Marco Spallanzani
Francesco Guidi Bruscoli
TESSUTI DI SETA
TRA FIRENZE E IL LEVANTE
(ca. 1350-1550)
Le fonti
BIBLIOTECA DI STORIA
ISSN 2464-9007 (PRINT) - ISSN 2704-5986 (ONLINE)
– 44 –
Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli
Tessuti di seta tra Firenze e il Levante
(ca. 1350-1550)
Le fonti
FIRENZE UNIVERSITY PRESS
2023
Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550) : le fonti / Marco Spallanzani,
Francesco Guidi Bruscoli. – Firenze : Firenze University Press, 2023.
(Biblioteca di storia; 44)
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ISSN 2464-9007 (print)
ISSN 2704-5986 (online)
ISBN 979-12-215-0086-8 (PDF)
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Indice
Elenco delle abbreviazioni
7
Nota metrologica
9
Introduzione
11
PARTE PRIMA
Capitolo 1: Firenze e il Levante
1. Scambio di prodotti
2. Rapporti commerciali e diplomatici
3. Mercanti fiorentini a Costantinopoli
15
15
17
19
Capitolo 2: I drappi fiorentini in Levante
1. Dalla produzione all’esportazione
2. Le rotte
21
22
24
Capitolo 3: Le forniture alla Sublime Porta (1462-1531)
1. La Porta di Maometto II il Conquistatore (1432-1481)
2. La Porta di Bayazet II (1481-1512)
3. La Porta di Selim I (1512-1520)
4. La Porta di Solimano, principe ereditario (1515-1517) e sultano (1520-1566)
27
27
29
37
42
Conclusione
49
Appendice
1. Le vendite alla Porta (1462-1531)
51
2. Tipi di drappi inviati alla Porta di Bayazet II, Selim I e Solimano (1490-1531) 69
3. Fiorentini in Levante
75
4. Mercanti e fondi archivistici
83
PARTE SECONDA
Le fonti
87
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Elenco dei documenti
421
Fonti manoscritte
427
Bibliografia citata
433
6
6
Elenco delle abbreviazioni
AOI
ASF
BNCF
br.
d.
d.
d.
duc.
f.
g.
gr.
isp.
l.
lb.
lib.
q.
r.
s.
s.
s.p.
segn.
SNS
sp.
v.
Archivio dell’Ospedale degli Innocenti
Archivio di Stato, Firenze
Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze
braccio, unità di lunghezza
denaro, unità monetaria
denaro, unità ponderale
destra
ducato
fiorino
grammo
grosso, unità monetaria
vedi sp.
largo oppure lungo
lira, unità monetaria
libbra, unità ponderale
quarto, unità di lunghezza
recto
sinistra
soldo, unità monetaria
senza prezzo
segno, segnato
Scuola Normale Superiore
“spagnolo” o “spianato” (manteniamo questa abbreviazione così come compare
nei documenti, data l’impossibilità di chiarire con certezza il suo significato)
verso
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Nota metrologica
Unità di lunghezza
Le lunghezze dei drappi sono quasi sempre espresse in picchi, che era l’unità di misura
ufficiale nell’Impero ottomano, e solo rare volte in braccia fiorentine (1 br. = cm. 58,3).
Quest’ultima circostanza si verifica quando la documentazione a noi pervenuta è
incompleta e quella che sopravvive è redatta a Firenze. Come è facile immaginare,
lunghezze in picchi si ripetono un’infinità di volte; le approssimazioni non mancano ma
nel complesso il rapporto prevalente è 1 picco = br. 1,12 = cm. 65,2, che praticamente è
quello riportato anche nel vecchio Manuale di metrologia di Martini1. Da segnalare
tuttavia rari riferimenti a picchi grandi e picchi piccoli, come nel caso del Doc. 65 b qui
presentato (p. 202), e l’esplicito riferimento a un picco grande nell’inventario di Maringhi
(Doc. 80), in cui il rapporto pare essere 27 picchi = 22 ½ picchi grandi (ovvero 1,2 / 1)2.
Inoltre Walther Hinz segnala una certa variabilità nella lunghezza del picco in diverse
città del Medio Oriente3. Nei documenti qui pubblicati un taglio di stoffa viene più volte
definito “vesta”: esso corrisponde a br. 13-15, ovvero 7,6-8,7 metri.
Unità di peso
1 libbra
1 oncia
1 denaro
=
=
12 once
24 denari
=
=
=
g. 339
g. 28,25
g. 1,17
1
A. Martini, Manuale di metrologia, ossia Misure, Pesi e Monete in uso attualmente e anticamente
presso tutti i popoli, Torino 1883, rist. Roma 1976, p. 178.
2
Si vedano anche: G.R.B. Richards, Florentine Merchants in the Age of the Medici, Cambridge Mass.
1932, pp. 188-190; I. Houssaye Michienzi e S. Lassalle, Étoffes et vêtements dans l’inventaire après
décès de Giovanni Maringhi, un marchand florentin à Constantinople au début du XVIe siècle, in Le
vêtement au Moyen Âge. De l’atelier à la garde-robe, a cura di D. Alexandre-Bidon, N. Gauffre
Fayolle, P. Mane e M. Wilmart, Turnhout 2021, pp. 79-106.
3
W. Hinz, Islamische Masse und Gewichte umgerechnet ins metrische System, Leiden-Köln 1970,
pp. 56-57.
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Monete
I prezzi di vendita in Levante sono espressi in aspri, la classica moneta ottomana, e
sempre riferiti a 1 picco. L’impiego di un’unica unità di misura facilita il confronto tra i
valori e soddisfa in pieno le esigenze dello studioso che desidera conoscere i prezzi delle
sete in moneta locale. I problemi tuttavia ci sono, e sono tanti, quando si intende passare
alla moneta fiorentina, vale a dire al fiorino d’oro (in tutte le sue accezioni). Come è noto,
la monetazione fiorentina dei secoli XV-XVI presenta non poche complicazioni, soprattutto
negli anni 1490-1510 circa. Da Firenze partivano alla volta di Pera (il quartiere di
Costantinopoli in cui si stanziavano normalmente i mercanti italiani) casse piene di
broccati, rasi e velluti, ma nei libri contabili fiorentini i prezzi potevano essere espressi in
fiorini d’oro, fiorini di suggello, fiorini a fiorino, fiorini d’oro larghi di grossi, fiorini d’oro
in oro e fiorini d’oro larghi, mentre per le spese accessorie si ricorreva spesso alla lira di
piccioli. Tra i vari tipi di fiorino la differenza poteva raggiungere il 19 %4. Il rapporto tra
fiorino d’oro e lira di piccioli era variabile, così come lo era quello tra fiorini e aspri.
La documentazione qui esaminata consente di seguire le oscillazioni della parità
cambiaria tra aspri e fiorini. Così, ad esempio, dai 36 aspri = 1 fiorino d’oro della
documentazione Cambini nel 1464 si passa ad aspri 48 = 1 fiorino d’oro largo di grossi dei
Salviati e dei Serristori nel 1500 per arrivare ad aspri 54 = 1 fiorino d’oro in oro con i Gondi,
gli Strozzi e i Salviati nel 1505, 1510 e nel 1515. In occasione degli acquisti di Solimano
nel 1528-1531 il cambio sale a 56 aspri = 1 fiorino d’oro in oro. La seguente tabella non è
esaustiva ma esemplifica la situazione.
Anno
1464
1500
1505-15
1528-31
Aspri per fiorino
36
48
54
56
Tipo di fiorino
fiorino d’oro
fiorino d’oro largo di grossi
fiorino d’oro in oro
fiorino d’oro in oro
A partire dalla fine del Quattrocento, intanto, il termine “ducato” era diventato sinonimo
di fiorino, tanto da venire utilizzato in maniera interscambiabile con esso 5. I ducati presenti
negli ultimi documenti, dunque, sono da considerare ducati fiorentini, a meno che non sia
esplicitamente indicata la loro provenienza veneziana. I ducati quattrocenteschi, invece,
sono da intendersi come ducati veneziani.
4
R.A. Goldthwaite, Il sistema monetario fino al 1600: pratica, politica, problematica, in R.A.
Goldthwaite e G. Mandich, Studi sulla moneta fiorentina (Secoli XIII-XVI), Firenze 1994, p. 59.
5
Ibidem, p. 36.
10
10
Introduzione
Questo volume ha lo scopo di presentare un corpus di fonti relative al commercio
internazionale dei drappi di seta tra Firenze e il Levante dalla metà del Trecento alla metà
del Cinquecento, ed è indirizzato innanzitutto, ma non solo, a studiosi di storia economica
e a specialisti dell’arte tessile. Scartata sin dall’inizio l’idea di effettuare un’indagine di
ordine quantitativo, il criterio seguito nella selezione dei documenti ha inteso privilegiare
quelli che contengono descrizioni, anche se molto ridotte, delle sete. Le spedizioni di
semplici casse di drappi sono state tralasciate in quanto irrilevanti per gli storici dell’arte e
di scarso interesse per gli storici dell’economia, che hanno già tracciato un quadro
attendibile del commercio di Firenze con il Levante.
La documentazione qui raccolta è quasi tutta di origine fiorentina, di natura
prevalentemente contabile, e si aggiunge a quella conservata in altri grandi centri quali
Venezia, Genova e Istanbul colmando, grazie alla sua abbondanza, lacune importanti.
Anche Istanbul, infatti, conserva – come è noto – archivi molto ricchi, ma proprio il periodo
qui preso in considerazione non sembra aver lasciato tracce adeguate. L’auspicio, dunque,
è che questa documentazione possa offrire materiale utile anche agli specialisti di storia
ottomana.
Il repertorio pubblicato nella Parte Seconda di questo volume consiste in ben 199
documenti, presentati in ordine cronologico; ma il loro numero sfiora quasi i 500 se si
considera che spesso al documento principale se ne affiancano altri, tratti prevalentemente
dalla contabilità dell’analisi, che permettono di risalire ai costi di acquisto, alle spese di
trasporto, agli itinerari seguiti, sino ad arrivare ai singoli compratori. Ogni documento (o
sotto-documento) è preceduto da un regesto, una breve presentazione che intende facilitare
la comprensione e l’utilizzo di fonti contabili a volte piuttosto ostiche.
Non abbiamo effettuato un’analisi complessiva di questo vastissimo corpus
documentario, limitando uno studio più approfondito esclusivamente alle forniture alla
Sublime Porta (ovvero la corte imperiale), che era diventata il miglior cliente di molti
setifici fiorentini: ad essa abbiamo dedicato il Capitolo 3 e le Appendici 1 e 2. Pure in questo
caso, tuttavia, nonostante l’elaborazione includa anche tabelle di sintesi, dobbiamo
sottolineare che non si tratta di uno studio quantitativo complessivo, che è reso impossibile
dalla frammentarietà delle fonti. È esemplificativo in tal senso il caso delle vendite alla
Porta sotto Bayazet II (1481-1512): mentre i documenti che forniscono dettagli (relativi alle
FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
operazioni dei Salviati, dei Serristori e di pochi altri) evidenziano vendite per meno di 5.300
picchi nel trentennio di regno del sultano (Capitolo 3, Tabella 3), laddove abbiamo
informazioni – pur approssimative – di carattere complessivo, come ad esempio nelle lettere
di Maringhi, vediamo che i fiorentini ne esportarono circa 2.500 picchi nel solo aprile 1503
o quasi 4.500 nel periodo febbraio-maggio 1505 (Capitolo 3, Tabella 4).
Più di cinquant’anni fa Florence Edler de Roover, studiando la documentazione del
setaiolo fiorentino Andrea Banchi, ha mostrato con dovizia di particolari le esportazioni di
drappi a Costantinopoli nel 1460-62, anni immediatamente successivi alla conquista
ottomana6. Le fonti che abbiamo raccolto vanno molto oltre tali ricerche pionieristiche,
ampliando l’arco cronologico fino alla metà del Cinquecento. Si tratta di una miscellanea
di documenti estremamente eterogenei, tra i quali dominano in assoluto i libri contabili e il
carteggio mercantile: nel loro insieme essi consentono di ricostruire il commercio delle sete
lavorate (ovvero i drappi di seta), che negli anni 1450-1550 si tradusse in un flusso
unidirezionale da Firenze verso un Levante ormai riconducibile essenzialmente all’Impero
ottomano.
A differenza dei panni di lana, andati quasi totalmente perduti, non poche sete si sono
conservate e i maggiori musei del mondo custodiscono raccolte meritatamente celebri (si
pensi ad esempio al caftano conservato presso il Museo Topkapi di Instanbul e riprodotto
qui in Fig. 1, p. 14). Negli ultimi decenni non sono mancate mostre dedicate all’arte islamica
e ai rapporti che legavano l’Italia al Levante. Le sete hanno sempre suscitato grande
interesse e molto spesso drappi italiani, prevalentemente veneziani e fiorentini, sono stati
esposti accanto ad altri, di produzione ottomana. Gli studiosi hanno notato i reciproci
influssi e sino ad anni recenti non sono mancati problemi di attribuzione7. Non rientra
tuttavia tra i fini di questo studio l’analisi stilistica delle sete, dei motivi ornamentali e delle
reciproche influenze tra la produzione fiorentina e quella orientale, problematiche per le
quali si rimanda alla vasta bibliografia esistente.
I documenti provengono in massima parte da archivi e biblioteche di Firenze; nuclei
consistenti sono inoltre conservati a Pisa (Archivio Salviati) e ad Harvard (Fondo Medici
della Selfridge Collection), come risulta dall’elenco finale. L’auspicio è che tale
documentazione, per la quale i capitoli iniziali e soprattutto i commenti a corredo mirano a
fornire un adeguato strumento di lettura, possa fungere da stimolo per ulteriori ricerche da
parte di studiosi di varie discipline, dalla storia dell’arte alla storia del mondo islamico,
dalla storia del tessuto alla storia economica.
6
F. Edler de Roover, Andrea Banchi, Florentine Silk Manufacturer and Merchant in the Fifteenth
Century, «Studies in Medieval and Renaissance History», III (1966), pp. 221-285, traduz. ital.,
Andrea Banchi, setaiolo fiorentino del Quattrocento, «Archivio Storico Italiano», CL (1992), pp.
877-963. Inseriamo nel nostro corpus parte dei documenti Banchi (Docc. 21-25).
7
Accanto al classico volume N. Atasoy et al., Ipek. The Crescent and the Rose. Imperial Ottoman
Silks and Velvets, London 2001, citiamo i cataloghi di due mostre tenutesi recentemente in Italia:
Islam a Firenze, Arte e collezionismo dai Medici al Novecento, a cura di G. Curatola, Firenze 2018 e
Il Montefeltro e l’Oriente islamico, Urbino 1430-1550. Il Palazzo ducale tra Occidente e Oriente, a
cura di A. Bruschettini, Genova 2018.
12
12
Parte Prima
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Figura 1. Velluto operato a un corpo tagliato di seta rossa lanciato in seta gialla e oro filato, motivo
“a griccia”, Firenze, ultimo quarto sec. XV (Istanbul, Topkapi Saray, Inv. 13/500).
14
CAPITOLO 1
Firenze e il Levante
1. Scambio di prodotti
Per secoli il Vicino Oriente è stato l’abituale fornitore di molti manufatti raffinati e
costosi che l’Europa cristiana e la stessa Firenze non erano in grado di produrre. Tuttavia,
intorno alla fine del secolo XIV-inizio sec. XV gli scambi commerciali di Firenze con il
Levante subirono un profondo cambiamento, che coinvolse molti di quei manufatti
abitualmente definiti di “arte minore”, dai tappeti alle ceramiche, dai vetri alle sete8. Il
tappeto fu l’unico prodotto che in Occidente conobbe un crescente successo e dai porti del
Mediterraneo orientale una corrente di importazioni costante rifornì per secoli il mercato
italiano; di contro, il vetro siriano, bellissimo da vedere, andò verso una crisi irreversibile
e ben presto fu soppiantato dalla produzione veneziana. Per i metalli si segnalano ancora
nel secolo XV sporadici arrivi dal Vicino Oriente, ma la domanda della clientela fiorentina
era ormai pienamente soddisfatta dal vasellame di produzione locale, non di rado ispirato a
8
Sull’inarrestabile decadenza del regno mamelucco nei primissimi anni del Quattrocento è tornato
più volte Elyhau Ashtor, che ha evidenziato alcuni fattori determinanti, tra i quali il ristagno
tecnologico, la crisi demografica (acuita dal ricorrere di pestilenze), la situazione politica instabile e
le distruzioni causate da Tamerlano (Tīmūr Barlas): rimandiamo in particolare a E. Ashtor,
L’exportation de textiles occidentaux dans le Proche Orient musulman au bas Moyen Âge (13701517), in Studi in memoria di Federigo Melis, 5 voll., Napoli 1978, II, pp. 303-377 e a E. Ashtor, Il
commercio italiano col Levante e il suo impatto sull’economia tardomedioevale, in «Aspetti della vita
economica medievale», Atti del Convegno di Studi nel X Anniversario della morte di Federigo Melis
(Firenze-Pisa-Prato, 10-14 marzo 1984), Firenze 1985, pp. 31-32. Sulla lavorazione della seta
nell’Impero ottomano e sui rapporti con l’Europa si veda il recente H. Inalcik, Studies in the History
of Textiles in Turkey, Istanbul 2011. Riguardo alla presenza a Firenze di oggetti orientali, rinviamo a
M. Spallanzani, Ceramiche orientali a Firenze nel Rinascimento, Firenze 1978, rist. Firenze 1997;
M. Spallanzani, Maioliche ispano-moresche a Firenze nel Rinascimento, Firenze 2006; M.
Spallanzani, Oriental Rugs in Renaissance Florence, Firenze 2007; M. Spallanzani, Metalli islamici
a Firenze nel Rinascimento, Firenze 2010; M. Spallanzani, Vetri islamici a Firenze nel primo
Rinascimento, Firenze 2012.
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com
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Francesco
Guidi Bruscoli,
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Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
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DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
modelli islamici (alla domaschina). Più complesso il settore della ceramica, che vide
manufatti ceramici orientali e occidentali attraversare quasi contemporaneamente il
Mediterraneo, questa volta nei due sensi. La maiolica italiana del Rinascimento conobbe
uno sviluppo straordinario e insieme ai lustri valenzani dominò completamente il mercato,
causando il crollo delle importazioni siriane. Allo stesso tempo maioliche italiane
lasciarono i porti della Penisola per raggiungere l’Anatolia, dove esercitarono un chiaro
influsso sulla ceramica ottomana, che nel secolo XVI iniziò a sua volta ad affluire sul
mercato italiano.
Per i tessili si impone un distinguo: da un lato vi sono i panni di lana, dall’altro i drappi
di seta. I primi costituirono il prodotto principale dell’economia fiorentina e a partire dalla
metà del Quattrocento trovarono un ottimo mercato di sbocco nell’Impero ottomano9. I
secondi continuarono a lungo a provenire dall’Oriente; ma verso la fine del secolo XIV si
verificò un rapido e definitivo ribaltamento. Questa netta inversione è stata autorevolmente
sottolineata da due insigni studiosi quali Federigo Melis e David Jacoby, entrambi
specialisti di storia economica. Il primo, che grazie anche alla collaborazione dei suoi allievi
ha scandagliato la ricchissima documentazione presente nell’Archivio Datini di Prato (ca.
1380-1410) ha lasciato una nota inequivocabile all’interno di una serie di schede inedite:
“(Drappi di Lev[ante]). Dalle carte D[atini], pochissimi casi: ormai l’Occidente provvedeva
da sé”10. Altrettanto lapidario è stato in più occasioni Jacoby, che in un articolo del 2004
evidenziava come i drappi levantini fossero “in decline since the late 1370 at the latest, as
a result of Italian competition”11 e qualche anno dopo, in occasione di un convegno tenutosi
a Firenze, presentò una relazione dal titolo chiarissimo: “Oriental Silks go West: A
Declining Trade in the Later Middle Ages”12.
Come noto, la città italiana che per prima fu capace di impiantare una produzione di
drappi di seta fu Lucca, a partire dal XII secolo. Nel Trecento, tuttavia, proprio grazie
all’emigrazione di artigiani lucchesi, tale industria iniziò a svilupparsi anche in altre città
italiane, quali Venezia, Bologna, Genova e Firenze. A fine secolo alcune manifatture di
queste città avevano superato quella lucchese sia in quantità che in qualità, tanto che, in una
lettera scritta alla compagnia Datini di Pisa nel 1392, due mercanti toscani residenti a
Barcellona, Antonio di Guccio e Matteo di Miniato, potevano tranquillamente asserire che
“i velluti fiorentini . . . son miglori che que’ di Luccha”13. In effetti, già da quel periodo
Firenze aveva ormai smesso di importare sete dall’Oriente (vicino e lontano) e
9
Si vedano ad esempio: B. Dini, Aspetti del commercio di esportazione dei panni di lana e dei drappi
di seta fiorentini in Costantinopoli, negli 1522-1531, in Studi in memoria di Federigo Melis, 5 voll.,
IV, Napoli 1978, pp. 1-55, rist. in Id., Saggi su un’economia-mondo. Firenze e l’Italia fra
Mediterraneo ed Europa (secc. XIII-XVI), Pisa 1995, pp. 215-270; H. Hoshino, Il commercio
fiorentino nell’Impero ottomano: costi e profitti negli anni 1484-1488, in «Aspetti della vita
economica medievale», cit., pp. 81-90, rist. in Id., Industria tessile e commercio internazionale nella
Firenze del tardo Medioevo, a cura di F. Franceschi e S. Tognetti, Firenze 2001, pp. 113-123; H.
Hoshino e M. Fennel Mazzaoui, Ottoman Markets for Florentine Woolen Cloth in the Late Fifteenth
Century, «The International Journal of Turkish Studies», 3 (1985-86), pp. 17-31.
10
Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”, Melis, V.VIII.1/2, n. 125.
11
D. Jacoby, Silk Economics and Cross-Cultural Artistic Interaction: Byzantium, the Muslim World,
and the Christian West, «Dumbarton Oaks Papers», 58 (2004), p. 236.
12
D. Jacoby, Oriental Silks go West: A Declining Trade in the Later Middle Ages, in Islamic artefacts
in the Mediterranean world. Trade, gift exchange and artistc transfer, a cura di C. Schmidt Arcangeli
e G. Wolf, Venezia 2010, pp. 71-88.
13
Prato, Archivio di Stato, Datini, 532, Ins. 2, Lettera di Antonio di Guccio e Matteo di Miniato, in
Barcellona, a Francesco di Marco Datini e Manno d’Albizzo degli Albizzi, in Pisa, 16 ottobre 1392
(Cod. 100377).
16
16
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
dall’Occidente (Spagna) e aveva impiantato una produzione di qualità tale da soddisfare
una raffinata clientela sia locale che estera.
2. Rapporti commerciali e diplomatici
Un episodio simbolico accadde nel 1422, anno in cui Firenze inviò un’ambasciata al
soldano d’Egitto (Malik al-Ashraf Barsbay) con lo scopo di garantire ai propri mercanti
privilegi analoghi a quelli di cui già beneficiavano veneziani e genovesi. Partiti a bordo di
galee fiorentine del neonato servizio di Stato, Felice Brancacci e Carlo Federighi giunsero
a Corte con preziosi doni tra cui velluti e broccati d’oro prodotti a Firenze: vi era la certezza
che essi non avrebbero sfigurato (Doc. 11). La missione fu un successo e alcuni mercanti
fiorentini ne approfittarono per inviare drappi (Docc. 12, 13). Il mercato egiziano, tuttavia,
non rispose in maniera soddisfacente alle aspettative: come vedremo, infatti, sarebbe stato
l’Impero ottomano, più che l’Egitto mamelucco, a diventare il grande acquirente di tessuti
di seta fiorentini.
Quando, nel 1453, Costantinopoli cadde sotto l’attacco dell’esercito ottomano, Firenze
fu pronta a stipulare accordi favorevoli con Maometto II14. La nuova capitale divenne subito
un importante mercato di sbocco e ben presto i panni di lana e i drappi di seta (con i primi
che, da un punto di vista numerico, sopravanzavano di molto i secondi) diventarono le due
voci più importanti del commercio di esportazione di Firenze verso il Vicino Oriente15. A
questo punto i fiorentini pagavano (e lo facevano volentieri) 5.000 pezze d’oro l’anno per
poter tenere i propri rappresentanti a Galata (quartiere di Costantinopoli); nel 1461 essi
furono sistemati dal sultano in edifici governativi, dai quali egli aveva espulso i veneziani.
Tra il 1462 e il 1463 le vittorie ottomane a Mitilene e in Bosnia furono celebrate anche dai
fiorentini: alcuni di loro – i Martelli – ebbero addirittura l’onore di poter ospitare lo stesso
sultano a cena. Costantinopoli, insomma, attrasse un numero crescente di mercanti e in
breve tempo sulle rive del Bosforo si formò una nazione fiorentina molto numerosa, al
vertice della quale era un console, carica prestigiosa che nella seconda metà del secolo XV
fu ricoperta da esponenti di famiglie molto note, tra le quali gli Ubaldini, i Del Nero, i
Baroncelli e i Salvucci16.
Nei primi anni Sessanta la conflittualità tra Venezia e l’Impero ottomano coinvolse
anche i fiorentini, i quali da un lato godevano dei vantaggi che ne derivavano (essi
potevano sostituire la Serenissima come partner commerciale di Costantinopoli),
dall’altro subivano forti pressioni dagli Stati cristiani della penisola italiana affinché
allentassero i legami con “gli infedeli”. Lo stesso Benedetto Dei descrive in maniera
molto vivida la situazione, non mancando comunque di sottolineare il favore riservato da
14
I trattati e molte fonti collaterali sono pubblicati in G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città
toscane coll’Oriente cristiano e coi Turchi fino all’anno MDXXXI, Firenze 1879, rist. Roma 1966.
15
Per un quadro aggiornato sull’esportazione (in Occidente e in Oriente) dei panni di lana e dei drappi
di seta fiorentini e sulle conseguenze per l’economia cittadina, si veda R.A. Goldthwaite,
Performance of the Florentine Economy, 1494-1512: the silk and wool industries, «Archivio Storico
Italiano», CLXXVIII, 2 (2020), pp. 311-373, in particolare pp. 320-326 e la citata bibliografia.
16
Per le dettagliatissime regole che disciplinavano la vita all’interno della comunità a Costantinopoli
e in Romania si veda Statuti delle colonie fiorentine all’estero (secc. XV-XVI), a cura di G. Masi,
Milano 1941, pp. 35-154. Una lista parziale di consoli e ambasciatori fiorentini a Costantinopoli tra
1461 e 1528 in I. Houssaye Michienzi, Les milieux d’affaires florentins, le commerce des draps et les
marchés ottomans à la fin du XVe et au début du XVIe siècle, «Mélanges de l’École française de
Rome – Moyen Âge», CXXVII, 2 (2015), Tab. 3 <http://mefrm.revues.org/2753>.
17
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
parte del sultano ai fiorentini17. Un momento difficile si ebbe nel 1467, allorché questi
ultimi, avendo deciso di lasciare Pera per le suddette pressioni ed essendosi diretti verso
la penisola italiana a bordo di navi anconetane, furono intercettati da galee veneziane e
depredati delle loro merci. Il traffico diretto tra Firenze e Costantinopoli non riprese fino
al 1472, anche se i fiorentini continuarono ad operare via Genova, pur in mezzo a ulteriori
difficoltà causate da ondate di peste che colpirono i territori ottomani nel 1467 e nel
146918.
In generale, comunque, nella seconda metà del Quattrocento i rapporti tra Firenze e
Costantinopoli rimasero ottimi, come dimostrato anche dal celebre episodio dell’arresto di
Bernardo Bandini: egli, che nel corso della fallita congiura dei Pazzi del 1478 aveva ucciso
Giuliano de’ Medici, era fuggito in Levante sperando di salvarsi; Maometto II, invece, lo
fece arrestare e consegnare ai fiorentini i quali, riportatolo a Firenze, lo impiccarono con
“una vesta alla Turchesca indosso azzurra, come ne venne preso di Turchia”19. Pochi anni
dopo, nel 1483, il successore di Maometto II, Bayazet II, inviò a Firenze un ambasciatore
allo scopo di ampliare ulteriormente gli scambi commerciali tra i due paesi20.
Neppure il trattato di pace tra Venezia e Costantinopoli, che nel 1479 riportò in campo
una pericolosa concorrente commerciale, danneggiò eccessivamente i fiorentini. Nel 14991503, tra l’altro, la seconda guerra turco-veneziana avrebbe restituito loro una posizione di
assoluta preminenza; tuttavia, all’indomani del trattato di pace, la posizione di Firenze
sarebbe stata nuovamente insidiata dall’aggressiva politica commerciale della Serenissima
che nei decenni successivi avrebbe portato al declino fiorentino, divenuto più marcato
tuttavia solo dal secondo quarto del XVI secolo21.
Nel primo venticinquennio del Cinquecento, infatti, i rapporti rimasero solidi e furono
corredati da proficui scambi di favori e doni. Nel 1501-02, ad esempio, il sultano si adoperò
molto – anche mediante l’invio di propri uomini di fiducia – affinché Giovanni Maringhi
potesse recuperare una balla di seta di Lahidjan che aveva acquistato a Bursa ma che era
stata rubata a Novi Pazar, in Serbia, mentre Bernardo Risaliti e Francesco Ciocci la stavano
portando in patria22. Esattamente come avevano fatto i loro compatrioti quasi un secolo
prima con il soldano d’Egitto, nel 1513 i fiorentini vollero onorare il nuovo sultano
ottomano, Selim I, da poco asceso al trono, inviando un ambasciatore con ricchi doni
consistenti prevalentemente in panni di lana e in drappi di seta (in particolare broccati
arricciati, broccati a bastone e velluti) prodotti da lanaioli e setaioli di Firenze (Doc. 107).
È naturale, quindi, che ancora nel 1527 Solimano il Magnifico abbia rinnovato i privilegi
in precedenza concessi da Bayazet II e da Selim I23.
17
B. Dei, La Cronica dall’anno 1400 all’anno 1500, a cura di R. Barducci, Firenze 1985, pp. 159-164.
H. Inalcik, An Economic and Social History of the Ottoman empire, 1300-1914, a cura di H. Inalcik
e D. Quataert, 2 voll., Cambridge 1994, vol. I, 1300-1600, pp. 231-232.
19
L. Morelli, Cronaca, in Croniche di Giovanni di Iacopo e di Lionardo di Lorenzo Morelli,
pubblicate . . . da Fr. Ildefonso Di San Luigi, vol. 19, Firenze 1785, pp. 195-196.
20
Si veda G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente, cit.: le prime lettere
ufficiali inviate dalla Signoria a Maometto II risalgono al 1455 (p. 182); per l’estradizione di Bandini
fu inviato quale ambasciatore Antonio de’ Medici (p. 224); l’incontro tra le autorità cittadine e
l’ambasciatore del Gran turco Ismail ebbe luogo il 7 aprile 1483 (p. 235).
21
H. Inalcik, An Economic and Social History, cit., I, pp. 232-234.
22
I. Houssaye Michienzi, The silk market in Bursa around 1500 as it appears in the Florentine
business archives, «Turcica», 50 (2019), pp. 77-78.
23
H. Inalcik, An Economic and Social History, cit., I, p. 233.
18
18
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TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
3. Mercanti fiorentini a Costantinopoli
La bibliografia sui mercanti fiorentini all’estero è sterminata, e non vale la pena citarla,
neppure in maniera selettiva. Come noto, nel corso del tardo Medioevo gli uomini d’affari
di Firenze si dislocavano nelle maggiori piazze commerciali europee costituendo delle reti
di rapporti economici e personali che consentivano loro di svolgere efficacemente la propria
attività dando luogo a scambi di merci e di informazioni ma, in ultima analisi, anche a
scambi culturali. Le modalità di insediamento nelle città prescelte variavano, ma
normalmente prevedevano la costituzione di una società che fungeva da riferimento per la
consorella in madrepatria, o anche per altre compagnie di fiorentini stanziate nei vari angoli
d’Europa o del Vicino Oriente.
Contrariamente a questo consueto modus operandi, una caratteristica tipica del
commercio di Firenze con il Levante fu la scelta da parte dei fiorentini di non creare quasi
mai nelle due capitali del Vicino Oriente solide compagnie mercantili-bancarie. Sia a
Costantinopoli che ad Alessandria, infatti, vi erano dei corrispondenti, sempre di nazionalità
fiorentina, pronti a eseguire le richieste che provenivano da Firenze; tuttavia, mentre ad
Alessandria il loro numero rimase sempre limitato, a Costantinopoli la presenza dei
fiorentini raggiunse livelli impressionanti e questo ebbe notevoli conseguenze, tutte
positive (l’Appendice 3 mostra l’enorme numero di fiorentini presenti a Costantinopoli
negli anni considerati da questo studio).
Archivi di Firenze ma non solo conservano varie lettere scritte da mercanti fiorentini a
Costantinopoli, come è evidente sfogliando i documenti raccolti nella Parte seconda di
questo volume. Più scarsi – per non dire quasi inesistenti – i libri di conto tenuti a
Costantinopoli: tra questi sono da segnalare innanzitutto i tre libri di Giovanni di Marco
Salviati (1492-94; Doc. 43)24; altresì relativo alle “faciende che facieno in Levante” è il
libro di Giovanni de’ Medici e Cresci Donati (Doc. 45)25. Informazioni utili si ripetono
anche in codici solo in parte tenuti in viaggio o in Levante: è il caso di Bernardo de’ Bardi
(Docc. 146-147, 170-173), Luigi di Carlo da Castelfiorentino (Doc. 129), Antonio Segni
(Docc. 26-30), Benedetto Strozzi (Doc. 12), i procuratori dell’eredità di Girolamo Strozzi
(Doc. 137), Bartolo Tedaldi (Doc. 37) e Bindo Vernacci (Doc. 47). Anche altri volumi sono
tenuti in viaggio oppure – pur solo parzialmente – in Levante, ma li abbiamo qui trascurati
in quanto non presentavano notizie rilevanti per questo studio, ovvero sul commercio delle
sete fiorentine: ne sono esempi i libri di Bartolomeo Del Guanto26, Guido e Niccolò
Mannelli27, Francesco di Giuliano de’ Medici28, Bernardo Peruzzi29, Averardo Salviati30 e
Daniello Strozzi31.
24
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 397-399. Su questi volumi si veda anche I. Houssaye Michienzi, Les
milieux d’affaires florentins, cit.
25
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 518.
26
ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 79, 208.
27
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 5199; i nomi “Guido e Niccolò Mannelli” sono riportati sul
piatto anteriore, in parte lacero.
28
Tokyo, Hitotsubashi University, Center for Historical Social Science Literature, Franklin 18148,
MS. 74, Debit and Credit Account Book (disponibile online: https://hermes-ir.lib.hitu.ac.jp/hermes/ir/sc/58742/?lang=1&mode=0&opkey=R161421935397089&idx=2&codeno=&fc_v
al=). Si veda in proposito: Y. Kamono, Il libro Debitori e Creditori e Ricordanze A di Francesco di
Giuliano de’ Medici: una nuova fonte per il commercio fiorentino con l’Impero ottomano, «Archivio
Storico Italiano», CLXXIX (2021), pp. 369-392.
29
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 32-33. Peruzzi era lo scrivano di bordo della galea Ferrandina.
30
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 660.
31
ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 82.
19
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Al di fuori del contesto fiorentino l’unico codice analogo è il libro di conti di Giacomo
Badoer, veneziano, tenuto a Costantinopoli negli anni 1436-4032.
L’intensità degli scambi, l’ammontare dei capitali investiti, la durata degli investimenti,
la lunga permanenza di molti connazionali nella capitale ottomana favorirono nuove
strategie, che nell’Egitto mamelucco non ebbero riscontro. Per questo motivo le
considerazioni che seguono riflettono essenzialmente il commercio di Firenze con un
Levante che in realtà è quasi esclusivamente ottomano e la cui base operativa più importante
è sempre Costantinopoli.
32
Il libro dei conti di Giacomo Badoer, a cura di U. Dorini e T. Bertelè, Il nuovo Ramusio, III, Roma
1956. Successivamente è stato predisposto un indice adeguato: Il libro dei conti di Giacomo Badoer
(Costantinopoli 1436-1440), a cura di G. Bertelè, Padova, 2002.
20
20
CAPITOLO 2
I drappi fiorentini in Levante
A partire dalla metà del Quattrocento Firenze inviò in Levante enormi quantitativi di
tessuti di seta, che trovavano facile smercio anche grazie alla loro qualità elevata: quando
nel 1497 Bernardo Vecchietti e Bonsignore Bonsignori, che viaggiavano nei territori
dell’Impero ottomano, notarono la grande quantità di drappi d’oro e di seta prodotti a Bursa
(centro manifatturiero situato a sud del Mare di Marmara), non poterono fare a meno di
rilevare che, rispetto a quelli fiorentini, “non sono però sì belli” (Doc. 46)33. Forse i due
mercanti non furono del tutto obbiettivi, però qualcosa di vero nel loro giudizio doveva
esserci.
La Sublime Porta, come vedremo (Capitolo 3), fu un cliente importante e fonti sia
italiane che turche mostrano come per alcuni decenni i sultani – da Maometto il
Conquistatore a Bayazet II, da Selim I a Solimano il Magnifico – si siano vestiti con tessuti
di seta prodotti a Firenze (e a Venezia). Ma la clientela fu certamente più ampia e variegata
e comprendeva anche mercanti turchi, persiani e arabi.
Gli operatori fiorentini attivi a Costantinopoli inondavano Firenze di ordinazioni che
a volte raggiungevano livelli impressionanti. Non sempre era facile per i fornitori tener
dietro alle richieste: nel 1515, ad esempio, i Cavalcanti furono costretti a rivolgersi a
Lucca per cercare di far fronte a un ordinativo di 3.000 picchi di rasi (quasi due
chilometri) richiesti dal loro corrispondente a Costantinopoli, Bartolomeo Biliotti, in
quanto esso andava al di là delle proprie capacità produttive (Doc. 117). Altre volte le
difficoltà non derivavano dai quantitativi ordinati, ma dal tipo di richieste che giungevano
da Costantinopoli: la Sublime Porta, infatti, era un cliente difficile, che non tardò a far
pervenire a Firenze (e a Venezia) i suoi desiderata in fatto di colori e motivi ornamentali,
causando complicazioni anche di carattere tecnico. Esse comunque non furono così forti
33
Si veda anche F. Borsook, The Travels of Bernardo Vecchietti and Bonsignore Bonsignori in the
Levant (1497-98), «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes», XXXVI (1963), p. 163, nota
120.
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
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Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
da interrompere una corrente di esportazioni che rimase sempre unidirezionale, dalla
penisola italiana verso Costantinopoli. Di contro, Firenze importava prevalentemente seta
greggia, ciambellotti, spezie e materie tintorie, ma la bilancia commerciale era nettamente
favorevole alla città toscana e non di rado i mercanti fiorentini rientravano in patria
portando con sé monete sonanti34.
1. Dalla produzione all’esportazione
I libri contabili delle compagnie fiorentine che si dedicarono all’esportazione di drappi
in Levante consentono di ricostruire tutte le fasi che portavano dai fondaci fino al mercato
di sbocco. L’esportazione di tessuti da Firenze e la successiva vendita in Levante seguivano
abitudini consolidate da tempo.
Una classica compagnia mercantile-bancaria o un singolo mercante potevano decidere
di spedire drappi in Levante e di approfittare della partenza di una persona conosciuta,
spesso appartenente a una famiglia ben nota sulla piazza cittadina. I partecipanti
stipulavano tra loro accordi che potevano assumere caratteristiche diverse, da un semplice
incarico di vendita a contratti simili alla vecchia collegantia o commenda delle città di
mare, che al termine dell’operazione prevedevano una ripartizione degli utili conseguiti
tra la compagnia di Firenze (che aveva investito il capitale) e il mercante viaggiatore (che
contribuiva in virtù della propria attività). Circostanze di questo tipo si verificarono ad
esempio nel 1422 quando, sulla scia dell’ambasceria fiorentina in Egitto, Benedetto
Strozzi si recò ad Alessandria allo scopo di smerciare drappi di seta suoi e di altri mercanti
(Doc. 12).
Se non si verificava la favorevole opportunità di un concittadino in partenza per il
Levante, il mercante o la compagnia che a Firenze decideva di esportare drappi
nell’Impero ottomano doveva in primo luogo scegliere un corrispondente, sempre di
nazionalità fiorentina, che a Pera avrebbe svolto quanto gli veniva richiesto, vale a dire
dedicarsi alla vendita dei tessuti di seta. In base alle consuetudini dell’epoca, al
corrispondente spettava generalmente il 2% del ricavo.
Chi esportava drappi in Levante poteva anche pensare di unirsi ad altri operatori, allo
scopo di incrementare il capitale investito; ognuno dei partecipanti conferiva una somma
di denaro e al termine dell’operazione l’utile conseguito veniva ripartito tra i soci in base
alle quote versate. Se fra i soci rientrava anche il corrispondente attivo a Pera, al termine
dell’operazione egli veniva ricompensato non con una provvigione fissa ma con una
partecipazione all’utile.
Definito il capitale da investire, ci si doveva rifornire dei drappi da esportare e in
città i punti di approvvigionamento erano molti. Il mercante-esportatore si poteva
rivolgere ad altre compagnie mercantili-bancarie fiorentine, a volte appartenenti allo
stesso àmbito familiare, che in quel momento disponevano di sete nei loro fondaci ed
erano disposte a venderle; in alternativa poteva contattare direttamente le compagnie
produttrici di drappi (anch’esse a volte legate agli esportatori da vincoli familiari), cioè
le compagnie di setaioli ma anche quelle di battilori. I primi si dedicavano alla
lavorazione dei drappi; i secondi producevano in primo luogo i fili d’oro e d’argento
richiesti per le sete più preziose ma, spesso, si dedicavano anche alla manifattura degli
stessi tessuti di seta.
34
A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze in alcuni documenti toscani (secoli XV-XVI),
in Relazioni economiche tra Europa e mondo islamico, Secc. XIII-XVIII, Atti della «Trentottesima
Settimana di Studi» (Prato, 1-5 maggio 2006), a cura di S. Cavaciocchi, Firenze 2007, pp. 981-1004.
22
22
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Una situazione particolare si verificava quando proprio le compagnie di setaioli o di
battilori decidevano di esportare sete in Levante. Entrambe producevano tessuti di seta e
non avevano quindi la necessità di rifornirsi di sete presso altre compagnie. In questi casi
le figure del produttore e dell’esportatore si fondevano in una sola.
Alcune compagnie avevano l’abitudine di numerare le pezze che via via esportavano
e non di rado il corrispondente a Pera manteneva la stessa numerazione al momento della
vendita. È un particolare importante, che rende più agevole – anche a noi osservatori
moderni – seguire gli spostamenti dei drappi, specialmente quando le fonti relative alla
stessa operazione sono eterogenee e provengono da nuclei documentari diversi. Questa
favorevole circostanza si è verificata, ad esempio, alla fine del sec. XV con i Salviati
(Docc. 49-50) e nel secondo decennio del Cinquecento con i Cavalcanti (Docc. 108-109,
111-112).
Il corrispondente che a Costantinopoli si occupava della vendita dei drappi avrebbe
ottenuto, come abbiamo anticipato, una provvigione fissa del 2% sul ricavo lordo oppure,
in quei non rari casi in cui fosse ammesso come socio, una partecipazione all’utile. Egli
veniva di norma scelto fra i tanti mercanti di nazionalità fiorentina attivi nella capitale
ottomana. Generalmente si trattava di singoli operatori poiché, salvo casi eccezionali,
negli empori del Vicino Oriente i fiorentini non costituirono solide compagnie mercantilibancarie, come erano soliti fare nelle piazze italiane ed europee, ma preferirono operare
singolarmente, anche quando era prevista una lunga permanenza in Levante. A volte nelle
fonti compaiono due nomi abbinati che però non fanno pensare a una vera e propria
compagnia, bensì ad una collaborazione temporanea: è il caso di Tommaso d’Aiolfo e
Luigi Gherardi, molto attivi nella capitale ottomana tra fine Quattrocento e i primi
decenni del Cinquecento. Si segnalano invece due vere e proprie compagnie ad
Alessandria (i Doffi-Ferrini e i Pitti); ma in questo caso tutto si ridusse a una fugace
apparizione intorno alla metà del secolo XVI.
Completate le vendite, il corrispondente di stanza in Levante compilava un estrattoconto di netto ricavo, ovvero una specie di resoconto nel quale elencava tutte le
transazioni effettuate, i nomi degli acquirenti, il ricavo lordo, le spese accessorie
sostenute nel corso dell’operazione e infine riportava il ricavo netto che spettava al
committente. Questi resoconti, redatti su fogli sciolti, venivano spediti da Pera insieme
alle normali lettere e con il tempo sono andati perduti. Fortunatamente le informazioni
sono comunque giunte fino a noi, perché a Firenze le compagnie esportatrici
redigevano copie nei loro libri contabili. A volte queste copie contengono inesattezze
dovute proprio al processo di copiatura, però anche a distanza di secoli costituiscono
la fonte migliore per conoscere la clientela che a Costantinopoli acquistava i drappi
fiorentini.
Se la decisone di esportare drappi in Levante maturava in prevalenza a Firenze, poteva
accadere a volte che l’iniziativa partisse da Costantinopoli. In questo caso le posizioni si
rovesciavano: il mercante attivo in Oriente abbandonava il ruolo, passivo, di
corrispondente pronto ad eseguire gli ordini che arrivavano dalla penisola italiana per
assumere quello, attivo, di committente. Vivendo a Pera, egli conosceva il mercato
ottomano e i desiderata dei potenziali clienti, inclusi quelli della Sublime Porta; sapeva
quali drappi importare da Firenze e poteva trasmettere ai setifici fiorentini indicazioni
precise sui motivi decorativi più richiesti, arrivando a volte a inviare disegni35. Il passo
35
Cfr. le attente osservazioni, riferite ai mercanti italiani in genere, di L.W. Mackie, Italian Silks
for the Ottoman Sultans, «Electronic Journal of Oriental Studies», IV (2001) (= Proceedings of
the 11th International Congress of Turkish Art, Utrecht – The Netherlands, August 23-28, 1999,
23
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
successivo era quello di acquistare i drappi, e il luogo al quale rivolgersi era ovviamente
la sua città di provenienza, Firenze, che il mercante conosceva molto bene. Qui i punti di
rifornimento erano molti: egli poteva infatti acquistare i drappi direttamente dalle
botteghe dei produttori (setaioli e battilori), oppure servirsi di intermediari come le solite
compagnie mercantili-bancarie che avrebbero percepito una semplice provvigione, anche
questa generalmente del 2%; l’utile (o la perdita) finale dell’investimento competeva
invece esclusivamente al mercante attivo a Costantinopoli.
2. Le rotte
Le rotte che collegavano Firenze al Levante erano molteplici, ma per la maggior parte
accomunate dalla coesistenza di tratti terrestri e tratti marittimi. Varie erano le
considerazioni che potevano essere fatte nella scelta di una rotta e, data l’incompletezza
delle fonti, è difficile fornire indicazioni di carattere quantitativo su quale fosse il percorso
scelto più frequentemente.
Durante il periodo di attività delle galee fiorentine (tra gli anni Venti e Sessanta del
Quattrocento), un’opzione era proprio quella di utilizzare una delle flotte dirette in
Levante e in partenza da Porto Pisano (vari esempi si ritrovano nella documentazione
Cambini, Docc. 17-21, o nel viaggio di Giovanni Bocci, Doc. 32). Da Firenze i drappi
venivano trasportati a Pisa via terra o lungo fiume, ed erano poi imbarcati per il lungo
viaggio marittimo che prevedeva varie soste (tra cui, ma non necessariamente tutte, Gaeta
o Napoli, Palermo, Modone, Negroponte, Gallipoli) prima di giungere a destinazione
(includendo Rodi e Chio nel viaggio di ritorno; il percorso è tracciato in grigio nella
Figura 2)36.
Il porto che sembra esser stato utilizzato più frequentemente è tuttavia quello di
Ancona37. Qui, una volta imbarcate, le merci potevano seguire tre percorsi diversi: il
primo era quello totalmente marittimo (tracciato in rosso nella Figura 2). Gli altri due
avevano in comune il primo tratto, marittimo, che prevedeva l’attraversamento
dell’Adriatico fino a Ragusa (l’attuale Dubrovnik). A questo punto vi erano due
alternative: o si proseguiva via mare fino a Costantinopoli (percorso giallo), oppure si
intraprendeva il percorso terrestre, che avrebbe portato alla capitale ottomana attraverso
Sarajevo, Novibazar e Adrianopoli (Edirne) (in azzurro). Le parti marittime delle rotte
appena indicate erano normalmente percorse grazie a imbarcazioni anconetane o
ragusane.
a cura di M. Kiel, N. Landman e H. Theunissen), No. 31, pp. 6-7. Venezia non era da meno: nel
1543 il bailo (ovvero il console) veneziano a Costantinopoli inviò alla madrepatria dei campioni
di sete da usare come modelli per tessuti destinati a Solimano: L. Molà, A Silken Diplomacy,
Venetian Luxury Gifts for the Ottoman Empire in the Late Renaissance, in Global Gifts, The
Material Culture of Diplomacy in Early Modern Eurasia, a cura di Z. Biedermann, A. Gerritsen
e G. Riello, Cambridge 2017, p. 69.
36
Sulle galee fiorentine il riferimento fondamentale resta sempre M.E. Mallett, The Florentine
Galleys in the Fifteenth Century, with the Diary of Luca di Maso degli Albizzi, Captain of the Galleys,
1429-1430, Oxford 1967.
37
Si vedano anche i commenti di B. Dini, Aspetti del commercio di esportazione, cit., pp. 226-229.
24
24
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Figura 2. Le rotte più frequenti di collegamento tra Firenze e Costantinopoli.
Firenze
Porto Pisano
Ancona
Ragusa
Sarajevo
Novibazar
Lecce
Adrianopoli
Costantinopoli
Valona
Fonte: Nostra elaborazione su mappa proveniente da https://d-maps.com/carte.php?num_car
=3122&lang=it
Una rotta alternativa (percorso verde) prevedeva inizialmente un trasporto delle merci
per via terrestre fino a San Cataldo (il porto di Lecce), che nei documenti da noi riportati fu
utilizzato dai Salviati in varie spedizioni fra il 1488 e il 1495 (Docc. 36, 41-42); qui le merci
venivano imbarcate per attraversare l’Adriatico fino a Valona (Vlora, nell’attuale Albania)
ma successivamente riprendevano la via terrestre che, attraverso Adrianopoli, le portava
fino a Costantinopoli. Questo percorso prevedeva lunghi tratti terrestri ed era prescelto per
il timore di atti di pirateria da parte dei veneziani, i quali sul Mare Adriatico riuscivano a
esercitare un forte controllo. Tale rotta fu utilizzata soprattutto dopo che, nel 1478, l’Impero
ottomano conquistò la città albanese38.
38
H. Hoshino, Il commercio fiorentino nell’Impero ottomano, cit., p. 114.
25
CAPITOLO 3
Le forniture alla Sublime Porta (1462-1531)
Drappi chon oro sono chose per la Portta
(Giovanni Maringhi, in Costantinopoli, 1502)39
All’interno del vasto corpus documentario che presentiamo in questo volume vi sono
numerose forniture di sete fiorentine alla Porta per le quali si è conservata una descrizione
dettagliata, vale a dire un riferimento preciso al tipo di stoffa (broccato, raso, velluto, damasco
o altri). La scelta di estrapolare tali transazioni rispetto alla massa di documenti qui trascritti è
dovuta al prestigio dell’acquirente: tutti i sultani, Maometto II poco dopo la conquista di
Costantinopoli, e poi Bayazet II, Selim I e Solimano il Magnifico acquistarono velluti e
broccati provenienti da setifici fiorentini. La Porta fu e rimase il cliente più prestigioso, dotato
sempre di mezzi non comuni, e i mercanti ne erano pienamente a conoscenza. Nel commentare
nel 1502 la non facile vendita di velluti molto costosi, un mercante fiorentino attivo a
Costantinopoli ricorda che solo la Porta poteva comperare drappi così preziosi (Doc. 62 a).
1. La Porta di Maometto II il Conquistatore (1432-1481)
Le prime forniture alla Porta risalgono al 1462 e 1464. La compagnia Cambini imballò
nel 1461 cinque sete tra le quali un brochato d’oro chermisi eseguito nel setificio di Piero
Cappelli, del quale la compagnia Cambini era il socio principale e Piero Cappelli direttore
(Doc. 18 a)40. I Cambini spedirono le sete a Pisa, dove furono imbarcate su una galea diretta
a Costantinopoli. Il corrispondente a Pera era Baldassarre Biliotti, che nel 1462 curò la
vendita delle sete e il 5 gennaio 1463 inviò a Firenze un resoconto, nel quale risulta che un
certo Orlanndo Ucholi, turcho, acquistò pel Segniore un brochato d’oro chermisi lungo
39
Doc. 62 a.
Sull’azienda Cappelli-Cambini si veda S. Tognetti, Il Banco Cambini, Affari e mercati di una
compagnia mercantile-bancaria nella Firenze del XV secolo, Firenze 1999, pp. 204-207.
40
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
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of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
Marco Spallanzani,
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Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
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di seta
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979-12-215-0086-8,
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
picchi 14 ¼ per aspri 320 il picco (Doc. 18 e; Figura 3). Il totale ammontò ad aspri 4.560,
equivalenti a circa f. 127 d’oro41.
Figura 3. Biliotti vende diversi drappi, tra cui un broccato d’oro dei Cambini destinato a Maometto
II, 1463 (Doc. 18 e).
41
Il cambio tra aspri e fiorini oscilla; i Cambini applicano la seguente parità: aspri 36 = 1 fiorino d’oro.
28
28
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Nel 1463 i Cambini e i Cappelli dettero inizio a un’operazione analoga. Tre sete
lasciarono Firenze con destinazione non più Pisa ma Ancona, dove furono imbarcate
su una nave diretta a Costantinopoli. Il corrispondente, in questo caso Francesco
Ceffini, nell’estratto-conto inviato ai Cambini ricorda di aver venduto il giorno 11
marzo 1464 picchi 50,5 di vellutto chermisi alla Porta del Singniore per aspri 120 il
picco (Doc. 19 e).
2. La Porta di Bayazet II (1481-1512)
Durante il lungo regno di Bayazet molte compagnie e singoli mercanti fiorentini
fornirono sete alla Porta. Come è facile immaginare, i documenti contabili sono discontinui
e conseguentemente le vendite di cui siamo a conoscenza non si distribuiscono
uniformemente ma si concentrano in alcuni anni. Le fonti sono, fra l’altro, anche
eterogenee, dal momento che alla classica documentazione contabile si affianca il carteggio
commerciale. Molto ben documentate sono le vendite delle compagnie Salviati e Serristori:
i nomi rimandano a due famiglie illustri, che accumularono ricchezze ingenti nella
mercatura, nell’industria e nella finanza internazionale42.
Negli ultimi decenni del secolo XV i Salviati avevano creato numerose compagnie, che in
vario modo intervennero nell’esportazione di sete in Levante. La compagnia Salviati che
esportava drappi era quella comunemente definita “del banco”, la cui ragione sociale era
Alamanno e Iacopo Salviati e compagni. È interessante notare che questa compagnia non agiva
da sola ma, seguendo una consuetudine molto diffusa, si associò ad altri per aumentare il capitale
da investire nell’acquisto di sete. I nuovi soci furono due: Francesco da Sommaia e Alfieri
Strinati, il quale ultimo era anche il corrispondente a Costantinopoli. A partire dal 1490 i Salviati
acquistarono drappi presso molti setaioli fiorentini, tra cui i Boni, i Guicciardini, i Martelli, i
Morelli e i Soderini. A quei noti setifici si affiancarono altre tre compagnie Salviati: i Salviati
lanaioli, i Salviati tintori e, soprattutto, i Salviati setaioli, cioè la compagnia di Iacopo di
Giovanni Salviati. Nel complesso, la compagnia del banco si rifornì di circa 250 drappi per una
lunghezza totale di br. 6.834, vale a dire quasi 4 chilometri di stoffa. L’investimento superò i
f. 12.000 larghi di grossi, una cifra enorme (Doc. 42). Imballate in casse, le sete giunsero via via
a destinazione e nel 1494 il corrispondente a Pera, Alfieri Strinati, trasmise ai Salviati un
resoconto completo delle vendite effettuate. La Porta acquistò molti rasi e damaschi a prezzi
piuttosto modesti (aspri 70-80 il picco); più interessanti sono picchi 68 di apiciolato chon
grilanda d’oro e picchi 26 ¾ di alto basso rosso e verde chon garlande d’oro, pagati entrambi
aspri 200 il picco. Da segnalare anche due tagli di altobasso con pigne d’oro (Doc. 42 h). Nel
complesso, la Porta comperò sete per aspri 279.788, equivalenti a ca. f. 5.830 larghi di grossi,
che rappresentarono il 41,8 % delle vendite dei Salviati. Numerosa ed eterogenea la restante
clientela, che comprendeva tra gli altri molti mercanti ebrei, alcuni bascià, ma anche i fiorentini
Antonio de’ Pazzi, Battista da Panzano, Giorgio Bartoli e il veneziano Andrea Gritti.
Dopo una breve interruzione, nel 1498 la compagnia Salviati e il socio Alfieri Strinati
(senza Francesco da Sommaia) dettero avvio a un’altra operazione simile, che prevedeva
acquisti di sete a Firenze e vendite a Pera (Doc. 49). I Salviati del banco acquistarono i drappi
dal setificio di Iacopo Salviati e al momento della spedizione li numerarono progressivamente.
Nella capitale ottomana i corrispondenti Alfieri Strinati e Antonio Miniati mantennero la
42
Sui Salviati si veda P. Hurtubise, Une Famille-témoin. Les Salviati, Città del Vaticano 1985; sui
Serristori S. Tognetti, Da Figline a Firenze. Ascesa economica e politica della famiglia Serristori
(secoli XIV-XVI), Firenze 2003 e Id., Un’industria di lusso al servizio del grande commercio: il
mercato dei drappi serici e della seta nella Firenze del Quattrocento, Firenze 2002.
29
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
numerazione fiorentina e curarono le vendite, che si conclusero nel 1500 (Doc. 49 d). A
Costantinopoli e poi ad Adrianopoli (oggi Edirne) la Porta acquistò rasi, damaschi, velluti e
di nuovo alcuni costosi altobassi (anch’essi un tipo di velluto) in particolare picchi 57 di
altebassi rossi in 4 tagli a bastone d’oro al prezzo di aspri 400 il picco, che a Firenze recavano
i N. 7, 44, 47, 52 (Doc. 49 d). La percentuale degli acquisti della Porta raggiunse questa volta
il 65 % circa del totale.
Quasi contemporaneamente, nel 1499, i Salviati del banco esportarono altre sete a
Costantinopoli, ma questa volta da soli. I drappi provenivano ancora dal setificio di Iacopo
Salviati e il loro acquisto richiese un investimento di poco superiore ai 1.000 fiorini d’oro
(Doc. 50). A Pera i due soliti corrispondenti Alfieri Strinati e Antonio Miniati si occuparono
delle vendite, che terminarono nel 1500. Come nel caso precedente, nel corso
dell’operazione i drappi mantennero la numerazione che avevano avuto a Firenze e la loro
identificazione al momento della vendita è immediata. La Porta di Adrianopoli acquistò
solo altobassi, in particolare picchi 14 di alto e basso di chermisi a bastone d’oro recante
il N. 15, al prezzo di aspri 550 il picco, e altri picchi 14 di alto e basso alexandrino a bastone
d’oro (N. 16) a 500 aspri il picco (Doc. 50 d). Gli acquisti della Porta rappresentarono circa
il 42 % del totale, come in occasione del primo investimento.
Esaminare le sete vendute alla Porta e suddividerle in categorie non è scontato in quanto
noi disponiamo delle descrizioni che hanno tramandato i contabili delle compagnie, i quali
potevano avere preparazioni diverse e possedere un lessico differente, a seconda che
lavoravassero all’interno di un’azienda mercantile-bancaria o di un setificio. Tra l’altro
proprio le registrazioni contabili, che hanno fornito tanta documentazione, sono per loro
natura sintetiche e non sempre forniscono dati soddisfacenti. Premesso questo, riuniamo in
una tabella le sete, le lunghezze complessive in picchi, e i prezzi unitari e totali delle vendite
espressi in aspri, la moneta locale (Tabella 1).
Tabella 1. Sete vendute dalla compagnia Salviati del banco alla Porta di Bayazet a Costantinopoli e
Adrianopoli (1490-1500).
Sete
Altobassi
Velluti
Rasi
Damaschi
Rasi e damaschi43
Broccato di grana con bastone
Appicciolato con ghirlanda d’oro
Zetani
Lunghezza totale
in picchi
676
876
884
627
650,75
72,16
68
27,12
-----------3.881,03
(ca. m. 2.533)
Prezzo medio
in aspri per picco
235
129
74
84
70
380
200
200
Ammontare totale
in aspri
159.365
112.927
65.590
52.581
45.554
27.400
13.600
5.425
----------482.442
(ca. f. 10.050
larghi di grossi)44
Fonti: Docc. 42 h, 43 e, 49 d, 50 d.
43
La fonte contabile relativa a questa importante vendita (Doc. 42 h) è molto sintetica e non consente
di separare i rasi dai damaschi.
44
In questi anni la parità cambiaria tra le due monete è la seguente: aspri 48 = 1 fiorino d’oro largo di grossi.
30
30
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
I rasi e i damaschi, uniti, costituiscono i due tipi più venduti; i drappi più costosi sono i
broccati, seguiti a distanza dagli altobassi. Nel complesso, la Corte acquistò dai Salviati
picchi 3.881 di sete, equivalenti a circa a m. 2.533 per aspri 482.442 (ca. f. 10.050 larghi di
grossi). Il prezzo unitario medio delle sete vendute dai Salviati del banco fu quindi di aspri
124 il picco.
Negli ultimi anni del secolo XV anche i Serristori vendettero sete alla Porta. In
particolare fu attiva in questo ambito la compagnia di Antonio Serristori, battilori, una
compagnia che si dedicava alla lavorazione dei fili d’oro e d’argento e dei drappi di seta45.
Esattamente come avevano fatto i Salviati del banco, anche i Serristori nel corso del 14981500 si associarono ad altri mercanti: inizialmente due (Francesco Gherardi e Niccolò
Tanini), poi uno (Francesco Gherardi) e infine preferirono operare da soli (Docc. 52, 53).
La documentazione a noi pervenuta non è completa, ma tutto fa ritenere che le sete spedite
a Pera provenissero dalla bottega di battiloro dei Serristori. A Costantinopoli i
corrispondenti furono sempre Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi, che al termine delle
vendite inviarono ai Serristori un resoconto dettagliato. La Porta acquistò rasi d’oro di vario
colore, alcuni altobassi e due ingenti partite di velluti zetani per un totale di picchi 285
(Doc. 52 b).
Anche per i Serristori suddividiamo le sete in classi, rispettando la terminologia adottata
nei loro libri contabili (Tabella 2).
