aspri milletrecentoquindici e per loro da Giannetto da Portoveneri, chonttanti, per valuta di picchi xi ½ di velluto rosso, finito per noi per aspri 119 ½ piccho, dal Giornale, a c. 7, chassa, in questo, a. c. 38 ... E, addì xvii di febraio [1526] aspri tremilacinquecento sessantacinque per valuta di picchi 31 di velluti, finiti di lor chonto a uno ermino per aspri 115 picco, per i danari chontanti, mezano Chaggi, turcho, sensale, dal Giornale, a c. 15, chassa, in questo, a c. 46 E, addì viiii di marzo, aspri novantadua per valuta di picchi iii/viii di velluto rosso di lacha, finito tutto per aspri 42 e picchi ½ di velluto nero finito per aspri 50, per i danari chontanti, dal Giornale, a c. 16, chassa, in questo, a c. 46 ... aspri 1315 aspri 3565 aspri 92 c) Vendita di rasi di proprietà di Lorenzo Carducci, 1525550: 548 ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori dell’eredità di Girolamo Strozzi, c. 23 d. 549 ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori dell’eredità di Girolamo Strozzi, c. 40 d. 550 ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori dell’eredità di Girolamo Strozzi, c. 41 d. 343 343 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Mdxxv Drappi di chonto di Lorenzo d’Agniolo Charducci, propio, finiti per noi, deono avere, addì iii di giugnio, aspri dumiladugentoottanta per valuta di pichi viiii ½ di raso rosso d’oro di vostro chonto, finito per noi Gianbatino Ghonnella a un turcho per aspri 240 picco, per pagharcelo in fra xv giorni, dal Giornale, c. 7, Gianbatino, dare, in questo, a c. 40 E, addì ii d’aghosto, aspri secento e per loro da Gianbatino Ghonnella, chontanti, per valuta di picchi 2 7/8 di raso rosso d’oro, finito per noi di N. 14, per sudetto pregio, per esere ischanpolo, dal Giornale, a c. 10, chassa, in questo, a c. 38 E, addì x di marzo [1526], aspri tremilauno, per valuta di picchi xii 1/iiii di raso rosso andari d’oro, finito Aghostino de’ Pilli per aspri 245 picco, dal Gironale, a c. 16, Aghostino, debitore, in questo, a c. 10 aspri 2280 aspri 600 aspri 3001 --------------aspri 5881 d) Un raso rosso lacca, di proprietà della compagnia di Leonardo Venturi, è stato venduto sul mercato di Bursa tramite Ulivieri Bartoli551: Mdxxv Ulivieri Bartoli di rinchontro [di Bursia] de’ dare . . . ... E, addì detto [18 aprile 1526], aspri milledugento, che tanti ci disse per una sua esere istata la fine di picchi xx di raso rosso di lacha finito allo inchanto per aspri 60 picco di chonto di Lionardo Venturi e Charlo Istrozi, dal Giornale, a c. 18, drappi di lor chonto avere, in questo, a c. 45 ... aspri 1200 Doc. 138 Giuliano Capponi e compagni, battilori, hanno spedito ad Antonio Gerini, loro corrispondente a Costantinopoli, broccati e rasi d’oro destinati alla vendita. Non si conosce il risultato di questo investimento. Il totale del conto viene girato alla Ragione nuova del Libro giallo, che non si è conservato552: Mdxxv Drappi d’oro e di seta a finire per nostro chonto in Pera i mano d’Antonio Gierini, deono dare, addì xxviiii di marzo, f. sessantanove s. iiii larghi d’oro sono per valuta di br. xxvii 2/3 di rasi brocchati in dua tagli, coè uno rosso di br. 14 1/3 e uno incharnnato di br. 13 1/3 mandato al sopra detto per finire per noi, chome appare al Giornale, a c. 192, drappi lavorati in bottegha, avere, in questo, c. 131 551 f. 69 s. 4. – ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori dell’eredità di Girolamo Strozzi, c. 57 s. 552 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 5, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 153 s. 344 344 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, addì vii d’ottobre, f. trecentoquarantacinque larghi d’oro sono per valuta di braccia 138 di più ragone rasi d’oro in veste x mandate in detto luogho, al detto Antonio a finire per nnoi, chome appare al Giornale, a c. 127, in questo, c. 167 ... f. 345 s. –. – Doc. 139 A Costantinopoli le comunità fiorentine e veneziane avevano l’abitudine di organizzare ogni tanto ricevimenti fastosi, ai quali partecipavano i rispettivi rappresentanti e numerosi personaggi di rango. Il 14 febbraio 1524 giunse a Venezia una lettera da Costantinopoli con la descrizione di una festa data dalla nazione fiorentina: il salone era rivestito di drappi d’oro, il tetto trasformato in un cielo stellato con ai lati il sole e la luna e al centro le armi di Papa Clemente VII Medici553: Copia de una lettera venuta da Costantinopoli, de 14 Febraro 1524 ... La nation fiorentina deliberò a l’incontro de far una festa publica, et se vestì de raso paonazo, et fece un apparato in una sala de longeza passa 16, larga piedi 30, et alta piedi 18, la qual fo investita tutta de pani d’oro, adornata de sopra de bosi con bellissimi ordini. Nel tetto era fatto el ciel stellato d’oro, et da uno canto el sole et da l’altro la luna, poi in megio una grandissima arma del Pontefice cinta de alcuni bellissimi festoni, da li quali se decerniva uno brevo qual diceva Cle. Pon. Max. VII. ... Doc. 140 La bilancia commerciale di Firenze con l’Impero ottomano presentava un saldo favorevole e alcuni documenti qui pubblicati attestano le difficoltà che i mercanti fiorentini incontravano nel trasferire i loro crediti in patria (Docc. 117 a, 130, 172). L’invio di metalli preziosi era una costante che non tardò a provocare il malcontento della Porta, al punto che nel 1525 Solimano sembrava intenzionato a limitare l’esportazione di metalli preziosi. Il fatto ha lasciato traccia nel carteggio dei mercanti fiorentini554, ma in questa sede riprendiamo una fonte veneziana, più ricca di particolari. Nel 1525 Pietro Bragadin, bailo dei veneziani a Costantinopoli, trasmise al Senato della Serenissima due dispacci, che insieme offrono un quadro aggiornato della situazione e puntuali riferimenti ai mercanti fiorentini. a) Dispaccio del bailo Pietro Bragadin al Senato, 1° aprile 1525. Il sultano sembra intenzionato a frenare il drenaggio dell’argento verso l’Oriente (Azemia-Persia) e dell’oro 553 M. Sanudo, I diarii, XXXVI, col. 118. Brevi riferimenti al divieto di esportare metalli preziosi ricorrono in alcune lettere inviate dalla compagnia Botti il 20 e il 30 maggio rispettivamente a Iacopo Botti a Cadice e ad Antonio Gerini a Pera: ASF, Libri di commercio e di famiglia, 711, Copialettere della compagnia Botti, cc. 46 r., 51 v. Per la prima lettera si veda: A. Orlandi, Vestire l’Islam alla fiorentina e importare oro, cit., p. 543; Ead., Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., p. 994; per la lettera a Gerini: B. Dini, Aspetti del commercio di esportazione, cit., pp. 265-266. 554 345 345 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI verso l’Occidente (franchi). Pietro Bragadin segnala che molti fiorentini hanno appena lasciato Costantinopoli cum assai denari per rientrare in patria ma c’è il rischio che vengano bloccati. Con una certa inesattezza Bragadin conclude ricordando che i fiorentini non trazeno salvo che oro et arzento, per complessivi 200.000 ducati555: ... Preterea è venuta fama che ’l Signor non vol se traza più oro né arzento del paese. Dimandai al bassà si la era vera; me disse de sì, che la Azemia trazeva assaissimi arzenti et franchi trazevan ori . . . ... Habiamo scritto in Andrinopoli al nostro dragomanno et cussì il baylo de’ fiorentini alli sui mercadanti che a questi giorni partirono de qui cum assai denari, che se debi informar si questa cosa è vera et debi far ritornar li denari indrieto: serìa la pegior nova potessono haver fiorentini perché non trazeno salvo che oro et arzento et al men che trazeno sono duc. 200 mila a l’anno, che pur nui altri et per via da mar, et tra lane, sede et cere se prevalessemo assa’ ben. Idio faci quello sia per el meglio. ... b) Dispaccio del bailo Pietro Bragadin al Senato, 4 aprile 1525. Bragadin ricorda di nuovo l’ammontare, ora salito a 300.000 ducati, del denaro contante che i fiorentini trasferiscono annualmente in patria e aggiunge che, se il divieto di esportare oro e argento venisse confermato, i fiorentini sarebbero molto danneggiati e avrebbero convenienza a lasciare il paese556: ... A questi giorni è venuta nova di qua che ’l Signor non vol se traza del suo paese da niuna banda oro né arzento et per quello che i hano visto per le doane, per le robe che hano messo, fiorentini trazeno più de ducati 300 mila a l’anno de contadi et ultimamente è partita una caravana cum assai denari sui et etiam de’ nostri, et fiorentini hano mandato uno de li sui primarii alla Porta per revocar ditto comandamento et che la caravana vadi al suo viazo. Li serìa molto pernicioso si quello non revocasseno perché loro non trazeno roba alcuna et conveniriano abandonar el paese . . . ... Doc. 141 Dopo le esportazioni del 1495 (Docc. 44), del 1500 (Docc. 56, 57), del 1507-1508 (Docc. 82, 83, 86) e del 1510-16 (Docc. 93-101), Agnolo del Caccia, setaiolo, nel marzo 1525 esporta, in proprio, quattro rasi a Costantinopoli557: [16 marzo 1525] Angniolo del Chacc[i]a, proprio, de’ dare, addì xvi di marzo, per questi d[r]appi aùti da nnoi a ppiè per mandare in Levante a Michele di maestro Pagolo di Vieri: 555 Venezia, Archivio di Stato, Archivio Proprio Costantinopoli, Busta 1, Dispacci del bailo Pietro Bragadin al Senato, 1525, 1° aprile 1525. 556 Venezia, Archivio di Stato, Archivio Proprio Costantinopoli, Busta 1, Dispacci del bailo Pietro Bragadin al Senato, 1525, 4 aprile 1525. 557 Firenze, AOI, 12385, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 38 v. 346 346 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. lxvii ½ di raso rosso di chermixi br. lxvii iii/iiii di raso tanè schuro br. lxiiii ½ di raso nero br. lxii 1/iii di raso pagonazzo di chermisi Doc. 142 Un’altra spedizione di sete in Levante da parte di Agnolo del Caccia, setaiolo. La documentazione è ora particolarmente ricca, al punto che è possibile conoscere i nomi dei tessitori. A Costantinopoli i drappi devono essere consegnati a Francesco Salvetti. a) Nel 1526 Agnolo ha scelto le sete da spedire: tre velluti neri in 3 peli, definiti spagnoli, ma di produzione locale558: 15. Da Giovantonio di Tomaso . . . E, addì 21 d’aprile 1526, lib. 8 once 3 di velluto nero spagnolo, a Tessitori, segn. B, tratto lui br. 22 2/3 Tratto e mandatto i Levante a Francesco di Nicholò Salvetti, debitori drappi i suo mani, in questo, 47 br. 22 2/3 ... 41. Da Giovan Batista da Milano per i[n]sino addì v di setenbre, br. 39 ¾ di velutto nero spagnolo, pesò lib. xiii once viiii, a Tessitori, 84 br. 39 ¾ Tratto e mandatto i Levante a Francesco di Nicholò Salvetti, debitore drappi i sua mani, in questo, 47 br. 39 ¾ ... 52. Da Archangiolo di Giovanni, anzi da Giovan Batista da Milano, addì xv di novenbre, br. 31 1/iii di velutto nero spagnolo, pesò lib. x once x, a Tessitori, 93 br. 31 1/3559 Tratto e mandatto a Levante a Francesco Salvetti, debitori drappi i sua mani, in questo, 47 br. 31 1/3 ... b) Agnolo provvede all’imballaggio delle sete, che vengono sistemate in una cassa insieme ad alcuni tessuti di lana dei Serristori. Questi ultimi spediranno poi la cassa a Francesco Salvetti a Costantinopoli560: [28 gennaio 1527] Leghagio d’una chassa di tre peze di velutti mandanti questo ddì xxviii di genaio i Levante a Francesco di Nicholò Salvetti per finire per nostro chonto in una balla di panni de’ Seristori, pesò il tutto libbre 69. E detta chassa si chonsegniò qui a Giovan Batista Seristori, che la mandasi a detto Francesco ’n Levante e ebbe N. 26. E velutti sono questi a piè, coè: 558 Firenze, AOI, 12385, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, cc. 235 s., 238 s., 240 s. 559 Nei due documenti che seguono questo velluto è lungo br. 31 ¼. 560 Firenze, AOI, 12385, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 153 r. 347 347 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 15 N. 1 br. 22 2/3 di velutto nero in tre peli, spagnolo, pesò 41 N. 2 br. 39 3/4 di velutto nero i tre peli, spagnolo, pesò 52 N. 3 br. 31 1/4 di velutto nero in tre peli, spagnolo, pesò libbre 8. 3. – libbre 13. 9. – libbre 10. 10. – --------------------32. 10. – Apresso le spese fatte in detta chassa: Per ghabella di libbre 28 le fecano in doghana Per la chassa a lanc[i]aio Per chotone Per incerato Per involtura Per leghaggio a’ leghatori lb. 10. 3. 5 lb. 1. 8. – lb. –. 13. – lb. 1. 11. 6 lb. –. 10. – lb. –. 10. – ---------------------14. 15. 11 Posto debitore drappi i sue mani, in questo, c. 47 c) L’imballaggio è terminato e quello stesso giorno 28 gennaio 1527 Agnolo del Caccia prende nota del costo dei velluti561: Drappi i mano di Francescho di Nicholò Salvetti i Levante, deano dare per questi drappi a piè mandanti loro per finire per nostro chonto questo dì xxviii di genaio, chonsengniati qui a Giovan Batista Seristori e chompagni, isghabelatti chome per e leghagio di detta chassa apare, in questo, 153, N. 26, per e pregi che si diranno: N. 1 Segn. 15 br. xxii ii/iii di velutto nero ispagnolo N. 2 Segn. 41 br. xxxviiii iii/iiii di velutto nero spagnolo N. 3 Segn. 52 br. xxxi i/iiii di velutto nero spagnolo In tutto br. 93 2/3 a lire dieci braccio, in tutto d’oro larghi f. 133 s. 16. 2 Doc. 143 Neri di Iacopo Venturi e il figlio Leonardo, setaioli, esportano tessuti di seta prevalentemente in Francia. Nel 1526 spediscono quattro pezze – due velluti e due rasi – a Ridolfo Lotti, loro corrispondente a Costantinopoli. a) A Firenze Neri Venturi il 30 maggio 1526 consegna le quattro pezze a Giovan Battista Covoni, socio della compagnia Lotti, il quale avrebbe provveduto a farle arrivare a Costantinopoli insieme ad altri prodotti562: Addì 30 di maggio 1526 Legagio di drappi mandiamo im Pera a Ridolfo di Giovanni Lotti e messi qui in una cas[s]a di Giovanni Lotti e copagni, setaiuoli, et consegniati a Giovambatista Covoni, loro compagni, cioè e drappi apresso: 561 Firenze, AOI, 12385, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 47 s. ASF, Venturi Ginori Lisci, 2, Debitori, creditori e ricordi di Neri di Iacopo Venturi e del figlio Leonardo, c. 81 r. 562 348 348 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 50 1/3 di veluto tanè br. 27 1/8 di veluto di lacha rosso br. 64 ¾ di raso di lacha rosso br. 26 1/8 di raso nero br. br. br. br. 50 1/3 27 1/8 64 ¾ 26 1/8 Pesorono libre 45 b) Nel gennaio 1527 le sete sono a Costantinopoli, nelle mani di Ridolfo Lotti, che le ha in parte cedute o barattate con ciambellotti. Un taglio di velluto risulta ancora invenduto e Lotti lo ha consegnato, per volere dei Venturi, a due mercanti fiorentini. Nel maggio del 1529 Ridolfo Lotti è di ritorno a Firenze e compila un rendiconto del suo operato (il ritratto netto è di aspri 9325), che i Venturi copiano in un loro libro contabile563: [5 maggio 1529] Chopia d’uno chonto avuto da Ridolfo Lotti di Pera. Appresso si darà chonto a voi, Neri e Leonardo Venturi e compagni, di più vostri drappi ricevuti addì xxiiii di gennaio 1526, ’n una chassa di Giovanni Lotti e chompagni per [l]eghaggio appare e prima: Addì 27 di febraio 1526, per pichi 27 1/8 di velluto di lacha venduto a gGiannio per aspri 126 e picco, per i danari chontanti, montano aspri 3024 E, addì vii di novembre 1528, per picchi 57 ¼ di raso di lacha, baratto a cciambellotti cho Isach, giudeo, per aspri 110 e picco, monta aspri 6297 E, addì detto, per picchi 23 di raso nero barattato a ccianbellotti chol sopra detto giudeo, aspri 75 el picco, monta aspri 1725 ---------------Monta la fine di detti drappi aspri 11046 Apresso el drappo a ppiè chonsegniato a Pera a Gianozo Bini e Francesco Zeffi per vostro ordine in mano di Gannetto Bandinella, g[i]à bottegaio in bi[se]stanno, pezza picchi 44 di velluto tanè. Apresso le ispese: Per chondottura de’ ssopra detti drappi a Nichola[. . .] Per chomerchio di Pera del finito per i chontanti a 5 per cento Per chomerchio de’ barattati, stimati el raso di lacha 80 el picho, el raso nero a 60 in tutto, monta a 5 per cento Per beveraggio a’ garzoni del chomerchio per trali da magazzino Per senseria del finito per e chontanti a 2 per cento, monta Per senseria del barattato a ½ per cento Per meseteria Per meseteria a ½ per cento de’ barattati Per istalaggio de’ magazini Per chomerchi a 5 per cento del ve[nd]uto, chonsegniatosene Per cho[n]salaggio continuo al mco bailo a 1 per cento aspri 15440 aspri 400 aspri 152 aspri 300 aspri 10 aspri 60 aspri 40 aspri 30 aspri 40 aspri 55 aspri 220 aspri 161 563 ASF, Venturi Ginori Lisci, 2, Debitori, creditori e ricordi di Neri di Iacopo Venturi e del figlio Leonardo, c. 91 r. Nella prima registrazione almeno una delle cifre è errata. 349 349 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Per passi di barche e per perdite di monete a [. . .] mille E per nostra provisione a 2 per cento del finito aspri 33 aspri 220 ------------1721 aspri 1721 Monta la fine de’ sopra detti drappi, chome vedete, aspri 11046 che, trattone aspri 1721 sono le spese, resta el ritratto netto aspri 9325, di tanti v’abiamo chreditori e achonciate e rivedete tutto stando a dovere e, sendo errore, lo dite, ho per voi ho per noi, che si chorregerà. Vostro sono aspri 9325 Sommono le ispese Ridolfo Lotti in Firenze, a dì 5 di maggio 1529 Doc. 144 La compagnia di Lorenzo e Filippo Strozzi, setaioli, consegna quattro costosi drappi a Lorenzo Barducci, in partenza per Costantinopoli. a) In un libro contabile della compagnia Strozzi il ricordo del contratto stipulato tra le parti. Lorenzo Barducci, che sottoscrive il contratto, si impegna a vendere le sete in Levante564: Mdxxvi Lunedì, addì 10 di dicembre Richordo questo dì chome noi habiamo chonsegnati a Lorenzo di Giovanni Barducci pezze 3 d’altebaxi rossi d’oro filato, richi, di br. 50 ¼ tutti e br. 35 ½ di velluto roxo brochato, debitore in questo, 180, e quali li ha a chondurre in Levante e venderli per nostro chonto a danari chontanti e rimetterci, overo mandare e danari chontanti, e abiàglene chonsegnati sghabellati e spaccati di tutto di doghana di Firenze e d’Arezzo e paghato anchora el porto di qui a Anchona, di nostro, e per fede del vero e si soschriverrà qui di sua mano d’averli aùti. Io, Lorenzo Barducci, ò ricevuto, questo dì detto, e xopradetti drapi in una chaxetta, chome di xopra, e obrighomi a oxervare quanto di xopra è detto e per fede di cò oxervare ò fatto quexi verxi di mia mano propria, questo dì detto. A dì 9 di marzo 1527 [=28] se li è dato chomessione che a sua tornata, non li avendo finiti, li chonsegni per noi a Pagholo Peruzzi, e abiamo schritto al detto Pagholo cho lle sopra dette chommessione. b) Lo stesso giorno la compagnia Strozzi prende nota delle sete consegnate a Lorenzo Barducci565: 564 ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, c. 291 r. 565 ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, c. 180 v. 350 350 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mdxxvi Lunedì, addì x di dicembre, dì 10 Drappi di nostra ragone mandati in Levante e chonsegnati questo dì a Lorenzo di Giovanni Barducci che lli venda per noi nel modo che per richordo in questo, 291, si dice, deon dare per l’infraschritti drappi, coè: N. 164 br. 17. 5. – d’altebaxo d’oro filato, rosso N. 163 br. 16.15. – d’altebaxo simile N. 188 br. 16. 5. – d’altebaxo simile In tutto in 3 tagli br. 50 ¼ fatti br. 50, stimati a buon chonto f. 4 ½ d’oro in oro braccio f. 225 br. 50 N. 269 br. 35. 10. – di velluto roxo brochato, stimato br. 35 a f. 4 braccio Sommono in tutto e sopra detti drappi a’ sopra detti pregi f. 140 br. 35 ----------------f. 365 c) A Costantinopoli Lorenzo Barducci si è dedicato alla vendita delle sete e nel 1528 si appresta a rientrare in patria dopo aver consegnato a Paolo Peruzzi alcuni drappi rimasti invenduti. A Firenze il 14 settembre 1528 Lorenzo Barducci compila per gli Strozzi un estratto-conto delle vendite effettuate a Pera. Il Serraglio ha acquistato un altobasso rosso molto costoso. Il documento termina con due riferimenti interessanti, quali la lunghezza del picco (equivalente a circa br. 1 1/8) e il valore, in quell’anno, dell’aspro (pari a circa s. 2 d. 6)566: Mdxxviii A dì 14 di settembre Aprexo fia nota d’un chonto aùto questo dì da Lorenzo di Giovanni Barducci di Levante. A dì 14 di settembre Aprexo si darà chonto a voi, Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, per me, Lorenzo Barducci, di più drappi finiti per vostro chonto chome a piè si dirà e prima: Al Serraglo della Porta, a dì 28 d’aprile, picchi 12 d’altebaxo roxo per aspri 400 el piccho, montò tutto aspri 4800, sbattesi aspri 48 per spese straordinarie fatte per vendere detta vesta, resta aspri 4752 A Raffaello Gnoli, a dì 18 di maggo, picchi 14 d’altebaxo roxo per aspri 400 picco aspri 5600 A Elie Baciacho, ebreo, a dì 29 di detto, picchi 15 d’altebaxo roxo per aspri 380 picco, monta tutto aspri 5700, abattesi aspri 20, che tanti mi taglò di tutta la somma aspri 5680 ---------------aspri 16032 566 ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, c. 295 v. 351 351 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A Pagholo Peruzzi si chonsegnò per vostro ordine br. 35 ½ di velluto roxo chon andari d’oro e più picchi 2 5/8 d’altebaxo roxo. Aprexo sarà nota delle spese fatte a detti drappi e prima: Per chonduttura da Pesero in Pera, in tutto tocha a detti drappi Per travasare dal chomerchio in chasa e beveraggi a’ chapigi del chomerchio Per comerchio di Pera a 5 per cento, in tutto, montano Per senseria et mexetteria, coè a 2 per cento senseria e uno mexetteria Per chonsolago al balio a uno per cento Per chotimo a ½ per 100 Per istallago di maghazino a ½ per cento Per paxi di barcha e stiavo d’argento a 2 per mille Per mia provisione a 2 per cento Somma le spese, chome si vede aspri 750 aspri 3 aspri 1254 aspri 481 aspri 251 aspri 12 aspri 80 aspri 32 aspri 321 --------------aspri 3184 Abattesi anchora aspri 315 per provisione e porto di duc. 228 rechò, Entrata, in questo, 203, per provisione 2 per cento e chonduttura ½ per cento Sono duc. 228.1.9 d’oro Resta detto ritratto aspri 12533 aspri 3184 aspri 315 --------------aspri 12533 Lorenzo Barducci in Firenze ... Uno picchio è circha braccia 1 1/8 Uno aspro vale circha s. 2 d. 6 d) Passano alcuni anni. A Costantinopoli Paolo Peruzzi ha venduto le sete e invia agli Strozzi un estratto-conto di netto ricavo. Il 2 marzo il documento è a Firenze e gli Strozzi lo copiano in un loro libro contabile567: Mdxxxi Addì 28 di marzo Richordo questo dì chome Pagholo di Giovanni Peruzzi che, à venduto certi drappi in Pera che lie ne lascò per nostro ordine Lorenzo Barducci, chome si vede a Libro, 155: br. 35 ½ di velluto roxo a andari, furno picchi 30 a aspri 300 el picchio, monta aspri aspri 9000 picchi 2 5/8 d’altebaxo che se lo chontò a sé per aspri 260 piccho, che per essere uno schampolo ce ne chontentiamo aspri 683 --------------aspri 9683 567 ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, c. 250 v. 352 352 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Apresso le spese: Per le spese di porta 13 1/3 per cento che furno straordinarii rispetto a l’exersi molli in Soffia montono aspri 1200 Per l’ostallaggo di Pera ½ per cento Per sua provisione a 2 per cento, coè la vendita Per sua provisione del rimessoci per Sonmai E aspri 7800 ci rimisse per lui e Sonmai in un ghruppo di f. 139 1/2, a Libro, 155 Resta a dare detto Pagholo Peruzzi aspri 302 d’achordo secho, che sono f. 5 lb. 2.15.– Ànne dati, addì detto, f. cinque s. vii d. x d’oro, rechò chontanti, per resto di questo chonto, a Entrata da drappi, in questo, 228 f. 5. 7. 10 aspri 1200 aspri 45 aspri 180 aspri 156 --------------aspri 1581 aspri 7800 --------------aspri 9381 aspri 302 Doc. 145 A una data imprecisata il setaiolo fiorentino Cristofano Rinieri aveva spedito due pezze di velluto nero a Paolo Corsini, attivo a Pera. Nel febbraio 1527 Corsini le ha cedute a un mercante ebreo a Bursa e ora, completata l’operazione, invia un estratto-conto di netto ricavo a Cristofano Rinieri. Presentiamo la trascrizione completa di questo documento, redatto a Bursa568: [aprile] 1527 Chopia d’un chonto aùto da Pagholo Chorsini di Pera di dua pezze di velluti mandatogli di mio chonto. Apresso chonto a voy, Cristofano Rinieri, della fine e spese fatte per me, Pagholo Chorsini, a pezze dua di vostri velluti neri ricievuti per Framcesco Rinucini più fa, in una chassa di N. 1 di più drappi di Rinaldo Chorsini e compagni e finiti chome apresso e prima: A dì vi di febraio 1526 a Isache Toledano, ebreo di Bursia, in magior sonma, pichi 59 ½ di velluti neri in dua tagli per aspri 115 picho, per avere in pagamento riobarbero e parte danari chontanti per tenpo di mesi 3 e di poi paghati in uno, mezano Chanpo, ebreo, e chonsegnatoli detti veluti per noy Ulivieri Bartoli in Bursia sino di febraio 1525, monta aspri 6842 Apresso le spese e prima: Per chonduttura d’Anchona in Andrinopoli a Francesco Rinucini a ragione di aspri 1600 per chassa che per libre 24 1/2 pesano e vostri Per stalaggio e spacio d’Andrinopoli Per aghuglio d’Andrinopoli in Pera aspri aspri aspri 232 2 12 568 ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 220, Ricordanze di Cristofano Rinieri, c. 42 v. 353 353 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Per passo di chanale e achompagnatura al chomerchio di Pera, beveraggio a’ chapigi per trarli di chomerchio e porto a chasa Per chomerchio di Pera a 5 per cento Per senseria e messetteria a 3 per cento del finito per tenpo e uno per cento del finito in baratto, tocha Per chonsolato e chottimo di nostra natione a uno per cento e uno ½ per mille Per stallaggio a la chasa ½ per cento Per passi di barche e perdite di false monete a 6 per 1000 per aspri 4300 Per mia provisione a 2 per cento de la fine Sonma le spese aspri aspri 2 342 aspri 154 aspri aspri 78 34 aspri 26 aspri 136 --------------aspri 1018 --------------- Resta di ritratto netto, abatute le spese, chome si vede, aspri 5824 e di tanti v’abiamo chreditore aspri 1018 aspri 5824 Pagholo Chorsini in Bursia Doc. 146 La compagnia di Mazzingo Mazzinghi, battilori, ha consegnato 81 braccia di velluto altobasso a Bernardo de’ Bardi, che nel 1527 era in procinto di partire per il Levante. A Costantinopoli le sete sono passate nelle mani di Tommaso di Aiolfo, che nel 1528 le ha in gran parte vendute alla Porta a un prezzo elevatissimo (450 aspri per picco). I libri contabili della compagnia Mazzinghi sono andati perduti ma una traccia dell’operazione è rimasta nelle carte di Bernardo de’ Bardi569: [1529] Tomaso d’Aiolfo di Pera deono dare, a dì 28 di gugnio 1529, aspri trentunmila novecento otto, sono per la monta di braccia 81 soldi 17 di veluti altebasi rosi d’oro, finitoci alla Porta per insino a dì 16 d’agosto pasato 1528, in soma di più altri drapi, che tutti facemo andasi [. . .] e questi furno e tornorno pichi 70. 18. 1 a pagamento per aspri 450 picho in vi veste e in tutto la soma si misurò ne rimase 3 veste di br. 44 ¼ che ce ne tocha per questo chonto a ripigliare indrieto br. 5. 18 soldi, e quali sono nelle mani di Francesco da Magniale, e quali drapi sono di chonto di Mazingo Mazingi e compagni, batilori, chome in Giornale, c. 31, avere drapi di detto chonto, in questo, c. 37 duc. – ... 569 aspri 31908 ASF, Venturi Ginori Lisci, 454, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 47 s. Una ricostruzione di questo viaggio, che conivolse anche altre merci, in A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., pp. 990, 1002. 354 354 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 147 Come i Mazzinghi (Doc. 146), anche Carlo Capponi e Simone Guadagni, battilori, si sono appoggiati a Bernardo de’ Bardi per vendere a Costantinopoli due velluti molto costosi. a) Il solito Tommaso di Aiolfo li ha ceduti a prezzi molto alti e Bernardo de’ Bardi registra il credito nei suoi confronti570: [1529] Tomaso d’Aiolfo di Pera deono dare, a dì 28 di gugnio 1529 . . . ... E deon dare, a dì detto, aspri quindicimila cinquecento tredici, sono per la monta di br. 27. 1 soldo di veluti d’oro altebasi rosi, furno picchi 23. 8. 7 in 2 veste per aspri 450 picho e br. 14. 2. 6 d’altebaso alesandrino d’oro, fu picchi 12 1/8 per aspri 410 picho, finì per noi chome in Giornale, c. 31, e quali drapi sono di chonto Charllo Chaponi e Simone Guadagni e compagni, batilori, avere, in questo, c. 16 duc. – ... aspri 15513 b) La contropartita precisa che il compratore è la Porta571: Drapi di chonto di Charllo Chaponi e Simone Guadagni e compagni, battilori, deono avere . . . ... E, a dì 28 di gugnio 1529, aspri xv mila dxiii, sono per la monta di br. 27 soldi 1 di velutti rosi d’oro altebasi, furno picchi 23. 8. 7 per aspri 450 picho e br. 14. 2. 6 di veluto altebaso d’oro alesandrino, fu picchi 12 1/8 per aspri 410 picho, venduti a la Porta, chome in Giornale, c. 31, per mano di meser Tomaso d’Aiolfo, dare, in questo, 47 duc. – ... aspri 15513 Doc. 148 La compagnia di battilori di Lorenzo e Filippo Strozzi, che già in passato aveva inviato sete in Levante (Doc. 144), stipula un contratto particolare con Tommaso Scarlatti, in partenza per Costantinopoli. Un raso d’oro viene tagliato in due: una metà è venduta a Tommaso Scarlatti, l’altra metà passa pur sempre nelle mani dello Scarlatti, ma in achomandita. a) Gli Strozzi riportano in un loro libro contabile il contratto, che termina con la sottoscrizione dello Scarlatti572: 570 ASF, Venturi Ginori Lisci, 454, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 47 s. ASF, Venturi Ginori Lisci, 454, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 16 d. 572 ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, c. 215 r. 571 355 355 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [1529] Addì 27 di luglo d’oro A Tommaso di Nicholò Scharlatti l’infraschritto drappo, el quale la metà per non diviso li vendiamo per tempo dell’anno e di poi ¼ l’altra metà li diamo in achomandita che la finischa per noi e diecene chonto, della quale li diàno libera chommessione: br. trentaquattro iii/iiii del paghamento di raso paghonazzo a poste e andari d’oro e di seta per f. ii s. ii d’oro in oro braccio, che la metà, che è br. 17 3/8, a detto prego monta f. 36. 9. 9 br. 17 3/8 Mezano Giovanni Buonori, chonsegnato al detto Tommaso e in fede di quanto è detto si soscriverà di sua propria mano. Io, Tomaso di Niccolò Scharlatti, afermo a quanto di sopra è detto e prometto pagare e ducati 36. 9. 9. Per fede del vero ò fatto questi versi di mia mano, questo dì sopra detto, in Firenze. b) Nello stesso codice gli Strozzi registrano il debito di Tommaso Scarlatti573: Mdxxviiii A dì 27 di luglo Drappi in achomandita di Tommaso di Nicholò Scharlatti in Pera deon dare per l’infraschritto drappo datoli nel modo che nel fine de la facc[i]a di là si vede, a finire per noi chon libera chonmexione. La metà per non divisa di br. 34 ¾ a paghamento di raso paghonazzo a poste e andari d’oro e di seta, che l’altra metà è finita al detto Tommaso, che è br. 17 3/8, stimato f. 2 s. 2 braccio, monta f. 36. 9. 7 br. 17 3/8 c) Tommaso Scarlatti ha venduto la seta in achomandita e il 12 novembre 1530 scrive una lettera agli Strozzi, che il 27 gennaio 1531 la copiano nel loro libro contabile. L’operazione termina con un utile per gli Strozzi di fiorini 11574: A dì 27 di gennaio [1531] Nota chome questo dì s’è aùta una lettera da Tonmaso Scharlatti di Pera de 12 di novembre e mostrono averci mandato un chonto d’una pezza di beneche mandatoli più fa, in questo, 215, per non diviso, el quale chonto non è mai chomparito ma in tale lettera dice la sustanzia chome a ppiè: El ritratto netto di detto drappo a chomune fu aspri 5398 A noi ne attiene la metà aspri 2699 Mandornoci per Antonio Cachi, in questo, 224, f. 16 aspri 896 Ànno mandatoci per Francesco da Magnale, che questo dì non sono anchora chomparsi, duc. 21 d’oro, aspri 56 per fiorino aspri 1176 --------------aspri 2072 573 ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, c. 215 v. 574 ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, c. 304 v. 356 356 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Restano a risquotere aspri 627 che li avevono in tal dì chome rischoxi, d’uno taglo per nostra rata, e debitore a Libro, 195, di E la vendita è aspri 2699, che sono Quando si rischoterà tutto, si ghuadagnerà f. 37. 2. – f. 48. 2. – -------------f. 11. –. – Doc. 149 Dopo la spedizione del marzo 1525 (Doc. 138), la compagnia di Giuliano Capponi, battilori, invia nel 1529-30 ad Antonio Gerini, a Costantinopoli, sei rasi d’oro. a) Il ricordo delle sete spedite 575: Mdxxviiii Drappi d’oro e di seta di nostro chonto mandati in Levante a Antonio Gerini deono dare, addì xxiii di luglio, f. 140 s. 10 d’oro sono per 6 tagli di br. 80 9/10 di rasi chon oro chiamati benechi, ragonati a duc. 1 ¾ d’oro il braccio a danari chontanti, al detto, per finirli per nostro chonto, e quali si li sono mandati in 2 volte chon panni di Giovanni Gerini, chome appare al Giornale, a c. 28, in questo, drappi, avere, a c. 10 f. 140 s. 10 d. – ... b) A Costantinopoli Antonio Gerini vende i rasi d’oro e informa i Capponi, che ne prendono nota nei loro libri contabili576: Drappi di chontro deono avere . . . ... E, addì 6 di febraio 1530 [=31], f. 237.19.3 d’oro larghi sono per valuta d’aspri 13326 ci fa buoni Antonio Gerini per ritratto netto d’aspri 16900 montò la vendita di 6 veste di rasi d’oro per pichi 70 ¾ finiti e datone chonto socto dì 14 d’ottobre paxato, chome apare al Giornale, c. 214, in questo, dare, e si ragionano a aspri 56 per ducato in moneta, 58 f. 237 s. 19 d. 3 c) I Capponi determinano il risultato finale, che è molto positivo577: Drappi d’oro e di seta di nostro chonto mandati in Levante a Antonio Gerini deono dare . . . ... E, addì 6 di febraio [1531], f. 97.9.3 d’oro, factone creditore Avanzi, in questo, 34 f. 97 s. 9 d. 3 575 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 32 s. 576 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 32 d. 577 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 32 s. 357 357 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 150 Nel 1524 la compagnia di Gherardo Bartolini, battilori, ha esportato nel mercato ottomano velluti, rasi e altobassi (Docc. 133-135). Negli anni a seguire le spedizioni non si sono interrotte, come dimostra, ad esempio, lo stesso Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, che per due volte nel 1525 menziona drappi dei Bartolini assicurati nel tratto Ancona-Costantinopoli (Doc. 136 b, d). Dopo le dettagliate partenze di drappi del 1524, le fonti diventano discontinue e le sete destinate al Levante non sono più elencate con precisione. I libri contabili dei Bartolini menzionano a volte spedizioni di casse, ma non ne descrivono il contenuto. La documentazione diventa invece ricca e dettagliata quando si passa ad esaminare i resoconti delle vendite. Da Pera i corrispondenti hanno inviato a Firenze estratti-conto molto accurati, che i Bartolini hanno poi copiato nei loro libri. La mancanza di dati relativi alle spedizioni di drappi e, di contro, la ricchezza di notizie relative alle vendite ci hanno portato a trascrivere integralmente i resoconti redatti a Pera dai corrispondenti, come vedremo (Docc. 151-159, 162-163). Si tratta di documenti nei quali si susseguono mercanti di varia nazionalità, che professano religioni diverse, i cui nomi sono stati storpiati due volte, prima a Costantinopoli e poi a Firenze. A partire dal 1529 un copialettere della compagnia di battilori di Gherardo Bartolini contiene riferimenti alle ultime esportazioni di sete e all’operato di Giovanni Vernacci, il corrispondente che a Pera cura le vendite. a) Il 20 maggio 1529 i Bartolini, da Firenze, scrivono a Vernacci: lo invitano a sollecitare il pagamento da parte della Porta (che evidentemente ha già acquistato drappi) e lo spingono a vendere la teletta d’oro578: [20 maggio 1529] ... Per altra vostra s’intende come per anchora non avete tratto el resto de’ danari della Porta, che assai ci maravigliàno. Richordavisi il solicitare d’avergli benché pensiamo innanzi all’aùta di questa gli arete tratti e per il primo ce gli rimeterete con altra somma, che a Dio piacci sia grossa partita. Del cianbelocto e della teletta d’oro tirato s’intende chome per anchora non n’avete trovato da farne partito e dite che tale draperie non sono a proposito per costì. Chome per altra vi s’è detto, non vi se ne manderà più e di cotesti vedrete chavarcene quanto prima sia possibile e non potendo finire detti drapi per danari o tenpo, gli baraterete a qualche merchanzia a proposito per di qua che pensiate se ne vengha in su danari con più presenza e con qualche profito, e avisate. ... b) Dopo soli dieci giorni i Bartolini scrivono di nuovo a Giovanni Vernacci. La lettera contiene fra l’altro un dato interessante. I Bartolini ricordano di aver già inviato molti drappi e ora attendono un resoconto preciso delle vendite, cassa per cassa. A Firenze le casse non sono ben documentate ma, come vedremo, furono molte. I Bartolini infine aggiungono di non disporre, in quel momento, di altre sete579: 578 579 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 11 r. e v. Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 22 v. 358 358 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [30 agosto 1529] ... Aremo charo intendere abiate di poi dato fine alle veste xiiii di drappi eri in praticha di dare via e se n’atende el xeguito avendo aferrato ci sarà charo e l’arete detto per le prime vostre e rimesoci quel tanto di nostro vi sarà avanzato. Che Iddio di buono mandi. Vorremo che quanto prima potete ci dessi chonto del finito di tutti e drappi che non avete dato e llo facessi di per sé, cassa per cassa, e darci nota di tutti e drappi vi restano, perché desideriamo vederne ongni conto. Però non manchate di farlo per le prime. E drappi ci trovavamo qui, ne trovamo conperatori e si dettono via e per ora non ci troviamo di fatti. Andrassi pensando farne qualche vesta e per le prime charovane vi si manderanno . . . Doc. 151 A Costantinopoli Giovanni Vernacci si è dedicato alla vendita delle sete dei Bartolini e nel 1529 comunica loro di aver fornito un broccato rosso d’oro a bastone a un cliente a dir poco prestigioso quale il giovane Solimano580: Mdxxviiii Chopia di uno chonto e spese aùto da Giovanni Vernaci di Pera di uno nostro brochato rimastogli della chassa di N. 6, e prima: E, addì 17 di novenbre 1528, s’è finito a Tomaso d’Aiolfo alla Porta Suliman en Ghostantinopoli picchi trentasecte iii/v di brochato rosso d’oro a bastone, ch’è la peza detta di braca xlii 2/3, per aspri dugentosectantocto e 18/19 el picco necti d’ogni ispesa ordinaria e strasordinaria di Porta, monta aspri 10432 Apresso spese e prima: Per sistaligio (sic) di Pera a 1/ii per cento, monta Per perdita di monete e passi di barcha a vi per mille Per nostra provisione a ii per cento, monta aspri 52 aspri 63 aspri 208 ---------------- Somma le spese Monta la fine della sopra decta peza di brochato 10432 e le spese montono aspri 323, che dell’altre spese ci valemmo nel conto della chassa di N. 6 e, difalchati decti aspri 323, resta e ritratto necto aspri 10109 e di tanto v’abiàno creditori. Provedete il chonto e, stando a dovere, di chosì l’aconcate aspri 323 aspri 10109 Doc. 152 Da Costantinopoli Giovanni Vernacci trasmette ai Bartolini l’estratto-conto di netto ricavo della vendita dei velluti contenuti nella cassa N. 9581: 580 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 5 v. Lo stesso giorno 17 novembre Vernacci registra, in un altro estratto-conto (Doc. 154) una vendita simile, che determina un ricavo appena inferiore: aspri 9623. 581 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 5 v. 359 359 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI [1529] Chopia di uno chonto e spese aùto di Giovanni Vernaci della fine di picchi xxiii di velluto bigo restatogli in essere della chassa di N. viiii e prima: E, addì viii d’aghosto a Mansore agimon picchi xx di velluto bigo per aspri 96 il picco, monta aspri 1920 Apresso spese e prima: Per senseria di decto drapo a ii per cento, monta Per messetteria del Signore a uno per cento Per chonsolagio, chotimo spesi a Giovanni Locti a uno per cento di consolagio e ½ per mille di chotimo che nel conto de la cas[s]a non si prese, monta Per sistilago (sic) di Pera a 1/ii per cento Per perdita di monete, spese e barche a vi per mille Per nostra provisione a ii per cento Somma Monta la fine netta di spese aspri aspri 38 19 aspri 20 aspri 9 aspri 12 aspri 38 --------------aspri 136 aspri 1784 Doc. 153 Giovanni Vernacci spedisce ai Bartolini l’estratto-conto di netto ricavo della vendita dei drappi – velluti, rasi e altobassi d’oro – imballati nella cassa N. 11582: Mdxxviiii N. 11 Chopia di uno conto e spese aùto di Giovanni Vernacci di Pera della fine di una chassa di drapi mandatagli più fa di N. xi, e prima: E, addì vi di febraio 1526, picchi xi ½ di velluto rosso di lacha per aspri 130 il picco, monta aspri E, addì detto, in duc. 17 d’oro per aspri 56 l’uno, picchi 9 di velluto nero istieto, finito per aspri 107 el picco, monta aspri E, addì v d’aprile 1527, picchi viii 1/8 di detto velluto nero per aspri E, addì 29 di genaio, in duc. vi d’oro per aspri 56 l’uno, picchi 4 ¼ di detto velluto nero, restò di decta peza, per aspri cento il picco aspri E, addì vi di febraio 1526, picchi cinque di velluto nero stietto finito per aspri 107 el picco aspri E, addì 30 di marzo 1527, picchi iiii di detto velluto nero per aspri centodieci il picco aspri E, addì x d’aprile, picchi iiii di detto velluto nero per aspri centodi[e]ci il picco aspri E, addì 18 d’otobre, in duc. 28 d’oro per aspri 56 l’uno, picchi xv iii/viii di detto velluto nero finito per aspri 103 il picco aspri E, addì 28 di genaio, picchi uno scharso di detto velluto a uno amicho aspri 582 nostra 1495 963 1351 425 535 440 440 1584 95 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 7 v., 8 r. e v. 360 360 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) E, addì 8 di febraio 1526, picchi xii di raso rosso di chermisi per aspri cento E, addì 22 detto, raso di chermisi aspri cvii il picco, monta E, addì 20 di marzo, picchi vi di detto raso rosso per aspri 105 il picco E, addì vii di magio 1527, picchi xi di detto raso roso per aspri 105 E, addì 17 di novenbre 1528, picchi 6 di detto raso roso, picchi sei di detto raso rosso di chermisi per aspri cii picco, monta E, addì 18 detto, picchi iiii 7/8 iscarsa di detto raso per aspri 94 il picco E, addì 22 di marzo 1526, in ducati d’oro i[n] magior somma picchi xii ¼ di velluto nero altebasso d’oro beneche per aspri 315 il picco, monta E, addì 20 di novenbre 1528, picchi 1 ¼ di detto velluto nero di detta pezza, contoci per aspri 300 E, addì 22 di marzo 1526, picchi xii ¼ di velluto d’oro beneche per aspri ccl il picco, monta E, addì v d’otobre, picchi 1/ii di detto velluto per aspri 115, monta E, addì x d’aprile 1527, in duc. 48 a Spina per 52 ½ l’uno, monta E, addì 16 d’aprile 1527, chontanti in duc. 60 d’oro a Spina ischarssa per aspri 52 ½ l’uno et picchi xii 5/8 di velluto nero di beneche per aspri 250 E, addì vii di mago 1527, picchi cinque ½ di velluto nero istietto per aspri cx picco, monta E, addì xiiii di febraio, picchi iiii 1/8 di detto velluto nero per E, addì detto, chontanti in duc. xxv d’oro per aspri 56 l’uno, picchi xv 1/iiii di detto velluto nero per aspri cento il picco, monta E, addì viii di magio 1527, chontanti in duc. 36 d’oro per aspri 53 l’uno e picchi x di raso alionato per aspri 195 el picco E, addì 2 di dicenbre, in duc. sei d’oro per aspri 56 l’uno e picchi 2 3/16 di detto raso alionato per aspri 390 picco, monta E, addì 4 di novenbre 1527, chontanti in duc. 66 d’oro per aspri 56 1’uno e picchi xii d’altebasso nero d’oro beneche, per aspri 310 il picco E, addì 27 di giugno, a danari chontanti, in duc. 3 d’oro per aspri 56 l’uno e picchi ¾ di detto altebasso d’oro per 195 picco, monta E, addì 28 di novenbre 1527, chontanti in duc. 36 d’oro per aspri 56 l’uno e picchi x di raso tanè d’oro beneche per aspri 205 el picco, monta E, addì xx di novenbre 1528, picchi 2 3/8 di raso tanè finito per aspri 356 E, addì 28 di novenbre 1527, chontanti, in duc. 36 d’oro per aspri 56 l’uno e aspri583 x di raso verde gallo per aspri 205 el picco, monta E, addì 30 di novenbre, in duc. 3 d’oro per aspri 56 l’uno, picco uno di detto raso verde giallo per aspri 195 el picho, monta E, addì 20 di novenbre, picchi 7/8 di detto raso verde giallo per aspri E, addì 29 di febraio 1527, a Tomaso d’Aiolfo in magiore soma, picchi xii ¾ di velluto nero beneche per aspri 227 ½ picco, netti d’ogni spesa, monta E, addì 17 di novenbre 1528, a Tomaso d’Aiolfo picchi 72 ¼ di brochato rosso d’oro a bastone in duo peze per aspri 278 18/19 il picco, netti d’ogni spesa, monta Monta la fine 583 aspri aspri aspri aspri 1200 1284 630 1155 aspri aspri 612 458 aspri 3858 aspri 300 aspri aspri aspri 3062 115 2520 aspri 3156 aspri aspri 605 437 aspri 1525 aspri 1950 aspri 390 aspri 3720 aspri 195 aspri aspri 2050 356 aspri 2050 aspri aspri 195 131 aspri 2900 aspri 20153 ---------------aspri 62336 Così il ms., ma si legga picchi. 361 361 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Apresso ispese: Per condutura di detta chassa di drapi d’Anchona in Adrinopoli, aspri Per istilagio e spacio d’Andrinopoli, aspri Per erghucho (sic) d’Andrinopoli in Pera Per comerchio di Pera a [. . .] per cento della sopra detta fine Per comerchio di Pera a v per cento della sopra detta fine Per senseria a duo per cento del finito per aspri 39282 e non si piglia velluto d’oro finito aspri 32901 in tutto Per me[se]tteria del Signore a uno per cento de’ subdetti aspri 39282, monta Per consolagio, chotimo a Giovanni Lotti a ½ per cento di chonsolagio e ½ per mille di chotimo, monta Per istalagio di Pera a ½ per cento di detta fine Per perdita di monete e passi di barche a vi per mille Per tanti a lo scrivano del chapitano per risquotere li aspri 1495, la valuta del velluto rosso Per nostra provisione a ii per cento di detta fine Somma le spese Monta la fine de’ sudetti drapi, come si vede aspri aspri aspri aspri aspri 1700 12 57 23 3116 aspri 786 aspri 393 aspri aspri aspri 654 311 374 aspri 9 aspri 1246 ---------------aspri 8681 aspri 53655 Doc. 154 Il 24 luglio 1529 Giovanni Vernacci redige l’estratto-conto di netto ricavo delle sete contenute nella cassa N. 13 – velluti, rasi, altobassi d’oro e broccati d’oro a bastone – e lo spedisce ai Bartolini (i quali lo copiano nel proprio libro nel 1530). Tra i vari acquirenti domina la Porta, che ha comperato velluti, broccati e altobassi costosissimi584: [1530] N. 13 Copia d’uno chonto aùto di Pera di Giovanni Vernacci d’una cassa di drappi di N. xiii. Apresso vi si darà chonto della fine e spese ochorse e fatte alquanti vostri drappi di seta e d’oro riceuti più fa in una cassa di N. 13 a condotta di Bernardo Ischarlatti e prima: A dì xxi di magio 1527, danari contanti, in duc. 87 sultanini per aspri 57 l’uno, picchi 68 di velluti neri istietti per aspri 102 il picco, che sono le pezza di br. 41 ¼, br. 36 ½, picchi 24 ½ di veluto rosso per aspri 225 el picco, che br. 28 finimo tutto a Ghaggi Mustafà, moro, per detti prezzi aspri 9998 A dì xxvi di giugno, a danari contanti in duc. 14 sultanini per aspri 57 l’uno picchi 20 di raso limone della pezza di br. 28 ½ finito a uno amicho del chasindino bascià del Signore, per aspri 68 el picco aspri 1360 A dì 31 di dicembre 1527, a danari contanti, picchi 5 di detto raso limone, finito aspri 300 in bisestano per aspri 60 el picco 584 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 57 r. e v., 58 r. 362 362 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) A dì 18 d’ottobre 1527, a danari contanti, in ducati di peso per aspri 56 l’uno, picchi 63 ¼ di veluti neri et pichi 35 5/8, sono la pezza di br. 40 ½ e picchi 27 5/8 pezza di br. 31 ½ finiti a Chasia cialabi per aspri 103 el picco, in maggior somma d’altri nostri A dì xvi di novenbre 1527, a danari contanti, in duc. 36 di peso per aspri 56 l’uno, picchi x di raso rosso d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 26 7/8 finiti al figliolo del begierabei per aspri 205 el picco, monta A dì xxv di gennaio 1527, a danari contanti, in duc. 30 per aspri 56 l’uno, picchi 9 di detto raso rosso d’oro beneche, finito a uno amicho talismanno per aspri 205 el picco, monta A dì 14 di luglio 1528, a danari contanti, in duc. x di peso per aspri 56 l’uno per aspri (sic) picchi 3 1/8 di detto rasso d’oro beneche, finito a uno amicho A dì 16 di giugno 1529, a danari contanti, picchi 1 3/8 di detto raso d’oro beneche, resta di detta pezza, finito a uno amicho in bistestano, per A dì 3 di dicembre 1527, a danari contanti, in duc. 13 di peso per aspri 56 l’uno, picchi 11 di raso nero stietto ch’è la pezza di br. 43 ½, finito a uno amicho in bistestano per aspri 70 el picco A dì x di dicenbre 1527, a danari contanti, in duc. 12 per aspri 56 l’uno, picchi x di detto raso nero, finimo a uno amicho per aspri 70 el picco, monta A dì 20 d’aprile 1528, a danari contanti, in duc. 13 per aspri 56 l’uno, picchi xi di detto raso nero, finito a uno amicho in bisestano per aspri 70 A dì xxv di magio, a danari contanti, in duc. 7 per aspri 56 l’uno, picchi 6 ¼ di detto raso nero resta di detta pezza, finimo a uno amicho in bisestano A dì 29 di febraio 1527 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo a Horsino, bascià, picchi 13 ¼ di velluto nero d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 15 1/3 per aspri 227 ½ picco netto d’ongni spesa A dì 20 d’aprile 1528 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 12 ½ di veluto nero d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 14 5/8 per aspri 250 el picco, monta A dì 17 di novenbre 1528 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 34 ½ di brochato rosso d’oro a bastone chol pelo alto e basso, ch’è la pezza di br. 39 ¼ per aspri 278 17/19 el picco netti di spesa ordinaria e straordinaria e ne tochava finito per aspri 280 e per la perdita d’aspri 1003 di br. 67 7/8, resta di tutti la somma di brochati, che detto Tommaso finì alla Porta e poi finì dette br. 67 7/8 e ne perde detti aspri 1003, che tocha aspri 1 1/19 per picco di tutta la somma che, difalchatolo di aspri 280, resta aspri 278 18/19 picco A dì xxi d’aprile 1529, ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 37. 18. 7 d’altebassi rossi d’oro richi, che sono in 3 pezze, ch’è br. 14 ½, 14 5/8, 14 5/8 che tornano picchi 37. 18. 7 per aspri 450 picco, in magior soma585 A dì detto, ci dà finito dettoTommaso d’Aiolfo a detta Porta in Ghostantinopoli picchi 12 9/10 di velluto tanè d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 14 2/3 per aspri 280 el picco, monta aspri 6514 aspri 2050 aspri 1845 aspri 593 aspri 220 aspri 770 aspri 700 aspri 770 aspri 406 aspri 3014 aspri 3125 aspri 9623 aspri 17068 aspri 3612 585 Questa registrazione si ripete, senza varianti, in un successivo estratto-conto redatto il 1° settembre 1529 (Doc. 156 a). 363 363 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A dì viiii di gungno 1529 a Iusefe Charon, cianbelotiere in Ghonstantinopoli, picchi 12 ¼ di raso alessandrino d’oro, venduti in somma di drapi per valuta di aspri 45480 per aspri 220 picco a darci aspri 34480 fra 15 giorni e aspri xi mila in Esefe Charon a pagamento aspri 1000 la settimana Monta la fine aspri 2572 --------------aspri –586 Apresso le spese: Per chondutura di detta cassa d’Anchona in Andrinopoli paghamo a Bernardo Ischarletti aspri 1840 Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli a Matteo Manini Per eginalto (sic) d’Andrinopoli in Pera Per trargli di chomercio di Pera a più olafagi e chapigi del chomercio sino condotta in chasa Per chomercio di Pera a 5 per cento de la sudetta fine Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per le spese ordinarie e straordinarie di drapi finiti alla Porta di questo Signore in in Ghostantinopoli, coè aspri 387 per le spese de picchi 12 9/10 di velluti d’oro beneche che ne dà aspri 30 del picco e aspri 1897 per e pichi 37. 18. 7 d’altebassi d’oro a aspri L el picco di spese e aspri 281 pe lli picchi 12 ½ di velluto nero d’oro, finiti per aspri 3125 a 9 per cento, in tutto soma Per senseria di drapi finiti fuora di Porta in 13 partite per aspri 28098, che non si piglia di picchi 19 ¼ di velluto nero ci dà finito Tommaso d’Aiolfo a Chasia, bascià, netto di senseria a 2 per cento Per meseteria del Signore a uno per cento del finito, tutto fuora di Porta Per chonsolagio, chotemo e chiesa a Giovanni Lotti, al passato nostro grillo (sic)587, a uno per cento di consolato e ½ per mille di chotemo di tutta la fine Per istalagio di Pera a ½ per cento di detta fine Per perdita di monete e passi di barche a vi per mille Per nostra provisione a 2 per cento aspri aspri aspri 1840 12 52 aspri aspri 22 3227 aspri 2565 aspri aspri 562 311 aspri 677 aspri 322 aspri 387 aspri 1291 --------------- Somano le spese aspri 11268 Monta la fine di sopra detti drapi aspri 64540 e le spese aspri 11268 che, difalchato, resta el ritratto aspri 53272 e di tanti siate creditore in detto conto per quando riscosi. Cristo vi guardi aspri 53272 Giovanni Vernacci in Pera, a dì 24 di luglio 1529 586 587 In bianco. Presumibilmente, qui e nel seguito, il contabile dei Bartolini ha interpretato male la parola bailo. 