Tabella 2. Sete vendute dalla compagnia Serristori, battilori, alla Porta di Bayazet a Costantinopoli
(1498-1500).
Sete
Velluti zetani
Altobassi
Velluti
Rasi
Broccati
Totale
Lunghezza totale
in picchi
285
120
192,5
76
14,25
----------687,75
(ca. m. 446)
Prezzo unitario
in aspri per picco
212
180
90
145
300
Ammontare totale
in aspri
60.342
21.533
17.325
11.050
4.275
----------114.525
(ca. f. 2.386 larghi di grossi)
Fonti: Docc. 52 b, 53 d, 54 b, 54 c.
Le vendite complessive ammontarono ad aspri 114.525, equivalenti a ca. f. 2.386 larghi
di grossi. Già ad un primo, rapido esame si nota la completa assenza dei damaschi e una
fortissima riduzione dei rasi. Dominano invece i velluti d’oro, venduti per complessivi aspri
77.667 (60.342 + 17.325); al secondo posto si collocano gli altobassi. I broccati sono
presenti con un solo taglio, molto costoso (aspri 300 il picco). Il prezzo unitario medio delle
sete vendute alla Porta fu di aspri 166,5, superiore a quello delle sete dei Salviati, che era
di aspri 124,3.
45
Un quadro completo in S. Tognetti, Da Figline a Firenze, cit.
31
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Figura 4. Gherardi e d’Aiolfo vendono per conto dei Serristori rasi e altobassi alla Porta di Bayazet,
1500 (Doc. 54 b).
Accanto ai Salviati e ai Serristori, altri mercanti fiorentini negli ultimi anni del secolo
XV fornirono sete alla Porta, ma nel complesso si trattò di vendite modeste.
Nel 1493 Giovanni di Marco Salviati, appartenente a un ramo collaterale della famiglia,
durante la sua permanenza a Pera vendette alla Porta tre sete di Priore Strinati: due alto e
basso chon oro e un raso di grana, dei quali non si conosce il valore (Doc. 43 a). Sempre
nel 1493 lo stesso Salviati cedette alla Porta due broccati di grana chol bastone al prezzo
di aspri 380 il picco, uno dei quali appartenente ai Salviati del banco (picchi 72 1/6) e l’altro
a Leonardo Strozzi (picchi 15 1/3), per un totale di aspri 33.250 (Doc. 43 e).
Nel 1496 ebbe luogo una fornitura particolare, effettuata da Giovanni Maringhi, un
fiorentino appartenente a una famiglia semisconosciuta, il quale fu a lungo attivo a Pera e
ci ha lasciato una ricca corrispondenza: in tale anno egli vendette alla Porta picchi 29 ½ di
domaschino rosso per conto di un mercante di cui si conoscono solo le iniziali A.F.E. Le
registrazioni contabili precisano che questo misterioso personaggio era amico di Francesco
e Giovenco de’ Medici e che la seta fu acquistata non da Bayazet ma dal genero del sultano
al prezzo di aspri 160 il picco, per complessivi aspri 4.720 (Doc. 45).
Tra le compagnie che nel nuovo secolo vendettero drappi alla Porta sono da ricordare il
setificio di Tommaso e Giovan Battista Soderini, il setificio di Bernardo e Filippo Gondi e
il lanificio di Averardo e Iacopo Salviati. I nomi sono prestigiosi ma la documentazione a
noi pervenuta è, soprattutto nei primi due casi, incompleta. Accanto a questi poderosi
organismi si colloca poi un singolo mercante, un certo Francesco Zati che nel 1508, come
vedremo, fornì alla Porta un importante quantitativo di broccati.
Il caso dei Soderini, setaioli, è particolare. Come tutti i setifici, anche questo produceva
drappi e li esportava nelle maggiori piazze commerciali, tra le quali Costantinopoli. I libri
contabili sono andati perduti, ma noi disponiamo delle lettere scritte dal loro corrispondente
a Pera, il già citato Giovanni Maringhi. Negli anni 1502-1503 e nei primi mesi del 1504
quest’ultimo inviò ai Soderini numerose lettere nelle quali forniva indicazioni sulle vendite
delle loro sete e nello stesso tempo trasmetteva, come vedremo, informazioni di ampio
respiro. Da Pera, Maringhi comunicò ai Soderini di aver venduto nel 1502 al Seraglio delle
donne e al Seraglio del Signore rasi di vari colori (Doc. 62 b, g) e, nel 1503, a Sulttam
Baiasett picchi 28 di velluto chermussi al prezzo di aspri 190 il picco e poi ancora picchi
27½ di alltebasso roso di granna al prezzo di 250 aspri il picco (Doc. 62 i, j).
32
32
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
L’altro setificio che produsse e vendette sete alla Porta fu quello di Bernardo e Filippo
Gondi. Nei primi anni del secolo XVI questa azienda effettuò numerose spedizioni di sete
a Costantinopoli, ma la documentazione è molto incompleta. Sappiamo soltanto che prima
del 1507-1508 il corrispondente dei Gondi a Pera, in questo caso la compagnia di Fantone
Fantoni, aveva venduto alla Porta una quantità imprecisata di rasi con oro, velluti altobassi
d’oro e damaschi rossi d’oro (Doc. 65 b). Sono dati interessanti ma incompleti, troppo vaghi
per confluire nella Tabella 3, dedicata alle forniture di sete alla Porta.
Isolata rimane un’imponente vendita della quale è rimasta traccia in una lettera che da Pera
Alessandro Sacchetti scrisse alla compagnia Bardi a Firenze il 2 settembre 1508. In quella lettera
Sacchetti, sul quale torneremo, menziona l’avvenuta vendita alla Porta di picchi 303 di broccati
rossi a bastone di proprietà di Francesco Zati, al prezzo di aspri 250 il picco (Doc. 89 a).
In quegli stessi anni anche un lanificio spedì sete a Costantinopoli. A partire dal 1508
la compagnia di Averardo e Iacopo Salviati, lanaioli, comperò numerosi drappi dal setificio
di Iacopo Salviati e in tempi diversi li spedì a Pera via Ancona (Doc. 90). Nella capitale
ottomana il corrispondente era inizialmente Antonio Miniati, che però morì nel corso
dell’operazione; a lui subentrarono Ludovico Cavalcanti e Girolamo da Sommaia. Come
tutti i corrispondenti, anche questi ultimi inviarono ai Salviati i resoconti delle vendite. Nel
1510 la Porta di questo Signore, in Andrinopoli, comperò tre velluti, uno dei quali
danneggiato, e un raso giallo (limoni) (Doc. 90 h).
Con queste ultime vendite del 1510 termina la documentazione contabile relativa a
forniture di drappi alla corte di Selim da parte di mercanti fiorentini. Rimane il carteggio,
che costituisce una fonte particolare, sulla quale torneremo tra breve. A questo punto è
possibile riunire in una tabella tutte le vendite effettuate alla Porta di Bayazet (Tabella 3).
Questa tabella integra i dati delle Tabelle 1 e 2 con quelli descritti a pp. 32-33.
Tabella 3. Sete vendute da vari mercanti fiorentini alla Porta di Bayazet a Costantinopoli e
Adrianopoli (1481-1512).
Sete
Velluti
Altobassi
Broccati
Rasi
Damaschi
Rasi e damaschi46
Altri
Totale
Lunghezza totale
in picchi
1.443
823,5
476
1.131
656
650
95
---------5.274,5
(ca. m. 3.444)
Prezzo unitario
in aspri per picco
140
228
295
82
87
70
200
Ammontare totale
in aspri
202.832
187.773
140.675
92.782
57.301
45.554
19.025
-----------745.942
(ca. f. 15.540 larghi di grossi)47
Fonti: Docc. 41 b, 42 h, 43 a, 43 e, 45, 49 d, 50 d, 52 b, 53 d, 54 b-c, 62 b, 62 g, 62 i-j, 62 p, 62 r, 64,
74 a-c, 89 a, 90 h, 92 b.
46
Come già segnalato a nota 43, le registrazioni contabili non consentono di separare i due tipi di tessuto.
Per questa tabella abbiamo mantenuto il cambio aspri 48 = 1 fiorino largo di grossi, costantemente
adottato dai Salviati e dai Serristori. Nel 1503 il fiorino d’oro in oro divenne la moneta ufficiale ma
molte compagnie continuarono ad adottare il fiorino largo di grossi. Negli anni 1510-1525 il cambio
tra aspri e fiorini d’oro in oro era il seguente: aspri 54 = 1 fiorino d’oro in oro. In breve, aspri 745.942
equivalevano a circa f. 13.814 d’oro in oro.
47
33
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
In generale vediamo come rasi e damaschi fossero sempre molto richiesti e come
broccati e altobassi rimanessero i tipi più costosi. Il prezzo medio di tutte le forniture è di
aspri 141,4 il picco, corrispondenti a ca. f. 3 larghi di grossi o ca. f. 2,6 il braccio.
Accanto ai libri contabili, anche il carteggio offre testimonianze rilevanti. Quello al
quale ci riferiamo è costituito dalle lettere che i corrispondenti attivi a Pera erano soliti
inviare a Firenze alle compagnie che avevano spedito loro i drappi. In quelle lettere i
corrispondenti davano ovviamente notizie precise sulle sete vendute e sul ricavo
complessivo, ma spesso ne approfittavano per fornire anche altre indicazioni quali
l’andamento del mercato, i tipi di sete più richiesti, i colori preferiti, ecc. Tra le tante notizie,
non mancano precisi riferimenti a grandi forniture di sete alla Porta da parte non di un
singolo mercante ma dalla nazione fiorentina, cioè dall’intera comunità dei mercanti
fiorentini presenti in quel momento a Pera. I due corrispondenti da richiamare sono
Giovanni Maringhi e Alessandro Sacchetti.
Abbiamo già avuto l’opportunità di menzionare Giovanni Maringhi, un fiorentino che
trascorse molti anni a Costantinopoli, dove morì nel 1507. Come anticipato, egli fu il
corrispondente di varie compagnie, fra cui quella di Giovan Battista Soderini, setaioli, alla quale
inviò numerose lettere contenenti indicazioni non solo sulle vendite dei loro drappi (i dati sono
già confluiti nella Tabella 2), ma anche notizie di portata generale. Così, in una lettera datata 17
gennaio 1502 Maringhi scrive che la Porta ha acquistato tutti i domaschi neri della nazione
fiorentina e poi, parlando di velluti, aggiunge che la Porta ne prese meglio di 1000 pichi per
aspri 220 el picco (Doc. 62 a). Il 16 luglio 1502 menziona la vendita di picchi 800 di brochati
d’oro, diverssi cholori, a bastone, questi el forte, per aspri 300 picco di proprietà di tre mercanti
fiorentini (Doc. 62 g). In una lettera del 9 aprile 1503 ricorda che ogni anno la Porta, in occasione
della Pasqua loro . . . ne piglornno 1200 in 1400 pichi (Doc. 62 j; Figura 5).
Figura 5. Maringhi aggiorna i Soderini sull’andamento delle vendite alla Porta di Bayazet, 1503
(Doc. 62 j).
34
34
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
È interessante questo acquisto di drappi, verosimilmente da ricondurre all’antica
tradizione del sultano di donare abiti d’onore a funzionari in occasione di particolari
ricorrenze (Khil’a?)48. Sempre nella stessa lettera datata 9 aprile 1503 Maringhi precisa che
la Porta ha appena acquistato circha a 600 pichi di brochato a bastone chon certi rosoni e
che ogni anno compera 600 picchi di velluti rossi (Doc. 62 j). Il 4 luglio scrive che la Porta
ha comperato tutti i rassi chon andari d’oro della nazione fiorentina (Doc. 62 m). In due
lettere datate agosto e ottobre 1503 ricorda altri acquisti di rasi e damaschi.
Come Maringhi, un altro fiorentino – Alessandro Sacchetti – era il corrispondente di molte
compagnie di connazionali, tra cui quella di Agnolo de’ Bardi. Esattamente come per Maringhi,
anche per Sacchetti si sono conservate alcune lettere inviate, in questo caso, ai Bardi. E di nuovo
i documenti contengono dati di ampio respiro, in particolare tre lettere del 1505. Il 27 febbraio
Sacchetti scrive che ci s’è fatto bazarro alla Portta di pichi 970 di brochati per aspri 300 il picco
e pichi 2000 di rassi chon oro per aspri 230 il picco, ch’è sutto un belisimo bazarro (Doc. 74
a); il 5 maggio comunica l’avvenuta fornitura per de’ nostri a la Porta pichi 1500 di velluti rossi
per aspri 160 picco (Doc. 74 b); il 23 giugno segnala un’altra vendita importante: per de’ nostri
alla Portta velutti altebassi chon oro per aspri 500 il picco e aspri 370 quelli a bronchone, ch’è
sutta una belisima vendita ed àne pressi quanti ce n’è (Doc. 74 c).
I dati trasmessi da Maringhi e da Sacchetti, che rimandano non a singole operazioni ma
a forniture senza riferimenti precisi ai venditori (e in parte effettuate non in prima persona,
bensì da altri operatori fiorentini), sono riuniti nella Tabella 4.
Tabella 4. Vendita di sete alla Porta di Bayazet, dal carteggio Pera-Firenze di Giovanni Maringhi
(1502-1503) e Alessandro Sacchetti (1505).
Data della
Sete
Lunghezza in picchi
lettera
62 a 17. 1.1502 domaschi neri
quantto n’era in e la nazione
62 a 17. 1.1502 velluti ... più che la metà di grana
meglio di 1.000 pichi
brochati d’oro, diverssi cholori, a
62 g 16. 7.1502
800
bastone, questi el forte
62 j
9. 4.1503 drappi
1.200-1.400
62 j
9. 4.1503 veluti steti asai e cholorati
brochato a bastone chon certi rosoni
62 j
9. 4.1503
ca. 600
e iii/iiii rossi e resto alesandrini
62 j, l 9. 4.1503 velluti rossi
600 (o 700) ogni anno
tuti quelli si trovavano i
62 m, n 4. 7.1503 rassi chon andari d’oro
nella nazione
62 o
6. 8.1503 domaschini chon oro el forte
62 p
5.10.1503 rasi e domaschi steti, cholorati
ca. 450
62 p
5.10.1503 rasi ros[s]i, dom[as]chi di grana
74 a 27. 2.1505 brochati
970
74 a 27. 2.1505 rassi chon oro
2.000
74 b
5. 5.1505 velluti rossi
1.500
74 c 23. 6.1505 velutti altebessi chon oro
quanti ce n’è
74 c 23. 6.1505 velutti altebassi a bronchone
quanti ce n’è
Doc.
Ammontare
in aspri
ca. 220.000
240.000
ca. 210.000
30.000
70.000
ca. 29.250
291.000
460.000
240.000
-
Fonti: 62 a, 62 g, 62 j-p, 74 a-c.
48
N. Atasoy et al., Ipek, cit., p. 32.
35
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Le lettere di Maringhi e Sacchetti contengono riferimenti a vendite complessive, che
senz’altro richiesero la partecipazione di numerosi mercanti. Sacchetti, che abitualmente
trasmetteva informazioni molto puntuali, nella lettera del 27 febbraio 1505 parla ad esempio
di 970 picchi di broccati e di 2.000 picchi di rasi (Doc. 74 a). Sono quantitativi enormi: con
una certa approssimazione si può pensare, nel complesso, a quasi 2 km di drappi con un
valore di più di 15.000 fiorini d’oro larghi di grossi.
*
Sulla base dei dati contenuti nella contabilità e nel carteggio è possibile presentare
l’elenco, in ordine alfabetico, delle sete acquistate dalla Porta durante il sultanato di
Bayazet, corredato dai prezzi unitari (Appendice 2). La varietà è molto ampia, in particolare
per gli altobassi, i rasi e i velluti. Tra i colori domina il rosso (di grana e cremisi), ma non
mancano il verde e il tanè (una sfumatura di marrone) e poi l’azzurro (alessandrino) e il
giallo (limoni).
I riferimenti agli ornati sono scarsi. Ricorre più volte il motivo del broncone o
bastone, menzionato per la prima volta nel 1493 in occasione di alcune vendite dei
Salviati (Doc. 43 e)49. In un broccato il motivo del bastone si unisce a certi rosoni rossi
e alessandrini (Doc. 62 j). Due sete – un apiciolato e un alto basso rosso e verde d’oro –
presentano il motivo della grilanda o garlanda, ovvero la ghirlanda (Doc. 42 h), che
ricompare anche su alcuni rasi (Doc. 62 a: glilande leghate insieme, l’une cho l’altre, con
ciertti fiori. Doc. 71 c: rasso simille chon grilande d’oro simille).
Concludiamo questo paragrafo dedicato a Bayazet richiamando una lettera che
costituisce una specie di ponte tra il sultano, che morì il 26 maggio 1512, e il figlio Selim.
Il 21 dicembre 1512, da Pera, il fiorentino Bartolomeo Tebalducci inviò a Francesco
Corbinelli, a Firenze, una lettera nella quale si legge (Doc. 106):
Addì xiiii di questo [dicembre 1512] si fecie bazaro a la Portta im Bursia di pichi 1800 di
brochati per aspri 290 (e rossi) e piglieranno amchora rasi d’oro, veluti d’oro e altri
drappi.
Tebalducci menziona la vendita alla Porta di Bursa di 1.800 picchi di broccati al prezzo
di aspri 290 il picco e aggiunge che si prevedono altri acquisti di rasi e velluti d’oro. Precisa
inoltre che la transazione ha avuto luogo il 14 dicembre 1512. Sappiamo che Bayazet,
costretto dal figlio, abdicò il 25 aprile 1512 e morì il 26 maggio. Può darsi che questo
acquisto di broccati sia totalmente riconducibile a Selim, ma non si può escludere che una
decisione così impegnativa fosse maturata tempo prima. La notizia è interessante e il
quantitativo imponente, ma la fonte non precisa la nazionalità dei broccati. Va detto però
che Bursa era contemporaneamente un grande centro di produzione e di smercio di drappi
non solo ottomani e che nel 1513 lo stesso Selim, come vedremo, comperò molti damaschi,
rasi e velluti fiorentini proprio in tale città.
49
Il disegno di un broncone (con capperi) da riprodurre su sete destinate nel 1555 al mercato
tedesco è stato pubblicato in M. Spallanzani, Le compagnie Saliti a Norimberga nella prima metà
del Cinquecento (un primo contributo dagli archivi fiorentini), in Wirtschaftskrafte und
Wirtschaftswege, Beitrage zur Wirtshaftsgeschichte, a cura di H. Kellenbenz – J. Schneider, 5 voll.,
Stuttgart 1978, IV, p. 610; il disegno è stato successivamente illustrato anche in N. Atasoy et al.,
Ipek, cit., p. 183.
36
36
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
3. La Porta di Selim I (1512-1520)
Con il nuovo sovrano gli acquisti continuarono, ma un avvenimento importante si
verificò nel 1513, quando Firenze decise di inviare a Costantinopoli un ambasciatore nella
speranza, coronata da successo, di ottenere una conferma dei privilegi precedentemente
concessi dal defunto Bayazet (Doc. 107 a)50. L’ambasciatore, Francesco Antonio Nori,
raggiunse Costantinopoli accompagnato da un seguito adeguato, portando con sé i doni
(sete e panni di lana) destinati al sultano e a ventisei dignitari. A Selim erano riservati dieci
drappi di seta, dieci panni di lana, quattro tele d’Olanda e alcuni manufatti lignei intarsiati
d’avorio. Le sete per il sultano erano certamente della più alta qualità e comprendevano un
domaschino brochato ariccato, un brochato d’oro a bastone, un alto e basso di grana chon
oro, un raso rosso chermisi allucolato d’oro, quattro velluti, tra paonazzi e rossi, e due rasi
rossi (Doc. 107 b).
Queste sete fiorentine arrivarono alla corte di Selim nel 1513, ma non furono le prime.
Oltre a quelli menzionati da Tebalducci, che abbiamo appena ricordato, nel 1512 altri
drappi furono venduti al sultano. Siamo di fronte a una complessa operazione commerciale
che durò almeno tre anni e coinvolse numerosi mercanti. La compagnia di arte della lana di
Piero Venturi esportava abitualmente panni di lana in Levante e importava seta greggia, che
poi vendeva ai setifici cittadini. Nel 1510 Piero Venturi cedette appunto seta greggia al
setificio di Cristofano Brandolini ottenendo in cambio due rasi e due damaschi chon
a[n]dari d’oro (Doc. 92 a). Venturi spedì le sete al suo corrispondente a Costantinopoli,
Raffaello Guiducci, che nel 1511-12 le vendette. La Portta di sulita[n] Salime in
Adrenopolli acquistò picchi 58 ½ tra rasi e damaschi al prezzo di aspri 245 il picco per un
totale di aspri 14.332 (Doc. 92 b).
Due importanti compagnie – un setificio (Cavalcanti) e un lanificio (Salviati) – fornirono
negli anni successivi una gran quantità di sete alla Porta.
Il setificio di Mainardo Cavalcanti produceva drappi di qualità che avevano in Lione
e Costantinopoli due grandi mercati di sbocco. La compagnia Cavalcanti ha lasciato una
documentazione ridotta – tre codici – ma molto dettagliata. Il corrispondente a Pera fu
inizialmente Bartolomeo Biliotti e a seguire Luigi Gherardi. Come avevano fatto i
Salviati del banco alla fine del secolo XV, anche i Cavalcanti numerarono i drappi e a
Costantinopoli Biliotti mantenne la numerazione sino al momento della vendita. Negli
anni 1511-1512 i Cavalcanti spedirono 90 drappi (Doc. 108 a-j), che il loro
corrispondente vendette nel corso del 1513, come risulta dai numerosi resoconti inviati a
Firenze (Doc. 108 k-p). A Bursa la Porta acquistò alcuni tagli di qualità, in particolare
due costosi altebassi al prezzo di aspri 390 il picco e tre tagli di velluto di grana numerati
38, 40 e 41 (Doc. 108 k).
Mentre questa operazione era in corso, nel 1511 i Cavalcanti stipularono un’operazione
a comune con Francesco degli Alessandri, in procinto di lasciare Firenze con destinazione
Costantinopoli: Francesco partì con 28 drappi, tutti di qualità, che nei due anni successivi
trovarono nella capitale e a Bursa facile smercio. La Porta effettuò alcuni acquisti, in
particolare picchi 25 3/3 di altebasi rosi d’oro, al prezzo, molto alto, di aspri 490 il picco
(Doc. 109 c).
50
Il 25 ottobre 1513 Selim indirizzò da Adrianopoli alla Signoria di Firenze una lettera nella quale
confermava tutti i privilegi richiesti: G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane
coll’Oriente, cit., p. 267. V. anche Cap. 1, p. 18.
37
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Figura 6. Biliotti vende, per conto dei Cavalcanti, drappi alla Porta di Selim, 1513 (Doc. 108 n).
Nel 1514 i Cavalcanti continuarono a spedire sete a Pera a Bartolomeo Biliotti, il quale
si dedicò con successo alle vendite, tanto che il 26 luglio 1515 fu in grado di trasmettere a
Firenze un resoconto accuratissimo. La Porta in Amasia effettuò acquisti eccezionali: 19
rasi con andari d’oro di vario colore per complessivi picchi 254 al prezzo di 220 aspri il
picco, 28 tagli tra rasi banechi e domaschini per un totale di picchi 340 per aspri 180 il
picco, due broccati rossi (aspri 280 il picco) e infine cinque costosi altobassi di vario colore
per aspri 430 il picco, questi ultimi recanti i N. 2, 47, 48, 76 e 80 (Doc. 115 l)51. Sempre nel
1515 Biliotti vendette altre sete alla Corte: il 20 novembre sette rasi e un domaschino
sbiadato a posteline d’oro al Serraglio per un totale di picchi 103,5 (Doc. 115 m); il 22
dicembre molti rasi di vario colore e cinque velluti di grana e tanè, questi ultimi recanti i
N. 6, 7, 8, 44, 50 (Doc. 115 m).
Nella Tabella 5 sono indicate, ripartite in grandi classi, le sete vendute dai Cavalcanti,
le quantità, i prezzi unitari e i ricavi complessivi. In pochi anni il setificio dei Cavalcanti
fornì alla Porta picchi 2.705 di sete, corrispondenti a ca. m. 1.766, per complessivi aspri
51
I rasi banechi, beneche o benechi lasciano perplessi. Si ritiene che il termine derivi dal turco benekli
(punto, cerchio) e denoti un tipo di ornato, che fra l’altro trova conferma nella coeva produzione
ottomana. Fonti turche del 1483 e del 1504 menzionano velluti benekli (N. Atasoy et al., Ipek, cit., p.
161). Una lettera del 1533 spedita da Costantinopoli a Venezia elenca, tra i doni offerti a un
ambasciatore veneziano, veste numero 25 di benechi d’oro (M. Sanudo, I Diarii, LVIII, col. 304). In
un libro contabile della compagnia di Giuliano Capponi, battilori, si legge: rasi con oro chiamati
benechi (BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e
compagni, battilori, c. 32 s.). Le fonti contabili fiorentine menzionano anche velluti e altobassi
beneche o benechi (vedi Tabella 9; Appendice 1 e 2). Nei primi decenni del secolo XVI il termine
benechi era abbastanza diffuso a Firenze e lo ritroviamo nella contabilità dei Cavalcanti, setaioli, dei
Bartolini, degli Strozzi e dei Capponi, questi ultimi tutti battilori; il suo significato, tuttavia, rimane
comunque incerto.
38
38
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
549.855. I drappi più costosi rimangono gli altobassi e i broccati. Il prezzo medio per picco
fu di aspri 203,3, più alto dei prezzi medi rilevati per le precedenti compagnie.
Tabella 5. Sete vendute dalla compagnia Cavalcanti, setaioli, alla Porta di Selim a Costantinopoli,
Adrianopoli, Amasya e Bursa (1512-1516).
Sete
Rasi
Broccati
Altobassi
Velluti
Damaschi
Totale
Lunghezza totale
in picchi
1.490
375
225
200
415
------2.705
(ca. m. 1.766)
Prezzo unitario
in aspri per picco
165
270
436
261
125
Ammontare totale
in aspri
245.870
101.495
98.297
52.382
51.811
---------549.855
(ca. f. 10.182 d’oro in oro)52
Fonti: Docc. 108 k-p, 109 c, 115 l-m.
Ai Cavalcanti, venditori di sete alla Porta, si affiancò un’altra compagnia: di nuovo i
Salviati, lanaioli. Uno dei soci era però cambiato e la ragione sociale era diventata Averardo
e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli. Già nel 1508 la compagnia di Averardo e Iacopo
Salviati, lanaioli, aveva esportato drappi a Costantinopoli. Nel 1512 la nuova compagnia di
Averardo e Giovanni Salviati, lanaioli, decise di investire ingenti somme in drappi da
destinare al Levante. Fu un’operazione complessa, che durò molti anni e che si concluse
con l’intervento della compagnia Salviati, setaioli. Il corrispondente a Pera era inizialmente
Girolamo da Sommaia, al quale subentrarono Michele di Vieri e Piero da Sommaia.
I Salviati, lanaioli, negli anni 1512-15 effettuarono una serie imponente di acquisti per
complessive br. 5.622 7/8 (ca. m. 3.278) (Doc. 104). Il costo delle sete ammontò a ducati
8.548,55 d’oro, che con gli oneri vari sino ad Ancona salì a circa ducati 8.81553. Le sete
provenivano tutte dal setificio dei Salviati, ad eccezione di alcuni rasi colorati forniti da
Raffaello di Francesco di Cino e compagni, setaioli (Doc. 104 a-m). A intervalli più o meno
regolari, nel corso di tre anni le sete arrivarono a destinazione seguendo il classico itinerario
Ancona-Ragusa-Adrianopoli (con il tratto da Ragusa effettuato per via terrestre, v. Figura
2, p. 25) e nel 1513 Girolamo da Sommaia dette inizio alle vendite, che si protrassero per
circa quattro anni. Da Pera i corrispondenti trasmisero ai Salviati numerosi resoconti delle
vendite, in base ai quali è possibile individuare gli acquisti della Porta. A tutti i
corrispondenti va riconosciuto il merito di essere stati particolarmente precisi nel redigere
i loro resoconti. Di fronte agli acquisti della Corte i corrispondenti non si sono limitati a
menzionare la Porta ma sono arrivati a indicare il singolo compratore, che in primo luogo
era Selim, ma non sempre. In un estratto-conto redatto il 19 gennaio 1516 relativo alle
vendite concluse nel 1515, ad esempio, compaiono quali compratori Selim e il figlio
Solimano (Doc. 104 t); in un altro estratto-conto inviato a Firenze i corrispondenti ricordano
di aver venduto il 27 marzo 1516 picchi 12 di raso verde a una nipote del sultano (Doc. 104
v). Quest’ultimo raso è incluso tra le forniture alla Porta di Selim; le vendite al giovane
Solimano sono rinviate al paragrafo che segue.
52
53
Il cambio tra aspri e fiorini è ora il seguente: aspri 54 = 1 fiorino d’oro in oro.
Come detto (p. 10), a Firenze ducato era ormai sinonimo di fiorino.
39
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Gli acquisti di Selim si concentrarono nel 1513-1515 ed ebbero luogo non a
Costantinopoli ma ad Adrianopoli, a Bursa e in Dalmazia. Da un punto di vista quantitativo
dominano i damaschi, con picchi 178, ceduti al prezzo, modesto, di aspri 68 il picco. Ben
più costosi gli altobassi di grana d’oro, pagati aspri 400, 410 e 440 il picco; seguono i rasi,
con prezzi che raggiungono aspri 195 il picco. Gli altobassi furono eseguiti a Firenze nel
setificio di Iacopo Salviati, mentre per i rasi non si può escludere il setificio di Raffaello di
Francesco di Cino.
Nella Tabella 6 sono riunite le sete vendute dalla compagnia Salviati alla Porta di Selim
(il prezzo medio fu di aspri 194,2 il picco).
Tabella 6. Sete vendute dalla compagnia di Averardo e Giovanni Salviati, lanaioli, alla Porta di Selim
ad Adrianopoli, Bursa e in Dalmazia (1513-1516).
Sete
Altobassi
Rasi
Damaschi
Velluti
Lunghezza totale
in picchi
140
128
178
49
-----495
(ca. m. 323)
Prezzo unitario
in aspri per picco
401
172
68
120
Ammontare totale
in aspri
56.167
21.995
12.104
5.880
---------96.146
(ca. f. 1.780 d’oro in oro)
Fonti: Docc. 104 n-o, 104 s-t, 104 v.
Negli anni di regno di Selim i fornitori di sete furono dunque tre: due compagnie di
lanaioli e una di setaioli. Nella Tabella 7 sono riunite tutte le vendite alla Porta di Selim:
essa comprende i dati nelle Tabelle 5-6 e la vendita effettuata nel 1511-12 da Piero Venturi
e compagni, lanaioli (p. 37).
Tabella 7. Sete vendute da mercanti fiorentini alla Porta di Selim a Costantinopoli, Adrianopoli,
Amasya, Bursa e in Dalmazia (1512-1516).
Sete
Rasi
Altobassi
Broccati
Damaschi
Velluti
Rasi e damaschi54
Totale
Lunghezza totale
in picchi
1.618
365
375
593
249
58,5
---------3.258,5
(ca. m. 2.178)
Prezzo unitario in
aspri per picco
165
423
270
107
233
247
Ammontare totale
in aspri
267.865
154.464
101.495
63.915
58.262
14.332
-----------660.333
(ca. f. 12.228 d’oro in oro)
Fonti: Docc. 92 b, 104 n-p, 104 r-t, 104 v, 108 k-p, 109 c, 115 l-m.
54
Come si era verificato per una vendita di sete a Bayazet (vedi nota 43), neppure ora la contabilità
dei Venturi (Doc. 92 b) consente in alcuni casi di separare i rasi dai damaschi.
40
40
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Figura 7. I Salviati, lanaioli, acquistano drappi da mandare in Levante, 1512 (Doc. 104 a).
In pochi anni Selim I acquistò picchi 3.258,5 di tessuti di seta per un costo
complessivo di aspri 660.333. I rasi e i damaschi furono i tipi più richiesti. Gli altobassi
si confermarono la tipologia più costosa; il prezzo medio di tutte le sete vendute fu di
aspri 202,6 il picco.
*
Come abbiamo fatto per la Porta di Bayazet, anche per quella di Selim presentiamo
in Appendice 1 l’elenco di tutti i tipi di sete venduti da mercanti fiorentini. Le forniture
si concentrano nella prima metà del regno, ovvero gli anni 1512-1516. Notevole, per
quantità è il gruppo dei rasi, sempre presenti in una vasta gamma di colori. Il rosso non
domina più, come accadeva invece alla corte di Bayazet; sono ora l’alessandrino
(azzurro), il verde e il tanè a ripetersi nei velluti e nei rasi, mentre è frequente il bianco
nei damaschi e ancora nei rasi.
41
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A giudicare dalle informazioni che da Pera i corrispondenti inviarono a Firenze, un
particolare che non passa inosservato è la dispersione territoriale che caratterizza gli
acquisti di Selim. Durante il lungo regno di Bayazet, la Porta comperò la maggior parte
dei drappi quando il sultano si trovava a Costantinopoli, e quasi eccezionali sembrano gli
acquisti di altobassi e velluti effettuati ad Adrianopoli nel 1500 e 1510 (Docc. 49 d, 50 d,
90 h). Con Selim, che regnò solo otto anni, la situazione cambiò radicalmente: già nel
1512 si segnala un primo acquisto ad Adrianopoli, seguito nel 1513 da altri a
Costantinopoli, Bursa e di nuovo Adrianopoli; nel 1514 il sultano era ancora ad
Adrianopoli e nel 1515 si mosse fra Costantinopoli, Adrianopoli, la Dalmazia e soprattutto
Amasya, la città nella quale egli era nato nel 1470; nel 1516 si trovava di nuovo
Costantinopoli. Tutti questi cambiamenti sembrano riflettere il regno breve ma tumultuoso
di Selim, con le sue continue campagne militari, che portarono a un’impressionante
estensione territoriale dell’impero.
Dopo il 1516 non si registrano altri acquisti da parte di Selim, ma questo può
dipendere dall’incompletezza delle fonti; intanto già nel 1515, mentre il sultano
comperava tre velluti di vario colore al prezzo di aspri 120 il picco, al suo fianco apparve
il figlio Solimano.
4. La Porta di Solimano, principe ereditario (1515-1517) e sultano (1520-1566)
Ancor prima di salire al trono, il giovanissimo Solimano, nato il 6 novembre 1494,
acquistò alcune sete fiorentine nel 1515 e poi di nuovo nel 1517. Le sete erano quelle che
la compagnia di Averardo e Giovanni Salviati, lanaioli, aveva iniziato a comperare a
Firenze dal setificio di Iacopo Salviati e, in minima parte, dal setificio di Raffaello di
Francesco di Cino. Il corrispondente che a Pera curava le vendite dei Salviati era sempre
Girolamo da Sommaia e dai suoi resoconti inviati a Firenze sappiamo che il giorno 11
maggio 1515 la Porta di sultano Suilemen, figliolo del Signore, acquistò un costoso
altebasso verde d’oro, un raso di grana a chorde, alcuni rasi di vario colore e 76 picchi di
domaschi tanè (Doc. 104 t).
Nel 1517 il giovane principe acquistò altre sete dei Salviati, lanaioli, ma nel frattempo
un cambiamento si era verificato nella figura del corrispondente a Pera, con Girolamo da
Sommaia sostituito da Michele di Vieri e Piero da Sommaia. I due nuovi corrispondenti
inviarono ai Salviati, lanaioli, resoconti molto dettagliati delle vendite, dai quali risulta che
un’importante operazione ebbe luogo il 16 luglio 1517. Quel giorno Solimano, che si
trovava ad Adrianopoli, acquistò alcuni rasi, tutti di qualità; le lunghezze, modeste,
sembrano riflettere i bisogni di una singola persona. La seta più costosa è un raso a corde
(chorde), un motivo che Solimano aveva già scelto nel 1515 (Doc. 104 t) e che
evidentemente gli era molto piaciuto; un altro raso aveva un disegno particolare, quello
della sfera (spera) (Doc. 104 v). Nella Tabella 8 gli acquisti di Solimano sono elencati in
ordine cronologico.
Nel 1515 Solimano acquistò tre tipi diversi di sete: un costoso altobasso verde e poi rasi
e damaschi di vari colori; due anni dopo scelse solo rasi. Escluso il damasco tanè, i prezzi
furono sempre elevati. Tutte le sete acquistate nel 1515 provenivano dal setificio di Iacopo
Salviati; per gli acquisti del 1517 non si può escludere il setificio di Raffaello di Francesco
di Cino.
42
42
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Tabella 8. Sete vendute dalla compagnia di Averardo e Giovanni Salviati, lanaioli, a Solimano,
principe ereditario, a Costantinopoli e Adrianopoli (1515-1517).
Doc.
Data
Sete
104 t 11.5.1515 altebasso verde d’oro
rasi d’oro in 3 veste55: ... verde, ...
104 t 11.5.1515
simile, ... di grana
104 t 11.5.1515 raso di grana a chorde
104 t 11.5.1515 rasi d’oro in 2 veste: ... nera, ... tanè
104 t 11.5.1515 domaschi tanè
104 v 16.7.1517 rasso paghonazo d’oro a chorde
104 v 16.7.1517 raso tanè d’oro della spera [con] andari
104 v 16.7.1517 raso biancho d’oro
104 v 16.7.1517 raso di grana d’oro [con] andari
104 v 16.7.1517 raso verde d’oro [con] andari
Lunghezza Prezzo unitario
in picchi
per picco
14
450
Totale
in aspri
6.300
36
200
7.200
12
24
76
11,75
11,75
11,75
12,25
27
--------236,5
280
210
68
280
220
200
220
160
3.360
4.040
5.168
3.290
2.585
2.350
2.695
4.320
--------41.308
(ca. f. 765
d’oro in oro)
(ca. m. 153)
Fonti: Doc. 104 t, v.
Negli anni successivi molte compagnie fiorentine continuarono a spedire drappi in
Levante, ma le fonti sono meno dettagliate e le vendite alla Porta ci sfuggono. A
Costantinopoli le cose erano nel frattempo cambiate: Selim era morto e il 30 settembre 1520
Solimano era salito al trono.
Per trovare altre forniture alla Porta bisogna arrivare al 1527, data forse non del tutto
casuale se si pensa che proprio in quell’anno Solimano rinnovò ai fiorentini i privilegi
concessi in precedenza da Bayazet II e Selim I56. Già nel 1524 la compagnia di battilori di
Gherardo Bartolini produceva drappi di qualità che in parte esportava a Costantinopoli, ma
le vendite non sono ben documentate. Negli anni successivi i Bartolini continuarono a
spedire sete in Levante al loro corrispondente, Giovanni Vernacci, il quale periodicamente
inviava a Firenze resoconti dettagliati del suo operato. Le prime vendite alla Porta risalgono
al 1527 e gli acquirenti furono il Serralto di Solimano (due tagli di raso rosso di chermisi)
e il Serralto vechio (un raso color limone) (Doc. 156 a). Negli anni 1528-1531 Solimano
effettuò numerosi acquisti e neppure il danneggiamento di gran parte dei drappi imballati
nella cassa N. 12 durante la navigazione da Ancona a Ragusa (si sono trovati male
condizionati, mufati e ghuasti) frenò le vendite (Doc. 155). Nel complesso la Porta di
Solimano comperò quattro costosi altobassi, molti velluti, alcuni broccati a bastone e poi
rasi rossi, gialli, verdi e neri (Docc. 154, 155, 157 a, 158).
A parte si colloca la vendita, avvenuta il 26 agosto 1529, di una dozzina di velluti di
vario colore (Docc. 155, 158, 159 a, 162 a) e di un non meglio definito cianbelotto
alessandrino (Doc. 156 a): i drappi erano di qualità, a giudicare dal prezzo, che per quasi
55
Il termine vesta indica un taglio di stoffa dalla lunghezza variabile, che generalmente oscilla tra
braccia (o picchi) 12 e 15.
56
H. Inalcik, An Economic and Social History, cit., I, p. 232. Per un attento esame delle capitolazioni
si veda: H. Inalcik, Essays in Ottoman History, Istanbul 1998, pp. 320-323 e il testo in turco
all'Appendice 8 (pp. 353-355). V. anche Cap. 1, p. 18.
43
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
tutti i velluti ammontò ad aspri 276 2/5 il picco, per il cianbelotto a 380 e per i quattro
altobassi a cifre comprese fra i 320 e i 450 aspri.
Gli acquisti di agosto 1529 furono effettuati dalla Porta nelle circhustanzie di Sofia,
cioè nei dintorni di Sofia, come da Pera Giovanni Vernacci scrisse ai Bartolini,
aggiungendo che picchi 26 1/8 di velluti d’oro erano stati danneggiati dall’acqua, ma che
la Porta li aveva comperati ugualmente per misericordia (Doc. 162 a)57. Il particolare del
danno provocato dall’acqua non desta sorpresa: fonti dell’epoca ricordano le grandi piogge
che nel 1529 colpirono la Bulgaria e i danni e le difficoltà che causarono all’esercito di
Solimano in marcia verso Vienna58.
Figura 8. Giovanni Vernacci invia ai Bartolini un estratto-conto di netto ricavo della vendita di velluti,
rasi e broccati alla Porta di Solimano, 1531 (Doc. 163).
Nel 1531 la Porta acquistò ancora picchi 23 3/8 di raso nero al prezzo, modesto, di
aspri 60 1/3 il picco (Doc. 157 b). Con questa compravendita la documentazione Bartolini
si interrompe.
57
Sono quegli si molorno e ghuastorno nelle circhustanzie di Sofia e per misericordia le prese detta Porta.
K. Şahin, Empire and Power in the Reign of Suleyman, Narrating the Sixteenth Century, New York
2013, p. 77.
58
44
44
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Accanto ai Bartolini, altre compagnie fornirono sete alla Porta di Solimano.
Nel 1526 Lorenzo e Filippo Strozzi, battilori, consegnarono a Lorenzo Barducci, in
partenza per Costantinopoli, tre altobassi e un velluto con l’incarico di venderli. In
settembre 1528 Barducci era di ritorno a Firenze e rese conto agli Strozzi delle operazioni
concluse: il 28 aprile 1528 aveva venduto picchi 12 di altebaxo roxo al Serraglo della Porta
per aspri 400 il picco (Doc. 144 c).
La compagnia di Mazzingo Mazzinghi, battilori, nel 1527 aveva consegnato alcuni tagli
di veluti altebasi rosi d’oro a Bernardo de’ Bardi, che stava per recarsi a Costantinopoli.
Nella capitale ottomana intervenne Tommaso d’Aiolfo, che nel 1528 vendette alla Porta i
velluti al prezzo, altissimo, di aspri 450 il picco (Doc. 146).
Come i Mazzinghi, anche Carlo Capponi e Simone Guadagni, battilori, affidarono a
Bernardo de’ Bardi, in partenza per Costantinopoli, due tagli di veluti rosi d’oro altebasi e
un taglio di veluto altebaso d’oro alessandrino con l’incarico di venderli. A Pera intervenne
il solito Tommaso d’Aiolfo, che il 28 giugno 1528 registrò la vendita delle sete alla Porta a
prezzi anche questa volta altissimi: 450 aspri il picco per i veluti d’oro altebasi e aspri 410
per l’altebaso alesandrino (Doc. 147 b).
Nella Tabella 9 sono elencati, in ordine decrescente di prezzo unitario, i drappi venduti
alla Porta di Solimano negli anni 1527-1531. Nella terza colonna sono riportati i nomi delle
aziende che li produssero e nello stesso tempo li esportarono (tre compagnie di battilori –
Bartolini, Mazzinghi, Capponi-Guadagni – e una di setaioli, gli Strozzi); a seguire i nomi
dei corrispondenti che a Pera li cedettero alla Porta.
Tabella 9. Sete vendute alla Porta di Solimano a Costantinopoli e dintorni di Sofia (1527-1531).
Doc. Sete
156 a, altobassi rossi d’oro
158
146 veluti altebasi rosi
d’oro
147 b veluti rosi d’oro altebasi
Produttore e
Venditore a
fornitore a Firenze Pera
Bartolini e co.,
battilori
Mazzinghi e co.,
battilori
Capponi e
Guadagni, battilori
Capponi e
147 b veluto altebaso d’oro
alessandrino
Guadagni, battilori
144 c altebaxo roxo
Strozzi e co.,
setaioli
157 a altebasso d’oro beneche Bartolini e co.,
battilori
Bartolini e co.,
163 veluto rosso d’oro
beneche
battilori
163 brochato rosso d’oro a Bartolini e co.,
bastone
battilori
Bartolini e co.,
163 brochato ... 2 pezze:
verde ... alessandrino battilori
Bartolini e co.,
163 veluti d’oro beneche
cholorati in 6 pezze: battilori
tanè ... nero
162 a veluto tanè d’oro
Bartolini e co.,
beneche
battilori
Lunghezza Prezzo
in picchi unitario
in aspri
G. Vernacci
69,2
450
Totale
in aspri
B. de’ Bardi
e T. d’Aiolfo
B. de’ Bardi
e T. d’Aiolfo
B. de’ Bardi
e T. d’Aiolfo
L. Barducci
31.151
70,9
450
31.908
23,4
450
10.542
12,125
410
4.971
12
400
4.752*
G. Vernacci
12,875
350
4.506
G. Vernacci
11,75
350
4.112
G. Vernacci
27,875
350
9.756
G. Vernacci
43
330
14.190
G. Vernacci
73
330
24.090
G. Vernacci
13,4
330
4.422
45
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
157 a altebassi neri e
alessandrini d’oro
beneche
154 veluto tanè d’oro
beneche
155 veluto d’oro beneche
156 a
151,
154
158
154
155
162 a
163
156 a
156 a
157 b
Bartolini e co.,
battilori
G. Vernacci
25,125
320
8.040
Bartolini e co.,
battilori
Bartolini e co.,
battilori
brochato roso
Bartolini e co.,
battilori
brochato rosso d’oro a Bartolini e co.,
bastone
battilori
velluti d’oro beneche ... Bartolini e co.,
rosso ... alessandrino battilori
... nero ... tanè
veluto nero d’oro
Bartolini e co.,
beneche
battilori
Bartolini e co.,
velluto tanè d’oro
beneche (guasto)
battilori
Bartolini e co.,
raso verde d’oro
beneche
battilori
raso d’oro beneche in 5 Bartolini e co.,
pezze: alessandrino ... battilori
nero ... verde ... rosso
... tanè
raso rosso di chermisi Bartolini e co.,
battilori
raso limoni
Bartolini e co.,
battilori
raso nero
Bartolini e co.,
battilori
G. Vernacci
12,9
280
3.612
G. Vernacci
12,875
280
3.556*
G. Vernacci
27,375
278,94
7.636
G. Vernacci
71,9
278,94
20.055
G. Vernacci
169,875
276,4
46.953
G. Vernacci
12,5
250
3.125
G. Vernacci
12
248,5
3.137*
G. Vernacci
13
238,87
3.105
G. Vernacci
100,5
238,87
24.007
G. Vernacci
23
105
2.415
G. Vernacci
11
70
770
G. Vernacci
23,375
60,33
1.410
--------884,95
(ca. m. 575)
-------272.221
(ca. f. 4.861
d’oro in oro)59
Fonti: Docc. 144 c, 147 b, 151, 154, 155, 156 a, 157 a-b, 158, 159 a, 162 a, 163.
* Il totale non è esatto, ma questo è dovuto ai due contraenti, che di comune accordo modificarono
l’ammontare complessivo. Nel caso dell’altebaxo roxo le parti applicarono uno sconto.
In poco più di tre anni la Porta di Solimano acquistò picchi 884,95 di sete, che con una
certa approssimazione corrispondono a circa 1.000 braccia o 575 metri, per un totale di
aspri 272.221, equivalenti negli anni 1520-1530 a f. 4.861 d’oro in oro. Il prezzo medio
delle sete comperate da Solimano nel 1528-1531 ammontò ad aspri 308 per picco, di gran
lunga superiore a quello registrato per Bayazet (aspri 141) e Selim (aspri 203). Nel
complesso, Solimano nel 1528-1531 acquistò sete di qualità molto elevata. Dominano gli
altobassi, i velluti e i broccati d’oro, con prezzi che spesso superano gli aspri 400 il picco.
59
Dalla contabilità dei Bartolini la nuova parità: aspri 56 = 1 fiorino d’oro in oro.
46
46
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
In Appendice 1 (pp. 64-67) sono elencate tutte le sete acquistate da Solimano, a partire
dalle prime compere del 1515. Quasi assenti i damaschi, presenti soltanto con quei 76 picchi
acquistati proprio nel 1515 (Doc. 104 t). Sempre numerosi i rasi d’oro, alcuni dei quali con
il motivo a chorde o della spera. I colori sono piuttosto vari, come già si era verificato con
Selim. Accanto al rosso non mancano il verde, il nero, il tanè e l’alessandrino (azzurro).
Con Solimano i luoghi di acquisto delle sete si riducono a due – Costantinopoli e
Adrianopoli – come già si era verificato con Bayazet. Solimano aveva comperato alcuni
rasi ad Adrianopoli nel 1517, quando ancora era erede al trono; divenuto sultano, tutti gli
acquisti si concentrarono nella capitale, con una breve eccezione nel 1529, quando nei
dintorni di Sofia la Porta acquistò molti velluti colorati, due dei quali danneggiati dalla
pioggia.
47
Conclusione
Nel periodo qui esaminato il commercio di drappi tra Firenze e il Levante consistette
in un continuo flusso di velluti, rasi e broccati che da Occidente si spingeva verso Oriente;
l’arrivo in città di sete orientali costituiva invece un fatto del tutto eccezionale e non
sorprende che in quel mare sconfinato che è la pittura fiorentina degli anni 1450-1550
non vi sia traccia di sete orientali. Il Levante menzionato nelle fonti si riduce a un’area
ben definita, l’Impero ottomano, e alla sua capitale, Costantinopoli. A grande distanza si
colloca invece Alessandria, cruciale porto di approvvigionamento per le spezie asiatiche
ma destinazione di scarso rilievo per il commercio delle sete; con quest’ultima gli scambi
commerciali ebbero un certo impulso, come abbiamo visto, intorno al 1422, in occasione
della nota ambasceria al Soldano (al quale Firenze offrì in dono proprio tessuti di seta,
Doc. 11), ma la risposta del mercato egiziano fu nel complesso deludente.
Costantinopoli, quindi, rappresentò sempre il grande mercato di sbocco dei tessuti di
seta fiorentini in Oriente. Ancora per tutta la prima metà del Quattrocento gli scambi di
drappi tra Firenze e la capitale bizantina furono irrilevanti, ma un radicale cambiamento si
verificò, come si è anticipato, dopo la conquista ottomana del 1453, quando le due città
strinsero nuovi accordi commerciali e Firenze dette avvio a una costante corrente di
esportazione di sete lavorate che durò per qualche decennio.
La nostra ricerca si è spinta sino alla metà del secolo XVI, ma già intorno al 1530 le
esportazioni iniziarono a diminuire sensibilmente. La situazione politica internazionale
stava cambiando profondamente: la Francia era il nuovo alleato europeo dell’Impero
ottomano e la politica filospagnola di Cosimo I de’ Medici rendeva sempre più difficili i
rapporti di Firenze con il Levante. A Costantinopoli, intanto, il potente gran visir Rüstem
Pascià, che aveva sposato una figlia di Solimano, era fermamente intenzionato a porre un
freno alle spese esorbitanti della Corte. I libri contabili dei mercanti fiorentini menzionano
ancora esportazioni di drappi negli anni 1530-1550, ma in quantità sempre più ridotte; in
particolare si ridussero le forniture alla Sublime Porta. Dal carteggio emerge una situazione
mutata, con tempi di vendita sempre più lunghi e crediti difficili da riscuotere. Nei primi
decenni del secolo XVI, come abbiamo visto, i Bartolini effettuarono numerose spedizioni
di drappi a Costantinopoli, ma già in una lettera inviata il 14 ottobre 1536 da Firenze al loro
corrispondente a Pera traspare una certa disillusione: certamente cotesto paese è diventato
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
University
of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
Marco Spallanzani,
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of Florence,
Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
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of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
FUP
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(DOI 10.36253/fup_best_practice)
Referee
List (DOI 10.36253/fup_referee_list)
Marco
Spallanzani,
Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
FUP Best CC
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4.0 International,
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CC0 Le
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Marco
Spallanzani,
GuidiAuthor(s),
Bruscoli, Tessuti
di seta
e il Levante (ca.
1350-1550).
© 2023 Author(s),
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0000-0000 (online),
ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI
CCFirenze
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Firenze(www.fupress.com),
University Press, ISBNISSN
979-12-215-0086-8,
DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
10.36253/000-00-0000-000-0
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
per noi altri pocho buono, ché sapete quanto tenpo è che havete li nostri drappi e anchora
non ne possiamo vedere la fine, che horamai ne farano pocho bene (Doc. 166 a).
Nei decenni successivi l’esportazione di drappi in Levante si ridusse rapidamente, anche
se non conobbe quella drastica contrazione che caratterizzò il settore dei panni di lana. I
tentativi dei granduchi Francesco I e Ferdinando I di rivitalizzare il commercio con
l’Impero ottomano ebbero scarso successo, anche se nella seconda metà del Cinquecento e
poi ancora nel secolo successivo i sultani continuarono a indossare, seppure con minore
frequenza, sete fiorentine (e veneziane) in occasione delle sontuose cerimonie di corte60.
60
F.Ö. Mercan, A diplomacy woven with textiles: Medici-Ottoman relations during the late
Renaissance, «Mediterranean Historical Review», 35 (2020), pp. 169-188; M. Iida, Florentine
Textiles for the Ottoman Empire in the Seventeenth Century, «Mediterranean World», 21 (2012), pp.
179-196.
50
50
APPENDICE 1
Le vendite alla Porta (1462-1531)
I drappi venduti alla Porta sono stati schedati e riuniti nella tabella che segue. Prima di passare
ad esaminarne il contenuto, una precisazione si impone per le date, che devono essere valutate
con una certa cautela. Generalmente esse non rimandano alla partenza dei drappi da Firenze ma
alla vendita alla Porta. La documentazione migliore è costituita dagli estratti-conto compilati dai
corrispondenti a Pera e poi inviati a Firenze. A volte tali estratti-conto sono molto dettagliati e
riportano il giorno esatto della vendita; altre volte elencano, non sempre in ordine cronologico,
vendite che hanno già avuto luogo non solo a Costantinopoli ma anche in altre località nelle quali
risiedeva la Corte, quali Bursa, Adrianopoli e Amasya. La datazione delle operazioni è inoltre
complicata dal fatto che, come si è già notato, gli estratti-conto originali sono andati perduti e a
noi sono pervenute le copie redatte a Firenze dai committenti, i quali non sempre hanno riportato
la data di compilazione dell’estratto-conto a Pera e a volte hanno commesso qualche svista.
Sempre in tema di date, lo stesso calendario contribuiva ogni tanto a creare incertezza. Come è
noto, anche quando erano all’estero i fiorentini seguivano lo stile ab incarnatione, in base al quale
l’anno iniziava, in ritardo, il 25 marzo; ma le eccezioni non sono mancate.
La tabella che segue si presenta suddivisa in colonne le quali, escluse le due iniziali,
rappresentano gli anelli della catena che portava i drappi da Firenze al Levante. La terza
colonna, quella del produttore, è a volte vuota poiché non disponiamo dell’informazione
corrispondente; ma gli anelli intermedi sono quelli cruciali, ovvero il mercante che da Firenze
esportava i drappi (quarta colonna) e il corrispondente che a Pera li vendeva (quinta colonna).
La sesta e settima colonna fanno riferimento ai tessuti esportati, dei quali si indicano il
quantitativo espresso in picchi, la descrizione (come riportata nel documento) e il prezzo
unitario, espresso in aspri per picco.
L’ultima colonna è dedicata all’acquirente e al luogo in cui è avvenuto l’acquisto. I libri
contabili precisano con chiarezza quando l’acquirente è la Porta e in mancanza di altre
indicazioni è logico pensare a Costantinopoli, con il sultano in primo piano. A volte la fonte
menziona la Porta, ma poi aggiunge Adrianopoli, Bursa, Amasya o altre sedi ancora. Non
di rado il documento riporta il nome del sultano, che spesso è Selim I o il giovane Solimano;
altre volte l’acquirente è un altro membro della famiglia reale (ad esempio una nipote di
Selim), altre volte ancora è il Seraglio delle donne.
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
University
of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
Marco Spallanzani,
University
of Florence,
Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
University
of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
FUP
Best Practice
in Scholarly
Publishing
(DOI 10.36253/fup_best_practice)
Referee
List (DOI 10.36253/fup_referee_list)
Marco
Spallanzani,
Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
FUP Best CC
Practice
in Scholarly
Publishing
(DOI 10.36253/fup_best_practice)
Author(s),
BY 4.0
International,
DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00,
in First name Last name (edited by), Book
title
book
title bookFrancesco
title, © 2021
content
CC tra
BYFirenze
4.0 International,
metadata
CC0 Le
1.0fonti,
Universal,
published
Marco
Spallanzani,
GuidiAuthor(s),
Bruscoli, Tessuti
di seta
e il Levante (ca.
1350-1550).
© 2023 Author(s),
by
University
0000-0000 (online),
ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI
CCFirenze
BY 4.0, published
byPress
Firenze(www.fupress.com),
University Press, ISBNISSN
979-12-215-0086-8,
DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
10.36253/000-00-0000-000-0
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
18 e 1462
Piero Cappelli Francesco Cambini e
e co., setaioli Piero Cappelli
19 e 1464
Piero Cappelli Francesco Cambini e
e co., setaioli Piero Cappelli
41 b 1490
41 b 1490
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
Orlanndo
Ucholi, turco,
Baldassarre picchi 14 ¼
acquista in
320
contanti pel
Biliottti
brochato d’oro chermisi
Segniore
(Maometto II)
picchi 50 ½
Costantinopoli
Francesco
vellutto chermisi in 2
120
Ceffini
Maometto II
tagli
Venditore
Drappi
a Pera
Alfieri
Strinati
Costantinopoli
picchi 47 ¾
65
damascho roxo di grana
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 42 ¾
raxo di grana e di
chermixi
43 a 1493
Priore Strinati
Giovanni
Salviati
43 a 1493
Priore Strinati
Giovanni
Salviati
43 a 1493
Priore Strinati
Giovanni
Salviati
43 e 1493
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco
Giovanni
Salviati
43 e 1493
Leonardo Strozzi
Giovanni
Salviati
42 h 1494
42 h 1494
42 h 1494
42 h 1494
42 h 1494
52
52
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
br. 30 ¾
alto e basso verde chon
oro
br. 44 ¼
alto e basso di grana
chon oro
picchi 40
raso di grana
picchi 72 1/6
brochatto di grana chol
bastone
picchi 15 1/3
brochatto di grana chol
bastone
100
Costantinopoli
Bayazet II
---
Costantinopoli
Bayazet II
---
Costantinopoli
Bayazet II
---
Costantinopoli
Bayazet II
380
Costantinopoli
Bayazet II
380
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 58 1/8
altobasso chermixi
200
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 27 1/8
zetani chermixi
200
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 68
Costantinopoli
apiciolato chon grilanda 200
Bayazet II
d’oro
Alfieri
Strinati
Costantinopoli
picchi 45 ½
140
domascho a poste d’oro
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 265
raxi di grana
80
Costantinopoli
Bayazet II
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco,
42 h 1494
e co., setaioli Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco,
42 h 1494
e co., setaioli ? Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co.del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Venditore
Drappi
a Pera
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
Alfieri
Strinati
picchi 252
domascho di grana
80
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 325
veluti in ii peli
115
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 114
altebassi rossi chon
andari d’oro
185
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 311 ¾
rasi
70
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 177 ½
domascho
70
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 28 ¼
alto e basso chon pigne
d’oro
150
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 43
alto basso rosso schietto
in un pelo
130
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 26 ½
domascho rosso a poste
d’oro
100
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 650 ¾
rasi e domaschini
70
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 26 ¾
alto basso rosso e verde
chon garlande d’oro
200
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 45 ½
domascho rosso a poste
d’oro
100
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 28
alto basso in un pelo
105
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 213
velluto rosso in ii peli
90
Costantinopoli
Bayazet II
53
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco,
42 h 1494
Francesco da Sommaia e
Alfieri Strinati
A.F.E., amico di
45
1496
Francesco e Giovenco
de’ Medici
Antonio Serristori e co.,
Antonio
1498
battilori, Francesco
Serristori e co.,
52 b
-99
Gherardi e
battilori
Niccolò Tanini
Antonio Serristori e co.,
Antonio
1498
battilori, Francesco
Serristori e co.,
52 b
-99
Gherardi e
battilori
Niccolò Tanini
Antonio Serristori e co.,
Antonio
1498
battilori, Francesco
Serristori e co.,
52 b
-99
Gherardi e
battilori
Niccolò Tanini
Antonio Serristori e co.,
Antonio
battilori, Francesco
1498
Serristori e co.,
52 b
Gherardi e
-99
battilori
Niccolò Tanini
Antonio Serristori e co.,
Antonio
1498
battilori, Francesco
Serristori e co.,
52 b
-99
Gherardi e
battilori
Niccolò Tanini
Antonio Serristori e co.,
Antonio
1498
battilori, Francesco
Serristori e co.,
52 b
-99
Gherardi e
battilori
Niccolò Tanini
Antonio Serristori e co.,
Antonio
1498
battilori, Francesco
Serristori e co.,
52 b
-99
Gherardi e
battilori
Niccolò Tanini
53 b 1499
Antonio Serristori e co.,
battilori, e Francesco
Gherardi
1499 Antonio
Antonio Serristori e co.,
Serristori e co.,
54 b battilori
1500 battilori
1499 Antonio
Antonio Serristori e co.,
Serristori e co.,
54 b battilori
1500 battilori
54
54
Venditore
Drappi
a Pera
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
Alfieri
Strinati
picchi 32
altobasso a pigne d’oro
130
Costantinopoli
Bayazet II
Alfieri
Strinati
picchi 242
raso
60
Costantinopoli
Bayazet II
Giovanni
Maringhi
picchi 29 ½
domaschino rosso
160
Costantinopoli
genero di
Bayazet II
Tommaso
d’Aiolfo e
Luigi
Gherardi
Tommaso
d’Aiolfo e
Luigi
Gherardi
Tommaso
d’Aiolfo e
Luigi
Gherardi
picchi 20
raxo alessandrino chon
oro
160
Costantinopoli
Bayazet II
picchi 14 ½
raxo rosso chon oro
160
Costantinopoli
Bayazet II
picchi 94 ¾
altebassi chon oro
175
Costantinopoli
Bayazet II
235
Costantinopoli
Bayazet II
200
Costantinopoli
Bayazet II
300
Costantinopoli
Bayazet II
135
Costantinopoli
Bayazet II
90
Costantinopoli
Bayazet II
130
Costantinopoli
Bayazet II
216
Costantinopoli
Bayazet II
picchi 95 ½
Tommaso
velluti zetani, cioè veste
d’Aiolfo e
2 rosse chon oro e
Luigi
vesti 5 di velluti di 2
Gherardi
cholori rossi e verde
Tommaso
picchi 189 ½
d’Aiolfo e
velluti zetani
Luigi
Gherardi
Tommaso
picchi 14 ¼
d’Aiolfo e
brocchato
Luigi
Gherardi
Tommaso
picchi 27
d’Aiolfo e
raxi chon oro
Luigi
Gherardi
Tommaso
d’Aiolfo e picchi 192 ½
velluti
Luigi
Gherardi
Tommaso
d’Aiolfo e picchi 14 ½
Luigi
raxo rosso
Gherardi
Tommaso
picchi 14 ½
d’Aiolfo e
altebasso di grana e
Luigi
verde chon oro
Gherardi
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Venditore
Drappi
a Pera
Tommaso
1499 Antonio
Antonio Serristori e co., d’Aiolfo e
Serristori e co.,
54 c battilori
Luigi
1500 battilori
Gherardi
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1499
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 25, 26
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1499
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 28, 29, 31, 32, 34
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1499
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 37
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1499
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 3, 4, 17
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1499
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 15, 16, 18
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1499
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 5, 6
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1499
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 1, 19
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati
Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1499 e co., setaioli
Alfieri Strinati
Antonio
N. 2, 20, 21
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1500
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 23
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1500
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 24
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1500
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 7, 44, 47, 52
Miniati
Alamanno e Iacopo
Alfieri
Iacopo Salviati Salviati e co. del banco e Strinati e
49 d 1500
e co., setaioli Alfieri Strinati
Antonio
N. 50, 51, 53, 54, 55
Miniati
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
picchi 11 ½
altebaso rosso
scharlatto
158
Costantinopoli
Bayazet II
picchi 42 ¼
alto e basso sanza oro
N. 25, 26
140
Costantinopoli
Bayazet II
picchi 113 ¼
velluti in 5 tagli
N. 28, 29, 31, 32, 34
90
Costantinopoli
Bayazet II
picchi 24
alto e basso chermisi
N. 37
300
Costantinopoli
Bayazet II
215
Costantinopoli
Bayazet II
200
Costantinopoli
Bayazet II
170
Costantinopoli
Bayazet II
215
Costantinopoli
Bayazet II
picchi 41 ½
alto e basso con oro,
pagonazzi e rosi
N. 3, 4, 17
picchi 42 ½
alto e bassi con oro in 3
tagli
N. 15, 16, 18
picchi 41
velluti rossi con oro in
uno pelo
N. 5, 6
picchi 28
velluti rossi in 2 tagli
N. 1, 19
picchi 42 ½
Costantinopoli
velluti cholorati d’oro in
200
3 tagli
Bayazet II
N. 2, 20, 21
picchi 27
Costantinopoli
domasco verde con horo 121
Bayazet II
N. 23
picchi 24
raso tanè d’oro
N. 24
picchi 57
altebassi rossi in 4 tagli
a bastone d’oro
N. 7, 44, 47, 52
picchi 67 ½
altobassi di più cholori con
bastone d’oro in 5 tagli
N. 50, 51, 53, 54, 55
180
Adrianopoli
Bayazet II
400
Adrianopoli
Bayazet II
350
Adrianopoli
Bayazet II
55
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Alamanno e Iacopo
Salviati e co. del banco e
Iacopo Salviati
Alfieri Strinati
49 d 1500
e co., setaioli
N. 8, 46, 48, 49, 56, 57,
58, 59
Alamanno e Iacopo
Iacopo Salviati
Salviati e co. del banco
50 d 1500
e co., setaioli
N. 15
50 d 1500
Alamanno e Iacopo
Iacopo Salviati
Salviati e co. del banco
e co., setaioli
N. 16
Alamanno e Iacopo
Iacopo Salviati
Salviati e co. del banco
50 d 1500
e co., setaioli
N. 2, 13
Alamanno e Iacopo
Iacopo Salviati
Salviati e co. del banco
50 d 1500
e co., setaioli
N. 4
62 a 1502
Venditore
Drappi
a Pera
Alfieri
Strinati e
Antonio
Miniati
Alfieri
Strinati e
Antonio
Miniati
Alfieri
Strinati e
Antonio
Miniati
Alfieri
Strinati e
Antonio
Miniati
Alfieri
Strinati e
Antonio
Miniati
nazione
fiorentina
a Pera
62 a 1502
62 b 1502
62 g 1502
62 g 1502
62 g 1502
Tommaso e
Giovan Battista
Soderini e co.,
setaioli
Tommaso e
Giovan Battista
Soderini e co.,
setaioli
Tommaso e
Giovan Battista
Soderini e co.,
setaioli
Tommaso e
Giovan Battista
Soderini e co.,
setaioli
Tommaso e
Giovan Battista
62 g
1502
Soderini e co.,
64
setaioli
56
56
picchi 111 ¾
velluti con oro di più
cholori in 8 tagli
N. 8, 46, 48, 49, 56, 57,
58, 59
picchi 14
alto e basso di chermisi
a bastone d’oro
N. 15
picchi 14
alto e basso alexandrino
a bastone d’oro
N. 16
picchi 29
alto e basso alexandrino
e verde in 2 tagli a
bastone d’oro
N. 2, 13
picchi 13 ½
alto e basso verde
N. 4
quantto n’era in e la
nazione
domaschi neri
meglio di 1000 pichi
veluti ... più che la metà
di grana
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
220
Adrianopoli
Bayazet II
550
Adrianopoli
Bayazet II
500
Adrianopoli
Bayazet II
350
Adrianopoli
Bayazet II
200
Adrianopoli
Bayazet II
Costantinopoli
Bayazet II
220
Costantinopoli
Bayazet II
Tommaso e Giovan
Battista Soderini e co.,
setaioli
Giovanni
Maringhi
picchi 23
raso verde
Tommaso e Giovan
Battista Soderini e co.,
setaioli
Giovanni
Maringhi
picchi 13
rasso verde
56
Costantinopoli
Seraglio del
Signore
Tommaso e Giovan
Battista Soderini e co.,
setaioli
Giovanni
Maringhi
picchi 11 ½
rasso alexandrino
56
Costantinopoli
Seraglio del
Signore
Tommaso e Giovan
Battista Soderini e co.,
setaioli
Giovanni
Maringhi
picchi 21 ¼
rasso chermisi
Tommaso
d’Aiolfo, picchi 800
Giorgio
brochati d’oro, diverssi
cholori, a bastone,
Bartoli e
questi el forte
Antonio
Sostegni
Costantinopoli
56,5 Seraglio delle
donne
Costantinopoli
104,5 Seraglio delle
donne
300
Costantinopoli
Bayazet II
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Data
62 i
62 j
62 j
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Tommaso e
Giovan Battista
1503
Soderini e co.,
setaioli
Tommaso e
Giovan Battista
1503
Soderini e co.,
setaioli
Tommaso e
Giovan Battista
1503
Soderini e co.,
setaioli
62 j
1503
62 j
1503 Bardo Altoviti
62 j
1503
62 j
1503
62 j
Giovanni
Maringhi
picchi 28
velluto chermussi
190
Costantinopoli
Bayazet II
Tommaso e Giovan
Battista Soderini e co.,
setaioli
Giovanni
Maringhi
picchi 27 ½
alltebasso roso di
granna
250
Costantinopoli
Bayazet II
Tommaso e Giovan
Battista Soderini e co.,
setaioli
Giovanni
Maringhi
Luigi Gherardi
Giovanni
Maringhi
Antonio
Sostegni
1503
1503
62 l
Tommaso e
Tommaso e Giovan
Giovan Battista
Battista Soderini e co.,
1503
Soderini e co.,
setaioli
setaioli
62 o 1503
62 p 1503
62 p 1503
74 a 1505
picchi 53
Costantinopoli
raso a poste d’oro, coè
135
una pezza tanè e una
Bayazet II
pezza rossa
Costantinopoli
drappi
135
Bayazet II
Costantinopoli
drappi
Bayazet II
Costantinopoli
picchi 1200-1400
Bayazet II
veluti steti asai e
Costantinopoli
100
cholorati
Bayazet II
picchi 600
brochato a bastone chon
Costantinopoli
certi rosoni e iii/iiii
350
Bayazet II
rossi e resto
alesandrini
picchi 600 (o 700)
Costantinopoli
veluti rossi
Bayazet II
Niccolò
veluti rosi
Carsidoni
195
Costantinopoli
Bayazet II
nazione
fiorentina
a Pera, el
Costantinopoli
picchi 120
250
forte di
rasi chon andari d’oro
Bayazet II
Filippo Peri
e Lodovico
Betti
totale aspri 70.000
Costantinopoli
domaschini chon oro el forte
Bayazet II
ca. picchi 450
Costantinopoli
rasi e domaschi steti,
65
Bayazet II
cholorati
rasi ros[s]i, dom[as]chi
Costantinopoli
85
di grana
Bayazet II
62 m
1503
62 n
1503
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
Tommaso e Giovan
Battista Soderini e co.,
setaioli
62 j
62 l
62 r
Venditore
Drappi
a Pera
Tommaso e
Tommaso e Giovan
Giovan Battista
Battista Soderini e co.,
Soderini e co.,
setaioli
setaioli
Giovanni
Maringhi
picchi 13
raso chermisi
Alessandro
picchi 970
Sacchetti
brochati
e altri
Costantinopoli
119 Seraglio de le
donne
300
Costantinopoli
Bayazet II
57
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. Data
74 a 1505
74 b 1505
74 c 1505
74 c 1505
ante
65 b feb.
1507
ante
mar.
65 b
1507
-08 ?
ante
mar.
65 b
1507
-08 ?
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Alessandro
Sacchetti
e altri
Alessandro
Sacchetti
e altri
Alessandro
Sacchetti
e altri
Alessandro
Sacchetti
e altri
Bernardo e
Fantone
Bernardo e Filippo Gondi
Fantoni e
Filippo Gondi e
e co., setaioli
co.
co., setaioli
Fantone
Bernardo e
Bernardo e Filippo Gondi
Fantoni e
Filippo Gondi e
e co., setaioli
co.
co., setaioli
Fantone
Bernardo e
Bernardo e Filippo Gondi
Fantoni e
Filippo Gondi e
e co., setaioli
co.
co., setaioli
89 a 1508
Francesco Zati
90 h 1510
Iacopo Salviati Averardo e Iacopo
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
90 h 1510
Averardo e Iacopo
Salviati e co., lanaioli
90 h 1510
Iacopo Salviati Averardo e Iacopo
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
92 h 1510
Iacopo Salviati Averardo e Iacopo
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
Mainardo
108 p 1511 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 p 1511 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 p 1511 Cavalcanti e
co., setaioli
58
58
Venditore
Drappi
a Pera
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
picchi 2.000
rassi chon oro
230
Costantinopoli
Bayazet II
picchi 1.500
velluti rossi
160
Costantinopoli
Bayazet II
velutti altebassi chon oro 500
Costantinopoli
Bayazet II
velutti altebassi a
bronchone
Costantinopoli
Bayazet II
370
Costantinopoli
Bayazet II
rasi con oro
Costantinopoli
Bayazet II
velluti altebasso d’oro
Costantinopoli
Bayazet II
domasco rosso d’oro
Alessandro picchi 303
Sacchetti brochati rossi a bastone
Ludovico
Cavalcanti picchi 14 ¼
e Girolamo velluto tanè ghuasto
da Sommaia
Ludovico
Cavalcanti picchi 27
e Girolamo velluto tanè ghuasto
da Sommaia
Ludovico
Cavalcanti picchi 36 3/8
e Girolamo raso limoni
da Sommaia
Ludovico
Cavalcanti picchi 20 ¼
e Girolamo velluto tanè
da Sommaia
250
Costantinopoli
Bayazet II
120
Adrianopoli
Bayazet II
120
Adrianopoli
Bayazet II
70
Adrianopoli
Bayazet II
120
Adrianopoli
Bayazet II
Mainardo Cavalcanti e
co., setaioli
Bartolomeo picchi 14
Biliotti
altebasso
420
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti e
co., setaioli
Bartolomeo picchi 12 ½
Biliotti
altebasso
420
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti e
co., setaioli
Bartolomeo picchi 1 ½
Biliotti
altebasso
300
Bursa
Selim I
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Data
92 b
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Cristofano
1511
Brandolini e
-12
co., setaioli
107 b 1513
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Piero Venturi e co.,
lanaioli
Doni della Signoria di
Firenze al Sultano Selim I
Venditore
Drappi
a Pera
Raffaello
Guiducci
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
picchi 58 ½
Adrianopoli
raxi d’oro e domaschi
245
Selim I
d’oro
br. 15 di domaschino
brochato ariccato,
largho br. 1 ¼ riccho
br. 15 ¾ di brochato
d’oro a bastone,
riccho
br. 15 ¼ d’alto e basso
di grana chon oro,
richo
br. xvi di raso rosso
chermisi allucolato
d’oro
Costantinopoli
br. xvi di velluto
Selim I
paonazzo chermisi
br. xvi di velluto
paonazzo chermisi
br. xvi di velluto rosso
chermisi
br. xvi di velluto rosso
chermisi
br. xvi di raso rosso
chermisi
br. xvi di raso rosso
chermisi
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 14 ½
Biliotti
altebasso d’oro
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 37
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 49
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 25
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 38
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 40
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 41
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 42
picchi 14
Bartolomeo
altebasso d’oro
Biliotti
N. 37
picchi 11
Bartolomeo
domaschino gallo d’oro
Biliotti
N. 49
picchi 42
Bartolomeo
domaschino rosso
Biliotti
N. 25
picchi 14 ¼
Bartolomeo
velluto di grana
Biliotti
N. 38
picchi 14 ½
Bartolomeo
velluto di grana d’oro
Biliotti
N. 40
picchi 14 ½
Bartolomeo
velluto di grana d’oro
Biliotti
N. 41
picchi 39
Bartolomeo
raso di grana
Biliotti
N. 42
390
Costantinopoli
Selim I
390
Costantinopoli
Selim I
170
Costantinopoli
Selim I
85
Bursa
Selim I
260
Bursa
Selim I
260
Bursa
Selim I
260
Bursa
Selim I
215
Bursa
Selim I
59
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 k 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 l 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 l 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 l 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
100 m 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 m 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 m 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 m 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
114 m 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 n 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 n 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 n 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 n 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 o 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
60
60
Venditore
Drappi
a Pera
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 44
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 46
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 61
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 61 (sic)
picchi 12 ¼
Bartolomeo
raso di grana
Biliotti
N. 44
picchi 11
Bartolomeo
raso tanè
Biliotti
N. 46
picchi 46
Bartolomeo
domaschino tanè
Biliotti
N. 61
picchi 45
Bartolomeo
domasco tanè
Biliotti
N. 61 (sic)
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
215
Bursa
Selim I
220
Bursa
Selim I
68
Bursa
Selim I
68
Bursa
Selim I
Bartolomeo picchi 82 ¼
Biliotti
broccati rossi
290
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 45 ¾
Biliotti
domaschino tanè
68
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi – (br. 16)
Biliotti
velluto di grana d’oro
260
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti e
co., setaioli
N. 63, 65, 66
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 69
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 75
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 77
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 80
picchi 87 ¼
Bartolomeo
brochati rossi
Biliotti
N. 63, 65, 66
picchi 14
Bartolomeo
velluto di grana d’oro
Biliotti
N. 69
picchi 11 ¾
Bartolomeo
raso di grana d’oro
Biliotti
N. 75
picchi 11 ½
Bartolomeo
domaschino isbiadato
Biliotti
N. 77
picchi 47
Bartolomeo
domaschino rosso
Biliotti
N. 80
290
Bursa
Selim I
260
Bursa
Selim I
215
Bursa
Selim I
200
Bursa
Selim I
85
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 13 ½
Biliotti
velluto d’oro
260
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 14
Biliotti
velluto d’oro
240
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 12
Biliotti
raso d’oro
215
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 11 ¼
215
Biliotti
raso tanè d’oro broccato
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 25
Biliotti
raso tanè d’oro
Bursa
Selim I
160
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Mainardo
108 o 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 p 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
108 p 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
109 c 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
109 c 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
109 c 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
109 c 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
111 r 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
111 r 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
111 r 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
111 r 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
111 r 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
111 r 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
111 r 1513 Cavalcanti e
co., setaioli
Iacopo Salviati
104 n 1513
e co., setaioli
Iacopo Salviati
104 n 1513
e co., setaioli
Iacopo Salviati
104 o 1514
e co., setaioli
Iacopo Salviati
104 o 1514
e co., setaioli
Iacopo Salviati
104 o 1514
e co., setaioli
Venditore
Drappi
a Pera
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 37 ½
Biliotti
raso verde
67
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 28
Biliotti
broccato verde
245
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Bartolomeo picchi 28 ¼
Biliotti
broccato alesandrino
245
Bursa
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli,
e Francesco Alessandri
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli,
e Francesco Alessandri
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli,
e Francesco Alessandri
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli,
e Francesco Alessandri
Francesco picchi 25 ¾
Alessandri altebassi rosi d’oro
490
Costantinopoli
Selim I
Francesco picchi 50 ½
Alessandri velluti broccati rosi
290
Costantinopoli
Selim I
Francesco picchi 13
Alessandri altebasso rosso d’oro
390
Costantinopoli
Selim I
Francesco picchi 45 1/3
Alessandri raso d’oro
200
Costantinopoli
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Luigi
Gherardi
picchi 49 ¼
domaschi legeri bigi
190
Adrianopoli
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Luigi
Gherardi
picchi 82
rasi a poste d’oro
180
Costantinopoli
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Luigi
Gherardi
picchi 22 ½
rasi a poste d’oro
170
Costantinopoli
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Luigi
Gherardi
picchi 12
rasi a poste d’oro
200
Costantinopoli
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Luigi
Gherardi
picchi 13 7/8
450
altebasso rosso chon oro
Adrianopoli
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Luigi
Gherardi
picchi 53
450
altebasso rosso chon oro
Adrianopoli
Selim I
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Luigi
Gherardi
picchi 45
rasi chermisi
Averardo e Giovanni
Salviati e co., lanaioli
Averardo e Giovanni
Salviati e co., lanaioli
Averardo e Giovanni
Salviati e co., lanaioli
Averardo e Giovanni
Salviati e co., lanaioli
Averardo e Giovanni
Salviati e co., lanaioli
Girolamo picchi 27 2/5
da Sommaia altebasso di grana d’oro
Girolamo picchi 178
da Sommaia domaschi di più cholori
Girolamo picchi 41 ¾
da Sommaia raso alessandrino d’oro
Girolamo picchi 39 ¼
da Sommaia raso di grana d’oro
Girolamo picchi 14 1/8
da Sommaia altebaso di grana d’oro
117
410
68
180
170
440
Adrianopoli
(?)
Selim I
Bursa
Selim I
Bursa
Selim I
Adrianopoli
Selim I
Adrianopoli
Selim I
Adrianopoli
Selim I
61
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Mainardo
111 s 1514 Cavalcanti e
co., setaioli
115 l 1515
Mainardo
Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
Cavalcanti e
115 l 1515
co., setaioli
62
62
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Venditore
Drappi
a Pera
Bartolomeo picchi 58
Biliotti
brochati
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
250
picchi 254
19 pezze di rasi d’oro
chon andari:
raso di grana [con]
andari d’oro
raso alesandrino simile
raso tanè simile
raso alesandrino simile
raso di grana simile
raso alesandrino simile
raso tanè d’oro simile
raso alesandrino simile
raso alesandrino simile
Mainardo Cavalcanti
raso roso d’oro simile
e co., setaioli
Bartolomeo
raso alesandrino d’oro 220
N. 18, 20-23, 52-56, 75, Biliotti
simile
77, 82-88
raso di grana d’oro cho
andari
raso grana d’oro
raso di grana d’oro
simile
raso di grana simile
raso alesandrino d’oro
simile
raso di grana simile
raso verde simile
raso sbiadato simile
N. 18, 20-23, 52-56, 75,
77, 82-88
picchi 340
28 pezze tra rasi banechi
e domaschini:
raso sbiadato a poste
d’oro
raso verde simile
raso nero simile
raso incharnato simile
raso bigo simile
Mainardo Cavalcanti
Bartolomeo domaschino bigo simile
e co., setaioli
180
domaschino bigo simile,
Biliotti
N. 25-30, 57-73, 90-94
domaschino bigo simile
domaschino bigo simile
domaschino biancho
simile
domaschino biancho
simile
raso di grana a poste
simile
raso di grana simile
Adrianopoli
Selim I
Amasya
Selim I
Amasya
Selim I
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Mainardo
115 l 1515 Cavalcanti e
co., setaioli
Mainardo
Cavalcanti e
115 l 1515
co., setaioli
Mainardo
Cavalcanti e
115 m 1515
co., setaioli
Mainardo
Cavalcanti e
115 m 1515
co., setaioli
Mainardo
Cavalcanti e
115 m 1515
co., setaioli
Venditore
Drappi
a Pera
raso di grana simile
raso incharnato simile
raso verde simile
raso verde simile
raso verde simile
raso d’oro simile
raso bigo simile
raso nero simile
raso d’oro simile
raso biancho simile
raso d’oro simile
raso d’oro simile
raso sbiadato simile
domaschino bigo simile
domaschino sbiadato
simile
N. 25-30, 57-73, 90-94
picchi 63 ¾
Mainardo Cavalcanti
Bartolomeo
2 pezze di:
e co., setaioli
Biliotti
brochati rosi
picchi 64
5 pezze di:
altebaso alesandrino
Mainardo Cavalcanti
d’oro
Bartolomeo
e co., setaioli
altebaso verde simile
Biliotti
N. 2, 47, 48, 76, 80
altebaso roso simile
altebaso nero simile
altebaso verde
N. 2, 47, 48, 76, 80
picchi 103,5
8 pezze di:
raso di grana benecho
raso di grana simile
raso sbiadato a posteline
Mainardo Cavalcanti
Bartolomeo raso tanè a posteline
e co., setaioli
raso tanè simile
Biliotti
N. 106-113
raso di grana simile
raso sbiadato simile
domaschino sbiadato a
posteline d’oro
N. 106-113
picchi 177 ½
Mainardo Cavalcanti
Bartolomeo 6 pezze di:
e co., setaioli
raso chermisi
Biliotti
N. 32-34, 61, 80, 114
N. 32-34, 61, 80, 114
picchi 369
10 pezze di:
Mainardo Cavalcanti
raso nero, verde, tanè,
e co., setaioli
Bartolomeo
raso incarnato,
N. 29, 32, 37, 42, 42, 45, Biliotti
alessandrino, bigio
48
N. 29, 32, 37, 42, 42, 45,
48
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
280
Amasya
Selim I
430
Amasya
Selim I
180
Costantinopoli
Serraglio di
Selim I
105
Adrianopoli
Selim I
68
Adrianopoli
Selim I
63
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Mainardo
Cavalcanti e
115 m 1515
co., setaioli
104 p 1515
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
N. 6-8, 44, 50
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
Venditore
Drappi
a Pera
picchi 65 ½
5 pezze di:
Bartolomeo
velluto d’oro di grana e
Biliotti
tanè
N. 6-8, 44, 50
picchi 14 1/8
Girolamo
altebasso di ghrana
da Sommaia
d’oro
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
245
Adrianopoli
Selim I
400
in Darmazia
Selim I
Iacopo Salviati
e co., setaioli o
Raffaello di
Averardo e Giovanni
104 r 1515
Francesco di Salviati e co., lanaioli
Cino e co.,
setaioli
Girolamo picchi 12
da Sommaia raso tanè d’oro
195
in Dalmazia
Selim I
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
104 r 1515
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
picchi 41
Girolamo altobassi d’oro in 3
da Sommaia veste: 2 verde e 1
ros[s] a
400
in Dalmazia
Selim I
Iacopo Salviati
e co., setaioli o
Raffaello di
Averardo e Giovanni
104 s 1515
Francesco di Salviati e co., lanaioli
Cino e co.,
setaioli
Girolamo picchi 23 ¾
da Sommaia rasi d’oro
195
in Dalmazia
Selim I
400
in Dalmazia
Selim I
450
Costantinopoli
Solimano
200
Costantinopoli
Solimano
280
Costantinopoli
Solimano
210
Costantinopoli
Solimano
68
Costantinopoli
Solimano
120
Adrianopoli
Selim I
66
Adrianopoli
una nipote di
Selim I
104 s 1515
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
104 t 1515
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
104 t 1515
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
104 t 1515
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
104 t 1515
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
104 t 1515
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
161 t 1515
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
Iacopo Salviati
e co., setaioli o
Raffaello di
Averardo e Giovanni
104 v 1516
Francesco di Salviati e co., lanaioli
Cino e co.,
setaioli
64
64
picchi 41 7/8
alte baso di grana d’oro
Girolamo
in 3 veste: una
da Sommaia
ros[s]a, una tanè,
una verde
Girolamo picchi 14
da Sommaia altebasso verde d’oro
picchi 36
Girolamo rasi d’oro in 3 veste ...
da Sommaia verde, ... simile, ... di
grana
Girolamo picchi 12
da Sommaia raso di grana a chorde
picchi 24
Girolamo
rasi d’oro in dua veste:...
da Sommaia
nero, ... tanè
Girolamo picchi 76
da Sommaia domaschi tanè
picchi 49
Girolamo velluto [3 pezze]: verde
da Sommaia ... pagonazzo ...
simile
Michele di
picchi 12
Vieri e
Piero da raso verde
Sommaia
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Mainardo
115 m 1516 Cavalcanti e
co., setaioli
Iacopo Salviati
e co., setaioli o
Raffaello di
104 v 1517
Francesco di
Cino e co.,
setaioli
Bartolomeo picchi 27
Biliotti
brochato alesandrino
Averardo e Giovanni
Salviati e co., lanaioli
Michele di picchi 11 ¾
rasso paghonazzo d’oro
Vieri e
280
a chorde [con]
Piero da
andari
Sommaia
Michele di
Vieri e
Piero da
Sommaia
Michele di
Vieri e
Piero da
Sommaia
Costantinopoli
Selim
Adrianopoli
Solimano
220
Adrianopoli
Solimano
picchi 11 ¾
raso biancho d’oro
200
Adrianopoli
Solimano
Averardo e Giovanni
Salviati e co., lanaioli
Michele di
picchi 12 ¼
Vieri e
raso di grana d’oro
Piero da
[con] andari
Sommaia
220
Adrianopoli
Solimano
Averardo e Giovanni
Salviati e co., lanaioli
Michele di
picchi 27
Vieri e
raso verde d’oro [con]
Piero da
andari
Sommaia
160
Adrianopoli
Solimano
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
156 a 1527 Bartolini e co.,
battilori
Vernacci
battilori
Gherardo
156 a 1528 Bartolini e co.,
battilori
Gherardo
156 a 1528 Bartolini e co.,
battilori
Lorenzo e
144 c 1528 Filippo Strozzi
e co., setaioli
Mazzingo
145 1528 Mazzinghi e
co., battilori
Gherardo
151 1528 Bartolini e co.,
battilori
Gherardo
154 1528 Bartolini e co.,
battilori
230
picchi 11 ¾
raso tanè d’oro della
spera [con] andari
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
Iacopo Salviati
e co., setaioli o
Raffaello di
104 v 1517
Francesco di
Cino e co.,
setaioli
Raffaello di
Francesco di
104 v 1517
Cino e co.,
setaioli
Gherardo
156 a 1527 Bartolini e co.,
battilori
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
Mainardo Cavalcanti
e co., setaioli
Iacopo Salviati Averardo e Giovanni
104 v 1517
e co., setaioli Salviati e co., lanaioli
166 v 1517
Venditore
Drappi
a Pera
picchi 23
raso rosso di chermisi
picchi 11
raso limoni
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
picchi 11
raso rosso chermisi
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
picchi 27 3/8
brochato roso
Lorenzo e Filippo Strozzi Lorenzo
e co., setaioli
Barducci
picchi 12
altebaxo roxo
Mazzingo Mazzinghi e
co., battilori
Costantinopoli
Serralto del
Signore
Costantinopoli
Serralto
70
vechio del
Signore
Costantinopoli
105 Serralto del
Signore
105
278 Costantinopoli
18/19 Solimano
400
Costantinopoli
Serraglio di
Solimano
Costantinopoli
Tommaso picchi 70.18.1
450
d’ Aiolfo veluti altebasi rosi d’oro
Solimano
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
picchi 37 3/5
brochato rosso d’oro a
bastone
picchi 12 ½
veluto nero d’oro
beneche
278 Costantinopoli
18/19 Solimano
250
Costantinopoli
Solimano
65
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. Data
154
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
picchi 34 ½
brochato rosso d’oro a
bastone chol pelo
alto e basso
Carlo Capponi e Simone Tommaso picchi 23.8.7
Guadagni e co., battilori d’ Aiolfo veluti rosi d’oro altebasi
picchi 12 1/8
Carlo Capponi e Simone Tommaso
veluto altebaso d’oro
Guadagni e co., battilori d’ Aiolfo
alessandrino
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
1528 Bartolini e co.,
battilori
Vernacci
battilori
147 b 1529
147 b 1529
Gherardo
154
1529 Bartolini e co.,
156 a
battilori
Gherardo
154 1529 Bartolini e co.,
battilori
Gherardo
155 1529 Bartolini e co.,
battilori
155
Venditore
Drappi
a Pera
Costantinopoli
Solimano
410
Costantinopoli
Solimano
450
Costantinopoli
Solimano
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
picchi 12 9/10
velluto tanè d’oro
beneche
280
Costantinopoli
Solimano
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
picchi 12 7/8
veluto d’oro beneche
280
Costantinopoli
Solimano
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
157 a 1529 Bartolini e co.,
battilori
Vernacci
battilori
Nelle
circhustanzie
248 ½
di Sofia
Solimano
Nelle
picchi 34 3/5
circhustanzie
380
cianbelotto alessandrino
di Sofia
Solimano
picchi 25 1/8
d’altebassi neri e
Costantinopoli
320
alessandrini d’oro
Solimano
beneche
picchi 12
velluto tanè d’oro
beneche (guasto)
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
Costantinopoli
picchi 12 7/8
350
altebasso d’oro beneche
Solimano
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
picchi 31.5.11
altebassi rossi d’oro
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
1529 Bartolini e co.,
battilori
Vernacci
battilori
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
159 a 1529 Bartolini e co.,
Vernacci
battilori
battilori
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
162 a 1529 Bartolini e co.,
battilori
Vernacci
battilori
66
66
450
picchi 37.18.7
altebassi rossi d’oro
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
156 a 1529 Bartolini e co.,
battilori
Vernacci
battilori
158
278 Costantinopoli
18/19 Solimano
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
1529 Bartolini e co.,
Vernacci
battilori
battilori
Gherardo
157 a 1529 Bartolini e co.,
battilori
Gherardo
158 1529 Bartolini e co.,
battilori
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
picchi 51 ½
veluti d’oro beneche ... 4
pezze: ... rosso ...
alessandrino ... nero
... nero
picchi 92 ¼
velluto d’oro beneche in
7 pezze: rosso ...
alessandrino ... nero
... rosso ... tanè ...
tanè ... nero
picchi 26 1/8
veluti d’oro beneche ...
[uno] rosso ... [uno]
alesandrino
450
Costantinopoli
Solimano
Nelle
276 circhustanzie
2/5
di Sofia
Solimano
Nelle
276 circhustanzie
2/5
di Sofia
Solimano
Nelle
276 circhustanzie
2/5
di Sofia
Solimano
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Data
Produttore
Fornitore a Firenze
a Firenze
Gherardo
162 a 1530 Bartolini e co.,
battilori
Gherardo
162 a 1530 Bartolini e co.,
battilori
Venditore
Drappi
a Pera
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
163
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
1530 Bartolini e co.,
battilori
Vernacci
battilori
163
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
1530 Bartolini e co.,
battilori
Vernacci
battilori
163
Gherardo
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
1530 Bartolini e co.,
Vernacci
battilori
battilori
Gherardo
1530 Bartolini e co.,
battilori
Gherardo
163 1530 Bartolini e co.,
battilori
Gherardo
157 b 1531 Bartolini e co.,
battilori
163
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
Gherardo Bartolini e co., Giovanni
battilori
Vernacci
picchi 13 2/5
veluto tanè d’oro
beneche
picchi 13
raso verde d’oro
beneche
picchi 73
veluti d’oro beneche
cholorati in 6 peze: ...
tanè ... nero ... nero ...
nero ... nero ... nero
picchi 11 ¾
veluto rosso d’oro
beneche
picchi 100 ½
rasi d’oro beneche in 5
pezze: ... alesandrino
... nero ... verde ...
rosso ... tanè
picchi 27 7/8
brochato rosso d’oro a
bastone
picchi 43
brochati ... 2 pezze: ...
verde ... alessandrino
picchi 23 3/8
raso nero
Prezzo
aspri Luogo e
per acquirente
picco
330
Costantinopoli
Solimano
238 Costantinopoli
7/8
Solimano
330
Costantinopoli
Solimano
350
Costantinopoli
Solimano
238 Costantinopoli
7/8
Solimano
350
Costantinopoli
Solimano
330
Costantinopoli
Solimano
60 1/3
Costantinopoli
Solimano
67
APPENDICE 2
Tipi di tessuti inviati alla Porta di Bayazet II, Selim I e
Solimano (1490-1531)
Questa tabella riporta l’elenco dei tessuti venduti da mercanti fiorentini alla Porta di
Bayazet II, Selim I e Solimano, con l’indicazione del prezzo unitario, espresso in aspri per
picco (abbiamo segnalato l’avvenuta vendita di un tessuto anche se il documento non
fornisce indicazioni sul prezzo: in tal caso abbiamo adottato la sigla s.p., senza prezzo). Le
vendite ebbero luogo a Costantinopoli, Adrianopoli, Amasya, Bursa, Dalmazia e nei
dintorni di Sofia fra il 1490 e il 1531. Abbiamo escluso – poiché non si trattò di
un’operazione di compravendita – la lunga lista di tessuti donati nel 1513 dall’ambasciatore
fiorentino Francesco Antonio Nori al nuovo sultano, Selim I, e ai personaggi più in vista
della Corte (Doc. 107 b, pp. 275-279).
I tessuti sono elencati in ordine alfabetico, rispettando la definizione formita nei
documenti (anche se alcune parole sono state modernizzate). Gli altobassi erano
necessariamente dei velluti, ma nella tabella li abbiamo tenuti separati da questi ultimi,
proprio per rispettare la definizione originale; possiamo però ovviamente notare
somiglianze nei prezzi, che potevano arrivare a livelli elevatissimi, come nel caso di un
velluto altobasso rosso d’oro (450 aspri per picco) o di un altobasso alessandrino con
bastone d’oro (500 aspri per picco). Pur restando i tessuti più preziosi, anche i velluti (e gli
altobassi) potevano comunque avere forti oscillazioni di prezzo, tanto da costare anche cifre
intorno ai “soli” 100 aspri per picco nel caso dei drappi meno elaborati. Mediamente meno
cari erano i broccati, che nel periodo da noi considerato furono venduti a prezzi oscillanti
fra i 230 aspri di un alessandrino e i 380 di un broccato di grana con bastone. Più economici
erano invece i damaschi (65-245 aspri per picco) e i rasi (56-280). Molti erano ovviamente
i fattori che influenzavano il prezzo, fra cui la “pesantezza” del tessuto e la presenza o meno
di filo d’oro.
Per quanto riguarda i colori, come si è già notato nel Capitolo 3, durante il regno di
Bayazet II predominava il rosso nelle sue varie sfumature (di grana e cremisi), così come
era accaduto negli anni precedenti la sua accessione al trono (si vedano i Docc. 17-19, 2124, 26-29, 32-33); presenti in buon numero erano anche tessuti verdi e tanè (una sfumatura
di marrone), e poi azzurri (alessandrino) e gialli (limoni). Il rosso cessò di dominare sotto
i sultani successivi: durante il regno di Selim I, ad esempio, alessandrino, verde e tanè
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Marco Spallanzani,
University
of Florence,
Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
University
of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
Referee
List (DOI 10.36253/fup_referee_list)
Marco
Spallanzani,
Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
FUP Best CC
Practice
in Scholarly
Publishing
(DOI 10.36253/fup_best_practice)
Author(s),
BY 4.0
International,
DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00,
in First name Last name (edited by), Book
title
book
title bookFrancesco
title, © 2021
content
CC tra
BYFirenze
4.0 International,
metadata
CC0 Le
1.0fonti,
Universal,
published
Marco
Spallanzani,
GuidiAuthor(s),
Bruscoli, Tessuti
di seta
e il Levante (ca.
1350-1550).
© 2023 Author(s),
by
University
0000-0000 (online),
ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI
CCFirenze
BY 4.0, published
byPress
Firenze(www.fupress.com),
University Press, ISBNISSN
979-12-215-0086-8,
DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
10.36253/000-00-0000-000-0
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
erano frequenti nei velluti e nei rasi, mentre il bianco era utilizzato nei damaschi e ancora
nei rasi. Anche sotto Solimano i colori furono piuttosto vari, e al rosso si affiancarono il
verde, il nero, il tanè e l’alessandrino.
Tipo di tessuto
Altobasso
Altobasso alessandrino con bastone d’oro
Altobasso alessandrino d’oro
Altobasso alessandrino d’oro benechi
Altobasso alessandrino e verde a bastone d’oro
Altobasso broccato rosso d’oro
Altobasso con bastone d’oro
Altobasso con pigne d’oro
Altobasso cremisi
Altobasso cremisi a bastone d’oro
Altobasso d’oro
Altobasso d’oro benechi
Altobasso di grana d’oro
Altobasso di grana rosso d’oro
Altobasso di grana tanè d’oro
Altobasso di grana e verde con oro
Altobasso di più colori con bastone d’oro
Altobasso in un pelo
Altobasso nero
Altobasso nero d’oro
Altobasso nero d’oro benechi
Altobasso paonazzo d’oro
Altobasso rosso
Altobasso rosso con andari d’oro
Altobasso rosso con/a bastone d’oro
Altobasso rosso d’oro
Altobasso rosso di grana
Altobasso rosso e verde con ghirlanda d’oro
Altobasso rosso scarlatto
Altobasso rosso schietto in un pelo
Altobasso senz’oro
Altobasso verde
Altobasso verde d’oro
Bayazet II
(1481-1510)
500
430
320
350
390
350
130; 150
200; 300
550
175; 200
390
350
s.p.
400; 410; 440
400
400
216
350
105
320
430
320
215
158
185
400
215
250
200
158
130
140
200
s.p.
Appicciolato con ghirlanda d’oro
200
Broccato
Broccato a bastone con rosoni rossi e alessandrini
Broccato alessandrino
Broccato d’oro; diversi colori, a bastone
Broccato di grana con bastone
Broccato rosso
Broccato rosso a bastone
Broccato rosso d’oro a bastone
Broccato rosso d’oro a bastone col pelo alto e basso
Broccato verde
300
350
70
70
Selim I
Solimano
principe e sultano principe e sultano
(1511-1520)
(1515-1531)
300; 420
400
390; 430; 450; 490
450
430
400; 430
450
250
s.p.
230; 245
330
280; 290
278,94
245
278,94; 350
278,94
330
300
380
250
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Tipo di tessuto
Bayazet II
(1481-1510)
Damasco
Damasco colorato (di più colori)
Damasco a poste d’oro
Damasco bianco d’oro
Damasco bigio d’oro
Damasco d’oro
Damasco di grana
Damasco giallo d’oro
Damasco leggero bigio
Damasco nero
Damasco rosso
Damasco rosso a poste d’oro
Damasco rosso di grana
Damasco rosso d’oro
Damasco sbiadato
Damasco sbiadato a posteline d’oro
Damasco sbiadato d’oro
Damasco tanè
Damasco verde con oro
70
65; 70
140
Raso
Raso a poste d’oro
Raso a poste d’oro rosso
Raso a poste d’oro tanè
Raso a posteline di grana
Raso a posteline sbiadato
Raso a posteline tanè
Raso alessandrino
Raso alessandrino d’oro
Raso bianco d’oro
Raso bigio
Raso colorato
Raso con andari d’oro
Raso cremisi
Raso d’oro
Raso d’oro benechi
Raso d’oro benechi a poste bianco
Raso d’oro benechi a poste bigio
Raso d’oro benechi a poste di grana
Raso d’oro benechi a poste incarnato
Raso d’oro benechi a poste nero
Raso d’oro benechi a poste sbiadato
Raso d’oro benechi a poste verde
Raso d’oro benechi alessandrino
Raso d’oro benechi nero
Raso d’oro benechi rosso
Raso d’oro benechi tanè
Raso d’oro benechi verde
Raso d’oro con andari alessandrino
Raso d’oro con andari di grana
Raso d’oro con andari rosso
60; 70
s.p.
80; 85
Selim I
Solimano
principe e sultano principe e sultano
(1511-1520)
(1515-1531)
68
180
180
245
170
190
s.p.
160
100
65
s.p.
85
200
180
180
68
68
121
170; 180; 200
135
135
56
160
180
180
180
68
180
200
68
65
250
100; 104,5; 119
105; 117
s.p.; 135; 230 195; 200; 215; 245
180
180
180
180
180
180
180
180
238,87
238,87
238,87
238,87
238,87
220
220
220
71
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Tipo di tessuto
Raso d’oro con andari sbiadato
Raso d’oro con andari tanè
Raso d’oro con andari verde
Raso di grana
Raso di grana e di chermisi
Raso di grana a corde
Raso di grana benechi
Raso di grana d’oro
Raso di grana d’oro [con] andari
Raso incarnato
Raso limone
Raso nero
Raso nero d’oro
Raso paonazzo d’oro a corde [con] andari
Raso rosso
Raso rosso con oro
Raso rosso cremisi
Raso tanè
Raso tanè d’oro
Raso tanè d’oro broccato
Raso tanè d’oro della sfera [con] andari
Raso verde
Raso verde d’oro
Raso verde d’oro [con] andari
Raso verde d’oro benechi
Velluto
Velluto altobasso a broncone
Velluto altobasso d’oro alessandrino
Velluto altobasso con oro
Velluto altobasso rosso d’oro
Velluto broccato rosso
Velluto colorato
Velluto colorato d’oro
Velluto crermisi
Velluto d’oro
Velluto d’oro benechi
Velluto d’oro benechi alessandrino
Velluto d’oro benechi nero
Velluto d’oro benechi rosso
Bayazet II
(1481-1510)
s.p.; 80
70
s.p.
Selim I
Solimano
principe e sultano principe e sultano
(1515-1531)
(1511-1520)
220
220
220
215
100
280
180
170; 215
200
220
68
70
68
60,33
210
280
85; 130
160
105
180
68
160; 195
215
56; 56,5
66; 67; 68
220
200
160
238,87
90; 220
370
410
s.p.; 500
450
290
100
200
190
220
240; 245; 260
280
276,4
250; 276,4; 330
276,4; 350
248,5*; 276,4;
280; 330
Velluto d’oro benechi tanè
Velluto di grana
Velluto di grana d’oro
Velluto in 2 peli
Velluto paonazzo
Velluto rosso
Velluto rosso con oro in uno pelo
Velluto rosso in 2 peli
* guasto.
72
72
210
260
245; 260
115
120
160; 195; 215
170
90
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Tipo di tessuto
Bayazet II
(1481-1510)
Velluto tanè
Velluto tanè d’oro
Velluto tanè guasto
Velluto verde
Velluto zetani
Velluto zetani rosso con oro
Velluto zetani rosso e verde
120
Zetani cremisi
200
Selim I
Solimano
principe e sultano principe e sultano
(1511-1520)
(1515-1531)
245
120
120
200
235
235
73
APPENDICE 3
Fiorentini in Levante
La lista che segue comprende i nomi dei mercanti fiorentini che – in base ai documenti
qui trascritti nella Parte seconda (pp. 88-420) – operarono nell’Impero ottomano; abbiamo
invece escluso quei pochissimi che si recarono in Egitto e le compagnie attive ad Alessandria
a metà Cinquecento (Doffi-Ferrini, Doc. 198, e Pitti, Doc. 199). Le date possono a volte essere
imprecise, specialmente quando derivano da documenti contabili redatti a distanza di tempo.
Le informazioni qui presentate provengono esclusivamente dalle trascrizioni presenti in
questo volume; abbiamo invece trascurato attestazioni ricavabili da altre fonti (manoscritte o
a stampa), sia riguardanti i personaggi da noi menzionati (di cui magari sono noti altri viaggi
o lunghe permanenze in Levante) che altri operatori. L’elenco, insomma, è tutt’altro che
esaustivo: basti pensare che in una lettera scritta da Costantinopoli nel 1513 il veneziano Santo
Barbarigo segnalava “tra Pera e Andirnopoli et Bursa” la presenza di “250 marchadanti
fiorentini” (Doc. 107 a).
La seconda colonna riporta la meta del viaggio: abbiamo indicato un luogo del Levante
allorché un documento compilato a Firenze ricorda una partenza, mentre abbiamo segnalato
il ritorno in patria quando un documento redatto nell’Impero ottomano segnala una partenza
imminente o uno redatto a Firenze menziona il recente rientro.
Nella terza colonna è indicata la presenza nell’Impero ottomano; essa non viene ripetuta
se la fonte ricorda solo il viaggio verso il Levante (seconda colonna), anche se è evidente
che quest’ultimo era il preludio a una permanenza più o meno lunga.
Nella seconda e nella terza colonna abbiamo indicato come luogo di destinazione o
presenza Costantinopoli anche quando il documento riporta Pera (quartiere della capitale)
o un generico Levante; se l’attestazione di presenza è in una città come Adrianopoli o Bursa,
invece, è questa a essere riportata, anche se è quasi scontato che mercanti là presenti siano
passati pure da Costantinopoli (come peraltro, a volte, viene specificato).
Laddove è noto un decesso in Levante, esso viene indicato con il simbolo †.
In alcuni casi le fonti ricordano il ruolo di console o di “grillo” ricoperto da alcuni
mercanti, come ad esempio Giovanni Lotti e Alessandro Sacchetti; ma non necessariamente
la loro presenza in Oriente si limitò al periodo in cui la carica fu esercitata.
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
University
of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
Marco Spallanzani,
University
of Florence,
Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
University
of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
FUP
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in Scholarly
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(DOI 10.36253/fup_best_practice)
Referee
List (DOI 10.36253/fup_referee_list)
Marco
Spallanzani,
Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
FUP Best CC
Practice
in Scholarly
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Author(s),
BY 4.0
International,
DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00,
in First name Last name (edited by), Book
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book
title bookFrancesco
title, © 2021
content
CC tra
BYFirenze
4.0 International,
metadata
CC0 Le
1.0fonti,
Universal,
published
Marco
Spallanzani,
GuidiAuthor(s),
Bruscoli, Tessuti
di seta
e il Levante (ca.
1350-1550).
© 2023 Author(s),
by
University
0000-0000 (online),
ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI
CCFirenze
BY 4.0, published
byPress
Firenze(www.fupress.com),
University Press, ISBNISSN
979-12-215-0086-8,
DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
10.36253/000-00-0000-000-0
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
I documenti menzionano anche i nomi di alcuni capitani di galea, che abbiamo tuttavia
escluso dalla tabella: si tratta di Iacopo Sacchetti (Doc. 61 b-c, anni 1460-61), Giuliano
Ridolfi (Docc. 19 d, 24, anni 1462-63) e Luigi Pitti (Docc. 27 a, 28 a, 29 a, 30, anni 146364). Allo stesso modo abbiamo tralasciato l’ambasciatore Francesco Antonio Nori, che si
recò a Costantinopoli nel 1513 (Doc. 107).
Abbiamo infine escluso, anche se compaiono nei documenti, quegli operatori italiani
che sicuramente non erano fiorentini, mentre abbiamo inserito coloro per i quali vi è
incertezza, come ad esempio ser Alessandro nostro fiorentino, turco, Paris Morello
(Novello) e Niccolò dragomanno.
Nome
Adimari Andrea di Pacchio
Aiolfo di Tommaso
Meta del viaggio
Costantinopoli
Adrianopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Adrianopoli
Albizzi Alessandro degli
Albizzi Francesco di Roberto
degli
Albizzi Piero degli
Alessandri Baldino degli
Alessandri Francesco di
Bernardo degli
ser Alessandro nostro
fiorentino, turco
Attaviani Geremia
Bardi Bernardo de’
Presenza a
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Barducci Francesco
Costantinopoli
Barducci Lorenzo
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Bursa
Bursa
Bartoli Giorgio
Bartoli Ulivieri
Benci Benci
Costantinopoli
Benci Francesco
Benci Giovanni di Francesco
Costantinopoli
Berardi Alfonso
Costantinopoli
Berti Leonardo
Costantinopoli
Bertini Giovanni
Bertone, cimatore
Betti Lodovico
Biliotti Baldassarre di Gualtieri
76
76
Costantinopoli
Adrianopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Anno
1516
1517
1512
1513
1515
1517
1508
Doc.
120
123
96
104 n
104 t
104 v
81 a
1493
1513
1511-12
1512-13
1514
1507
43 d
104 n, 109 b
109 a
109 b
104 g
80
1491
1527
1529
1532
1533
1492
1526
1527-28
1531
1533
1494
1500
1502
1503
1508
1526
1527
1529
1530
1532
1513
1546
1508-09
42 d
146
147
170-72
173
43 b
144 a-b
144 c
165
173
42 h
49 d
62 g
62 i
84
137 d
145
159 a-b
162 a, 163-64
170
97 a
197
87-88
80
40
62 m
17-19
1493
1503
1459-64
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Nome
Meta del viaggio
Biliotti Bartolomeo di
Lorenz’Agnolo
torna a Firenze
Costantinopoli
Biliotti Pandolfo
Biliotti Paolo
Bini Giannozzo
Bocci Giovanni di Pierozzo
Bongianni Giovanni
Boni Alfonso
Boni Ludovico di Francesco
Bonsi Francesco di Agnolo
Bonsignori Bernardo
Bonsignori Bonsignore
Boscoli Orlando
Buonaparte Giovan Battista
Buti Domenico
Canacci Piero
Cappelli Gismondo di Filippo
Carletti . . .
Carnesecchi Antonio
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Carsidoni Niccolò
Costantinopoli
Cavalcanti Bernardo
Cavalcanti Carlo
Costantinopoli
Cavalcanti Lodovico
torna a Firenze
Ceffini Francesco
Ciacchi Antonio
torna a Firenze
torna a Firenze
Costantinopoli
Ciacchi Ilarione
Corsini Paolo
Davanzati Bartolomeo
Davanzati Niccolò
Dazzi Giovan Battista
torna a Firenze
Costantinopoli
Del Pace Orso
Del Riccio Ricciardo di Francesco Costantinopoli
Dietifeci Niccolò di Niccolò
Presenza a
Costantinopoli
Anno
Doc.
1511-13
108, 111-13
1513
109 b, 111 o
1514 111s, 114, 115 a-b, 116 a
115-24
Costantinopoli 1514-17
Costantinopoli
1532
172
Costantinopoli
1464
25
Costantinopoli
1529
143 b
1469
32, 33 a
Costantinopoli
1469
33 b
Costantinopoli
1516
101 b
1508
87
Costantinopoli
1513
98-99
1514
115 j, k
1489
41 b
1491
42 c
1497
46
Bursa
1498
46
1509
90 d, h
1509
90 h
1512
105, 112 d, f-g
1514
104 h, t
1498-99
49 d
1530
163
1509
85, 87
Costantinopoli
1537
166 b
1513
104 n
Costantinopoli
1494
42 h
1501
62 a
Costantinopoli
1503
62 l, 71 a, d
Costantinopoli
1525
137
1514
115 c, f, 116 b
Costantinopoli
1508
87
Costantinopoli
1509
88
Costantinopoli 1509-10
90 h
1510-11
90 i
Costantinopoli 1463-65
19 c-e
1530
148 c
1530
161, 164
1539
188 a
Costantinopoli 1540-41
188 b
Costantinopoli
1542
166 d-e
Costantinopoli
1543
166 f
Costantinopoli
1544
188 b
Costantinopoli
1527
145
Costantinopoli ?
1492
42 f
1523
130
1510
87-88, 94 a
Costantinopoli
1513
108 m, 111 k, o
Costantinopoli
1514
111 r
Costantinopoli
1520
104 x
1491
42 b
Costantinopoli 1460-61
21-23
Costantinopoli
1462
24
Costantinopoli
1464
25
77
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Nome
Meta del viaggio
Donati Cresci di ser
Marchionne
Donati Iacopo
Dragoncini Agostino
Fantoni Bernardo di Giovan
Francesco
Fantoni Fantone di Bernardo e
compagni
Federighi Francesco di
Girolamo
Gambarelli Santi
Gherardi Giovan Battista
78
78
65 b
1511
95
Costantinopoli
Adrianopoli
torna a Firenze
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Adrianopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Amasya
Amasya
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Gnoli Raffaello
Lotti Giovanni
1505-07
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Giusti Giovanni
Guiducci Raffaello
Landi Bastiano
Lapaccini Giovanni
Libri Andrea di Nicola de’
Libri Francesco de’
Lioni Carlo
Lorenzo di Guasparre
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Girolami Leonardo
Giusti Luca
Doc.
45
56
70
157 a
36 a
36 b
41 b
73
Costantinopoli
Gherardi Luigi
Ginori Giuliano
Giovanni d’Ambrogio (fratello
di Niccolò)
Costantinopoli
Costantinopoli
Anno
1495-96
1500
1503
1530
1488
1488
1490
1504
torna a Firenze
Gerini Antonio
Gerini Giovanni
Presenza a
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Bursa
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
1507
82
1510
93
1513
111 o
1520
126
1525
138
1529-31
149, 168 a
1533-41
168 b
1531
168 a
1502
64
1505
75
1498
53 a-b
1499
52, 53 c, 54 a
1500
50 d, 53 d-e, 54 b-l
1501
58-59
1503
62 j, 68
1504
62 r
1511
92 b
1512
110, 112 d, 113 d
1513 108 l-o, 111 h-q, 114
1514
111 r-s
1514
115 l
1515
118
1462
24
1499
48
Costantinopoli
1538
168 b, 181 a-b
Costantinopoli
1539 168 b, 183, 185 a, d
† a Costantinopoli 1540
185 e
Adrianopoli
1492-94
40
Costantinopoli
1500
50 d
1501
59
Costantinopoli
1528
144 c
Costantinopoli
1530
162 a
Adrianopoli
1511
92 b
1524
134
1491
42 c
Costantinopoli
1488
37
1529
158
1499
53 b
Costantinopoli
1502
62 e
Costantinopoli
1529
152-58
Costantinopoli
1531
162 a
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Nome
Meta del viaggio
Presenza a
Anno
1525
Lotti Ridolfo
1526-28
torna a Firenze
1529
Luigi di Carlo da
Costantinopoli
1522
Castelfiorentino
torna a Firenze
1523-24
Machiavelli Carlo
Adrianopoli
1529
Maestrini Matteo
Costantinopoli
1533
Costantinopoli
1529
torna a Firenze
1530
Magnale Francesco da
Costantinopoli
1533
Costantinopoli
1539
Mannini Antonio
Adrianopoli
1529
Mannini Matteo
Adrianopoli
1530
Costantinopoli
1513
Manovelli Matteo di Lorenzo
Adrianopoli
1515
Costantinopoli
1496
Costantinopoli
1501
Costantinopoli
1502
Costantinopoli
1503
Maringhi Giovanni
Costantinopoli
1504
Costantinopoli
1505
† a Costantinopoli 1507
Costantinopoli 1495-96
Costantinopoli
1499
Medici Giovanni di Giuliano de’
Costantinopoli
1500
Costantinopoli
1500
Costantinopoli
1503
Medici Guido de’
Costantinopoli
1505-06
Costantinopoli
1500
Costantinopoli
1503
Medici Zanobi de’
Costantinopoli
1509
Costantinopoli
1509
Michelangelo, battiloro
Costantinopoli
1500
Costantinopoli 1516-17
torna a Firenze
1517
Costantinopoli
1519
Michele (di maestro Pagolo)
Costantinopoli
1522
di Vieri
Costantinopoli
1523
Costantinopoli
1525
Costantinopoli 1498-1503
Miniati Antonio
Costantinopoli 1508-09
† a Costantinopoli 1509
Costantinopoli
1462
Morello (o Novello) Paris
Costantinopoli
1463
Nacci Piero
Costantinopoli
1530
Nasi Pier Francesco
Costantinopoli
1508
Niccolò dragomanno
Costantinopoli
1498
Niccolò d’Ambrogio
Costantinopoli
1499
Costantinopoli
1539
Nobili Francesco di Luigi de’
Costantinopoli
1540
Costantinopoli 1542-44
Nobili Giuliano de’
torna a Firenze
1503
Nobili Leonardo de’
Costantinopoli 1507-08
Doc.
137
143
143 b
129 a
129 b
155
173
146
148 c
173
182
156-57
162 a
104 e
104 j, m, p
45
60
61, 62 a-h
62 i-q
62 r-s, 63
76 a
80
45
50 d
57
56
70
76 a
50 d
62 k-l
87
90 h
53 d
104 v, x
104 v
104 x
104 y
129 b
141
49-51, 65 a
90-91
90 h
18 e
19 d
163
84
49 d
48
189 a
188 a, 189 b
193-94
62 l
65 b
79
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Nome
Meta del viaggio
Costantinopoli
Pandolfi Antonio di Piero
Panzano, Battista da
Pasqui Paolo
Pazzi Antonio de’
Peri Filippo
Peruzzi Paolo di Giovanni
Pieri Francesco
Pilli Agostino de’
Pilli de’ Gianni
Pitti Giuliano di Piero
Pitti Leonardo di Piero
Portigiani Adamo di ser Piero
Ricasoli Ridolfo
Ridolfi Antonio
Ridolfi Giramonte
Rinucci Giovanni
Rinuccini Francesco
Rinuccini Piero di Iacopo
Risaliti Bernardo
Risaliti Geri
Romoli Giovanni
Sacchetti Alessandro di
Niccolò
Sacchetti Raffaello
Salvetti Francesco di Niccolò
Salvetti Niccolò
Costantinopoli
Costantinopoli
Adrianopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Adrianopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
torna a Firenze
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Salviati Giovanni di Marco
Salvucci Leonardo
Salvucci Luca di Pier Filippo
Sangalletti Iacopo
Scarlatti Bernardo
Scarlatti Tommaso
80
80
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Presenza a
Anno
1541
Costantinopoli
1541
Costantinopoli
1544
Costantinopoli
1494
Costantinopoli
1500
Costantinopoli
1502
inizi ’500
Costantinopoli
1494
Costantinopoli
1503
Costantinopoli
1528
Costantinopoli
1529
Costantinopoli
1531
Costantinopoli
1500
Costantinopoli
1504
Costantinopoli
1507
Costantinopoli
1509
Costantinopoli
1523
Costantinopoli
1526
Costantinopoli
1500
1513
1511
1469
1530
1510
1492
1512
1527
1522
1524
1501
Costantinopoli
1500
1492-93
Costantinopoli
1495
Costantinopoli
1505
1507-08
Costantinopoli 1508-09
Costantinopoli 1528-29
Costantinopoli
1530
1509
Costantinopoli 1526-27
Costantinopoli 1492-93
Costantinopoli 1492-93
† a Costantinopoli 1493
1469
1532
1534
1512
1527
1529
Costantinopoli
1530
Costantinopoli 1531-35
Costantinopoli
1537
Costantinopoli
1538
Costantinopoli
1539
Doc.
190 a, 191 a
190 b, 191 b
190 b
42 h
50 d
62 g
65 b
42 h
62 l-m
144 a, c
160
144 d
50 d
62 s
80
90 h
129 b
137 c
50 d
104 d, o
108 b-c, p
33 b
162
90 i
42 e
112 g
145
128 b
132
60 b
50 d
43 c
44
74
83
86, 89
157 a, 159 a
162 a, 163
87
142
39-40
42 f, 43
42 f, 43
33 b
174 a
174 b
108 o, 112 b
154
148 a-b
148 c
169
178 c-d
180
184
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Nome
Schiattesi Tommaso
Meta del viaggio
Costantinopoli
Segni Antonio di Mariotto
torna a Firenze
Sommaia da
Sommaia Gian Battista da
Sommaia Girolamo da
torna a Firenze
Costantinopoli
Costantinopoli
Sommaia Guglielmo da
Costantinopoli
Sommaia Piero di Francesco da
torna a Firenze
Sostegni Antonio
Spigliati Antonio
torna a Firenze
Strinati Alfieri di Francesco
Strinati P.
Strinati Piero
Strozzi Daniello di Carlo
Costantinopoli
Strozzi Girolamo di Carlo
Tebalducci Bartolomeo
Tebalducci Giacomini
Bernardino
Tedaldi Bartolo di Leonardo
Tedaldi Iacopo
Costantinopoli
Presenza a
Costantinopoli
Anno
Doc.
1544
190 b
1463 26 a, 27 a, 28 a, 29 a
Costantinopoli
1463
26 b, 27 b-c
1464
30
Costantinopoli
1531
144 d
Costantinopoli
1537
178 a-b
Costantinopoli 1509-10
90 h
1510-11
90 i
1513-15 104 a, c-d, i, n-p
Adrianopoli
1516
104 r-u
1524
135
Costantinopoli
1531
157 b, 167
Costantinopoli
1532
170
Costantinopoli
1533
173
Costantinopoli
1537
178 a-b
Costantinopoli
1538
168 b, 179, 181
Costantinopoli
1539 168 b, 183, 185 a-c, 186
Costantinopoli
1540 168 b, 185 d-e, 187
Costantinopoli
1541
168 b, 185 f
1515
104 i
Costantinopoli
1516
104 v
1517
104 v
Adrianopoli
1500
49 d
Costantinopoli
1500
50 d, 55
Costantinopoli
1502
62 g
Costantinopoli
1503
62 j, l
Costantinopoli
1513
104 n, 109 c
1530
161
Costantinopoli
1488
36
Costantinopoli 1489-90
41
Costantinopoli 1491-95
42
Costantinopoli 1498-1501
49, 50
1502
62
Costantinopoli
1500
50 d
Costantinopoli
1520s
131
Costantinopoli
1523
131
† a Costantinopoli 1525
137
Costantinopoli
1512
106
Costantinopoli
1518
125
1514
104 f, r
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Tommaso d’Aiolfo
Costantinopoli
Costantinopoli ?
Costantinopoli
Costantinopoli
Adrianopoli
1489
1461
1498
1499
1500
1501
1502
1503
1504
1506
1508
1509
1510
37
21c
53 a-b
52, 53 c, 54 a
50 d, 53 d-e, 54 b-l
58-59
51 b-c, 62 f-g
68
73
79
85, 89 c
88
90 h
81
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Nome
Tommaso d’Aiolfo
[segue]
Ugolini Francesco di Giovanni
Vecchietti Bernardo
Venturi Bernardo
Vernacci Bindo di Battista
Vernacci Giovanni di
Francesco
Verrazzano Iacopo di Piero da
Vieri di Vieri
Zati Carlo
Zati Francesco
Zati Simone di Bartolo
Zeffi Francesco
82
82
Meta del viaggio
Presenza a
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Costantinopoli
Anno
Doc.