364 364 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 155 In uno stesso giorno – 1° settembre 1529 – Giovanni Vernacci redige numerosi estratticonto di netto ricavo delle sete dei Bartolini. Il primo, che i Bartolini ricevono ormai nel 1530, riguarda i drappi – in prevalenza velluti e rasi – contenuti nella cassa N. 12. Vernacci segnala che parte delle pezze è danneggiata a causa di un incidente verificatosi durante la navigazione da Ancona a Ragusa. La Porta ha acquistato due velluti d’oro, uno dei quali giudicato ghuasto588: [1530] N. 12 Copia d’uno conto aùto da Giovanni Vernacci di Pera della cassa de’ drappi di N. 12. Apresso vi si darà chonto della fine e spese ochorse e fatte alquanti drappi di seta e d’oro riceuti più fa per Charlo Machiavelli in una chassa segnata di vostro segno e N. 12, e quali drappi si sono trovati male condizionati, mufati e ghuasti magore parte che si reputa per la disgrazia ebe in mare detto Charlo nel pasare d’Anchona a Raugia, de’ quali drappi cie ne troviamo in essere parte, che ne sarà nota a piè e delli finiti vi se ne darà chonto e prima: A dì xviii d’ottobre 1527, a danari contanti, picchi 69 3/8 di velluti neri stietti per aspri 91 il picco, ch’è la pezza di br. 48 1/8 e br. 30 7/8 e picchi 32 ½ di velluti rossi istietti per aspri 115 il picco, ch’è la pezza di br. 37 7/8 finiti tutti a Chascia calabi per e detti prezzi per essere mal condizionato Addì viii d’aghosto 1528, a danari contanti, picchi 24 7/8 di velluto rosso istietto, ch’è la pezza di br. 28 finiti a Rustano, agamo, per aspri cento il picco, ch’era ghuasto ma si passò in magior somma di vostri drappi A dì xxi d’aprile 1529, finimo alla Porta per le mane di Tommaso d’Aiolfo picchi 12 7/8 di veluto d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 14 ½ per aspri 280 il picco, che tanto ci dà finito detto Tommaso A dì xxvii detto, ci dà finito Tommaso d’Aiolfo a Machametto cialabi picchi 12 di teletta alessandrina d’oro, ch’è la pezza di br. 13 ¾ per aspri 300 picco A dì viii di gungno, a Jusefa Choin, cianbelotiere, picchi 11 ¾ di raso tanè d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 13 ½ per aspri 170 el picco, in somma di più vostri drapi a pagamento fra 15 giorni ¾ de’ danari e ’l resto da Iusefe Choin a pagamento alla giornata sopra di detto Iusefi, cianbelotiere, monta A dì xxvi d’aghosto ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore nelle circhustanzie di Sofia, picchi 12 di velluto tanè d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 14 5/8, per aspri 248 ½ el picco, el quale drapo era ghuasto Monta la fine de’ drappi della cassa N. 12, chome di là aspri 10050 aspri 2437 aspri 3556 aspri 3600 aspri 1997 aspri 3137 --------------aspri 24777 Apresso le spese e prima: Per chonduttura d’Anchona in Andrinopoli paghamo a Charlo Machiavelli a danari ne dette di spese, chome per il conto aùto da lui Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli Per aginelto (sic) d’Andrinopoli in Pera, chondotta in chomercio Per trarli di chomercio e condurli in casa 588 aspri aspri aspri aspri 1400 10 48 18 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 55 v., 56 r. e v. 365 365 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Per chomercio di Pera del finito a 5 per cento di aspri 24777 Per chomercio di Pera del resto de’ drappi in essere, coè picchi 12 di velluto nero d’oro beneche istimato aspri 190 picco e picchi 12 di raso fistichino d’oro beneche per aspri 175 picco e picchi 51 di rasi d’oro beneche per aspri 95 picco e picchi 54 di raso chermisi per aspri 55 picco per essere ghuasti, sono istimati detti pezzi che somano aspri 12195 a 5 per cento, monta Per senseria di drappi finiti fuora via in 4 partite per aspri 18084 a 2 per cento Per meseteria del Signore de’ sudetti drapi finiti Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per le dua veste di velluti d’oro beneche finiti alla Porta per spese ordinarie e straordinarie ne dà aspri 30 del picco de la vesta di picchi 12 7/8 che montano aspri 386 e per la vesta di picchi 12 5/8 tanè finita nelle circhustanzie di Sofia e per le spese ordinarie e straordinarie 15 per cento, montano aspri 470 in tutto Per chonsolagio, chotemo e ch[i]essa a Giovanni Lotti, al passato nostro baillo, a uno per cento di chonsolagio de’ drapi finiti 5 ½ per mille Per chonsolagio, chotemo e chiessa di drapi si truovono in essere valutati aspri 12195 chome nella stima del chomercio pezza per pezza si vede nella partita di là a uno per cento di chonsolagio e ½ per mille di chotemo monta Per istalagio di Pera del finito per aspri 24777 a ½ per cento monta Per perdita di monete e passi di barcha a vi per mille del finito per aspri 24777 Per fare dare l’aque o remetere le salde a picchi 125 di velluti istietti e a picchi 23 ¾ di rasi beneche d’oro aspri 2 ¼ el picco de rasi e aspri uno per picco de veluti Per tanti tocha a la vesta del velluto tanè d’oro beneche mandata a Sofia per finire alla Porta per ispaccio di Pera aspri 7 ¾ Per nostra provixione a 2 per cento del finito aspri 1239 aspri 610 aspri aspri 361 180 aspri 856 aspri 259 aspri aspri 128 124 aspri 147 aspri 177 aspri 7 aspri 495 --------------- Somano le spese aspri Monta la fine de’ drappi di sopra aspri ventiquatromila settecento settanzette e le spese del finito chon alquanti ne resta in essere montano aspri semilacinquantanove, coè aspri 6059 che che (sic), difalchatogli della fine, resta e ritratto netto aspri 18718 e di tanti v’abiamo chredittori e faciamo buoni in corrente per quando riscossi saranno. Provedete el chonto e, stando a dovere, di coxì l’aconciate e sendo da dire per ciaschuno errore per voi o per noi lo dite e si choregierà. E quanto a’ veluti stietti e le veste 2 de’ rasi d’oro beneche richi si fece dare le salde perché erano cominciate 6059 aspri 18718 br. 14 1/8 di velluto nero d’oro beneche, ghuasto, da chavarne poco br. 13 7/8 di raso verde giallo d’oro beneche, machiato br. 30 ½ di raso alessandrino d’oro beneche penero, ghuasto br. 28 ¼ di raso rosso d’oro beneche penero, machiato br. 62 ¾ di raxo rosso di chermisi istietto, ghuasto, da trarne poco Giovani Vernacci in Pera, a dì primo di settembre 1529 366 366 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 156 La vendita dei rasi, velluti, broccati e altobassi d’oro dei Bartolini contenuti nella cassa N. 14 si protrae nel tempo. a) Il primo settembre 1529 Vernacci compila un estratto-conto di netto ricavo relativo alla quasi totalità dei drappi. Una piccola parte rimane invenduta. Tra i vari acquirenti figurano il Serraglio del Signore e il Serraglio vecchio, che hanno comperato rasi rossi e gialli589: 1530 N. 14 Copia d’uno conto aùto da Giovanni Vernacci d’una cassa di N. 14. Apresso vi si darà conto della fine e spese ochorse e fatte a più vostri drappi di seta e d’oro riceuti più fa per Antonio Manini ’n una cassa di N. 14 per via della Velona, e prima: A dì xxx di dicembre 1527, a danari contanti, picchi 12 di raso rosso di chermisi della pezza di br. 66 1/4, finiti al Serralto del Signore, per aspri 105 picco aspri 1260 A dì xiiii di gennaio, a danari contanti, in duc. 7 sultanini per aspri 57 l’uno, picchi xi di detto raso finito a detto Serralto, a detto pregio aspri 1155 A dì vii detto, a danari contanti, picchi xv di detto raso finito a uno amicho di bisestano per aspri 105 el picco, monta aspri 1575 A dì 20 detto, a danari contanti, picchi x di detto raso finito a uno amicho in bisestano per aspri 105 el picco aspri 1050 A dì vi di febraio, a danari contanti, picchi x di detto raso finito a uno amicho in bisestano per aspri 104 el picco aspri 1040 A dì xxx di dicembre 1527, a danari contanti, picchi xi di raso limone della pezza di br. 29 2/3 finito al Serralto vechio del Signore, per aspri 70 picco aspri 770 A dì xxv di gennaio, a danari contanti, picchi xii di detto raso limone finito a uno amicho in bisestano per aspri 70 el picco, monta aspri 840 A dì xxvi di magio 1528, a danari contanti, picchi 3 di detto raso, resta di detta pezza, finito a uno amicho in bisestano per aspri 190 A dì 4 di marzo 1527, a danari contanti, picchi x di raso rosso d’oro, el fine della pezza di br. 13 1/6 finito a uno amicho in bisestano per aspri 220 el picco, monta aspri 2200 A dì xxii d’aprile 1528, a danari contanti, picchi 41 di velluti rossi [. . .] istietti, ch’è la pezza di br. 48 1/8 finita a choggie Mansore, agamo, per aspri 119 picco aspri 4879 A dì 24 d’aprile 1528, a danari contanti, picchi 13 ½ di raso di chermisi rosso, la pezza di br. 67, finiti al [. . .], bascià, per aspri 100 picco aspri 1350 A dì xxv di luglio, a danari contanti, picchi xi di detto raso, finiti a uno amicho per aspri 103 picco aspri 1133 A dì 27 d’aprile 1529, a Tommaso d’Aiolfo, picchi xii di detto raso per aspri 95 picco aspri 1140 A dì 12 di giugno, a danari contanti, picchi 10 ½ di detto raso finimo in bi[se]stano per aspri cento picco aspri 1050 A dì xxi d’aghosto, a danari contanti, picchi 11 ¾ di detto raso di detta pezza, finiti in bisestano per aspri 95 picco in dua tagli aspri 1116 A dì 24 d’aprile 1528, a danari contanti, picchi xi di velluto alessandrino de la pezza di br. 45 7/8 finito a uno amicho in bisestano per aspri 117 picco aspri 1287 589 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 58 v., 59 r. e v. 367 367 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A dì viii d’aghosto, picchi 10 1/8 di detto velluto finito a Periga, agamo, a la promessa di Giovanni Marmoretto per aspri 114 picco A dì primo di febraio, a danari contanti, picchi 17 di detto velluto a dua amici in dua tagli in bisestano per aspri 114 picco A dì 16 di gungno 1529, a danari contanti, picchi 2 1/8 resta di detto velluto finito a uno a uno (sic) amicho in Pera per aspri 212 A dì 8 d’aghosto 1528, picchi 12 3/8 di veluto rosso finito a Periga, agamo, per aspri 118 picco, a la detta di maestro Giovanni, orefice, a pagamento fra 3 giorni, ch’è la pezza di br. 14 1/4, monta A dì detto, picchi 23 1/8 di veluto verde finito al detto nel modo detto, per aspri 106 picco A dì xxii detto, a danari contanti, picchi 6 di veluto gugolino della pezza di br. 32 finiti a uno amicho in bisestano per aspri 114 el picco, che restò di detta pezza, è in essere chome a piè A dì 22 di novenbre ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 27 3/8 di brochato roso, ch’è la pezza di br. 31 1/8 per aspri 278 18/19 el picco, netti di spese ordinarie e straordinarie e venivono finiti aspri 280 picco e per le perdite di aspri 1003 che si perde su br. 69 7/8 di detti brochati che ne patì tutta la soma, che restano netti aspri 278 18/19 picco A dì 21 d’aprile 1529, ci dà finito Tommaso d’Aiolfo a la Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 37. 18. 7 d’altebassi rossi d’oro ricci per aspri 450 picco, che sono la pezza di br. 14 1/8, 14 7/8, 14 ¾, montano590 A dì 9 di gungno 1529, a Iusefe Charon, cianbelottiere, picchi 12 5/8 di raso alessandrino d’oro andari, ch’è la pezza di br. 14 ½, per aspri 210 picco a pagare ¾ di dare fra 15 giorni e ’l resto e ’l resto (sic) in Usefe Charon Cochagi a pagare alla giornata in magior somma di nostri drapi e la detta sopra del cianbelottiere A dì 26 d’aghosto ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore nelle circhustanzie di Sofia, picchi 34 3/5 di cianbelotto alessandrino d’oro tutto per aspri 380 il picco Monta il finito della cassa di N. 14 aspri 1154 aspri 1938 aspri 212 aspri 1460 aspri 2451 aspri 684 aspri 7636 aspri 17068 aspri 2651 aspri 13148 --------------aspri 70437 Apresso le spese: Per chonduttura sino in Andrianopoli paghamo a Antonio Manini, aspri 1567, che tanti ne detti conto per via di Velona Per istalagio e spagio d’Andrianopoli al magazzino Per giveglio (sic) d’Andrinopoli in Pera, aspri 120 soma Per trarla di chomercio a più olafaggi sino in casa Per chomercio di Pera del finito per aspri 70437 a 5 per cento Per chomercio di drappi restano in essere, coè picchi 1 ½ di raso rosso d’oro beneche de la pezza di br. 13 1/6 istimato aspri 190 e picchi 22 ½ di velluto tanè chiaro, stimato aspri 100 picco, che in tutto montano detti drapi aspri 2535 a 5 per cento, montano 590 aspri aspri aspri aspri aspri 1567 12 60 24 3522 aspri 126 Giovanni Vernacci aveva già inserito questa voce nell’estratto-conto redatto il 24 luglio 1529 (Doc. 154). 368 368 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Per senseria di drappi finiti fuora in partite 23 per aspri 32585 a 2 per cento, monta Per maseteria del Signore di detti drapi finiti per aspri 32585 a uno per cento, montano Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per e drapi finiti alla Porta, coè picchi 37. 18. 7 d’altebasi rossi ne dette di spese ordinarie e straordinarie aspri L il picco, in tutto montano aspri 1897 e per e picchi 34 3/5 di cianbelotto d’oro finito per aspri 13148 finiti ne dette di spese ordinarie e straordinarie e per il viagio in tutto 15 per cento, che montano aspri 1973 in tutto Per chonsolagio, chotemo e chiesa a Giovanni Lotti, al passato nostro grillo (sic), a uno per cento di consolagio e ½ per mille di chotemo del finito Per chonsolagio al detto di drapi in esere, coè picchi 1 ½ di raso d’oro e picchi 22 ½ di veluto stietto, valutati aspri 2535, chome nella stima Per istagio di Pera a ½ per cento del finito Per perdita di monete e passi di barcha a vi per mille Per nostra provisione a 2 per cento aspri 650 aspri 326 aspri 3870 aspri 739 aspri 26 aspri 352 aspri 425 aspri 1408 --------------- Sommano le spese aspri 13105 Monta la fine de’ sopra detti drapi aspri 70437 e le spese aspri 13105 che, difalchatogli, resta el ritratto netto aspri 57332 e di tanti v’abiamo creditori in corrente per quando riscosi saranno. Cristo vi guardi, per aspri 57332 Resta: br. 1 ½ di raso rosso d’oro beneche br. 22 ½ di velluto tanè stietto Giovanni Vernacci in Pera, a dì primo di settenbre 1529 b) Il 6 maggio 1533 Giovanni Vernacci ha completato le vendite dei rasi e velluti contenuti nella cassa N. 14 e compila un ulteriore estratto-conto di netto ricavo591: [1533] Chopia d’uno chonto avuto di Pera da Giovanni Vernacci. Apresso della fine e spese ochorse a picchi 22 ½ di velluto guogiolino in istietto e picchi uno ½ di raso rosso d’oro a dalfini che restò della chassa di N. 24 (sic) ricevemo per Antonio Manini che sotto dì primo di settenbre vi se ne dette chonto della fine e salvamento ci restò di detta chassa e sudetti nominati drappi che apresso ne sarà la fine, e prima: Addì xxviii di luglio 1531 a Tomaso d’Aiolfo picchi 20 ¼ di velluto gugolino per un suo amicho per aspri 105 el picco a pagare a nostro piacere, mezano Livema, aspri 2126 monta 591 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 153 r. 369 369 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Addì 6 di maggio 1533, a danari chontanti, picchi 2 ¼ di detto veluto gugolino, ischanpolo, e resto del di sopra finimo a uno amicho in basestono per aspri 90 el picco, monta Addì 6 di maggio detto, a danari chontanti, picchi uno e ½ di raso rosso d’oro a dalfini, finimo a uno amicho in visestano per aspri 180 el picco per esere ischanpolo, monta aspri 202 aspri 270 --------------aspri 2598 Apresso spese e prima: Per senseria di detti drappi a ii per cento di detta fine, monta Per mesettera del Signiore a uno per cento, monta Per perdite di monete e passi di barche a vi per mille di detta fine Per istalaggio di Pera a ½ per cento, monta Per nostra provisione a ii per cento di detta fine, monta aspri 52 aspri 26 aspri 15 aspri 13 aspri 52 --------------- Soma le spese Monta la fine di sudetti drappi aspri 2598 e le spese montano aspri 158 che, difalchatoli della fine, resta e ritratto netto aspri 2440 e di tanti v’abiàno posti creditori in chorente e faciamovi buoni buoni (sic) per resto di tutti e drappi di detta chassa di N. 14. Rivedete detto chonto e stando a dovere di chosì l’achonciate e sendo da dirvi per alcuno erore per voi o per noi lo dite e volentieri si choregerà. Che Iddio vi guardi. aspri 158 aspri 2440 Giovani Vernacci in Pera, addì 6 di maggio 1533 Doc. 157 Da Costantinopoli Giovanni Vernacci continua a trasmettere ai Bartolini l’esito delle vendite dei loro drappi. a) Vernacci sta vendendo le sete della cassa N. 15 e il 1° settembre 1529 invia un estrattoconto. La Porta ha acquistato alcuni costosi altobassi d’oro592: 1530 N. 15 Copia d’uno chonto d’una cassa di drapi di N. 15, aùto da Giovanni Vernacci, e prima: Apresso vi si darà chonto de la fine e spese ochorse e fatte alquanti drappi di seta d’oro riceuta più fa per Antonio Manini per via di Velona in una cassa segnata di vostro segno e N. 15, che parte di detti drappi si truovono in essere, che a piè ne sarà nota: A dì xx di novenbre 1527, a danari contanti, picchi x di raxo verde istietto della pezza di br. 26 2/3 finito a uno amicho per aspri 69 il picco monta aspri 690 592 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 60 r. e v., 61 r. 370 370 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) A dì 14 di diciebre, a danari contanti, picchi xi di detto raso verde finito a uno amicho in bisestano per aspri 68 picco, monta A dì 27 di magio 1528, a danari contanti, picchi 2 ¾ di detto raso finito a uno amico in bisestano per aspri 150 A dì 6 di febraio 1527, a danari contanti, picchi xiii di velluto nero istietto della pezza di br. 28 ¼ finito a Bachadino chalabi per aspri 98 picco A dì 14 di febraio, a danari contanti, picchi xi di velluto nero d’oro beneche della pezza di br. 14 1/8 finiti a uno amicho in bisestano per aspri 245 A dì xxii d’aprile 1528, a danari contanti, picchi 23 5/8 di velluto rosso istietto in dua pezze, coè br. 14 e br. 13 finito a Chagga, agamo, per aspri 119 picco, monta A dì 6 di luglio a Iacopo Donati, trabixondo, picchi xi ¾ di velluto nero, istietto della pezza di br. 46 5/6 per aspri 105 el picco, a pagare fra xv giorni e resto di detta pezza si truova in essere A dì vii d’aghosto a Periga, agamo, picchi xxv ¾ di velluto verde stietto ch’è la pezza di br. 29 1/3 per aspri 106 il picco e picchi 12 ¼ di velluto rosso stietto per aspri 118 picco, che sono br. 14 della pezza di br. 28, che altre br. 14 sono finite nella partita di sopra di aspri 2811, monta A dì 4 di setenbre, picchi x di velluto nero istietto, della pezza di br. 42 1/3 finito Alessandro Sacchetti, nostro grillo (sic), per aspri 102 picco, monta A dì ii di novenbre, a danari contanti, picchi 4 ½ di detto velluto nero, finito in bisestano per aspri 104 picco, monta A dì primo di gugno 1529, a danari contanti, picchi 22 5/8 di velluto nero di detta pezza finita in bisestano, in più tagli, per aspri 102 picco, l’uno per l’altro A dì xx di novenbre 1528, a danari contanti, picchi 17 di velluto tanè stietto della pezza di br. 25 finiti picchi 12 al sachaco, amicho del Pelli, e picchi 5 a uno amicho in bisestano per aspri 104 picco, monta A dì 21 d’aghosto 1529, picchi 4 7/8 iscarsi, resta di detto velluto finito a uno a uno (sic) amicho in bisestano per aspri 470 A dì 21 d’aprile 1529 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 25 1/8 d’altebassi neri e alessandrini d’oro beneche per aspri 320 el picco, che sono br. 14 ¾ nero, br. 14 3/8 alessandrino e picchi 12 7/8 d’altebasso d’oro beneche per aspri 350 el picco, ch’è la pezza di br. 14 7/8, in tutto monta In queste partite è d’errore aspri 300, che vi si fanno buoni in chorente aspri 748 aspri 150 aspri 74 aspri 2695 aspri 2811 aspri 1233 aspri 4174 aspri 1020 aspri 468 aspri 2307 aspri 1468 aspri 470 aspri 12546 --------------aspri 32054 Monta la fine Apresso le spese: Per conduttura d’Anchona sino Andrinopoli per via di Velona, paghamo a Antonio Manini aspri 1567, che tanti n’à sengnati di spese, chome per il chonto aùto da llui Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli a Mateo Manini Per aghualto d’Andrinopoli in Pera aspri 120 la soma Per tiragli di chomercio a più olafaggi, chamelli, sino in casa Per chomercio di Pera di drapi finiti per aspri 32054 a 5 per cento Per chomercio di Pera de’ drapi ci restano in essere, coè picchi 1 7/8 di velluto nero d’oro beneche, stimato tutto aspri 300 e picchi 212 di veluti neri stietti in pezze 8 stimati aspri 100 picco, montano aspri aspri aspri aspri aspri 1567 12 60 24 1602 aspri 1075 371 371 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI aspri 21200 e in tutto aspri 21500, che a 5 per cento monta detto chomercio Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per le 3 veste di veluti altebassi d’oro beneche, finiti alla Porta per ispese ordinarie straordinarie ci dà picchi 25 1/8 ch’è la pezza nera [e] alessandrina aspri 35 el picco di spese e picchi 12 7/8 di beneche altebasso rosso ci dà aspri L el picco, in tutto Per senseria di drapi finiti per aspri 19508 a 2 per cento Per meseteria del Signore a uno per cento di detti drapi finiti per aspri 19508, monta Per consolago e chotemo a Giovanni Lotti, al passato nostro grillo (sic), a uno per cento di consolagio e ½ per mille di chotemo del finito, monta Per chonsolagio, chotemo al detto di picchi 1 3/8 di velluto d’oro e picchi 212 di velluti istietti, stimati aspri cento picco e il veluto d’oro aspri 300, in tutto valutato aspri 21500, che a uno per cento di consolagio, ½ per mille di chotemo, monta Per istalagio di Pera a ½ per cento del finito Per perdita di moneta e passi di barche a vi per mille Per nostra provisione a 2 per cento del finito aspri aspri 1523 390 aspri 195 aspri 336 aspri 226 aspri 160 aspri 192 aspri 641 --------------- Somano le spese aspri Monta la fine de’ sudetti drappi aspri 32054 e le spese per la fine de’ sudetti drapi aspri 8003 che, difalchatogli della fine, resta el ritratto netto aspri 24051 e di tanti v’abiàno creditore in chorente per quando riscosi saranno, provedete el chonto e stando a dovere, chome noi l’aconciate e sendovi da dire, lo dite, che tutto s’aconcierà. Cristo vi guardi. 8003 aspri 24051 Nota di drapi restano in essere di detta cassa N. 15: picchi 1 3/8 di velluto nero d’oro beneche, ch’è ’l resto della pezza di br. 14 1/8 br. 29 1/3 di raso nero stietto br. 27 1/8 di veluto nero stietto br. 36 7/8 di veluto nero stietto br. 34 7/8 di veluto nero stietto br. 31 di veluto nero stietto br. 36 ¼ di veluto nero stietto picchi 11 ¾ di veluto nero stietto resta de la pezza di br. 28 ¼ picchi 29 1/8 di veluto nero stietto resta della pezza di br. 46 5/8 El di sopra è quanto ne resta di detta cassa che riscontrando cho drappi finiti troverete stare a dovere. Questo chonto errata aspri 300, quali detto Giovanni ci fa buoni in chorente. Giovanni Vernacci in Pera, a dì primo di settenbre 1529 372 372 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) Le successive vendite delle sete della cassa N. 15 hanno richiesto tempo e solo nel maggio 1533 Vernacci trasmette ai Bartolini un altro estratto-conto, che copre gli anni 1529-1533. La Porta di Solimano ha comperato una pezza di raso nero593: Mdxxxiii Chopia d’uno chonto avuto di Pera da Giovanni Vernacci. Apresso vi si darà chonto della fine e spese fatte a tutti e velluti istietti e altro ci restò in esere addì primo di settenbre 1529 della chassa di drappi di N. xv ricevemo per Antonio Manini che sino a quel dì vi si dette chonto del finito. Di presente sarà a piè la fine la fine (sic) d’ogni restante di drappi di detta chassa e prima: 1531 Addì xxvii di marzo 1531 ci dà finito Ghuglielmo da Somaia e Vieri di Vieri alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 23 3/8 di raso nero istietto della pezza ditta 29 1/3 per aspri 60 1/3 el picco, netto d’ogni spesa, monta aspri 1410 1533 Addì 6 di maggio 1533 picchi 2 1/8 di detta raso nero che tanto t[r]oviamo manchare detta peza di raso nero e vi si fanno a ragione d’aspri 60 1/3 el picco, chom’el di sopra aspri 127 1531 Addì xxvii di settembre 1531 Margorgorgo Choresi picchi 1 ¾ di velluto nero istietto per aspri cento el picco, monta aspri 175 Addì 29 di novembre 1531 a messer Piero Valorese, viniziano, picchi 6 di velluto nero per aspri cento el picco, monta aspri 600 Addì 11 di marzo, a danari contanti, picchi 13 7/8 nero finito al Monica, veneziano, per aspri cento e picco, monta aspri 1387 1531 Addì iii di maggio 1532, a danari contanti, picchi 79 ¼ di velluti neri finiti in bisestano in più tagli sino a questo dì per aspri 99 el picco l’uno pe l’altro, monta aspri 7845 Addì 8 di novenbre, a danari chontanti, picchi 14 7/8 di velluto nero finito a uno amicho aspri 1450, ch’era e resto d’una peza, monta aspri 1450 Addì 6 di maggio 1533, a danari chontanti, picchi 71 di velluti stietti su la bottega nostra in bisestano, in assai tagli sino a detto dì, che l’uno per l’altro resta finito per aspri 96 1/3 el picco, fra quelli era picchi 23 ¾ di velluto nero che pareva veluto di triappa594 che se ne finì maggiore parte a aspri 90 el picco in a l’uno pe l’altro, resta finito chome di sopra a aspri 96 1/3 el picco, monta aspri 6839 --------------Monta la fine aspri 19833 Apresso le spese e prima: Per senseria del finito di sopra per aspri 18296 a dua per cento che non si piglia de rraso nero finito nelle ii partite prime per aspri 1537 per esere alla Porta aspri Per mesetteria del Signore a uno per cento del finito per detti aspri 18296, monta aspri 366 183 593 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, 153 v. Verosimilmente trijpen, un tessuto misto prodotto nelle Fiandre: L. Molà, The Silk Industry of Renaissance Venice, Baltimore-London 2000, p. 183. 594 373 373 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Per perdite di monete e passi barche di tutta la fine per aspri 19833 a 6 per 1000, monta aspri 119 Per stalago di Pera a ½ per cento di tutta la fine per aspri 19833, monta aspri 99 Per nostra provisone a ii per cento della sudetta fine, monta aspri 397 --------------Somma le spese aspri 1164 Monta la fine de’ sopra detti drappi aspri 19833 e le spese montano aspri 1164 che, difalchatoli della fine, resta e ritratto netto aspri 18669 e di tanti v’abiàno posto creditore in chorrente e facciamo buoni quando tutti riscossi saranno per resto di tutti e drappi della sudetta chassa di drappi di N. 15. Provedete el chonto e, stando a dovere, di chosì l’achonciate e sendo da dire per alchuno erore per voi o per noi, lo dite e volentieri si chorregerà. Iddio vi guardi. Giovanni di Francesco Vernacci in Pera, addì – di maggo 1533 Doc. 158 Il 1° settembre 1529 la vendita delle sete contenute nella cassa N. 16 è completata e Giovanni Vernacci spedisce ai Bartolini l’estratto-conto di netto ricavo595: 1530 N. 16 Apresso vi si darà chonto de la fine e spese ocorse fatte alquanti drapi di seta e d’oro riceuti più fa per Francesco de’ Libri in una cassa segnata de l’avanti segno, N. 16, e prima: A dì xxi d’aprile 1529 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 31. 5. 11 d’altebassi rossi d’oro richi in magior soma per aspri 450 el picco, che sono br. 14 7/8, br. 16, br. 14 1/8 mancho picchi 7 ¾ che ci tochò a ripiglare di detta pezza di br. 14 1/8, montano aspri 14083 A dì xxx di gungno, a danari contanti, picchi 7 ¾ di detto altebasso rosso d’oro resta de la sopra detta pezza di br. 14 1/8 finiti a Cinea, bascià, per aspri 400 picco, monta aspri 3100 A dì 27 d’aprile 1529 a Tommaso d’Aiolfo pel causso bascià, picchi 13 ¼ di veluto nero d’oro beneche per aspri 280 picco d’acordo detto dì, el quale ebe sino a dì xiii d’aghosto 1528, ch’è la pezza di br. 15 ¼ aspri 3710 A dì viii di gungno 1529, picchi 11 ½ di raso roso d’oro a dalfini, ch’è la pezza di br. 13 1/4, finito a Iufese Charon, cianbelotiere, per aspri 220 el picco avere e danari fra 15 dì ¾ el resto a Iusefe Charon Cochagi a pagare a la giornata sopra di detto Iusefe Charon aspri 2415 A dì 26 d’aghosto ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore nelle circustanzie di Sofia picchi 51 ½ di veluti d’oro beneche per aspri 276 2/5 el picco, che sono 4 pezze, coè br. 14 ½ rosso, br. 15 ½ alessandrino, br. 14 1/3 nero, br. 15 nero e disse tornorno picchi 51 ½ aspri 14234 ---------------Monta la fine aspri 37542 595 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 61 v., 62 r. 374 374 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Apresso le spese: Per condottura d’Anchona sino in Andrinopoli paghamo a Francesco de’ Libri che tanti n’asengnò di spese aspri 875 Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli al magazzino aspri 9 Per aghualto d’Andrinopoli in Pera aspri 26 Per trargli di chomercio e più alafagi e chapigi e chomercio di Pera sino in casa aspri 14 Per chomercio di Pera del finito a 5 per cento aspri 1877 Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per ispese ordinarie e straordinarie di drapi finiti alla Porta, coè picchi 31.5.11 d’altebassi rosso d’oro richi ne dà di spese aspri L el picco che montano aspri 1565 e per e picchi 51 ½ di velluti d’oro beneche finiti a detta Porta ne dà 15 per cento che montano aspri 2135 in tutto aspri 3700 Per senseria di drapi finiti fuora di Porta in 3 partite per aspri 9225 a 2 per cento, monta aspri 184 Per mesetteria del Signore del finito fuora di Porta per aspri 9225 a uno per cento aspri 92 Per chonsolagio, chotemo a Giovanni Lotti, al paxato nostro grillo (sic) a uno per cento di chonsolagio e ½ per mille di chotemo aspri 394 Per istalagio di Pera a ½ per cento, monta aspri 188 Per perdita di monete e passi di barche a 6 per mille aspri 225 Per nostra provisione a 2 per cento aspri 751 -------------Somano le spese aspri Monta la fine de’ sopra detti drapi aspri 37542 e le spese per la fine di detti drapi montano aspri 8335 e, difalchatogli, della fine resta el ritratto netto aspri 29207 e di tanti v’abiàno chreditori in chorente per quando riscossi saranno. Provedete el chonto e stando a dovere di coxì l’aconciate e sendo da dire per voi o noi, lo dite, che tutto si choregierà. Cristo vi guardi. Per --------------aspri 29207 8335 Giovanni Vernacci in Pera, a dì primo di settenbre 1529 Doc. 159 Per le sete contenute nella cassa N. 17 le vendite si prolungano, ma solo di pochi mesi. Giovanni Vernacci redige per i Bartolini due estratti-conto di netto ricavo. Come segnalato più volte, le spedizioni delle casse da Firenze non sono ben documentate, a differenza delle vendite. a) Il primo estratto-conto di netto ricavo è datato 1° settembre 1529596: 596 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 62 v., 63 r. 375 375 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 1530 N. 17 Copia d’uno conto d’una cassa di drapi di N. 17 aùto da Giovanni Vernacci. Apreso vi si darà conto de la fine e spese ochorse e fatte alquanti drapi di seta e d’oro riceuti più fa per Benci Benci in una cassa N. 17 che n’è alcuni in essere chome a piè sarà nota, e prima: A dì 5 di settembre 1528, a danari contanti, picchi 12 1/8 di raso rosso d’oro beneche, opera grosa, ch’è la pezza br. 13 7/8 finiti a uno amicho in bi[se]stano per aspri 215 picco aspri 2600 A dì viii di gungno 1529, a Iusefe Charon, cianbelotiere, picchi 23 1/8 di rasi neri d’oro andari, per aspri 210 el picco, che sono pezze di br. 13 e br. 12 ½ che si sono fatte più che non erano 3/4 di picco per avantagiarli e picchi 22 ½ di raso isbiadato, ch’è la pezza di br. 25 ½ per aspri 170 el picco e tutto in magore soma a darci fra xv giorni ¾ di contanti e resto Iusefe Charon, cianbelotiere, a pagare a la giornata aspri 8682 A dì xxv di gungno detto, a Usefe Charon, cianbelotiere, picchi 39 5/8 di brochato rosso d’oro a bastone, ch’è la peza di br. 45 ¼ per aspri 250 el picco per il tenpo di mesi 4 paghati el dì del tenpo aspri 9906 A dì xxvi d’aghosto, ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore nelle circhustanze di Sofia, picchi 92 ¼ di velluti d’oro beneche, in pezze 7, vari colori, per aspri 276 2/5 picco l’uno per l’altro, che sono la pezza di br. 15 ½ rosso, br. 15 alessandrino, br. 15 ½ nero, br. 14 ¾ rosso, br. 14 ¾ tanè, br. 15 ½ tanè, br. 15 1/8 nero, in tutto picchi 92 ¼, monta aspri 25498 --------------Monta la fine aspri 46686 Apresso le spese: Per chonduttura sino in Andrinopoli d’Ancona paghamo a Benci Benci aspri 1647 per ispese asengnateci chome pel chonto aùto Per istalagio e spacio d’Andrinopoli paghamo al magazzino Per aghualto d’Andrinopoli in