1510-13
94-97, 102
1515-16
101 a
1527
154
1528
146, 151, 153-54
1529
147, 154-55, 156 a
1531
156 b
1461
18 b
Costantinopoli
1497
46
Bursa
1498
46
Costantinopoli
1511
92 b
Bursa
1498
47
Costantinopoli
1524
133-135
Costantinopoli 1526-33 150-65, 171, 173
Costantinopoli 1536-37
166 a-b
Costantinopoli 1541-43
166 c-f
Costantinopoli
1514
100, 115 h
Costantinopoli
1531
157 b, 167
1532
170
Costantinopoli
1520
104 x
1532
174 a
1533
173
1534
174 b
1545
174 b
Costantinopoli
1516
101 a
Costantinopoli
1503
67, 69 a
Costantinopoli
1504
69 b, 75
Costantinopoli
1505
77
Costantinopoli 1505-07
78
Costantinopoli
1507
81
† a Costantinopoli 1508
81 b
Costantinopoli
1529
143 b
APPENDICE 4
Mercanti e fondi archivistici
La seguente tabella mostra la distribuzione cronologica dei nuclei documentari principali
utilizzati per questo studio. Si mira qui a evidenziare la cronologia, a prescindere dalla quantità
di fonti che si sono conservate (e dal numero di quelle qui trascritte). I nuclei documentari sono
divisi in base al nome della famiglia o della persona che li ha prodotti, anche se poi essi sono
confluiti in archivi diversi da quello familiare. Per la collocazione archivistica (di cui viene
fornita una sintesi a p. 84) e per la specifica dei singoli documenti si rimanda rispettivamente
all’elenco delle Fonti manoscritte (pp. 427-432) e all’Elenco dei documenti (pp. 421-425).
Nel caso in cui le fonti siano libri contabili, generalmente, la famiglia che ha conservato
il documento è quella che lo ha redatto (nella stragrande maggioranza dei casi il produttore
dei tessuti o colui che li ha esportati da Firenze). Quando i documenti utilizzati sono lettere
o altri fogli sciolti (come ad esempio gli estratti-conto) inviati dal Levante a Firenze, essi
sono conservati normalmente presso il destinatario, in originale o in copia; sempre a Firenze
sono rimasti – presso il mittente – anche i copialettere delle missive inviate.
XV secolo
XVI secolo
56 61 66 71 76 81 86 91 96 01 06 11 16 21 26 31 36 41 46 51
60 65 70 75 80 85 90 95 00 05 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55
Banchi
Bartolini
Cambini
Capponi
Cavalcanti
Del Caccia
Gondi
Lioni
Maringhi
Pandolfini
Rinieri
Salviati
Serristori
Strozzi
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, retired, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
University
of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
Marco Spallanzani,
University
of Florence,
Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco
Guidi Bruscoli,
University
of Florence,
Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
FUP
Best Practice
in Scholarly
Publishing
(DOI 10.36253/fup_best_practice)
Referee
List (DOI 10.36253/fup_referee_list)
Marco
Spallanzani,
Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
FUP Best CC
Practice
in Scholarly
Publishing
(DOI 10.36253/fup_best_practice)
Author(s),
BY 4.0
International,
DOI 10.36253/000-00-0000-000-0.00,
in First name Last name (edited by), Book
title
book
title bookFrancesco
title, © 2021
content
CC tra
BYFirenze
4.0 International,
metadata
CC0 Le
1.0fonti,
Universal,
published
Marco
Spallanzani,
GuidiAuthor(s),
Bruscoli, Tessuti
di seta
e il Levante (ca.
1350-1550).
© 2023 Author(s),
by
University
0000-0000 (online),
ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI
CCFirenze
BY 4.0, published
byPress
Firenze(www.fupress.com),
University Press, ISBNISSN
979-12-215-0086-8,
DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
10.36253/000-00-0000-000-0
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
I nuclei documentari appena menzionati sono conservati presso i seguenti archivi e fondi
(per le segnature complete rimandiamo all’elenco delle di Fonti manoscritte, pp. 427-432):
Banchi:
Firenze, Archivio dell’Ospedale degli Innocenti
Bartolini: Archivio Bartolini
Cambini: Firenze, Archivio dell’Ospedale degli Innocenti
Capponi: Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Capponi
Cavalcanti: Firenze, Archivio di Stato, Libri di commercio e di famiglia
Del Caccia: Firenze, Archivio dell’Ospedale degli Innocenti
Gondi:
Firenze, Archivio di Stato, Gondi; Archivio Bartolini
Lioni:
Firenze, Archivio di Stato, Libri di commercio e di famiglia
Maringhi: Cambridge Mass. (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection
Pandolfini: Firenze, Archivio dell’Ospedale degli Innocenti
Rinieri:
Firenze, Archivio di Stato, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese
Salviati:
Pisa, Scuola Normale Superiore, Archivio Salviati
Serristori: Firenze, Archivio di Stato, Serristori
Strozzi:
Firenze, Archivio di Stato, Carte Strozziane
84
84
Parte Seconda
FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press
(www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0
Le fonti
Criteri di trascrizione
I documenti qui presentati provengono da numerosi archivi (soprattutto familiari e
aziendali), sono estremamente eterogenei e coprono un ampio arco temporale. Di
conseguenza è risultato impossibile adottare una totale uniformità nei criteri di trascrizione.
In generale abbiamo preferito favorire la leggibilità e la comprensibilità del testo, anche a
scapito di un assoluto rigore filologico. Abbiamo quindi inserito punteggiatura e maiuscole,
e separato le parole secondo l’uso moderno se il compilatore le aveva unite. Inoltre,
abbiamo sciolto tutte le abbreviazioni (ma senza indicarlo esplicitamente), adottando la
versione ‘moderna’ della parola; nel caso di domi e dami abbiamo sciolto in domaschi /
damaschi / domaschini / damaschini secondo l’uso prevalente nel documento. Abbiamo
invece rispettato l’ortografia del documento laddove la parola era scritta nella sua interezza.
In taluni casi abbiamo inserito una o più lettere fra parentesi quadra per “modernizzare”
parole che altrimenti sarebbero state di significato dubbio (es. cas[s]a) o incomprensibile,
causa errore del compilatore (es. ma[ga]zino).
Gran parte della contabilità presenta, nella colonna delle cifre, numeri romani: questo era
previsto anche dagli statuti delle arti, in quanto tale utilizzo rendeva più difficili le
falsificazioni61. Poiché, tuttavia, il rispetto rigoroso della fonte avrebbe reso meno leggibile il
documento, abbiamo scelto di trasformare tali cifre in numeri arabi. Sono invece rimaste in
numeri romani le cifre all’interno del testo. In alcune circostanze, sia all’interno del testo che
nella colonna delle cifre, il numero è lasciato in bianco: in tal caso abbiamo inserito il segno –.
I documenti – siano essi contabilità o corrispondenza – sono ricchi di informazioni non
sempre pertinenti al tema di questa ricerca (ovvero i tessuti di seta fiorentini in Levante):
vi sono dunque molti casi in cui abbiamo tralasciato parti del documento, segnalando con
. . . tali omissioni. I tre puntini fra parentesi quadra [. . .], invece, segnalano una lacuna
dovuta a parola illeggibile per lacerazione della carta, macchia o altro. In sintesi:
...
parte del testo volutamente tralasciata perché ritenuta di minore interesse
[. . .] parola illeggibile per lacerazione della carta, macchia o altro
–
in bianco nel testo
Marco Spallanzani, University of Florence, Italy, marco.spallanzani.fi@gmail.com
FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
Referee List (DOI 10.36253/fup_referee_list)
Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press
FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
(www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0
Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023 Author(s),
CC BY 4.0, published by Firenze University Press, ISBN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Firenze adottava lo stile ab incarnatione, in base al quale l’anno iniziava il 25 marzo.
Nelle trascrizioni le date non sono state modificate ma, laddove l’anno non coincide con il
calendario moderno (ovvero nel periodo 1-24 marzo), il corrispondente moderno è stato
inserito fra parentesi quadra per favorire, ancora una volta, la comprensibilità.
Per le abbreviazioni si rimanda all’apposita lista presentata nella prima parte di questo
volume (p. 7).
Doc. 1
Numerosi manoscritti riportano l’ammontare delle gabelle che colpivano i drappi al
momento dell’importazione o esportazione da Firenze. Molti codici non sono datati e nel
corso degli anni le autorità cittadine sono intervenute più volte.
a) Gabelle sull’importazione di drappi, secoli XIV-XVI (in lire di piccoli)
Metà
140263
sec. XIV62
Drappi a oro fine, sciamiti,
s. 9
lb. 1 s. 8
catasciamiti e simili, la libbra
Drappi veneziani e altri in accia, la
s. 9
s. 12
libbra
Diaspi soriani, porpore, mezzanelli,
s. 9
s. 12
quartanelli in accia, la pezza
Drappi d’oro di Lucca e di Colonia,
s. 16
la libbra
Drappi a oro fine, sciamiti,
contrasciamiti, cioè drappi di seta
lavorati fuori d’Italia, la libbra
Drappi lavorati in Italia, la libbra
Sete
Drappi usi in veste, la libbra
Drappi di seta crudi, la libbra
62
Metà
Tardo
sec. XV64 sec. XV65
lb. 1 s. 17 lb. 1 s. 19
s. 16
s. 18
s. 16
s. 18
lb. 1 s. 1
lb. 1 s. 3
154566
lb. 1 s. 4
lb. 3 s. 5
lb. 10 s. 10
lb. 3 s. 5
s. 5
Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2526, Stratto di gabelle, c. 6 r.
Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1848, Stratto di gabelle, c. 3 v., edito da G.F. Pagnini del Ventura,
Della Decima e di varie altre gravezze imposte dal Comune di Firenze, della moneta e della
mercatura de’ fiorentini fino al Secolo XVI, 2 voll., Lisbona-Lucca 1765, rist. Bologna 1967, vol. II,
tomo IV, p. 7; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Acquisti e Doni, 13, Pratica di mercatura, c.
45 r.; Firenze, Biblioteca Moreniana, 290, Stratto di gabelle, c. 6 r.; BNCF, Landau Finaly, 11, Stratto
di gabelle, c. 6 r.; ASF, Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 6, Stratto di gabelle, c. 5 v.; ASF,
Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 8, Stratto di gabelle, c. 5 v. (c. 2 r.: “Et di poi l’anno 1411 fu
prolungato il ricrescimento delle dette ghabelle per dieci anni”); ASF, Miscellanea Repubblicana,
139, Stratto di gabelle, c. 5 v.
64
Firenze, Biblioteca Marucelliana, C 327, Stratto di gabelle, c. 6 r.; Firenze, Biblioteca Medicea
Laurenziana, Antinori, 26, Stratto di gabelle, c. 13 v.; BNCF, Landau Finaly, 11, Stratto di gabelle,
c. 90 r.
65
ASF, Miscellanea Repubblicana, 107, Stratto di gabelle, c. 4 v.; ASF, Quaratesi, 820, Stratto di
gabelle, c. 12 v.
66
Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2604, Stratto di gabelle, c. 23 r.
63
88
88
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) Gabelle sull’esportazione di drappi, secoli XV-XVI (in lire di piccoli)
Sete
Ogni ragione di drappi di seta o
d’oro, libbra
Drappi schietti di Firenze, la libbra
140267
lb. – s. 8
Metà
Tardo
sec. XV68 sec. XV69
lb. – s. 10 d. 7
154570
lb. – s. 8
s. 12 d. 8
Drappi chermisi di Firenze, la libbra
s. 14 d. –
Drappi d’oro o d’argento d’ogni
ragione, la libbra
s. 16 d. 4
c) Non sorprende che le gabelle sull’esportazione delle sete lavorate fossero soggette a
numerosi cambiamenti. Di grande rilievo è una deliberazione del 16 giugno 1491, che
prevedeva una riduzione della gabella sulla seta grezza e sulle sete lavorate, allo scopo di
favorire le esportazioni di drappi in Ponente et in Levante71:
Die xvj mensis junj Mcccclxxxxi
...
Et perché la gabella della seta è pure alta et la gabella de’ drappi similmente et volendo dare
materia a’ mercatanti di trarre drappi lavorati in Firenze di qualunque ragione, come è decto, etiam
con oro o con ariento, et mandargli et in Ponente et in Levante et altrove per honore et utile de la città
et d’epsi mercatanti, providono et ordinorono:
Che per tempo d’anni cinque da hora proxime futuri la gabella de’ drappi lavorati in Firenze di
qualunque ragione, come è detto, et con oro et ariento, e quali si sgabelleranno in dogana per
mandargli fuori de’ terreni dello imperio fiorentino a qualunque parte del mondo, sia limitata et
ridocta come appresso si dirà:
In prima, sia levata ogni spesa ordinaria o extraordinaria a qualunque persona o luogo
appartenente o assegnata et qualunque cagione, la quale spesa per tale uscita si pagava oltre alla
vera gabella et oltre a queste spese così levate, s’intenda anchora levato la metà della vera
gabella, sì che ciascheduno, el quale fra ’l detto tempo d’anni cinque sgabellerà de’ decti drappi
per decti luoghi o alchuno d’epsi et non per altri, paghi la metà della vera gabella di grossi a
soldi cinque et danari sei l’uno sanza altra spesa, verbi gratia chi sgabellerà una quantità di
drappi tale che la vera gabella sicondo le cose le quali al presente si hanno ad observare,
pagherebbe in nome di vera gabella lire xx et di poi pagherebbe canale, muli et altre spese, non
paghi più, come è decto, alchuna spesa et delle lire xx paghi solamente lire dieci a soldi cinque
67
Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1848, Stratto di gabelle, c. 25 r., edito da G.F. Pagnini del Ventura,
Della Decima e di varie altre gravezze, cit., vol. II, tomo IV, p. 36; BNCF, Landau Finaly, 11, Stratto
di gabelle, c. 28 r.; ASF, Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 6, Stratto di gabelle, c. 23 v.; ASF,
Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 8, Stratto di gabelle, c. 26 v.; ASF, Miscellanea Repubblicana,
139, Stratto di gabelle, c. 25 v.
68
Firenze, Biblioteca Marucelliana, C 327, Stratto di gabelle, c. 41 r.; Firenze, Biblioteca Medicea
Laurenziana, Antinori, 26, Stratto di gabelle, c. 46 r.; BNCF, Landau Finaly, 11, Stratto di gabelle,
c. 113 v.
69
ASF, Dogana di Firenze, Serie Antica e Campioni XIV secolo-1808, 431, Stratto di gabelle, c. 27 v.;
ASF, Miscellanea Repubblicana, 107, Stratto di gabelle, c. 27 r. e v.; ASF, Quaratesi, 820, Stratto di
gabelle, c. 46 r.
70
Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2604, Stratto di gabelle, c. 30 r.
71
ASF, Consiglio del Cento, Registri, 3, Deliberazioni dei 17 Riformatori, c. 78 r.
89
89
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
et danari sei il grossone, come è suto ordinato, et così s’observi pe ministri della dogana in
Firenze, a’ quali appartenessi ogni et qualunque exceptione rimossa.
d) Un’ulteriore riduzione della gabella sull’esportazione dei drappi. Il codice che segue
riprende alcune voci del tardo Quattrocento (Doc. 1 b) ma aggiunge la riduzione approvata
nel 1503 e prolungata fino al 154372:
Quelle deono paghare certe chose nominate qui da piè per l’uscita della città et contado di Firenze:
Drappi schietti di Firenze, la libra s. dodici d. otto
lb. – s. 12 d. 8
Drappi chermisi di Firenze, la libra s. quatordici
lb. – s. 14 d. –
Drappi d’oro o d’ariento d’omgni ragione, la libra, s. sedici d. quatro
lb. – s. 16 d. 4
Essi fatto per leggie che sopra detti drappi debbino paghare per anni dieci
prossimi futuri la libra s. cinque d. dieci, la quale si (sic)
E, dì – di febraio 1512, fu di nuovo per altri x anni prolunghatta detta ghabella
per la Ballìa doverssi paghare nel modo sopra detto
lb. – s. 5 d. 10
E, dì 25 di febraio 1522, fu di novo prolughanta per alltri 10 anni prossimi . . .
E, dì 28 di febraio 1532, fu di nuovo prologhato per altri 10 anni . . .
...
e) Nel tardo secolo XV e nella prima metà del secolo XVI Ancona era un porto molto
importante per l’esportazione in Oriente di merci fiorentine. Nel 1517 le autorità locali
approvarono nuove gabelle, più favorevoli, che rimasero in vigore ancora nel 155173:
Capitoli et ordini di pagamenti della dohana terrestre et marittima della magnifica città d’Ancona
fatti già nel 1517 dalli deputati de essa magnifica comunità per maggior habilità de’ mercanti . . .
...
Drappi de oro, argento et seta d’ogni sorte per transito et passo pagano per ogni cento libre lorde
bolognini otto, ma vendendosi, permutandosi o contrattandosi in Ancona pagano ducati uno per cento
a stima et de uscita bolognini doi per collo de libbre 250 chi li compra.
...
Doc. 2
Tralasciate le gabelle, che coprono un arco di più di due secoli, i documenti che
seguono sono pubblicati in ordine cronologico. Può destare sorpresa il fatto che al primo
posto non ci sia una fonte commerciale ma un poema composto da un fiorentino della
fine del secolo XIII-inizio XIV, in passato identificato in Dino Compagni. In questa lunga
opera, intitolata l’Intelligenza, l’autore descrive il suo amore per una donna bellissima,
che vive in un meraviglioso palazzo “in parte d’Oriente” e indossa sontuosi abiti di seta
cinese. Questa seta è lavorata con grande cura, secondo modelli siriaci, e tinta da un
maestro bizantino74.
72
ASF, Dogana di Firenze, Serie Antica e Campioni XIV secolo-1808, 431, Stratto di gabelle, c. 27 v.
Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2545, Capitoli della dogana della magnifica città di Ancona, cc.
102 r., 106 v.
74
Poeti minori del Trecento, a cura di N. Sapegno, Milano-Napoli 1952, p. 640.
73
90
90
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
...
Levasi allo matin la donna mia,
ch’è vie più chiara che l’alba del giorno,
e vestesi di seta catuia,
la qual fu lavorata in gran soggiorno
alla nobele guisa di Suria,
che donne lavorarlo molto adorno;
il su’ colore è fior di fina grana,
ed è ornato alla guisa indiana;
tinsesi per un mastro in Romania.
...
Doc. 3
Un chiaro riferimento a una produzione fiorentina di sete di qualità. I Peruzzi, tra i più
ricchi banchieri di Firenze e d’Italia, nel 1333 commissionarono a un setificio fiorentino
quattro pezze di velluti da donare alla contessa di Fiandra75:
[giugno 1333]
Tommaso de’ Peruzzi e compangni della tavola . . .
...
E deono dare Tommaso e compangni sopra detti . . . e per lo costo di quattro pezze di velluti che
si feciono fare in Firenze del mese di giungno 1333 per donare alla contessa di Fiandra. In somma
montano, com’apare al detto libro . . .
Doc. 4
Nel tentativo di frenare le spese esagerate, le autorità cittadine decisero nel 1343 di
tassare gli abiti di lusso, quasi tutti di seta. Le gentildonne fiorentine furono obbligate a
mostrare i loro abiti ad apposite commissioni, che provvidero ad esaminarli e a descriverli
minuziosamente in quattro codici, tre dei quali sono giunti sino a noi. Questi tre codici
menzionano circa 6.800 abiti appartenenti a 2.400 gentildonne. Le descrizioni sono molto
dettagliate e le parole di derivazione orientale non mancano, ma la provenienza di quelle
sete dall’Oriente è molto dubbia. Con una certa approssimazione si possono individuare più
di 500 sciamiti, 150 sete soriane, 100 catasciamiti (sete di altezza inferiore allo sciamito),
un’ottantina di saracinati e una settantina di tartareschi. Il drappo tartaresco è spesso
impiegato come fodera e generalmente presenta una decorazione a scacchi. Presentiamo
solo tre esempi, fra i tanti: tre gentildonne che possiedono abiti dai nomi orientaleggianti.
In ordine si susseguono Taddea, moglie di Zati Passavanti, con un sontuoso mantello; Lapa,
moglie di Luigi di Lippo Aldobrandini, e Tancia, moglie di Francesco Acciaioli, entrambe
con una guarnaccia e una tunica76.
75
I libri di commercio dei Peruzzi, a cura di A. Sapori, Milano 1934, pp. 101-102. Tralasciamo
l’ammontare della spesa, comprensiva di altri costi, non pertinenti.
76
Draghi rossi e querce azzurre, Elenchi descrittivi di abiti di lusso (Firenze 1343-1345), a cura di
L. Gérard-Marchant, Firenze 2013, pp. 156, 298. La guarnaccia è una veste lunga, con o senza
maniche; la tunica un abito più semplice, da portare sotto.
91
91
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[1343-1345]
...
Domina Taddea uxor Çati Passavantis populi S. Proculi habet unum mantellum soriani porporini
foderatum de drappo tarteresco saracinato schacchato et vermilio et garofanato cum virgis albis et
giallis per longum et cum virgis albis et viridibus per transversum.
...
Domina Lapa uxor Luigii Lippi Aldobrandini populi S. Michelis Bertelde habet una
guarnacchiam et unam tunicham dimidiatas ex una parte panni scarlatti et ex alia parte panni divisati
in siricho cum campo saracinato et virgis giallis et albis amattonatis et mandurlis giallis et albis.
...
Domina Tancia uxor Francischi de Acciaiuolis populi SS. Appostolorum habet unam
guarnacchiam et unam tunicham sciamiti vermilii.
...
Doc. 5
Niccolò da Poggibonsi compì nel 1346-50 un lungo pellegrinaggio in Terra Santa.
Nell’inverno del 1349 era in Egitto e così descrisse la popolazione locale e l’abbigliamento77:
E queste altre generazioni, che ora conto, sì sono infedeli: Turchi, Indiani, Tartari, Ebrei,
Samaritani, Saracini, Arabi, Barbari; e tutte queste generazioni si sono divise, cioè svariate l’una
generazione dall’altra, come in lingua, e in lettera e in vestire: chi porta vestimenta di panno lino, chi
panno di peli di camello, e altri di drappi di seta, e altri di drappo d’oro; e così sono svariati l’una
generazione dall’altra; e in questo modo si cognosce l’una dall’altra.
...
Doc. 6
Una controversia tra mercanti portò un notaio fiorentino a redigere un atto dal quale,
tralasciando molti particolari, emerge un’operazione interessante. Nel 1362 la compagnia
di Orlandino di Lapo ricevette, a Firenze, una partita di seta grezza cinese che il socio
Matteo di Orlandino aveva acquistato a Venezia da Giacomello Condulmer. Orlandino
rivendette poi la seta a due mercanti toscani: Paolo di Giovanni di Guglielmo, setaiolo a
Firenze, ne comperò libbre 101 once 5; Niccolò di Corrado Gagliardi, originario di Lucca
ma anch’egli setaiolo a Firenze, acquistò libbre 82 once 9. Da questa lunga fonte notarile
riprendiamo i riferimenti alla seta cinese (cattaia)78:
[19 agosto 1362]
...
Pateat omnibus evidenter presentem paginam inspecturis, quod Paulus Iohannis Guillelmi
setaiuolus, civis et mercator Florentinus et de dicta arte mercatorum Porte Sancte Marie, . . . dixit se
77
La relazione del viaggio di Niccolò è stata pubblicata più volte; in questa sede abbiamo utilizzato
la recente opera Pellegrini scrittori, Viaggiatori toscani del Trecento in Terrasanta, a cura di A. Lanza
e M. Troncarelli, Firenze 1990, p. 116.
78
ASF, Notarile antecosimiano, 5550, Notaio Michelangelo Contadini, c. 156 v. Questo documento
è stato studiato da S. Tognetti, La diaspora dei lucchesi nel Trecento e il primo sviluppo dell’arte
della seta a Fienze, «Reti Medievali Rivista», 15, 2 (2014), p. 71.
92
92
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
emisse ab Orlandino Lapi et sotiis, civibus et mercatoribus Florentinis et de dicta arte, libras centum
unam et uncias quinque sirici cattaie pro certo pretio, et se habuisse et recepisse . . . Et Nicholaus
Curradi Ghagliardi setaiuolus de Luca et de dicta arte qui hodie moratur Florentie in populo Sancti
Michaelis Vicedominorum, . . . dixit se emisse a dicto Orlandino et sotiis libras octuaginta duas et
uncias novem dicti sirici cattaie pro certo pretio, et se habuisse et recepisse . . . Quod siricum dictus
Orlandinus Lapi dixit et confessus fuit in presentia mei Michaelis notarii et testium predictorum quod
Matteus Orlandini sotius dicti Orlandini et sotiorum qui moratur Venetiis emit die nono mensis martii
millesimo trecentesimo sexagesimo primo a ser Iacomello Condelmero; dixit fuisse in totum ad
pondus Venetiarum libras ducentas decem.
...
Doc. 7
La nave di Giovanni del Buono, che aveva lasciato Beirut il 25 ottobre 1381, rientrò a
Porto Pisano il 6 marzo 1382 con molte merci, tra le quali tessuti di seta e d’oro79:
Charicho della nave di Govanni del Buono Charoccio, partì di Baruti a dì xxv d’ottobre, giunse a
Pisa a dì vi di marzo 1381.
pepe
giengovo
...
cianbellotti
vetro
drappi di seta, d’oro e fregi
...
pondi
pondi
380
170
tavole
chasse
fasci
1
viiii
32
Doc. 8
Nel 1384 alcuni fiorentini compirono un pellegrinaggio in Terra Santa. Facevano parte
del gruppo Leonardo Frescobaldi, Guccio Gucci e Simone Sigoli, i quali compilarono un
resoconto dettagliato del viaggio e delle impressioni riportate. In vario modo, tutti ricordano
l’abbigliamento dei saracini.
a) In occasione della visita al Cairo, Frescobaldi così descrive gli abiti della popolazione locale80:
I vestimenti delle donne sono drappi il forte, e bene lavorati, e di sotto tele di renso o di lino
alessandrino le più nobili; le altre portano boccacini corti infino al ginocchio, salvo che di sopra
portano a modo di un mantello romanesco, e vanno soggolate e turate per modo non si vede nulla
altro che gli occhi; e le più nobili portano una stamigna nera dinanzi agli occhi, che non possono
essere vedute, ma bene veggono altrui. In piè portano un paio di stivaletti bianchi, e portano panni da
gamba co gambuli insino a’ talloni, e alle bocche de’ gambuli molti adornamenti secondo la
condizione della donna: chi seta, chi oro, chi argento, chi pietre e chi perle ricamate in su detti
gambuli.
79
Prato, Archivio di Stato, Datini, 1171, Ins. III, Carichi di nave (Cod. 9301403).
La fonte è stata pubblicata più volte. Utilizziamo la già citata edizione: Pellegrini scrittori,
Viaggiatori toscani del Trecento in Terrasanta, cit., p. 183.
80
93
93
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Gli uomini vanno con panni lunghissimi e sempre sanza calze e sanza brache, e portano le loro
scarpette a modo di pianelle chiuse, e in capo una mellina di tela biancha di boccaccino e di bisso, e
i loro vestimenti bianchi o di seta o di boccaccino o di lino finissimo.
...
b) L’abbigliamento dei saracini nella descrizione di Simone Sigoli81:
I loro vestimenti sono bianchi di boccaccino fine et chi drappi di seta bianchi fini. Et àvene assai
et buon mercato. Le vestimenta loro sono lunghe insino in terra avendo le maniche larghissime et
lunghe quasi come camici di preti al nostro modo. Et pochi sono i saraini che portino panni di gamba,
et niuno saraino porta mai calze pure scarpette a mezzo piede. In capo portano una cappellina rossa
auzzata et d’intorno alla capellina una benda molto sottile lunga xxv in xxx braccia alla nostra misura.
Et portano in mano 1 sciugatoioio bianco, et chi vergato et chi llo porta cinto et chi in sulla spalla.
...
Doc. 9
All’inizio del 1392 il grande mercante pratese Francesco di Marco Datini costituì a Genova
una compagnia insieme a due soci fiorentini82. Pochi mesi dopo Datini prese una decisione
destinata a rimanere un unicum. Da Prato, dove viveva, Datini chiese ad Andrea di Bonanno, uno
dei due soci della compagnia a Genova, di acquistare un tessuto di seta di straordinaria qualità: uno
zetani di Romania o una seta di domascho. Lo scopo dell’acquisto è indicato dallo stesso Datini:
la seta servirà per confezionare un sontuoso abito – una roba – per la moglie Margherita83:
Al nome di dDio, dì 14 d’aprile 1392
...
Io sì vorrei, per fare una roba, una peçça di çetani di Romania, aççurro del più bello e milgliore si
truovino. Onde fa che mm’avisi se chastà si trovasse cosa perfetta e, se non vi si trovasse zetani, avisami
d’una peçça di drappo di domascho del medesimo cholore buono e bello qua[n]to si puote. Dicho così,
inperò se non fosse cosa ottima e bellissima non vorrei fare la spesa; perché fa’ di subito me n’avisi d’ogni
cosa e di pregio e di bontà e belleçça e fa che ttu il faccia um pocho con diligenza. E avìsoti ne volglio fare
uno saccho alla Margherita, sì che sia giusto, e non mancasse. Altro non ci à a dire per ora . . .
Doc. 10
Elenco di prodotti reperibili sul mercato di Fez (Fessa). Accanto ai panni di lana di
Maiorca si segnalano i taffettà di Bologna e i velluti di Firenze. La mancanza dei prezzi non
diminuisce l’interesse di questo documento datiniano, ascrivibile al 1395-139684:
81
A. Bedini, Testimonianza a Gerusalemme, Il pellegrinaggio di un fiorentino del Trecento, Roma
1999, p. 75.
82
Su questa compagnia si veda F. Melis, Aspetti della vita economica medievale (Studi nell’Archivio
Datini di Prato), Firenze 1962, pp. 225-226.
83
Prato, Archivio di Stato, Datini, 1113, Ins. 34, Lettera di Francesco di Marco Datini, in Prato, ad
Andrea di Bonanno, in Genova, 14 aprile 1392 (Cod. 6101414), edita in M. Spallanzani, Seta e sete:
appunti dall’Archivio Datini (1380-1410), «Prato Storia e Arte», 122 (febbraio 2018), p. 23.
84
Prato, Archivio di Stato, Datini, 1171, Ins. I, Valute di mercanzia (Cod. 9301272) e F. Melis,
Documenti per la storia economica dei secoli XIII-XVI, con una nota di Paleografia Commerciale a
cura di E. Cecchi, Firenze 1972, p. 310.
94
94
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
In Fessa
Panni chiari e che colori amano più che altri:
scharlatte di colpo
panni di Maiolica
...
tafetà di Bolongna
...
seta cruda
...
fil d’oro di Genova
velluti di Firenze di grana
di verzino in seta
inperiali
...
dobre
dobre
–
–
dobre
–
dobre
–
dobre
dobre
dobre
dobre
–
–
–
–
Doc. 11
Il 1422 è una data importante per la storia del commercio fiorentino con il Levante. Il 7
aprile le autorità cittadine decisero di inviare due ambasciatori in Egitto allo scopo di
stringere un trattato politico e commerciale con il sovrano mamelucco. La scelta cadde su
Felice Brancacci e Carlo Federighi. I due diplomatici lasciarono Firenze portando con sé i
doni che la città intendeva porgere al sovrano e ad alcuni personaggi di alto rango.
a) Felice Brancacci è ricevuto a Corte. Al Soldano offre broccati e velluti di vario colore85:
[8 settembre 1422]
...
A dì 8 la mattina di buon’ora andamo in Castello co nostri presenti, e fumo alla presenza del
Soldano in una sala . . .
Il presente fu un pa[io] di forzieri ricchi e begli, una pezza d’alto e basso di chremisi broccato
d’oro, una d’azurro per lo simil modo, una pezza di velluto piano di chremisi, una di verde e nero;
tutte di braccia 40 o circa l’una; e un panno di grana e uno di turchino.
...
b) Nelle ultime pagine del suo Diario, Brancacci compilò un elenco completo dei doni86:
Nota dei doni fatti e delle spese occorse
Qui farò menzione di tutti e presenti che facemo al Soldano e agl’altri signori dal Cairo ed
eziandio in Alessandra, e a presso a molt’altri uficiali, cioè in cose come sono panni e drappi.
...
85
D. Catelacci, Diario di Felice Brancacci, ambasciatore con Carlo Federighi al Cairo per il Comune
di Firenze, «Archivio Storico Italiano», ser. IV, 8 (1881), pp. 157-188.
86
Ibidem, pp. 326-334.
95
95
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
In Alessandra donamo all’Amiraglio braccia trenta di zetani vellutato verde e braccia 10 di panno
turchino e 10 di verde
Al Soldano al Cairo braccia 40 d’alto e basso chremisi broccato d’oro, e braccia 38 di velluto
piano chremusi, e braccia 40 di zetani vellutato verde e nero, e una peza di panno rosato e una di
turchino e un pa[io] di forzieri ricchi e bene lavorati e gentilmente storiati
Al Dindar grande del Soldano una peza di panno rosato e braccia 14 di zetani vellutato piccolo
per copritura d’una corazza
Allo Scrivano della Segreta, cioè Cancelliere, quel medesimo
Al Natarchasso e al figliuolo, quel medesimo
Al Maliscalco della stalla del Soldano una meza peza di panno turchino
br. 24
Al Dindar di Chatabisser canne tre di turchino e verde
br. 12
Al Dindar del Dindare el Grande canne 1 ½
br. 6
Al Cancelliere del Dindar canne 1 ½ di panno
br. 6
Al Dindar minore del Dindare canne 1 ½ di panno
br. 6
Allo ricevitore dell’imbasciadori braccia 10 di panno
br. 10
Al vicitarore secondo delli imbasciadori canne 1 ½ di panno
br. 6
A un Dindare di Natarchasso per in due volte braccia 6 di panno
br. 6
Al Dindar secondo del Dindar braccia 6 di panno
br. 6
A Caino turcimanno del Soldano braccia 12 di panno di 2 colori
br. 12
A Fers l’altro turcimanno del Soldano canne 1 ½ di panno
br. 6
A Natarchasso, che ce ’l mandò a chiedere, canne 2 di panno
br. 8
Al cadì della doana d’Alessandra braccia 14 di drappo d’oro nero, di valuta di ducati 3 il
braccio, e braccia 30 di panno
br. 30
Avanzocci braccia 3 ½ di panno verde, che si vendè ad Antonio Minerbetti per ducati 3.
Doc. 12
Nel clima di rinnovato interesse che l’imminente ambasceria al Cairo del 1422 stava
suscitando in città, alcuni mercanti si prepararono a commerciare con il regno mamelucco e
si rifornirono di merci adeguate. In quello stesso anno Benedetto Strozzi si recò ad
Alessandria portando con sé i prodotti che alcuni mercanti fiorentini gli avevano consegnato
con l’incarico di venderli. Dai fratelli Simone e Filippo Tornabuoni lo Strozzi aveva ricevuto
600 ducati e cinque tessuti serici, tra i quali due pezze di zetani vellutato verde e nero e altre
due di zetani verde e nero picciolato, valutati complessivamente 312 fiorini d’oro87:
1422
Qui apresso farò richordo di drapy eby inn achomanda da Simone e Filippo di Filippo
Tornabuony. I detty drapy eby in Firenze a dì 22 d’aghosto.
Una pezza di zetani verde e nera velutato, braccia xxxi per f. 2 s. 1 a oro braccio
f. 63 s. 11 a oro
Una pezza di zetany verde e nero vellutato, braccia xxxiii per f. 2 s. 1 a oro braccio f. 67 s. 13
Una pezza di zetany verde e nero picciolato di braccia xxxiii per f. 2 1/3 il braccio f. 77
Una pezza di velluto verde inn accia di braccia xxviiii per s. 17 ½ a oro il braccio f. 25 s. 7 1/2
Una pezza di zetany verde e nero picciolato, braccia xxxiii 2/3 per f. 2 1/3 il braccio f. 78 s. 11
----------------312.
2. 6
87
ASF, Carte Strozziane, Serie Terza, 276, Quaderno di Benedetto Strozzi, cc. 33 v., 34 r.
96
96
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
I sopra detti drapy vogliono ch’io finischa sechondo a me pare e piacie e chosy investischa quello
ne ritraessy, sechondo my parrà i sopra detty drapy che rechay in Porto Piesano a dì ii di settembre in
su la ghalea di Francesco Mannelli.
A dì 13 di novenbre missy e sopra detti drapy inn Alesandra in nome di Domenicho Bianciny e a
luy gli achomanday che gly finisse e de ritratto investise, chome apare per una ischritta òne di mano
del detto Domenicho.
I sopra detty drapy deono dare f. dodicy e lire dodicy s. 19 d. 7 piccioli,
chome apare partitamente in questo, a c. 36
f. 12 lb. 12 s. 19 d. 7
Doc. 13
Un altro mercante fiorentino – Giorgio di Niccolò Ughi – approfittò delle favorevoli
opportunità legate all’ambasceria del 1422 (Doc. 11) per inviare ad Alessandria cinque
tessuti di seta. Il suo corrispondente in Egitto gli avrebbe fornito in cambio zenzero, pepe e
noci moscate.
Il libro contabile di Giorgio Ughi ha conservato una documentazione molto dettagliata
dell’operazione. Presentiamo soltanto la prima parte, relativa alle sete, mentre tralasciamo
la seconda, tutta incentrata sulle spezie. In questa sede è sufficiente notare che l’operazione
si concluse con una perdita, ma il risultato dipese anche dalla vendita finale delle spezie.
a) Giorgio Ughi acquista a Firenze i cinque tessuti di seta presso la compagnia di Giorgio
di Niccolò di Dante Ughi, nella quale proprio Giorgio è socio insieme al fratello
Domenico88:
Mccccxxii
Giorgio di Nicholò di Dante e chonpangni deono avere, a dì iii di luglio, per
una peza di veluto di chermisi piano di braccia xxxiii quarti 0 per f. ii s. xv a oro
el bracio, monta
f. 90 s. 21 d. 9
E deono avere, a dì detto, per una [pezza] di veluto di grana piano di br. xxxiii
quarti ii per f. due d’oro el bracio
f. 67 s. – d. 0
E deono avere, a dì detto, per una peza di veluto verde piano di br. xxx per f. 1
s. xv a oro bracio
f. 52 s. 14 d. 6
E deono avere, a dì detto, per una peza di veluto azurro in acia per s. xvii d. vi
a oro bracio di bracia xxxi quarti ii, monta
f. 27 s. 16 d. 4
E deono avere, a dì detto, per una peza di zettani alessandrina velutata di br.
xxxi quarti ii per f. due d’oro el bracio, monta
f. 63 s. – d. –
-------------------300. 23. 7
Le dette draperie tolsi da loro a termine d’uno anno prosimo che viene per
mandare in Alessandra, posto una ragione di draperie debia dare, in questo, c. 158
88
ASF, Ughi, 65, Dare, avere e ricordi di Giorgio di Niccolò Ughi, c. 157 s.
97
97
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
b) Completati gli acquisti, Giorgio Ughi procede al pagamento della gabella di Firenze e
del premio dell’assicurazione marittima89:
Mccccxxii
Una ragione di cinque peze di draperie di più cholori chonperai da Giorgio di
Nicholò di Dante e chonpangni chome apare in questo, a c. 157, deono dare, a dì
iiii di luglio, f. 300 s. 23 d. 7 a f., le quali io mando in una chas[s]etta in su le chalee
sotili del Chomune che vanno in Alessandra overo a Baruti per le mani di Piero
d’Iachopo del Papa, spieziale, e per Domenicho di ser Giovanni Bencini, cittadini
fiorentini, segnata di mio sengno
E de’ dare, a dì detto, f. quatro s. sedici d. sei a f. sono per la ghabella di detta
chas[s]etta pesò lib. 70 in tutto di Firenze paghòlo per me Giovanni Barbadoro e
chonpangni, posto debiano avere, in questo, c. 153
E deono dare, a dì detto, f. quatordici d’oro per lo[ro] a Giovanni Barbadoro e
chonpangni, posto debiano avere, in questo, c. 153, sono per una sichurtà m’ànno
fatto di detta chas[s]a di f. 350 d’oro a ragione di f. 4 per cento, sensale Piero di
Michelino
E deono dare, a dì xviiii di settenbre, f. 3 s. 12 d. 6 a f., posto spese fatte debiano
avere, in questo, c. 160
f. 300 s. 23 d. 7
f.
4 s. 16 d. 6
f. 14
f.
3 s. 12 d. 6
-------------------322. 23. 7
E deono dare f. iiii s. xii a f., posto spese fatte debiano avere, in questo, c. 160
f. 4 s. 12 d. 0
-------------------327.
6. 7
...
c) Un apposito conto accoglie altri costi, relativi all’imballaggio e alla spedizione a Pisa90:
Mccccxxii
Spese fatte in una chas[s]a di draperie mandai inn Alessandra deono dare, a dì
iiii di luglio, per una chas[s]etta d’abette a Papi, lengnaiuolo, per tuta
E, a dì detto, per br. 3 di panno inceratto e per br. 3 di chanovacio e per libbre
3 di banbacia, ongni chosa vechi, le quali ebi da Bartolomeo del Ghalea, posto
debia avere, in questo, c. 161, per tutto, s. quaranta
E, a dì detto, a Papi di Nicholò di Bucherello e chonpangni, linaiuoli, per libbre
1 once 6 di banbangia, posto debiano avere, in questo, c. 161, per s. vii libbra
E, a dì detto, al Belaqua, veturale, per vetura di detta chassa perr insino a Pisa,
s. 22
E, a dì xviiii di settenbre, f. due s. viiii d. otto a f., per loro a Bernardo
d’Ughucione e chonpangni di Pisa, portò Nicholò d’Astore, sono per la ghabella
di Pisa e spaciatta di Pisa
...
89
90
ASF, Ughi, 65, Dare, avere e ricordi di Giorgio di Niccolò Ughi, c. 158 s.
ASF, Ughi, 65, Dare, avere e ricordi di Giorgio di Niccolò Ughi, c. 160 s.
98
98
f.
– s. 5 d. 10
f.
– s. 14 d. 6
f.
– s. 3 d. 6
f.
– s. 8 d. –
f.
2 s. 9 d. 8
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 14
In una pagina datata, non a caso, 1422 un anonimo manuale mercantile fiorentino
menziona l’ammontare dei noli per il trasporto marittimo da Porto Pisano per le parti di
Levante. Tra le varie merci figurano anche le sete lavorate91:
Mccccxxii
...
Drappi di seta d’ogni ragione f. 2 per cento a valuta
...
f. ii per cento a valuta
Doc. 15
Una fonte anonima fiorentina del 1444, di nove anni anteriore al crollo di
Costantinopoli, contiene una bella descrizione del bisestano (bedesten) di Bursa, il grande
mercato chiuso, all’interno del quale si vendono merci costose quali gioielli e tessuti di
seta92:
Che correnti gli anni del Nostro Signore Iesus Cristo Mccccxliiii in una città del Turcho in sulla
Turchia chiamata Bursia, distante da Andrinopoli sette giornate et divisa dallo stretto di Romania . . .
...
El bisestano è uno luogo e edifizio publico quadro per ogni faccia circa braccia cl et con quattro
porte di ferro, cioè in ogni faccia una e nel mezo e così à dentro due vie in crocie che rispondono a
dette parti. E dall’uno e l’altro lato di dette vie sono cierte botteghe di mercatanti dove stanno e
tengono e pecunie e gioie e drapperie. E è fatto questo edifitio in colonne e in volte e di grosse mura
solo per guardia di questo tesoro de’ merchatanti e ciascuno volentieri lo tiene quivi come in luogo
sicuro e da ladri e da fuocho e per questa cagione si può istimare che sempre v’è drento il valsente
d’uno milione e mezo di fiorini o più. E dintorno a questo hedifitio, dalla parte di fuori, sono botteghe
infinite e acchostate allo edififio e dalla banda dirinpetto; e grandissima parte sono di legname, dove
s’essercitano arti più vili che quelle che sono rinchiuse drento.
...
Doc. 16
Il documento che segue non ha un diretto aggancio con l’Oriente ma tocca un tema
molto delicato: gli scambi di sete lavorate tra Firenze e Venezia. A questi scambi tra le due
città partecipavano anche compagnie che esportavano tessuti in Levante. Un caso
emblematico è offerto, come vedremo, dalla compagnia Cambini, che da Firenze spedisce
drappi a Venezia e nel Vicino Oriente (Doc. 17-19) e altri ne acquista nella stessa Venezia
(Doc. 31).
A una data imprecisata, ma riconducibile alla fine del 1455, Girolamo Corboli, un
mercante fiorentino attivo a Venezia, chiese ai Cambini di acquistare per suo conto, sul
mercato fiorentino, tre pezze di zetani di vario colore. I Cambini le acquistarono dai
91
92
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Acquisti e Doni, 13, Pratica di mercatura, c. 79 r.
BNCF, II, II, 50, Miscellanea, c. 177 v.
99
99
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Marsuppini, setaioli, e il 29 gennaio 1459 spedirono al Corboli l’estratto-conto con
l’indicazione del costo di acquisto93:
[1456]
Giovanni di messer Ghirighoro Marsupini e conpagni, setaiuoli, deono avere, a dì 29 di giennaio
[1455=56], per questi drapi chonperamo da loro a tenpo di mesi viii prosimi, sensale Piero di Giermia,
e quali togliemo per ordine di Girolamo Chorboli:
Una peza di zettani raso paghonazo, pesò libbre 8 once 2
Una peza di zettani rasso nero, pesò libbre 9 once 2
Una peza di zettani rasso nero, pesò libbre 7 once 6
Pesono in tutto libbre 24 once 10
Per f. iiii libbra, monta f. 99 s. 6 d. 8 a oro
Doc. 17
La compagnia di Francesco e Carlo Cambini spedì nel 1459 tessuti d’oro e di seta a
Baldassarre Biliotti, in Pera, con l’incarico di venderli.
a) Un libro contabile dei Cambini menziona le sete e il costo complessivo94:
[1459]
Una mandata di drappi sulle ghalee in Levante per Baldassarre Biliotti debbe
dare, a dì primo di settenbre, f. ccxviii di sugello, posto Baldassarre Biliotti avere,
di chontro, c. 141, sono per 3 pezze di drappi con oro mandate in Levante,
chom’apare a Ricordanze, c. 31
E de’ dare, a dì detto, f. cxxiii s. x a oro, posto drappi di nostra ragione avere,
in questo, c. 44, sono per br. 26 di domaschino biancho piccolato brocchato d’oro,
mandamo chome di sopra, chom’appare a Ricordanze,
E, a dì fino a dì xiiii d’aghosto paxato f. vi s. xi a oro paghati alla doana per
ghabella e altre spese fatte a’ sopra detti drappi fino tratti di Firenze, a Uscita, c.
139
E, a dì de[tto], f. iii s. vi d. iiii a oro, posto Ridolfo di ser Ghabriello di Pisa, per
lui, avere, in questo, c. 135, per più spese scrixe detto Ridolfo avere fatto a detti
drappi fino charichi in ghalea, chom’appare per la chopia del chonto mandatoci, a
Ricordanze, c. 32
f. 218 s. – d. –
f. 123 s. 14 d. 6
f.
6 s. 16 d. –
f.
3 s. 8 d. 10
-------------------f. 351. 10.
4
93
Firenze, AOI, 12637, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 187 v. Su queste
aziende si veda S. Tognetti, Il Banco Cambini, cit.
94
Firenze, AOI, 12643, Debitori e creditori di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 141 s.
100
100
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) In una pagina delle Ricordanze i Cambini hanno preso nota della spedizione delle sete a
Pisa. Il corrispondente locale – Ridolfo di ser Gabriello – curerà l’imbarco della cassa su
una delle galee fiorentine in partenza per Costantinopoli95:
[7 agosto 1459]
Richordo che oggi, questo dì vii d’aghosto, noi mandamo a Pisa a Ridolfo di ser Ghabriello, per
Bartolo di Bruno da Singna, vetturale, questo ch’è apresso, per chonsengnare in Pisa a Baldasere
Biliotti, per charichare alle nostre ghalee per navichare per Levante, e prima:
Una peza di velluto chermisi pieno, br. xliiii, il quale avemo da Marino da Raugia
Una peza di raso allessandrino brochato d’oro di Cipri, br. 36 avemo da
Una peza di raso di grana brochato d’oro di Cipri, br. 40
detto Marino
Uno taglo di br. xxvi di domaschino biancho piciolato brochato d’oro, per nostro chonto propio.
Tutti i sopra detti drappi erono in una chassa di br. 1 1/8 involta in incierato e chanavacio, segnata
di nostro segno e N. 1, pesò in tutto in doana libre 72, finimo qui per tutte spese f. 6 s. 11. - a oro.
c) A Pisa Ridolfo di ser Gabriello ha eseguito l’ordine; ha sostenuto alcune spese che poi
ha trasmesso alla compagnia Cambini96:
[20 agosto 1459]
Chopia d’uno chonto avuto da Pisa da Ridolfo di ser Ghabriello di spese fatte a una chassa di
drappi mandati i Levante questo dì xx d’aghosto 1459:
Sarà apresso chonto di spese fatte a una chassetta di drappi infino spacciata a ghalea e
chonsegniata per vostro ordine a Baldassarre Biliotti:
Per vettura e passi da Firenze a Pisa
lb. – s. 11. –
Per ispaccio dentro e uscita e fachini di doana
lb. – s. 2. –
Per ghabella d’entrata di Pisa per 1/3 lb. 6 s. 17 d. 3, chanale lb. 3
s. 15 d. 10
lb. 10 s. 13. 1
Per la ritratta da Pixa
lb. – s. 6. –
Per vettura di qui a Livorno s. v d. vi
lb. – s. 5. 6
Per providigione di Livorno
lb. – s. 10. –
----------------12. 17. 7
vagliono f. 2 s. 18 d. 4
Per nostra providigione
f. – s. 8. –
Sonma, chome vedete, f. iii s. vi d. iiii. Provedetelo e, stando bene, cie ne fate creditori qui al per
noi e avisate.
Ridolfo di ser Ghabriello in Pisa,
a dì – d’aghosto
95
96
Firenze, AOI, 12639, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 31 r.
Firenze, AOI, 12639, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 32 v.
101
101
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
d) A Costantinopoli Baldassarre Biliotti ha ceduto le sete in cambio di cremisi e seta grezza
e nel dicembre 1460 trasmette un dettagliato estratto-conto di netto ricavo ai Cambini, che
lo copiano nelle loro Ricordanze97:
[16 dicembre 1460]
Chopia d’uno chonto di drappi aùto da Pera da Baldasare Biliotti.
Apresso si dicie chonto di vostri drappi finiti abiàno chome apresso:
A Giovanni Zoni, a dì 8 di luglio, a baratto di chermisi e seta:
Una pezza di vellutato di grana, pichi 44, aspri 92, monta
aspri 3960
Una pezza d’apiccolato brochato, pichi 26, aspri 220 pichi, monta
aspri 5720
ii pezze di rasi brochati d’oro di Cipri, pichi 76, aspri 140 pichi, monta aspri 10640
-------------Monta
aspri 20320
Abatti spese fatte:
Per nolo e avarie di detti drappi
Per chumerchio di detti drappi
Per porto a chasa e beveraggio a nochieri
Per porto sino in Adrinopoli e ritorno
Per porto sino in Bursia e ritorno in Pera
Per senseria a ½ per cento
Per chonsolagho d’entrate e d’uscite ¼ per cento
Per istallagio
aspri 404
aspri 320
aspri
2
aspri 42
aspri 15
aspri 102
aspri 25
aspri 20
--------------930
Somma spese, chome si vede, che di chontro c’arrete a fare buoni aspri 930,
vagliono aspri 43 per ducato, ducati ventuno s. xii a oro di Vinegia e di tanto ci
fate creditore a buono chonto
duc. 21 s. 12. –
a oro di Vinegia
Per Baldassarre Biliotti in Pera,
a dì 16 di dicenbre 1460
e) L’operazione non è terminata ma nel marzo 1461 i Cambini procedono a una chiusura
provvisoria dei conti. Nella sezione Avere del mastro (qui non pubblicata) registrano il
ricavo lordo (f. 564 s. 10), mentre nella sezione Dare riuniscono i vari costi e un utile
(parziale) di f. 5098:
97
Firenze, AOI, 12680, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 44 r. Si tratta
del primo dei tanti estratti-conto che provengono da Pera. Utili riferimenti a questi oneri, che
nelle fonti si ripetono a volte con qualche inesattezza, in A. Sopracasa, Les marchands
vénitiens à Constantinople d’après une tariffa inédite de 1482, «Studi veneziani», N.S., LXIII
(2011), pp. 49-218.
98
Firenze, AOI, 12644, Debitori e creditori di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 42 s.
102
102
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mcccclx [=1461]
Una mandata di drappi in Levante sulle nostre ghalee, acchomandati a Baldassarre
Biliotti, de’ dare f. cccli s. x d. iiii a fiorino, levata da Libro azzurro segn. L, c. 141 f. 351 s. 7. –
E, a dì xii di marzo, f. xxvi s. – a oro, posto Baldassarre Biliotti debbi avere, in
questo, c. 46, sono per duc. 21 3/5 di Vinegia, disse detto Baldassare Biliotti avere
fatto di spesa a’ sopra detti drappi insino finiti, chome apare per ’l chonto, a
Ricordanze, c. 44
f. 26 s. –. –
E, a dì xxiiii detto, f. L, posto Avanzi di bancho debbino avere, in questo, c. 204,
per parte d’avanzo a questo chonto
f. 50 s. –. –
f. 427.
7. –
Doc. 18
La compagnia Cambini nel 1459 ha costituito una bottega di arte della seta, la cui
ragione sociale è Piero Cappelli e compagni, setaioli. Piero Cappelli, che aveva sposato
Costanza, figlia di Niccolò Cambini, è il direttore; i Cambini sono i soci di maggioranza99.
Nel 1461 la compagnia Cambini spedisce a Baldassarre Biliotti, attivo a Costantinopoli,
due cassette contenenti cinque drappi, quattro dei quali proprietà della nuova bottega della
seta di Piero Cappelli.
a) Il ricordo della spedizione a Pisa delle due casse100:
Mcccclxi
Richordo che oggi, questo dì xxi d’aghosto, che noi mandamo in Pera a Baldassarre di Ghualtieri
Biliotti questi drappi ch’è apresso per le mani di Ridolfo di ser Ghabriello di Pisa e per Matteo di
Meo, vetturale, chon ordine li charichassi alla nostra ghalea di Romania, kapitano Filippo di
Francesco Tornabuoni, chon ordine sieno chonsegnati a Baldassarre sopra detto per fare nostro ordine.
E drappi sono questi ch’è apresso:
Una cas[s]etta invogliata e segnata di nostro segno, di N. 1 e chontrasegnata de l’avanti segno P,
entrovi e drappi ch’è apresso e prima, e quali drappi sono di ragione di Francesco di Nicholò Chanbini
e di Piero di Lorenzo Chapegli e di Bartolomeo d’Andrea Chanbini:
Uno domaschino brochato d’oro a posto, bigio, di br. 54 ¼
Uno domaschino brochato d’oro a posto, tanè, di br. 44 ½
Uno domaschino brochato d’oro a posto, verde, di br. 40 ¼
Una cassetta invogliata e segnata di nostro segno e di N. 2, entrovi e drappi ch’è apresso e prima:
Una peza di brochato d’oro chermisi cho pelo e riccio di br. xlvii 1/8 di ragionne di Francesco
Chanbini e Piero Chapegli e Bartolomeo Chanbini sopra detti, el quale à finire per loro chonto.
99
S. Tognetti, Il Banco Cambini, cit., pp. 204-208.
Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 38 v.
100
103
103
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Una peza di brochato d’oro chermisi chon pelo e riccio di br. xlv 3/8, lavorò Antonio della Luna
di ragione di Bartolomeo di Gherardo Gherardi e fratelli, el quale à finire per loro chonto e tenerne
chonto a parte.
b) A Pisa, Ridolfo di ser Gabriello riceve la prima cassa e sostiene una serie di spese che
poi trasmette alla compagnia Cambini di Firenze. I Cambini copiano l’estratto-conto di sole
spese in un loro libro contabile101:
[5 settembre 1461]
Chopia d’uno chonto di spese a una chassetta di brochati, riceuto da Ridolfo di Pixa.
Appresso vi direno chonto di spese fatte a una chassetta di brochati d’oro, segnata chome davanti
– P – chariche alle ghalee di Romania, kapitano Filippo di Francesco Tornabuoni, per rendere im Pera
a Baldassarre Biliotti e in sua essenza (sic) a Francesco di Giovanni Ugholini. È in detta chassetta
libbre 48 di brochati d’oro.
Per vettura da fFirenze a qui, nulla
f. –
Per ispaccio di doana a’ fachini d’entrata e uscita e charichare in charro f. – s. – d. 4
Per ritratta di Pixa s. 15 ½
f. s. 3 d. 8
Per charreggio da qui a Livorno
f. – s. 1 d. 6
Per ghabella di Pixa 1/12 partita, ceppo lb. 14 s. 3 d. 6, vagliono
f. 3 s. 6 d. 8
Per provixione di Livorno e charichalla
f. s. 2 d. 6
Per nostra provixione
f. – s. 8
--------------Somma f. 4 s. 2 d. 8
Chome si vede, monta detto chonto f. iiii s. ii d. viii; provedetelo e, stando bene,
achonciatelo; e, ssendovi errore per voi o per noi, ditelo e chorreggierassi. Cristo vi
guardi.
f. 4 s. 2 d. 8
Ridolfo di ser Ghabriello in Pixa,
a dì 5 di settembre 1461
c) Arriva a Pisa la seconda cassa e lo stesso giorno Ridolfo di ser Gabriello compila un altro
estratto-conto delle spese sostenute, che i Cambini copiano nelle loro Ricordanze102:
[5 settembre 1461]
Chopia d’uno chonto di spese a una chassetta di brochati, riceuto da Ridolfo di ser Gabriello di Pixa.
Appresso vi direno chonto di spese fatte a una chassetta, entrovi libbre 59 di brochati d’oro,
segnata dell’avanti segno + e charicha alle ghalee di Romania, kapitano Filippo di Francesco
Tornabuoni, per rendere in Pera a Baldassarre Biliotti e in sua essenza (sic) a Francesco di Giovanni
Ugholini.
Per vettura da Firenze a qui, nulla
f. –
Per ispaccio in doana a’ fachini d’entrata e uscita e charichare in charro f. – s. – d. 6
101
102
Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 43 v.
Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 43 v.
104
104
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Per ghabella di Pixa per lo 1/3 per navichare 1/12, cieppo, partita
lb. 17 s. 17 d. 2 vagliono, in tutto
f. 4 s. 4 d. 1
Per ritratta di Pixa s. xviiii
f. s. 4 d. 6
Per charreggio di qui a Livorno
f. – s. 2
Per provisione di Livorno
f. – s. 2 d. 6
Per nostra provixione
f. – s. 8
--------------Somma f. 5 s. 1 d. 7
Chome partitamente si vede, montano dette spese f. cinque s. i d.
vii; provedetelo e, stando bene, achonciatelo; e, ssendovi errore per voi
o per noi, ditelo e chorreggierassi. Cristo vi guardi
f. 5 s. 1 d. 7
Ridolfo di ser Ghabriello in Pixa,
a dì 5 di settembre 1461
d) A Costantinopoli Baldassare Biliotti inizia a vendere i drappi ricevuti. Il 20 gennaio 1462
trasmette ai Cambini un primo estratto-conto di netto ricavo103:
[20 gennaio 1462]
Chopia d’uno chonto di pezze 4 di brochati aùto da Baldassare Biliotti.
Apresso vi si dirà chonto d’uno vostro chanpo d’oro e di 3 pezze di domaschino brochati a posta
ricieuti per voi in due chas[s]ette per le nostre ghalee, chapitano Filippo Tornabuoni e finito chome
apresso diremo, prima:
A Bartolomeo Gortti e Girolamo Mileo, a dì xx di gienaio a ri[. . .]:
47 ½ pesi di chanpo d’oro chermisi per aspri 372 picho, monta
aspri 17670
140 ½ pesi di domaschini brochati a posta in 3 pezze: una bigia, una tanè, una
verde, per aspri 132 picho, monta
aspri 18546
Apresso spese fatte e prima:
Per nolo di detti drappi, furono libre 78 a duc. 8 libra, duc. 624 a 4 per cento, duc.
25 di Vinegia
Per avaria a s. 7 d. 5 per cento, di stima
Per porto da ghalea a chasa e beveraggio a’ nochieri di ghalea
Per chumerchio a dua per cento, stimati aspri 28650
Per senseria a la vendita a ½ per cento
Per chonsolaggio al nostro chonsolo a ¼ per cento d’entrata
Per i[s]talago a 1/3 per cento el chotumo a 1 ½
Per nostra providigione a 2 per cento della vendita
Per senseria del chanbio a ¼ per cento
Per nostra providigione della rimessa de’ danari se fussino chontanti a 2 per cento
103
aspri 1000
aspri
94
aspri
3
aspri 573
aspri 181
aspri
90
aspri 120
aspri 725
aspri
90
aspri 725
-------------3601
Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 69 v.
105
105
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Soma le spesse, chome vedete, e tanto ci avete a fare buoni di chontanti.
Provedete e l’achonciate
aspri 3601
La vendita de’ drappi monta aspri 36216, sono aspri 40 per ducato, montano
duc. 905 2/5 di Vinegia e tanto e tanto (sic) tocha a questo chonto del chanbio di
duc. 3050 rimesso a Vinegia a Girolamo Chorboli di Bartolomeo Giortti in vostra per duc. 905 2/5
volontà ne sono achonci e quando rischossi. Che Iddio di noi sia ghuardia.
di Vinegia
Baldasarre Biliotti,
a dì xx di giennaio 1461
e) Baldassarre Biliotti porta avanti la vendita delle stoffe, registra i ricavi e le spese
sostenute e infine invia il solito estratto-conto di netto ricavo alla compagnia Cambini di
Firenze, che lo copia nelle sue Ricordanze. I primi due compratori sono italiani, il terzo è
un turco che acquista per conto del sultano Maometto II104:
[5 gennaio 1463]
Chopia d’uno chonnto di una peza di brochato chermisi ricevemo da Baldassarre Biliotti di Pera.
Apresso vi diremo chonnto di una peza di vostro brochato chermisi per chonnto vostro e di Piero
Chappelli, chome apresso e prima:
Anbruogo Chonntarini, a dì xx di novenbre, a danari chonntanti:
xv pitacchi di brochato d’oro chermisi, per aspri 320 pitachio, monta
aspri 4800
A Paris Morello, a dì vii di dicenbre, a tennpo di mesi vi:
xviiii pitachi di brochato d’oro chermisi, per aspri 336 picho, monnta
aspri 6384
A Orlanndo Ucholi, turcho, pel Segniore, a danari, a dì xiiii di dicenbre:
xiiii 1/iiii di brochato d’oro chermisi, per aspri 320 pichio, monnta
aspri 4560
--------------15744
Apresso le spese fatte e prima:
Per nolo di detto brochato fu libbre 25, stimato duc. 200 d’oro a duc. iiii per cento,
duc. 8, vagliono
Per averia a s. vii d. xi per cento, di stima
Per churmercho a 2 per cento, stimato aspri 300 pichio, pichi 48
Per porto a chasa e beverago a nichieri
Per senseria alla venndita, a ½ per cento
Per chonsolaggo al nostro chonsolo a ¼ per cento d’entrata
Per istallaggo a 1/3 per cento e ’l chostumo e ½
Per nostra providigone a 2 per cento della vendita
Soma le spese, chome si vede
104
aspri 336
aspri
33
aspri 288
aspri
1
aspri
79
aspri
36
aspri
52
aspri 315
--------------aspri 1140
aspri 1140
---------------
Firenze, AOI, 12682, Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni, c. 10 r.
106
106
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Resta e ritratto netto, chome di sopra si vede, sbattuto le spese, aspri quatordici
migliaia e secento quatro; provedetelo e, stanndo bene, l’achoncate e lo dite. Idio
vi quardi (sic).
La detta peza di brochato atiene a Piero Chapegli, propio.
aspri 14604
Baldassarre Biliotti in Pera,
a dì v di gennaio 1462
Doc. 19
Come già aveva fatto nel mese di agosto 1461 (Doc. 18), la compagnia Cambini
interviene di nuovo quale spedizioniere. I drappi appartengono quasi tutti alla compagnia
Cappelli, della quale i Cambini sono soci.
a) Il 18 agosto 1462 i Cambini imballano in una cassa tre sete destinate a Baldassarre
Biliotti, il corrispondente abituale a Costantinopoli105:
Mcccclxii
Richordo oggi, questo dì xviii d’aghosto, che noi mandamo a Pisa a Ridolfo di ser Ghabriello
questi drappi ch’è apresso e prima, chon ordine le chonsengniassi a Baldasare Biliotti e che gli finissi
chome sua r[. . .] propio, e per Andrea di Ghuido, vetturale, si mandò la detta chas[s]etta.
Una chassetta invogliata e segnata di nostro segno e di N. 1:
Una peza di brochato d’oro e di chermisi ricuto per chonto di Piero di Lorenzo Chapelli, propio, br. xlviii ¼
Una peza di brochato d’oro alesandrino br. xliii 5/8 per chonto di Piero Chapelli e chonpagni
Una peza di domaschino tanè a posta chon oro br. xl 2/3 per chonto di Piero Chapelli e chonpagni.
E sopra detti drappi avemo da Piero Chapelli e chonpagni.
b) A Pisa il solito Ridolfo di ser Gabriello provvede all’imbarco della cassa su una delle
galee fiorentine e al termine dell’operazione compila un estratto-conto di sole spese, che i
Cambini copiano in un loro libro contabile106:
Mcccclxii
Copia d’uno chomto di spese fatte a una chassa di brochati ricevuto da Ridolfo di Pisa.
Sarà appresso chomto e spese a una chassa di brochati riceuti d’aghosto passato e charichi alle
[galee] di Romania, chomsemgnati a Baldasarre di Ghualtieri Biliotti:
Per vettura e passo da Firemze a pPisa s. iii d. vi a oro
f. – s. 3 d. 6
Per ghabella della entrata di Pixa f. iiii s. iii d. v a oro
f. 4 s. 3 d. 5
Per fede della ritratta di Pisa e ceppo, lb. una
f. – s. 4 d. 8
Per ispaccio d’emtrata e uscita a’ fachini
f. – s. – d. 8
Providigione di Livorno
f. – s. 2 d. 4
Per nostra providigione
f. – s. 8 d. –
---------------Sonmano dette spese f. 5 s. 2 d. 7
105
106
Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 302 v.
Firenze, AOI, 12640, Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni, c. 305 r.
107
107
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Sonmano le sopra dette spese, chome partitamente vedete, f. cinque s. ii d. vii
a oro; provedetelo e trovamdo star bene, l’achomciate e, semdovi errore per voi
o per noi, lo dite, e choregierassi
f. 5 s. 2 d. 7
Per lo Ridolfo di ser Ghabriello in Pisa,
a dì ii di settenbre [1462]
c) Dopo le spedizioni effettuate nel 1461 (Doc. 18 a) e nel 1462 (Doc. 19 a), la compagnia
di Piero Cappelli, nella quale i Cambini sono soci di maggioranza, invia altri tre drappi
in Levante. Le sete lasciano Firenze con destinazione non più Pisa ma Ancona; a
Costantinopoli il nuovo corrispondente è Francesco Ceffini, che subentra a Baldassarre
Biliotti107:
Mcccclxii [=1463]
Una mandata di drapi in Levante deono dare, a dì xxiiii di marzo f. trecento
cinquantanove s. ii a oro, posto Francesco e Bernardo Chanbini e Bartolomeo
Chanbini e Piero Chapelli debbino avere, in questo, a c. 133, e qua drapi sono
questi, coè: una peza di brochato chermixi di br. 40 ¾ per f. 6 braco e una pezza
di domaschino biacho brochato d’oro di br. 47 ¾ per f. 2 s. 8 a oro braco, el quale
domaschino si chontorno indreto e deti da Nichola di ser Dino, loro chompagno,
d’una divisa fecono più tenpo fa, e deti drapi si mandorono deto dì per le mani di
Francesco e Bernardo Chanbini in Levante per la via d’Anchona per una nave
padronegata da Domenicho da Chamurano e madorogli a Baldasare di Ghaltieri
Biliotti per conto detti Francesco e Bernado e Bartolomeo Chabini e Pero
Chapelli, chome apare al Memoriale, a c. 102
f. 359 s. 2 d. –
E de’ dare, a dì detto, f. centotredici s. xii d. vi a oro sono per una pezza di
veluto chermixi in 2 tagli di br. 50 ½ di tre cholori ragonosi nella istima f. 2 ¼
braccio, choxì a buon conto lo ragioniamo; el detto veluto si mandò cho sopra
deti drapi chon una chaxa di Iachopo Gher[ar]di per le mani de’ sopra detti
Chanbini e per la via d’[An]chona: el detto veluto toglemo della botegha, posto
che sete e grana e chermixi debbino avere, in questo, a c. 136, e delle sete mandate
n’apare debitore al Memoriale peze per peze, a c. 102
f. 113 s. 12 d. –
...
d) A Costantinopoli le vendite delle sete spedite nel 1462 e 1463 si accavallano,
creando a volte momenti di incertezza. I due corrispondenti – Baldassarre Biliotti e
Francesco Ceffini – trasmettono alle due compagnie Cambini e Cappelli i risultati
conseguiti. Il 5 gennaio 1464 Baldassarre Biliottti invia ai Cambini un estratto-conto
di netto ricavo relativo a buona parte dei drappi giunti via Ancona. Il documento
termina con l’elenco delle pezze ancora da vendere, che ora passano nelle mani di
Francesco Ceffini 108:
107
Firenze, AOI, 12649, Debitori e creditori di Piero Cappelli, Francesco e Carlo Cambini e Niccolò
di ser Piero da Colle e compagni, setaioli, c. 137 s. Le due registrazioni qui pubblicate sono contenute
nell’unico codice a noi pervenuto della compagnia Cappelli e contengono dati mancanti nei libri
contabili dei Cambini.
108
Firenze, AOI, 12682, Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni, c. 24 v.
108
108
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mcccclxiiii
Copia d’uno chonto di iii cchas[s]e di drapi ricievuto da Pera da Baldasarre Biliotti.
Apresso vi direno cchomto e spese fatte a più vostri drapi ricievuti in Ghostantinopoli in una
cchassa segnata di vostro segno, ricievuta per le nostre ghalee, cchapitano Giuliano Ridolfi, una peza
di brocchato allesandrino et una di domaschino tanè e di più drapi ricievuti in 2 cchasse per la nave
di Domeniccho da Cchamurrano e per via d’Ancchona e prima:
A Paris Novello, a dì vii di diciembre, per tempo di mesi 6:
xx picchi di brocchato d’oro allesandrino, aspri 300 picchio, montano
aspri 6000
A Pantaleone Giorgi, a dì 20 d’aghosto, per danari a usanza:
una peza di domaschino tanè picchi 47 a aspri 115 picchio, montano
aspri 4710
A cChubian, turcho, a dì xxvii d’ottobre, a danari cchontanti:
una peza di brocchato d’oro cchermisi, picchi 41 per aspri 315 picchio, monta
aspri 12915
A cChubian, turcho, a dì xxxi d’ottobre, a danari cchontanti:
xiiii picchi di brocchato d’oro allessandrino per aspri 280 piccho, montono
aspri 3920
-------------27547
(sic)
Apresso le spese fatte a tutti detti drapi e prima:
Per nolo e averia de’ detti avuti per le galee duc. 12.13.10 Vinegia e
per quelgli vennono per la nave Chamurana duc. 8 ½ in tutto aspri
Per porto a cchasa in tutto paghanmo
Per cchumercchio a 2 per cento di stima di tutti e drappi
Per semseria del venduto a ½ per cento
Per cchonsolagio a ¼ per cento di tutti e drappi
Per istalagio dello vemduto a 1/3 per cento
Per nostra providigione del venduto a 2 per cento
Sonmano le spese
aspri 899
aspri
2
aspri 759
aspri 138
aspri
95
aspri
92
aspri 551
------------aspri 2536
Resta e rritratto netto, abatuto ongni spesa, cchome si vede, aspri 25011.
Provedetelo e, stamdo bene, lo dite. cChe Idio di mal vi ghuardi. Per
aspri 2536
--------------
aspri 25011
Nota de’ drapi restono in Pera di vostro in mano a Framcesco Ciefini e prima:
Uno taglio di brocchato allesandrino di br. 10
Una peza di domaschino biancho a posta di br. 48
2 tagli di velluti cchermisi di br. 50 ½
Baldassarre Biliotti in Pera,
a dì v di giennaio 1463
109
109
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
e) A Costantinopoli le vendite proseguono. La Porta acquista due tagli di velluto. Non più
Biliotti ma Francesco Ceffini spedisce il solito estratto-conto di netto ricavo ai Cambini,
che lo copiano nelle loro Ricordanze109:
Mcccclxv
Copia di uno chomto di drappi aùto da Pera da Framcesco Ciaffini.
Apresso vi si dirà chomto di più drappi lasciòmi di vostro Baldassarri Bilioti a finire e finiti chome
apresso e prima:
Alla Porta del Singniore, a dì xi di marzo 1463, per danari chomtanti:
– L ½ pichi vellutto chermisi in 2 tagli, aspri 120 il picho, monta
aspri 6060
A Chassa Isban, turcho, a dì xvi di maggio, per danari chomtanti:
– xv pichi di domaschisto (sic) biamcho brochato a posta, aspri 105 il picho, monta
aspri 1570
A Chubiarri, turcho di Ghostantinopoli, a dì 18 di giennaio 1464, per barato di
seta stravai, chon arotto di chontanti:
– viiii ¾ pichi di brochato d’oro allesamdrino per aspri 350 picho, monnta
aspri 3413
– xxxii ½ pichi di domaschino biamcho brochato a posta, per aspri 100, monta
aspri 3575
-------------14618
Apresso spese fatte:
Per beveraggio paghati a chapagi della Porta del Singnore
Per senseria a ½ per cento e uno a quello venduto della Porta
Per istalagi d’essi a ½ per cento
Per tanti ispesi perr anndare il chonsolo alla Portta per non paghare 2
per cento che a noi toccha
Per nostra providigione a 2 per cento
Sonma le spese fatte, chome vedete
aspri
aspri
aspri
10
103
73
aspri 150
aspri 292
------------aspri 628
Resta e ritratto netto, abatuto le spese, aspri tredigi migliaia e noveciento
novamta. Provedetelo e, stamdo bene chome noi, l’achomciate
aspri 628
--------------
aspri 13990
Framcesco Ciaffini in Pera,
a dì xxviii di giungnio 1465
Doc. 20
Nel 1461 le autorità cittadine fissano l’ammontare dei noli per il trasporto via mare delle
merci imbarcate a Porto Pisano.
a) La prima parte è dedicata ai prodotti che lasciano la Toscana con destinazione i porti del
Mediterraneo orientale110:
109
110
Firenze, AOI, 12683, Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni, c. 76 v.
G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente, cit., p. 358.
110
110
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Noli di Porto Pisano, Reame et Cycylia, per Scio, Ghostantinopoli, Rodi, Allexandria:
...
Drappi di seta sanza oro et chermisi, si stimi la libra ducati 4, et paghi a valuta per cento, f. iii s. 10
Drappi di chermusi a brochategli sanza pelo, si stimi la libra ducati cinque, et paghi
per cento, a valuta,
f. iii s. 10
Drappi d’oro brochati col pelo, si stimi la libra ducati sei, et paghi per cento,
f. iii s. 10
...
b) La seconda parte è dedicata alle merci in arrivo. La prima voce riguarda la seta, che ora
è grezza; interessante è l’ultima, che invece concerne le sete lavorate. Proprio queste,
insieme ad altri prodotti costosi quali i gioielli, sono esentate dal pagamento del nolo se
tornano in Toscana a bordo della stessa nave sulla quale erano partite. È un trattamento di
favore riservato a quelle sete fiorentine che nei mercati del Vicino Oriente sono rimaste
invendute111:
...
Drappi di seta et d’oro et panni et ariento, oro filato et gioie et altre chose sottili, et di valuta, che
si charichassino im Porto Pisano, tornando indrieto pel medesimo passaggio, per non potergli vendere,
o altro qualunque chaso o cagione, non sieno oblighati paghare il nolo se non una volta, cioè a
l’andare.
...
Doc. 21
Il setaiolo Andrea Banchi spedisce nel 1460 un’ingente partita di tessuti serici a
Bastiano da Foligno e Niccolò Dietifeci, in Costantinopoli. Banchi partecipa per 1/3 in
questa operazione. A Costantinopoli i corrispondenti sono autorizzati a vendere i drappi in
contanti o a prendere in cambio seta grezza o altre merci.
a) Il ricordo dell’operazione in un libro di Andrea Banchi112:
Mcccclx
Richordanza chome questo dì xi d’aghosto 1460 chol nome di Dio e di salvamento e che ci
chonceda buon ghuadagnio, noi abiàno mandato in Romania per e lle ghalee del Chomune, kapitano
Papi Sacheti, a Ghostantinopoli o a Pera a Bastiano da Fuligno e Nicholò di Nicholò Dietifeci più
drappi di seta di più ragone per la sonma di f. 781 s. 2, chom’apare notato in questo, c. 73, e peze 15
di panni gharbi . . . e quali abiàno achomandati al sopra detto Nicholò Dietifeci, che cho llui siano
rimexi d’achordo de’ pregi sopra detti, e quali diano loro chomesione finischano per noi a
Ghostantinopoli e in Pera o dove pare loro più utile per danari o per baratto o tempo . . .
111
G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll’Oriente, cit., pp. 358, 359.
Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 274 v. Un quadro completo di questo
setaiolo in F. Edler de Roover, Andrea Banchi, Florentine Silk Manufacturer and Merchant in the
Fifteenth Century, «Studies in Medieval and Renaissance History», III (1966), pp. 221-285, traduz.
ital., Andrea Banchi, setaiolo fiorentino del Quattrocento, «Archivio Storico Italiano», CL (1992),
pp. 877-963.
112
111
111
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
b) Nello stesso codice Andrea Banchi elenca le sete – 11 drappi per complessive br. 383 ¾
– e le spese sostenute per la spedizione da Firenze a Pisa113:
Mcccclx
Una mandata di drappi in Levante, cioè in Romania, a Ghostantinopoli, adiritta a Bastiano da
Fulignio e Nicholò Dietifeci di Pera, deono dare, a dì iiii d’aghosto 1460, per questi drappi mandati
loro per e lle ghalee nostre, chapitano Iachopo di Nicholò di Francho Sacchetti, e quali si sono qui
misurati con Nicholò Dietifeci:
br. 51 ½ di zetani chermisi riccho spianato, per f. 2 s. 17 d. 6 a oro braccio, monta f. 148 s. 1 d. 3
br. 53 di zetani allesandrino pianato in 2 chamini, per f. uno s. 13 a oro braccio,
monta
f. 87 s. 9
br. 32 di domaschino verde in 2 chamini per f. uno ¼ braccio
f. 40 s. –
br. 24 di domaschino b[ia]ncho piccolato per f. uno s. 16 a oro braccio
f. 43 s. 4
br. 27 ¾ d’alto e basso chermisi per f. 3 ¼ braccio, monta
f. 90 s. 3 d. 9
br. 40 ½ di veluto chermisi riccho spianato, per f. 2 s. 15 a oro braccio, monta
f. 111 s. 7 d. 6
br. 24 di domaschino allesandrino brochato d’oro per f. 3 braccio
f. 72 s. –
br. 38 quarti 1 di domaschino tanè a f. 1 ¼ braccio
f. 47 s. 16 d. 3
br. 55 di domaschino paghonazo di verzino a f. 1 ¼ braccio
f. 68 s. 15
br. 24 di domaschino bigo in 3 chamini per f. 1 ¼ braccio
f. 30
br. 14 di zetani paghonazo di verzino per f. 1 7/8 braccio, monta
f. 26 s. 5
E per br. 7 ½ d’incerato per s. 10 braccio, lb. 3 s. 15 da Mariotto di Marcho, a Libro
biancho, c. 3
f. – s. 17 d. 9
E per una chassa da detti drappi, lb. 1 s. 6
f. – s. 6
E per libbre 4 di banbaga s. 10 libbra, lb. due a Francesco di Simone, in questo, c.
72
f. – s. 9 d. 5
E per leghare, s. xiiii
f. – s. 3 d. 6
I detti drappi e detta chassa mandamo a Pisa per libbre 150 a s. 15 centinaio per
Iachopo di Perino, vetturale
E a dì xii d’aghosto f. quatordici s. xv piccioli paghati alla doana per ghabella di
libbre 97 di drappi di seta, a Uscita B, c. 85
f. 14 s. 3 d. 7
------------------781.
2. 0
c) A Costantinopoli Bastiano da Foligno e Niccolò Dietifeci vendono i tessuti e redigono
un estratto-conto di netto ricavo per Andrea Banchi a Firenze, che lo copia nel suo libro
contabile114:
Mccccxi [=1462]
Chopia di uno conto di una chassa di drappi di setta mandamo a Pera per e lle ghalee, chapitano
Iachopo Saccheti, finiti Bastiano e Nicholò.
113
Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 73 r. Nel margine sinistro della carta,
l’indicazione della lunghezza in braccia viene preceduta dal numero identificativo della pezza che
tuttavia abbiamo preferito tralasciare poiché non ha un legame con i documenti che seguono.
114
Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 195 r.
112
112
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Bastiano da Fulignio e Nicholò Dietifeci di Pera deono dare, a dì xi di marzo 1461 per la vendita
ci asegniono avere fatta una chassa di nostri drappi si mandorono loro per dette ghalee, chom’[a]pare
per loro conto de dì 28 di dicenbre 1461 in Pera.
Apresso vi direno conto di una chassa di drappi, enttrovi peze x e uno taglio di drappi e
domaschini di più sorte mandati per lle dette ghalee di sopra.
Vendemo a dì 26 d’ottobre a l’onbasciadore di Trebisonda, sensale Lionardo d’Anchona:
22
pichi xxii di domaschino paghonazo per aspri 64 ½ piccho, monta
aspri 1419
22
pichi xxii di domaschino verde per aspri 60 piccho, monta
aspri 1320
24
pichi di zetani chermisi per aspri 126 picho, monta
aspri 3024
E, a dì xxx detto, vendemo al detto anbasciadore:
27 ½ pichi xxvii ½ di zetani chermisi per aspri 126 picho, monta
aspri 3465
E, a dì vi di novenbre, vendemo a Pero, turcho:
12
pichi xii di domaschino paghonazo per aspri 65 ¾ piccho, monta
aspri 789
E, a dì xviii detto, vendemo a Gorgo Sagunbre:
11
pichi xi di domaschino paghonazo per aspri 60 picho
aspri 658
13
pichi di domaschino bi[a]ncho apiccolato a l’onbasciadore di Trebisonda, a
dì 18 detto, aspri 80 picho
aspri 1036
12
pichi di veluto piano chermisi al detto anbasciadore, a dì detto, ad aspri 130 picho
aspri 1560
14
pichi di zetano paghonazzo ad aspri 100, a Nicholò Stordini
aspri 1400
12
pichi di domaschino tanè a Pero, turcho, a dì 12 di dicenbre, aspri 58 picho, monta
aspri 696
21 ¼ pichi di zetani allesandrino a più persone a ritaglio, per e tutto
aspri 1907
3/8 picho di domaschino paghonazo vendemo a uno grecho per e tutto
aspri
24
24
pichi di domaschino a poste allesandrino a Bartolomeo Gorgi a barato di seta,
aspri 150 picho
aspri 3600
16 ½ picchi di veluto chermisi, a dì 6 di maggo, a Iubechi, ebreo, aspri 140, monta
aspri 2310
4 ½ pichi di domaschino verde, a dì detto, a Ielia aspri 50 picho
aspri 225
9 1/3 pichi di domaschino paghonazo, a dì 15 detto, a Iachopo Tedaldi, aspri 55 picho
aspri 513
3
picchi di domaschino verde a Bartolomeo Gorgi, a dì 15 di gugno, aspri 50 picho
aspri 150
16
picchi di zetani allesandrino, a dì x di settembre, a uno grecho, aspri 80 picho,
a dì x di settembre
aspri 1280
2
picchi di domaschino verde a Isacha, ebreo, aspri 55 picho, monta, a dì detto
aspri 110
11
pichi di domaschino biancho apicolato a [. . .], turcho, a dì x dicembre, per e tutto
aspri 750
24
picchi di domaschino tanè in Adrinopoli a Nicholò da Fulignio, per e tutto
aspri 1086
12
picchi di veluto chermisi a Manoli, persiano, a dì 28 di novembre, aspri 130 picho
aspri 1560
14
pichi di zetani allesandrino ad aspri 100 picho
28
pichi d’alto e basso chermisi ad aspri 130 picho
24 ½ pichi di domaschino bigo ad aspri 65 picho
4
pichi di domaschino tanè ad aspri 65 picho
Montano tutti aspri 6856 a Barttolomeo Gorgi e Girolamo Micheli in un baratto
di seta
aspri 6856
--------------Somma la vendita, chome si vede, aspri xxxv mila dccxxxviii
aspri 35738
Abatesi per ispese fatte a detti drappi, chom’apresso:
Per nolo da Porto Pisano a qui per duc. 800 a 4 per cento, duc. 32
aspri 1408
113
113
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Per avaria di ghalee a 1/5 per cento115
Per chomerchio a 2 per cento
Per misurare aspri 22 e senseria a ½ per cento aspri 178 in tutto
Per consolago ¼ per cento aspri 89, per istalagho 1/3 per cento aspri
119, in tutto
Provigone nulla si mette ch’andiam avere la 1/3 parte d’utile.
Soma ispese fatte a deti drappi, chome si vede, aspri ii mila dcxlii
aspri
aspri
aspri
112
714
200
aspri
208
Resta il ritratto netto, chome si vede, aspri xxxiii mila lxxxxvi e
di tanti debitori ci fate per quando sarano rischossi e, stando bene,
achoncate. Cristo vi ghuardi.
Vaglono aspri 44 per ducato, duc. 752 aspri 2, sono a f. 20 per cento, f. 902 s.
viiii a oro
aspri 2642
---------------
aspri 33096
--------------f. 902 s. 9
Doc. 22
Un anno dopo, Andrea Banchi invia agli stessi corrispondenti a Costantinopoli –
Bastiano da Foligno e Niccolò Dietifeci – altre due casse contenenti 11 drappi per
complessive br. 333 ¾. Il costo totale ammonta a f. 849.18.8. Anche questa volta Andrea
Banchi partecipa per 1/3 all’operazione.
a) Elenco delle sete e dei relativi costi, sino ad Ancona116:
[1461]
Una mandata di drappi in Levante a Bastiano da Fulignio e Nicholò Dietifeci, stanno a Pera di
Roman[i]a, deono dare, a dì xiiii d’aprile 1461, per questi drappi mandamo loro per lla via d’Anchona,
per lla nave del Sordo, cioè Govanni di messer Ghirighoro e per mano di Chatalano Amidei:
br. 15 di brochato chermisi d’oro riciuto per f. 8 braccio, monta
f. 120 s. –.
–
br. xvi di brochato allesandrino riciuto per f. 8 braccio, monta
f. 128 s. –.
–
br. 28 ¾ di zetani chermisi riccho, per f. 3 braccio, monta
f. 86 s. 5.
–
br. 44 di zetani allesandrino per f. 1 s. 17 spianato
f. 81 s. 8.
–
br. 26 1/4 di zetani paghonazo di verzino richo per f. 1 s. 17 d. 6
f. 49 s. 4.
–
br. 26 ½ di veluto chermisi richo per f. 2 s. 16
f. 74 s. 4.
–
br. 40 2/3 di veluto paghonazo di verzino richo per f. uno s. 17 ½
f. 76 s. 5.
–
br. 12 di domaschino bigio argentato
br. 57 di domaschino tanè
br. 49 di domaschino gallo
br. 18 ½ di domaschino nero
Soma in tutto br. 136 1/2 di domaschini cholorati a f. 1 ¼ braccio, monta
f. 170 s. 12 d. 6
E de’ dare, per br. 9 ¾ d’incerato a s. 10 da Mariotto di Marcho, speziale,
posto a Libro biancho B
f. 1 s. 3
115
Seguono alcune parole verosimilmente cancellate.
Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 126 v. Nel margine sinistro della carta
l’indicazione della lunghezza in braccia viene preceduta dal numero identificativo della pezza, che
tuttavia abbiamo preferito tralasciare poiché non ha un legame con i documenti che seguono.
116
114
114
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, a dì detto, per libbre 8 di banbaga s. 10 libbra, da Francesco di Simone, in
questo, c. 92, debi avere
E, a dì detto, per ii chas[s]ette Andrea, lanciaio, in questo, c. 127, lb. 2 s. 5 e
per leghatura s. 14 a’ leghattori
E, a dì xv d’aprile 1461, f. dieci lb. xviii s. x d. x piccioli sono per ghabella
di Firenze di libbre 95 ½ di drappi a Francesco Cigliamochi, kamarlengo chol
1/12 chanale, a Uscita B, c. 104
E, a dì xvi d’aprile, lb. xxxiii s. 5 piccioli a Ghoro da Pelagho, vetturale, per
vettura di libbre 95 di drappi di seta in 2 chasse di qui in Anchona, a Uscita B, c. 104
E, a dì detto, f. 39 s. 1 d. x per lla sichurttà presa di duc. 400, a Uscita B, c.
104, a 8 per cento e senseria
f.
– s. 19
f.
– s. 14
f.
14 s. 7 d. 4
f.
7 s. 16.
–
f. 39 s. 1 d. 10
--------------------849. 19.
8
b) Come si era verificato nel corso dell’operazione precedente (Doc. 21 c), anche ora
Bastiano e Dietifeci vendono le sete e inviano un estratto-conto di netto ricavo ad Andrea
Banchi, in Firenze, che lo copia nel suo codice117:
Mcccclxi [=1462]
Chopia uno conto di una chassa e uno rivolto di drappi di seta e d’oro di Bastiano e Nicholò da
Pera ci mandò per voi d’Anchona Chatalano Amidei per la nave d’Oddo degli Agli, riceuto qui a dì
x di marzo 1461 e finiti chome apresso.
Bastiano e Nicholò Dietifeci e conpagni di Pera deono dare, per la vendita di questi drappi di seta
e d’oro, chome per loro conto apresso:
Al nome di dio, a dì xxviii di dicenbre 1461
1 piccho di zetani paghonazo a uno ghrecho, per e tutto a dì 16 d’ottobre
12 picchi di domaschino tanè a 3 di novenbre, a uno turcho, aspri 50 piccho
14 pichi di zetani velutato allesandrino, a dì 26 di novebre, aspri 90 piccho
13 7/8 pichi di zetani allesandrino, a dì 8 di dicembre, a maestro Francesco, medicho,
aspri 91 piccho
14 picchi di veluto chermisi, a dì detto, a Iubachezi, ebreo, aspri 130 piccho
14 pichi di veluto piano paghonazo a llui detto, aspri 115 piccho, monta
1 1/3 piccho di zetani chermisi, a dì x detto, a Govanni Anttonio, aspri 133
11 picchi di domaschino gallo, a dì detto, a Samaria, ebreo, aspri 50
1/3 piccho di veluto piano chermisi a Chosimo de’ Cholti
27 ½ picchi di zetani chermisi, aspri 130 piccho, a Barttolomeo Gorgi, a dì 10
dicenbre, in un baratto fatto cho llui
E, a dì 28 di dicenbre, vendemo a detto Girolamo Micheli, in detto baratto:
15 picchi di chanpo d’oro chermisi per aspri 400 piccho, monta
aspri 6000
15 ¾ picchi di chanpo d’oro allesandrino per aspri 400 piccho, monta
aspri 6300
25 ¾ pichi di zetani paghonazo per aspri 100 piccho, monta
aspri 2575
11 ¾ pichi di veluto chermisi, aspri 130 piccho, monta
aspri 1527
26 picchi di veluto paghonazo, aspri 100 piccho, monta
aspri 2600
117
aspri 120
aspri 600
aspri 1260
aspri 1260
aspri 1820
aspri 1610
aspri 173
aspri 550
aspri
43
aspri 3575
Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 195 v.
115
115
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
113 ½ picchi di domaschino schietti, aspri 65 piccho, monta
16 pichi di zetani allesandrino, aspri 100 piccho, monta
Somma
aspri 7377
aspri 1600
-------------27979
Somma la vendita di detti drappi, chome si vede, aspri
xxxviii mila dcccclxxxx
aspri 27979
-------------aspri 38990
Abatesi per ispese fatte a detti drappi, chome apresso direno:
Per nolo d’Anchona a qui per e tutto duc. x aspri 8
Per porto dalla marina a chasa aspri 2
Per chomerchio a ii per cento
Per senseria a ½ per cento
Per misuratura
Per consolaggo a ¼ per cento
Per hostelaggo a 1/3 per cento
Provigone non si mette che s’à avere 1/3 d’utile
aspri
aspri
aspri
aspri
aspri
aspri
aspri
408
2
778
194
15
97
130
-------------1624
Soma le spese, chome si vede, aspri mdcxxiiii
aspri 1624
--------------
Resta il ritratto netto, chome di sopra si vede, aspri xxxvii mila
ccclxvi e di tanti debitori ci fate per quando rischosi saranno.
Provedetelo e, stando bene, achonciate. Cristo vi ghuardi.
aspri 37366
Bastiano da Fuligno e Nicholò Dietifeci,
a Pera
Vagliono aspri 40 per ducato, duc. 940 aspri 36 e a 20 per cento, sono f. mille
cientoventinove s. 1 a oro
f. 1129 s. 1
Doc. 23
Nel mese di agosto 1461 Andrea Banchi spedisce per la terza volta tessuti di seta ai
soliti corrispondenti a Costantinopoli: Bastiano da Foligno e Niccolò Dietifeci. Come nelle
due operazioni precedenti (Doc. 21, 22), Andrea Banchi partecipa per 1/3.
a) Elenco dei 14 drappi e dei costi di imballaggio118:
Mcccclxi
Una mandata di drappi in Romania a Bastiano da Fulignio e Niccholò Dietifeci e chonpagni di
Pera, deono dare, a dì xx d’aghosto 1461, per questi drappi – i quali mandamo a Pisa per Lorenzo di
118
Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 164 r. Nel margine sinistro della carta,
l’indicazione della lunghezza in braccia viene preceduta dal numero identificativo della pezza che
tuttavia abbiamo preferito tralasciare poiché non ha un legame con i documenti che seguono.
116
116
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Simone della Lastra, libbre 330 a s. 15 cento – mandati loro per lle ghalee del Chomune, padroni
Barttolomeo Martteli e Govecho della Stufa, kapitano Filippo Tornabuoni:
br. 34 di brochato di chermisi, a f. 8 braccio, monta
f. 272 s. –. –
br. 44 ¼ di brochato allesandrino riciuto, f. 8 braccio, monta
f. 354 s. –. –
br. 26 quarti 3 di domaschino allesandrino brochato a posta d’oro per f. 3
f. 80 s. v. –
br. 12 quarti 3 di domaschino gallo
br. 50 quarti 2 di domaschino gallo
br. 47 ½ di domaschino allesandrino
br. 44 1/ 2 di domaschino verde schuro
br. 42 ½ di domaschino paghonazo
br. 46 ¼ di domaschino verde schuro
br. 48 ¼ di domaschino argentato
br. 34 di domaschino paghonazo
Somma br. 325 quarti 3 di domaschini ischieti a f. uno s. 5 a oro braccio,
montano f. quattrocientosette s. ii d. viiii a oro
f. 407 s. 2 d. 9
br. 31 di veluto chermisi riccho per f. 3 braccio, monta
f. 93 s. –
br. 36 ½ di zetani chermisi riccho per f. 3 braccio, monta
f. 109 s. 10
br. 49 quarti 2 di veluto tanè per f. uno 7/8 braccio, monta
f. 92 s. 16 d. 3
-----------------1408. 14. 0
E per br. 17 ¾ d’incerato da Marotto di Marcho, in questo, c. 164
E per libbre 14 di banbaga da Francesco di Simone, in questo, c. 164, a s. 10 d. 6
E per 2 chasse da brochati e ii chasse da drappi, d’Andrea, lancaio, a Libro biancho
segn. B, c. 158, debi avere lb. cinque s. iiii
E per braccia 4 di chanovaccio lb. 3 s. 4 piccioli
E per leghare ii chasse lb. 1 s. x piccioli
E deono dare f. xxii s. 10 sono per ghabella di Firenze di libbre 148 di drappi di
setta, a Uscita B, c. 116, in 2 chasse, al quaderno chassa
f.
f.
2 s. 4
1 s. 13
f. 1 s. 4 d. 6
f.
s. 15
f. – s. 7
f. 22 s. 10
-----------------1437.
7. 6
b) Estratto-conto di netto ricavo delle vendite a Costantinopoli119:
Mccccxi
A dì x di marzo 1461
Bastiano da Fuligno e Nicholò Dietifeci e compagni di Pera deono dare, per la chopia d’uno chonto
della vendita di ii chasse di drappi gli mandamo per lle ghalee, chapitano Filippo Tornabuoni, chome
per e loro conto de dì 28 di dicenbre 1461.
Al nome di Dio, a dì 28 di dicenbre 1461
Apresso vi direno conto di chasse ii di drappi, ci mandò per voi Bernardo Rinieri e Piero Nereti di
Pisa per le ghalee fiorentine:
119
Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 196 r.
117
117
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
41 5/8 picchi di domaschino paghonazo a uno grecho, aspri 50 picho, a dì 13 di
novembre
36 pichi di domaschino verde bruno ad aspri 50
27 pichi di domaschino allesandrino a poste, aspri 140, a dì 10 dicenbre, a Bartolomeo
Gorgi e Giralamo Micheli, a uno barato
36 ½ pichi di zetani chermisi, aspri 130 picho, a llui deto, a dì deto, aspri
Monta
4745
tutto
31 pichi di veluto chermisi, aspri 130 picho, a lui detto, monta aspri 4030
34 pichi di chanpo d’oro chermisi, aspri 400 picho, dì 12 deto, al detto,
aspri 13600|
Monta
44 pichi di chanpo d’oro allesandrino, aspri 400 picho, a llui detto, aspri tutto
17600
250 ½ pichi di domaschini schieti cholorati, aspri 65 picho, a deto, a dì 28 detto,
montano
50 pichi di veluto tanè, aspri 100 picho al detto, monta
Sonma la vendita, chome si vede, aspri lxviii dccccxviiii
aspri 2082
aspri 1800
aspri 3780
aspri 8755
aspri 31200
aspri 16282
aspri 5000
---------------aspri 68919
Abatesi per ispese fate chome apresso:
Per nolo di Portto Pisano a qui per duc. 1166 a 4 per cento, duc. 46 s. 11
Per avaria di ghalea a s. 7 d. 5 per cento
Per porto di ghalea a chasa
Per chomerchio a 2 per cento
Per misurare aspri
Per senseria a ½ per cento
Per chonsolaggo a ¼ per cento
Per istalaggo a ½ per cento
aspri 1862
aspri 270
aspri
6
aspri 1378
aspri
22
aspri 344
aspri 172
aspri 229
-------------4283
Somma le spese, chome si vede, aspri iiii mila cclxxxiii
aspri 4283
--------------
Resta il ritratto netto, chome si vede, aspri lxiiii mila dcxxxvi120 e
di tanti debitori ci fate per quando rischosi sarano. Provedete e,
trovando star bene, l’achonciate a dovere. Cristo vi ghuardi.
aspri 64336
Bastiano da Fuligno e Nicholò Dietifeci,
a Pera
Vagliono aspri 40 per ducato, duc. 1608 aspri 16 sono, a 20 per cento, vaglono
f. 1930 s. 2
Doc. 24
Ormai novantenne, tre mesi prima di morire Andrea Banchi effettua la sua più
importante spedizione di sete in Levante: venti pezze destinate al solito Niccolò Dietifeci,
suo corrispondente abituale a Costantinopoli, valutate più di 1.600 fiorini d’oro. La
120
Così il ms.
118
118
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
documentazione è incompleta; presentiamo l’elenco delle sete spedite e degli oneri
accessori a Firenze (imballaggio e gabella)121:
Mcccclxii
Una mandata di drappi in Levante in Romania a Niccholò Dietifeci, achomandati a Guliano
Ginori, deono dare, a dì xi d’aghosto 1462, mandati per e lle ghalee, kapitano Giuliano Ridolfi:
br. 49 di veluto chermisi piano a f. 3 br.
f. 147 s. –. –
br. 44 di zetani paghonazo di verzino f. 1 s. 15 br.
f. 77 s. –. –
br. 49 quarti 3 di zetani verde a f. 1 s. 15 br.
f. 87 s. 1 d. 3
br. 42 quarti 1 di zetani allesandrino a f. 1 s. 15 br.
f. 73 s. 18 d. 9
br. 22 quarti 2 di zetani allesandrino a f. 1 s. 15 br.
f. 39 s. 7 d. 6
br. 56 quarti 3 di veluto tanè a f. 1 s. 15 br.
f. 99 s. 6 d. 3
br. 57 di veluto paghonazo di verzino a f. 1 s. 15 br.
f. 99 s. 15. –
br. 43 di veluto bigo a f. 1 s. 15 br.
f. 75 s. 5. –
br. 48 quarti 3 di domaschino argentato
br. 56 [quarti] 3 di domaschino gallo
br. 62 di domaschino verde schuro
br. 70 di domaschino paghonazo
br. 77 [quarti] 2 di domaschino tanè
br. 59 di domaschino allesandrino
br. 67 di domaschino nero
br. 42 [quarti] 1 di domaschino bi[a]ncho d’Andrea Banchi, in questo c. 239
br. 42 di domaschino verde
Soma in tutto br. 525 quarti 1 a f. 1 s. 5 a oro braccio, montano
f. 656 s. 11 d. 3
br. 33 di zetani nero a f. 1 s. 15 br.
f. 57 s. 5. –
br. 48 [quarti] 3 di veluto nero a f. 1 s. 12 br.
f. 78 s. –. –
br. 40 quarti 3 di zetani chermisi a f. 3 br.
f. 122 s. 5. –
1612. 15. 0
E, a dì xii d’aghosto, per banbaga lib. 20 e una peza di paglola da Francesco f. 4 s. –. –
di Simone, in questo, c. 240
E, a dì xii d’aghosto, per br. 18 d’incerato da Mariotto di Marcho, spezale, in f. 2 s. 2. –
questo, c. 240
E, a dì detto, per 3 chasse per detti drapi d’Andrea e leghare in doana, in f. 1 s. 10. –
questo, c. 240
E, a dì xiii d’aghosto, f. trentacinque s. v d. ii a oro paghamo a Pandolfo f. 35 s. 5 d. 2
Rucellai, kamarlingo di doana, per ghabella di lib. 250 di drappi di seta, a Uscita
B, c. 150
------------------1655. 12. 2
121
Firenze, AOI, 12583, Ricordanze di Andrea Banchi, c. 239 v. Nel margine sinistro della
carta, l’indicazione della lunghezza in braccia viene preceduta dal numero identificativo della
pezza che tuttavia abbiamo preferito tralasciare poiché non ha un legame con i documenti che
seguono.
119
119
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 25
Il setaiolo Andrea Banchi, che in più occasioni aveva esportato sete a Costantinopoli
(Doc. 21-24), morì a Firenze il 12 ottobre 1462. Alla sua morte molte operazioni
commerciali rimasero in sospeso. Due anni dopo, il 9 gennaio 1464, il corrispondente a
Costantinopoli – il solito Niccolò Dietifeci – scrisse agli eredi di Andrea Banchi per
informarli che un broccato e alcuni drappi appartenenti ad altri mercanti erano tutt’ora
invenduti. Concludeva poi dicendo che sul mercato di Costantinopoli circolavano molte
sete, mentre la domanda rimaneva limitata122:
Al nome di Dio, a dì 9 di gennaio 1463 [=64]
...
Pagholo Biliotti, come vi si disse, non potè dare fine a quel brocchato; àsselo riportato indietro e,
per Dio, se n’è fatto el possibile. Paghàgli duc. 24 di Vinegia mi domandò per le spese di detto
brocchato, pe’ quali v’ò debitore d’aspri 1062, e più si gli sarebbe paghato se più n’avesse voluto, ma
non n’ebbe bisogno . . .
...
Drappi di seta c’è assai e non se ne vende, e io oltre a’ vostri me ne truovo per più di duc. 1500:
istanno sanzza richiesta. Idio ne mandi buona ventura.
Doc. 26
In previsione di un imminente viaggio a Costantinopoli e a Bursa, il 20 settembre 1463,
Antonio Segni riceve da due compagnie fiorentine – Bernardo Banchi e fratelli e Pietro
Segni e fratelli – panni di lana e un costoso tessuto di seta, tutti destinati alla vendita.
a) In un libro contabile di Antonio Segni il ricordo della commissione ricevuta 123:
Mcccclxiii
Chopia di chomessione aùta da Bernardo Banchi e fratelli e Piero Sengni e fratelli, di loro robe
datami inn achomanda, coè:
Sia manifesto a ogni persona che vedrà ho legere farà la presente scritta, chome questo dì xx di
settenbre 1463 el sopra detto Bernardo Banchi e fratelli e Piero Sengni e fratelli ànno dato inn
achomanda a Antonio di Mariotto Sengni in Firenze xi balle di panni . . .
...
E più achomandono detti Bernardo e Piero e fratelli sopra detti al detto Antonio Sengni braccia
xxxiiii ½ di domaschino verde bruno piccolato brochato d’oro, del quale gli diamo piena e libera
chomesione che per loro chonto gli finischa . . .
b) Giunto a destinazione, Antonio Segni vende il tessuto di seta a un mercante turco,
Cubiare, che in parte fornisce seta grezza124:
122
Firenze, AOI, 12587, Copialettere di Andrea Banchi, foglio sciolto, non numerato.
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto
Segni, c. 111 s.
124
ASF, Libri d icommercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto
Segni, c. 25 s.
123
120
120
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[1463]
Chubiare, turcho, de’ dare, a dì xxviii di dicenbre, aspri 4830 per pichchi 34 ½
di domaschino brochato picolato d’oro per aspri 140 picho, el quale è di chonto di
Bernardo Banchi e fratelli e Piero Sengni e fratelli, e ’l detto Chubiare mi dà seta
charani per aspri 52 libra, coè libra di Pera, che [. . .]ne dette libre 44 ½ netta, e resto
danari chonttanti, per detto prego; posto drapo debba avere, in questo, a c. 26
...
aspri 4830
Doc. 27
Sempre in previsione del viaggio in Levante (Doc. 26), Antonio Segni il 19 settembre
riceve dalla compagnia di Francesco e Bernardo Segni, setaioli, altri drappi destinati alla
vendita.
a) Il ricordo della commissione in un libro contabile di Antonio Segni125:
Mcccclxiii
Chopia di chomessione aùta da Francesco Sengni e conpagni, settaiuoli, di loro robe datami inn
achomanda, coè:
Richordanza chome ogi, questo dì xviiii di settenbre, chol nome di Dio e di buono salvamento,
chome noi Francesco e Bernardo Sengni e chonpangni, setaiuoli, diamo inn achomanda a Antonio di
Mariotto Sengni gl’infrascritti drappi, chome qui appresso diremo. E quali drappi abiàno
chonsengnati qui in Firenze isghabellate a tutte nostre spese; e quali drappi detto Antonio gl’à
charichare in sulle galee fiorentine che vanno nel viago di Levante e in qualunque d’esse ghalee,
padronegate per Ghovanni Martegli, Lodovicho Maxi e Urbano Chattani, padroni di dette galee,
kapitano Luigi Pitti, nostri cittadini. E qua[li] drappi detto Antonio finischa in Pera ho in
Ghostantinopoli, ho per lle schale dove a llui parrà . . .
...
br. 47 di domaschino verde bruno brochato piccolato per f. 3 1/3 braccio, monta
f. –
br. 34 di domaschino alesandrino picolato brochato per f. 3 1/3
f. –
br. x 2/3 di domaschino alesandrino brochato a poste per f. ii braccio
f. –
br. viii 2/3 di domaschino brochato a poste per f. ii braccio
f. –
E più f. vii s. x a oro, che ssono per ghabelle di Firenze e involtura e leghagi di detti drapi f. –
Montono le dette robe spacc[i]ate f. 289 s. x chome si vede; che Dio ne chonceda ghuadangno e
salvamento, per tutto.
...
b) A Costantinopoli Antonio Segni vende a un mercante ebreo la pezza di domaschino
alessandrino a poste126:
125
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto
Segni, c. 112 s.
126
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto
Segni, c. 117 d.
121
121
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mcccclxiii
A Jacho Bailan, a dì xx di dicenbre, br. x ½ di domaschino allesandrino a poste
di chonto di Francesco e Bernardo Sengni e chonpagni, setaiuoli, el quale gli vendè
per aspri 80 picho, sensale Frain da Negroponte, monta in tutto aspri 840, che sse ne
chava aspri 8 ebbe el sensale, resta aspri 832
...
aspri
832
c) Vendita al solito Cubiare (Doc. 26 b) di altri broccati picciolati127:
Mcccclxiii
Chubiare, turco, de’ dare, a dì xxviiii di dicenbre, aspri 10010 per pichi 71 ½ di
brochati picolati, vendutogli a barato di seta charani, e quali drapi sono di chonto di
Francesco e Bernardo Sengni e chonpagni, setaiuoli, chome apare alle Richordanze,
in questo, a c. 117; posto drapi debbi avere in questo, a c. 24
...
aspri 10010
d) L’ultimo drappo – il domaschino broccato a poste – rimane invenduto e Antonio
Segni si appresta quindi a riportarlo, insieme ad altri, a Firenze. L’operazione costituisce
il Doc. 30.
Doc. 28
Il 20 settembre 1463 Antonio Segni riceve una terza commissione: uno scampolo di
zetani da Antonio Spinelli, da vendere a Costantinopoli. La pezza rimane invenduta e
Antonio Segni la imballa, insieme ad altre, in previsione dell’imminente rientro (vedi
Doc. 30). Dal libro contabile di Antonio Segni riprendiamo il ricordo della consegna del
drappo128:
Mcccclxiii
Chopia di chomessione datami Antonio di Lorenzo Spinegli d’una peza di drappo datami inn
achomanda, addì xx di settenbre 1463.
Sia manifesto a qualunque persona chome Antonio di Lorenzo Spinegli à dato a Antonio di
Mariotto Sengni uno schanpolo di zetani chermusi pianato di braca xv 1/2, el quale à pportare in
Levante in sulle prossime galee, kapitano Luigi Pitti, e llà e dove gli parrà per dette schale v[i]sitate,
vuole lo finischa per suo chonto el meglo potrà ho pe[r] danari chonttanti o per robe quale a me parrà
eccetto che chermusi e non posendo finire detto drappo è chontento che ’l drapo ritorni indrieto per
lle dette ghale[e].
127
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto
Segni, c. 24 s.
128
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto
Segni, c. 113 s.
122
122
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 29
Antonio Segni riceve una quarta, e ultima, commissione: due pezze di zetani da Carlo
Federighi, da vendere a Costantinopoli.
a) Il ricordo nel solito libro contabile129:
Mcccclxiii
Chopia di chommessione datami Nichcholò di messere Charllo Federighi, a dì xxiiii di settenbre,
di suo robe.
Sia manifesto a qualunque persona che vedrà questa presente scritta chome Nicholò di messere
Charllo Federighi dà inn achomanda a Antonio di Mariotto Segni questi drappi, coè:
br. xxii quarti 1 di zetani alesandrino chol fiore in iii chamini e
br. xxviii quarti ii di zetani verde chol fiore in ii chamini
e quali drappi detti el detto Antonio debba charichare ho fare charichare in sulle iii galee ch’ànno
andare al presente in Romania, kapitano Luigi Pitti, e quali drappi finischa per lle schale ho in
Romania o dove a lui paressi per gli miglori pregi che potrà ho a danari chonttanti ho a barato, chome
a llui parrà che ssieno più utile merchatantia per Firenze, acetuato che ’l detto Antonio non voglamo
gli dia a tenpo e non togha chermusi né polvere di grana. E no gli mettiamo pregi a detti dra (sic)
drappi in però che ’l detto Antonio crediamo sia intendente e dritto chome buono e leale merchatante,
chome crediamo sarà.
...
b) In Levante le due pezze non hanno avuto smercio e Antonio Segni le sistema in una
cassa, insieme alle altre pezze invendute (Doc. 27, 28). Il rientro in Italia ha luogo il 5
gennaio 1464, come risulta dal documento che segue (Doc. 30).
Doc. 30
Con le pezze invendute (Doc. 27, 28) e con la seta grezza acquistata in Levante, Antonio
Segni è pronto a rientrare. Il 5 gennaio 1464 ha luogo la partenza utilizzando le stesse navi
del viaggio di andata. Capitano è Luigi Pitti. La cassa con i drappi è nella stiva della nave
di Giovanni Martelli130:
Mcccclxiii [=1464]
Richordo che a dì v di gennaio charichai in sulla ghalea, chapitona (sic) Luigi Pitti . . .
E più charichai in sulla Martella, a dì v di gennaio, una chas[s]etta, entrovi:
Una peza di zetani alesandrino di Nicholò Federighi e più
Una peza di zetani verde del detto, e più
Uno schanpolo di domaschino verde a poste d’oro di Francesco e Bernardo Sengni, e più
Uno schanpolo di zetani chermusi d’Antonio Spinelli,
129
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto
Segni, c. 113 d.
130
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Antonio di Mariotto
Segni, c. 119 s.
123
123
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
per chonsengnare a me in Porto Pixano o dove a me paresi. Segno davanti.
Tutte le sopra dette chose mi furo chonsengnate.
...
Doc. 31
Ancora uno scambio di drappi tra Firenze e Venezia, gestito da due compagnie che si
dedicano al commercio col Levante: nel 1456 Venezia comperò sete a Firenze (Doc. 16),
ora è Firenze che le acquista a Venezia. A una data imprecisata i Cambini da Firenze hanno
chiesto a Girolamo Corboli, loro corrispondente a Venezia, di comperare alcuni drappi.
Corboli ha eseguito l’ordine e poi ha inviato l’estratto-conto di costi e spese ai Cambini,
che lo hanno copiato nelle loro Ricordanze131:
[1468]
Copia d’uno chomto di tafettà venuto da Vinegia da Girolamo Chorboli.
Ponette a nostro chonto che dare ci dobiatte per questi drappi chonperati per voi e mandatovi per
Antonio da Milano, chorierre:
zetani raso chermisi br. 3 per duc. 2 braco, monta
lb. –. 12. –. –
zetani raso paghonazo br. 3 per duc. 1 grossi 20 br., monta in tutto
lb. –. 11. –. –
domaschino nero braca 3 per duc. 1 grossi 10 br., monta in tutto
lb. –. 8. 6. –
-----------------Soma il chosto
lb. 1. 11. 6. –
E per ispexe fatte in eso e prima:
Per misuratura a duc. 2 per cento
Per bulletta e llo sdominare
Per nostra provisione, nulla
s. 0. 7. 24
s. –. 2. –
s. –. –. –
--------------s. –. 9. 24
lb. –. –. 9. 24
Soma chosto e spexe spaciato di qui lb. una s. xii d. iii piccioli 24 di grossi e
di tanto v’abiamo debitori. Fatecene chreditori, stando a dovere.
lb. 1. 12. 3. 24
Girolamo Chorboli in Vinegia,
a dì 11 di gungnio 1468
Doc. 32
Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, stipulano nel 1468 un contratto con
Giovanni Bocci per la vendita di alcuni panni di lana e di tre costosi tessuti di seta in
Levante. Romolo di Andrea ha copiato nel suo libro contabile il contratto, che contiene una
serie di disposizioni molto precise. Giovanni Bocci si imbarcherà nel giugno 1469 su una
delle galee del Comune di Firenze, delle quali è capitano Bernardo del Nero. Scarse le fonti
131
Firenze, AOI, 12686, Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni, c. 39 v.
124
124
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
sulla rotta di questo viaggio; ben documentata è la tappa a Rodi132. Bocci è autorizzato ad
agire come ritiene più opportuno: può vendere i tessuti in contanti o accettare altra merce
in cambio, nei porti che riterrà più favorevoli. Al termine dell’operazione Bocci riceverà un
compenso del 2% sul valore delle merci esportate in Levante e un altro 2% sul valore di
quelle che porterà con sè al suo ritorno133:
Mcccclxviii
Richordo questo dì xiiii di dicenbre 1468 d’una achomanda di panni e drappi, coè brochati chon
oro e drappi schietti e horo filato diamo e achomandiamo a Giovanni di Pierozo Bocci in questo modo
e chon queste chondizioni chome apresso per viagio di Levante, coè:
Siamo chontenti e voglamo che dette e infrascritte nostre merchatantie detto Giovanni charichi
in su quela delle ii ghalee che ssi dichono di Levante, chapitanate per Bernardo di Simone del Nero,
coè in su quela parrà al detto Giovanni, e che le dette robe chonducha per detto viagio e potendo
quelle o alchune d’esse finire per le schale lo facca piùe intenda sia chon utile della ragone e che
quelle finischa o per danari o per baratto, chome a llui parrà meglo e che quelle che per le schale
non arà finite le possa chondurre o fare chondurre per mare o per terra in quelli luoghi per la fine
d’esse che a llui parrà sie più nostro utile e in tutti detti luoghi finire per danari chontanti quelle
che per danari chontanti può finire e quello che chosì non potrà finire le possa barattare a quelle
merchatantie e robe che a llui parrà meglo per di qua e che quelle chose che avesse a rischontro di
dette nostre robe possa charichare in su le nostre ghalee, potendo, e quando non potesse per alchune
chagione charichare per ritorno in su dette ghalee le possa charichare in su ogn’altro legno che a
llui paresse.
E quelle tale merchatantie chosì chariche per ritorno possa mandare per tali detti legni
nonostante che chon essi non venisse la sua persona ma chon chomessione a’ padroni di detti legni
che chonsegnino dette robe a Romolo d’Andrea di Nofri o sue rede o a chi lui o sue rede
chomettesse e se chomettesse detto Govanni alchuno merchatante di deti legni facca el simiglante,
coè che in detti porti o Pisano o d’Anchona sieno chonsegnate dette robe chome di sopra o ogn’altro
porto dove tali robe si chonducessino e se detto Giovanni rechasse robe quando tornerà la sua
persona le possa finire per le schale per danari o per baratto, chome a llui parrà più nostro utile e
che tutto il ritratto di detta nostra ragone debba chonsegnare al sopra detto Romolo, dove e chome
di sopra.
E per discrezione e provvisione della sua faticha di detto Giovanni siamo chontenti e
d’achordo chon detto Giovanni dargli iiii per cento, coè ii per cento di quello finisca d’andata e
ii per cento di tornata, chosì de’ danari chontanti che rechasse chome delle robe barattasse o
incettasse.
Debbe detto Giovanni tenere chonto di tutte le spese farà in detto viagio da Porto Pisano i llà
perchè in detto porto gli porremo dette robe franche fino in ghalea e di dette spese farne debitore dette
robe a uso merchantile accò che di tutto ci possa dare buon chonto.
Le robe gl’achomandiamo sono scrite nella facc[i]a al dirinpetto134:
...
br. xlii quarti ii di brochato chermisi chon oro per f. vi s. x braccio, in Firenze,
lavoramo noi
f. 276 s. 5. –
132
M.E. Mallett, The Florentine Galleys in the Fifteenth Century, cit., p. 171.
ASF, Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, cc.
171 r. e v., 172 r.
134
Segue un elenco di panni di lana qui non trascritto.
133
125
125
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
br. xxxii quarti ii di brochato chermisi chon oro per f. vi s. x a oro braccio, in
Firenze, lavoramo noi
f. 211 s. 5. –
br. xxxvi 2/3 di zetani chermisi in 2 chamini chol fiore per f. ii s. xiiii braccio, da
Girolamo Morelli, in questo, c. 169
f. 99
...
Doc. 33
Dopo l’esperienza del 1468 (Doc. 32), Romolo di Andrea di Nofri stipula l’anno dopo
un contratto simile con un altro mercante, un certo Salvi di Niccolò di Panuzio.
a) Anche questa volta Romolo di Andrea consegna tessuti di lana e di seta, però vi sono
alcuni cambiamenti. La destinazione prevista è Alessandria e l’utile verrà ripartito in
maniera diversa: ¾ a Romolo e ¼ a Salvi. Dopo la stipula del contratto accade però un fatto
grave, che Romolo di Andrea menziona nella parte finale del documento. La nave,
proveniente dalla Provenza e diretta ad Alessandria, viene attaccata dai corsari e il viaggio
in Egitto non ha più luogo135:
Mcccclxviiii
Richordo questo dì – 1469 chome noi abbiamo fatto una achomanda pel viagio d’Alexandria e
per navichare in sul navilio detto –, padroneggato per Betto da Legholi, Marcho Rosso e Tomà di
maestro Gherardo o per qualunche di loro, a Salvi di Nicholò di Panuzio chon questa chomessione
apresso, coè:
Achomandiamo al detto Salvi gl’infrascritti drappi e panni chon chomessione libera in tutto e per
tutto potere e d’andata e di tornata charichare in su detto navile e su ogn’altro dette robe e ritratto
d’esse e quelle e ogni ritratto d’esse potere finire o per danari o baratto in qualunche luogho a llui
parrà meglo, e simile diciamo d’oro filato e ogn’altra chosa che noi gl’achomandassimo e finalmente
diamo al detto Salvi libera chomessione e d’andata e di tornata e nel finire e nel charichare in su ogni
legno a lui parrà in quel modo e forma a llui parrà e piacerà e chome di sua chosa propia.
E tornato che per grazia di Dio sarà in Porto Pixano, dobbiamo insieme fare chonto di tutte spese
s’è fatto in su dette robe per detto viagio, coè ghabelle, sichurtà, noli, avarie, spese di detto Salvi e
tutto vada sopra le dette robe e che finite saranno dette robe, se ne tragha prima el chapitale dal chosto
di dette robe e che quello che vvi avanzasse di ghuadagno si divida in questo modo, coè al detto
Romolo s. xv per lira e a Salvi per sua faticha e merce s. v per lira chon questa chondizione, che lle
dette robe o ritratto d’esse si perdessino per alchuna chagone, che detto Salvi nonn abi avere altro
danno di detta perdita di robe, coè di dette robe se nnone se nnone (sic) solamente avere perduto el
tenpo, le quali robe sono scritte qui a ppiè, coè:
br. cinquantasette 2/3 di zetani velutato nero in 2 chamini chol fiore cho lla tela verde per f. 1 s. x braccio
br. xxxii ½ di veluto verde spianato per f. uno s. x braccio
br. xliiii 1/4 di velluto vermiglo spianato per f. uno s. x braccio
br. xxxviii di velluto paonazo di verzino spianato per f. uno s. x d. vi a oro braccio
br. xxxvii ¼ di velluto alexandrino spianato per f. uno s. x d. vi a oro braccio
Detto navilio non andò inn Alexandria perché tornando di Provenza fu preso da’ chorsali.
135
ASF, Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, cc.
186 r. e v.
126
126
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mandamo detti panni e drappi in Pera cho lla ghalea ghalea (sic) di Niza e adirizamo e
achomandamo detti panni e drappi a Giovanni di Pierozo Bocci, chome appare in questo, c. 217.
b) Le pagine finali del codice raccontano la fine della storia. Tramontata l’opportunità di
inviare i tessuti ad Alessandria, Romolo di Andrea pochi mesi dopo decide di dirottare le
sete a Costantinopoli, dove già si trovava Giovanni Bocci. A questo proposito Romolo di
Andrea stipula un contratto con un certo Leonardo Salvucci, il quale una volta arrivato a
destinazione si impegna a consegnare i drappi al Bocci o, in sua mancanza, a subentrare
egli stesso nel ruolo di accomandatario. Le sete sono le stesse ma per due pezze, se non si
è trattato di una svista del contabile, le misure sono leggermente cambiate136:
Mcccclxviiii
Richordanza chome insino a dì viii di gugno noi mandamo cho lla ghalea che ssi dice di Niza, che
navicha il viagio di Ghostantinopoli overo di Pera, mandamo a Giovanni di Pierozo Bocci
gl’infrascritti panni e drappi che per noi gli finisse e demogli libera chomessione e nel finire e
charichare e incettare chome a lui paresse e scrivemogli 2 lettere e facemo la soprascritta in questo
effetto, coè:
Giovanni di Pierozo Bocci in Pera e non vi ’sendo a Adamo di ser Piero Portigani in Pera e questo
facemo che se chaso fusse intervenuto che detto Giovanni Bocci fusse morto, che dette chose nel
medesimo modo che dicevano le lettere a Giovanni in tal medesimo modo dicessono a [A]damo.
E detti panni e drappi facemo chonsegnare in Livorno da Salvi Panuzi, nostro, là mandato, a
Lionardo Salvucci Salvucci (sic) il quale andava in su detta ghalea di Niza e a llui scrivemo che desse
detti panni e drappi a detto Giovanni Bocci quando vivo fusse e, quando no, che lli desse a [A]damo
di ser Piero e quando anche Adamo fusse morto, che ’l detto Lionardo Salvucci piglasse detti panni e
dappi e de’ sopra detti facesse tanto e quanto per le nostre lettere si chometteva a detti Giovanni e
Adamo e che ’l tenore di dette lettere seghuisse quanto e chome se dette lettere fussino mandate al
detto Lionardo, le quali lettere inn effetto achomandavano detti panni e drappi a’ sopra detti e davano
libera chomessione, le quali lettere una ne portò detto Lionardo e un’altra un altro di ghalea.
E panni che ssi chontenghono nell’achomanda137 . . .
...
br. xlviii 2/3, coè br. 48 2/3 di zetani nero cho lla tela verde, aùto da Girolamo
f. 73. –
Morelli in pi[ù] soma, in questo, - per f. uno s. x braccio, in tutto, 184
f. 48. 15.
br. xxxii ½ di velluto verde spianato, aùto dal detto, c. 184, in questo, per f. uno s.
x braccio
f. 66. 7. 6
br. xliiii ¼ di velluto vermiglo spianato, aùto dal detto, in questo, c. 184, per f. uno
s. x braccio
f. 57. 19. –
br. xxxviii di velluto paonazo di verzino, aùto da Piero Charnesechi, in questo, per
f. uno s. x d. vi a oro braccio, c. 186
br. xlvii ¼ di veluto alexandrino, aùto chome di sopra, in questo, c. 186, in tutto
f. 72. 1. 1
c) Il 22 giugno 1469 Romolo di Andrea stipula un contratto di assicurazione. I panni di lana
e le sete sono assicurati per fiorini 400 nel tratto Napoli-Costantinopoli. Il premio ammonta
a fiorini 24 (6%)138:
136
ASF, Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, c.