Pera Per trarli di chomercio a più olofagi e chapigi del chomercio e chapigi di Pera e chamelli sino in casa Per chomercio di Pera del finito per aspri 46686 a 5 per cento, monta Per chomercio di Pera di br. 12 ¼ di raso rosso d’oro beneche, fas[s]i picchi 10 3/4, stimato aspri 195 picco, monta aspri 2096 a 5 per cento Per senseria di drapi finiti fuora in 3 partite per aspri 21188 a 2 per cento Per messetteria del Signore de’ sudetti drapi finiti per aspri 21188 a uno per cento Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per ispese di picchi 92 ¼ di velluti d’oro beneche finiti alla Porta in Sofia per valuta di aspri 25498, ne dà di spesa ordinaria e straordinaria e viagio 15 per cento, monta Per chonsolagio, chotemo e chiesa de’ sudetti drapi a uno per cento di consolagio Alessandro Sachetti, nostro grillo (sic) a ½ per mille di chotemo 376 376 aspri 1647 aspri 12 aspri 42 aspri 18 aspri 2334 aspri 105 aspri 424 aspri 212 aspri 3825 aspri 490 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Per chonsolago di picchi x ¾ di raso rosso si truova in essere, stimato aspri 195 picco, monta aspri 2096, monta el chonsolagio aspri 21, chotemo aspri uno, in tutto aspri 22 Per istalagio di Pera a ½ per cento del finito, monta aspri 233 Per perdita di monete e passi a vi per mille aspri 280 Per tanti tocha di spese alle 7 veste di veluti d’oro mandati a Sofia per finire alla Porta per casse e spaccio di Pera aspri 7 ¾ aspri 52 Per nostra provisione a 2 per cento aspri 934 --------------Somano le spese aspri 10630 Monta la fine de’ sudetti drappi aspri 46686 e le spese per la fine d’essi e di picchi x ¾ restaci in essere montano aspri 10630 che, difalchatogli de la fine, resta el ritratto netto aspri 36056 e di tanti v’abiamo chreditore in chorente per quando riscosi sarano. Provedete el chonto e stando a dovere di coxì aconciate e sendo da dire per voi o noi lo dite, che tutto s’aconcierà a dovere. Cristo vi guardi. Per --------------aspri 36056 Resta in essere di detta cassa br. 12 ¼ di raso rosso d’oro beneche. Giovani Vernacci in Pera, a dì primo di settembre 1529 b) Il secondo estratto-conto di netto ricavo è datato 23 dicembre 1529597: 1530 Chopia d’uno chonto aùto da Giovani Vernacci di Pera. Apresso vi si dirà chonto della fine e spese ochorse a br. 12 ¼ di raxo rosso d’oro beneche ci restò della cassa di drapi N. 17, riceuta più fa per Benci Benci, che di tutti gl’altri drappi di ditta cassa vi se ne dette chonto sino a dì primo di settembre. A dì xi di dicembre 1529, a danari contantti, picchi xi 5/8 di raxo rosso d’oro beneche, finiti al Talibi, tutto per aspri 216 el picco aspri 2295 Apresso spese: Per senseria di detta vesta a 2 per cento Per masetteria del Signore a uno per cento Per perdita di monete a vi per mille Per istalagio di Pera a ½ per cento Per nostra provixione a 2 per cento aspri 46 aspri 23 aspri 14 aspri 11 aspri 46 -------------aspri 140 Monta la fine di dette br. 12 ¼ di raso rosso d’oro beneche aspri 2295 e le spese montano aspri 140 che, difalchatoli dalle spese, resta el ritratto netto aspri 2155 e di 597 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, 50 v. 377 377 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI tanti v’abiamo chreditore in chorente. Provedete detto chonto e stando a dovere di choxì l’aconciate; essendo da ddire, per el primo lo dite, volentieri si corigerà. Cristo vi guardi. Per [aspri] 2155 Giovanni Vernacci in Pera, a dì 23 di dicebre 1529 c) Dopo aver copiato l’estratto-conto di netto ricavo ricevuto da Costantinopoli, un contabile dei Bartolini aggiunge alcune indicazioni utili: il significato del termine vesta, che praticamente è quello di taglio o pezza, e poi il rapporto tra il braccio fiorentino e il picco usato a Costantinopoli598: Ricordo chome Giovanni Vernacci di Pera c’à mandato chonto di una peza di raso rosso d’oro beneche della chassa di N. 17 e dà chonto de ritratto netto di detta vesta di aspri 2155, che fu br. 12 ¼, tornò pichi 11 5/8 per aspri 216 picco, che si valutorno duc. 38.10 d’oro e di tanti è posto debitore a Libro rosso segnato B, c. 292, e chome si vede detta vesta monta aspri 2511, che se n’à a trarre aspri 140 per le spese, chome si vede per il chonto chopiato in questo, c. 50, che resta e ritratto netto aspri 2371, che sono duc. –. Doc. 160 A Firenze la compagnia Bartolini è sempre in attesa di notizie da Pera, che spesso tardano ad arrivare. Il 10 dicembre i Bartolini scrivono a Giovanni Vernacci segnalando il ritardo o il mancato arrivo delle lettere dal Levante; nello stesso tempo si rallegrano delle vendite effettuate alla Corte e aggiungono un particolare interessante: a causa della situazione politica – Firenze è assediata – la produzione di drappi è molto ridotta599: [10 dicembre 1529] ... E s’intende chome dite per Pagholo Peruzzi averci mandato e conti di 6 casse di drappi, di che pensiamo sieno ite male e alsì le lettere. Pertanto vi preghiamo siate chontento alla aùta di questa levargli e per il primo mandargli, che assai si desiderono e alsì darete conto di tutto quello restassi in essere, chome per altre vi s’è detto. E chome per altre vi s’è detto, abiamo aùto piacere intendere chome Tomaso d’Aiolfo à misurato alla Porta le xiiii veste de’ veluti brochati e alsì la vesta del cianbelotto d’oro tirato, ch’è stata buona opera. Atendiamo di poi abiate riscossi e danari da detta Porta e per il primo c’arete rimeso buona somma. Che Iddio di buono mandi e chonducha a porto. Per al presente qui non ci troviamo drappi di nesuna sorta perché qui ne trovamo chonperatori e tutti si dettono via e chon difichultà se ne può fare, per avere qui al presente in sulle mura gran ghuerra e lle botteghe la maggior parte stanno serrate. Pure andiamo faciendo qualche coxa e quando aremo a ordine vi si manderano. Quanto alle nostre draperie, per anchora vi restava assai veluti neri, che assai desideriamo la fine d’essi, perché oremai ci pare abino perduto assai tenpo e chome per altre vi s’è detto, non 598 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 53 r. Il Ricordo non è datato ma reca un generico riferimento al 1530. 599 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 36 v, 37 r. 378 378 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) trovando da finirli per danari o tempo, gli baraterete a qualche merchanzia che giudiciate che di qua se ne vengha in su danari chon prestezza. Doc. 161 Molti mesi dopo la situazione non è cambiata e i Bartolini indirizzano una lunga lettera al Vernacci nella quale fanno un quadro della situazione. I Bartolini si rallegrano di una vendita che Vernacci ha già concluso con la Porta e di un’altra, in corso, sempre con la Porta; infine prendono atto delle sete più richieste in quel momento a Costantinopoli600: [4 settembre 1530] ... Per detta vostra dite avere mandato chonto del finito di 6 chasse di drappi, insino a N. 17, di che vi si dice per anchora non abiamo avuti detti chonti, ben è vero che si vede quello può esere finito per le partite mandatoci. Niente di mancho desidereremo assai vedere e conti, chassa per chassa, e achoncarlli a dovere e per insino a questo dì non ss’à di voi alltri chonnti se none in uno, alla chassa di N. 11, che asai si desidera avere e gli altri benché sichondo dite averlli mandati per 2 persone sarebbe facill chossa fusino in Anchona. El chonto della vesta de rasso d’oro se achoncò a dovere ma no ssi risscontra chon esso voi, perché ci pare in detto chonto abbiate errato aspri 216, che picchi 11 5/8 di rasso a aspri 216 picco monnta aspri 2511 e voi fate che monti aspri 2295, che essedo chossì lo choregerette per andare d’achordo, e avisate. ... Apresso s’intede chome siate per fare grosso bazzarro alla Porta e pensate dar via tutti e nostri drappi d’oro. Che Idio di buon ma[n]di. E dì per dì atediamo a vostre per intedere quallchossa di buono, e basta. Intediamo chome per anchora vi resta e veluti isstietti e no vedete modo da finirlli, che assai ci maravigliamo, che esendo istati tanto tenpo no vi se n’è madati, si pensava che a questa otta dovesino avere havuto fine. Niente di mancho bisognia avere pazienza. E chome per allt[r]e vi s’è detto, desidereremo assai la fine di essi e di ogni alltra chassa e all’avuta di questa non estando finiti vi piacerà pigliare tannta setta istravai che sia bella e buona o quallche altra merchanzia che vi paia più a proposito per di qua e di tutto vi si dà libera chomesione e avisate quanto all mandarvi drappi d’oro e istietti e d’alltre sorte vi si dice, che uno anno fa non abiamo posuto lavorare risspetto le ghuerre e anche abbiamo aùto a fare quallche altro drappo per alltri paessi, nientte di mancho abiamo in A[n]chona una chassa di drappi d’oro di tutte sorte, che per la prima charovana vi si manderà, se Pandollfo Biliotti no gli à finiti lui. Siamo a dì vii detto e di poi s’à una vostra de dì xiii di luglio, per la quale s’intende chome per insino addì 27 di maggio ci mandaste per Larione Cachi e Antonio Isspigliatti duc. 1.000 d’oro di pesso uno gruppo segnato di N. 15, e quali per anchora no si sono ricevuti. Ben è vero intendiamo sono arrivati a Vinezia e sono a ordine di Gherardo Bartolini. Fra 15 dì pe[n]samo averlli e vi se ne farà creditori e daravisi avisso di riceuta. Apresso s’intede chome avette fato bazarro alla Porta e avette dato via tutti e drapi d’oro ecetto 2 veste di veluti machiatti della chassa di N. 12 e di deta vendita n’abbiamo havuto piacere asai. E le dua veste machiate, no sendo finite a l’avuta di questa, ne farette parttito choll meterlle in uno fardello di setta istravai, chome in questa vi ss’è detto, che assai si desidera venire alla fine di questi chonti vechi, e avisate. 600 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 54 r. e v., 55 r. 379 379 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Intendiamo chome sarebbe a proposito drapi d’oro di tutte sorte e allsì veluti rossi di lacha e alessandrini. Quando sarà tenpo vi si manderanno. E chonntti che dite avere ma[n]datti per Larione Cachi per anchora no sono arrivatti per esere detto Larione i Vinezia. Atendosi fra 6 o 8 dì. Quando s’aranno s’achonceranno e daravissi avisso. Per questa no diremo alltro. ... Doc. 162 Continua la vendita delle sete dei Bartolini. Le fonti menzionano due casse numerate 1 e 2, ma la loro partenza da Firenze e il loro contenuto non sono ben documentati. Vernacci ha curato le vendite e ha compilato due estratti-conto di netto ricavo relativi alla cassa N. 1, contenente velluti e broccati d’oro. a) Il primo estratto-conto è datato 18 gennaio 1531601: 1531 Copia d’uno conto aùto di Pera da Giovanni Vernacci. Apresso vi si darà conto della fine e spese ochorse e fatte a una chassa di vostri drappi di seta e d’oro riceuta più fa per Ridolfo da Richasoli, segnata di vostro segno, N. 1, della quale ne rimane in essere 3 ischanpoli, che a piè si mostra, e prima la fine: A dì ii di dicebre 1528, a danari contanti in duc. 58 di peso per aspri 56 l’uno e resto aspri, picchi xi di veluto tanè d’oro beneche, finiti a Chasin calabi, tutto per aspri 300 el picco, ch’è della pezza di br. 14 1/3, monta aspri 3300 Restaci in essere picchi 1 5/8 di detto velluto d’oro beneche A dì xv di gungno a Iusefe Choin, ebreo, in Ghostantinopoli, picchi 35 ½ di brochato rosso d’oro a bastone per aspri 250 el picco, a tempo 4 mesi paghati in una partita, ch’è la pezza di br. 40, monta aspri 8875 Sino a dì 5 di magio 1529, a danari contanti in duc. 119 di peso aspri 56 l’uno, picchi 25 ¾ di veluti neri d’oro beneche, finiti a Ghaggi [. . .] per aspri 260 il picco, e sono le pezze di br. 15 1/3 e br. 14 1/8 aspri 6695 A dì 26 d’aghosto ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore nelle circhustanzie di Sofia picchi 26 1/8 di veluti d’oro beneche, coè br. 16 rosso e br. 14 1/8 alessandrino per e detti picchi 26 1/8 per aspri 276 2/5 il picco, che sono quegli si molorno e ghuastorno nelle circhustanzie di Sofia e per misericordia le prese detta Porta, monta aspri 7221 E, a dì vi di novebre, a Rafaello Gnoli picchi 4 ½ di veluto tanè stietto, de la pezza di br. 21 ½ per aspri 108 il picco, a pagare a nostro piacere aspri 486 A dì 16 di genaro 1530, a danari contanti, in duc. 17 di peso, per aspri 56 l’uno, el resto aspri, picchi 9 ½ di detto veluto tanè istietto, finito a uno amicho turco in Ghostantinopoli per aspri 102 el picco, monta aspri 969 Resta in essere di detto veluto tanè picchi 4 ¾ buoni 601 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 108 r. e v., 109 r. 380 380 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) A dì xxii d’aghosto 1530, a danari contanti in duc. 40 di peso per aspri 56 l’uno el resto aspri, picchi 22 di velluto verde stietto, ch’è la pezza di br. 33 finito a uno amicho de l’aventura per l’aspri 107 el picco, monta Resta in essere di detta pezza di velluto verde picchi 6 13/16 aspri 2354 --------------aspri 29900 A dì 29 di novebre 1530 ci dà finito Francesco Benci alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli br. 15 3/5 di veluto tanè d’oro beneche per picchi 13 2/5 per aspri 330 el picco, monta A dì detto, ci dà finito detto Francesco a detta Porta in Ghostantinopoli br. 14 7/8 di raso verde d’oro beneche per picchi 13 e per aspri 238 7/8 picco Monta la fine aspri 4422 aspri 3105 --------------aspri 37427 Apresso le spese: Per conduttura d’Anchona sino in Andrinopoli paghamo a Ridolfo da Richasoli aspri 1680 in duc. 30 d’oro sultatini, come disse Giovanni Lotti, al passato nostro grillo (sic), al quale fumo davanti perché detto Ridolfo ne domandava più per detta conduttura e per non uscire della parola di detto grillo (sic) si paghò aspri 1680 Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli a Matteo Mannini aspri 9 Per aghualta d’Andrinopoli in Pera sino in chomercio aspri 45 Per trarla di chomercio a più olafagi e chapegi del chomercio di Pera e chamelli, in tutto aspri 12 Per chomercio di Pera a 5 per cento della sudetta fine aspri 1871 Per chomercio di Pera di 3 ischanpoli ci rimane essere coè picchi 1 5/8 di velluto d’oro beneche, stimato aspri 335 e picchi 6 13/16 di veluto verde istietto si stima aspri 630 e picchi 4 ¾ di veluto tanè istietto aspri 475, che in tutto somano aspri 1440 a 5 per cento, monta detto chomercio aspri 72 Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per le spese di drappi ci dà finito alla Porta nelle circhustanze di Sofia, coè picchi 26 1/8 di veluti d’oro per aspri 7221 a 15 per cento per ispese e viagio, in tutto, monta aspri 1083 Per tanti fatti buoni a Francesco Benci per le spese di poi ci fa per li drapi ci dà finiti picchi 13 2/5 di veluto tanè d’oro beneche e picchi 13 di raso d’oro beneche per aspri 7527 a 12 per cento aspri 903 Per senseria di drappi finiti fuori di Porta a varie persone per aspri 22679 in 6 partite a 2 per cento aspri 454 -------------aspri 6129 Per masetteria del Signore de’ sudetti drapi finiti fuori di Porta per aspri 22679 a uno per cento aspri 227 Per consolagio Alexandro Sachetti, nostro grillo (sic), a uno per cento di tutta la fine, che sono aspri 37427 e per consolagio di 3 ischanpoli ci resta in essere si stimono aspri 1000, che tutto soma aspri 38427 a uno per cento aspri 384 381 381 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Per chotemo e chiesa al chamarlengo del chotemo a ½ per mille del finito e [i]n essere per aspri 38427 Per istalagio di Pera della sopra detta fine per aspri 37427 a ½ per cento, monta Per perdita di monete e passi di barcha a 6 per mille Per tanti ne tocha di spesa alle dua vesta di veluti d’oro finiti a la Porta nelle circhustanze di Sofia per cassa e ile[ga]gi e chorde e spacio di Pera aspri 7 3/7 per ciascuna Per nostra provisione a 2 per cento della sudetta fine aspri 19 aspri aspri 187 224 aspri 15 aspri 748 -------------aspri 7933 Monta la fine de’ sopra detti drapi aspri 37427 e le spese montono aspri 7933 co lle ochorse ne’ drapi ci resta in essere che, difalchatole dalla fine, resta el ritratto netto aspri 29494 e di tanti v’abiamo posto chreditori e faciamo buoni quando riscosi saranno, provedete il conto e, stando a dovere, di così l’aconciate e sendo da dire per alchuno erore, per voi o per noi, lo dite, che volentieri si coregierà. Cristo vi guardi. Per --------------aspri 29494 Nota di 3 ischanpoli ci resta in essere di detta cassa: picchi 1 5/8 di veluto tanè d’oro beneche picchi 4 ¾ di veluto tanè stietto picchi 6 13/16 di veluto verde stietto Netti di chomercio e consolagio Giovanni Vernacci in Pera, addì 18 di gennaio 1530 b) Il secondo estratto-conto di netto ricavo, sempre relativo alla cassa N. 1, è datato 6 maggio 1533602: Mdxxxiii Chopia d’uno chonto aùto di Pera da Giovanni Vernacci. Apresso vi si darà chonto della fine e spese di tre ischanpoli di drappi ci resestò in essere della chassa de’ drappi di N. 1 ricevemo per Ridolfo da Richasoli, che sino addì 18 di genaio 1530 vi si dette chonto di detta chassa e ne restò detti 3 schanpoli, che dua n’è finiti e l’altro ci chontiamo a buono chonto, chome apresso e prima: Addì 6 di maggio 1533, a danari chontanti, picchi 6 13/16 di velluto verde della pezza di br. 33 finito a uno amicho in bisestano per aspri secento, ch’era vergato su la cimosa e percò si dette a tale prezo aspri 600 Addì detto, a danari chontanti, picchi 4 ¾ di velluto tanè che restò della pezza di br. 21 ½ finito a uno amicho in bisestano per aspri 450, monta aspri 450 602 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 154 r. 382 382 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Addì detto, contiamoci a buon chonto e pagamento quando finiremo, picchi uno e 5/8 di velluto tanè d’oro beneche, male chonditionato, che restò della prima di br. 14 1/3, che lo chontamo aspri dugento Monta la fine aspri 200 ------------aspri 1250 Apresso spese e prima: Per senseria de’ sudetti drappi a dua per cento, monta Per messetteria del Signore a uno per cento, monta Per istallago di Pera a ½ per cento, monta aspri Per perdite di mone[te] e di barche a 6 per mille, monta Per nostra provisione a 2 per cento di detta fine, monta aspri 25 aspri 13 aspri 6 aspri 7 aspri 25 -------------- Somma le spese aspri Monta la fine de’ sudetti drappi aspri mille dugento cinquanta e le spese aspri settanzei che, difalchatoli della fine, resta e rittratto netto aspri millecento setantaquatro e di tanti creditori v’abiamo quando tutto rischosso sarà per resto di tutti e drappi della sudetta chassa di N. 1. Provedete a detto chonto e, stando a dovere, di chosì l’achonciate e, sendo da dire per alcuno errore per voi o per noi, lo dite e volentieri si chorreggerà. Che Iddio vi guardi. 76 -------------aspri 1174 Giovanni Vernacci in Pera, addì vi di maggio 1533 Doc. 163 Giovanni Vernacci ha venduto i velluti e i broccati d’oro contenuti nella cassa N. 2 e il 18 gennaio 1531 spedisce ai Bartolini un estratto-conto di netto ricavo. Compratore unico è la Porta di Solimano il Magnifico603: Copia d’uno conto aùto di Pera da Giovanni Vernacci. Apresso vi si darà conto della fine spese ochorse e fatte a una cassa di vostri drapi di seta e d’oro, riceuta più fa per Piero Nacci per via di Velona, segnata di vostro segno, N. ii, e prima la fine: A dì 29 di novenbre 1530 a la Porta di questo Signore in Ghostantinopoli per le mani di Francesco Benci tutti e drapi di detta cassa come apresso e prima: picchi 73 di velluti d’oro beneche cholorati in 6 peze, coè br. 13 7/8 di tanè, br. 14 nero, br. 14 ¾ nero, br. 13 ¼ nero, br. 13 nero, br. 14 7/8 nero, che tirorno detti picchi 73 per aspri 330 il picco, monta aspri 24090 A dì detto, a detta Porta, in luogho detto, per mano del detto Benci, br. 13 3/8 di veluto rosso d’oro beneche, picchi 11 ¾ per aspri 350 el picco, monta aspri 4112 A dì detto, a detta Porta e luogho detto e mano del Benci, picchi 100 ½ di rasi d’oro beneche richi, in 5 pezze, coè br. 39 alesandrini, br. 22 ¾ nero, br. 14 5/8 verde, br. 13 rosso, br. 25 ½ tanè, che tirorno detti picchi 100 ½ per aspri 238 7/8 el picco, in magior soma, monta aspri 24007 603 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 107 r. e v. 383 383 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI A dì detto, a detta Porta e luogho detto e mano di Francesco Benci, picchi 27 7/8 di brochato rosso d’oro a bastone, ch’è la pezza di br. 31 1/8, tirò detti picchi 27 7/8 per aspri 350 el picco, in magior soma A dì detto, a detta Porta e luogho detto e mano del detto, picchi 43 di brochati alessandrini e verdi in ii pezze: br. 33 1/2 alessandrino e br. 15 ¼ verde, tirorno detti picchi 43 per aspri 330 picco, monta Monta la fine de’ drapi della cassa N. 2, come di là aspri 9756 aspri 14190 --------------aspri 76155 aspri 76155 Apresso le spese e prima: Per conduttura di detta cassa d’Anchona sino in Pera per via di Velona, paghamo a Piero Chanacci aspri 1550, che tanti n’asengnò di spese come per il conto aùto da lui Per trarli di chomercio a più olafaggi e chapigi di Pera Per chomercio di Pera a 5 per cento de la sudetta fine Per tanti fatti buoni a Francesco Benci per le spese ordinarie e straordinarie di tutti e sopra detti drapi finiti alla Porta per aspri 76155 a 12 per cento Per consolagio Alessandro Sacchetti, nostro grillo (sic), a uno per cento Per chotemo e chiesa al kamarlengo del chotemo a ½ per mille Per istalagio di Pera a ½ per cento Per perdita di moneta e passi di barcha a 6 per mille Per nostra provisione a 2 per cento della fine aspri 1550 aspri 16 aspri 3807 aspri 9138 aspri 761 aspri 38 aspri 380 aspri 457 aspri 1522 --------------aspri 17669 Monta la fine de’ sopra detti drapi aspri 76155 e le spese montano aspri 17669 che, difalchatoli della fine, resta el ritratto netto aspri 58486 e di tanti v’abiamo posto chreditore e faciamo buoni quando riscosi saranno. Provedetelo il conto e, stando a dovere di così l’acconciate e sendo da dire per alcuno per voi o per noi, lo dite e volentieri si choregierà. Cristo vi guardi. Per ---------------aspri 58486 Giovanni Vernacci in Pera, a dì 18 di genaio 1530 Doc. 164 I Bartolini prendono atto delle vendite effettuate alla Corte e scrivono a Giovanni Vernacci per rallegrarsi del risultato; accennano a una somma di denaro (ben 1000 ducati) portata da Ilarione Ciacchi a Firenze e sollecitano la vendita delle ultime pezze604: [27 gennaio 1531] ... E s’è inteso de’ drappi finiti di nostro alla Porta per mano di Francesco Benci e chome sino a quel 604 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 94 v. 384 384 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) dì n’avevi riscosso e 3/5 de’ danari; fra uno mese aspettavi el restante. Atendesi di poi gl’abiate aùti e che ci abiate mandato tutto quello arete di riscosso e n’arete dato aviso. E s’intende chome a Raugia era arivato la charovana e s’atende d’ore in ora sia arivata in Anchona e si farà d’avere tutto quello ci arete mandato, che n’arete dato aviso. Aconciamo li duc. mille mandatici per Larione Ciaci, quali chonsegniò per noi al Giacomino, né altro fa dirne. E s’è inteso chome costì nonn è rimasto drappi d’oro di nesuna sorte e che solo di nostro vi restava qualche iscanpoltetto e ii pezze di rasi d’oro beneche machiati, che a questa ora s’atende abiate dato fine a tutto, il che non sendo, alla aùta di questa vi piacerà dare fine a ongni resto vi trovassi di nostro. E quando non trovassi a danari, vedete di piglare qualche merchanzia al propoxito per qua e subito mandate in Anchona e ci date conto della fine d’ongni restante di nostri drappi, che assai desideriamo saldare tali conti vechi. ... Doc. 165 La compagnia Bartolini, battilori, ha deciso nel 1531 di spedire una partita di velluti e broccati d’oro a Costantinopoli appoggiandosi a Lorenzo Barducci, in procinto di recarsi a Pera. Ad Ancona Barducci si imbarcherà alla volta di Ragusa o Castelnuovo, per poi proseguire sino a Costantinopoli. La merce è destinata al solito Giovanni Vernacci. L’operazione presenta alcuni aspetti particolari: a Firenze Barducci riceve dai Bartolini tutte le istruzioni del caso ma non la cassa con i drappi, che gli sarà consegnata solo ad Ancona, dalle mani di Pandolfo Biliotti. a) In un libro contabile dei Bartolini un dipendente ha copiato il ricordo della commissione affidata a Lorenzo Barducci, il quale avrebbe avuto piena libertà di azione in caso di assenza o di morte di Vernacci605: Addì xxvxi (sic) di febraio [1531]606 Ricordo a voi, Lorenzo di Giovanni Barducci, come noi Gherardo Bartolini e compagni, battilori, vi diamo commesione questo dì sopra detto d’una cassa di nostri drapi d’oro istietti, segnata de l’avanti segno, N. 1, la quale vi sarà consengnata per nostro conto in Anchona da Pandolfo Biliotti e compagni, francha d’ongni spesa, che voi la charichiate in sul primo e più sichuro pasagio raugeo o altro che partirà del porto d’Anchona per andare alla volta di Rauga o di Chastelnuovo cholla persona vostra propia, che Idio per tutto salvo vi chonducha e dal padrone d’esso pasagio vi farete dare dopia poliza di charichamento e a noi la manderete per salvo modo. E di detta chassa per il chammino d’Anchona insino in Pera pagherete tutti e noli e dazi e altre spese apartenente a detta chassa, da huomo dabene, e di così vi diamo chonmesione. E in questo caso quando n’entervenissi danno alchuno, tutto s’intende esere e sia sopra di voi. E chon più diligenza saprete e potrete la chondurete in Pera e, arivato che sarete con detta cassa, che Idio salvo vi conducha, subito la chonsegnerete a Giovanni Vernacci per seghuire nostro ordine e chosì vi chometiamo e dal detto Giovanni Vernacci vi farete paghare tutte le spese fatte per detta chassa, da huomo dabene, e non altrimenti ve ne varete, e tutto rimetiamo in detto Giovanni Vernacci. E se per chaso alchuno – che Idio ghuardi – detto Giovanni Vernacci fussi morto o che lui fusi di ritorno di qua, in simile caso vi diamo libera chonmesione di finire detti drappi d’oro e stietti per 605 606 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 98 v. Il contabile ha scritto xxvxi ma, trattandosi di febbraio, una lettura corretta può essere xxvi o xxvii. 385 385 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI danari contanti con più profitto sia possibile. E di chosì vi diamo commesione e soprattutto vi si ricorda usare tutta quella diligenzia sia possibile e per oservarsi607. b) Il mese successivo i Bartolini scrivono a Giovanni Vernacci per ricordargli le vendite ancora in corso con la Porta e per informarlo della spedizione della cassa, contenente fra l’altro anche la fattura608: [15 marzo 1531] ... Atendesi che abiate di poi misurato alla Porta tutti o parte de’ nostri veluti neri e l’arete detto, che s’atende ci abiate dato conto delle casse di N. 1 e 2 e, non ’sendo, fatelo. Alla aùta di questa, non avendo dato fine alle dua peze di drapi machiati vi restava, vedete di dare loro fine a danari o in baratto, chome meglio potete, che desideriamo saldarne il chonto e ne piglerete quelle merchanzie che giudicherete sie a propoxito per qua e subito mandate in Anchona e di tutto ci date aviso. ... E s’è mandato in Anchona a’ Biliotti una cassa di drappi segnata di nostro segno, N. 1, e hordinato sia consegnata a Lorenzo Barducci, che viene costà. A ssuo arrivo farete d’averlla e prochurerete per la fine di detti drappi con più vantagio possibile, che sono tutti belisimi drappi, che nella cassa troverete la fattura e a detto Lorenzo Barducci pagherete tutte le spese d’Anchona sino in Pera e vedrete abiamo nostro dovere, che in Anchona se gli è fatta consegna francha di spesa. ... c) La fattura originale è andata perduta ma il 21 marzo 1531 i Bartolini hanno copiato in un loro libro l’elenco delle sete imballate nella cassa: 15 drappi di altissima qualità, la stessa di quelli precedentemente forniti alla corte di Solimano (Doc. 163). Questo elenco, denominato impropriamente fattura, non è stato redatto a Firenze ma in un altro luogo, quasi certamente ad Ancona, forse da Pandolfo Biliotti, per ordine de’ Bartolini, battilori e compagni di Firenze. La cassa è stata chiusa (ad Ancona?) e consegnata a Lorenzo Barducci solo dopo l’arrivo dei drappi, 15 dei quali giungono via Bologna e 5 direttamente da Firenze609: [21 marzo 1531] Copia d’una fattura d’una cassa di drapi mandata in Pera a Giovanni Vernacci per mano di Pandolfo Biliotti e compagni, d’Ancona. Fattura d’una cassa di drappi consegnata qui a Lorenzo Barducci per ordine de’ Bartolini, battilori e compagni di Firenze, segnata de’ l’avanti segno, N. 1, questo dì xxi di marzo 1530. Idio per tutto gli salvi. E prima e drappi riceuti da Bologna da Niccolò Villanuova: br. 31 1/3 di brochato alexandrino a bastone br. 22 2/3 di brochato verde a bastone br. 14 1/8 di veluto nero d’oro beneche br. 12 di veluto tanè d’oro beneche 607 Segue la sottoscrizione di Lorenzo di Giovanni Barducci. Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 103 r. 609 Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 105 v. 608 386 386 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 24 2/5 di raso rosso d’oro beneche br. 24 1/3 di raso nero d’oro beneche br. 25 ½ di raso rosso d’oro beneche br. 12 ¼ di raso rosso a poste d’oro br. 14 1/8 di raso alexandrino d’oro beneche br. 12 ¼ di raso d’oro beneche Posto in Giornale, c. 96, duc. 579 d’oro Apresso e drappi aùti da Firenze da detti e prima: br. 13 2/3 d’altebasso rosso br. 15 1/6 d’altebasso simile br. 15 1/8 d’altebasso alexandrino br. 12 7/8 d’altebasso rosso br. 14 ¼ di veluto verde brochato Doc. 166 Dopo aver esaminato le esportazioni di drappi in Levante della compagnia Bartolini (Docc. 150-165), conviene dimenticare l’ordine cronologico generalmente seguito e richiamare alcuni passi contenuti in un successivo copialettere dei Bartolini. L’interesse della compagnia nei confronti del mercato orientale si è fortemente ridotto; negli anni 15301540 molte operazioni rimangono ancora in sospeso e i Bartolini sono sempre in contatto con Giovanni Vernacci, il loro corrispondente a Pera. a) In una lettera datata 14 ottobre 1536 i Bartolini si lamentano dei ritardi nei pagamenti e affermano che il mercato ottomano è ormai pocho buono610: [14 ottobre 1536] ... In però io ho senpre visto tutto quello che [. . .] il battiloro v’à scritto e quello che voi havete risposto, e certamente cotesto paese è diventato per noi altri pocho buono, ché sapete quanto tenpo è che havete li nostri drappi e anchora non ne possiamo vedere la fine, che horamai ne farano pocho bene. ... b) Nell’agosto del 1537 i Bartolini sollecitano di nuovo Vernacci a concludere operazioni che sono in sospeso da almeno sei anni611: [8 agosto 1537] ... Pure ò sollecitato detto Charletti più volte a scrivere che fussi contento fare una fine delle robe vi trovate a trovare di nostro perché, come sapete, sono già passati 6 anni che non ve mandamo coxa alchuna et nondimeno troviamo vi resta di nostro, fra debitori e robe, buona partita, né veggiamo modo con il nostro scrivere di rinborsare di choxa alchuna. ... 610 611 Archivio Bartolini, 250, Copialettere di Gherardo Bartolini, c. 242 v. Archivio Bartolini, 250, Copialettere di Gherardo Bartolini, c. 291 v. 387 387 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI c) Si arriva al 1541 e la situazione non si sblocca. Gherardo Bartolini in persona sollecita Vernacci a inviare quanto prima i conti relativi alle vendite delle sete612: [24 dicembre 1541] Charissimo mio Giovanni, se bene io non vi ho scritto molto in particulare, è stato perché ho lasciato la cura a quelli del battiloro, nondimeno ho senpre ricordato che vi scrivino che vogliate mandarci nota distinta et ongni conto che restasse delli nostri drappi et da voi s’è haùto più lettere, senpre diciendo che per la prima carovana li manderesti. Sono passati li anni nonché e mesi et oggi per una vostra de 19 d’ottobre intendiamo che non havevi fatto cosa alcuna de’ nostri drappi et che non havevi potuto dare li conti allegando cierte scuse. In verità, a parlarvi da amicho, come senpre vi ho tenuto, questo modo non è stato, né è, ragionevole che d’una cosa sì vechia e tanto adomandata non la habiate mandata tanta in la lungha et che senpre diate scuse che non sono né ragionevole, né capacie. Io vi parlo a sicurtà et perché ho per più conti bisognio, anzi necessità, havere tutti e conti almeno per saldar con chi ha actione, vi pregho e stringho quanto posso a darmi nota et conto di tutto et che sia bene distinto cassa per cassa, acciò che si possa saldar con ciascuno et se non lo volessi far, per altro vi pregho a farlo per la amicitia nostra et perché so che voi non mancherete, non userò altre parole, pregandovi che possendo dar fine a essi drappi lo facciate, come per altre vi s’è dato comessione. d) Da Costantinopoli non arriva alcuna risposta e Gherardo Bartolini, irritato, ordina a Vernacci di consegnare i drappi a Ilarione Ciacchi, altro suo corrispondente a Pera613: [1° febbraio 1542] Siamo al primo di febraio et vostra non si ha di poi et el di sopra è copia dell’altra scrittavi, che el medeximo vi s’afferma et di nuovo torniamo a pregarvi vi piaccia mandare quei conti, perché ne habiamo necessità et dappoi che vediamo che li drappi che vi restono non possono haver fine, siamo risoluti che li consegniate per noi costì a Larione Cachi, pigliando da llui quitanza come egli gli ha riceuti da voi per nostro conto et di questo vi pregho a non mancare, perché come havete inteso habbiamo haùto grande sinistro et havendo di poi assettato le cose nostre, c’è forza valere d’ongni cosa et pertanto vedete di exequire la comessione nostra di consegnare tutto che di nostro vi resta, così in robe come in debitori, a detto Larione Chachi, saldando el nostro conto et mandandocene le partite et vi pregho a non manchare. E per la presente non vi dico altro. e) Lo stesso giorno Gherardo Bartolini informa Ilarione Ciacchi della decisione presa e lo avverte che Giovanni Vernacci gli consegnerà presto le sete614: [1° febbraio 1542] Carissimo Larione, al paxato non m’è accaduto scrivere et la presente è perché, confidando in voi per la relatione che mi ha fatto el nostro Giovanni da fFilicaia, vi mando inclusa in questa una lettera che io scrivo a Giovanni Vernacci di costì, per la quale vedrete che gli hordino che tutte le robe che di mio si truova, che sono drappi d’oro et di seta mandatogli molti et molti anni sono, ve li consegni perché come a llui dicho io non so quello habbia in mano a punto. Et però desideravo da llui, come io gli scrivo, haver nota distinta di tutte le robe et debitori che si truova di mio et certamente m’è 612 Archivio Bartolini, 255, Copialettere di Gherardo Bartolini, c. 55 r. e v. Archivio Bartolini, 255, Copialettere di Gherardo Bartolini, c. 84 v. 614 Archivio Bartolini, 255, Copialettere di Gherardo Bartolini, cc. 84 v., 85 r. 613 388 388 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) parso strano in tanto tempo non poterlo haver et maxime che ongni dì ne sono stimolato da che ci ha interesso et perchè io penso che e procieda da troppe facciende che lui habbia, mi sono resoluto a dare questa brigha a voi et pregarvi che, riceute dette robe, vi piaccia usare ongni diligentia di farne fine et se e non si può a danari o tempo, fatene almeno qualche baratto con robe che si possino finire dalle bande di qua, vantaggiando quanto a voi fia possibile et perché confidiamo assai nella suffitientia et bontà vostra, ve ne diamo ampla et libera comessione che ne facciate come di cosa propria et sopra tutto vi pregho che Giovanni Vernacci saldi el conto mio in modo che, consegniato le robe et debitori a voi, el conto fra lui et noi resti pari. Et perchè io non vorrei che per el sinistro occorsomi, come havete inteso, Giovanni faciessi difficultà al consegniarvi per mio nome le robe et debitori, ho fatto scrivere una lettera che fia in questa, da Giovanni di Domenico Vernacci, suo parente e uno de’ procuratori de’ mia creditori, per la quale gli hordina che segua delle cosa mia tutto lo hordine che io gli darò et vedete presentargliene et essequire quanto di sopra. E pare che egli habbia di mio uno debitore, messer Luigi Griti, et non so che altro: vedete se potete fare opera alcuna che io sia satisfatto, se non in tutto almeno in parte, et in più che sia possibile et non vi fia grave darmi risposta del seguito et più presto che voi potete. f) La decisione di Gherardo Bartolini ha provocato lo scontento di Giovanni Vernacci che, adducendo pretesti opinabili, non ha consegnato le sete a Ciacchi. I Bartolini ribadiscono la decisione presa e invitano Vernacci a eseguire l’ordine615: [17 febbraio 1543] Carissimo Giovanni, per altre nostre vi si scrisse più fa sotto nome del nostro Gherardo Bartolini che vi piacessi consegniare tutte le robe et debitori che di nostro vi trovassi a Larione Ciachi, al quale pare che faciessi alcuna dificultà per non vi s’essere scritto i nostro nome ma i nome di detto Gherardo et benché voi poi risolvessi tal dificultà, vi si dice nondimeno che dette robe sarebano state benissimo consegniate secondo l’ordine di detto Gherardo, perché in verità a llui attenevano et attenghano. Et anchora lui è maestro principale di questo nostro trafficho et dispone come prima. Ma ci pare che maggiore dificultà nascha dallo avere voluto voi consegniare robe che non sono né furno mai nostre et ectiam di molto male condictionate et in verità ci pare strano che ci trattiate per questo verso, parendoci che la anticha amicitia nostra non meriti tal riconpensa et però sarete contento consegniarci quello che giustamente è nostro et quello che non è in essere è conveniente che ce ne diate il ritrato. Et però vi piacerà consegniare tutte le robe nostre ectiam tutti li debitori et quello che vi avanzassi di rischosso al sopra detto Laurione Ciachi, pigliandone da llui duplichata quitanza. Et vi preghiamo, per non havere a venire in altre dispute con voi, che siate contento sanza altra replicha seghuire quanto vi si è detto et del seghuito avisate. Doc. 167 A Costantinopoli Guglielmo da Sommaia e Vieri di Vieri sono i corrispondenti anche della compagnia di Lorenzo e Filippo Strozzi, battilori. A una data imprecisata gli Strozzi avevano inviato loro alcuni drappi per la vendita. Guglielmo da Sommaia e Vieri di Vieri li hanno venduti e il 30 gennaio 1531 spediscono a Firenze un estratto-conto di netto ricavo, che gli Strozzi copiano in un libro contabile616: 615 Archivio Bartolini, 255, Copialettere di Gherardo Bartolini, cc. 247 v., 248 r. ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, c. 251 v. 616 389 389 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Addì xvii d’aprile Mdxxxi Chopia d’un chonto aùto questo detto dì da Ghuglelmo da Sommaia e Vieri di Vieri di Pera. Aprexo chonto a voi, Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, per noi, Ghuglelmo da Sonmaia e Vieri di Vieri di Pera, della fine e spese fatte a pezze ii di rasi d’oro a andarii, riceuti in 2 chasse indiritteci Antonio e Girolamo da Sommaia e compagni di Firenze e aùte per uno draghomanno e prima: A messer Gorgio Charese, ghrecho, a dì 20 di novembre 1530, questi drappi a ppiè, aùti per pagharci fra 2 mesi, sensale Batista Albori di Pera: una pezza di raso d’oro di br. 36 1/4, fu picchi 31 3/8, a pagamento picchi 31. 5 una pezza simile di br. 34 2/3, fu picchi 30 1/8, a pagamento pichi 30 Tutto picchi lx ¼ per aspri 230 piccho, coè picchi 60 ¼ a paghamento per aspri 230 picho, aspri 13857 aspri 13857 Apresso spese e prima: Per chonductura paghati a um draghomanno di Rauga per 2 chasse di più drappi si paghò aspri 4150 sino qui a noi Per senseria e mesetteria ii per cento di senseria e 2 di mesetteria Per chomerchio di Pera a 5 per cento Per chonsolato uno per cento e 1/ii per mille di chotimo, tutto Per istallaggo di Pera a ½ per cento Per perdita di monete a 6 per mille Per nostra provisione a 2 per cento del finito Somono le spese aspri 355 aspri 415 aspri 693 aspri 146 aspri 69 aspri 83 aspri 277 --------------aspri 2038 Resta el ritratto netto, chome si vede, aspri 11819 e di tanti v’abiamo chreditori. Stando a dovere, chome noi, l’achonciate e, sendo erro o da dire per nexuno lo dite e si chorreggerà e tutto è rischoxo. Dio vi guardi. Somma aspri 2038 --------------aspri 11819 aspri 11819 A 56 aspri per ducato, 11819 Sono duc. 211 d’oro in circha Ghuglelmo da Sonmaia e Vieri di Vieri in Pera, addì 30 di gennaio 1530 Doc. 168 Dopo le spedizioni del 1525 (Doc. 138) e del 1529-30 (Doc. 149), la compagnia di Giuliano Capponi, battilori, continua ad esportare drappi in Levante. a) Nel 1530-32 ha spedito numerosi rasi ad Antonio Gerini, che a Costantinopoli curerà le vendite617: 617 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, cc. 78 s., 111 s. 390 390 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [1530] Drappi di nostro chonto in Levante in mano d’Antonio Gerini deono dare, addì 17 di dicembre, f. 47.12.3 d’oro larghi, per tanti ce li chonsegnia per debitore la ragione vecchia di questo libro, da c. 32, e sono per braccia 27 1/5 di rasi d’oro in 2 tagli mandati al detto Antonio a finire per nostro chonto, in questo, a c. 65 E, addì 21 di giugnio 1531, f. dugentonovantotto s. ii d’oro sono per br. 123 7/8 di rasi bianchi in 9 veste di più cholori mandati a finire per noi per le mani di Giovanni Gerini, chome apare al Giornale, 53, e si ragionano a duc. 2 2/5 d’oro el braccio, in questo, 78 E, addì xiii di luglio, f. otanzette s. vii d. vi d’oro sono per br. 27 ½ di rasi d’oro filati chon opera della chorda e morescha, rossi, mandati a finire per noi per le mani di Giovanni Gerini, chom’apare al Giornale, a c. 61, e si ragionano a f. 3 ¼ d’oro il braccio, in questo, 78 E, addì xxvii detto, f. 282.17.7 d’oro sono per br. 54 7/8 di rasi d’oro filato, chon diversse opere, br. 30 ¼ d’altebassi brochati d’oro filato, uno roso e uno nero, mandati a finire per noi per le mani di Giovanni Gerini, chom’apare al Giornale, a c. 63, in questo, 78618 E, addì xxv di setebre, f. 108.–.1 d’oro sono per br. 42 1/8 di rasi benechi richi e poveri d’oro filato chon diverse opere, mandati a finire per nostro chonto, per le mani di Giovanni Gerini, chom’apare al Giornale, a c. 68, in questo, 78 E, addì xxi d’ottobre, f. 166.16.5 d’oro sono per br. 67 1/6 di rasi benechi richi e poveri d’oro filato chon diverse opere, mandati a finire per nostro chonto per le mani di Giovanni Gerini, chom’apare al Giornale, a c. 71, in questo, 112 E, addì iiii di dicembre, f. 78.1.10 d’oro sono per br. 27 1/8 di rasi benechi, uno chon opera della chorda e l’altro a poste d’oro filato, mandatoli a finire per nostro chonto, chom’apare al Giornale, a c. 75, in questo, a c. 117 E, addì x di gennaio, f. 73.12.– d’oro sono per valuta di br. 16 d’altebasso roso brochato d’oro filato, mandato a finire chome di sopra, chom’apare al Giornale, a c. 78, in questo, 117 f. 47 s. 12 d. 3 f. 298 s. 2 d. – f. 87 s. 7 d. 6 f. 282 s. 17 d. 7 f. 108 s. – d. 1 f. 166 s. 16 d. 5 f. 78 s. 1 d. 10 f. 73 s. 12 d. – ---------------------f. 1142. 9. 8 b) A Costantinopoli non solo Antonio Gerini ma anche Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami hanno curato le vendite, che nel mastro hanno lasciato testimonianze molto sintetiche, sulle quali non merita indugiare. Sono intanto trascorsi alcuni anni e solo nel mese di ottobre 1541 la compagnia Capponi è in grado di determinare il risultato di esercizio, che è positivo619: [1533] Drappi di nostro chonto in Levante in mano d’Antonio Gerini deono dare . . . ... E, addì xii d’ottobre [1541], per tanti fatone creditore Avanzi, in questo, c. 104 f. 339 s. 10 d. 8 618 Il conto prosegue a c. 111 s. BNCF, Capponi, Libri di commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 14 s. 619 391 391 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 169 La compagnia di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli, setaioli a Firenze, ha stipulato con Tommaso Scarlatti, suo corrispondente a Costantinopoli, un’associazione per esportare drappi in Levante, nella quale ognuno partecipa per il 50%. a) Nel conto che segue sono registrate le sete che costituiscono la quota della compagnia Capponi-Biffoli620: Mdxxxi Drappi di nostro chonto in Levante in mano di Tomaxo Scharlatti, deono dare, addì 20 d’ottobre, f. 144.7.4 d’oro di moneta per la nostra 1/2 di f. 288.14.7 d’oro, factone creditore drappi lavorati in botegha per la ½ di br. 70 ½ di rasi rossi di chermisi a f. 1 ½ di grossi el braccio in 2 tagli e braccia 43 9/20 d’altebassi d’oro in 3 tagli consegniati a Giovanni e Vittorio Landi e compagni per mandare in Levante al detto Tomaxo a finire per noi e di detta nostra ½ detti Landi ci promettono che n’aremo buon chonto, chome apare al Giornale, c. 26, in questo, 70 E, addì detto, f. 56.19.3 d’oro per la nostra ½ di f. 113.18.6 d’oro, factone creditore drappi lavorati per la nostra ½ di braccia 81 3/8 di rasi benechi d’oro in 6 tagli consegniati a’ sopra detti per mandare in Levante al detto Tomaxo a finire chome di sopra e chome apare al Giornale, c. 27, in questo, 70 E, addì 27 di novembre, lb. 22.18.– piccioli, sono per più spese facte a’ sopra detti drappi, al Quaderno di chassa, c. 172, a Uscita, c. 47, in questo, 88 E, addì xiii di luglio [1532], f. ottanzette d’oro sono per valuta di braccia 28 ¼ a paghamento braccia 29 di raso brochato verde per f. 3 d’oro el braccio, mandato loro insino addì 11 in una balla di panni de’ loro di qui, per finire per nostro chonto chome apare al Giornale, c. 48, in questo, 112 E, addì detto, f. 204 d’oro, sono per valuta di braccia 25 ½ a paghamento di velluto rosso di chermisi con opera e fondo d’oro tirato, mandato al detto Tomaxo a finire per nostro chonto e si ragiona a duc. 8 d’oro el braccio e con chondizione che volendolo per il pregio, la ½ sia per suo chonto, chome si dice al Giornale, c. 48, el quale drappo si fè tornare da Napoli, in questo, drappi a Napoli, avere, 100 E, addì iii d’aghosto, f. 273.16.5 d’oro, factone creditore drappi lavorati in somma di f. 547.12.10 e sono per la nostra ½ di pezze 4 d’altebassi d’oro di braccia 63 ¼ e braccia 52 ½ di teletta gialla e di braccia 51 di raso chermisi, mandati a Tomaxo Scharlatti a finire per noi, chome apare al Giornale, c. 50, in questo, 112 E, addì 14 di dicembre, f. 8.5 d’oro fattone creditore spese di merchatantie per la ghabella e spaccio de’ sopra detti drappi, in questo, 620 f. 144 s. 7 d. 4 f. 56 s. 19 d. 3 f. 3 s. 5 d. 5 f. 87 s. –. – f. 204 s. –. – f. 273 s. 16 d. 5 f. 8 s. 5. – ---------------------777. 13. 5 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, setaioli, c. 86 s.; per una tabella riepilogativa delle merci importate ed esportate da questa compagnia si veda A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., p. 1003. 392 392 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) b) A Costantinopoli Tommaso Scarlatti ha venduto le sete e informa i Capponi–Biffoli, i quali prendono nota delle vendite621: Drappi di chontro deono avere, addì xii di novembre 1535, f. 645.10.9 di moneta sono per valuta di aspri 33568 ci fa buoni Tomaxo Scharlatti di Pera per ritratto netto e per quando rischossi saranno di più drappi a chomune finiti e datone chonto socto dì 7 di gugnio paxato, chome apare al Giornale, c. 133 e c. 134, in questo, dare, 121 E, addì detto, f. 307.11.6 di moneta sono per valuta di aspri 15994 ci fa buoni Tomaxo Scharlatti per ritratto netto e per quando rischossi saranno d’una pezza di velluto chermisi d’oro tirato e una pezza di raso benechi, chome apare per il chonto aùto da llui socto dì 8 di gugnio paxato, chopiato al Giornale, c. 134, in questo, dare, c. 121 f. 645 s. 10 d. 9 f. 307 s. 11 d. 6 ---------------------f. 953. 2. 3 c) L’operazione è ormai conclusa e i Capponi-Biffoli possono calcolare il risultato finale, che è positivo622: Drappi di nostro chonto in Levante in mano di Tomaxo Scharlatti, deono dare . . . ... E deono dare, addì 12 di novembre [1535], f. 175.8.10 s’avanza a questo chonto, in questo, avere, 242 f. 175 s. 8 d. 10 Doc. 170 Dopo l’esperienza del 1529 (Doc. 146), Bernardo de’ Bardi nella primavera del 1532 si appresta a lasciare di nuovo Firenze per raggiungere Costantinopoli, via Ancona e Ragusa. Numerosi mercanti, amici e conoscenti approfittano dell’occasione per spedire le loro merci nella capitale ottomana. La compagnia Eredi di Giovanni Lotti affida a Bernardo de’ Bardi una cassa di drappi destinata a Francesco Benci. È previsto che Bernardo si imbarchi ad Ancona per Ragusa e poi prosegua per Costantinopoli via Adrianopoli. In un libro contabile Bernardo ha copiato il ricordo della commissione623: Chopia di uno richordo aùto da rede di Giovanni Loti sino a dì 24 d’aprile 1532 di una chas[s]a di drapi e prima: Richordo e chomisione di (sic) dà a te Bernardo di Bindo de’ Bardi per no[i] rede di Giovanni Loti e compagni in questa tua gita di Levante e prima: E ti s’è chonsegniato questo dì 24 d’aprile una chas[s]eta entrovi più nostri drapi, la quale è segniata davanti nostro segno di N. 4, la quale ti s’è consegniata ispaciata di tute le spese insino 621 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, setaioli, c. 86 d. 622 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, setaioli, c. 86 s. 623 ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 74 s. 393 393 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI chondota in A[n]chona, la quale, gunto sarai in A[n]chona, la charicherai in sul navile andrai tu chon l’altre tue robe per chondurti a Raugia o a Chastello Nuovo e gunto sarai in uno de’ detti luogi la meterai a chamino per Pera cho l’altre tue robe e cholla persona tua per chondurti in Andrinopoli e, gunto sarai in Andrinopoli, chonsegnierai a Francesco di Nicholò Bencci o a chi da lui ti sarà ordinato per seguire nostro ordine e di tutto quello ispenderai per chondure detta chas[s]eta da detto Francesco te ne varai, che chosì se gli è ordinato e da llui piglia riceuta, richordandoti che tu pag[h]i tuti e chomerchi e pasi ordinari, che di tale chosa non vogliamo chorere ristio nesuno, a[n]zi vogliamo che tuto vadi sopra di te e alsì che tu abia avertenzia al pasare le fiumare e a tute l’altre chose d’anpedire simile merchanzia, benché per esere tu persona praticha e diligente, sapiano non bisognia richordartelo. E altro non c’ochore dirti se none che tutto il di sopra ài a seguire insino a tanto che da noi altro non ti sarà ordinato. Che Idio te e le robe per tutto salvo chonducha, e per fede dell’oservanzia ti soschriverai qui a piè di tua propia mano obrigandoti a quanto di sopra e alsì d’avere riceuto detto richordo. Èraci ischordato dirti che in chaso che Francesco Bencci fusi morto, che Idio guardi, overo se ne fusi venuto di qua, che in tale chaso tu chonsegni deta chas[s]a a Guglielmo da Somaia e Vieri di Vieri e compagni per seguire chome di sopra. Doc. 171 Bernardo de’ Bardi, in partenza per Costantinopoli, riceve da un’altra compagnia – l’ormai famosa azienda di Gherardo Bartolini (Docc. 150-166) – una seconda cassa di drappi destinata sempre a Giovanni Vernacci. a) In un suo libro contabile Bernardo de’ Bardi ha copiato il ricordo di questa seconda commissione624: Chopia di uno richordo di Gerardo Bartolini e compagni batilori e prima: Iesus, a dì 30 d’aprile 1532 Ricordo a voi, Bernardo de’ Bardi, chome noi, Gherardo Bartolini e compagni, batilori, vi diamo chomisione questo dì sopra deto che di una chas[s]a di nostri drapi d’oro segnata dello avanti nostro segno, N. 1, che questo dì vi s’è consegniata in dogana di Firenze francha d’ogni ispese per chondurre in Pera, la quale charicherete in sul primo e più sichuro pasagio che partirà del porto d’Anchona cho lla persona vostra per Pera, che Idio per tuto salvo vi chonducha. E dal padrone d’eso pasagio vi farete fare dopia polizia di charichamento e a noi la manderete per salvo modo e deta chas[s]a per il chamino d’Anchona insino in Pera pagerete tuti e noli e dazi e altre ispese apartenente a deta chas[s]a, da uomo dabene, e di chosì vi diamo chomisione. E in questo chaso, quando n’entervenise dano alchuno, tuto s’intende esere e sia sopra di voi e, chon più diligenzia sapete e potrete, la chondurete in Pera e, arivato che sarete chon deta chas[s]a, che Idio salvo vi chonducha, subito la chonsegnierete a Govani di Francesco Vernacci per seguirne nostro ordine. E chosì vi chometiamo e dal detto Govani Vernaci vi farete pagare tute le spese fate per deta chas[s]a, da uomo dabene, e non altrimenti ve ne varete e tutto rimetiamo in detto Govanni Vernacci. E se per chaso alchuno, che Idio guardi, deto Giovanni Vernacci fusi morto o che lui fusi di ritorno, in simile chaso vi diamo libera chomisione di finircci deti drapi per i danari chontanti chon 624 ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 74 s. e d. 394 394 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) più profito sia posibile e di chosì vi diamo chomisione e sopra tuto vi si richorda metere deta chas[s]a in su buon legnio e buone bestie e avere chura alle fiumare di dì e di note, che Idio per tutto vi achonpagni. E al veturale che vi chondurà deta chas[s]a insino in A[n]chona non avete a pagare niente di porto perché qui l’abiamo achordato noi. b) Durante il viaggio, soprattutto in occasione della tappe nei porti di Ancona e Ragusa, maturano alcuni oneri accessori che Bernardo de’ Bardi trasmette a Giovanni Vernacci, destinatario dei drappi a Costantinopoli625: A dì deto [luglio 1532] Apreso si darà chonto a voi, Giovanni Vernacci e compagni di Pera, di spese fate a una chas[s]a di drapi di chonto di Gerardo Bartolini e compagni, d’Anchona insino in Andrinopoli e prima: Per ispacio d’Anchona, nolo di nave, ispacio e chomerchio di Raugia, chomerchio di Chastel Nuovo, per aguglio, pasi di barche e di fiumare, salario di garzoni e di dragomanno, per ispese di vito, intereso di danari e altre ispese, tocha aspri 1800 per chas[s]a e di tanti siate debitore aspri 1800 Doc. 172 Alcuni mercanti hanno affidato (Doc. 146) e ancora affidano le loro merci (Docc. 170, 171) a Bernardo de’ Bardi in occasione dei suoi viaggi in Levante; altri gli chiedono, una volta giunto a destinazione, di trasmettere ai loro corrispondenti messaggi orali. La compagnia di Mazzingo Mazzinghi, battilori, prega Bernardo di riferire a Pandolfo Biliotti, attivo a Costantinopoli, alcuni dati interessanti. La compagnia è infatti pronta a inviare altre sete di qualità, però vi sono due aspetti negativi: la momentanea scarsità di tessitori veramente bravi a Firenze e i forti investimenti già effettuati626: [1° maggio 1532] ... Al mio honorando chonpare da mia parte mi rachomanderete e gli direte che io non penso mai a altro che pingnere lasù drapi di pelo, chosa richa, pulita e bella e per al presente m’impedice dua chose: la prima, la charestia di buon tesitori; la sechonta, l’avere io groso soma di chostà, chome meglio a bocha sadisfarete, perché sapete il mio buono animo verso di lui. ... Doc. 173 Bernardo de’ Bardi ha completato la sua missione a Costantinopoli: ha venduto i drappi e ora si appresta a rientrare. Prima di partire, Bardi compila elenchi dettagliati di tutto quanto porterà con sé. Molti mercanti fiorentini attivi a Costantinopoli approfittano infatti di questa occasione per spedire a Firenze alcune merci (ciambellotti e mucaiari, tessuti di lana tipici delle terre dell’Islam) e soprattutto somme di denaro. 625 626 ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 79 r. ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 75 r. 395 395 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Impressionante è il movimento delle monete sonanti. A titolo di esempio presentiamo la trascrizione integrale delle prime cinque voci del conto, tutte relative a somme consegnate da Francesco da Magnale. Tra gli altri mercanti che spediscono danaro a Firenze si segnalano Guglielmo da Sommaia e Vieri di Vieri e compagni, Giovanni Vernacci, Lorenzo Barducci e Carlo Zati. L’ultimo mercante dell’elenco, un certo Matteo Maestrini, affida a Bernardo de’ Bardi un grupo contenente 31 ducati da consegnare a Zanobi Bartoli, attivo a Ragusa. Il totale delle somme affidate a Bernardo de’ Bardi ammonta a circa 3500 ducati, equivalenti ad aspri 207879. Il rapporto aspro/ducato, normalmente 59/1, poteva mutare in conseguenza della qualità delle monete inviate: ad esempio nell’ultimo caso esso diventa 54,18/1 data la cattiva qualità (mala sorta) dei ducati627: 1533 A piè sarà nota de’ grupi arò per portare in Firenze a chi s’arano a chonsegniare, e segni di chontro628, e quello vi sarà drento e prima: Uno grupo segnato dello segno avanti, da Francesco da Magniale, per chonsegniare in Firenze a rede di Francesco da Magniale e compagni, lanaioli, in che è drento per Uno grupo segnato dello segno avanti, dal detto, per chonsegniare in Firenze a Lionardo da Filichaia in che dise esere duc. 165 e aspri 29 Uno grupo segnato dello avanti segno, dal detto, per chonsegniare in Firenze a rede di Piero delle Machie in che dise esere drento duc. 51 d’oro di peso e aspri 12, vagliono Uno grupo segnato dello avanti segno, dal detto, per chonsegniare in Firenze a Antonio e Girolamo da Somaia, in che dise esere drento duc. 300 d’oro ung[h]eri, vagliono aspri Uno grupo segnato dello avanti segno, dal detto, per chonsegniare in Firenze a ordine di Guglielmo da Somaia a Antonio e Girolamo da Somaia e compagni, in che dise eser drento duc. 323 di mala sorta per valuta di aspri ... aspri 50082 aspri 9829 aspri 3021 aspri 17700 aspri 17500 ---------------207879 Doc. 174 Nel 1532 la compagnia di Giuliano Capponi, battilori, consegna alcuni drappi a Luca Salvucci, in partenza per Costantinopoli. a) Nel conto Drappi è registrato, come sempre, il valore attribuito alle sete. Segue poi il ricordo del passaggio – avvenuto a Costantinopoli – di parte delle pezze dalle mani di Luca Salvucci a quelle di Carlo Zati629: 627 ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, carta non numerata. 