217 r. e v.
137
Segue un elenco di panni di lana qui non trascritto.
138
ASF, Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori, c. 218 r.
127
127
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mcccclxviiii
Richordo che insino a dì xxii di gugno piglamo sichurtà in su le chontrascritte robe mandate in
Levante e in su la ghalea di Niza e per fiorini 400 larghi, chome appare per una scritta privata di mano
di Lucha di Fruosino da Panzano e soscritta di mano di Gino di Neri di Gino Chapponi, cche
m’assichurò dette robe da porto di Napoli insino in Chonstantinopoli, chome appare per detta scritta,
per la quale sichurtà ebbe da me f. xxiiii larghi, coè a vi per cento, chome di sopra per detti luoghi.
Doc. 34
Due riferimenti alla produzione serica fiorentina nella Cronica di Benedetto Dei, 1472-74.
a) Le sete fiorentine sono vendute in molti paesi, tra i quali la Turchia e la Barberia.
Benedetto Dei aggiunge un particolare interessante: i setaioli fiorentini acquistano seta
grezza trasportata da navi fiorentine e così riescono a evitare il trasporto su navigli genovesi
e veneziani. Con i veneziani soprattutto i rapporti non sono buoni139:
[1472]
...
Florentie bella à 83 botteghe d’arte di seta, magnifiche e di gran pregio, e qua’ fanno drappi di
seta e brochati d’oro e d’ariento e domaschini e velluti e rasi e taffettà e maremmati, e per Roma e
per Napoli e Chatalognia e per Ispagnia e per Sivilia e per Turchia e per le fiere della Marcha e per la
Barberìa e per le fiere di Ginevra e per Vignione e per Londra e per Anverssa e per Lione e per
Monpolieri e per Firenze e per Ferara e per Mantova e per tutta Italia. E ànno la seta dalle ghaleaze
lor medesime fiorentine sanza aver a chapitare alle mani de’ Viniziani, né de’ Gienovesi, come si
facea ’n prima. E questo è la gran malivolenza la quale regnia fra Viniziani e Fiorentini.
...
b) Il ricordo del valore – fiorini 60.000 d’oro – dei tessuti di seta che nel 1474 Firenze
esporta nel “paese del gran turco”, cioè nell’Impero ottomano140:
...
1474 e Fiorentini mandarono al papa e a rre e al ducha e a Pionbino inbasciadori
1474 andò panni 3300 fiorentini e 60 mila fiorini di drapi al gran turcho
...
Doc. 35
Nel 1488 lo Statuto della colonia dei fiorentini a Costantinopoli fissa un’imposta dello
0,1% sul valore dei tessuti di lana e di seta che i mercanti fiorentini introducono nell’Impero
ottomano141:
XVII. E vogliamo che per ogni panno che sia portato nel paese di questo Signiore turcho, da’
nostri merchanti fiorentini e sottoposti . . .; e tutti e drappi e l’altre merchantie che ci portasino nostri
139
B. Dei, La Cronica dall’anno 1400 all’anno 1500, a cura di R. Barducci, Firenze 1985, p. 82.
Ibidem, p. 98.
141
Statuti delle colonie fiorentine all’estero, cit., p. 53.
140
128
128
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
fiorentini e sottoposti, e che fusino per altri d’altra nazione per loro chonsegniati, pachino a valuta,
cioè, per ogni aspri mille, aspri uno, a detto chamarlincho, per ’l detto chottimo; e che tutti pachino
del tutto . . .
Doc. 36
Tre aziende Salviati si dedicarono con impegno all’esportazione di drappi in Levante:
la compagnia del banco, la compagnia di arte della lana e la compagnia di arte della seta.
Una prima operazione, gestita dai Salviati del banco, presenta caratteristiche del tutto
eccezionali. In mezzo a un flusso continuo di sete che da Firenze si muove in direzione
dell’Impero ottomano, suscita non poca sorpresa una partita di 30 damaschi di Bursa che
attraversa il Mediterraneo in senso inverso e come meta finale non ha Firenze ma Roma.
Sono ignote le fasi iniziali di questa strana ordinazione, che da un punto di vista
contabile si conclude nella primavera del 1488 ma che probabilmente prende avvio nel
1487. A una data imprecisata la compagnia fiorentina di Benedetto Tornaquinci, attiva a
Roma, chiede ai Salviati del banco di Firenze di acquistare 30 domaschini di Levante. I
Tornaquinci sanno che i Salviati vantano solidi contatti con la capitale ottomana e la
richiesta non sorprende. I Salviati hanno già previsto che un certo Agostino Dragoncini
vada per loro conto a Costantinopoli con alcune merci e al ritorno porti con sé vari prodotti:
inserire ora le sete richieste da Roma non costituisce dunque un problema.
L’operazione è ben organizzata: è previsto che a Pera il corrispondente Alfieri di
Francesco Strinati provveda al pagamento delle sete e venga poi rimborsato dai Salviati,
mentre ad Agostino Dragoncini è affidata l’esecuzione materiale dell’ordine.
a) Giunto in Turchia, Dragoncini non acquista i drappi a Costantinopoli ma preferisce
rivolgersi a Bursa, il grande centro manifatturiero. Non conosciamo il motivo di questa
scelta, che può essere di natura esclusivamente economica oppure dipendere dal particolare
tipo di sete richieste. A Bursa Dragoncini si rifornisce dei trenta domaschini e poi rientra a
Costantinopoli. Qui trasmette tutti i dati ad Alfieri Strinati, il quale paga le sete e compila
il solito estratto-conto di costi e spese destinato ai Salviati. Il documento menziona con
accuratezza il primo costo e gli oneri accessori, mentre non descrive le pezze e non ne
precisa la lunghezza; la cifra è comunque piuttosto modesta. A Firenze il 28 maggio i
Salviati copiano l’estratto-conto nelle loro Ricordanze142:
[maggio 1488]
Copia d’uno conto di pezze xxx di domaschini di Bursia mandati questo dì Alfieri Istrinati e
chomperati per nostro ordine e prima:
Al nome di Dio, amen
Apreso vi si dirà conto di pezze xxx di domaschini di Bursia comperati in Bursia:
Per chosto di xxv pezze di detti domaschini comperati in Bursia
Aghostino Draghoncini, aspri 3511 in tutto
aspri 3511
142
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 7 r.
129
129
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Per chosto di v pezze di detti domaschini aspri 800
Per chomerchio di Bursia a iii per cento aspri 129
Per aghuglio di Bursia in Pera
Per as[s]e e per fare una chaxa
Per chorde e spagho
Per incierato aspri x
Per fare amagliare
Per porto e barcha e chameli per mandalla in [. . .]ale per a chamino
Monta costo e spese di detti drappi, chome si vede, aspri 4488;
achonciate a chonto vagliono aspri 48 per ducato d’oro duc. 93 ½
d’oro in oro, vagliono a grossi a 7 per cento
Atenghono a’ Tornaquinci di Roma e loro se n’à a fare debitori.
aspri 800
aspri 129
aspri
20
aspri
4
aspri
4
aspri
10
aspri
6
aspri
4
--------------
aspri 4488
f. 100. –. 10
b) L’operazione programmata dai Salviati prosegue senza imprevisti. Agostino Dragoncini
lascia Costantinopoli seguendo un lungo ma consolidato itinerario che lo porta ad
Adrianopoli, a Valona e, attraversato l’Adriatico, in Puglia, a San Cataldo e a Lecce. Il
viaggio continua via terra sino a L’Aquila e da qui i drappi proseguono per Roma. Rientrato
a Firenze, Dragoncini stila per i Salviati un lungo, e non sempre ordinato, estratto-conto
delle spese sostenute, per un totale di f. 6 s. 10 d. 10 larghi di grossi143. L’operazione termina
con l’arrivo della merce a Roma: il 28 maggio 1488 i Salviati accreditano a Strinati la
somma a lui dovuta (f. 93 s. 10 larghi di grossi, equivalenti ad aspri 4488), mentre da Roma
la compagnia Tornaquinci risulta debitrice di f. 100 d. 10144:
[28 maggio 1488]
Benedetto Tornaquinci e conpagni di Roma di rinchontro deono dare, a dì 28
di magio, f. ciento s. – d. 10 a oro larghi di grossi per valuta di f. 93 ½ d’oro in
oro larghi a vii per cento e sono per chosto e spese di pezze xxx di domaschini di
Levante spaciati di Bursia, mandati loro per noi, per Aghostino Draghoncini,
Alfieri Istrinati, come per suo conto chopiato al Giornale a c. 7 apare, posto detti
domaschini avere, in questo, 78
...
f. 100 s. – d. 10
Doc. 37
Come era accaduto ad Antonio Segni nel 1463 quando si era recato a Costantinopoli
(Doc. 26-29), anche Bartolo Tedaldi nel 1489 riceve da alcuni mercanti fiorentini merci
destinate ad essere vendute in Levante. La compagnia di battilori di Filippo Nasi gli affida
due casse di altobassi e domaschini appicciolati con e senza oro.
143
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 10 r.
144
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 358, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 50 s.; a c. 67 il conto intestato ad Alfieri Strinati.
130
130
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Nel suo libro contabile Bartolo Tedaldi copia la commissione ricevuta dai Nasi. Di
particolare interesse sono i riferimenti ai prezzi di vendita che i Nasi sperano di realizzare145:
Mcccclxxxviiii
Chopia overo richordo della chomessione autta da Filipo Nasi e compagni, battilori, chome apare
di loro mano, apresso di me, e prima:
Ricordo a tte, Bartolo di Leonardo Tedaldi per l’andatta di Levantte, per noi Filipo Naxi e
compagni, battilori, e prima e s’è mandato in Anchona a Girolamo Ridolfi e compagni chasse dua di
nostri drappi, cioè allttebassi e domaschini apicciolatti chon oro e sanza oro, cioè una chassa segnata
di nostro segno e numero 1, entrovi br. 134 ¾ d’alttebassi di più cholori sanza oro e br. 224 ¼ di detti
alttebassi chon oro di più cholori e una chassa di N. 2 segnata di detto segno, entrovi br. 131 ¾
d’alttebassi sanza oro di più cholori e br. 45 1/3 di detti alttebassi chon oro di più cholori e in più tagli
e più in detta chassa br. 113 7/8 di domaschini apicolatti chon oro di più cholori e in più tagli, che
sono tutti di nostro chontto e sopra detti. E più è in detta chassetta di N. 2 br. 42 ¼ d’alttebassi chon
oro, che sono di Lucha de’ Libri, che sono 3 tagli, chome parttittamentte puoi vedere per la chopia
dello legagio di detta chassa in che ti s’è detto . . .
E arivatto che sarai in qualunche di detti luoghi, che Dio per tuttodì chonducha, vogliamo che
dette chasse chonducha in Pera insieme cho panni de’ Nasi, lanaiuoli, e cho più rispiarmo di spese
puoi e, arivatto sarai chon esse in Pera, le chosegnie per noi a Andrea di Nichola de’ Libri e da llui
piglia lettera d’avere riceutto. E per le spese di detti drappi a buono chontto t’abiàno datto qui duc.
xxx d’oro in oro, e quello spenderai n’ài a dare chontto a detto Andrea e restando tutti nelle mani glie
ne fa buoni e, manchandotti, gli farà buoni a tte e in chaso che detto Andrea morissi, a che Dio lo
guardi, vogliamo che detti drapi sieno achomandatti, de’ quali à fare fine per noi per lo meglio puoi.
E pregi non vuorrebono essere mancho d’aspri 100 in 110 del pichio degli alttebassi sanza oro e di
quegli chon oro aspri 160 in 170 e di domaschini apiciolatti a grillanda aspri 180 in 200 e degli altri
sanza grillanda aspri 140 in 150, nientte di mancho siano chonti non si guardi in 10 aspri al pichio.
Fàccasi il meglio che si può. E se per il chamino trovassi da vendere, siamo chontentti gli venda tutti
o partte per li sudetti pregi o meglio, se puoi.
...
Doc. 38
Tessuti di sicura provenienza orientale non compaiono quasi mai negli inventari
fiorentini del secolo XV. Del tutto eccezionali sono alcune sete appartenute a Lorenzo il
Magnifico. L’inventario, redatto nel 1492 al momento della morte, menziona due abiti e tre
tagli di stoffa provenienti dal Levante.
a) Nel palazzo in città146:
...
Una cotta di taffettà di Levante coll’opera sbiadata e nera
f. 4
145
Archivio Frescobaldi, Frescobaldi, 722, Debitori, creditori e giornale di Bartolo Tedaldi, cc. 41 v.,
42 r. Nello stesso codice, a c. 45 v., Bartolo Tedaldi copia l’elenco delle spese che ad Ancona il
corrispondente Girolamo Ridolfi ha sostenuto al momento dell’arrivo delle due casse.
146
Libro d’inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico, a cura di M. Spallanzani e G. Gaeta Bertelà,
Firenze 1992, pp. 102, 122. L’originale è andato perduto; a noi è pervenuta una copia del 1512.
131
131
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
...
Dua tagli di drappo di Levante alla dommaschina
Dua altri tagli di drappo di Levante cholla salda
...
Uno tagl[i]etto di taffettà sbiadato di Levante, intignato, di br. 12
...
f. 4
f. 2
f. 1
b) Nella villa di Careggi147:
...
Una cotta di taffettà coll’opera a mandorle, verde e tanè di Levante
...
f. 2. 10
Doc. 39
A una data imprecisata Iacopo di Giannozzo Pandolfini ha chiesto al suo
corrispondente a Costantinopoli – Niccolò Salvetti – di acquistare per suo conto alcuni
prodotti, tra i quali un lotto di drappi orientali. Si tratta di una ventina di pezzi, tutti di
dimensioni modeste, che hanno determinato un costo complessivo assai ridotto: poco più
di 25 fiorini d’oro.
a) Nei primi mesi del 1492 Niccolò Salvetti ha acquistato a Pera le sete, provenienti da
Bursa, e poi ha informato Iacopo Pandolfini, che in un suo libro contabile compone il
seguente ricordo148:
Richordo di più partite datoci Nicholò Salvetti di Pera di più chose fatte per noi . . .
Iachopo Pandolfini de’ dare . . .
...
E, a dì 3 d’aprile 1492, aspri mccxiiii per la monta di drappi di Bursia
mandatogli per Ghirighoro d’Arezzo
aspri
...
1214
b) Il giorno 9 giugno Iacopo Pandolfini, a Firenze, prende nota dei drappi che Niccolò
Salvetti ha comperato per lui. Sono tessuti di produzione verosimilmente locale, cioè
ottomana. Incerto è quel taglio parberecho; persiano dovrebbe essere il domaschino
agiamescho, che è anche il più costoso149:
[9 giugno 1492]
Richordo questo dì 9 sopra detto che Niccolò Salvetti di Pera ci mandò per
Ghirighoro d’Arezzo in uno fardellino queste choxe apresso e da Lecio cie le mandò
per Nicholò di Scha[r]lino, vetturale, e prima montano aspri 1212 ad aspri 40 per
fiorino di suggello
147
Libro d’inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico, cit., p. 145.
Firenze, AOI, 12907, Debitori, creditori e ricordi di Iacopo Pandolfini, c. 103 v.
149
Firenze, AOI, 12908, Giornale di Iacopo Pandolfini, c. 113 v.
148
132
132
f. 25. 5. –
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Uno taglo di raso, tutto
Uno taglo di raso verde
Uno taglo di raso tanè
Uno taglo di raso paghonazzo
Uno taglo di cotonino bigio
Uno taglo di domaschino giallo
Uno taglo di parberecho tanè
Uno taglo di cianbellotto verde
Uno taglo di domaschino dorè
Uno taglo di raso dorè
Uno taglo di domaschino agiamescho
Uno taglo di domaschino chon salda
Uno taglo di detto
Uno taglo di domaschino tanè
Uno taglo di tafettà rosso di picchi 9
4 monachassi, aspri 66 pezza
Uno cotonino verde bruno
Uno taglo di tafettà verde di picchi 10
20 berettini di più cholori
aspri
aspri
20
5
6
7
24
43
41
20
33
38
212
32
37
36
76
264
121
85
112
-------1212
150
Doc. 40
Da Firenze Iacopo Pandolfini ha spedito a Niccolò Salvetti, attivo a Costantinopoli, rasi
e damaschi destinati alla vendita. Negli anni 1492-93 i tessuti sono stati venduti in
prevalenza ad Adrianopoli e il 2 giugno 1495 Salvetti compila per Pandolfini un estrattoconto di netto ricavo che quest’ultimo copia in un proprio libro di Debitori, creditori e
ricordi151:
16 ½ Drappi di seta di chonto di Iacopo Pandolfini, propio, deono avere, a dì 15
d’ottobre 1492, aspri 1155 sono per la monta di picchi 16 ½ di rasi rossi,
finì Giovanni Giusti in Andrinopoli per aspri 70 picho, pe danari chontanti
14
E, a dì detto, aspri 980 sono per la monta di pichi 14 di raso di questo
chonto, finì Giovanni Giusti in Andrinopoli a Chasam basci, per aspri
70 picho
14
E, a dì detto, aspri 980 per la monta di pichi 14 di domascho rosso di grana di
questo chonto, finì Giovanni Giusti in Andrinopoli a Iachuppe agham per
aspri 70 picho
14 ½ E, a dì 22 di settenbre 1493, aspri 1560 per voi da Bertone, cimatore, rechò
Niccolò Salvetti, chontanti, e sono per valuta di pichi 24 ½ di domascho
rosso fine, di questo chonto, per aspri 65 picho, pe danari
Monta e drappi venduti
150
151
aspri 1155
aspri
980
aspri
980
aspri 1560
--------------aspri 4675
Questo è il totale, che non corrisponde all’importo della registrazione precedente (Doc. 39 a).
Firenze, AOI, 12907, Debitori, creditori e ricordi di Iacopo Pandolfini, c. 104 r.
133
133
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Apresso le spese a detti drappi:
Drappi detti dare aspri 45 pagati per loro a Bertone, cimatore, per senseria e
mesetteria di pichi 24 ½ di domascho aspri 3 per cento
E, a dì 24 di settenbre 1494, aspri 380 che tanti s’è fatti buoni per voi a Giovanni
Giusti e sono per tanti dice avere avere (sic) per vostro chonto da Chasam basci per
resto d’una vesta di raso, el quale non si trovava
E deono dare aspri 4250 fatti buoni per loro a Iacopo Pandolfini, propio, e sono
per rittratto di detti drappi, quando rischossi saranno a buon chonto sempre
aspri
45
aspri
380
aspri 4250
---------------4675
Niccolò Salvetti in Firenze152,
a dì 2 di gugnio [1495]
Doc. 41
Dopo aver importato, in via del tutto eccezionale, trenta sete orientali destinate a Roma
(Doc. 36), i Salviati verso la fine del Quattrocento e nei primi anni del secolo successivo si
dedicarono con impegno all’esportazione di drappi in Levante. Essi hanno lasciato un
archivio ricchissimo, che documenta molto bene le spedizioni delle sete da Firenze e
proprio questa abbondanza ci ha spinto a selezionare i resoconti delle vendite: qui come
altrove, per le forniture alla Porta abbiamo presentato trascrizioni complete, mentre
abbiamo tralasciato le vendite alla clientela locale.
Il setificio dei Salviati produsse una gran quantità di drappi destinati al mercato
ottomano, ma nel complesso l’esportazione passò nelle mani di altre due aziende Salviati,
ovvero quella del banco e quella dell’arte della lana. La prima, vale a dire la compagnia di
Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni del banco di Firenze, non agì singolarmente
ma effettuò questi investimenti (incette) in associazione con altri due mercanti: Francesco
da Sommaia e Alfieri Strinati. I Salviati tennero sempre una contabilità molto accurata e
ogni volta determinarono l’utile conseguito, che fu sempre positivo, ma invece di
suddividerlo tra i soci lo girarono al conto Avanzi di nostro conto, Alfieri Strinati e altri. Il
motivo di questa mancata distribuzione risiedeva nel fatto che i Salviati stavano portando
avanti, sempre con gli stessi soci dell’incetta di drappi, investimenti analoghi in panni di
lana, seta grezza, spezie, ciambellotti, ecc., ognuno dei quali terminava, a scadenze diverse,
con risultati che potevano essere a volte positivi e a volte negativi. Per evitare continue
ripartizioni, i soci decisero di convogliare gli utili (e le perdite) in un conto Avanzi
appositamente creato e suddividere ogni tanto la somma algebrica di più risultati.
Esaminando da vicino questo particolare conto Avanzi, che i Salviati hanno tenuto
ovviamente ben separato dal classico conto Avanzi e disavanzi presente in ogni azienda,
scopriamo che nel 1497 i soci decisero di distribuire f. 5000 larghi di grossi nel seguente
modo: 2/5 ai Salviati (f. 2000), 2/5 ad Alfieri Strinati (f. 2000) e 1/5 a Francesco da
152
Viene spontaneo pensare a un lapsus del contabile, che avrebbe dovuto scrivere Pera, ma non di
rado il corrispondente è nel frattempo rientrato a Firenze, per un periodo più o meno breve, e ne
approfitta per rendere conto del suo operato al committente. È il caso, ad esempio, di Alfieri Strinati
(Docc. 41 b, 42 h), di Ridolfo Lotti (Doc. 143 b) e di Lorenzo Barducci (Doc. 144 c).
134
134
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Sommaia (f. 1000)153. Lo stesso accadde nel 1500 quando, in base a una proporzione
analoga, furono ripartiti utili per f. 561 s. 12 d. 9 e le quote risultarono, rispettivamente, di
f. 224 s. 11. d. 1 e f. 112 s. 5 d. 7 larghi di grossi154.
a) Prima incetta, 1489-1490. I partecipanti a questa impresa sono gli operatori appena
menzionati: i Salviati del banco, che gestiscono l’intera operazione, Francesco da Sommaia
e Alfieri Strinati, il quale ultimo è anche il corrispondente a Costantinopoli. Nel corso del
1489 i Salviati da Firenze spediscono soprattutto velluti e broccati acquistati in precedenza
presso compagnie di setaioli e lanaioli. Tra i vari fornitori si segnala la compagnia di
Giuliano e Iacopo Salviati, lanaioli.
Gli acquisti di drappi sul mercato fiorentino sono complessivamente sei, tutti elencati
nel conto che segue; sono state invece tralasciate le registrazioni relative ad alcune spese di
mercanzie non meglio definite155:
Drappi di seta di nostro chonto e Alfieri Strinati e Francesco da Sommaia abiamo in Levante in
mano di detto Alfieri deono dare . . .
...
E, a dì xxviiii di genaio [1488=89], f. centoquatordici s. v d. x larghi e sono
per br. ccxi di zetani velutati roxi chomperati da messer Francesco Ruciellai,
chalonacho fiorentino, sensale Marcho del Pechia, a s. xiii di suggello ’l braccio,
a danari chotanti, e per lui chome ci scrixe a Tommaxo Ruciellai e chonpagni e
per noi da Bartolomeo Bertolini e chompagni, posto gli debino avere, al
Quaderno, c. 102, a Uscita, c. 104, a la chassa, in questo, c. 161
f. 114 s. 5 d. 10
E, a dì primo di settembre 1489, f. trecientodua s. x a oro larghi sono per br.
cxxi di brochato d’oro vermiglio in iiii tagli aùti per tempo de l’anno a pagare il
dì del tempo e per f. ii i/ii larghi il braccio da Giuliano e Iacopo Salviati e
compagni, lanaiuoli, come al Giornale, c. 83, in credito a loro, in questo, a
c. 214
f. 302 s. 10 d. –
...
E, a dì x di novembre, f. sesantacinque larghi sono per br. L di domaschino di
grana aùto per tempo di mesi xv e per f. uno s. xi larghi il braccio da Giuliano e
Iacopo Salviati e compagni, lanaiuoli, come al Giornale, c. 99, in credito a detti
Salviati, in questo, a c. 214
f. 65 s. – d. –
...
153
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 367, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 166 s.; Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 369, Giornale
e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc.
227 v., 239 v.
154
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 212 s.
155
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 358, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 163 s., 293 s. I primi due acquisti che seguono, lo
zetani vellutato e il broccato d’oro, hanno lasciato traccia in un libro contabile dei Salviati dal
titolo promettente ma che poi delude: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 359, Quaderno di Alamanno
di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, attenente alle incette di
Levante, c. 7 d.
135
135
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
E, a dì xxvii detto [febbraio 1489=90], f. ciento sesantotto s. v larghi di grossi
sono per br. 90 tra rasi e veluti aùti da Tommaso di Bernardo Corbinegli e
compagni, lanaiuoli156, per tempo di mesi xv pagare il dì del tempo in credito a
Tommaso Corbinegli, in questo, a c. 223157
f. 168 s. 5 d. –
E, a dì detto, f. ventuno s. xvii d. vi larghi di grossi sono per br. xv di veluto verde
in dua peli aùto per f. uno s. xv di suggello il br. e per i danari da Giovanni Martini e
compagni, setaiuoli, come al Giornale, c. 243, in credito a lui, in questo, c. 293
f. 21 s. 17 d. 6
...
E, a dì 22 di marzo, f. settantacinque larghi di grossi sono per br. xv d’alto e baso
chermisi aùto per f. v larghi il br. e per tempo di mesi xv pagare il dì del tempo da
Tommaso Corbinegli e compagni, chome al Giornale, a c. 244, in credito a lui, a c. 295 f. 75 s. – d. –
...
------------------766. 8. 5
b) Le spedizioni dei drappi non hanno lasciato tracce complete. Le casse partono
separatamente: il broccato d’oro dei Salviati, lanaioli, il 2 settembre 1489 viene consegnato a
Bernardo Bonsignori, in partenza per Costantinopoli via Lecce158; le sete dei Corbinelli e dei
Martini partono il 27 febbraio 1490 sempre con destinazione Lecce159.
Nella capitale ottomana Alfieri Strinati procede allo smercio dei drappi, che è piuttosto
rapido. Per lo zetani rosso, già proprietà di Francesco Rucellai, attua con un mercante turco uno
scambio con ciambellotti dal quale, detratte le spese, risulta un ricavo di f. 232.6.3 larghi di
grossi, e ne dà subito comunicazione ai Salviati160. Quasi la metà delle sete è ceduta anch’essa
a barato di ciambelotti; le restanti sono invece oggetto di normale vendita sul mercato locale.
Al termine Strinati compila un estratto-conto di netto ricavo che i Salviati copiano nelle loro
Ricordanze. Da questo lungo elenco riprendiamo soltanto le vendite effettuate alla Porta di
Bajazet II e ad alcuni bascià: la prima ha acquistato il damasco di grana dei Salviati, lanaioli; i
secondi i ben più costosi altobassi e i velluti a ristagno (d’oro) dei Corbinelli161:
Mcccclxxxx
A dì xvii di novembre
Chopia d’un chonto aùto d’Alfiery Strinati e dicie chome aprexo:
Aprexo vi diremo conto di più tagli di drapy riceuti per via di mare da la nave Barbiera e per via
di tera per Aghostino Drachonciny, e prima:
156
Così il ms.; in realtà setaiuoli.
La contropartita nel conto intestato alla compagnia Corbinelli è più dettagliata; “br. 30 di raso
chremisi per f. 1 ¾ larghi il braccio e br. 30 di raso di grana per f. 32 larghi e br. 15 di veluto a
ristagnio chermisi per f. 4 larghi il braccio e per br. xv di veluto verde in dua peli per f. 1 s. 18 a oro
di suggello il braccio”: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 358, Debitori e creditori di Alamanno di
Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 223 d.
158
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 83 r.; a c. 206 r. il legaggio.
159
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 225 r. (legaggio).
160
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 30 r.
161
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 30 v.
157
136
136
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
A la Porta del Singnore, per danari chontanti
47 ¾ pichy xlvii ¾ di domascho roxo di grana per aspri 65 picho, in tutto
A li bascià, a la giornata
14 ¼ pichi xiiii ¼ d’altebaxo chermixi per aspri 450 picho, monta in tutto
14 3/8 pichi xiiii 3/8 di veluto chermixi a ristangno per aspri 350 picho, in tutto
...
A la Porta del Signore, a dì viiii di luglio
42 ¾ pichi 42 ¾ di raxo di grana e di chermixi per aspri 100 il picho
...
Resta lo ritratto netto, sbatute le spexe, . . .
3104
aspri
aspri
6412
5032
aspri
4275
--------------aspri 44472162
Monta la vendita de’ sopra detti drapy, chome si vede
Aprexo le spexe fate a’ sopra detti drapy, e prima163:
...
Soma le spexe, chome di sopra si vede
aspri
aspri 2237
--------------aspri 42135
--------------f. 877. 16. 3
Alfieri Strinati in Firenze164
a dì xiii di novembre 1490
c) L’operazione è ormai conclusa. La somma dei due ricavi netti (i f. 232.6.3 dello scambio
con i ciambellotti e i f. 877.16.3 della vendita delle sete) ammonta complessivamente a
f. 1110.2.6 larghi di grossi. Tutte le operazioni, di segno positivo e negativo, sono confluite
nel conto Drappi e il 19 dicembre 1490 i Salviati chiudono i conti: a un costo complessivo
di f. 766.8.5 (oneri accessori inclusi) si contrappone un ricavo netto di f. 1110.2.6;
l’investimento termina così con un risultato finale positivo di. f. 343.14.1. Poco si può dire
su questo ammontare, che rimane molto elevato anche se riferito a un investimento
protrattosi due o tre anni e che non trova riscontro nelle successive incette (Docc. 42, 49,
50, 51).
Come anticipato, l’utile che scaturtisce dal conto Drappi non viene ripartito tra i soci
ma girato al conto Avanzi di nostra ragione, Alfieri Istrinati e altri165:
[1490]
Drappi di setta abiamo in Levante di nostro conto, Alfieri Istrinati e altri deono dare . . .
...
E, a dì xviiii di diciembre, f. trecientoquarantatre s. xiiii d. uno larghi di
grossi sono che tanti s’avanza in questo conto, fatone creditore Avanzi di nostra
ragione, Alfieri Istrinati e altri, in questo, c. 28
f. 343 s. 14 d. 1
--------------------f. 1562. 16. 3166
162
La somma corrisponde al ricavo complessivo di tutte le vendite.
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 2337.
164
V. nota 91.
165
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 364, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 41 s.
166
Non è fuori luogo notare che questo totale (del Dare e dell’Avere) con il quale si salda il conto è
163
137
137
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 42
Dopo le spedizioni del 1489-90 (Doc. 41), nel 1491 i Salviati del banco dettero inizio a
una seconda incetta, che comportò un investimento superiore ai 12.000 fiorini larghi di
grossi e durò poco più di quattro anni. All’impresa parteciparono la solita compagnia del
banco di Firenze, Alfieri Strinati e altri, cioè Francesco da Sommaia; il corrispondente a
Costantinopoli era sempre Strinati. Le quote di partecipazione erano quelle già richiamate
nell’investimento precedente: 2/5 ciascuno ai Salviati e allo Strinati; 1/5 a Francesco da
Sommaia. Anche questa volta i Salviati si rifornirono di drappi presso molti setaioli
fiorentini, tra i quali i Boni, i Guicciardini, i Martelli, i Morelli, i Soderini. A quei noti
setifici si affiancarono i Salviati, lanaioli, e i Salviati, tintori. Il fornitore più importante fu
senz’altro la compagnia di Iacopo di Giovanni Salviati, setaioli, che vendette alla consorella
velluti e broccati per circa f. 6700 d’oro larghi di grossi. Molto varie le forme di pagamento:
in contanti, a scadenza, mediante scambi con prodotti quali perle e cotone sodo ma
soprattutto con seta grezza persiana, sempre così apprezzata dai setifici fiorentini.
A differenza della prima incetta (Doc. 41), la situazione si presenta ora particolarmente
complessa. Anche questa volta la compagnia Salviati del banco di Firenze gestì l’intera
operazione e nel corso degli anni 1491-1495 – tale fu la durata dell’investimento – effettuò
poco più di 30 acquisti, per complessivi 250 drappi167. La compagnia Salviati del banco di
Firenze seguì un iter contabile classico ed efficiente, che replicò più volte: definito il lotto
di drappi pronto per la spedizione, intestò ad esso un estratto-conto di costi e spese, che poi
inviò ad Alfieri Strinati a Costantinopoli. Ogni estratto-conto reca ovviamente una data ben
precisa, che però deve essere valutata con attenzione. Quella data infatti non rimanda alla
partenza reale delle sete ma ad una spedizione già avvenuta. L’estratto-conto elenca infatti
tante spese che in realtà sono già state sostenute, dall’imballaggio al pagamento della
gabella. La merce ha già lasciato Firenze ma il giorno esatto della partenza ci sfugge. La
quasi totalità delle sete – 243 pezze, che rappresentano il 97% – lasciò l’Italia tra il marzo
1491 e l’ottobre del 1492. Le spedizioni furono complessivamente sei.
Un dato comune a queste sei spedizioni è l’itinerario: il porto di imbarco è Lecce, una
scelta già adottata nel corso della prima incetta ma destinata a non avere seguito in alcuna
altra azienda esaminata in questo studio. Limitatamente alle spese accessorie che si
manifestarono in Italia, la gabella all’uscita di Firenze costituì l’onere più elevato, seguito
dalla vettura sino a Lecce.
Per concludere, siamo di fronte a un investimento grandioso che, come si è anticipato,
superò i f. 12000 larghi di grossi e si concluse alcuni anni dopo con un risultato modesto:
f. 547.6.0.
a) Prima spedizione, estratto-conto datato 11 marzo 1491. La compagnia Salviati del
banco di Firenze si è già rifornita di numerosi drappi e ora compila l’estratto-conto di
costi e spese da inviare ad Alfieri Strinati. Il principale fornitore è il setificio dei Salviati;
seguono i Morelli, i Martelli, gli Eredi di Berto Tieri e altri setaioli ancora. Numerosi i
una cifra artificiale, priva di significato. Il contabile dei Salviati ha commesso un errore, per
correggere il quale ha dovuto comporre una seconda registrazione, sempre nel conto Drappi, di segno
opposto e di ugual valore (f. 452. 13. 9). Il totale del conto – f. 1562.16.3 – è quindi una cifra gonfiata,
dalla quale vanno appunto detratti i f. 452 s. 13 d. 9 (l’ammontare dell’errore): rimangono così f.
1110.2.4, che rapresentano l’investimento complessivo (spese incluse) al quale riferire l’utile
conseguito.
167
Il numero risulta in un primo momento superiore, in quanto il contabile include, per errore, anche
alcune sete che non rientrano in questo investimento.
138
138
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
velluti e i broccati d’oro, alcuni dei quali molto pregiati. L’estratto-conto elenca le sete e
prosegue con le spese, tra le quali domina, come si è detto, la gabella all’uscita da Firenze,
seguita dalla vettura sino a Lecce. I drappi, settanta in tutto, sono stati imballati in cinque
casse; il costo totale, comprensivo degli oneri accessori sino a Lecce (f. 127.3.1),
ammonta a f. 4192.17.10 larghi di grossi168:
[11 marzo 1491]
Chopia d’uno chonto dato Alfieri Istrinati di chasse v di drappi chonperati a chomune e dicie
chome apresso e prima:
Apresso vi si dirà chonto di chosto e ispese di chasse v di drappi di più sorte chon oro e sanza,
chome per lo legagio si dichiara, achomandati e chonsegniati a voi medesimi e ispacciati del tutto
insino in Leccio e alogati a Marchetto da Leccio e a Nicholò da Scharlino, veturale, e tutto per seguire
vostro ordine:
Da rede di Berto Tieri e compagni, setaiuoli, a dì viii di genaio, a barato di seta di
Chastoria:
39
br. 39 di veluto pagonazzo in 2 peli
39 ¾ br 39 ¾ di veluto pagonazzo di grana
37 ½ br. 37 ½ d’apiciolato chon oro
12 ½ br. 12 ½ d’apiciolato chon oro
9 ½ br. 9 ½ d’apiciolato di grana chon oro
Somano e v tagli di sopra br. 138 ¼ per f. 2 larghi il braccio, monta
f. 276.10. –
Da Bernardo Moregli e compagni, setaiuoli, a dì primo di febraio, a baratto di ferro:
35 2/3 br. 35 2/3 di velluto verde in 2 peli
31
br. 31 di velluto verde in 2 peli
19 7/8 br. 19 7/8 di velluto verde in 2 peli
38 ¾ br. 38 ¾ di velluto alesandrino in 2 peli
51 ¼ br. 51 ¼ di velluto tanè in 2 peli
36 1/3 br. 36 1/3 di velluto tanè in 2 peli
In tutto br. 212 7/8 per f. uno s. x larghi il braccio, monta
f. 319. 6. 3
43 1/8 br. 43 1/8 di velluto alesandrino in uno pelo
44 ¼ br. 44 ¼ di velluto vermiglio in uno pelo
43 ½ br. 43 ½ di velluto tanè in uno pelo
42 7/8 br. 42 7/8 di velluto tanè in uno pelo
In tutto br. 173 ¾ per f. uno largo il braccio, monta
f. 173.15. –
-------------Somano e x tagli di sopra, chome si vede, f. 493 s. 1 d. 3 larghi di grossi
f. 493. 1. 3
D’Andrea di Buonaventura e compagni, setaiuoli, a dì vii di febraio, a baratto di
chotone:
45 ¼ br. 45 ¼ d’alto e basso di grana
17 ¼ br. 17 ¼ d’alto e basso di grana
168
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 46 r.-47 r. Alla fine di ogni pagina e all’inizio della
successiva il contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo; a c. 222 r. egli ha copiato
il relativo legaggio, qui non trascritto.
139
139
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
28 ¼ br. 28 ¼ di velluto di grana in 2 peli
28 ¾ br. 28 ¾ di velluto di grana in 2 peli
Somano e iiii tagli di sopra br. 119 ½ per f. 2 larghi il braccio, monta
f. 239. –. –
Da Luigi Martegli e compagni, a dì detto, a baratto di perle e chotoni sodi:
23
br. 23 di velluto di grana in 2 peli
32
br. 32 di velluto tanè in 2 peli
23 ¾ br. 23 ¾ di velluto tanè in 2 peli
14 ¼ br. 14 ¼ di velluto tanè in 2 peli
43 ¼ br. 43 ¼ di velluto verde in 2 peli
In tutto br. 136 ½ per f. 2 ¼ larghi il braccio, monta
f. 307. 2. 6
30
br. 30 di velluto pagonazzo di grana in 2 peli
14 ¾ br. 14 ¾ di velluto verde in 2 peli
In tutto br. 44 ¾ per f. 2 ¼ larghi il braccio, monta
f. 100.13. 9
39 1/8 br. 39 1/8 di velluto chermisi in 2 peli per f. iii larghi il braccio, monta f. 117. 7. 6
64 ½ br. 64 ½ di domaschino di grana chol ritto di sotto per f. 1 ¼ larghi
il braccio, monta
f. 80.12. 6
--------------------629 ¼ Somano e viiii tagli di sopra f. 605 s. 16 d. 3 larghi di grossi
f. 605.16. 3
...
Da Guliano e Iachopo Salviati e compagni, a dì vii di marzo, a baratto di perle e sete:
15
br. 15 di velluto di grana in dua peli
25
br. 25 di velluto alexandrino in 2 peli
23
br. 23 di velluto tanè in 2 peli
Somano e iii tagli di sopra br. 63 per f. 2 ¼ larghi il braccio,
25 2/3 br. 25 2/3 di domaschino di grana, da’ detti, per f. uno e 1/8 largo il braccio, in
tutto monta
f. 170.12. 6
Da Alfieri Istrinati e per lui da Piero Chorsini, a dì 9 detto, e per danari chontanti:
16 ½ br. 16 ½ di domaschino di grana richo per tutto d’achordo per f. 16 1/3 larghi
f. 16. 6. 8
Da Stefano Boni e [A]lesandro Iachopi e compagni, a dì detto, a barato di riobarbero
e parte sete:
11 1/3 br. 11 1/3 di domaschino tanè apiciolato chon oro
11 1/3 br. 11 1/3 di domaschino verde bruno apiciolato chon oro
11 1/3 br. 11 1/3 di domaschino di grana apiciolato chon oro
In tutto br. 34 per f. 2.11.8 larghi il braccio, monta
f. 87.17. 6
15 1/6 br. 15 1/6 di brochato d’oro apiciolato chon pelo
15 ½ br. 15 ½ di brochato d’oro apiciolato chon pelo
In tutto br. 30 2/3 per f. 4 ½ larghi il braccio, monta
f. 138. –. –
35
br. 35 d’alto e baso chermisi in 2 peli per f. 4 ¼ larghi il braccio,
monta
f. 148.15. –
17 1/3 br. 17 1/3 di raso di grana aluciolato d’oro per f. 2 ¼ larghi il braccio,
monta
f. 39. –. –
10
br. 10 di domaschino apiciolato paonazo di grana a poste d’oro per
f. 2.11.8 larghi il braccio
f. 25.16. 8
20 1/3 br. 20 1/3 di domaschino alexandrino apiciolato chon oro per detto
prezzo, monta
f. 52.10. 7
Somano in tutto le viiii pezze, chome si vede di sopra
f. 491.19. 9
140
140
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Da Iachopo Salviati e compagni, setaiuoli, a dì viiii detto, per tenpo di mesi xv a
pagare 1/6:
51 ½ br. 51 ½ di raso di grana
28 ¼ br. 28 ¼ di raso di grana
44 ½ br. 44 ½ di raso di grana
43 7/8 br. 43 7/8 di raso di grana
56
br. 56 di raso di grana
50
br. 50 di raso di grana
43 ¼ br. 43 ¼ di raso di grana
In tutto montano le vii pezze di raso br. 317 3/8 per f. 1 1/8 larghi il
braccio, montano
f. 357. –.11
40 ¼ br. 40 ¼ di domaschino di grana
26 7/8 br. 26 7/8 di domaschino di grana
26 7/8 br. 26 7/8 di domaschino di grana
46 ¼ br. 46 ¼ di domaschino di grana
40 ½ br. 40 ½ di domaschino di grana
Somano in tutto le v pezze di domaschini, chome si vede, br. 180 ¾ per
f. uno 1/8 largo il braccio
f. 203. 6.10
43 ¼ br. 43 ¼ di velluto di grana in 2 peli per f. uno ¾ larghi il braccio,
monta
f. 75. 13. 9
30 ¼ br. 30 ¼ di velluto chermisi in 2 peli per f. 3 larghi il braccio, monta f. 90. 15. –
42 ½ br. 42 ½ di zetani velutato chermisi per f. tre ½ larghi il braccio,
monta
f. 148. 15. –
28 ¼ br. 28 ¼ d’altebasso chermisi in 2 peli, richo, per f. 4 ½ larghi il
braccio
f. 120. 1. 3
30 ¾ br. 30 ¾ d’apiciolato biancho chon andari d’oro
23 ¼ br. 23 ¼ d’apiciolato biancho chon andari d’oro
24
br. 24 d’apiciolato di grana chon andari d’oro
13
br. 13 d’apiciolato alesandrino chon andari d’oro
11 ¾ br. 11 ¾ d’apiciolato di grana chon andari d’oro
22
br. 22 d’apiciolato di grana chon andari d’oro
Somano e vi tagli br. 124 ¾ per f. 3 ¼ larghi il braccio, monta
f. 405. 8. 9
26 ¾ br. 26 ¾ di raso di grana brochato d’oro
29 ½ br. 29 ½ di raso di grana brochato d’oro
29 ¾ br. 29 ¾ di raso di grana brochato d’oro
15 1/8 br. 15 1/8 di raso di grana brochato d’oro
In tutto pezze iiii br. 101 1/8 per f. 2 ¼ larghi il braccio, monta
f. 227.10. 7
29 ¼ br. 29 ¼ d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari d’oro
15
br. 15 d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari d’oro
In tutto br. 44 ¼ di detto alto e basso per f. iii ¼ larghi il braccio, monta f. 143. 16. 3
----------------------2094 ¼ Somano in tutto e xxviii tagli aùti da’ Salviati, setaiuoli, chome di sopra si
vede, f. 1772. 8. 4 larghi di grossi
f. 1772. 8. 4
Apresso le ispese fatte e prima:
Per chosto di v chasse in che si misono e detti drappi e per portalle
in doana, pagati a’ fachini, in tutto
f.
Per chanavacci e chotone e messi a detto chas[s]e, in tutto, pagati
f.
2. 2. –
5. 7. 1
141
141
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Per incerato messo a dette chasse, in tutto pagati
Per legatura di dette v chasse di drappi pagati a’ leghatori
Per gabella di Firenze, in tutto pagati lb. 396.3.4 piccioli, di grossi
Per vettura di qui a Leccio a Nicholò da Scharlino e Marchetto da
Leccio
Per senseria e nostra provisione, nulla vi si mette
f. 4. 18. 4
f. 1. 8. 1
f. 71. 7. 9
f. 41. 19. 10
f. –. –. –
---------------Somano le ispese fatte, chome di sopra si vede, f. 127 s. 3 d. 1 larghi di grossi
Somono in tutto chosto e spese de’ sopra detti drappi di più sorte, cioè tra tagli
e pezze, in tutto pezze 70, che sono br. 2094 2/5 in circha di drappi istietti e brochati
f. quatromilaciento novantadua s. xvii d. x larghi di grossi e di tanti abiamo debitore
drappi; provedete detto chonto e, stando chome noi, l’achonciate ed esendovi da
dire, per voi o noi, lo dite e choregierassi. Idio vi guardi
f. 127. 3. 1
----------------
f. 4192.17.10
Alamanno e Iacopo Salviati e compagni
a dì xi di marzo 1490
b) Seconda spedizione, estratto-conto datato 21 maggio 1491. I Salviati del banco
compilano il solito estratto-conto contenente i costi e le spese delle sete acquistate. Il totale
ammonta a f. 750.7.1 larghi di grossi. I Salviati setaioli e, in minor misura, i Salviati,
lanaioli, hanno fornito i drappi, che nel complesso sono soltanto una decina e non a caso
sono stati imballati in dua chas[s]etine169:
[21 maggio 1491]
Chopia d’uno chonto mandato Alfieri Istrinati in Levante.
Apresso vi si dirà chonto di chosto e ispese di dua chas[s]etine di drappi di più sorte mandatovi e
achomandate a Riciardo di Francesco del Riccio e netti di spese insino a Leccio e di poi per
chonsegniare a voi o per seguire vostro ordine, chome si vede per llo legaggio mandatovi e alogate
per insino a Leccio al Ciriega, veturale:
Da Iachopo Salviati e compagni, setaiuoli, a dì xviiii di
maggio, per tenpo di mesi xv a pagare di poi ogni mese lo
i/vi:
15
br. quindici di brochato apiciolato di 3 cholori d’oro per f.
iiii larghi il braccio
f. 60. –. –
44 2/3 br. quarantaquatro e ii/iii d’alto e baso di grana in uno pelo
chon andari d’oro in tre tagli per f. iii s. vi d. viii larghi
il braccio, monta
f. 148. 17. 8
28 ¼ br. ventotto e i/iiii di raso di grana brochato per f. ii i/iiii
larghi il braccio, monta
f. 63. 11. 3
169
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 53 v.; a c. 123 r. il legaggio, qui non trascritto.
142
142
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
47 7/8 br. quaranzette e vii/viii di domaschino in 3 tagli: 2 di grana
e uno alexandrino chon andari d’oro, tutti per f. iii i/iiii
larghi il braccio, monta
f. 155. 11. 10
15
br. quindici di domaschino alesandrino ischietto per f. uno
largo il braccio, monta
f. 15. –. –
-------------------------150 4/5 Montono in tutto i sopra detti tagli di drappi br. 150 4/5 che
montono
f. 443. –. 9
30
15
14 ¼
14
14
--------87 ¼
Da Guliano e Iacopo Salviati e chonpagni, lanaiuoli, a
darne loro sete istravai per f. dua di suggello libbra in fra
vii mesi overo danari contanti in fra detto tenpo:
br. trenta d’alto e basso di chermisi per f. iii ii/iii larghi il
braccio, monta
br. quindici d’alto e basso di grana in uno pelo a poste d’oro
per f. ii i/iiii larghi il braccio, monta
br. quatordici e i/iiii d’alto e basso di grana in uno pelo chon
andari d’oro per f. iii larghi il braccio, monta
br. quatordici cho uno pelo cioè brochato apiciolato per f.
iii iii/iiii il braccio
br. quatordici di brochato chon pelo apiciolato per f. iii
iii/iiii larghi il braccio
f. 110. –. –
f. 33. 15. –
f. 42. 15. –
f. 52. 10. –
f. 52. 10. –
----------------
Montono in tutto i sopra detti tagli di drappi br. 87 ¼ che
montano
f. 291. 10. –
Somano i drappi in tutto, chome di sopra si vede
--------------f. 734. 10. 9
Apresso le ispese fatte e prima:
Per chas[s]ette in che si misse detti drappi e porto in doana
Per chanavaccio e incierato e chotone sodo, in tutto
Per legatura a’ legatori di doana, in tutto
Per gabella di Firenze, in tutto
Per vetura da Leccio a qui al Ciriegia, vetturale
Per senseria e nostra provisione nulla vi si mette
Somono le ispese, chome di sopra si vede, in tutto f. 15.16.4 larghi di grossi
f. –. 6. 6
f. 1. –. 6
f. –. 4. 8
f. 10. 8. 3
f. 3. 16. 5
f. –. –. –
---------------f. 15. 16. 4
-----------------
Montono in tutto chosto e ispese, chome di sopra si vede, de’ sudetti drappi f.
750. 7. 1 larghi di grossi e di tanti abiàn debitori drappi di chonto vostro e non altri,
provedetelo e istando bene l’achonciate e avisate. Idio vi guardi
f. 750. 7. 1
c) Terza spedizione, estratto-conto datato 21 ottobre 1491. La procedura non subisce
cambiamenti. I Salviati del banco hanno acquistato 48 pezze per un costo complessivo di f.
1976 larghi di grossi e ora compilano l’estratto-conto destinato ad Alfieri Strinati. I
principali fornitori sono i Salviati, i Del Caccia, i Guicciardini, Stefano Boni e Alessandro
Iacopi, tutti setaioli. I Salviati hanno imballato i drappi in tre casse e in una cassettina che
143
143
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
hanno lasciato Firenze in tempi diversi. La cassettina, ad esempio, era stata affidata a
Bernardo Bonsignori già nel mese di agosto170:
A dì xxi d’ottobre [1491]
Chopia d’uno chonto di tre chasse e una chas[s]etina di drappi mandati a Alfieri Istrinati e dice
chome apresso e prima:
Apresso vi direno chonto di chosto e spese di chasse tre e una chas[s]etina di drappi mandati, che
una chas[s]etta vi si mandò insino di agosto per Bernardo Buonsigniori per via di Leccio e chasse tre
dette di più sorte mandamo per Giovanni Lapacini e a lui achomandate e per via della Velona per
chonsegniare a voi o seguire vostro hordine, chome si vede per lo legagio vi si manda chon questa e
prima:
A dì xxiii d’agosto 1491 da Stefano Boni e [A]lesandro Iachopi e chonpagni,
setaiuoli, per questi drappi aùti da loro per chonto del merchato si fece chon eso loro
a barato di seta istravai per f. 2 1/3 di sugello la libra:
15
br. xv d’alto e basso di grana a poste per f. iii di suggello
braccio, monta
f. 45. –. –
14 1/3 br. xiiii 1/iii d’alto e basso di grana chon andari d’oro per f. iiii
di suggello braccio
f. 57. 6. 8
14 1/8 br. xiiii 1/8 d’alto e basso di grana chon andari per detto pregio f. 56. 10. –
------------------------43 9/20 Somono i sudetti iii tagli di drappi di br. 43 ½ f. 158.16. 8 di
suggello
f. 132. 7. 3
A dì detto da Iachopo Salviati e chonpagni, setaiuoli, per tenpo di mesi xv a pagare
di poi ogni mese il 1/6:
15
br. xv d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari d’oro per f. 3 1/3 larghi
il braccio
f. 50 s. – d. –
E, a dì xvi di settenbre, da Piero Guciardini e chonpagni, setaiuoli, a darne loro
sete per f. 2 ½ di suggello libra:
36 7/8 br. 36 7/8 di domaschino rosso in 2 chamini di grana per f. 1
s. 7 di suggello
f. 49. 15. 7
47 ¾ br. 47 ¾ di velluto pagonazzo di grana in 2 peli per f. 2 s. 2 di
suggello braccio, monta
f. 100. 5. 6
------------------------84 1/8 Somono e ii tagli di sopra br. 48 1/8171 f. 150. 1. 1 di suggello
sono, larghi
f. 125. –. 11
A dì vi d’ottobre, da Michele del Chacia e compagni, setaiuoli, a darne loro sete
istravai per f. 2 ½ di suggello la libra:
170
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 72 r.-73 r. Alla fine di ogni pagina e all’inizio della
successiva il contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo; a c. 227 v. egli ha copiato
il relativo legaggio, qui non trascritto.
171
Evidente lapsus del contabile.
144
144
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
45 ¼
br. xlv ¼ di velluto alto e basso di grana in uno pelo per f. ii ¼ di suggello il
braccio, monta f. 101.16. 3
f. 84. 16. 10
A dì detto, da Francesco Salviati e compagni, tintori d’arte magiore, e per tenpo
di mesi xv a pagare di poi ogni mese 1/6:
42 ¼ br. xlii ¼ di velluto pagonazzo di grana in 2 peli per f. 1 ½
larghi il braccio, monta
f. 63. 7. 6
46 ¼ br. xlvi ¼ di raso rosso di grana isp., per f. 1 largo il braccio,
monta
f. 46. 5. –
------------------------88 ½ Somono e ii tagli di sopra br. 88 ½ f. cviiii s. xii d. vi a oro larghi
f. 109. 12. 6
A dì detto da Pagolantonio e Piero Soderini e compagni, a baratto di sete istravai,
per f. ii ½ a oro di suggello la libra:
15 ½ br. xv 1/2 di raso rosso di grana
28 ½ br. xxviii ½ di detto raso
In tutto br. 44 per f. 1. 7 di suggello il braccio, monta
f. 59. 8. –
15
br. xv di velluto di grana in ii peli per f. 2 ¼ di suggello braccio,
monta
f. 33. 15. –
16 ¾ br. xvi ¾ di velluto di grana in [2] peli per f. 2 ¼ di suggello
braccio, monta
f. 37. 13. 9
15
br. xv di raso di grana per f. 1. 7 di suggello braccio, monta f. 20. 5. –
------------------------90 ¾ Somono e v tagli di sopra br. 90 ¾ f. 151. 1. 9 di suggello, sono larghi
f. 125. 18. 2
Da Stefano Boni e [A]lesandro Iachopi e chompagni, per resto del merchato fatto
chon eso loro sino di febraio, per resto di che àno avere sete istravai per f. 2 1/3 di
suggello libra a nostro piacimento. A dì vii detto:
14 ½ br. xiiii ½ d’alto e basso a poste d’oro in uno pelo di grana per
f. 2 ½ larghi il braccio
f. 36. 5. –
14 1/3 br. xiiii 1/3 d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari a
poste d’oro f. 3 1/3 larghi il braccio, monta
f. 47. 15. 6
14
br. xiiii d’alto e basso di grana in uno pelo chon andari a poste
per detto pregio
f. 46. 13. 4
------------------------42 4/5 Somono e iii tagli di sopra br. 42 4/5 f. 130.13.10 larghi di grossi
f. 130. 13. 10
A dì xi detto da Iachopo Salviati e compagni, setaiuoli, per tenpo di mesi xviii a
pagare di poi ogni mese il 1/6 e volendone dare loro sete pe’ pregi varà per il tenpo
faremo loro debito sieno tenuti a pigliare a nostro piacimento:
16
br. xvi di domaschino verde bruno a poste d’oro
26
br. xxvi di domaschino pagonazzo di grana a poste d’oro
7
br. vii di domaschino di grana rosso a poste d’oro
--------49
In tutto br. xlviiii di detti domaschini a poste per f. ii larghi il
braccio, monta
f. 98. –. –
--------25
br. xxv di velluto di grana rosso in 2 peli per f. 1 ¾ larghi il
braccio, monta
f. 43. 15. –
145
145
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
15
--------48
20 1/3
26 ¼
15 ¾
33 ¾
29 ¾
--------173 ¾
--------56
51
43 ½
44 ¼
50
40 ½
--------285 ¼
br. xv di velluto tanè in 2 peli per f. 1 ½ larghi il braccio, monta f. 22. 10. –
br. xlviii di velluto vermiglio in uno pelo chol filo adosso
br. xx 1/3 di velluto vermiglio in uno pelo
br. xxvi 1/4 di velluto verde in uno pelo
br. xv ¾ di velluto vermiglio in uno pelo
br. xxxiii 3/4 di velluto alesandrino in uno pelo
br. xxviiii ¾ di velluto alesandrino in uno pelo
In tutto br. clxxiii 3/4 di veluti per f. 1 s. 1 larghi il braccio,
monta
f. 182. 8. 9
br. lvi di domaschino di grana cho ritto di sotto
br. li di detto domaschino di grana
br. xliii i/ii di detto domaschino di grana
br. xliiii i/iiii di raso rosso di grana
br. L di detto raso rosso di grana
br. xl ½ di detto raso di grana
In tutto br. clxxxv172 1/4 di detti domaschini e rasi per f. 1 1/8
larghi il braccio, monta
f. 320. 18. 1
--------16
br. xvi di domaschino alesandrino per f. 1 largo il braccio,
monta
51 ½ br. li ½ di domaschino tanè in 2 chamini per f. 1 largo il
braccio, monta
14 7/8 br. xiiii 7/8 d’alto e basso verde e rosso chon andari a poste per
f. 3 1/3 larghi il braccio
15
br. xv di velluto di grana in 2 peli per f. 1 ¾ largho il braccio,
monta
27 3/4 br. xxvii ¾ di velluto verde in 2 peli per f. 1 ½ largo il braccio,
monta
24
br. xxiiii di velluto nero in 2 peli per detto pregio, monta
48 ½ br. xlviii ½ di domaschino verde in 2 camini per f. 1 largo il
braccio, monta
f. 16. –. –
f. 51. 10. –
f. 49. 11. 8
f. 26. 5. –
f. 41. 12. 6
f. 36. –. –
f. 48. 10. –
---------------
Somono e 24 tagli di sopra br. 745 5/8 per f. 937. 1 larghi di
grossi
A dì xii d’ottobre da Giuliano e Iacopo Salviati e chonpagni, lanaioli, per tenpo di
mesi xv:
12
br. xii di domaschino in 2 chamini di grana a poste d’oro
12
br. xii di domaschino rosso di grana a poste d’oro
16
br. xvi di domaschino rosso di grana in 2 chamini a poste d’oro
11 ¾ br. xi ¾ di domaschino alessandrino in 2 chamini a poste d’oro
172
Lapsus del contabile.
146
146
f. 937. 1. –
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Somono e sopra detti iiii tagli br. 51 ¾ per f. ii larghi il braccio,
l’uno per l’altro
f. 103. 10. –
A dì detto da Piero Guciardini e compagni, setaiuoli, a baratto di sete:
63 ½ br. lxiii ½ di raso di grana per f. uno 1/8 largo il braccio, monta f. 71. 8. 9
25 ½ br. xxv ½ di raso pagonazzo di grana per f. 1 1/8 largo il
braccio, monta
f. 28. 13. 9
15
br. xv di velluto di grana in 2 peli per f. 2 ¼ larghi il braccio
monta
f. 33. 15. –
--------------Somono e sopra detti iii tagli br. 104 f. 133.17. 6 larghi di
grossi
f. 133. 17. 6
-----------------
Montono in tutto i detti drappi, chome di sopra si vede, f. mille novecento
trentadua e s. xviii larghi di grossi, di che s’abatte f. 1 ½ largo per br. 1 ½ di raso
rosso di grana ci fano buono i Salviati, tintori, per rifacimento d’una pezza di detto
raso datoci per br. 46 ¼ che non fu che br. 44 3/4, chome vedete per i[l] legaggio, che
in tutto monta il primo chosto
f. 1931. 8. –
Apresso le ispese fatte e prima:
Per ispese fatte a una chas[s]etina di iiii tagli mandata per Bernardo
Buonsigniori più fa e gabella in tutto ispaciata di Firenze
Per chosto di iii chasse e porto in doana in tutto lb. 5.12.8 piccioli,
vagliono
Per br. 44 di chanavacio lb 9. 18 e per libbre 25 di chotone lb. 10 in
tutto lb. 19.18, vagliono
Per br. 17 d’incerato a s. x piccioli il braccio, monta lb. 8 ½ piccioli,
vagliono
Per legatura a’ legatori di doana lb. 3 s. 3 piccioli, vagliono
Per gabella di Firenze pagata in tutto lb. 102.4.4, di grossi vagliono
Per vettura di qui a Leccio a Marchetto, vetturale, duc. 16 larghi d’oro
in oro, in tutto
Per senseria, nostra provisione nulla vi si mette
f.
2. 3. 8
f.
–. 19. 2
f.