628 Per ognuna delle registrazioni che segue è riportata, nel margine sinistro della carta, la marca mercantile (il segno) della compagnia alla quale il denaro deve essere consegnato. 629 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 146 s. (le prime due registrazioni); la Nota finale è tratta da: BNCF, Capponi, Libri di commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 18 s. 396 396 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [1532] Drappi d’oro e di seta chonsegniati qui a Lucha di Pier Filippo Salvucci per finire in Pera per noi deono dare, addì xxi d’aghosto, f. 42.11.6 d’oro, e sono per una vesta di raso d’oro chon opera della chorda aùto da nnoi, chom’apare al Giornale, a c. 44, in questo, drappi, avere, a c. 117 E, addì xii d’ottobre, f. 193.18.8 d’oro, sono per valuta di veste vii di rasi benechi di più sorte, fatoli chonsegniare in Anchona da Iacopo Miniati per finire per noi, chome di sopra, e quali drappi venghono di chonto di Raffaello Bartolini, in questo, a c. 139 ... Nota che deto Lucha n’à lasciato ii veste in mano di Charllo Zati di Pera per finire a nostro ordine, franche di tutte spese, le quali so di br. 27 5/8 tute dua e ci stanno per stimare in duc. 86.6.6. f. 42 s. 11 d. 6 f. 193 s. 18 d. 8 b) A Costantinopoli Luca Salvucci vende nel 1534 una parte delle sete; solo nel 1545 Carlo Zati riesce a smerciare le restanti. Zati trasmette i dati alla compagnia Capponi, che li copia nel suo libro contabile630: Drappi di chontro deono avere, addì xv di dicembre 1534, f. 212.6.5 d’oro di moneta, sono per valuta d’aspri 10588 ci fa buoni Lucha Salvucci di Pera per ritratto neto di picchi 72 7/8 di rasi beneche finiti di nostro, chome apare per il chonto aùto da lui soto dì 10 di luglio paxato e chopiato alle Richordanze, a c. 193, in questo, 47 E, a dì 14 d’ottobre 1545, f. 80.16.– di moneta sono per valuta d’aspri 4040 ci fa buoni Charlo Zati di Pera per ritratto netto, e nel grado sono di 2 pezze di rasi tanè a chorde finiti e datone chonto socto dì 27 di luglio 1543, chome si dice al loro chonto, in questo, 106 f. 212 s. 6 d. 5 f. 80 s. 16 d. – ------------------293. 2. 5 c) L’operazione è ormai conclusa e la compagnia di Giuliano Capponi può determinare il risultato di esercizio, che è positivo631: Drappi di nostro chonto in Levante in mano di Lucha Salv[u]cci deono dare . . . ... E, a dì 14 d’ottobre 1545, f. 46.12.3 di moneta s’à d’avanzo a questo chonto, in questo, 104 f. 46 s. 12 d. 3 ------------------293. 2. 5 630 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 18 d. 631 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 18 s. 397 397 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 175 Questa è la prima di una serie di operazioni eseguite da un mercante fiorentino – Francesco Lioni – attivo a Venezia e in vario modo legato ai Capponi e agli Strozzi. Sono interventi non comuni, che coinvolgono Firenze, Venezia e Alessandria d’Egitto. Francesco Lioni ha deciso di spedire ad Alessandria, tramite un amico siciliano, 80 braccia di raso tanè. a) Lioni a Venezia acquista il raso nella bottega di un merciaio632: Mdxxxii Lunedì, addì ii di setenbre ... A drapi di mio conpto, in mano di Prospero, ciciliano, di mio conpto, per portar secho in Alexandria fino l’anno 1531, duc. cinquantacinque gr. vi, sono per br. 80 di raso tanè, a pagamento br. 78 a grossi 17 il braccio, conperato da Francesco, mercaio, al qual li feci buoni per contanti in più soma, in credito alla cassa, a Libro duc. 55 ... gr. 6 b) Lioni riunisce nel conto Drappi il costo del raso e le spese accessorie633: Mdxxxii Drappi di mio conpto in mano di Prospero Stieti, ciciliano, deono dare, addì ii di setenbre, duc. lv gr. vi, sono per l’amontare di br. 80 di raso tanè, a paghamento br. 78 a grossi 17 il braccio, conperato da Francesco, mercaio, al quale glieli feci buoni per chontanti più fa, in più soma, chassa avere, in questo duc. 55 Nota che detto raso ebbe detto Prospero per portare con secho in Alexandria e mandarmene li ritratti fino d’aghosto 1531. E, addì detto, duc. uno gr. xxi sono per tanti spesi di contanti ne la buletta di detto raso, chassa, avere, in questo, c. 27 duc. 1 ... gr. 6 gr. 21 c) L’amico siciliano è arrivato ad Alessandria e ha ceduto il raso in cambio di zenzero bianco, valutato duc. 92. A Venezia Lioni ne prende nota, chiude il conto Drappi e calcola il risultato economico, che è molto positivo634: Mdxxxii Drappi di mio conpto in mano di Prospero Stieti, ciciliano, deono dare . . . ... E deono dare [1533?], per tanti si fanno buoni Avanzi di mio conpto, avere, in questo, 84 duc. 34 632 d. 21 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2926, Entrata e uscita e debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 1 d. 633 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2926, Entrata e uscita e debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 28 s. 634 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2926, Entrata e uscita e debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 28 s. 398 398 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 176 La compagnia di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli produce drappi destinati essenzialmente al mercato occidentale. Già nel 1531 i Capponi-Biffoli avevano spedito sete a Costantinopoli (Doc. 169). Nel 1533 una favorevole circostanza li spinge di nuovo a consegnare un costoso velluto altobasso a Giovan Battista Doffi, in partenza per la Barberia, cioè il Nord Africa. a) Il costo del velluto altobasso affidato a Giovan Battista Doffi635: Mdxxxiii Drappi di nostro chonto in Barberia deono dare, addì x di novembre, f. 34.2.6 d’oro, factone creditore drappi lavorati in botegha, e sono per valuta di braccia 9 ¾ di velluto altebasso rosso di chermisi chonsegniato a Giovan Battista Doffi per finire per noi in questa gita da Livorno per Barberia, chome apare al Giornale, c. 32, in questo, 186 f. 34 s. 2 d. 6 ... b) In Barberia il tessuto viene venduto per f. 45636. Il 12 febbraio 1535 la compagnia Capponi–Biffoli chiude il conto con un risultato molto positivo637: Drappi di nostro chonto in Barberia deono dare . . . ... E, a dì 12 di febraio 1534, f. 10.17.6 fattone creditore Avanzi, in questo, 242 f. 10 s. 17 d. 6 Doc. 177 Dopo quelle spedizioni di sete tra Firenze e Venezia nel 1456 (Doc. 16) e nel 1468 (Doc. 31), ancora uno scambio di drappi tra le due città, portato avanti da un fiorentino – Francesco Lioni – attivo a Venezia e sempre impegnato nel commercio col Levante. Nel 1534 Lioni riceve da Firenze costose telette d’oro e tre campioni (mostre) di rasi d’oro. Fornitrice è la compagnia di Giovan Battista Giovanni di Firenze. I valori sono ora espressi in lire di grossi di Venezia638: Mdxxxiiii Drappi d’oro di mio conpto di contro deono dare, addì xviii d’aghosto, lb. dicotto s. xvi d. iiii di grossi sono per l’amontare di costo e spese di dua pezze di telette, come di sotto, conperatemi e mandatemi e Giovanni di Firenze, come in Giornale, a c. 12, avere loro per mio conto de’ tenpi, in questo, 30 lb. 18 s. 16 d. 4 635 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, setaioli, c. 187 s. 636 Un sintetico riferimento alla vendita ricorre a c. 187 d. dello stesso codice. 637 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, setaioli, c. 187 s. 638 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 39 s. In corrispondenza della seconda registrazione, nel margine esterno è scritto venduta. 399 399 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI ... E, a dì 22 di settembre, lb. cinque s. xviiii d. viii di grossi per costo e spese d’una pezza di teletta paghonaza a un oro di br. 29 ¾, a pagamento br. 29 ½, conperata e mandatami e Giovanni di Firenze, come in Giornale, a c. 16, avere detti per mio conto de’ tenpi, in questo, 30 lb. 5 s. 19 d. 8 E, a dì 27 d’otobre, lb. – s. viii d. viiii di grossi per costo di 3 mostre di rasi d’oro mandatomi, avere, in questo, e Giovanni di Firenze, 33 lb. – s. 8 d. 9 ... E, addì xiiii di novenbre, lb. ventidua s. x d. vii di grossi per valuta di f. 213.18.11 d’oro di moneta per costo e spese di 3 pezze di telette a un oro mandatomi Giovan Battista Giovanni e compagni di Firenze, in credito, come di sotto lb. 22 s. 10 d. 7 ... Doc. 178 Francesco Lioni a Venezia è il corrispondente di molti mercanti fiorentini attivi a Pera, tra i quali i fratelli Guglielmo e Gian Battista da Sommaia e Tommaso Scarlatti. Dietro loro richiesta, Lioni ha acquistato ingenti partite di domaschini da un certo Niccolò Ponzoni. I valori sono sempre espressi in lire di grossi di Venezia. a) Lioni compera le sete destinate ai da Sommaia639: Nicolò di Ponzoni di contro de’ avere, addì – di marzo [1537], lb. venticinque di grossi, sono per braccia 250 di domaschini fra tanè e verdi a fiori picholi, aùti da lui per duc. uno braccio, per conto del contrascritto riobarbero, dare, drapi di seta di contto de’ Somai di Pera, a Libro, 193 lb. 25 s. – d. – E, addì xviiii di magio, lb. quarantasette s. iii d. xi di grossi, sono per br. 475 1/3 di domaschini aùti da lui, come in Giornale, a c. 177, dare, drapi di seta de’ Somai, 193 lb. 47 s. 3 d. 11 ... b) Lioni addebita il costo nel conto Drappi dei da Sommaia640: [1537] Drappi di seta conperati per contto di Giuielmo e Gan Batista da Somaia di Pera deono dare, fino addì – di marzo, lb. venticinque di grossi, sono per br. 250 di domaschini fra tanè e verddi aùti a duc. uno il braccio, da Niccolò di Ponzoni, a barato di riobarbero, avere, detto Niccolò, in questo, 183 lb. 25 s. – d. – E, addì xviiii di magio, lb. quarantasette s. iii d. xi di grossi, sono per br. 475 1/3 di domaschini in fra tanè e verddi, aùti come in Giornale, a c. 177, da Niccolò di Ponzoni, avere, 183 lb. 47 s. 3 d. 11 639 640 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 183 d. BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 193 s. 400 400 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) c) Nello stesso tempo Lioni compera anche i drappi destinati a Tommaso Scarlatti in Pera641: [1537] Nicolò di Ponzoni di contro de’ avere, addì . . . ... E, addì xviii di luglio, lb. ventitre s. xii d. vi di grossi per br. 258 ¼ di domaschini tanè aùti da lui, come in Giornale, a c. 192, dare drapi di Tomaso Scharlatti, in questo, 228 lb. 23 s. 12 d. 6 ... d) Allo stesso modo Lioni addebita il costo nel conto Drappi dello Scarlatti642: Mdxxxvii Drappi di seta di conto di Tomaso Scarlatti di Pera deono dare, addì xviii di luglio, lb. ventitre s. xii d. vi di grossi, sono per br. 258 ¼ a pagamento br. 252 di domaschini tanè a grossi 22 ½ il braccio, aùti da Niccolò di Ponzoni, avere, in questo, 183 lb. 23 s. 12 d. 6 ... Doc. 179 Su richiesta di Guglielmo da Sommaia, attivo a Pera, il 23 dicembre 1538 Francesco Lioni si rifornisce a Venezia di 15 drappi tra rasi e damaschi da un mercante toscano, Gian Domenico di Niccolò643: Mdxxxviii Lunedì, addì xxiii di dicenbre ... A drappi di seta conperati per contto di Ghuielmo da Sommaia, proprio, lb. novantadua s. viiii di grossi sono per pezze xv di drappi fra rasi e domaschi di colori come di sotto, br. 924 a duc. 1 il braccio, aùti da Gian Domenico di Niccolò, toscano, per darlli a rincontro tanto muschio per duc. 6 oncia all detto Gan Domenico, a Libro, lb. 92 s. 8 di gr. domaschino rosso di verzino a fioretti br. 75. – domaschino latisino a fioretti br. 47. 3 domaschino beretino a chaperetti br. 24. 2 domaschino tanè a fioretti br. 44. 3 domaschino turchino a fioretti br. 85. 2 domaschino beretino a chaperetti br. 70. – domaschino negro a fior grandi br. 54. – 641 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 183 d. BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 228 s. 643 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 52 s. 642 401 401 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI domaschino tanè a fioretti domaschino tanè a fioretti domaschino verde a chaperetti domaschino rosso di verzino a fior grandi domaschino festichino a chaperetti raso verde mezo colore raso alesandrino raso tanè In tutto br. 68. 3 br. 66. – br. 58. 1 br. 63. 3 br. 69. 3 br. 63. 2 br. 89. – br. 44. – -----------br. 924 ½ Doc. 180 Tommaso Scarlatti da Costantinopoli si rivolge di nuovo a Francesco Lioni, in Venezia, per rifornirsi di altre sete. Il 23 dicembre 1538 Lioni spedisce a Scarlatti velluti e damaschi di differenti colori644: Mdxxxviii Lunedì, addì xxiii di dicenbre A robe di nostro contto mandate in Pera a Tomaso Scarlatti lb. trentasette s. xiiii d. 1 si fanno buoni a drappi di seta di nostro contto e sono per e sotoscritti drappi mandati in Pera a detto Tomaso per nostro conto in balle 3 de’ nostri panni scarlatini di conto avere, a Libro lb. 37 s. 14 d. 1 raso di lacha con le chordeline verde br. 52 raso simile br. 71 raso simile br. 39 ½ -----------In tutto br. 162 ½ che a pagamento furono br. 158 a grossi 23 braccio, monta lb. 15. 2. 10 veludo di lacha con le chordeline verde br. 13 ¼ a pagamento br. 13 a duc. 2 braccio lb. 2. 12. – veludo di lacha con le cordeline galle a pagamento br. 13 a duc. 1 ¾ braccio, monta lb. 2. 5. 6 domaschino rosso di verzino a fiori grandi br. 74 ½ domaschino rosso simile br. 73 domaschino negro a fiori grandi br. 52 ¾ -----------In tutto br. 200 ¼ A pagamento br. 195 a grossi 19 braccio, monta br. 30 di domaschino zalo a fioreti a grossi 18 644 lb. 15. 8. 9 lb. 2. 5. – ---------------lb. 37. 14. 1 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 53 r. 402 402 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 181 A breve distanza di tempo, Francesco Lioni da Venezia spedisce a Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami, in Pera, altri drappi. a) Il 10 febbraio 1539 Lioni invia rasi e damaschi acquistati dal solito mercante toscano, Gian Domenico di Niccolò (Doc. 179)645: Mdxxxviii Lunedì, addì x di febraio ... A drappi di seta di contto di Ghuielmo da Sommaia e Leonardo Girolami, lb. ventiquatro s. xviii di grossi sono per br. 100 di raso di lacha con le chordeline verde a duc. 1 1/6 braccio e br. 137 ½ a pagamento br. 132 1/3 di domaschino a duc. 1 braccio, aùti a ricontro del sudetto muschio dal sopra deto Gan Domenicho di Niccolò, toscano, come di sotto, a Libro lb. 24 s. 18 di gr. raso di lacha br. 100. – domaschino rovano a capperi br. 41. – domaschino zalo a capperi br. 36. 3 domaschino verde a capperi br. 13. – domaschino alexandrino a fioretti br. 22. 1 domaschino cang[i]ante br. 24. 2 Tutto per duc. 249 b) Il 4 marzo 1539 Lioni invia un raso paonazzo646: Mdxxxviii Martedì, addì iiii detto [marzo] ... A drappi conperati per Guielmo da Sommaia e Leonardo Girolami di Pera lb. tre s. uno d. iii di grossi sono per br. 21 ½ di raso paghonazo di cremisi a paghamento br. 21 a duc. 1 grossi 11 braccio, aùto da Santo di Zuani da la Seda, al qual li scrivemo in banco di messer Antonio de Prioli, avere, a Libro lb. 3 s. 1 d. 3 Doc. 182 Velluti di Genova per Costantinopoli. Francesco Lioni interviene ora nel ruolo di intermediario tra Francesco da Magnale, un mercante fiorentino attivo a Pera, e Antonio Mocenigo a Venezia. Lioni ha ricevuto da Francesco da Magnale alcune pietre preziose e le ha cedute a Mocenigo in cambio di drappi genovesi. Il 15 marzo 1539 Lioni nel suo Giornale menziona con grande precisione i drappi destinati a Pera, che consistono in 15 645 646 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 61 r. BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 64 r. 403 403 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI velluti di Genova, per un totale di palmi 1255 (ovvero quasi br. 490), e in un damasco nero di br. 42647: [15 marzo 1539] ... veluto negro rossi pezze una palmi 80 ½ palmi 89 ½ 79 81 84 89 82 -------81 259 ½ 85 83 75 ½ --------650 negri 259 ½ rossi 254 verdi 91 ½ violetti --------In tutto 1255 E più s’ebbe br. xlii di domaschino negro verdi 74 100 80 ----254 violetto 91 ½ Doc. 183 Francesco Lioni da Venezia continua a spedire sete a Costantinopoli, in particolare a Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami. Il 5 aprile 1539 Lioni ha acquistato per loro tre damaschi da un certo Giovan Battista di Livorno648: Mdxxxviiii Sabato, addì v di aprile 1539 A drappi conperati per Ghuielmo da Sommaia e Leonardo Girolami di Pera lb. sette s. v di grossi sono per e soto scritti drappi conperati da Gan Battista da Livorno, avere, a Libro lb. 7 s. 5 di gr. br. 21 ½ di domaschino pagonazzo cremisi a fioretti, a pagamento br. 21 a grossi 36 il braccio, monta duc. 31 gr. 12 br. 21 ¼ di domaschino verde scuro a fioretti, a pagamento br. 20 ¾ a grossi 24 il braccio, monta duc. 20 gr. 18 647 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 66 d. Lioni aggiunge inoltre che il damasco nero era a fiori grandi e che i drappi, misurati in palmi (a la misura genovese), furono valutati complessivamente lire 100 di grossi (c. 66 s.). 648 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 72 v. 404 404 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) br. 20 ¾ di domaschino bigo scuro a pagamento br. 20 ¼ a grossi 24 braccio, monta duc. 20 gr. 6 -----------------duc. 72 gr. 12 Doc. 184 A distanza di pochi mesi, Francesco Lioni da Venezia invia a Tommaso Scarlatti altre sete. a) Il 16 luglio 1539 Lioni acquista tre rasi da un altro mercante toscano, Andrea di Bernardo649: Mdxxxviiii Mercoledì, addì xvi detto [luglio] ... A drappi conperati per Tomaso Scarlati di Pera lb. disdotto s. xviiii d. viiii di grossi sono per 3 pezze di rasi conperati a grossi 21 braccio d’Andrea di Bernardo, toscano, come di sotto, avere, a Libro lb. 18 s. 19 d. 9 raso alexandrino br. 67. 2 raso tanè br. 75. 2 raso verde br. 78. 3 -----------In tutto br. 221. 3 a pagamento br. 217 b) Il 19 luglio Lioni compera un damasco verde dal mercante veneziano Marco Zane650: Mdxxxviiii ... Sabato, addì xviiii detto [luglio] ... A drappi di seta per Tomaso Scarlatti di Pera lb. cinque s. viiii d. vii di grossi sono per br. 48 di domaschino verde e br. 22 ¾ di tanè, in tutto br. 70 ¾ a pagamento br. 69 ¼ a grossi 19 il braccio, aùti da messer Marco Zani, al qual si paghorno contanti, portò Zuanni d’Antonio, suo fatore, cassa, avere, a Libro lb. 5 s. 9 d. 7 di gr. c) Lo stesso giorno Lioni aggiunge un damasco nero a fiori grandi, già di sua proprietà651: Mdxxxviiii Sabato, addì xviiii di luglio ... A drappi conperati per Tomaso Scarlatti di Pera, lb. cinque s. vi di grossi sono per br. 54 di domaschino negro a fiori grandi, a pagamento br. 53 a duc. 1 br., contoci da noi medesimi, avere, robe nostre, a Libro lb. 5 s. 6 di gr. 649 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 95 r. BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 95 v. 651 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 96 v. 650 405 405 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 185 Ancora velluti genovesi per Costantinopoli. Da Venezia Francesco Lioni continua a inviare sete a Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami. In questa operazione partecipano Lioni per 1/3 e i da Sommaia–Girolami per 2/3. La documentazione relativa a questa operazione si è conservata in parte alla Biblioteca Nazionale e in parte all’Archivio di Stato: al solito Giornale si affianca ora un Copialettere. a) Il giorno 9 agosto 1539 Francesco Lioni annota, nel suo Giornale, l’acquisto di nove velluti di Genova, avuti in cambio di una nota spezie, la manna. La lunghezza complessiva dei velluti ammonta a palmi 783, equivalenti a br. 305652: Mdxxxviiii Sabato, addì viiii d’aghosto ... A veluti genovini atenentti per 2/3 a’ Somai e Girolami di Pera e per il 1/3 a noi, lb. cinquantadua s. ii d. uno di grossi, sono per pezze 9 di veluti di più colori, come di sotto, che furno palmi 783 per br. 305 a grossi 41 braccio, aùti a chontto d’un baratto di manna da Piero Zanni Cibo di Cherssi, avere, a Libro lb. 52 s. 2 d. 1 veludo negro peze una palmi 92 ½ negro palmi 90 negro palmi 79 ½ negro palmi 72 ½ negro palmi 95 rosso palmi 100 ½ rose secho palmi 75 ½ turchino palmi 91 violeto palmi 86 ½ ----------------palmi 783 braccia 305 b) Cinque giorni dopo, Lioni scrive a Guglielmo da Sommaia, a Costantinopoli, e lo informa di avere spedito i nove velluti653: [13 agosto 1539] ... Per via d’Ancona v’abiamo mandato pezze 9 di veluti in una cassa segniata di vostro e N. 4, che si sono aùti a contto del baratto della manna. Mandavisi la fattura. Quando arivino direte la risceputa. Procuratene la fine, come siate soliti, e avisate. ... c) Il 4 novembre Lioni scrive nuovamente a Guglielmo da Sommaia. Gli ricorda l’avvenuta spedizione dei velluti e lo avverte che a gennaio dovrebbero essere pronte altre sete654: 652 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 103 r. ASF, Libri di commercio e di famiglia, 997, Copialettere di Francesco Lioni, c. 104 v. 654 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 997, Copialettere di Francesco Lioni, c. 178 r. 653 406 406 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) [4 novembre 1539] Im Pera, al Somaia ... E veluti genovini mandatovi arete aùti e ne fate fine, che sopra il vostro ghaleone pasorno in Raugia d’Ancona e il resto a questo genaro s’àn d’avere e, aùti, vi si manderanno, dandovene aviso e contto particulare. ... d) Il 15 maggio 1540 sono pronte altre 10 pezze di velluti e Lioni ne prende nota nel suo Giornale655: Mdxxxx Sabato, addì xv di mago ... A velutti genovini atenentti per 2/3 a Guielmo da Sommaia e Leonardo Girolami di Pera e il 1/3 a noi, lb. cinquantanove s. – d. v di grossi, sono per l’amontare di pezze x di velutti che furono pichi656 883, che sono braccia 345 ½, tutti a grossi 41 il braccio, da Piero Zanni Cibo di Ghersio a contto d’un mercato di manna datoli più fa, avere, a Libro lb. 59 s. – d. 5 una pezza turchina di pichi 84 ½ una pezza rossa di pichi 65 ½ una simile pichi 114 una negra pichi 81 una detta pichi 90 una deta pichi 90 una detta pichi 82 ½ una detta pichi 86 ½ una deta pichi 99 ½ una deta pichi 89 ½ ----------------In tutto pichi 883 e) All’inizio di settembre 1540 Francesco Lioni scrive a Costantinopoli a Guglielmo da Sommaia (Girolami nel frattempo è morto) e riassume l’intera operazione657: Addì primo di settenbre 1540 Im Pera, al Somaia ... Più tempo fa vi mandai una cassetta di pezze 9 di veluti genovini, che l’avevi aùta. Da poi, per via di Ancona e mani del Peruzo, v’ò mandato una cas[s]etta di veluti drentovi pezze 10, la quale è segnata dello avanti |=| e N. 3, e il detto Peruzi mi scrisse avervela mandata sopra la barca dello Scarlatti. Farete, non ’sendo, d’averlla, che in tutto sono state pezze xviiii, le quali si sono aùte a 655 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 156 v. Lapsus del contabile, che avrebbe dovuro scrivere, qui come nell’elenco che segue, palmi. 657 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2927, Copialettere di Francesco Lioni, c. 75 r. 656 407 407 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI rincontro della manna venduta più tenpo fa per conto atenente a voi 2/3 e a me il 1/3. De’ quali veluti in questa ne sarà il conto, che per li vostri 2/3 v’abiàn fatto debitore di lire 76.3.3 di grossi. Rivedetelo e aconciatelo, stando a dovere, e avisate. E a detti veluti date fine e fateci creditori della nostra 1/3 parte e date aviso. Che Iddio li mandi a salvamento. ... f) I dieci velluti contenuti nella seconda cassa non soddisfano Guglielmo da Sommaia. Da Venezia Francesco Lioni risponde all’amico e manifesta il proprio dispiacere658: Addì xiii di febraio 1540 [=41] In Pera, al Somaia ... Intendo riscevesti la cassetta delle x pezze di veluti e vi sono riusciti tristi, che vi dico ch’è meglio stato avere cotesti che niente, che per cotesti veluti io vi sono rimasto sotto a duc. 500. E siate certo che solo ò aùto questo danno per trarne e veluti, e lui è falito da poi. E io n’arò il danno che per l’amore che io vi porto mi doranno assai, manco vedete di venderlli e insieme co lle altre pezze datene conto e aviso quanto prima possete, acciò si possino aconciare. ... Doc. 186 Da Venezia Francesco Lioni continua a fornire drappi a Guglielmo da Sommaia. In una lettera datata 4 novembre 1539 Lioni ricorda di aver già spedito a Costantinopoli rasi di vari colori e sottolinea che quei rasi sono i più belli che si potessero trovare sulla piazza. Aggiunge poi che è stato necessario far eseguire appositamente il domaschino paonazzo cremisi. Conclude infine sollecitando l’amico a vendere la teletta, quel costoso tessuto che Lioni importava abitualmente da Firenze (cfr. Doc. 177)659: [4 novembre 1539] Im Pera, a’ Somaia ... Noi v’abiamo servito del raso paghonazo cremisi e del verde e del tanè e dello incarnato e si sono messi i nelle sopra dette balle. Farete d’averlli e direte la risceputa, di[c]endovi che sono de’ più belli che si facino in questa tera, che a sorta per sorta avemo fatto paraghone di x o xii fra pezze e cavezzi e carpatone il meglio e se questi non vi sadisfanno, non acade che di questa tera v’imaginiate avere migliori drappi che si sieno e mandatovi. Per aviso vi sia. Quando altro v’acade, avisate, che non si mancherà in contto alchuno. El domaschino paghonazo cremisi s’è dato a fare e sarà finito in fra uno mese e allora in qualche modo vi si manderà, che non se n’è trovato del fatto, né buono né cattivo. Per aviso vi sia. Se altro v’acade, ecocci prontti alle voglie vostre. Per aviso. ... Della nostra teletta fatecene qualche bazaro, che voremo pure uscirne in qualche modo e ditecene qualche cosa. Per aviso. ... 658 659 ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2927, Copialettere di Francesco Lioni, c. 197 v. ASF, Libri di commercio e di famiglia, 997, Copialettere di Francesco Lioni, cc. 178 v., 179 r. 408 408 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 187 Ancora una spedizione di sete da Venezia. Francesco Lioni ha acquistato da Battista Vernagalli 11 damaschi di colori diversi e con un ornato in prevalenza di capperi (a caperetti). A queste sete si aggiunge un velluto genovese660: Mdxxxx Sabato, addì viiii d’otobre ... A drappi conperatti per Ghuielmo da Sommaia di Pera per conto B. V., lb. sesantadua s. vii d. iiii di grossi e sono per l’amontare de’ sotoscritti drappi, tutti per lui, da Battista Vernagalli, avere, detto Battista, per conto a partte, a Libro lb. 62 s. 7 d. 4 domaschino lionato a fioretti br. 60 quarti 3 domaschino verde a chaperetti br. 55. – domaschino lionato a duo fiori br. 68. – domaschino rosso di verzino a fioreti br. 62. 3 domaschino alexandrino in un fiore br. 60. – domaschino limone in un fiore br. 38. – domaschino festichino a fioretti br. 70. 3 domaschino lionato a chaperetti br. 65. – domaschino festichino in dua fiori br. 66. 2 domaschino limosino a 2 fiori br. 72. – domaschino verde a caperetti br. 70. – ----------------In tutto pezze xi br. 688 quarti 3 A paghamento br. 675 a grossi 20 il braccio, monta duc. 562 gr. 12 velutto genovino violetto palmi 114, che sono br. 44 ½ a grossi 33 il braccio, monta duc. 61 gr. 4 -----------------duc. 623 gr. 16 Doc. 188 La compagnia di Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli ha consegnato nel settembre 1539 una partita di costosi velluti altobassi broccati a Ilarione Ciacchi, in partenza per il Levante. Nel dicembre dell’anno successivo la compagnia fa pervenire a Ciacchi un’altra pezza di velluto. a) Il ricordo delle sete spedite in Levante661: Mdxxxviiii Drappi per nostro chonto mandati in Levante in mano di Larione Cacchi deono dare, addì 26 di settembre, f. 249.18.6 di moneta, sono per br. 46 di velluto verde 660 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 189 r. BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, c. 234 s. 661 409 409 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI altebasso brochato, a pagamento ragionato a duc. 4 el braccio e br. 35 ½ di velluto paghonazzo di chermisi per lire 13 el braccio, consegniati qui al detto Larione per condurlli in Levante a finire per noi, chome apare al Giornale, c. 96, in questo, 226 E, addì 22 di dicembre 1540, f. 75 di moneta sono per valuta di br. 34 ¾ di velluto pagonazzo di chermisi, consegniatoli per noi Framcesco de’ Nobili, framcho di vettura e chomerchi, per finire per noi, in questo, avere, 245 ... f. 249. 18. 6 f. 75. –. – b) A Costantinopoli Ilarione Ciacchi ha venduto, nel 1541 e poi nel 1544, le sete, ottenendo in parte alcune pezze di mucaiari. Ciacchi informa la compagnia Capponi-Biffoli, la quale prende nota delle vendite662: Drappi di chontro de’ avere, addì 13 di genaio 1540 [=41], f. 273.16.4 di moneta per valuta d’aspri 13691 ci fa buoni Larione Cacchi per ritratto netto d’una pezza di velluto altebasso verde brochato d’oro e d’una pezza di velluto paghonazzo finito di nostro e datone chonto socto dì 29 d’ottobre paxato e chopiato al Giornale, c. 326, in questo, 265 E, addì 27 di gugnio 1544, f. 70.7.7 di moneta sono per valuta d’aspri 3519 ci fa buoni Larione Cachi per ritratto netto di br. 34 ¾ di velluto paghonazzo finito parte per avere danari e parte per avere pezze 16 di muchaiari, chome apare per il chonto aùto da llui, in questo, 295 f. 273. 16. 4 f. 70. 7. 7 -----------------f. 344. 3. 11 c) La compagnia Capponi-Biffoli chiude il conto e determina il risultato finale, che è positivo663: Drappi per nostro chonto mandati in Levante in mano di Larione Cacchi deono dare . . . ... E, a dì 27 di gugnio 1544, f. 19.5.5 di moneta, fattone creditore Avanzi, in questo, 286 f. 19. 5. 5 -----------------f. 344. 3. 11 Doc. 189 A poca distanza dalla precedente operazione, la stessa compagnia Capponi-Biffoli organizza un’altra vendita di sete a Costantinopoli, questa volta con Francesco de’ Nobili. a) Il ricordo dei velluti e dei rasi consegnati a Francesco de’ Nobili, in partenza per Costantinopoli664: 662 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, c. 234 d. 663 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, c. 234 s. 664 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, c. 245 s. 410 410 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mdxxxviiii ... Drappi di seta di nostro chonto in Levante in mano di Framcesco de’ Nobili deono dare, addì 30 d’ottobre, f. centoventinove s. x di moneta sono per br. 34 ½ di velluto pagonazzo di chermisi, br. 50 ¼ di raso pagonazzo di chermisi e br. 10 ½ di raso incharnato di chermisi a paghamento, consegniati insino addì 23 di questo, a detto Framcesco de’ Nobili per chondurlli in Pera e finirlli per nostro chonto per uno richordo datoli e chome apare al Giornale, c. 98, in questo, drappi, avere, 243 ... f. 129. 10. – b) A Costantinopoli Francesco de’ Nobili vende le sete nello stesso mese di dicembre 1540 e subito informa la compagnia Capponi-Biffoli, che ne prende nota665: Drappi di chontro deono avere, addì 22 di dicembre 1540, f. 68.12.– sono per valuta d’aspri 3430 ci fa buoni Framcesco de’ Nobili per ritratto di picchi 9 ½ di raso incharnato e di picchi 44 di raso paghonazzo finito, sbatuto le spese di una pezza di velluto chermisi pagonazzo, chonsegniato per noi a lLarione Cachi, chome apare per il chonto sotto dì 9 di novembre paxato e chopiato al Giornale, c. 325, in questo, 240 E, addì detto, f. 75.– sono per valuta di br. 34 ½ di velluto chermisi pagonazzo di chermisi a pagamento chonsegniato Framcesco de’ Nobili in Pera a Larione Cachi per finire per noi, il quale si contò f. 69.– e più f. 6.– per valuta d’aspri 300 pagati per vettura e chomerchio di detto velluto, chom’apare pr il chonto alle Ricordanze, c. 325, in questo, dare, 234 f. 68. 12. – f. 75. –. – -----------------f. 143. 12. – c) La compagnia Capponi-Biffoli chiude il conto. Il risultato economico è positivo666: Drappi di seta di nostro chonto in Levante in mano di Framcesco de’ Nobili deono dare . . . ... E, addì 22 di dicembre 1540, f. 14.2.– s’à d’avanzò a questo chonto, in questo, 261 f. 14. 2. – -----------------f. 143. 12. – Doc. 190 La compagnia di Giuliano di Piero Capponi, setaioli, esporta regolarmente drappi in Italia e nell’Europa occidentale, ma non dimentica l’Impero ottomano. Nell’agosto 1541 consegna tre rasi ad Antonio Pandolfi, in partenza per Costantinopoli. I Capponi partecipano con i 2/3, Antonio Pandolfi con 1/3. 665 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, c. 245 d. 666 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, c. 245 s. 411 411 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI a) Il ricordo del costo delle sete e delle spese accessorie sostenute da Pandolfi a Firenze667: Mdxli Drappi di nostro conto in mano di Antonio di Piero Pandolfi deono dare, addì 23 d’aghosto, f. cento ventiquatro s. xvi d. uno d’oro di moneta, sono per li 2/3 di tre peze di rasi consegniate qui a detto Antonio che li finischa per noi co l’altro suo 1/3, come appare al Giornale, a c. 9, in questo, avere drappi di nostro conto im bottegha, in più somma, c. 12 E, addì xv di settembre, lire sedici s. x piccioli, portò Antonio Pandolfi contanti, disse per più spese fatte a dette 3 pezze di drappi per ispacciarle di Fireze, delle quale attiene al 1/3, a Uscita, a c. 43, in questo, a c. 19 f. 124. 16. 1 f. 2. 7. 2 -----------------f. 127. 3. 3 b) A Costantinopoli Antonio Pandolfi vende le sete. Ne informa i Capponi, i quali nel 1544 possono chiudere i conti e calcolare il risultato finale, che è negativo668: Mdxli Drappi di contro deono avere, addì xv di settembre, lb cinque s. x piccioli, di tanti fatto debitore Antonio Pandolfi, in questo, a c. 21, per il suo 1/3 delle spese fatte per ispacciare di Firenze 3 pezze di drappi a comune fra nnoi E, addì primo di settembre 1544, f. 113.13.9 di moneta, si ragionano per valuta di aspri 5345 ci fanno buoni Antonio Pandolfi e Tommaso Stiattesi e compagni di Pera per ritratto netto delli 2/3 delle 3 pezze di rasi, come si vede per le partite avute da lloro, copiate al Giornale, a c. 203, in questo, a c. 112 E, addì detto, messi a disavanzi per la perdita di questo conto, in questo, a c. 64 f. –. 15. 8 f. 113. 13. 9 f. 13. 9. 6 -----------------f. 127. 3. 3 Doc. 191 Nel settembre 1541 la compagnia di Giuliano Capponi (Doc. 190) consegna ad Antonio Pandolfi un costoso broccato di pelo rosso a bastone con l’incarico di venderlo. La seta appartiene ora esclusivamente ai Capponi. a) Il ricordo del costo del broccato e delle spese accessorie sostenute a Firenze669: 667 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli, c. 23 s. 668 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli, c. 23 d. 669 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 71 s. 412 412 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mdxli Drappi di nostro chonto mandati in Pera a finire per noi a Antonio Pandolfi deono dare, addì xiii di settenbre, f. ventuno s. x d’oro di moneta, sono per br. 8 ¾ di brochato di pelo rosso a bastone, chome apare al giornale, a c. 43, in questo, 2 f. 21 s. 10. – E, addì xv deto, f. – s. viiii d. iiii d’oro di moneta pagati a Antonio Pandolfi, portò chontanti per gabella e spese fatte di br. 8 3/4 di brochato da chiesa, a Uscita, a c. 52, in questo, 59 f. – s. 9 d. 4 ... b) A Costantinopoli Antonio Pandolfi cede il broccato ottenendo in cambio ciambellotti che vengono venduti a un prezzo favorevole (f. 29.13.6). L’operazione è conclusa e la compagnia Capponi può calcolare, dopo alcuni anni, il risultato finale dell’operazione, che è positivo670: Drappi di nostro chonto mandati in Pera a finire per noi a Antonio Pandolfi deono dare . . . ... E, a dì 29 di marzo 1549, f. 7 s. 14 d. 2 d’oro di moneta, fattone creditore Avanzi, in questo, 141 ... f. 7. 14. 2 Doc. 192 La compagnia di Piero di Niccolò e Luigi di Giuliano Capponi organizza a volte spedizioni di prodotti a Beirut, Chio e Alessandria. Nel caso in esame la compagnia ha inviato ad Alessandria un insieme imprecisato di beni, tra i quali alcune telette. Nonostante l’operazione sia ormai conclusa, i Capponi hanno calcolato un utile parziale, che ancora non tiene conto della vendita delle telette671: [1541] Una mandata facta in Alexandria in compagnia di Niccolò de’ Chastrati de’ dare, addì 16 di luglio, f. 2073.11.11 d’oro di moneta per tanti ce la consengnia debittore la ragione vecchia, per resto d’uno conto, in questo, 250 f. 2073 s. 11 d. 11 E, a dì 5 di novembre, f. 364.1.4 di moneta per tanti factone credittore Avanzi, e sono per quello troviamo d’avanzo a questo conto che si resta ancora avere conto delle telette andorono in dato luogho, in questo, 303 f. 364 s. 1 d. 4 --------------------f. 2437. 13. 3 670 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 71 s. 671 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 15, Debitori e creditori di Piero di Niccolò e Luigi di Giuliano Capponi e compagni, c. 258 s. 413 413 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 193 La partenza per il Levante del mercante Francesco de’ Nobili spinge la compagnia di Giuliano Capponi, setaioli, a destinare al mercato ottomano due tagli di velluto cremisi. a) I Capponi registrano il costo delle sete e gli oneri accessori sostenuti sino ad Ancona672: Mdxli [=1542] Drappi di nostro conto in Levante in mano di Francesco di Luigi de’ Nobili deon dare, addì 25 di febbraio, f. 152.5.– di moneta, sono per la monta di 2 pezze di velluti chermisi consegniati qui a detto Francesco, che gli porti im Pera a finire per nostro conto, come al Giornale, a c. 20, in questo, avere, a c. 32 f. 152. 5. – E, addì xxvii detto, lb. diciasette s. v piccioli, portò contanti, disse per ghabella e altre spese fatte a detti drappi per condurli insino in Anchona, a Uscita, a c. 46, in questo, a c. 31 f. 2. 9. 4 --------------------f. 154. 14. 4 b) A Costantinopoli Francesco de’ Nobili ha venduto le due pezze nel corso del 1543-44 e informa i Capponi, che saldano il conto e determinano un risultato finale negativo673: Drappi di contro deono avere, addì 19 di febbraio 1543 [=44], f. 72.3.3 di moneta, sono per valuta di aspri 3450 ci fa buoni Francesco detto per ritratto netto e per quando riscossi saranno per la fine di una pezza di velluto finita e datone conto sotto dì 19 di dicembre, copiato al Giornale, a c. 195, in questo, dare, c. 110 f. 72. 3. 3 E, addì 2 di luglio 1544, f. 77.2.10 sono per valuta di aspri 3780, ci fa buoni per ritratto netto di una pezza di velluto incarnato finita pe danari e datone conto sotto dì 28 del paxato, copiato al Giornale, a c. 199, in questo, a c. 200 f. 77. 2. 10 E, addì 26 detto, fattone debitori Avanzi per danno si truova a questo conto, in questo, c. 64 f. 5. 8. 3 --------------------154. 14. 4 Doc. 194 La compagnia di Giuliano Capponi consegna altri drappi a Francesco de’ Nobili, in partenza per il Levante. Le sete appartengono questa volta per ¾ ai Capponi e per ¼ allo stesso Nobili. a) Le sete che i Capponi spediscono a Costantinopoli674: 672 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli, c. 40 s. 673 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli, c. 40 d. 674 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 87 s. 414 414 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Mdxli [=1542] Drappi di nostro chonto mandati in Pera a finire in mano di Framcesco de’ Nobili deono dare, addì xxiii di marzo, f. setanzei s. ii d. vi d’oro di moneta e sono per e nostri ¾ di ii veste d’altebassi brochati: uno paghonazo e uno roso chonsegniato qui al sopra deto Framcesco, chome apare al Giornale, a c. 55, drappi avere, in questo, in sonma di f. 101.10, c. 71 E, addì xxi d’aprile 1542, f. – s. xvii d. ii d’oro di moneta sono per gabella e altre spese fatte a una peza d’altebasso d’oro filato, chome apare al Quadernucio, a c. 35, a Uscita, a c. 56, in questo, 85 E, addì xv di maggio, f. – s. xv d. viiii d’oro di moneta, sono per gabella e altre spese fatte a una peza d’altebasso d’oro, chome apare al Quadernucio, a c. 35, a Uscita, a c. 57, in questo, 85 E, addì iii di giugnio, f. setantanove s. xvi d. x d’oro di moneta sono per ¾ di dua veste d’altebassi brochati mandati al sopra deto Framcesco de’ Nobili a finire, chome apare al Giornale, a c. 57, in questo, 71 E, addì x deto, f. uno s. xiii d. xi d’oro di moneta sono per ghabella e altre spese fate a dete ii veste, chome apare al Quadernucio di chassa, a c. 36, in questo, a Uscita, a c. 57, 85 E, addì xxiiii di luglio, f. sesanzei s. viiii d. ii d’oro di moneta fatti buoni a Framcesco de’ Nobili per la suo ¼ parte d’aspri 13428 ragionati a aspri 49 per fiorino di moneta, montò e ritratto di più drappi di che ci dete chonto della parte sua e nostra dove lui ateneva per il ¼ e però si li fa buono deto quarto, in questo, 128 f. 76. 2. 6 f. –. 17. 2 f. –. 15. 9 f. 79. 16. 10 f. 1. 13. 11 f. 66. 9. 2 ----------------f. 225. 15. 4 b) A Costantinopoli Francesco de’ Nobili ha venduto le sete o, più esattamente, le ha cedute in cambio di ciambellotti. Il 19 dicembre 1543 scrive ai Capponi, i quali il 28 marzo 1544 ne prendono nota675: Framcesco di Luigi de’ Nobili in Pera de’ dare, addì xxviii di marzo [1544], f. dugentosesantacinque s. xvi d. viii d’oro di moneta, sono per valuta d’aspri 13026 ci fa buoni per ritratto neto di pichi 53 d’altebassi finiti e datone conto soto dì 19 di diciembre passato, chom’apare alle Ricordanze, a c. 217, in questo drappi, per aspri 49 per fiorino aspri 13026 ... f. 265 s. 16 d. 8 c) I Capponi possono chiudere i conti. L’operazione termina con un utile di circa f. 40676: Drappi di nostro chonto mandati in Pera a finire in mano di Framcesco de’ Nobili deono dare . . . ... 675 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 128 s. 676 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 87 s. 415 415 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI E, addì deto [marzo 1544], f. quaranta s. uno d. iiii d’oro di moneta che in tanti s’avanza a questo chonto per drappi finiti a baratto di canbellotti, di che se ne fa creditore canbelotti per la sopra mesa in questo, c. 128 f. 40 s. 1 d. 4 -------------------f. 265 s. 16 d. 8 Doc. 195 La compagnia di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli, setaioli, che il 1° dicembre 1535 ha mutato la ragione sociale in Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli, aveva in passato spedito a Napoli un costoso velluto (Doc. 169 a); in un secondo momento i Capponi-Biffoli decidono di inviarlo ad Alessandria e in cambio ottengono aloe e indaco, che poi sono venduti sul mercato egiziano677: La ragione nuova de Libro giallo segnato B d’Alexandro Chapponi e Giovanni Biffoli e compagni de’ dare . . . ... E, addì 25 detto [novembre 1542], f. 46.7.5 di moneta ci fa buoni per quando rischossi saranno, per ritratto d’indacho et aloe s’ebbe in Alexandria per rinchontro d’una pezza d’altebasso mandatovi da Napoli, in questo, drappi, avere, 287 f. 46 s. 7 d. 5 ... Doc. 196 Nel maggio 1545 Cristofano di Bernardo Rinieri organizza un’importante spedizione di panni di lana e drappi ad Alessandria. Rinieri partecipa per 2/3 e Iacopo Capponi per 1/3. Sappiamo che in quell’anno Iacopo Capponi si recò in Egitto dopo aver ricevuto dallo stesso duca Cosimo I de’ Medici una somma ingente, con la quale avrebbe dovuto acquistare porcellane, tappeti e altro678. a) In un suo libro di Ricordanze Cristofano Rinieri ha copiato gli estremi dell’accordo679: Addì xviii di maggio 1545 Richordo chome questo dì sopraschritto io ò chonsegnato a Iachopo di Chappone Chapponi per portare inn Alexandria e finigli per mio chonto propio la ½ di 6 panni luchesini e 2/3 di più drapperie d’oro e di seta di valuta di f. 902 in circha, de’ quali partichularmente ne appare nota al mio Giornale, segn. C, c. 278, c. 279, sotto nome di ditto Iacopo Chapponi e chon libera chonmexione e chome per un richordo dato al detto Iacopo di mia propia mano, quale sarà qui a ppiè notato, de verbo a verbum. 677 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli e compagni, setaioli, c. 270 s. 678 Per le porcellane, si veda M. Spallanzani, Ceramiche orientali a Firenze, cit., p. 184; per i tappeti M. Spallanzani, Oriental Rugs, cit. pp. 139-140. 679 ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 220, Ricordanze di Cristofano di Bernardo Rinieri, cc. 106 v., 107 r. 416 416 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Richordo a voi, Iacopo di Chappone Chapponi, di quanto avete a seghuire per me in questo vostro viaggio d’Allexandria, chome apresso e prima: E vi s’è chonsegnato a nNapoli . . . panni sey luchesini . . . ... E più vi s’è chonsegnato qui in Firenze tanti drappi d’oro e di seta che ascendano alla sonma di f. 902.5.11 d’oro di moneta, chome partichularmente appare al detto Giornale, segn. C, c. 279, de’ quali ne attiene a voi la 1/3 parte e li altri 2/3 a me propio, de’ quali 2/3 attenenti a me vi se ne dà libera chomexione, chome di sopra, che per me li finiate e de ritratto rinvestiate in merchanzie, chome di sopra680, e lle charichiate in su qualunque legnio vi parrà più a proposito, per chonsegnalle qui, chome di sopra, a la prima mandata, chome di sopra, charicherete in sulla nave di Marino detto681, non passando però la somma de’ detti f. 200 o 250 in fra tutti e detti panni e drappi e ogni restante chome di sopra. Che Iddio salvi li chonducha. b) Cristofano Rinieri, il quale possiede anche una compagnia di setaioli, fornisce le sete682: [1545] Christofano Rinieri e compagni, setaioli di Firenze, deono avere . . . ... E, a dì detto [18 maggio 1545], f. novecientodua s. v d. xi d’oro di moneta di Firenze, sono per valuta di più drappi d’oro e di seta aùti da lloro per detto pregio, chome partichularmente si mostra al Giornale C, c. 279, per paghagli loro la ½ a gugnio 1546 e restante a settembre 1546, posto detti drappi dare, in questo, c. 278 f. 902 s. 5. 11 ... c) Le sete sono consegnate a Iacopo Capponi683: [1545] Drappi d’oro e di seta di mio conto, per mandare inn Alexandria e 2/3 per mio chonto e ’l 1/3 per chonto di Iacopo di Chappone Chapponi, al quale Iacopo si sono chonsegnati questo dì, tutti per finigli in Alexandra chon libera chonmesione, chome appare al mio Giornale C, a c. 279, deon dare, a dì 18 di maggio 1545, f. novecientodua s. v d. xi d’oro di moneta dal Giornale, c. 279, sono per la monta di più drappi d’oro e di seta, chome al detto Giornale si mostra, per paghagli loro la ½ a gugno 1546 e resto a settembre 1546 e per detti drappi si fanno buoni a Cristofano Rinieri e compagni, setaioli, in questo, c. 277 f. 902 s. 5. 11 ... 680 Con esclusione di gioielli e cavalli. Marino da Ragusa. 682 ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 277 d. 683 ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 278 s. 681 417 417 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 197 Dopo la spedizione del 1545 di drappi ad Alessandria al seguito di Iacopo Capponi (Doc. 196), Cristofano Rinieri guarda al mercato ottomano. Un altro fiorentino – Alfonso Berardi – è in procinto di partire con destinazione Costantinopoli e Rinieri gli consegna due tagli di velluto. a) Come già aveva fatto nel 1545, anche in questa occasione Cristofano Rinieri copia nelle sue Ricordanze gli estremi dell’accordo. Di grande interesse è l’accenno non tanto al velluto quanto a un piccolo taglio di stoffa, di circa cm. 30, che Rinieri spedisce a Costantinopoli. Si tratta di un campione, che deve servire a saggiare il mercato ottomano684: Addì [5] d’ottobre 1546 Chopia d’un richordo dato a Alfonso Berardi nella sua gita di Levante. Richordo a voi, Alfonso Berardi, di quello avete a seghuire per me, Cristofano Rinieri, proprio, in questa vostra gita e stanza di Pera. Che Nostro Signore Iddio sano e salvo vi chonducha. In prima io v’ò fatto chonsegnare, qui alla mia bottegha di seta: br. xii di velluto rosso fondo giallo rosette d’oro filato br. xv di velluto paghonazo simile Li quali 2 tagli di velluti avete a fare ogni opera di dare loro fine in per el meglio modo e chon più vantaggio potrete. De ritratto de’ quali vedete mandarmene danari chontanti cho lla prima chonmodità arete, avisandovi che di chapitali mi chostano tutte dua le veste di sopra duc. cinquanta d’oro in oro, f. 50. E vi s’è dato ½ braccio di drappo travisato di più cholori. Quando sarete gunto in detto luogho e che arete la chonmodità, vedete se quello al paese piaciessi e quello si potrebbe fare, facciendovi intendere che della sorte della mostra chosterieno qui in Firenze duc. uno ¼ d’oro braccio, cioè lb. 8.15 piccioli, a chontanti, sì che avendo a fare partito alchuno, chalchulate le spese e tutto, e fate d’avere senpre qualche danaio alla mano o sete ba[. . .]ti o simile merchanzie. E pigliate tenpo a ffare e drappi, che pensiate si possino fare e chondurre dalla banda di chostà. E non achadendo altro, farò fine. b) La compagnia di setaioli dello stesso Rinieri fornisce il velluto685: [1546] Christofano Rinieri e compagni, setaioli di Firenze, deono avere . . . ... E, a dì – d’ottobre 1546, f. quaranta d’oro di moneta, dal Giornale, c. 287, sono per valuta di br. 27 di velluto rosso e paghonazo in 2 tagli cho rosette d’oro filato, aùto da lloro per detto pregio, tutto per tenpo di –, e quali drappi ò dati in achomandita a Alfonso Berardi, che per me gli finischa, posto drappi dare, in questo, c. 288 f. 40 s. –. – ... 684 ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 220, Ricordanze di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 112 v. Nel margine sinistro della carta è scritto: drappi mandati in Levante per mano di Alfonso Berardi. 685 ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 277 d. 418 418 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) c) Il velluto viene consegnato ad Alfonso Berardi686: Mdxxxxvi Drappi di mio conto propio dati in achomandita a Alfonso Berardi per finigli per mio chonto in Levante deono dare, addì – d’ottobre 1546, f. quaranta d’oro di moneta, per loro fatti buoni a Cristofano Rinieri e compagni, setaioli, avere, in questo, a c. 277, sono per valuta di br. 27 di velluto in 2 tagli, una rossa e una paghonazza, chon opera e rosette d’oro filato, aùte da loro per ditto pregio e di ditti drappi detto Alfonso ne à un richordo, e chonmessione di mia mano appare alle mia Richordanze C, c. – f. 40 s. –. – ... Doc. 198 Il 12 aprile 1548 la compagnia di Giuliano Capponi, setaioli, spedisce a Girolamo Doffi e Francesco Ferrini, attivi ad Alessandria, un broccato rosso cremisi destinato alla vendita. a) Il ricordo dei costi sostenuti a Firenze687: Mdiil [=1549] Drappi di nostro conto in Alexandria d’Egitto in mano a Girolamo Doffi e Francescho Ferrini e compagni, deon dare, addì v di gennaio, f. centodua s. xviii – d’oro di moneta, sono per la monta e spese di br. 36 a pagamento di brochato rosso chermisi di pelo chon oro filato, gli mandò la ragione vecchia del Libro rosso sino addì xii d’aprile paxato e per lor lettera de dì 10 di luglio s’ebbe adviso dell’arrivo, in questo, avere, 2 f. 102. 18. – ... b) Il 27 febbraio 1550 ad Alessandria la compagnia Doffi e Ferrini cede il broccato in cambio di zenzero per un valore complessivo di f. 105. La compagnia scrive poi ai Capponi, che ne prendono nota in un loro libro contabile688: Drappi di nostro conto di contro deono avere, addì xxvii di febraio 1549 [=1550], f. cento cimque di moneta, tanto si ragiona cantara 11 e rotoli 59 di giengievo mechino, avuto in baratto del contrascritto drappo, chome per il conto avuto sotto dì xxvi di giugno paxato e chopiato al Giornale, c. 256, in questo, c. 90 f. 105. –. – 686 ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 288 s. 687 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 16, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli, c. 36 s. 688 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 16, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli, c. 36 d. La contropartita della registrazione che segue precisa che il drappo è un brochato a bastone (c. 90 s.). 419 419 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI c) I Capponi chiudono il conto e determinano il risultato finale, che è positivo, anche se di poco689: Drappi di nostro conto in Alexandria d’Egitto in mano a Girolamo Doffi e Francescho Ferrini e compagni deon dare . . . ... E, addì 17 d’ottobre [1550], f. dua s. ii. – di moneta, tanti fatto creditore Avanzi di nostro conto, in questo, a 52 f. 2. 2. – Doc. 199 Da Alessandria la compagnia di Bernardo Pitti ha chiesto alla compagnia di Iacopo Capponi, attiva a Firenze, di comperare per suo conto due tagli di velluto. I Capponi acquistano i tessuti presso due fornitori differenti e al termine, nel novembre 1552, addebitano alla compagnia Pitti i relativi costi690: Mdlii Bernardo Pitti e compagni d’Alexandria, di contro, deono dare, addì v di novembre, lb. 168.15.– piccioli, pagati a Philippo Salviati e Antonio Calandri e compagni per br. xii ½ di velluto rosso aùto da lloro per lb. 13 ½ braccio, portò Ghuasparri Giocondi, creditore a Uscita, c. 161, cassa creditore, in questo, c. 394 E, addì detto, lb. 165.15.– piccioli pagati a Piero Arighucci e compagni, setaioli, per br. 13 di velluto fistichino, aùto da lloro per lb. 12.15.– piccioli braccio, portò Antonio di Domenico da Filicaia, creditore a Uscita, c. 161, cassa creditore, in questo, c. 394 E, addì vii detto, lb. vi piccioli pagati a Amerigho Ghrassi e compagni, portò Giovanni Soldani contanti, e sono per le spese per lo spaccio di qui di dua tagli di velluto mandati loro in una caxetta di drappi di detti Ghrassi, come a Uscita, c. 162, cassa creditore, in questo, 394 ... 