3. 9. –
f. 1. 9. 2
f. –. 11. 6
f. 18. 9. 6
f. 17. 10. –
f. –. –. –
-----------------
Somono le ispese, chome si vede di sopra, f. xliiii s. xii larghi di
grossi
f. 44. 12. –
-----------------
Monta chosto e spese de’ sudetti drappi, chome partichularmente di sopra si vede,
f. mille novecento setanzei larghi di grossi e di tanti abiàn debitore drappi mandati;
provedetelo ed esendo da dire, per voi o noi, lo dite, che si choregierà. Idio vi guardi f. 1976. –. –
d) Quarta spedizione, estratto-conto datato 10 dicembre 1491. I Salviati del banco hanno
inviato ad Alfieri Strinati un quantitativo ridotto di sete: 18 pezze, per un totale (primo costo
e spese) di f. 546 larghi di grossi, imballate in un’unica cassa. I fornitori sono i Salviati,
setaioli, e i Salviati, lanaioli173:
173
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
147
147
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A dì 10 di dicenbre [1491]
Chopia d’uno chonto di una chassa di drappi mandata in Levante a Alfieri Istrinati e dice chome
apresso e prima:
Apresso vi direno chonto di chasse una di drappi mandata per via di Leccio e achomandata a
Gieremia Ataviani [. . .] per chonsegniare a voi o chi per voi vi fussi e per seguire vostro hordine e
chome vedete per i[l] legagio vi si manda chon questa e apresso chosto e spe[se] e prima:
A dì vii di dicenbre da Iachopo Salviati e chonpagni, setaiuoli, per tenpo di mesi
xviii a pagare di poi ogni mese 1/6:
15
br. xv d’alto e basso rosso e verde chon andari d’oro per f. 3
1/3 larghi il braccio
f. 50. –. –
29 1/3 br. xxviiii i/iii di velluto di grana in ii peli per f. 1 ¾ larghi il
braccio
f. 51. 6. 8
14 7/8 br. xiiii vii/viiii di velluto di grana in ii peli per f. 1 3/4 larghi
il braccio
f. 26. –. 8
15
br. xv di velluto di grana in uno pelo chol filo adosso
15
br. xv di velluto di grana in uno pelo chol filo adosso
In tutto br. 30 per f. 1 ¼
f. 37. 10. –
11 7/8 br. xi 7/8 di domaschino rosso a poste d’oro di grana
11 2/3 br. xi 2/3 di domaschino alexandrino a poste d’oro
12
br. xii di domaschino di grana a poste d’oro
12 1/8 br. xii 1/8 di domaschino di grana a poste d’oro
12
br. xii di domaschino di grana a poste d’oro
In tutto br. 59 2/3 per f. ii larghi il braccio
f. 119. 6. 8
35 ½ br. xxxv i/ii di velluto tanè in uno pelo per f. 1 s. ii larghi il
braccio, monta
f. 39. 1. –
12 ¼ br. xii i/iiii di velluto verde in ii peli per f. 1 ½ larghi il braccio f. 18. 7. 6
9 7/8 br. viiii 7/8 di domaschino pagonazzo chon andari d’oro per f.
iii larghi braccio
f. 29. 12. 6
--------------Somano in tutto e xiii tagli di sopra br. ccvi i/ii, che montano
f. 371. 5. –
A dì viii detto da Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaiuoli, per tenpo
di mesi xviii a pagare di poi ogni mese il 1/6:
11 ½ br xi ½ di domaschino alesandrino a poste d’oro
12
br. xii di domaschino di grana a poste d’oro
12 ¼ br. xii ¼ di domaschino di grana a poste d’oro
27 2/3 br. xxvii 2/3 di domaschino di grana a poste d’oro
In tutto br. lxiii 2/5 per f. ii larghi il braccio
f. 126. 16. –
14 2/3 br. xiiii 2/3 d’alto e basso di grana a poste d’oro in uno pelo
per f. 2 ½ larghi il braccio
f. 36. 13. 4
---------------
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 79 v.; a c. 230 r. è stato copiato il relativo legaggio, qui
non trascritto.
148
148
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Somano in tutto e v tagli di sopra br. lxxviii 1/12, che montono
Montono in tutto e detti drappi, chome di sopra si vede, f.
cinqueciento trentaquatro s. xiiii d. iiii larghi di grossi per il primo
chosto
f.
f. 163. 9. 4
-----------------
–. –. – f. 534. 14. 4
Apresso ispese fatte e prima:
Per gabella di Firenze pagata a Tomaso Chapponi, kamerlengo, lb. 21.5
di moneta nuova a lb. 4.11 4 per fiorino
f. 4. 13. 1
Per la chas[s]etta s. xxxv, per libbre viii di chotone lb. 4 s. 4, per br. 7
di incerato lb. 3.10, per braccia 6 ¾ di chanavaccio s. 27 e per
legatura lb. 1.4, in tutto lb. 12 piccioli, vagliono
f. 2. 1. 7
Per vetura a Nardo di Lonbardazzo, vetturale, per di qui a Leccio, in
tutto
f. 4. 11. –
--------------Monta in tutto le ispese, chome si vede di sopra, f. xi s. v d. viii
larghi di grossi
f. –
f. 11. 5. 8
---------------Somma in tutto chosto e spese, chome si vede nello presente chonto
di f. cinquecento quaranzei larghi di grossi e di tanti abiàn debitori
drappi mandati; provedetelo e trovando gusto, chome noi, l’achonciate
ed esendo erore, lo dite e si choregierà. Idio vi guardi
f.
f. 546. –. –
e) Quinta spedizione, estratto-conto datato 28 giugno 1492. I Salviati, setaioli, hanno fornito
circa la metà dei 44 tagli acquistati; seguono i Salviati, lanaioli, gli Eredi di Berto Tieri e i
Calcagni. Il costo complessivo ammonta a f. 1647.15 larghi di grossi. I drappi sono stati
imballati in due casse174:
[28 giugno 1492]
Chopia d’uno chonto di chosto e spese di chasse ii di drappi mandamo in Levante a Alfieri Istrinati
e dicie chome apresso e prima:
Apresso vi direno chonto di chosto e spese di chasse ii di drappi mandati per via di Leccio e per
Giramonte Ridolfi per chonsegniare a voi o per chi voi fussi per seghuire vostro hordine, chome per
lo leghaggio vi mandiano chon questo:
A dì ii di gugnio da rede di Berto Tieri e compagni, setaiuoli, a darne loro sete
istravai fra 6 mesi per f. 2 larghi la libbra:
xxxvii br. di raso rosso di grana
xvii br. di raso rosso di grana
l i/iiii br. di raso rosso di grana
xxxi br. di raso rosso di grana
174
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 100 v., 101 r. Alla fine di c. 100v. e all’inizio di c. 101
r. il contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo; a c. 236 r. ha copiato il relativo
legaggio, qui non trascritto.
149
149
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
xvii i/iiii br. di domaschino rosso di grana in ii chamini
In tutto sono e detti 5 tagli br. clii i/ii tra rasi e domaschini, tutti l’uno per l’altro,
per f. 1 1/8 larghi il braccio di che se n’à a dare loro uno fardello di seta per f. ii larghi
libbra e del resto che monta detto fardello n’àno a dare drappi simili fra ii mesi
f. 171. 11. 3
A dì xv di gugnio da Nicholò Chalchagni e chonpagni, setaiuoli, a darnne loro
uno fardello di seta nel modo di sopra a darne drappi:
xxx iiii i/iiii br. di veluto di grana in ii peli
xiiii i/ii br. di veluto simile
xxxiiii i/iiii br. di veluto paghonazzo in ii peli
In tutto sono e 3 tagli br. lxxxiii per f. 2 ¼ di suggello il braccio montono in tutto
f. clxxxvi s. xv a oro di suggello, sono larghi
f. 155. 12. 6
A dì xxvi di gugnio da Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaiuoli, per
tenpo di mesi viii a pagare di poi ogni mese il i/iiii:
xiiii i/ii br. d’alto e basso di grana in uno pelo a poste d’oro per f. 2 ¼
larghi il braccio
f. 32. 12. 6
xi i/ii br. di domaschino alesandrino a poste d’oro
xii i/iiii br. di domaschino simile
x br. di domaschino simile
xi i/iiii br. di domaschino verde bruno simile
xxiii iii/iiii br. di domaschino di grana simile
Sono e detti 5 tagli di domaschini a poste d’oro br. 68 ¾ per f. ii i/iiii
a oro di suggello braccio, monta f. cliiii s. xiii d. viiii a oro di suggello,
vagliono a fiorini larghi
f. 128. 18. 1
xiii iii/iiii br. di raso rosso di grana simile
xviiii i/iiii br. di raso simile
xv br. di raso simile
xviiii i/iii br. di raso simile
Somono in tutto e 4 tagli di raso rosso br. lxvii i/iii per f. uno largo
di grossi il braccio montano f. lxvii. 6. 8 larghi di grossi
f. 67. 6. 8
--------------In tutto somano e x tagli di drappi, chome di sopra si vede, br. 105 2/3 che
montano f. ccxxviii s. xvii d. iii larghi di grossi
f. 228. 17. 3
A dì xxvi detto da Francesco Salviati e chonpagni, tintori, per danari contanti:
xviii iii/v
br. xviii iii/v di domaschino di grana rosso per tutto d’acchordo per
f. xviiii larghi f. 19
f.
A dì xxvii di giugno da Iacopo Salviati e chonpagni, setaiuoli, per tenpo di mexi
xviii a paghare di poi ogni mexe 1/6:
xxxiiii i/iiii br. xxxiii [i/iiii] di raso di grana rosso
L
br. L di raso simile
xlvii i/iiii
br. xlvii i/iiii di raso simile
xiiii 7/8
br. xiiii 7/8 di raso simile
lii
br. lii di raso simile
L i/ii
br. L i/ii di domaschino di grana
xlvii i/ii
br. xlvii i/ii di domaschino simile
lvi i/iiii
br. lvi i/iiii di domasco simile
150
150
19. –. –
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
xxvii i/ii
di domascho simile
Sommono in tutto e viiii di rasi e domaschini br. ccclxxx 1/8 a f. 1
1/8 larghi il braccio
f. 427. 12. 9
br. xxxviiii i/ii di raso pagonazzo di grana
xlviiii
br. xlviiii di raso simile
xlvii i/ii
br. xlvii i/ii di domaschino pagonazzo di grana
xxxviii i/ii br. xxxviii i/ii di domaschino simile
xv i/iii
br. xv i/iii di raso allexandrino
xiii i/ii
br. xiii i/ii di domascho allexandrino
Somono in tutto e vi tagli di rasi e domaschini br. ciii175 i/iii per [f.]
uno largo braccio
f. 203. 6. 8
xxxiii iii/iiii br. xxxiii iii/iiii di veluto di grana in u[no] pelo
xiiii i/iiii
br. xiiii i/iiii di veluto simile
xii i/ii
br. xii i/ii di veluto simile
Somono in tutto e detti iii tagli di veluti br. lx i/ii per f. uno s. iii d.
iiii larghi braccio
f. 70. 11. 8
xxiii iii/iiii br. xxiii iii/iiii di domascho di grana a poste d’oro
xxiii i/iiii
br. xxiii i/iiii di domascho di grana a poste d’oro
Somono in tutto e dua tagli br. xlvii per f. dua larghi il braccio,
monta
f. 94. –. –
xxviiii i/ii br. xxviiii i/ii d’altebasso di grana a pigne d’oro per f.
iii i/ii di suggello braccio, vagliono
f. 81. 18. 10
xv vii/viii br. xv vii/viii di raso paghonazzo chon andari d’oro per f.
dua i/ii il braccio, monta
f. 39. 13. 9
xv
br. xv d’altebasso di grana rosso e verde a poste d’oro
xiiii
br. xiiii d’altebasso simile
Somono e ii tagli di sopra d’altebasso di grana a poste d’oro br.
xxviiii per f. iiii larghi braccio, monta f. cxvi larghi di grossi
f. 116. –. –
--------------Sommono e tagli xxiiii di sopra br. 765 1/3 che montono in tutto
f. 1033. 3. 8
----------------Montorono, cioè montono in tutto e tagli xliii di più ragioni drappi, chome di sopra
si vede, br. mclxxi, ch’è diverxi pregi, chome si dichiara nello presente chonto,
montono f. mdcviii s. iiii d. viii larghi di grossi
f. 1608. 4. 8
Apresso le spexe fatte e prima176
...
Somono le spexe, chome di sopra si vede, f. xxxviiii s. x d. iiii larghi di grossi
f. 39. 10. 4
1647.15.0 ----------------Monta chosto e spexe de’ sopra detti drappi f. mdcxlvii s. xv d. – larghi di grossi
e di tanti abiamo debitore drappi; provedetelo e, stando bene chome noi, achonciate.
Iddio vi ghuardi.
f. 1647. 15. –
175
Così il ms., ma si legga cciii.
Scarso interesse presentano in questo caso gli oneri accessori (imballaggio, gabella di Firenze,
trasporto terrestre sino a Leccio, ecc.) in quanto alcune voci riguardano non solo i drappi di seta ma
anche panni di lana e la loro imputazione non è sicura.
176
151
151
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
f) Sesta spedizione, estratto-conto datato 16 ottobre 1492. È una partita consistente: 55
pezze, destinate ad essere imballate in quattro casse, numerate 41-44. Il primo costo
ammonta a f. 2916.19.5, che con le spese sale a f. 2973.17.4 larghi di grossi. Come già si è
verificato negli estratti-conto relativi alle precedenti cinque spedizioni, anche questo inizia
con l’elenco dettagliato delle sete e termina con le varie spese che si sono dovute pagare in
Italia: imballaggio, gabella all’uscita da Firenze e spedizione a Lecce, affidata a un certo
Marchetto da Lecce. La gabella costituisce sempre l’onere più rilevante, superiore al
trasporto in Puglia. In una di queste casse i Salviati hanno imballato sei drappi appartenenti
a Priore Strinati, fratello di Alfieri: le sete viaggiano insieme ma da un punto di vista
contabile la separazione è netta e l’imputazione dei costi ai rispettivi proprietari non crea
problemi. Questa sesta spedizione si arricchisce di una fonte particolare, vale a dire i libri
contabili tenuti a Pera da Giovanni Salviati, una figura di secondo piano appartenente a un
ramo collaterale della famiglia, che trascorse alcuni anni nella capitale turca, dove morì nel
novembre 1493177. Giovanni Salviati seguì da vicino questa operazione e in un suo libro
contabile copiò i documenti ricevuti da Firenze, ovvero l’estratto-conto di costi e spese e
l’annesso legaggio, entrambi relativi alle quattro casse numerate 41-44178. Accanto a questi
dati, che costituiscono delle semplici copie, Giovanni Salviati descrisse anche tutte le spese
sostenute da un garzone, un certo Dimitri, che accompagnò le casse da Lecce a Pera, via
Kastoria e Adrianopoli179.
I Salviati di Firenze hanno dunque compilato un estratto-conto di costi e spese
relativo alle sete acquistate e pronte per la spedizione. La maggior parte dei drappi
proviene dal setificio dei Salviati; seguono a distanza gli Eredi di Berto Tieri, i Buti e
i Calcagni, tutti setaioli180:
Mcccclxxxxii
A dì xvi d’ottobre
Copia d’uno conto di chaxe iiii di drapi mandate i[n] Levante Alfieri Strinati, che dicie chome
aprexo e prima:
Aprexo vi direno conto di chosto e spexe di chaxe iiii di drapi mandate per via di Lecio adiritte a
Bartolomeo Davanzati o chi fusi per voy e per seghuire vostro hordine, come per lo leghagio vi
mandiano chon questa. Che Dio per tutto l’achonpagni e faci salvi.
177
Non la data esatta ma alcuni particolari che circondarono la sua morte compaiono in varie fonti; si
veda I. Houssaye Michienzi, Les milieux d’affaires florentins, le commerce des draps et les marchés
ottomans à la fin du XVe et au début du XVIe siècle, «Mélanges de l’Ecole française de Rome –
Moyen Age», 127, 2 (2015), pp. 424, 432.
178
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in
Costantinopoli, cc. 96 d.-98 s. (copia, disordinata, del legaggio) e, alle cc. 101 d.-102 d., copia, fedele,
dell’estratto-conto.
179
Di nuovo i costi accessori presentano un interesse limitato in quanto non riguardano
esclusivamente le 4 casse di drappi ma anche le 42 balle di panni di lana che i Salviati di Firenze
avevano contemporaneamente spedito a Pera.
180
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 114 r. e v. Alla fine di c. 114 r. e all’inizio di c. 114 v. il
contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo; a c. 240 r. ha copiato il relativo
legaggio, qui non trascritto.
152
152
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
A dì x d’ottobre da rede di Berto Tieri e compagni, setaioli, a darne loro seta
stravai per f. dua larghi libra in fra 6 mexi:
47 ¼ br. 47 ¼ di raxo roso di grana
42
br. 42 di detto raxo di grana
49 ¾ br. 49 3/4 di deto raso di grana
47
br. 47 di detto raso di grana
29 ¾ br. 29 ¾ di raxo simile
46 ¾ br. 46 ¾ di deto raxo di grana
In tutto sono le dete peze 6 di raxi braccia cclv ½181 di deto raxo di grana per f.
1. 2. 6 larghi il bracio di che n’àno avere sete istravai, chome di sopra si dice,
montano
f. 287. 8. 9
A dì x d’ottobre da Bonaiuto Buti e compagni, setaioli, di che n’àno avere sete
per f. ii libbra:
50 ¾ br. 50 ¾ di raxo roso di grana
50 ½ br 50 ½ di raxo simile
50 ¼ br. 50 ¼ di raxo detto
51
br. 51 di raxo simille
Sommano e iiii tagli, chome si vede, br. 202 ½ per f. 1 1/8 largo il
bracio, di che àno avere seta, monta
f. 227. 16. 3
15 ½ br. 15 ½ di velluto di grana in 2 pelli
15 ½ br. 15 ½ di velluto di grana in 2 pelli
15 ½ br. 15 ½ di velluto di grana in 2 pelli
Somono in tutto e iii tagli, chome si vede, br. 46 ½ di velluto di
grana in 2 peli per f. 2 ¼ di suggello il bracio, vagliono a f. larghi
f. 87. 3. 9
--------------In tutto sono e vii tagli br. 249 che montono, come di sopra
f. 315. –. –
A dì x d’ottobre da Aver[ar]do e Giovanni Salviati e compagni, lanaiuoli, per
tenpo di mexi xiiii a pagare di poi ongni mexe il 1/6:
49 ½ br. 49 ½ di raxo di grana per f. 1 1/8 il bracio, largo, montta in tutto
f.
55. 13. 9
A dì xiii deto da Nicholò Chalchangni e compagni, setaioli, di che àno avere sete
per f. ii larghi libra:
29 ½ br. xxviiii i/ii d’alto e baxo di grana in uno pelo
14 ¾ br. 14 ¾ d’alto e baxo simile
15
br. 15 d’alto e baxo di grana simile
14 ½ br. 14 ½ d’alto e baxo simile
14
br. 14 d’alto e baxo simile
181
Le inesattezze da parte dei contabili nel ricopiare i documenti non sono rare. Così, ad esempio, la
lunghezza complessiva e il costo totale di questi sei drappi (f. 287.6.9) sono esatti, mentre non lo sono
le singole lunghezze. Nel caso in esame disponiamo di altre testimonianze relative alla stessa
fornitura: il già menzionato legaggio compilato dai Salviati del banco (Pisa, SNS, Salviati, Classe I,
363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del
banco, c. 240 r.) e la copia redatta da Giovanni Salviati a Costantinopoli al momento dell’arrivo della
merce (Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in
Costantinopoli, c. 101 r.). Tenuto conto che la lunghezza complessiva è di br. 255 ½, dalla collazione
delle varie fonti emerge che le misure dei sei drappi dovevano essere le seguenti: br. 45 ¼, 42, 44 ¾,
47, 29 ¾ e 46 ¾.
153
153
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
14 ½ br. 14 ½ d’alto e baxo simille
In tutto monta e 6 tagli d’alto e baxo br. 102 ¼ per f. ii s. ii a oro
di suggello il braccio, monta
f. 214. 14. 6
28 ¾ br. 28 ¾ di velluto di grana in 2 pelli per f. ii i/iiii di suggello
il bracio, montta
f. 64. 13. 9
52 ½ br. 52 ½ di raxo alesandrino per f. uno largo il braco, sono di
suggello
f. 63. –. –
--------------In tutto sono li viii tagli di sopra br. 183 ½ che montono, chome si vede, f. 343.
8. 3 di suggello che vagliono a f. largo
f. 285. 6. 11
A dì xvi d’ottobre da Iacopo Salviati e compagni, setaioli, per tenpo di mexi
xviii a pagare di poi ongni mexe il 1/6:
29 ¾ br. 29 ¾ di zetani vellutato di grana in 2 pelly
29 ¼ br. 29 ¼ di zetani simile
28 ¼ br. 28 ¼ di zetani simile
15 1/6 br. 15 1/6 di zetani simile
14 7/8 br.14 7/8 di zetani simile
29 ¾ br. 29 ¾ di zetani simile
br. 14 7/8 di veluto di grana in 2 pelly
br. 14 2/3 di veluto simile
br. 12 ½ di veluto simile
br. 28 1/6 di veluto simile
br. 29 ¼ di zetani vellutato simile
br. 29 di zetani vellutato simile
In tutto sono e xii tagly di zetani e veluti br. 275 ½ per f. 2 ¼ di
suggello il braco, montono
f. 619. 17. 6
56
br. 56 di raxo di grana
45 ¼ br. 45 ¼ di raxo di grana
47
br. 47 di raso simile
60 ¾ br. 60 ¾ di raxo di grana
46 ½ br. 46 ½ di raxo simile
49 ¼ br. 49 ¼ di raxo simile
13 1/3 br. 13 1/3 di domaschino di grana
In tutto sono e vii tagli di raxi e domaschini di grana br. cccxviii
per f. 1.7 di suggello il braco, monta f. ccccxxviiii s. vi a oro di
suggello
f. 429. 6. –
41 7/8 br. 41 7/8 di raxo paghonazo di grana
53 ¾ br. 53 ¾ di domasco alesandrino
15 2/3 br. 15 2/3 di domascho verde
48 ¼ br. 48 ¼ di domasco simile
39 ¾ br. 39 ¾ di domasco alesandrino
14
br. 14 di domasco paonazzo di grana
In tutto sono e vi tagli di domasco e raso br. ccxiii i/iiii per f. 1 1/5
f. 255. 18. –
di suggello il bracio, montono f. 255.18 a oro di suggello
30
br. 30 d’alto e baxo di grana brochato d’oro
29 2/3 br. 29 2/3 d’alto e baxo simile
15
br. 15 d’alto e baxo simile
154
154
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
In tutto sono e iii tagli di brochato d’oro br. 74 2/3 per f. viii ¾ di
suggello il bracio, montono
15
br. 15 di raxo paghonazo di grana con andari d’oro per f. iii di
suggello il bracio, monta
29 ¾ br. 29 ¾ d’alto e baxo di grana in uno pelo a poste d’oro per
f. iii i/iii di suggello braco, monta
15
br. 15 d’alto e baxo di grana e verde con andari d’oro per f.
iiii di suggello bracio, monta
29
br. 29 d’alto e baxo di grana in 2 pelly
29 ¾ br. 29 ¾ d’alto e baxo simile
In tutto br. 58 ¾ per f. iii 1/2 di suggello il bracio, monta
f. 653. 6. 8
f. 45. –. –
f. 99. 3. 4
f. 60. –. –
f. 205. 12. 6
---------------
Somono in tutto e drapi avuti da’ Salviati di sopra f. 2368.4 di
suggello che vagliono a fiorini larghi
f.
–
f. 1973. 10. –
------------------
Montano in tutto e drapi del prexente conto, coè il primo costo,
chome si vede, f. 2916.19.5 larghi di grossi
f.
–
f. 2916. 19. 5
Aprexo le spexe fate e prima182:
Per iiii chasse abattuto l’1/8 per Priore Strinati f. 1.1.10 larghi di grossi
Per cotone nula si mette, che s’è tolto del nostro, solo si mette la
battitura
Per incerato canne 9 ½ f. 3.4.6 di grossi abattuto l’1/8 di Priore
Per chanavacio br. 70 a s. 4 ½ il bracio lb 15.15 abatesene l’1/8 per
Priore
Per leghatura a’ leghatori lb. 5 piccioli abatesene l’1/8 per Priore
Per ghabela di Firenze lb. 128.5.8 di moneta nuova abatesene l’1/8
tocha a Priore, in tutto
Per vettura da qui a Lecio per libbre 454 a s. 7 piccioli libra lb. 158.18
monta f. 26.18.10 di che s’abate lo 1/8 atiene a Priore
Per fune per amagliare e panni e drapi pagati a Marchetto da Lecio
Montono, come si vede, le spexe, f. lvi s. xvii d. xi di grossi
Monta costo e spexe, chome di sopra di vede, de’ sudetti drapi f.
2973.17.4 di grossi e di tanti abiamo debitori drapi; provedetelo e,
trovandolo gusto chome noi, l’achonciate ed esendovi da dire, per voy
o noy, lo dite. Idio vi guardi. Per
f. –. 19.
1
f. –. 4. –
f. 2. 16. 5
f. 2. 6. 11
f. –. 14. 10
f. 25. 3. 6
f. 23. 11. 4
f. 1. 1. 10
--------------f.
56. 17. 11
------------------
f. 2973. 17. 4
g) Questa seconda, grande, incetta si avvia ormai al termine. I Salviati del banco effettuano
ancora tre acquisti presso i soliti fornitori: le compagnie di Bonaiuto Buti e di Iacopo
Salviati, entrambe botteghe di arte della seta, e i Salviati, lanaioli, come risulta dai libri
dell’analisi dei Salviati del banco183:
182
Nel calcolo delle spese il contabile dei Salviati ha giustamente detratto la quota (fissata in 1/8) a
carico di Priore Strinati.
183
Le segnature delle tre registrazioni sono rispettivamente le seguenti: Pisa, SNS, Salviati, Classe I,
363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del
155
155
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A dì primo di diciembre [1492]
Da Bonaiuto Buti e conpagni, setaiuoli, per questi drappi a piè aùti
da loro per chonto d’uno merchato fato con eso loro più dì fa, di che fu
sensale Andrea dello Alegretto, è per conto della incieta di Levante a
chomune con Alfieri Istrinati e altri:
br. xvi di velluto di grana in 2 peli
br. xv i/ii di velluto di grana simile
br. xiiii iii/iiii di velluto simile
In tutto sono e iii tagli br. xlvi i/iiii di detti veluti per f. ii i/iiii a oro
di suggello il braccio, monta
f. 104. 1. 3 f. 86 s. 14 d. 4
...
[24 marzo 1494]
Da Iachopo Salviati e chonpagni, settaioli, di ragione nuova, al
chonto di robe, per questi drapy aùto da loro per nostro chonto, Alfiery
Strinati e altri, li quali per noy chonsegnarono a Giovan Francesco
Santoni e Ganozo Marany (sic) e prima:
libbre iiii once v ½ di tafettà changante per f. iiii di suggello libbra,
montano
br. 33 ½ di domaschino nero chol rit[t]o di sotto per f. uno s. ii d. vi di
suggello il braccio, monta
br. 27 ½ di raxo alesandrino sp. per f. uno 1/8 di suggello braccio,
montano
br. 35 ¾ di raxo nero spagnolo per detto pregio, montano
br. 4 1/6 di raxo verde spagnolo per detto pregio, montono
br. 14 ½ di raxo tanè spagnolo per detto pregio, montono
f. 17. 16. 8
f. 37. 13. 9
f. 30. 18. 9
f. 40. 4. 3
f. 4. 13. 9
f. 16. 6. 3
-------------f. 147. 13. 5
Montano e sopra detti drapy, chome di sopra si vede, f. cxlvii s. xiii
d. v di suggello aùti da loro fino a dì xviiii dito per detti pregy e per
tempo di mexi xvi per chontro di drapy aùti per noy da la ragione
vecchia, vagliono a fiorini larghi
f. 147. 13. 5 f. 123.
Da Averardo e Giovani Salviati e chonpagni, lanaioly, per questi
drapy aùti da loro per notro chonto, Alfiery Strinati e altri e per tempo
di mexi xv e prima:
br. xv ½ di raxo rosso aùto da loro per tenpo di mexi xv per resto e
d’achordo
f. –
f. 17.
...
1.
2
–.
–
banco, c. 120 r. (Buti); Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 369, Giornale e ricordanze di Alamanno di
Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 12 r. (Salviati, setaioli, e Salviati,
lanaioli). Le sete del Buti devono essere ricordate in quanto i Salviati addebitano il relativo costo nel
conto Drappi (Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 364, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e
Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 218 s.), ma successivamente, resisi conto che
quelle sete non sono destinate a Pera, compongono una registrazione di segno opposto, sempre nel
conto Drappi (364, c. 218 d.). In breve, il totale del conto risulta gonfiato artificiosamente.
156
156
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
h) Con l’acquisto di quest’ultima pezza di raso rosso i Salviati hanno concluso una
campagna di acquisti imponente: circa 250 drappi per una lunghezza complessiva di br.
6834, vale a dire 4 km circa184. L’investimento, enorme, ha superato i f. 12000 larghi di
grossi.
A Costantinopoli, nel frattempo, Alfieri Strinati aveva curato le vendite e il 31
luglio 1494 compilò per i Salviati un estratto-conto di netto ricavo contenente i nomi
di tutti i compratori e le spese accessorie sostenute a Pera. Tra il 18 e il 22 agosto 1494
i Salviati del banco lo copiarono nelle loro Ricordanze. Le vendite furono 123 e il
documento è di una lunghezza spropositata. Numerosi i mercanti ebrei, una ventina i
non meglio definiti amici, molti i bascià, e poi alcuni fiorentini, tra i quali Antonio de’
Pazzi, Battista da Panzano, Giorgio Bartoli e il veneziano Andrea Gritti. Un taglio di 3
picchi di damasco fu donato a Niccolò Carsidoni, che rivide i conti dell’eredità di
Giovanni Salviati. In questa sede ci limitiamo a richiamare i drappi ceduti alla Corte,
che raggiunsero un ammontare di aspri 279788 (circa f. 5830 larghi di grossi),
equivalenti al 41,8% delle vendite complessive. Tra i drappi acquistati da Bajazet II è
agevole riconoscere l’altobasso a pigne (br. 29 ½ a Firenze o picchi 28 ¼ a Pera)
prodotto dai Salviati, setaioli, e inviato a Pera in occasione della quinta spedizione
(Doc. 42 e)185:
Mcccclxxxxiiii
Copia d’un chonto di drapi datocci Alfieri Strinati, li quali se li mandorono per nostro chonto e
d’altri . . .
Apresso vi diremo chonto di più drappi ricievuti di nostro chonto per via di mare e di
prima:
A la Porta del Signore picchi 58 1/8 in ii tagli d’altobasso chermixi, aspri 200
picco e picchi 27 1/8 di zetani chermixi per aspri 200 picco e picchi 68 d’apiciolato
chon grilanda d’oro aspri 200 picco in iiii tagli e picchi 45 1/2 di domascho a poste
d’oro aspri 140 picco im iii tagli e picchi 265 di raxi di grana aspri 80 picco e picchi
252 di domascho di grana aspri 80 picco, monta
aspri
...
A la Porta del Signore picchi 325 di veluti in ii peli aspri 115 picco che in detti
veluti fu una pezza d’altebasso in uno pelo per detto pregio in detta somma di picchi
325
aspri
...
A la Porta del Signore picchi 114 d’altebassi rossi chon andari d’oro aspri 185
picco
aspri
A la Porta del Signore picchi 311 ¾ di rasi, picchi 177 ½ di domascho per aspri
70 l’uno per l’altro
aspri
terra e
78380
37489
21090
34247
184
Gli stessi Salviati riportano questi dati in una registrazione del conto Drappi, che costituisce il
Doc. 42 i.
185
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 369, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 31 v.-35 v. Nel documento la lunghezza dei singoli drappi
è riportata anche nel margine esterno sinistro della carta, a fianco della rispettiva pezza. Per ragioni
di spazio abbiamo tralasciato questo dato, che ogni volta corrisponde.
157
157
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
...
A la Porta del Signore picchi 28 ¼ d’alto e basso chon pigne d’oro aspri 150
picco e picchi 43 d’alto basso rosso schietto in un pelo aspri 130 picco
...
A la Porta del Signore picchi 26 ½ di domascho rosso a poste d’oro per aspri186
picco finiti insieme chon drappi di Giorgio Bartoli
...
A la Porta del Signore picchi 650 ¾ di rasi e domaschini per aspri 70 picco
A la Porta del Signore picchi 26 ¾ d’alto basso rosso e verde chon garlande d’oro
per aspri 200, montano
...
A la Porta del Signore picchi 45 ½ di domascho rosso a poste d’oro, per tuto
...
A la Porta del Signore picchi 28 d’alto basso in un pelo per aspri 105, ch’è aspri
5 di spesa al picho Iachopo della Rena
A la Porta picchi 213 di velluto rosso in ii peli per aspri 90 picco
...
A la Porta del Signore picchi 32 d’altobasso a pigne d’oro per aspri 130
A la Porta del Signore picchi 242 di raso per aspri 60 picco
...
aspri
9828
aspri
2650
aspri
45554
aspri
5350
aspri
4550
aspri
aspri
2800
19170
aspri
aspri
4160
14520
----------------aspri 669424
Somma la vendita . . .
...
Apresso spese e prima187:
...
Abatti per le spese di sopra
Resta lo ri[tra]tto netto, chome si vede, . . .
aspri 57129
----------------aspri 612295
Alfieri Strinati
a dì xxxi di luglio 1494 in Firenze188
i) L’estratto-conto redatto dallo Strinati il 31 luglio termina con l’indicazione del ricavo
netto realizzato a Pera: aspri 612295, che in realtà non è definitivo. I Salviati aggiungono
altre somme modeste, in precedenza trascurate, e il totale complessivo raggiunge
l’ammontare di aspri 614945, equivalenti a f. 12811 larghi di grossi. I Salviati del banco ne
prendono atto e nel conto Drappi compongono la seguente registrazione, che fra l’altro
contiene un chiaro accenno al rapporto intercorrente tra il picco e il braccio189:
Drapy di chontro deono avere . . .
...
186
Segue numero cancellato, ma leggasi 100.
Segue un elenco lunghissimo di spese (circa 150 voci, tra le quali dominano le senserie) per un
totale di aspri 57129.
188
V. nota 152.
189
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 367, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 12 d.
187
158
158
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, a dì xxv d’aprile 1495, f. dodicimila ottocentoundici s. vii d. i a
larghi di grossi per valuta d’aspri 614945 ragonati aspri 48 per fiorino
largo faccy buoni Alfiery Strinati e sono per ritratto netto di pichy 6515
½ de’ sudeti drapy, che a 5 per cento chome debono chrescere li pichy da
bracia sarebono bracia 6840 che per fare pary questo chonto si ragonono
bracia 6834, chome apare per chonto aùtone da detto Alfiery, chome al
Giornale, c. 31 fino a c. 35, in debito a deto Alfiery, in questo, c. 138
br. 6834
f. 12811 s. 7 d. 1
-------------------f. 12962. 6. 3
j) Nel corso di questa lunga operazione i Salviati hanno registrato nel conto Drappi altre
voci, di segno generalmente negativo (oneri accessori, ecc.) e in un caso anche positivo. Il
totale della sezione Avere del conto Drappi ammonta a f. 12962.6.3 e quello stesso 25 aprile
1495 i Salviati determinano l’utile – f. 547.6 larghi di grossi – che non viene ripartito ma
girato al conto Avanzi in comune con i soliti soci190:
Drapy di più sorte abiàno in Levante i[n] mano d’Alfiery Strinati per nostro e
suo chonto e d’altry deono dare. . .
...
E, a dì xxv d’aprile 1495, f. cinquecento quaranzete s. vi a oro larghi che ttanti
se n’avanza a questo chonto, fatone chreditore Avanzi, in questo, c. 132
f. 547 s. 6 d. –
-------------------f. 12962. 6. 3
Doc. 43
Nell’ambito di quella che abbiamo definito la seconda incetta dei Salviati del banco, la
sesta spedizione di sete (Doc. 42 f) ha evidenziato la figura di Giovanni di Marco Salviati,
attivo a Pera, dove morì nel novembre 1493191. Di lui si sono conservati tre libri contabili
nei quali compaiono, accanto a copie di documenti trasmessi dai Salviati di Firenze, alcune
transazioni su drappi di seta.
a) Derogando all’ordine cronologico, conviene richiamare proprio la sopra citata sesta spedizione
e in particolare la cassa N. 41 (Doc. 42 f). Il legaggio redatto nell’autunno 1492 dai Salviati a
Firenze precisa, infatti, che in quella cassa sono state imballate sei sete di esclusiva proprietà di
Priore Strinati, ora nelle mani di Giovanni Salviati192. Il 22 marzo 1493 Giovanni menziona in un
suo libro Debitori e creditori quei sei drappi, tre dei quali sono stati venduti alla Porta193:
190
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 367, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 12 s.
191
Vedi nota 177.
192
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 240 r. A Pera Giovanni Salviati registra separatamente i
costi di trasporto relativi a questi sei drappi (imballati in una mezza cassa), che non devono andare a
carico della grande incetta organizzata dai Salviati del banco. L’ammontare delle spese è fornito da
Dimitri, il garzone che aveva seguito le balle di panni e le casse di drappi da Lecce a Pera: Pisa, SNS,
Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli, c. 5 s.
193
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in
Costantinopoli, c. 98 s.
159
159
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A dì 22 di marzo [1493]
Nota di drappi di ragone di Priore Strinati, coè:
br. 30 ¾ d’alto e basso verde chon oro
A la Porta
------------------------br. 15 d’alto e basso di grana bro[cca]to d’oro
------------------------br. 44 ¼ d’alto e basso di grana chon oro
A la Porta
------------------------br. 43 1/3 di raso di grana
A la Porta, picchi 40
------------------------una vesta di raso verde da donna
------------------------una vesta di domasco rosso da donna
-------------------------
b) A Pera Giovanni Salviati è il corrispondente anche di altri operatori che gli hanno affidato
e ancora continuano ad affidargli sete destinate alla vendita. Uno di questi è Francesco
Barducci, un mercante che come tanti si sposta tra Firenze e Pera, e che in circostanze
diverse ha fatto pervenire a Giovanni Salviati drappi di varia qualità.
Già un anno prima di occuparsi delle sete dello Strinati, Giovanni il 20 marzo 1492
registra l’arrivo di due tagli di picciolato e di un raso alessandrino allucciolato d’oro di
proprietà di Barducci194:
Ricordo questo dì 20 di marzo chome ho riceuto da Francesco Barducci pichi 22 ½ d’appicolati
d’oro in 2 tagli, che per lui gli finischa, di che m’à lasciato libera chomesione, chome per suo ricordo.
Ricordo questo dì 20 di marzo chome Francesco Barducci mi lascò pichi 24 ½ di raso alesandrino
alucholato d’oro e uno tristo chon libera chomesione, chome per suo ricordo.
c) L’anno successivo, il 22 gennaio 1493 arrivarono da Firenze quattro tagli, uno dei quali
chon fiori d’oro195:
Ricordo, questo dì 22 di genaio ricevei da Govanni Romoli questi drapi a piè, sutogli chonsegniati in
Firenze da Francesco Barduci, che e me gli chonsegniassi e per seghuire l’ordine di detto Francesco, coè:
Una peza di velluto alto e basso schietto, rosso di grana, disse esere braccia 45 ¾
Una peza d’alto e basso nero, chon fiori d’oro, disse esere braccia 29 ½
194
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 398, Giornale e ricordi di Giovanni di Marco Salviati in
Costantinopoli, c. 111 v.
195
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 398, Giornale e ricordi di Giovanni di Marco Salviati in
Costantinopoli, c. 113 r.
160
160
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Una pezetta di velluto di grana in uno pelo, disse esere br. 16 1/4
Una pezetta di velluto di grana, disse esere braccia 15
d) Il 20 marzo 1493 giungono altri sei drappi, sempre di Barducci196:
Ricordo, questo dì 20 di marzo, ricevei questi drappi a piè da Piero degli Albizi, sutogli chonsegnati in
Firenze da Francesco Barduci che e me gli chonsegniassi, erano sutogli chonsegnati da Tovaglia, coè:
br. 29 ¾ d’alto e basso di grana broccato d’oro a po[st]e
br. 29 ¾ di detto
br. 15 ¾ di detto
br. 15 di velluto di grana
br. 30 di detto
br. 13 ½ di deto
e) Dopo aver venduto alla Porta una rilevante partita di panni, nel luglio 1493 Giovanni
Salviati fornisce anche alcuni tagli di broccati di grana col bastone, parte dei quali
appartiene ai Salviati del banco (picchi 72 1/6) e parte a Leonardo Strozzi (picchi 15 1/3)197:
1493
La Portta del Signore de’ dare . . .
...
E de’ dare, a dì primo di luglio, aspri trentatremila dugentocinquanta sono per lla
monta di pichi 87 ½ di brochatto di grana chol bastone per aspri 380 picco, posto
drapi de’ Salviati avere, in questo, c. 4, per picchi 72 1/6 aspri 27424 e drappi di
ragone di Leonardo Strozi per pichi 15 1/3 aspri 5826, posto drappi di detto Lionardo
avere, in questo, c. 20, per tutto
...
aspri 33250
Doc. 44
Agnolo di Giovanni del Caccia, setaiolo fiorentino, esporta tessuti di seta a
Costantinopoli. Nel 1495 spedisce rasi, damaschi e velluti in due peli al suo corrispondente
Giovanni Romoli198:
Mcccclxxxxv
Drapi di setta mandanti i Levante, achomandati a Giovanni Romoli, deono dare,
per br. 173 1/3 di rasi e damaschini cholorati e br. 156 di veluti in 2 peli, chome a
Richordanze, segn. B, c. 259, vagliono per danari
f. 424 s. –
...
196
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 398, Giornale e ricordi di Giovanni di Marco Salviati in
Costantinopoli, c. 113 v.
197
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in
Costantinopoli, c. 19 s.
198
Firenze, AOI, 12388, Debitori e creditori di Agnolo del Caccia, setaiolo, c. 71 s.
161
161
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 45
Nel 1495 Giovanni di Giuliano de’ Medici e Cresci Donati sono a Pera, dove svolgono la
classica attività commerciale incentrata su vendita di panni di lana e acquisti di seta grezza.
Eccezionale è la vendita di quattro damaschi d’oro appartenenti a un amico ricordato con le
lettere A.F.E. Le vendite dei quattro drappi, ai quali si affianca un panno di lana, si collocano tra
il 30 dicembre 1495 e il 23 aprile 1496. Alcune transazioni hanno luogo grazie alla mediazione
di Giovanni Maringhi, che vive a Costantinopoli e conosce bene il mercato locale. Tra gli
acquirenti si segnala il genero di Bajazet II. Le vendite dei damaschi sono dunque quattro199:
Mcccclxxxxv
11
Drappi et panni di ragione di Francesco e Giovencho de’ Medici per chonto di
uno loro amicho segnato A.F.E., chondotoci Nicholò Salvetti, deon avere,
addì 30 di dicienbre, aspri mille noveciento ottanta per ritratto di picchi xi
di domaschino rosso chon oro, venduto a un turco per aspri 180 il picco,
sensale Gianetto Rugiardo, Bilancio, dare, in questo, c. 1
...
11
E, addì iiii d’aprile 1496, aspri mille ottociento sesantacinque per ritratto di
picchi xi di domaschino dorè200 per aspri 170 il picco, manchò aspri 5 di
ttutta la somma finitoci per noi in Pera Giovanni di Francesco Maringhi,
dare, in questo, c. 40
29 ½ E deon avere aspri quatromilasettecientoventi per ritratto di picchi 29 ½ di
domaschino rosso201 per aspri 160 il piccho, finitoci per noy in Pera
Giovanni Maringhi al gienero del Signore, dare detto Giovanni Maringhi,
dare, in questo, c. 13, per chonto di chontanti
11
E deon avere, addì xxiii d’aprile, aspri mille ottocientosettanta per loro da uno
amico, sono per ritratta di picchi xi di domaschino rosso, che tanti ci scrive
Giovanni de’ Medicy avere finito in Pera, posto il detto dare, in questo, c.
49, per danari chontanti, chome apare al Giornale segnato A, c. 19
...
aspri 1980
aspri 1865
aspri 4720
aspri 1870
Doc. 46
Nel 1497 Bernardo Vecchietti e Bonsignore Bonsignori lasciano la Toscana alla volta
dell’Impero ottomano. Nel marzo 1498 sono a Bursa e così ricordano la locale produzione,
abbondante ma non bella come quella italiana202:
[marzo 1498]
...
Et dicono vi si lavora più seta et drappi d’oro che non si lavorono in tutta Italia; non sono però sì belli.
...
199
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 518, Debitori
e creditori di Giovanni de’ Medici e Cresci Donati, c. 27 d.
200
Nella contropartita, a c. 40 s., è scritto: domaschino brochato a poste dorè.
201
Nella contropartita, a c. 13 s., è scritto: domaschino rosso a poste.
202
BNCF, Magliab., Cl. XIII, 93, Bonsignore Bonsignori, Viaggio a Gerusalemme, c. 21; E. Borsook,
The Travels of Bernardo Vecchietti e Bonsignore Bonsignori, cit., p. 163, nota 120.
162
162
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 47
Bindo di Battista Vernacci esporta abitualmente panni di lana nell’Impero ottomano.
Nel 1498 effettua un viaggio in Levante e in primavera è a Bursa. Nel mercato chiuso
(bisestano) della città, già descritto in una fonte fiorentina del 1444 (Doc. 15), Vernacci
acquista un damasco di produzione verosimilmente persiana203:
[1498]
Una pezza di domaxchino agianmescho de’ dare aspri quattrociento per tamti
chomperato im bisestanno
aspri 400
...
Doc. 48
Battista di Pandolfo Pandolfini e compagni hanno comperato dalla compagnia di
Bartolomeo e Battista Pandolfini, setaioli, un damasco verde bruno e un raso sbiadato. Le
due sete sono destinate a Niccolò d’Ambrogio, corrispondente a Costantinopoli, che ne
curerà la vendita204:
[1499]
Una mandata in Levante de’ dare, sino a dì xxviii di dicenbre passato, f.
trentaquattro s. viiii larghi per br. xxviii di domascho verde bruno e di br. xiii 1/3
di raso sbiadato chonperato da Bartolomeo e Batista Pandolfini e chonpagni,
setaiuoli, e quali mandorno in Levante fino a dì xii di magio passato a Nicholò
d’Anbruogio per le mani di Govanni, suo fratello, con nostri panni mandamo per
detto Govani al detto Nicholò, posto avere al Quaderno di chassa, c. 224, a Uscita,
c. 69, chassa, c. 69
f. 34 s. 9 d. –
Doc. 49
I Salviati del banco continuano ad esportare sete in Levante. Rispetto alle due precedenti
incette (Docc. 41, 42), questa terza, che copre gli anni 1498-1500, registra un cambiamento
tra i soci. Nei libri dei Salviati il conto Drappi reca ora la seguente intestazione: Drappi . . .
per nostro conto e Alfieri Strinati in Levante. I soci sono dunque due: i Salviati e Alfieri
Strinati; Francesco da Sommaia non figura più. A Costantinopoli il corrispondente è sempre
Alfieri Strinati, al quale si è unito Antonio Miniati. I drappi sono 62 in tutto, 61 dei quali
provengono dal setificio di Iacopo Salviati, che li ha forniti nell’arco di pochi mesi: 44
pezze in aprile, 7 in giugno e 10 nel luglio del 1498. Il pagamento dei 61 drappi dei Salviati
ha avuto luogo in contanti. Nella contabilità dei Salviati del banco i drappi recano un
numero progressivo, da 1 a 61, destinato a rimanere anche nella documentazione dello
Strinati a Costantinopoli.
Questa terza incetta ha determinato un investimento, tra primo costo e oneri accessori
sostenuti in Italia, di ca. f. 3556 larghi di grossi e si è conclusa con un utile di f. 358.6.0.
203
204
Firenze, AOI, 12810, Debitori, creditori e ricordi di Bindo di Battista Vernacci, c. 7 s.
ASF, Galletti, 10, Debitori e creditori di Battista di Pandolfo Pandolfini, c. 74 s.
163
163
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
a) Lo stesso giorno 26 aprile 1498 i Salviati del banco registrano i primi acquisti: uno zetani
vellutato in 2 peli lungo br. 44, proprietà dello stesso Strinati, e 44 pezze dal setificio dei
Salviati per complessive br. 1052 1/12 al costo di f. 2310.10.10 larghi di grossi205:
[26 aprile 1498]
Fa debitore drapy di nostro chonto e206 chreditore Alfiery Strynati, proprio, di f.
lv larghi sono per br. 44 di zettani velutato in 2 peli aùto da lui per la mandata di
Levante insieme cho pani di sopra, tutto d’achordo
...
Da Iachopo Salviati e chompagni, setaiuoli, per questi drapi d’oro e schietti aùti
da lloro sino a dì xxiii detto per nostro chonto e d’Alfieri Strinati e per danari
chontanti, apresso:
N. 1 br. xv di veluto chermisi in 2 peli con andari d’oro serato di segn. 1200 per
f. v s. vi larghi braccio
N. 2 br. xiiii i/iii di velluto tanè con andari d’oro chiaretto di segn. 1241 per f. ii
s. xvi larghi braccio
N. 3 br. xv d’alto e basso chermisi a posta d’oro chiaretto per f. v s. iii larghi il
braccio di segn. 1247
N. 4 br. xiiii i/ii d’altebaxo paonazzo a posta d’oro serato per f. ii s. xviiii larghi
braccio di segn. 1260
N. 5 br. xxviiii i/ii d’altebaxo di grana con andari d’oro chiareto di segn. 1201 per
f. ii s. xiii d. vi larghi braccio
N. 6 br. xxvii ¼ d’alto e basso simile di segn. 1076 per f. ii s. xiii d. vi larghi
braccio
N. 7 br. xiiii iii/iiii d’alto e baxo chermisi ischietto di segn. 1280 per f. iiii s. v
larghi braccio
N. 8 br. xv ¼ di veluto di grana in 2 peli chon andari d’oro serato per f. iiii s. vii
larghi braccio di segn. 1238
N. 9 br. xiiii i/ii di veluto di grana simili con andari d’oro chiaretto per f. iii s. v
larghi di segn. 1238
N. 10 br. xxx 1/8 di domasco di grana a posta d’oro chiareto per f. ii s. xi larghi
braccio di segn. 1239
N. 11 br. xii i/ii di domasco tanè a posta d’oro chiaretto per f. ii s. vii d. iiii larghi
il braccio di segn. 1249
N. 12 br. xiiii 5/6 d’alto e baxo chermisi ischietto per f. iiii s. iiii d. viii larghi
braccio di segn. 1286
N. 13 br. xiiii 7/8 di veluto di grana con andari d’oro chiaro per f. iii i/iiii larghi il
braccio di segn. 1244
N. 14 br. xv 1/6 di velluto verde chon andari d’oro chiareto per f. ii s. xviii d. vi
larghi il braccio di segn. 1273
N. 15 br. xv i/iii d’alto e baxo tanè a posta d’oro serato per f. iii s. xviii larghi
braccio di segn. 1259
205
f. 55. –. –
f.
79. 10. –
f.
40. 2. 8
f.
77. 5. –
f.
42. 15. 6
f.
78. 18. 3
f.
72. 17.10
f.
62. 13. 9
f.
66. 6. 9
f.
47. 2. 6
f.
76. 16. 4
f.
29. 7. 6
f.
62. 6. –
f.
48. 6.10
f.
44. 7. 3
f.
59. 16. –
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 9 r. e v., 10 r.; il legaggio alle cc. 254 v., 255 r.
206
Segue spazio bianco nel testo.
164
164
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
N. 16 br. xiiii iii/iiii d’altebaxo verde chon andari d’oro chiaretto per f. ii s. xviiii
larghi di segn. 1253
N. 17 br. xiiii 1/6 d’alto e baxo chermisi con andari d’oro serato per f. v s. viii larghi
braccio di segn. 1258
N. 18 br. xv d’altebaxo alesandrino con andari d’oro serato per f. iii s. xviiii larghi
di segn. 1269
N. 19 br. xiiii i/ii di velluto di grana con andari d’oro serato per f. iiii i/iiii larghi il
braccio di segn. 1244
N. 20 br. xiiii iii/iiii di velluto alesandrino chon andari d’oro serato per f. iiii s. v
larghi il braccio di segn. 1211
N. 21 br. xiiii iii/iiii di velluto verde in 2 peli ariciato con oro serato per f. iiii s. v
larghi il braccio di segn. 1306
N. 22 br. xiiii i/iii d’alto e baxo tanè con andari d’oro chiaretto per f. ii larghi il
braccio di segn. 1270
N. 23 br. xl di domasco verde a posta d’oro apiciolato per f. ii s. vii larghi il braccio
di segn. 1272
N. 25 br. xxviiii ¼ d’alto e baxo tanè in ii peli ischieto per f. ii s. iii larghi il braccio
di segn. 1271
N. 26 br. xv ¼ d’alto e basso verde in 2 peli ischieto per f. ii s. iii larghi il braccio
di segn. 1252
N. 27 br. 19 7/8 di zetani di veluto chermisi per f. ii s. xii d. vi larghi il braccio di
segn. 1035
N. 28 br. xviiii di veluto verde in ii peli per f. uno s. viii larghi il braccio di segn.
1134
N. 29 br. xxviiii ¼ di veluto alesandrino in 2 peli per f. uno s. viii larghi braccio di
segn. 1151
N. 30 br. xxxvi di veluto alesandrino simile per detto pregyo di segn. 920
N. 31 br. xxviiii ¼ di velluto nero in due peli per detto pregyo di segn. 1288
N. 32 br. xxiiii ¾ di veluto simile per f. uno s. viii larghi il braccio di segn. 1176
N. 33 br. xxi ½ di veluto alesandrino in uno pelo per s. xviii d. vi larghi il braccio
di segn. 1127
N. 34 br. xxviiii i/iiii di veluto alesandrino in ii peli per f. uno s. viii larghi il braccio
monta di segn. 1151
N. 35 br. xxxvi ¼ di veluto alesandrino in uno pelo per s. xviii d. vi larghi il braccio
di segn. 1187
N. 36 br. xxxviii i/ii di veluto verde in uno pelo per s. xviii d. vi larghi il braccio di
segn. 1183
N. 37 br. xxvii ii/iii d’alto e baxo chermisi a ristagnyo per f. iiii larghi braccio
monta f. 102 2/3, di che s’abate f. 2 2/3, monta di segn. 215
N. 38 br. xxviiii i/ii di zetani velutato pagonazzo per f. uno i/ii larghi braccio monta
di segn. 1161
N. 39 br. xliii i/ii di raso isbiadato sp. per s. xviiii di suggello il braccio monta di
segn. 1213
N. 40 br. xlviii ¾ di domasco bigio argientato per s. xviiii a oro di suggello il
braccio di segn. 1113
N. 41 br. xl ¼ di domasco tanè col rit[t]o di sotto per detto pregio di segn. 1257
N. 42 br. xliiii di raxo verde chiaro sp. per s. xviiii di suggello braccio segn. 988
N. 43 br. xlvii 7/8 di zetani velutato per f. uno s. x larghi il braccio di segn. 1166
f.
43. 10. 3
f.
76. 10. –
f.
59. 5. –
f.
61. 12. 6
f.
62. 13. 9
f.
62. 13. 9
f.
28. 13. 4
f.
94. –. –
f.
62. 17. 9
f.
32. 15. 9
f.
52. 3. 5
f.
26. 12. –
f.
f.
f.
f.
40. 19.
50. 8.
40. 19.
34. 13.
f.
19. 17. 6
f.
40. 19. –
f.
33. 10. 7
f.
35. 12. 3
–
–
–
–
f. 100. –. –
f.
44. 5. –
f.
34. 8. 9
f.
f.
f.
f.
38. 11.10
31. 17. 3
34. 16. 8
26. 16. 3
165
165
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
N. 24 br. xxv 1/8 di domasco tanè a posta d’oro chiaretto per f. ii s. vii larghi
braccio monta di segn. 1249
N. 44 br. xiiii 1/8 d’alto e basso chermisi brochado d’oro, richo, per f. vi i/ii larghi
braccio di segn. 1315
------br. 1052 1/12
Montano e drappi di rinchontro pezzi xliiii, come si vede, br. mlii i/xii, che
montano a più pregi, come si vede, f. ii mila cccx s. x d. x larghi di grossi e di tanti
s’à a fare debitore drappi, come a rinchontro, e creditore detti Salviati f. 2310.10.10
f.
59. 0.10
f. 91. 16. 3
---------------f. 2310.10.10
f. 2310.10.10
b) In giugno la seconda fornitura, di 7 drappi207:
A dì xxii di giugno [1498]
Da Iachopo Salviati e chompagni, setaiuoli, per questi drapi a piè avuti da lloro
per chonto d’Alfieri e nostro e per mandare in Levante per danari chontanti:
N. 45 br. xiiii 1/3 d’alto basso tanè in uno pelo chon andari d’oro chiareto per f. ii
larghi braccio
46 br xiiii 7/8 di velluto tanè in ii peli chon andari d’oro serato per f. richo per f.
iii s. xvi larghi braccio
47 br. xiiii ii/iii d’alto basso chermixi chon andari d’oro serato per f. v s. v larghi
braccio
48 br. xv di velluto chermixi in ii peli chon andari d’oro serato per f. v s. vi larghi
braccio
49 br. xiiii i/v di velluto di grana in ii peli chon andari d’oro serato per f. iiii s. vii
braccio
50 br. xiiii ii/v d’alto basso tanè in ii peli chon andari d’oro serato per f.iii s. xviii
larghi braccio, alto basso
51 br. xv d’alto basso alesandrino a bastone chon andari d’oro serato f. iii s. xviiii
larghi
Somma br. 102 1/ii che vagliano f. 418. 17. 4
f.
28. 13. 4
f.
56. 10. 6
f.
77. –. –
f.
79. 10. –
f.
61. 15. 4
f.
56. 3. 2
f. 59. 5. –
--------------f. 418. 17. 4
c) In luglio la terza fornitura, di 10 drappi208:
Addì xxx di luglyo [1498]
Da Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, setaiuoli, per questi drappi a piè aùti
da loro per i danari contanti e per mandare in Levante per nostro conto e Alfieri
Strinati, e prima:
207
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 12 v.; il legaggio a c. 256 r.
208
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 13 v.; il legaggio a c. 256 r.
166
166
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
N. 52 br. xv i/ii d’alto e baxo chermisi in 2 peli con bastone d’oro serato, richo, per
f. 6 ¼ larghi il braccio
N. 53 br. xv i/iii d’alto e baxo alexandrino in 2 peli con bastone d’oro serato per f.
iii s. xviiii larghi braccio
N. 54 br. xiiii i/iiii d’alto e baxo paonazo in 2 peli con bastone d’oro serato il pregyo
N. 55 br. xiii 7/8 d’alto e baxo verde in 2 peli con bastone d’oro serato il pregyo di
sopra
N. 56 br. xiiii 7/8 di velluto di grana in 2 peli con andari d’oro serato per f. iiii s. vii
larghi il braccio
N. 57 br. xiii 7/8 di velluto alesandrino in 2 peli con andari d’oro serato per f. iiii
i/iiii larghi il braccio
N. 58 br. xv di velluto verde in 2 peli con andari d’oro serato al pregyo
N. 59 br. xiiii 7/8 di velluto verde in 2 peli con andare d’oro serato al pregyo di sopra
N. 60 br. xv d’alto e baxo chermisi in 2 peli in una griccia per f. iiii s. iiii d. viii
larghi il braccio
N. 61 br. xiiii ¾ d’altebaxo chermisi simile per detto pregyo
f.
96. 17. 6
f.
f.
60. 11. 4
56. 5. 9
f.
54. 16. 2
f.
64. 14. 2
f.
f.
f.
58. 19. 4
63. 15. 0
63. 4. 4
f. 63. 10. –
f. 62. 8.10
----------------
Montano in tutto li sopra detti drappi tagli x br. cxlvii ii/v e di tanti, che monta f.
dcxlv s. 2 d. v larghi e di tanti fa debitore drappi e creditore detti Salviati
f. 645. 2. 5
d) Le compere sono concluse. Al termine di ogni acquisto i Salviati del banco hanno spedito
i drappi a Costantinopoli. Rispetto all’incetta precedente si nota un leggero cambiamento
nella registrazione delle spese, sul quale non merita indugiare. Tra i Salviati e Alfieri
Strinati vi sono stati momenti di incertezza nel conteggio delle casse e in particolare di una
cassetta, ma nel complesso le spedizioni sono state regolari. Il 2 maggio 1498 hanno
lasciato Firenze i drappi N. 1-44, imballati in quattro casse recanti i numeri 1, 2, 3 e 5; il 22
giugno è stata la volta dei drappi N. 45-51 nella cassa N. 6 e il 31 luglio dei drappi N. 5261 nella cassa N. 7209. Da sottolineare che l’itinerario ora è cambiato: da Firenze le casse,
che spesso viaggiano insieme a balle di panni, raggiungono Pesaro e (via mare) Ragusa,
dove opera il corrispondente Iacopo di Giuliano, per poi proseguire alla volta di
Adrianopoli. Con l’arrivo dei drappi a Ragusa i Salviati non sono più a conoscenza dei
successivi oneri accessori, che sarà Alfieri Strinati a registrare.
A Costantinopoli Alfieri Strinati e Antonio Miniati curano la vendita delle sete, come
risulta dall’estratto-conto di netto ricavo stilato il 29 aprile 1500 a Pera e poi copiato dai
Salviati nelle loro Ricordanze il 17 luglio. Anche questa volta l’elenco delle vendite (e dei
relativi oneri accessori maturati dopo l’arrivo a Ragusa) è lunghissimo e una trascrizione
integrale impossibile; ci limitiamo quindi a richiamare gli acquisti effettuati dalla Porta, che
sono nove a Costantinopoli e quattro ad Adrianopoli; tra questi ultimi figurano quattro tagli
di un costoso altobasso con bastone pagato aspri 400 il picco. La Porta ha comperato sete
per un importo complessivo di aspri 140283 (ca. f. 2920 larghi di grossi), che corrispondono
a circa il 65% delle vendite complessive. Tutti i drappi acquistati dalla Corte provengono
dal setificio dei Salviati210:
209
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 15 r., 254 v., 255 r., 256 r.
210
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 50 v., 51 r. e v.
167
167
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Md
Addì xvii di luglio
Copia d’uno conto datoci sotto dì 29 d’aprile Alfieri Strinati e Antonio Miniati di Pera di casse vi
di più sorte drappi di seta acomandate loro . . .
...
Apresso vi diremo conto di vi casse di drappi di più sorte, che casse iiii ne rechammo con esso
noi e chasse ii ce n’avete mandate per mano di Iacopo di Giuliano e lui da poi ce l’à mandate l’una
per Domenico Buti, l’altra per Niccolò, draghomanno, le quali si sono finite come appresso e prima:
...
Alla Porta del Signore, addì 30 di dicembre
picchi 42 ¼ d’alto e basso sanza oro, cioè N. 25 e 26 per aspri 140 il
picco
aspri 5915
picchi 113 ¼ di velluti stietti in 5 tagli, cioè N. 31, 32, 28, 29, 34 per
aspri 90 il picco
aspri 10192
picchi 24
d’alto e basso chermisi schietto di N. 37 per aspri 300 il
picco
aspri 7200
picchi 41 ½ d’alto e basso con oro, pagonazzi e rosi, cioè N. 4, 3, 17
per aspri 215 il picco
aspri 8922
picchi 42 ½ d’alto e bassi con oro in 3 tagli, cioè N. 15, 16, 18 per
aspri 200 il picco
aspri 8500
picchi 41
di velluti rossi con oro in uno pelo di N. 5, 6 per aspri
170 il picco
aspri 6970
picchi 28
di velluti rossi in 2 tagli di N. 1, 19 per aspri 215 picco,
monta
aspri 6020
picchi 42 ½ di velluti cholorati d’oro in 3 tagli di N. 2, 20, 21 per
aspri 200 il picco
aspri 8500
--------------Montano, come vedete, li drappi finiti alla Porta
62219 aspri 62219
...
Alla Porta del Signore, in nome di Giorgio Bartoli
picchi 27
di domasco verde con horo di N. 23 che per ritratto netto abattute tutte
spese ci asegna
aspri
3280
...
Alla Porta del Signore, sotto nome d’Antonio Sostegni, in Andrinopoli
picchi 24
di raso tanè d’oro di N. 24 per aspri 180 il picco e per ritratto netto
n’asegna
aspri
3773
...