689 duc. 24 s. 2 d. 2 duc. 23 s. 13 d. 7 duc. – s. 17 d. 2 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 16, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli, c. 36 s. 690 BNCF, Capponi, Libri di commercio, 17, Debitori e creditori di Iacopo Capponi e compagni, c. 388 s. 420 420 Elenco dei documenti Elenco dei documenti Nel presentare i documenti si è a volte derogato da un criterio rigidamente cronologico. Infatti molte operazioni richiedevano mesi, o anni, prima di concludersi. Abbiamo quindi scelto di riunire all’interno dello stesso documento (mediante l’utilizzo di sotto-documenti caratterizzati dalle lettere dell’alfabeto) tutte quelle registrazioni che si riferivano alla stessa operazione, ancorché sviluppatesi, appunto, in un lasso temporale ampio. Altre volte minime deroghe sono state fatte per raggruppare in sequenza tutte le operazioni riguardanti la stessa compagnia, evitando inserimenti di altre che una rigorosa applicazione del criterio cronologico avrebbe comportato. La Tabella che segue elenca tutti i documenti presenti nel corpus, indicando anche la loro articolazione in sotto-documenti. Doc. Descrizione Anni p. 1 a-e Gabelle sull’importazione e sull’esportazione di drappi a/da Firenze sec. XIV-XVI 88 2 Anonimo fiorentino, forse Dino Compagni, Intelligenza (estratto) ca. 1350 90 3 Tommaso Peruzzi e compagni acquistano velluti fiorentini 1333 91 4oc. Abiti di lusso posseduti da donne fiorentine 1343-45 91 p. 51 a-e Niccolò da Poggibonsi in Egitto 1349XVI 88 92 Seta grezza cinese a Firenze 1362 92 26 1350 90 Carico di nave rientrata da Beirut con tessuti serici e auroserici 1381 93 37 91 84 a-b Pellegrinaggio di Frescobaldi, Gucci e Sigoli in Terrasanta 138445 93 91 95 Francesco Datini acquista drappi per la moglie 1392 94 92 10 Elenco di tessuti reperibili sul mercato di Fez 1395-96 94 6 92 117 a-b Ambasciata di Brancacci e Federighi in Egitto 1422 95 93 128 a-b Benedetto Strozzi si reca ad Alessandria con sete fiorentine 1422 96 93 139 a-c Giorgio Ughi invia drappi ad Alessandria 1422 97 94 14 Ammontare dei noli per il trasporto dei drappi a Costantinopoli 142296 99 10 94 15 1444 99 11 a-b Descrizione del mercato (bisestano) di Bursa 95 16 I Cambini inviano drappi fiorentini a Girolamo Corboli, in Venezia 1456 99 12 96 17 1459 100 13 a-e a-c I Cambini vendono drappi Pera tramite Biliotti 97 18 1460 103 14 a-e I Cambini vendono drappi Pera tramite Biliotti 99 19 1462 107 15 a-e I Cambini vendono drappi Pera tramite Biliotti e Ceffini 99 20 1461 110 16 a-b Ammontare dei noli per il trasporto dei drappi a Costantinopoli 99 21 1460 111 17 a-c a-e Andrea Banchi vende drappi a Costantinopoli tramite Foligno e Dietifeci 100 22 1460 114 18 a-b a-e Andrea Banchi vende drappi a Costantinopoli tramite Foligno e Dietifeci 103 23 1461 116 19 a-b a-e Andrea Banchi vende drappi a Costantinopoli tramite Foligno e Dietifeci 107 24 1462 118 20 a-b Andrea Banchi invia drappi a Dietifeci, in Pera 110 25 1464 120 21 a-c Niccolò Dietifeci da Costantinopoli scrive agli eredi Banchi tifeci 111 22 a-b tifeci 114 FUP 23 Best a-b Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) tifeci 116 Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 24 118 Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press 25 Spallanzani, University 120 (www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0 Marco of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613 FUP BestList Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Referee (DOI 10.36253/fup_referee_list) Marco Spallanzani, Francesco Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 FUP Best Practice in ScholarlyGuidi Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice) Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca.DOI 1350-1550). Le fonti, © 2023 Author(s), (www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), 10.36253/000-00-0000-000-0 CC BY 4.0, published by Firenze University Press, ISBN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 26 a-b 27 a-d 28 29 a-b 30 31 32 33 a-c 34 a-b 35 36 a-b 37 38 a-b 39 a-b 40 41 a-c 42 a-j 43 a-e 44 45 46 47 48 49 a-e 50 a-e 51 a-d 52 a-c 53 a-e 54 a-e 55 a-b 56 57 58 59 60 a-c 61 62 a-s 63 64 65 a-b 66 67 68 a-b 69 a-b 70 71 a-d 72 422 422 Descrizione Anni p. Antonio Segni parte per Costantinopoli con drappi di Bardi e Segni e li vende 1463 120 Antonio Segni parte per Costantinopoli con drappi di F. e B. Segni e li vende 1463 121 Antonio Segni parte per Costantinopoli con drappi di Spinelli 1463 122 Antonio Segni parte per Costantinopoli con drappi di Federighi 1463 123 Antonio Segni rientra a Firenze con alcuni drappi invenduti 1464 123 I Cambini acquistano drappi a Venezia tramite Girolamo Corboli 1468 124 Contratto fra Romolo di Andrea e compagni e Giovanni Bocci per la 1468 124 vendita di tessuti a Costantinopoli Contratti fra Romolo di Andrea e compagni e Salvi di Niccolò e Leonardo 1469 126 Salvucci per la vendita di tessuti a Costantinopoli (inclusa assicurazione) Benedetto Dei, Cronica 1472-74 128 Statuto della colonia fiorentina a Costantinopoli 1488 128 I Salviati del banco vendono a Roma drappi acquistati a Bursa 1488 129 Bartolo Tedaldi parte per Costantinopoli con drappi dei Nasi 1489 130 Inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico 1492 131 Pandolfini commissiona a Salvetti l’acquisto di drappi orientali a 1492 132 Costantinopoli Pandolfini vende drappi a Costantinopoli tramite Salvetti 1492-93 133 I Salviati del banco e altri vendono drappi a Costantinopoli tramite Strinati 1489 134 I Salviati del banco e altri vendono drappi a Costantinopoli tramite Strinati 1491-95 138 Giovanni Salviati, in Pera, vende drappi 1492-93 159 Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli 1495 161 Giovanni de’ Medici e Cresci Donati, in Pera, vendono drappi 1495 162 Bernardo Vecchietti e Bonsignore Bonsignori in Bursa 1497-98 162 Bindo Vernacci, in Bursa, acquista un drappo 1498 163 I Pandolfini inviano drappi a Costantinopoli 1498 163 I Salviati del banco inviano drappi a Costantinopoli a Strinati e Miniati 1498-1500 163 I Salviati del banco inviano drappi a Costantinopoli a Strinati e Miniati 1499-1501 169 I Salviati del banco inviano drappi a Costantinopoli a Miniati 1501 173 I Serristori, battilori, Francesco Gherardi e Niccolò Tanini vendono drappi 1499 176 a Costantinopoli tramite Luigi Gherardi e Tommaso d’Aiolfo I Serristori, battilori, e Francesco Gherardi vendono drappi a Costantinopoli 1499 178 tramite Luigi Gherardi e Tommaso d’Aiolfo I Serristori, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Luigi 1499 180 Gherardi e Tommaso d’Aiolfo Andrea Sostegni, in Costantinopoli, ricorda l’assenza di seta grezza a Bursa 1500 183 Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli 1500 183 Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli 1500 184 Gli Eredi di Averardo Serristori inviano una pezza di altobasso a Costantinopoli 1501 184 I Serristori, battilori, inviano una pezza di velluto a Costantinopoli 1501 185 Giovanni Maringhi, in Bursa, acquista drappi orientali 1501 185 Giovanni Maringhi, da Costantinopoli, spedisce seta grezza a Firenze 1501-02 186 Giovanni Maringhi vende a Costantinopoli drappi dei Soderini, setaioli 1502-03 187 Giovanni Maringhi, da Costantinopoli, ordina drappi a Firenze e manda disegni 1504 200 Giovan Battista Gherardi manda notizie a Firenze da Adrianopoli 1502 201 I Gondi, setaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite i Fantoni 1502 201 Tariffa di Bartolomeo di Pasi 1503 203 I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Simone Zati 1503 203 I Serristori, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Tommaso 1503 205 d’Aiolfo e Luigi Gherardi I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Simone Zati 1503 206 Francesco de’ Medici invia drappi a Costantinopoli a Cresci Donati e 1503 207 Guido de’ Medici Alessandro Gondi e Bernardo Segni inviano drappi a Costantinopoli a 1503 208 Carsidoni Eredità di Iacopo Pandolfini 1504 211 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. 73 74 a-c 75 76 a-c 77 78 a-c 79 80 81 a-b 82 83 84 Descrizione Memoria di Federico Strozzi su una cassetta drappi persa in Ancona Alessandro Sacchetti dà notizia ai Bardi di vendite di drappi a Costantinopoli Simone Zati acquista un damasco di Bursia per Maddalena Serristori Guido de’ Medici va a Costantinopoli con drappi di seta e panni di lana I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Simone Zati I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Simone Zati Federico Strozzi invia ad Ancona drappi destinati a Costantinopoli Inventario dei beni di Giovanni Maringhi Drappi dei Gondi nel fondaco del defunto Simone Zati, in Pera Del Caccia consegna drappi a Santi Gambarelli in partenza per il Levante Del Caccia consegna drappi a Alessandro Sacchetti in partenza per il Levante Giorgio Bartoli e Pier Francesco Nasi scrivono da Costantinopoli a Agnolo de’ Bardi 85 I Gondi, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo 86 a-b Agnolo Del Caccia vende drappi a Costantinopoli tramite Alessandro Sacchetti 87 I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Lodovico Cavalcanti 88 I Serristori, battilori, e Tommaso d’Aiolfo inviano drappi a Costantinopoli a Lodovico Cavalcanti 89 a-f Alessandro Sacchetti dà notizia ai Bardi di vendite di drappi a Costantinopoli 90 a-i I Salviati, lanaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Miniati, Cavalcanti e Sommaia 91 Antonio Miniati, in Pera, ha venduto drappi dei Gondi 92 a-c I Venturi, lanaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite B. Venturi e Guiducci 93 a-b Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Antonio Gerini 94 a-b Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo 95 a-b Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo 96 Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo 97 a-c Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo 98 Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Ludovico Boni 99 Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Ludovico Boni 100 Agnolo Del Caccia invia un raso a Costantinopoli 101 a-b Agnolo Del Caccia vende drappi a Costantinopoli tramite Francesco Zati 102 I Gondi, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo 103 Statuto dell’Arte della Seta di Firenze 104 a-y I Salviati, lanaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Girolamo da Sommaia e poi tramite Michele di Vieri e Piero da Sommaia 105 Giovanni Pandolfini vende raso a Costantinopoli tramite Buonaparte 106 Bartolomeo Tebalducci dà notizia ai Corbinelli di vendite di drappi a Bursa 107 a-b Ambasciata fiorentina a Costantinopoli (elenco doni) 108 a-p I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Bartolomeo Biliotti 109 a-c I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Francesco degli Alessandri 110 Accordo fra i Cavalcanti e Luigi Gherardi, attivo in Pera 111 a-s I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Biliotti e Gherardi 112 a-h I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Bartolomeo Biliotti 113 a-d Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina drappi ai Cavalcanti 114 Da Costantinopoli Luigi Gherardi ordina drappi ai Cavalcanti 115 a-m I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Bartolomeo Biliotti 116 a-c I Cavalcanti inviano drappi a Costantinopoli a Bartolomeo Biliotti 117 a-c Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina ai Cavalcanti 3.000 picchi di rasi e 600 di velluti 118 Lettera dei Cavalcanti a Biliotti sui ritardi nel pagamento della Porta 119 Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina drappi ai Cavalcanti 120 Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina drappi ai Cavalcanti Anni 1504 1505 1505 1505 1505 1505 1506 1507 1507-08 1507 1507 p. 211 212 213 214 215 216 219 220 222 223 224 1508 224 1508 225 1508 226 1508-09 227 1509 229 1508 230 1508-11 232 1509 237 1510 238 1510 1510 1512 1513 1513 1513 1514 1514 1516 1512 1512 240 241 243 244 245 247 248 249 249 251 251 1512-14 252 1512 1512 1513 1511 1511 1512 1512 1512 1512 1513 1514 1514 274 275 275 279 291 294 295 304 309 310 311 324 1514 325 1515 1515 1516 327 327 328 423 423 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI Doc. 121 122 123 124 a-b 125 126 a-c 127 128 a-b 129 a-b 130 131 132 133 134 135 136 a-e 137 a-d 138 139 140 a-b 141 142 a-c 143 a-b 144 a-d 145 146 147 a-b 148 a-b 149 a-c 150 a-b 151 152 153 154 155 156 a-b 157 a-b 158 159 a-c 160 161 162 a-b 163 164 165 a-c 166 a-f 424 424 Descrizione Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti manda disegni per drappi ai Cavalcanti I Cavalcanti acquistano tabì a Venezia per conto di Biliotti Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina drappi ai Cavalcanti I Cavalcanti scrivono a Biliotti sulla vendita di drappi a Damasco I Cavalcanti scrivono a Tebalducci prospettando l’invio di drappi I Pitti-Antinori inviano rasi a Costantinopoli a Antonio Gerini I Gondi di Lione e gli Affaitati di Lisbona acquistano seta grezza cinese a Lisbona Giovanni Pandolfini invia un raso a Costantinopoli Luigi da Castelfiorentino compie un viaggio in Levante e vende sete Niccolò Davanzati rientra da Costantinopoli con monete d’oro per i Salviati Carlo Strozzi scrive al figlio Girolamo, in Costantinopoli Giovanni Pandolfini invia drappi a Costantinopoli I Bartolini, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Giovanni Vernacci I Bartolini, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Giovanni Vernacci I Bartolini, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Giovanni Vernacci Contratti di assicurazione, sensale Raggio Raggi Vendita di drappi giacenti nel fondaco del defunto Girolamo Strozzi, in Pera I Capponi, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Antonio Gerini Festa della nazione fiorentina di Costantinopoli Dispacci veneziani su monete d’oro e d’argento trasferite dai fiorentini da Costantinopoli Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Michele di Vieri Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Francesco Salvetti I Venturi, setaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Ridolfo Lotti Gli Strozzi, setaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Lorenzo Barducci e Paolo Peruzzi Paolo Corsini ha venduto a Bursa velluto di Cristofano Rinieri, setaiolo I Mazzinghi, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Tommaso d’Aiolfo I Capponi-Guadagni, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Tommaso d’Aiolfo Gli Strozzi, battilori, e Tommaso Scarlatti stipulano contratto per la vendita di drappi a Costantinopoli I Capponi, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Antonio Gerini I Bartolini, battilori, scrivono a Giovanni Vernacci a Costantinopoli Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende un drappo a Solimano per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini I Bartolini, battilori, scrivono a Vernacci, in Costantinopoli, sull’assedio di Firenze I Bartolini, battilori, scrivono a Giovanni Vernacci a Costantinopoli Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende drappi per conto dei Bartolini Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende drappi per conto dei Bartolini I Bartolini, battilori, scrivono a Giovanni Vernacci a Costantinopoli I Bartolini, battilori, inviano drappi a Costantinopoli tramite Lorenzo Barducci I Bartolini, battilori, scrivono a più riprese a Giovanni Vernacci a Costantinopoli Anni 1516 1517 1517 1517 1518 1520 p. 329 330 331 332 333 334 1522 335 1522 1522 1523 1523 1524 1524 1524 1524 1524 1525 1525 1525 335 336 337 338 338 339 340 340 341 343 344 345 1525 345 1525 1526 1526 346 347 348 1526 350 1527 353 1529 354 1529 355 1529 355 1529 1529 357 358 1529 359 1529 1529 1530 1530 1530 1530 1530 1530 359 360 362 365 367 370 374 375 1529 378 1530 1531 1531 1531 379 380 383 384 1532 385 1536-43 387 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Doc. Descrizione 167 Guglielmo da Sommaia e Vieri di Vieri hanno venduto a Costantinopoli drappi per conto degli Strozzi, battilori 168 a-b I Capponi, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Gerini, Sommaia e Girolami 169 a-c I Capponi-Biffoli, setaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Scarlatti 170 Bernardo de’ Bardi parte per Costantinopoli con drappi dei Lotti 171 a-b Bernardo de’ Bardi parte per Costantinopoli con drappi dei Bartolini 172 I Mazzinghi, battilori, chiedono a Bardi di riferire un messaggio a Pandolfo Biliotti, loro corrispondente a Costantinopoli 173 Bernardo de’ Bardi rientra a Firenze con merci e denaro contante 174 a-c I Capponi, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Luca Salvucci e Carlo Zati 175 a-c Francesco Lioni, da Venezia, vende un raso ad Alessandria tramite Prospero, siciliano 176 a-b I Capponi-Biffoli, setaioli, vendono un velluto in Nord-Africa tramite Giovan Battista Doffi 177 Francesco Lioni, da Venezia, acquista drappi fiorentini 178 a-d Francesco Lioni acquista drappi a Venezia per conto di fiorentini attivi a Costantinopoli 179 Francesco Lioni acquista drappi a Venezia per conto di Guglielmo da Sommaia, attivo a Costantinopoli 180 Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi a Costantinopoli a Tommaso Scarlatti 181 a-b Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi a Costantinopoli a Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami 182 Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi genovesi a Costantinopoli a Francesco da Magnale 183 Francesco Lioni, da Venezia, invia damaschi a Costantinopoli a Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami 184 a-c Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi a Costantinopoli a Tommaso Scarlatti 185 a-f Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi genovesi a Costantinopoli a Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami 186 Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi a Costantinopoli a Guglielmo da Sommaia 187 Francesco Lioni, in Venezia, acquista drappi per Guglielmo da Sommaia 188 a-c I Capponi-Biffoli vendono drappi a Costantinopoli tramite Ilarione Ciacchi 189 a-c I Capponi-Biffoli vendono drappi a Costantinopoli tramite Francesco de’ Nobili 190 a-b I Capponi, setaioli, vendono rasi a Costantinopoli tramite Antonio Pandolfi 191 a-b I Capponi, setaioli, vendono un broccato a Costantinopoli tramite Pandolfi 192 Piero e Luigi Capponi e compagni hanno inviato telette ad Alessandria 193 a-b I Capponi, setaioli, vendono velluto a Costantinopoli tramite Francesco de’ Nobili 194 a-c I Capponi-Biffoli, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Francesco de’ Nobili 195 I Capponi-Biffoli, setaioli, inviano un velluto da Napoli ad Alessandria 196 a-c Cristofano Rinieri e Iacopo Capponi inviano drappi ad Alessandria 197 a-c Cristofano Rinieri invia drappi a Costantinopoli tramite Alfonso Berardi 198 a-c I Capponi, setaioli, vendono drappi ad Alessandria tramite i Doffi-Ferrini 199 I Capponi acquistano a Firenze velluti su ordine dei Pitti, attivi ad Alessandria Anni p. 1531 389 1530-41 390 1531 1532 1532 392 393 394 1532 395 1533 395 1532 396 1532 398 1533 399 1534 399 1537 400 1538 401 1538 402 1539 403 1539 403 1539 404 1539 405 1539 406 1539 408 1540 409 1539 409 1539 410 1541 1541 1541 411 412 413 1542 414 1542 414 1542 1545 1546 1548 416 416 418 419 1552 420 425 425 Fonti manoscritte Fonti manoscritte FIRENZE Archivio di Stato (ASF) Arte della Seta, 1, Statuti Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori Carte Strozziane, Serie Seconda, 96, Ins. 4 Carte Strozziane, Serie Terza, 276, Quaderno di Benedetto Strozzi Carte Strozziane, Serie Quarta, 57, Quaderno di Carlo di Niccolò Strozzi Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori dell’eredità di Girolamo Strozzi Carte Strozziane, Serie Quarta, 82 Carte Strozziane, Serie Quinta, 78, Ricordanze di Federico di Lorenzo Strozzi Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo 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XIII, 93, Bonsignore Bonsignori, Viaggio a Gerusalemme II, II, 50, Miscellanea Biblioteca Riccardiana 1848, Stratto di gabelle 2526, Stratto di gabelle 2545, Capitoli della dogana della magnifica città di Ancona 2604, Stratto di gabelle Ospedale degli Innocenti (AOI) (tra parentesi le antiche segnature) 12381 (Estranei, 364), Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia 12382 (Estranei, 371), Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli 12383 (Estranei, 370), Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli 12385 (Estranei, 442), Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli 12388 (Estranei, 389), Debitori e creditori di Agnolo del Caccia, setaiolo 12583 (Estranei, 76), Ricordanze di Andrea Banchi 12587 (Estranei, 78), Copialettere di Andrea Banchi 12637 (Estranei, 220), Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni 12639 (Estranei, 222), Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni 12640 (Estranei, 223), Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni 12643 (Estranei, 246), Debitori e creditori di Francesco e Carlo Cambini e compagni 12644 (Estranei, 248), Debitori e creditori di Francesco e Carlo Cambini e compagni 12649 (Estranei, 247), Debitori e creditori di Piero Cappelli, Francesco e Carlo Cambini e Niccolò di ser Piero da Colle e compagni 12680 (Estranei, 224), Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni 12682 (Estranei, 226), Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni 12683 (Estranei, 227), Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni 12685 (Estranei, 229), Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni 12686 (Estranei, 230), Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni 12810 (Estranei, 918), Debitori, creditori e ricordi di Bindo di Battista Vernacci 12907 (Estranei, 651), Debitori, creditori e ricordi di Iacopo Pandolfini 429 429 MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI 12908 (Estranei, 652), Giornale di Iacopo Pandolfini 12910 (Estranei, 650), Debitori e creditori di Pandolfo Pandolfini DINTORNI DI FIRENZE Archivio Bartolini 62, Debitori e creditori di Bernardo e Filippo di Carlo Gondi e compagni, setaioli 240, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini 242, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini e compagni, battilori 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori 250, Copialettere di Gherardo Bartolini 255, Copialettere di Gherardo Bartolini Archivio Frescobaldi Frescobaldi, 722, Debitori, creditori e giornale di Bartolo Tedaldi PISA Scuola Normale Superiore (SNS), Archivio Salviati Classe I, 32, Quaderno di debitori, creditori e ricordi di Bernardo Peruzzi Classe I, 33, Libro di Bernardo Peruzzi Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco Classe I, 358, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco Classe I, 359, Quaderno di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, attenente alle incette di Levante Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco Classe I, 364, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco Classe I, 367, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco Classe I, 369, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco Classe I, 397, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli Classe I, 398, Giornale e ricordi di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli Classe I, 413, Giornale di Iacopo Salviati e compagni, setaioli Classe I, 420, Giornale di Iacopo Salviati e compagni, setaioli 430 430 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550) Classe I, 427, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e compagni, setaioli Classe I, 660, Libro del viaggio di Barberia di Averardo di Alamanno Salviati PRATO Archivio di Stato, Datini 532, Ins. 2, Lettera di Antonio di Guccio e Matteo di Miniato, in Barcellona, a Francesco di Marco Datini e Manno d’Albizzo degli Albizzi, in Pisa, 16 ottobre 1392 (Cod. 100377) 1113, Ins. 34, Lettera di Francesco di Marco Datini, in Prato, ad Andrea di Bonanno, in Genova, 14 aprile 1392 (Cod. 6101414) 1171, Ins. I, Valute di mercanzia (Cod. 9301272) 1171, Ins. III, Carichi di nave (Cod. 9301403) VENEZIA Archivio di Stato Archivio Proprio Costantinopoli, Busta 1, Dispacci del bailo Pietro Bragadin al Senato, 1525 GIAPPONE, TOKYO Hitotsubashi University, Center for Historical Social Science Literature Franklin 18148, MS. 74, Debit and Credit Account Book USA, CAMBRIDGE Harvard University, Baker Library Selfridge Collection, Medici, 495, Copialettere Selfridge Collection, Medici, 518, Debitori e creditori di Giovanni de’ Medici e Cresci Donati Selfridge Collection, Medici, 538, Copialettere Selfridge Collection, Medici, 543, 1, Libro di Francesco, Giovenco e Giovanni di Giuliano de’ Medici, di Alfieri di Francesco Strinati e Niccolò di Simone Strinati Selfridge Collection, Medici, 543, 2, Debitori e creditori di Giovanni di Giuliano, Raffaello di Francesco e Guido di Antonio de’ Medici Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere 431 431 Bibliografia citata Bibliografia citata Ashtor E., Il commercio italiano col Levante e il suo impatto sull’economia tardomedioevale, in «Aspetti della vita economica medievale», Atti del Convegno di Studi nel X Anniversario della morte di Federigo Melis (Firenze-Pisa-Prato, 10-14 marzo 1984), Firenze 1985, pp. 15-63. 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Marco Bicchierai, Una comunità rurale toscana di antico regime. Raggiolo in Casentino, 2006 3. Fabio Bertini, La democrazia europea e il laboratorio risorgimentale italiano (1848-1860), 2007 4. Andrea Zorzi, La trasformazione di un quadro politico. Ricerche su politica e giustizia a Firenze dal comune allo Stato territoriale, 2008 5. Andrea Zorzi (a cura di), La civiltà comunale italiana nella storiografia internazionale, 2008 6. Monique Bourin, Giovanni Cherubini, Giuliano Pinto (a cura di), Rivolte urbane e rivolte contadine nell’Europa del Trecento. Un confronto, 2008 7. Dinora Corsi, Matteo Duni (a cura di), «Non lasciar vivere la malefica». Le streghe nei trattati e nei processi (secoli XIV- XVII), 2008 8. Giampiero Nigro (a cura di), Francesco di Marco Datini. L’uomo il mercante, 2010 9. Giampiero Nigro (edited by), Francesco di Marco Datini. The Man the Merchant, 2010 10. Bernardo Rucellai, “De bello italico”. La guerra d’Italia, a cura di Donatella Coppini, 2011 11. 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I traffici dell’area campana nei manuali di commercio, 2012 19. Margherita Azzari, Leonardo Rombai (a cura di), Amerigo Vespucci e i mercanti viaggiatori fiorentini del Cinquecento, 2013 20. Dinora Corsi, Diaboliche, maledette e disperate. Le donne nei processi per stregoneria (secoli XIV-XVI), 2013 21. Paola Pinelli, Tra argento, grano e panni. Piero Pantella, un operatore italiano nella Ragusa del primo Quattrocento, 2013 22. Amerigo Vespucci, Cronache epistolari. Lettere 1476-1508, a cura di Leandro Perini, 2013 23. Maria Giagnacovo, Appunti di metrologia mercantile genovese. Un contributo della documentazione aziendale Datini, 2014 24. Bonaccorso Pitti, Ricordi, a cura di Veronica Vestri, 2015 25. Antonella Fiorentino, Il commercio delle pelli lavorate nel basso Medioevo. Risultati dall’Archivio Datini di Prato, 2015 26. Jules Michelet, Il Rinascimento, a cura di Leandro Perini, 2016 27. Manuela Doni, L’idea di Europa nelle ‘Vite’ di Richelieu. 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Patrizia Guarnieri (a cura di), L’emigrazione intellettuale dall’Italia fascista. Studenti e studiosi ebrei dell’Università di Firenze in fuga all’estero, 2019 37. Gabriele Turi, «Israelita ma di eccezione». Ebrei perseguitati nell’università italiana, 2021 38. Flora Aghib Levi D’Ancona, La Nostra Vita con EzioeRicordi di guerra, a cura di Luisa Levi d’Ancona Modena, 2021 39. Renato Pasta, Riflessi d’Oriente. Esperienze e memorie di due viaggiatori toscani in Levante (1760-1792), 2021 40. Daniela Degl’Innocenti, Giampiero Nigro (a cura di), Un panno medievale dell’azienda pratese di Francesco Datini. Studio e ricostruzione sperimentale, 2021 41. Arianna Capirossi (a cura di), Nuova opera. Edizione critica e annotata, 2022 42. Patrizia Guarnieri, Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Migranti, esuli e rifugiati per motivi politici e razziali - 2.edizione riveduta e ampliata (1.ed. 2019-22), 2023 43. Patrizia Guarnieri, Intellectuals Displaced from Fascist Italy. Migrants, Exiles and Refugees Fleeing for Political and Racial Reasons - 2nd edition, revised and enlarged (1st ed. 2019-22), 2023 44. Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, 2023 TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (ca. 1350-1550) Le fonti Questo studio, utilizzando centinaia di documenti d’archivio per un periodo di circa due secoli, evidenzia il totale ribaltamento che si verificò a partire dall’inizio del XV secolo: i tessuti di seta non attraversavano più il Mediterraneo da Est a Ovest, come nei secoli precedenti, bensì da Ovest a Est. Mercanti ebrei, turchi, siriani e soprattutto la Sublime Porta mostrarono un continuo apprezzamento per i drappi fiorentini. Grazie alle fonti sono descritte nel dettaglio tutte le fasi di quel flusso di esportazioni: l’acquisto dei drappi a Firenze, la loro spedizione, il trasporto e infine l’intervento dei corrispondenti che a Costantinopoli curavano le vendite. Tale flusso di merci proseguì fino ai primi decenni del Cinquecento, per poi decadere rapidamente intorno alla metà del secolo. MARCO SPALLANZANI è stato fino al 2010 professore associato di Storia economica presso l’Università di Firenze. Ha collaborato con istituzioni culturali italiane e straniere; è stato inoltre Ispettore onorario della Soprintendenza di Firenze e, dal 1981 al 2003, Research Associate di Villa I Tatti, Harvard University. FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI è professore associato di Storia economica presso l’Università di Firenze; è inoltre visiting reader a Queen Mary University of London e académico dell’Academia Portuguesa da História. Si occupa di storia del commercio e della banca nel Rinascimento. INDICE Elenco delle abbreviazioni Nota metrologica Introduzione PARTE PRIMA Capitolo 1: Firenze e il Levante 1. Scambio di prodotti 2. Rapporti commerciali e diplomatici 3. Mercanti fiorentini a Costantinopoli Capitolo 2: I drappi fiorentini in Levante 1. Dalla produzione all’esportazione 2. Le rotte Capitolo 3: Le forniture alla Sublime Porta (1462-1531) 1. La Porta di Maometto II il Conquistatore (1432-1481) 2. La Porta di Bayazet II (1481-1512) 3. La Porta di Selim I (1512-1520) 4. La Porta di Solimano, principe ereditario (1515-1517) e sultano (1520-1566) Conclusione Appendice 1. Le vendite alla Porta (1462-1531) 2. Tipi di drappi inviati alla Porta di Bayazet II, Selim I e Solimano (1490-1531) 3. Fiorentini in Levante 4. Mercanti e fondi archivistici PARTE SECONDA Le fonti Elenco dei documenti Fonti manoscritte Bibliografia citata ISSN 2464-9007 (print) ISSN 2704-5986 (online) ISBN 979-12-215-0086-8 (PDF) ISBN 979-12-215-0087-5 (XML) DOI 10.36253/979-12-215-0086-8 w w w. f u p r e s s . c o m