Alla Porta del Signore s’è finito in Andrinopoli, addì xviii di marzo
picchi 57
d’altebassi rossi in 4 tagli a bastone d’oro di N. 44, 52,
7, 47 per aspri 400 picco
aspri 22800
picchi 67 ½ d’altebassi di più cholori con bastone d’oro in 5 tagli di
N. 51, 50, 53, 54, 55, per aspri 350 il picco, montano aspri 23625
picchi 111 ¾ di velluti con oro di più cholori in 8 tagli di N. 46, 8, 56,
59, 57, 48, 58, 49 per aspri 220 il picco, montano
aspri 24586
---------------
168
168
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Montano e sopra detti drappi, come si vede211
71011 aspri
71011
...
---------------aspri 216420
Monta la fine di detti drappi, come di sopra si vede
Appresso saranno le spexe fattovi e prima212:
...
Montano le spexe, come di sopra si vede
aspri
----------------Resta lo ritratto netto, come di sopra si vede, aspri centosettantamila hottanta e
di tanti, per quando saranno rischossi, v’abbiamo creditore, provedete e, stando
giusto come noi, achonciate e, essendovi per nessuno a dire, lo dite, che si possa
chorregere. Per
46340
aspri 170080
Alfieri Strinati e Antonio Miniati
addì 29 d’aprile 1500
Vagliono detti aspri 170080 a aspri 53 per ducato d’oro duc. 3209.1.1 vagliono
di grossi a 22 per cento
f. 3915. –.10
e) I Salviati registrano l’ammontare del ricavo nel conto Drappi e determinano il risultato
finale: f. 358 s. 6 larghi di grossi, di fronte a un investimento di circa f. 3556 larghi di grossi,
durato almeno due anni. Dal conto Drappi gli utili vengono poi girati al conto Avanzi in
comune con Alfieri Strinati, con l’interessante e non rara precisazione per quando saranno
interamente rischossi, già presente nell’estratto-conto arrivato da Pera213:
Drappi di più sorte d’oro e senza per nostro conto e Alfieri Istrinati per Levante
deono dare . . .
...
E, addì iii d’ottobre [1500], f. trecento cinquantahotto s. vi a oro larghi di grossi
si fa d’avanzo a questo conto di drappi per quando saranno interamente rischossi a
Avanzi, in questo, c. 203
f. 358 s. 6 d. –
Doc. 50
Salviati: la quarta incetta, 1499-1501. Questa operazione presenta alcuni punti di
contatto con la precedente: è quasi contemporanea e di breve durata, ma nello stesso tempo
se ne distacca completamente. Ora il socio è uno solo, la compagnia Salviati del banco,
mentre a Pera Alfieri Strinati e Antonio Miniati sono semplici corrispondenti. Fornitore
unico dei drappi – 20 in tutto – è il setificio dei Salviati. Il costo dei venti drappi ammonta
a ca. f. 1042, che sale a ca. f. 1080 con le spese accessorie sostenute in Italia,
211
Aspri 71011 rappresentano il totale delle vendite alla Porta; con le vendite alla normale clientela
si arriva ad aspri 216420.
212
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 46340.
213
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 78 d.
169
169
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
dall’imballaggio al trasporto terrestre sino a Pesaro e infine il premio dell’assicurazione nel
tratto marittimo Pesaro-Ragusa214. Anche questa volta ogni pezza reca un numero, da 1 a
20, che rimane nella documentazione di Strinati a Pera. I Salviati del banco sono dunque
gli unici soci e giustamente il conto Drappi reca la seguente intestazione: Drappi di seta di
più sorte con oro et senza di nostra ragione mandati in Levante ha Alfieri Strinati e Antonio
Miniati215.
a) I Salviati, setaioli, forniscono i primi 12 drappi per complessivi f. 609.17.3 larghi di
grossi216:
A dì iiii di genaio [1499]
Da Iachopo Salviati e chompagni, setaiuoli, per questi drappi a piè schietti e d’oro aùti da lloro
per nostro chonto e per mandalli in Levante Alfieri Strinati e Antonio Miniati, chome aprexo:
N. i br. viii di velluto nero sp., richo, in 2 peli a pagamento per br. 7 7/8 per f. –
s. xviii d. iiii larghi braccio, monta
f. 11. 6. 6
ii br. xv 1/8 d’alto basso alexandrino in ii peli a bastone d’oro serato a
pagamento per br. 15 per f. iii s. xviiii braccio, monta
f. 59. 5. –
iii br. xv d’alto basso chermixi in 2 peli a bastone d’oro serato a pagamento br.
xiiii 7/8 per f. 5.8 larghi braccio
f. 80. 6. 6
iiii br. xiiii ¼ di d’alto basso in 2 peli in una griccia brochato a pagamento br.
14 1/8 per f. 2.3 braccio, monta
f. 30. 7. 4
v br. xiiii i/iii di chermixi in 2 peli richo chon andari d’oro serato a pagamento
br. 14 1/6 per f. 5.6 braccio, monta
f. 75. 1. 8
vi br. xxvii i/ii di velluto nero in ii peli per f. uno s. viii braccio a pagamento
per br. xxvii 1/3
f. 38. 5. 4
vii br. xv d’altobasso chermixi in ii peli in una griccia a bastone d’oro serato
richo a pagamento br. xiiii 7/8 per f. 6.5 larghi braccio
f. 92. 19. 4
viii br. xxviiii 1/6 d’altobasso alexandrino in ii peli schietto per br. 28 7/8 a
pagamento per f. 2.6.8 larghi, monta
f. 67. 7. 6
viiii br. xxxii 1/3 di velluto nero schietto in 2 peli a pagamento br. 32 1/8 per f.
uno s. viii larghi braccio, monta
f. 44. 19. 6
x br. xiii 7/8 di velluto nero richo, sp., in 2 peli a pagamento per br. 13 ¾ per
f. uno s. viii braccio
f. 19. 5. –
xi br. L iii/iiii di raso nero sp. a pagamento br. 50 i/ii a s. 18.4
f. 46. 5. 10
xii br. xlviiii di raso nero sp. a pagamento br. 48 ¾ a s. 18.4
f. 44. 13. 9
--------------------12
f. 609. 17. 3
Sommano li detti xii tagli br. 284 1/3 e a pagamento br. 281 1/4 che montano
in tuti, chome si vede,
f. 609. 17. 3
214
Tutti registrati nel conto Drappi: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di
Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 117 s., 139 s.
215
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 117 s.
216
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 20 r. I valori che seguono sono nel complesso esatti ma
proprio il primo è errato.
170
170
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) La seconda fornitura è limitata a due drappi, entrambi di qualità. È importante notare che la
registrazione reca la data 10 maggio ma la consegna delle sete ha avuto luogo il 9 marzo217:
[10 maggio 1499]
Da Iacopo Salviati e chonpagni, setaiuoli, per questi drappi a piè avuti da lloro sino a dì viiii di
marzo e per nostro chonto e per mandare in Levante:
N. 13 xiiii 7/8 bracca xiiii 7/8 d’altebasso verde in ii peli inn una ghricca a bastone
d’oro serato per f. iii. xviiii larghi bracco, monta f.
f. 58. 15. –
N. 14 xv
bracca xv d’altebasso alexandrino in ii peli inn una ghricca a
bastone d’oro serato per f. iii s. xviiii larghi bracco, monta f.
f. 59. 5. –
----------------Somano in tutto li dua talgli del brochato, chome si vede
f. 118. 0. –
c) In agosto i Salviati del banco prendono nota degli ultimi sei drappi, per un totale di circa
120 braccia, la cui consegna è già avvenuta sono più dì218:
Addì detto [17 agosto 1499]
Da Iachopo di Giovanni Salviati e compagni, setaiuoli in Firenze, per questi drappi avuti da lloro
sono più dì e mandati in Levante per nostro conto, come appare alle Mandate, in questo, a c. 261:
N. 15 15 1/6
16 15 1/8
17 30 ¼
18 15 2/3
N. 19 15 1/6
20 29 ½
braccia xv i/vi e a pagamento br. xv d’alto e basso chermisi choll
bastone d’oro serrato per f. vii s. xii d’oro larghi di grossi il braccio,
monta f. cxiiii larghi di grossi e a detti setaiuoli di N. 1606
braccia xv i/viii di detto alto e basso allexandrino e a pagamento xv
per f. v braccio, a lloro di N. 1530
braccia xxx i/iiii e a pagamento xxx braccia di velluto allexandrino
in 2 peli schietto per f. uno s. xiii braccio, a lloro di N. 1688,
monta, N. 1688
braccia xv ii/iii e a pagamento br. xv i/ii di detto velluto tanè per
detto pregio, a loro N. 1664
braccia xv i/vi e a pagamento br. xv di velluto nero in 2 peli schietto
per f. uno s. viii d’oro larghi di grossi il braccio, monta f. xxi
larghi di grossi e hè a detti setaiuoli di N. 1698
braccia xxviiii i/ii a pagamento br. 29 ¼ di detto velluto verde schietto
per detto pregio di f. uno ii/v monta, e hè a lloro di N. 1685
f. 114. –. –
f.
75. –. –
f.
42. –. –
f.
21. 14. –
f.
21. –. –
f. 40. 19. –
-----------------
Sommano detti drappi di più sorte a noi da N. 15 a 20 e a detti
setaiuoli di più numeri, come di sopra, br. 120 7/8 e a pagamento
br. 119 ¾ comprati da lloro come hè detto a più pregi, in tutto f.
cccxiiii s. xiii larghi di grossi
f. 314. 13. –
217
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 31 r.
218
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 38 r. e v. Alla fine di c. 38 r. e all’inizio di c. 38 v. il
contabile ha effettuato somme parziali, che qui non riportiamo.
171
171
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
d) Le sete hanno lasciato Firenze pochi giorni dopo le effettive consegne da parte dei
Salviati, setaioli. Imballate in tre casse, il giorno 8 gennaio 1499 sono partite le pezze N. 112, il 14 marzo le due successive e infine il 28 giugno le restanti N. 15-20. Destinazione
immediata è stata sempre Pesaro e successivamente Ragusa219. Nel corso di queste
spedizioni sono maturati quegli oneri già richiamati (registrati direttamente dai Salviati nel
conto Drappi), che hanno portato il costo di acquisto da ca. f. 1042 a ca. f. 1080.
A Costantinopoli Strinati e Miniati si dedicano alla vendita delle sete e il 29 aprile 1500
compilano l’estratto-conto di netto ricavo per i Salviati, i quali lo copiano, come i precedenti,
nelle loro Ricordanze. Accanto ai soliti compratori ebrei e turchi ricorrono, per modesti
quantitativi, numerosi fiorentini tra i quali Zanobi de’ Medici, Antonio Sostegni, Tommaso
d’Aiolfo, Battista da Panzano, Piero Strinati, Gianni de’ Pilli, Giovanni Giusti, Geri Risaliti
e altri ancora. Anche questa volta ci limitiamo alle vendite effettuate alla Corte, che al
momento della transazione si era trasferita ad Adrianopoli. Non sorprende che proprio il
sultano abbia acquistato alcuni costosissimi tagli di alto e basso. . . a bastone d’oro220:
[1500]
Copia d’uno conto datoci Alfieri Strinati e Antonio Miniati di Pera sotto dì xxviiii d’aprile di dua
casse e una cassetta di drappi di più sorte mandate loro . . .
...
Appresso vi direno conto di dua casse e una cassettina di drappi di più sorte mandatoci più fa, che
cassa una ne mandasti per Giovanni de’ Medici e una cassettina per Francesco Pieri e una per Baccio
di Scharino221, de’ quali dicesti tenessimo conto a parte e così abbiamo fatto, li quali si sono finiti
chome appresso e prima:
...
Alla Porta del Signore in Andrinopoli
picchi 14
d’alto e basso di chermisi a bastone d’oro di N. 15 per aspri 550 picco
aspri 7700
picchi 14
d’alto e basso alexandrino a bastone d’oro di N. 16 per aspri 500 picco aspri 7000
picchi 29
d’alto e basso alexandrino e verde in 2 tagli a bastone d’oro di N. 2 e 13
per aspri 350 picco, monta
aspri 10150
picchi 13 ½ d’alto e basso verde schietto di N. 4 per aspri 200 il picco
aspri 2700
--------------Monta li detti drappi, come si vede222
aspri 27550
...
--------------. . . somma la vendita, come di là si vede
aspri 65313
Appresso saranno le spese fattovi e prima223:
...
Montano le spese, come di sopra si vede
219
--------------aspri 11759
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 258 v., 259 r., 261 r.
220
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, cc. 51 v., 52 r. e v.
221
Corretto su Scaridino.
222
Aspri 27550 rappresentano il totale delle vendite alla Porta; con le vendite alla normale clientela
si arriva ad aspri 65313.
223
Segue il solito elenco di spese per un totale di aspri 11759.
172
172
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Resta lo ritratto netto, chome di sopra si vede, aspri cinquantatremila cinquecento
cinquantaquatro e di tanti v’abiamo creditore in chonto per voi, provedetelo e stando
giusto chome noi l’achonciate e, essendovi da dire per nessuno lo dite e si chorregierà.
Cristo vi guardi. Per
aspri 53554
Alfieri Strinati e Antonio Miniati
in Pera, addì 29 d’aprile 1500
Vagliono detti aspri 53554 a aspri 53 per ducato d’oro duc. 1010.9.1 d’oro
vagliono a 22 per cento
f. 1232. 15. 3
e) L’operazione è conclusa; i Salviati possono chiudere il conto Drappi e determinare
l’utile, che questa volta è di loro esclusiva competenza. Il totale dei costi ammonta a ca. f.
1081 e il ricavo netto a f. 1232.15.3; l’utile è dunque di f. 151 s. 2 d. 9224:
Mcccclxxxxviiii
Drappi di seta con oro e senza di nostro conto in Levante in Alfieri Strinati e
Antonio Miniati deono dare . . .
...
E, addì vii di luglio 1501, f. centocinquantauno s. ii d. viiii larghi di grossi si fa
d’avanzo, come si vede, in questo conto a Avanzi in una incetta per Levante, in
questo, 203
f. 151 s. 2 d. 9
Doc. 51
I Salviati del banco nel 1501 spediscono a Pera un’ultima, modesta partita di velluti. Come
già si è verificato nel 1499-1501 (Doc. 50), anche ora i Salviati agiscono da soli; un
cambiamento si è invece verificato a Pera, dove il corrispondente unico è Antonio Miniati.
a) Il 3 luglio 1501 i Salviati del banco registrano l’acquisto presso i Salviati, setaioli, di una
partita di 8 velluti che erano già stati consegnati il 23 aprile225:
Mdi
Addì iii di luglio
Iachopo Salviati e compagni, setaiuoli, deono avere per questi velluti appresso comprati e avuti
da lloro sino addì xxiii d’aprile prossimo passato e mandati in Levante a Antonio Miniati per nostro
conto, come alle Mandate in questo, c. 270, segno H
224
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni del banco, c. 139 s. Con il calcolo dell’utile l’operazione è praticamente conclusa.
Volendo, possiamo notare che il contabile dei Salviati ha commesso un errore, già in passato verificatosi:
abituato a tante operazioni svolte in comune con altri mercanti, egli ha accreditato l’importo nel conto
Avanzi sbagliato, quello destinato ad accogliere i risultati, positivi e negativi, delle operazioni svolte in
partecipazione con altri operatori. Accortosi dell’errore, ha compilato una doppia registrazione, di segno
opposto, per annullare lo sbaglio appena compiuto, accreditando il conto Avanzi giusto, quello a c. 209.
225
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 71 v.
173
173
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
br. 36
15
14 ¼
----------br. 60 ¼226
br. 34 ¼
55 1/3
46 1/3
15 1/3
15
----------166 ¼
uno taglio di braccia xxxvi di velluto di grana spagnolo in ii peli Sommano in tutto
uno taglio di br. xv di velluto simile
br. lx i/iiii de velluti
detti
uno taglio di br. xiiii i/iiii di velluto simile
Sommano detti tagli iii br. lx i/iiii per f. uno s. xv larghi di grossi il
braccio, monta
f. 105. 8. 9
uno taglio di br. xxxiiii i/iiii di velluto allessandrino in ii peli
uno taglio di br. lv i/iii di velluto verde spagnolo in ii peli
uno taglio di br. xlvi i/iii di velluto nero in ii peli
uno taglio di br. xv i/iii di velluto tanè in ii peli
uno taglio di br. xv di velluto tanè simile
Sommano detti tagli v di velluto br. clxvi i/iiii per f. uno s. viii larghi di
grossi il braccio
f. 232. 15. –
----------------Somma tutto, come di sopra si vede, f. cccxxxviii s. iii d. viiii e di tanti
s’à a ffare debitore panni e drappi nostri in Levante e creditori detti
setaiuoli
f. 338. 3. 9
b) Un giorno dopo la consegna, il 24 aprile i Salviati spediscono alcune balle di panni e una
cassetta contenente gli otto velluti a Bartolomeo di ser Tommaso, loro corrispondente ad
Ancona. Già a Firenze è previsto che la cassetta giunga a destinazione via Adrianopoli227.
A Pera Antonio Miniati ha curato le vendite; la Corte non ha effettuato acquisti e i velluti,
di qualità non elevata, sono stati comperati da una clientela piuttosto anonima: alcuni turchi,
il chapitano di Pera e lo stesso Tommaso d’Aiolfo. Il 26 settembre 1502 Antonio Miniati
ha calcolato il ricavo netto risultante dalle vendite – aspri 15681 equivalenti a f. 352.1.6
larghi di grossi – e lo ha comunicato ai Salviati. Nella parte finale dell’estratto-conto
segnala che due tagli sono ancora nelle sue mani228:
[26 settembre 1502]
Restami framcho di spesa sino paghato il chomerchio picchi 12 ½ di velluto verde e picchi 3 ½
di velluto rosso che, chome sarà finito, vi se ne darà comto.
Antonio Miniati in Pera
a dì 26 di settembre
c) Dopo aver trasmesso questi dati a Firenze, Antonio Miniati vende i due tagli e il 23 marzo
informa i Salviati, ma a ben vedere l’operazione presenta un aspetto particolare: gli
226
Il totale è inesatto e solo la contabilità dei Salviati, setaioli, consente di individuare l’errore. Il
primo taglio, il velluto di grana, è lungo in realtà br. 31 e non 36 (Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 413,
Giornale di Iacopo Salviati e compagni, setaioli, c. 16 v.).
227
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 270 r.
228
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 89 r. e v. La data alla quale i Salviati copiano l’estrattoconto nel Giornale non è precisata, comunque si colloca tra il 31 gennaio e il 18 febbraio 1503.
174
174
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
acquirenti sono Tommaso d’Aiolfo e lo stesso Miniati. Con questa modesta transazione
(poco più di f. 30) le parti hanno evidentemente inteso arrivare a una conclusione229:
Mdiii
Copia d’uno chomto datoci Amtonio Miniati di Pera d’uno talglio di velluto verde e uno
schanpolo di velluto rosso restatoli framcho sino paghato il chomerchio, il quale s’accetta a buono
chomto e dice chome appresso e prima:
Appresso vi si dirà chomto d’uno talglio di velluto verde e uno schanpolo di velluto rosso restato
framcho sino paghato il chomerchio d’uma chassa di drappi mandataci più fa, di che avesti comto
sino addì xxi di settembre e sonsi dappoi finiti come appresso:
Tommaxo d’Aiolfo, addì xxiii di novembre picchi xii ½ di velluto verde per aspri
lxxxx il picchio, monta
aspri 1125
A nnoi medesimi per saldare questo chomto picchi iii ½ di velluto rosso per aspri
lxxxx il picchio, monta
aspri 315
-------------Monta la fine di detti drappi, come si vede
aspri 1440
Appresso saranno le spese:
Per semseria a ii per cento
Per chottimo e chasa al chonsolo
Per hostallaggo di Pera aspri
Per danno di monete
Per provisione
Montano le spese, come si vede
Resta lo ritratto netto, chome si vede, aspri mccclxvi e di tamti v’ò
chreditore; così achoncate voi, semdo gusto. Iddio vi guardi
aspri
22
aspri
12
aspri
7
aspri
5
aspri
28
--------------74
aspri
74
---------------aspri 1366
Antonio Miniati in Pera
addì xxii di marzo 1502
Vagliono aspri 53 per ducato d’oro duc. 25.15.6, vagliono di grossi
f. 30. 13. 4
d) Per ragioni che non conosciamo (ma probabilmente legate al fatto che facevano parte
della stessa spedizione), i Salviati hanno registrato i costi e ricavi relativi alle sete non nel
conto Drappi, come d’abitudine, ma in un conto intestato Panni di Firenze di più sorte e
drappi . . . nel quale sono confluiti i costi e i ricavi relativi anche ai panni di lana spediti a
Pera. Come è facile immaginare, e senza dilungarci in eccessive spiegazioni, il conto perde
per noi gran parte della sua importanza. Il 7 agosto 1503 i Salviati chiudono il conto girando
il saldo ad Avanzi e aggiungono che il conto stesso non è saldato in quanto presumibilmente
mancante di tutti i dati per arrivare a un vero saldo230:
229
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 97 v.
230
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni del banco, c. 283 s.
175
175
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Panni di Firenze di più sorte e drappi di nostro conto mandati in Levante deono
dare . . .
E, addì vii d’agosto 1503, f. venticinque s. xi d.xi larghi di grossi si fa d’avanzo
in questo conto a buon conto per non essersi questo conto saldo, posto avanzi
nostri, avere, in questo, 305
f. 25 s. 11 d. 11
...
Doc. 52
Alla fine del Quattrocento la compagnia di Antonio Serristori, battilori, ha effettuato
almeno quattro spedizioni di drappi di seta a Pera, associandosi spesso ad altri operatori
fiorentini231. Destinatari sono stati sempre Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi. I libri
contabili relativi a questi invii sono andati perduti ma il 1° gennaio 1499, con l’apertura
del mastro segnato C, i Serristori prendono nota delle precedenti operazioni, che ormai si
sono concluse.
Il primo investimento ha visto la partecipazione dei Serristori, battilori (25%), dei
Serristori, setaioli (50%) e di Francesco Gherardi (25%). Le poche registrazioni a noi
pervenute menzionano le quote dei soci ma non le sete e per questo motivo ci limitiamo a
ricordare il risultato finale, di segno negativo: a fronte di un investimento di f. 384.11.4
larghi di grossi, la compagnia ha ricavato f. 360.9.2, da cui una perdita di f. 24.2.6232.
a) In occasione della seconda spedizione i soci sono stati la compagnia di Antonio Serristori,
battilori (25%), Francesco Gherardi (25%) e Niccolò Tanini (50%). A Firenze il 1° gennaio
1499 i Serristori recuperano, dal mastro B andato perduto, il ricordo della quota loro
spettante (25%)233:
Mcccclxxxxviii
Drappy mandatti i Levante a Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, a chomune
per mettà cho Nicholò Tanini e chompagni, dehono dare, addì primo di giennar
[1498=99], per la nostra erata, della quale n’è la mettà per chonto di Framcescho
Gherardi, l’altra mettà per noi, f. hottociento novanta s. xv d. vii larghi di grossi,
per resto d’uno loro chonto, levatto da Libro rosso sengniato B, a c. 108
f. 890 s. 15 d. 7
b) A Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi hanno venduto le sete. In giugno
hanno compilato l’estratto-conto per i Serristori, e il 29 luglio lo copiano in un loro libro
contabile: il ritratto netto risulta pari ad aspri 167790. Tra i numerosi compratori figurano
alcuni italiani e molti funzionari dell’impero; noi ci limiteremo a riportare le forniture
alla Porta e il lotto dei drappi inveduti234:
231
Sull’operato delle aziende Serristori si veda S. Tognetti, Un’industria di lusso al servizio del
grande commercio, cit.; una tabella delle merci importate dal Levante e di quelle là esportate da questa
stessa azienda è presente in A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., p. 998.
232
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 24 d.
233
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 23 s.
234
ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori, cc. 35 v.,
36 r. e v.
176
176
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mcccclxxxxviiii
Chopia d’uno conto di più drappi datoci di Pera Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, saldo in dì
8 di giugno passato, e ricievuto addì 29 di luglo passato, chom’apresso e prima.
Apresso si dirà conto a voi, Antonio Serristori e Niccholò Tanini, del ritratto netto di più drappi
avuti da più persone e prima:
...
E dehono avere aspri 5520 per la monta di picchi 20 di raxo alessandrino e picchi
14 ½ di raxo rosso chon oro finito alla Porta
aspri 5520
...
E dehono avere aspri 16581 per la monta di picchi 94 ¾ d’altebassi chon oro
finiti alla Porta, per aspri 175 picco
aspri 16581
...
E dehono avere, per insino addì 31 d’ottobre, aspri 22442, sono per la monta di
picchi 95 ½ di velluti zetani, cioè veste 2 rosse chon r[. . .]io e vesti 5 di velluti di 2
cholori rossi e verde, finiti alla Porta, per aspri 235 picco
aspri 22442
E, addì detto, aspri 37900 per la monta di picchi 189 ½ di velluti zetani finiti a
la Porta per aspri 200 picco
aspri 37900
E, addì 13 di novenbre, aspri 4275 per picchi 14 ¼ di brocchato finito alla Porta
per aspri 300 picco
aspri 4275
...
E dehono avere, per insino addì 16 di giennaio, aspri 3645 per la monta di picchi
27 di raxi chon oro finiti alla Porta, cioè uno velluto alessandrino e uno rosso per
aspri 135 picco
aspri 3645
...
E dehono avere aspri 29720, e quali sono per picchi 31 ½ di domasco vermiglio,
che si ragiona aspri 1800 e picchi 170 di raxi rossi, che si ragionano aspri 10.000 e
picchi 30 di raxi di più cholori che si ragionano aspri 1500 e picchi 4 di velluto rosso
aspri 400 e picchi 4 di brocchato per aspri 16000, e quali drappi sono el resto di tutti
drappi avuti da voi per detto conto, e quali per anchora non sono finiti, ragiononxi
di choxì per saldare detto conto, finendoxi più ho mancho si metterà a vostro
aspri 29720
----------------aspri 198212
Apresso spese e prima235:
...
Sonmano le spexe, chome di sopra e di là di vede, fatte a detti drappi
aspri 30422
Resta el ritratto netto per quando tutti finiti saranno e rischossi, aspri 167790, e di
tanti v’abiamo creditore a buon conto per quando rischossi tutti saranno, che chome
possete vedere si resta dar fine per aspri 29720 e alxì a risquotere qualche partita, di
che vi si dicie tutto. Rivedete detto conto e trovandolo a dovere l’acchonciate. Dio vi
ghuardi.
235
aspri 30422
--------------
aspri 167790
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 30422.
177
177
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
c) A Firenze i Serristori registrano la quota dei ricavi loro spettante. La chiusura del conto
Drappi evidenzia una perdita236:
Mcccclxxxxviii
Drappy mandatti i Levante di chontro dehonno avere, addì xxviiii di luglio
1499, f. hotocientosetantatre s. xviii d. iiii larghi di grossi, che tamti ragioniamo
valere aspri 41948, sonno per la nostra ¼ parte d’aspri 167790, che tanto monta e
ritrato netto di più drappi d’oro e di setta finiti i Levante Tonmaso d’Aiolfo e Luigi
Gherardi, per uno chonto a mettà cho Nicholò Tanini e ¼ a Framcesco Gherardi e
resto a nnoi, chome si mostra per il chonto datociene saldo in ddì viii del passato,
chopiato a Richordanze, a c. 36, posto ditto Tonmaxo e Luigi dare, in sonma di f.
1747. 16. 3, in questo, a c. 52
f. 873 s. 18 d. 4
E, addì xx di diciembre, f. sedici s. xvii d. iii larghi di grossi, che tamti troviamo
di perditta in questo chonto, posto Avanzi di Levante dare, in questo, a c. 174
f. 16 s. 17 d. 3
Doc. 53
Sempre lo stesso giorno – il 1° gennaio 1499 – la compagnia Serristori, battilori,
riprende dal solito mastro B andato perduto il ricordo della terza spedizione. I soci intanto
si erano ridotti a due: i Serristori (50%) e Francesco Gherardi (50%).
a) A Firenze la compagnia Serristori aveva ottenuto drappi in cambio di chermixi e altro237:
Mcccclxxxxviii
Drappy chomperatti per a baratto di chermixy e altro per mandare i Levante a
chomune per mettà chom Framcesco Gherardi dehonno dare, addì primo di giennar
[1498=99], f. treciento cinquanta quatro s. iiii d. vi larghi di grossi per resto d’uno
loro chonto levato da Libro rosso, sengniato B, a c. 150
f. 354 s. 4 d. 6
b) A Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi hanno venduto alcuni drappi,
come risulta dall’estratto-conto spedito ai Serristori, che mostra un ritratto netto pari ad
aspri 14914. La Porta non ha effettuato acquisti. Richiamiamo solo i primi tre compratori,
fra i quali figurano il kadì di Costantinopoli e l’ambasciatore del Soldano d’Egitto238:
Mcccclxxxxviiii
Chopia d’uno conto datoci di Pera Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, saldi in dì 8 di giugno,
ricievuto sino addì 29 di luglo passato e prima.
Apresso si dirà conto a voi, Antonio Serristori e chonpagni, della fine e ritratto netto di dua chasse
di drappi mandateci per Charlo Lioni, e quali dite esere attenenti chol vostro e nostro honorando
Francesco e prima:
236
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 23 d.
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 41 s.
238
ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristiori e compagni, battilori, c. 37 v.
237
178
178
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
12
Addì 22 di giugno 1498 aspri 720 sono per la monta di picchi 12 di raxi
imcharnati, finito al chadì di Ghostantinopoli, per i danari chontanti
28
E, addì 18 di luglo, aspri 1652 per la monta di picchi 14 di raxi tanè e picchi
14 di raxo arangi, finito allo scrivano de solletari per danari chontanti
40
E, addì 23 deto, aspri 2150 sono per la monta di picchi 40 di raxo ’rangi, finito
allo (sic) all’onbasciadore del Soldano, a danari contanti
...
93 ¼ E dehono avere aspri 4800, e quali sono per la monta di picchi 9 ¾ di raxo
incharnato e 4 di raxo turchino, 35 di domasco giallo e 44 ½ di domasco
verde, e quali non sono per anchora finiti; ragionanxi choxì per
mandarvene conto, finendoxi più ho mancho si porranno a vostro conto
aspri
720
aspri
1652
aspri
2150
aspri 4800
--------------aspri 17000
Abattesene le spese fatte e prima239:
...
Sonmano le spexe, chome di sopra si vede
aspri
2086
Resta el ritratto netto, chome si vede, aspri 14914 e di tanti v’abiàn fatti chreditori
per quando rischossi e finiti saranno. Provedete e stando giusto chome noi
l’acchonciate, se non, dite, che si chorregierà che manchassi. Dio vi ghuardi.
aspri 2086
---------------
aspri 14914
c) Dopo aver copiato l’estratto-conto di netto ricavo, quello stesso giorno i Serristori
registrano la quota loro spettante, ovvero la metà di f. 310.14.2240:
Mcccclxxxxviii
Drappy chomperatti per a baratto di chermixi e altro, di chontro, dehonno avere,
addì xxviiii di luglio 1499, f. cientocinquantacinque s. vii d. uno larghi di grossi,
che tanti ragioniamo valere aspri 7457, sonno per lla nostra mettà d’aspri 14914,
che tanto monta e ritrato netto di ii chasse di drappy finiti i Levante Tonmaxo
d’Aiolfo e Luigi Gherardi, per chonto a metà Framcescho Gherardi e noy, chome
si mostra per il chonto datociene saldo in ddì viii del passato, chopiato a
Richordanze, a c. 37, posto ditto Tonmaso e Luigi dare, in sonma di f. 310.14.2, in
questo, a c. 143
f. 155 s. 7 d. 1
...
d) A Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi continuano a vendere le sete dei
Serristori e di Francesco Gherardi. Il 15 maggio 1500 d’Aiolfo e Gherardi inviano a Firenze
un altro estratto-conto di netto ricavo. La Porta ha comperato alcuni velluti241:
Md
Copia d’uno conto dato di Pera Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi qui a Francesco Gherardi e
Antonio Serristori e chonpagni, saldo sotto dì 15 di maggio 1500.
239
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 2086.
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 41 d.
241
ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 83 r.
240
179
179
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Apresso si darà conto a voi, redi di Francesco Gherardi e Antonio Serristori e chonpagni,
della fine e ritratto di più velluti scrietti (sic) mandatici più fa per Michelagnolo, battiloro, e
prima:
...
192 ½ E, addì 26 di giennaio, aspri 17325, e quali sono per la monta di picchi 192
½ di detti velluti, finiti alla Porta per aspri 90 picchio
aspri 17325
...
--------------aspri 21611
Apresso spese e prima242:
...
Sonmano le spexe, chome di vede
aspri
3915
Resta il ritratto netto aspri 17696, chome si vede, fra quali sono aspri 840 per
picchi 12 di velluto paghonazzo che non sono finiti, e si ragionano ditto pregio a
buon chonto per saldare questo conto che, finendoxi più ho mancho, si poranno a
vostro. Provedetelo e chome noi l’achonciate, sendo giusto, se no, dite, e si
choregierà che ne manchassi
aspri 3915
---------------
aspri 17696
e) I Serristori prendono nota della quota loro spettante, che ammonta a f. 198 s. 17 d. 5 e
che, sommata ai precedenti f. 155 s. 7 d. 1, porta a un totale di f. 354 s. 4 d. 6243:
Mcccclxxxxviii
Drappy . . . dehonno avere . . .
...
E, addì xvii di septenbre 1500, f. cientonovatahotto s. xvii d. v larghi di grossi,
che tamti ragioniamo valere aspri 8848, sonno per la nostra mettà d’aspri 17696
per ritrato netto di più veluti stietti, finiti in Levante Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi
Gherardi per chonto a mettà cho l’erede di Framcescho Gherardi e noi, chome si
mostra per il chonto datociene saldo sotto dì xv di maggio passato, chopiato a
Richordanze, a c. 83, posto ditto Tonmaso e Luigi dare, in sonma d’aspri 17696 e
f. 397.14.10 larghi, in questo, a c. 222
f. 198 s. 17 d. 5
...
Doc. 54
La quarta e ultima spedizione di drappi che i Serristori riprendono dalla vecchia
gestione. I Serristori sono ora gli unici proprietari.
a) Il ricordo delle sete spedite244:
242
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 3915.
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 41 d.
244
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 11 s.
243
180
180
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mcccclxxxxviii
Drappy e panni mandatti i Levante per nostro chonto a Tomaxo d’Aiolfo e Luigi
Gherardi dehono dare, addì primo di giennar [1499], f. dugientosesantanove s. vii d. vi
larghi di grossi, che in tanto ci stanno più drappy d’oro e di setta si trovano di nostro,
chom’apare a Mandate e ricieute, a c. 2, levato da Libro rosso, seg[n]iato B, a c. 49
f. 269 s. 7 d. 6
...
b) A Costantinopoli Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi hanno curato le vendite (nell’arco
di un anno e mezzo) e informano i Serristori. La Porta è il compratore principale245:
Md
Copia d’uno conto datoci di Levante Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, saldo in dì 15 di maggio
1500, ricevuto addì 17 luglio passato.
Apresso vi si darà chonto a voi Antonio Serristori e compagni della fine e ritratto di veste 4 di
drappi ci mandasti per Michelagnolo, battilori, e prima:
14 ½ Addì 9 di maggio 1498 aspri 1885, e quali sono per picchi 14 ½ di raxo rosso
chon oro, finito a Argi, bascià
aspri 1885
14 ½ E, addì – di maggio 1499, aspri 1885 per picchi 14 ½ di raxo rosso finito alla Porta aspri 1885
13
E, addì 27 di luglo, aspri 2220 per picchi 13 1/3 altobasso chon horo, finito a
1/3
baratto di seta
aspri 2220
14 ½ E, addì 4 di giennaio, aspri 3135 per picchi 14 ½ altobasso di grana e verde
chon oro finito alla Porta
aspri 3135
----------------aspri 9125
Apresso spexe e prima246:
...
Sonma le spese, chome si vede
aspri
1697
Resta el ritratto netto di detti drappi aspri settemila quatrociento ventotto, chome
si vede, e di tannti v’abiamo fatto creditori. Provedete e, stando a dovere chome noi,
l’acchonciate, se no, dite, che si choregierà che manchassi. Idio vi ghuardi.
aspri 1697
---------------
aspri
7428
c) A Pera Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi hanno completato le vendite e redatto un
altro estratto-conto di netto ricavo per i Serristori, che il 7 gennaio 1501 copiano nelle solite
Ricordanze. Tra i compratori figura ancora la Porta247:
Md [=1501]
Addì vii di gennaio
Chopia di chonto di drapi mandatoci Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi di Pera, finiti di nostro
e sotto chopia di chonto mandatoci più fa e chon lettera de dì 24 d’aghosto:
245
ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 82 r.
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 1697.
247
ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristiori e compagni, battilori, c. 103 r.
246
181
181
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
...
11 ½ E, a dì – di dicembre, aspri 1817 per picchi 11 ½ d’altebaso rosso scharlatto a
la Porta netto di spese
...
Soma la fine de’ sopra detti drapi, chome si vede
aspri
1817
--------------aspri 11797
Apresso spese248:
...
Monta le spese fate aspri 131 7/8 sopra detti, chome si vede
Resta lo ritratto netto aspri 10469 e di tanti v’abiamo chreditori per quando
rischossi saranno e di vostri altri drapi di seta nonn abiàno aùto altro a questo dì 29
di setembre 1500 secondo noi. Rivedete tutto se trovate eser di chosì e se in detto
chonto fussi errore nessuno per voi o noi, lo dite e si chorregerà e date aviso. Che
Iddio di mal vi ghuardi.
aspri 1328
---------------
aspri 10469
d) I ricavi delle vendite sono trasformati in fiorini e registrati nel conto Drappi249:
[1500]
Drappy e panny, di chontro, dehonno avere, addì x di septenbre 1500, f.
cientocin[quanta]quatro s. xv larghi di grossi, per valuta d’aspri 7428, sonno
per ritrato netto di iiii veste di drappi, vendute in Levante Tonmaxo d’Aiolfo e
Luigi Gherardi, chom’apare per il chonto datociene saldo sotto dì xv di maggio
passato, chopiato a Richordanze, a c. 82, ragionati a aspri 48 per fiorino di
grossi, posto ditti Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi, per chonto d’aspri, dare,
in questo, a c. 16
f. 154 s. 15 d. –
E, addì vii di giennaro, f. dugientotrentoto larghi di grossi, per valuta d’aspri
10469, sonno per la monta de resto di più drappy finiti di nostro e datociene
chonto saldo, chopiato a Richordanze, a c. 103, posto detto Tonmaxo e Luigi
dare, per nostro chonto d’aspri, in questo, a c. 16
f. 238 s. – d. –
e) Le vendite sono terminate. I ricavi spettano ai soli Serristori, i quali possono chiudere il
conto Drappi e calcolare il risulato finale, che questa volta è estremamente positivo250:
Drappy e panni mandatti i Levante per nostro chonto a Tomaxo d’Aiolfo e
Luigi Gherardi dehono dare . . .
...
E, addì primo di giennaro 1500 [=1501], f. cientoventitre s. vii d. vi larghi di
grossi, che tanto ragioniamo d’avanzo in questo chonto, posto Avanzi di Levante
avere, in questo, a c. 174
248
f. 123 s. 7 d. 6
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 1328.
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 11 d.
250
ASF, Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 11 s.
249
182
182
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 55
L’importazione a Firenze di seta grezza ha lasciato negli archivi tracce consistenti,
che in questa sede abbiamo volutamente tralasciato. Presentiamo solo due brevi
testimonianze, che si distinguono perché ricordano anche gli arrivi delle carovane dalla
Persia: nell’estate del 1500 Antonio Sostegni è a Costantinopoli e scrive ad Antonio
Corbinelli, a Firenze.
a) Il 26 giugno Sostegni segnala l’assenza di seta grezza a Bursa e aggiunge che da sei mesi
si attende l’arrivo di una carovana251:
Addì xxvi di giungnio 1500
...
Sete né istravai né leggi in Burxia non è filo, e s’attende la charovana, la quale è vi mexi doveva
venire.
...
b) Pochi giorni dopo Antonio Sostegni dispone di notizie precise, che subito trasmette a
Firenze. Disordini militari bloccano la carovana a Tabriz252:
Al nome di Dio, addì vi di luglio 1500
...
La charovana delle xete s’atendeva; abiàno nuove era al Taurixxi e quivi era ferma rixpetto alle
ghuere di là, che doverà tardare qualche mexe, e in Burxa non è filo, per avixo.
...
Doc. 56
Dopo una prima spedizione nel 1495 (Doc. 44), Agnolo del Caccia, setaiolo, affida
cinque rasi a Giovenco di Giuliano de’ Medici, un mercante impegnato nella produzione ed
esportazione di panni di lana in Levante, affinché li spedisca a Costantinopoli. Nella
capitale ottomana le sete devono essere consegnate a Giovanni di Giuliano de’ Medici e a
Cresci di ser Marchionne Donati253.
[5 luglio 1500]
Richordo ogi, questo dì v di luglio, io ho chonsegniato qui in Firenze a Giovecho di Giuliano di
Giovencho gl’infrascritti drappi perché gli mandi in Pera o in Bursia o in qualunche altro luogho fusi
la giuridizione del Signor Turcho, chon sua panni, e quali si chonsengnino a Giovanni di Giuliano de’
Medici e Cresci di ser Marchione Donati, a’ quali dò chomisione gli finischino o per danari chontanti
o a baratto di seta stravai o legi o seri o talachangi, chome a loro parà e piacierà, e i ritratto mi rimettino
o in danari chontanti o ne le sopra ditte sete o per lettera di chanbio, chome a loro parà e piacierà, per
tenpo per meglio si potrà.
251
ASF, Manoscritti, 94, N. 27, Lettera di Antonio Sostegni, in Pera, ad Antonio Corbinelli, in
Firenze, 26 giugno 1500.
252
ASF, Manoscritti, 94, N. 22, Lettera di Antonio Sostegni, in Pera, ad Antonio Corbinelli, in
Firenze, 6 luglio 1500.
253
Firenze, AOI, 12381, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia, c. 214 v.
183
183
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
E drapi sono questi, cioè:
br. 29 1/8 di raso alesandrino
34
br. 29 1/8 di raso alesandrino
Segn. 34
31
br. 30 di raso di grana
br. 20 2/3 di raso di grana
br. 4 di raso nero
Doc. 57
Completata la spedizione del 5 luglio 1500 (Doc. 56), Agnolo del Caccia consegna sei
pezze tra damaschi, rasi e velluti a Giovanni di Giuliano de’ Medici, in partenza per il
Levante254:
[3 dicembre 1500]
Richordo hogi, questo dì iii di dicienbre, chol nome di Dio e di buon salvamento, io ho
chonsengniato qui in Firenze a Giovanni di Giuliano di Giovencho de’ Medici gl’infrascritti drappi
chon chomisione gli porti i Levante, in Pera o in Bursia o qualunche luogho a llui parrà e piacierà, e
li posi finire per danari chontanti, in barato di seta stravai o talachangi, chome a llui parà e piacierà,
e ritratto rimetere o per lettera di chanbio o danari chontanti o incietta in seta stravay o talachangi,
chome a lui parà e pacierà, cioè per danari o per tempo, chome meglio piacerà:
Segn. 27 Una peza di domaschino verde in 2 chamini
di br. 38 2/3
Segn. 27 Una peza di detto domaschino verde
di br. 22 1/8
Segn. 14 Una pezza di domaschino tanè in 2 chamini
di br. 54 1/4
Segn. 25 Una peza di domaschino alesandrino in 2 chamini
di br. 21 1/4
Segn. 28 Una peza di raso verde
di br. 50 1/3
Segn. 26 Una peza di veluto nero in 2 peli di br. 44 overo 42 perché
ss’è misurato braccia
Doc. 58
Mentre la compagnia di battilori di Antonio Serristori spedisce regolarmente tessuti di
seta a Costantinopoli (Doc. 52-54), da Firenze altri Serristori – gli Eredi di Averardo –
inviano ai soliti Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi una pezza di altobasso di grana
acquistata sul mercato fiorentino255:
Mdi
Drapi di nostro chonto mandati in Levante a Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi
per finire per noi in libera chommessione deono dare, a dì xxi d’aghosto, f. ottantuno
s. iiii larghi di grossi per la monta di br. 29 d’altebasso di ghrana chomperato da Filipo
de’ Nerli e compagni, a c. 181
f. 81 s. 4. –
254
255
Firenze, AOI, 12381, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia, c. 214 r.
ASF, Serristori, Famiglia, 596, Debitori e creditori di Averardo Serristori ed eredi, c. 181 s.
184
184
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 59
Dopo le spedizioni di fine Quattrocento (Doc. 52-54), la compagnia di Antonio
Serristori invia a Tommaso d’Aiolfo e Luigi Gherardi, corrispondenti abituali a
Costantinopoli, un piccolo ma costosissimo taglio di tessuto di seta. Poco meno di due
braccia di velluto appicciolato d’oro e di seta in 3 peli sono valutate 60 fiorini larghi di
grossi256:
Addì xii di novembre 1501
Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi di Pera deono dare, per questo drappo qui a
piè, mandato loro per via d’Anchona, diritto a Bartolomeo di ser Tonmaxo, a nome
di Gherardo Gherardi, per chonsegnare a Lucha Giusti, per chondurlo loro in Pera:
br. 1 7/8 di velluto apicciolato d’oro e di seta in 3 peli per f. 60 larghi di grossi, in tutto f. 60.
...
–
Doc. 60
Giovanni Maringhi, attivo a Costantinopoli, è il corrispondente di numerosi mercanti
fiorentini che commerciano con l’Impero ottomano. Sappiamo che da Firenze un flusso
continuo di panni di lana e, in minor misura, di costosi drappi di seta si dirige verso Pera,
ma non mancano eccezioni, vale a dire importazioni a Firenze di drappi orientali. Si tratta
di fatti isolati, di acquisti mirati, a volte stravaganti, voluti non dai soliti mercanti ma da
singole persone che evidentemente conoscono quelle sete e hanno idee ben precise. Siamo
di fronte a drappi di piccolo taglio, dal costo modesto, destinati di volta in volta a soddisfare
un solo cliente.
Maringhi ha lasciato un registro contenente copia delle lettere indirizzate ai suoi
corrispondenti, tra i quali anche Niccolò Michelozzi, che da Firenze esporta a
Costantinopoli soprattutto panni di lana257. Il 4 maggio 1501 Maringhi indirizza a
Michelozzi una lunga lettera nella quale ricorda alcuni ordini di acquisto ancora in sospeso,
che in passato gli avevano trasmesso da Firenze Averardo da Filicaia e Pace Bambelli.
a) A una data imprecisata Averardo da Filicaia aveva chiesto alcuni drappi agiamaschi a
Maringhi, il quale aveva girato l’ordine a Bursa. Il termine agiamaschi fa pensare a
manufatti non turchi ma verosimilmente persiani e la lettera di Maringhi sembra
confermarlo. Maringhi infatti informa Michelozzi che a Bursa quei tessuti non sono ancora
apparsi perché non è arrivata la seta stravai, chiaro riferimento alla più classica mercanzia
trasportata dalle carovane provenienti dalla Persia258:
256
ASF, Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 130 r.
Molte lettere, riguardanti quasi esclusivamente il commercio dei panni di lana, sono state oggetto
di un’edizione in inglese da parte di G.R.B. Richards, Florentine Merchants, cit. 1932.
258
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Niccolò Michelozzi, in Firenze, 4 maggio 150,
c. 65 v. Il reperimento di drappi agiameschi è difficoltoso. Forse non è fuori luogo ricordare una
lettera che il 6 gennaio 1502 Maringhi scrisse a Giovanni Gazzetti, suo corrispondente a Bursa, per
sollecitarlo a inviare i drappi e maximo il detto agiamescho: Cambridge (USA), Harvard University,
Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera,
a Giovanni Gazzetti, in Bursa, c. 108 r.
257
185
185
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[4 maggio 1501]
...
Le chose d’Averardo da Filichaia ne ò chontinovamente la chomesione in Bursia, né per anchora
non v’è chonparssi drappi agiamaschi chome lui vuole per non n’esere venuta la stravai setta. Quando
ve ne chapiterà, sarà servito di tutto, el simile delli ttapeti, che cie n’è più charestia qua che fussi mai.
Stiamo alla vista e chome ci chapiterà chosa al proposito, si piglierà e manderassi, che altro non si
può fare . . .
...
b) Nella stessa lettera Maringhi informa Averardo da Filicaia di avere invece acquistato a
Bursa un tessuto di seta che in passato gli aveva chiesto da Firenze Pace Bambelli. Si tratta
di un taglio molto ridotto, il cui costo supera di poco i 3 ducati. Macinghi si propone di
inviare il drappo ad Averardo da Filicaia, il quale lo consegnerà a Pace Bambelli259:
[4 maggio 1501]
...
E alsì per il detto [Bernardo Risaliti] vi mando una pezza di drappo di Bursia, belisimo, la quale
darete a ser Pacie Banbelli, che ma la chonmisse più fa. Chosta aspri 180 e di ttanti v’avete a valere
da llui, che sono duc. iii e grossi viii e di ttanti mettete a nostro e avisate.
...
c) Trascorrono pochi mesi e di nuovo si parla di un altro imminente arrivo di drappi orientali
a Firenze. Questa volta è lo stesso Niccolò Michelozzi ad aver ordinato a Maringhi 4 veste
di chamucha, un tessuto di seta tipico del Levante col quale intende far confezionare abiti
per alcune giovani donne fiorentine. Il 29 ottobre 1501 Maringhi informa Michelozzi di
aver già trasmesso l’ordine di acquisto a Bursa e si impegna a spedire le veste a Firenze non
appena arriveranno a Costantinopoli, però si lamenta del fatto che nella lettera contenente
l’ordine Niccolò Michelozzi non aveva allegato alcun saggio del tipo desiderato e di
conseguenza Maringhi ha scelto lo stesso genere di una precedente ordinazione260:
[29 ottobre 1501]
...
Di già abiamo chonmesso in Bursia 4 veste di chamucha per lle fanciulle della sortta ne mandamo
l’altra voltta e di proximo s’attendono e vi si manderanno, che saranno della bella sortta, secondo
l’aviso de là. E nella vostra non n’era alchuno saggio; sonsi fatte fare al modo delle altre. Per aviso.
...
Doc. 61
L’iniziativa di esportare drappi a Costantinopoli parte quasi sempre da Firenze e solo in
un secondo momento interviene il corrispondente in Levante. Nel caso in esame tutto ha
inizio a Pera: l’11 febbraio 1502 Giovanni Maringhi da Costantinopoli sottopone a
259
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Niccolò Michelozzi, in Firenze, 4 maggio 1501,
c. 66 r. Per questa operazione e la successiva si veda anche I. Houssaye Michienzi, The silk market in
Bursa around 1500 as it appears in the Florentine business archives, «Turcica», 50 (2019), pp. 58-59.
260
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 102 r.
186
186
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Francesco Barducci, attivo a Firenze, un progetto dalle caratteristiche non comuni. Insieme
a un amico di cui non si conosce il nome, Maringhi sta pensando di comperare un fardello
di seta grezza e di mandarlo a Francesco Barducci, che con quella materia prima farà
produrre rasi e damaschi della migliore qualità da destinare al mercato ottomano.
L’iniziativa non sembra aver avuto seguito, ma già questa prima lettera contiene alcuni dati
importanti: Maringhi si impegna a indicare i colori più richiesti, mentre sin da ora è previsto
che i damaschi siano all’opera veneziana e della stessa qualità di quelli forniti recentemente
dai Soderini261:
[11 febbraio 1502]
Io ò fatto pensiero di chonperare uno fardello di seta per mio conto e di uno mio amicho e forsse
avanti passi troppi giornni si meterà in asechuzione e di mandarvelo chostì chon questa chondizione:
che voi me ne faciate tanti rasi e domaschini di diversi cholori, chome a quel tenpo vi darò lume di
tutto e avertendovi che lli domaschini vogliono esere all’opera viniziana e non altrimenti. E quali
drappi vorrei li faciessi fare della bonttà e chondizione di quelli avuti dalli Soderini e chonpagni, che
per dio è suta una buona draperia, che tutti e rasi e damaschi sono venduti e pochi ne mancha, che se
fusino stati tutti rasi e domaschi erono più speditivi; tutta volta sapete sono merchantie che bixogna
aspetare el chonperatore.
...
Doc. 62
A Costantinopoli Giovanni Maringhi (Doc. 60, 61) è il corrispondente anche di
Tommaso e Giovan Battista Soderini, una compagnia di setaioli che esporta drappi
nell’Impero ottomano. A questa compagnia Maringhi ha scritto una ventina di lettere che
coprono un intervallo di tempo assai ristretto: il biennio 1502-1503 e i primi mesi del 1504.
Queste lettere contengono dati precisi sull’andamento delle vendite e sulle forniture alla
Porta, che rimane sempre il cliente più prestigioso. In questa sede presentiamo una
selezione delle fonti più interessanti.
Le lettere originali inviate ai Soderini sono andate disperse; a noi sono pervenute le
copie redatte da Maringhi (e collaboratori) in un copialettere. Accanto al carteggio, che
rimane una fonte straordinaria in quanto la sola in grado di trasmettere giudizi, consigli o
semplici impressioni, si collocano alcune copie di registrazioni contabili. Forse per ragioni
di mera praticità, infatti, Maringhi ha pensato bene di riportare in alcune carte del suo
copialettere il conto corrente dei Soderini, setaioli: una fonte, appunto, di natura contabile,
dalla quale emergono alcuni dati importanti262. Sappiamo così che i Soderini hanno inviato
nel 1501-1502 due casse di drappi a Pera via Adrianopoli: la prima, affidata a Niccolò
Carsidoni, giunge alla fine del 1501, mentre la seconda arriva pochi mesi dopo, con
261
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Francesco Barducci, in Firenze, c. 122 r.; in
estate Giovanni Maringhi tornò brevemente sull’argomento, ma senza arrivare ad alcuna conclusione:
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 153 r.
262
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, cc. 240 v. e 241 r. Le lettere citate sono sparse nell’intero volume.
187
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
P. Strinati263. A queste due spedizioni ne seguono altre, meno consistenti, ma la
documentazione ben presto si interrompe264.
Nel corso del 1501-1503 la compagnia di Tommaso e Giovan Battista Soderini spedisce
dunque un quantitativo indeterminato di drappi a Giovanni Maringhi; i libri contabili dei
Soderini non si sono conservati e il carteggio di Maringhi rimane l’unica fonte265.
a) In una lettera datata 17 gennaio 1502 Maringhi da Costantinopoli segnala ai Soderini
l’avvenuto arrivo di una cassa di sete e nello stesso tempo precisa che la vendita di quei
preziosi manufatti non è la sua specializzazione; però è già in grado di fornire i primi
risultati del suo operato. Aggiunge poi che in quel momento a Costantinopoli c'è richiesta
di damaschi, specialmente quelli choll’opera alla veneziana, mentre più limitata è la
vendita dei velluti, che sono chose più per la Porta che altrimenti. Lo stesso accade per i
costosi broccati d’oro, anch’essi chose per la Porta. Molto apprezzati sono certi rasi d’oro
con decori di ghirlande e fiori. La lettera contiene poi un’attenta osservazione sul mercato
dei tessuti più costosi: quando il compratore è uno solo – la Porta – bisogna attendere e
avere pazienza. Nella parte finale della lettera Maringhi informa i Soderini sugli ultimi
acquisti da parte della Porta: ben 1000 picchi di velluti rossi acquistati a 220 aspri il picco266:
[17 gennaio 1502]
...
Con piaciere singhularisimo vegiamo l’amore e afezione ci portate mediante el maggior Fillippo
e Giuliano da Ghagliano e inoltre di ser Niccolò, che a chonffortto loro avete preso animo di mandarmi
una chassa di drappi per mano di Nicholò Charsidoni, la quale arivò qui a buon salvo e ben
chondizionata e sotto dì 2 di dicienbre paxato si trase di chomerchio e alla rasengnia tornorono
beniximo e chome dite sono di buona sortta drapperie e da farnne buona fine e di già se n’è finite
qualche vesta, chome apresso si dirà. E anchora che lla profesione nostra non sia di dare chonpimento
a ttal merchantia, siamo di buono animo di favorire ttal fine, che vi chontenterete, e nel fare si pigliano
le pratiche d’ongni chosa. E, avendone somma, potremo chonparire in ogni luogho chome ciaschuno
altro; tutto chonsiste avernne l’equivalente di pottere stare a petto chon ciaschuno altro, che non cci
mancherà modo né mezzi. Che Nostro Signore Iddio ci presti di sua gratia.
Addì vi di dicienbre finimo pichi xii di raso alexandrino per aspri 60 el picco, per i danari contanti.
Addì xi detto finimo pichi xi i/ii di raso verde chiaro per aspri 55 ½ el picho, per i danari chontanti.
Addì 17 detto finimo pichi xii di raso verde per aspri 56 el picco, per i danari chontanti.
E dòne chome per finito iii veste di detti rasi, cioè ii d’alexandrino e uno di verde e batereno al
pregio de 56 in 58 aspri el picco, per i danari chontanti che, seghuendo, vi si dirà.
263
A volte il nome di battesimo è indicato, come in questo caso, in forma abbreviata: una semplice
“P”, che spesso genera incertezza. In quegli stessi anni si conoscono infatti Priore e Piero Strinati,
fratelli, entrambi attivi a Firenze e a Costantinopoli.
264
Il citato conto corrente intestato ai Soderini non descrive le sete però riporta l’ammontare del
ricavo lordo delle vendite, che per la prima cassa fu di aspri 44894 e per la seconda di aspri 37237.
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 241 r.
265
Sottolineamo sin da ora che, salvo indicazione contraria, tutte le lettere che seguono sono state
scritte da Giovanni Maringhi, in Pera, e indirizzate alla compagnia di Tommaso e Giovan Battista
Soderini, setaioli, in Firenze.
266
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, cc. 113 v., 114 r.
188
188
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E inoltre, addì xi del presente, finimo pichi xii ½ di raso alexandrino per aspri 60 el picco, per i
danari contanti.
E insino addì 10 di dicienbre finimo pichi xiii di domaschino rosso di grana per aspri 69 el picco,
per i danari chontanti.
E questo è quanto e s’è finito insino a questo dì e per giornnata chontinovamente si vende
spiciolatamente, quando una vesta e quando una altra e ttochasi el dì. E la qualità de’ drappi che si
vendono più che nesuno altro vi si dirà qui a ppiè.
Domaschini turchini choll’opera alla viniziana verde bruni, non troppi schuri, alexandrini
domaschini e rasi, e di questi più che nesuno altro cholore ci se ne vende lionati assai domaschini e
rasi e questi sieno qualche pezza ischura e qualche pezza chiara, e domaschi neri, e chosì rasi qualche
pezza, che di questi chontinovamente ci se ne vende spiciolatamente, quando una vesta e quando una
altra e ttochasi el dì, e avertite che tutti e domaschi vogliono esere choll’opera alla viniziana e none
altrimenti, che altra opera non ci à condizione.
E inoltre rasi verdi e domaschi, in sul cholore di questi avete mandato adesso, ve ne sia qualche
pezza, che senpre aranno debita fine, cioè intorno a’ preggi sudetti; salvandovi, ne potete fare inpressa.
Rasi rossi di grana e chosì domaschini, anchora di questi ci se ne vende alla giornata.
Rasi di chermisi veri per giornnata ci se ne vende qualche vesta per 100 aspri o meglio el picco.
Sievi aviso.
Velutti stietti vanno al venderssi uno pocho più adagio, che sono chose più per Portta che
altrimenti. Chosì gli altebassi, che questi vostri che avete mandati al presente sono in tutta perefezione,
che gli ò paraghonati chon qualchuno e in efetto e vostri restono di sopra e masimo quello di chermisi,
che ò speranza si finirà beniximo, che non credo in tutta nostra nazione cie ne sia iiii veste: istaremo
alla vista e quello di buono si potrà fare per nnoi in benifizio delle chose vostre quale io portto a me
medesimo e di questo ve rendete ciertto perché per più chonti e per più chapi sono tenuto e ubrighato
fare di chosì. Che Iddio di buono manddi.
E veluti neri in 2 pelli a questi dì ci ànno avuto una gran richiesta ed èsene venduti quanti cie
n’era in ne la nazione, e non cie n’è rimasti, per aspri 90 e 95 el picco e quale a 100. Per aviso. Di
questi vi chonforterei al mandarnne qualche vesta, e alsì rossi. E domaschi neri ci ànno avuto buona
richiesta a questi giornni, che la Portta ne pigliò quantto n’era in e la nazione. Per aviso.
Drappi chon oro sono chose per la Portta; rade voltte se ne vende spiciolate, e quando in uno
luogho non n’è di una merchantia che uno solo chonperatore, sono chose lunghe e bixogna aspetare
che n’abbi voglia e che le chiegha. Niente di mancho de’ rasi chon oro e maximo rossi ci se ne vende
qualche vesta e chosì d’ongni altro cholore e l’opera vorebbe esere chon cierte glilande leghate
insieme, l’une cho l’altre, chon ciertti fiori inttermisi che chanpegiano tanto bene del mondo io vi
disengniai, cholorite chome meglio vi viene. E noi di di qua faremo senpre el debitto nostro, chome
in fatto vedrete.
...
El velluto rosso di grana che di presente avette mandatto è di tutta bonttà e di quella sortta insieme
chon altri veluti che ne prese poche settimane fa la Portta: ne prese meglio di 1000 pichi per aspri 220
el picco per i danari, che v’era più che la metà di grana, ben chondotti. Sievi per aviso. E una voltta
l’anno detta Portta ne piglia sempre di ttal draperie. Parendovi di mandarne qualche vesta per aspetare
quello tenpo, fate voi, insieme chon qualchuna di chermisi.
...
b) In una successiva lettera del 4 febbraio 1502 Maringhi informa la compagnia Soderini
sull’andamento delle vendite dei rasi. Il momento è favorevole; ci sono compratori e la
189
189
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
pestilenza è cessata. Accanto alla solita clientela anonima, qui tralasciata, si segnala il
Seraglio delle donne, che ha acquistato un raso verde267:
[4 febbraio 1502]
...
E, a dì 26 di detto [gennaio], finimo pichi 23 di raso verde per aspri 1300 tutto, per i danari
contanti, finimo al seraglio delle donne.
...
E inoltre abiamo chome per finito dua veste di raso, cioè una d’alexandrino e uno di verde per
aspri 57 el picco. Di che seghuirà saprete.
Tutti e drappi finiti di vostro insino a questo dì fanno la monta d’aspri 9000 in circha e fo pensiero
di pigliare uno fardello di setta per vostro conto a paghare qui alla giornata e di mandarvelo, trovando
rischontro: se non, si chometerà in Bursia.
Di veluti anchora non s’è finito vesta; uno pocho più adagio alla fine d’essi noi ne faremo el
debito nostro e di quello seghuirà per giornata sarete avisato.
Delle draperie chiestovi, se ne manderete e sonma aranno buono esito, che chontinovamente per
giornata se ne vende, e bixogna avere d’ongni chosa in chasa; ongni giornno apariscie chonperatori,
sì che io v’ò disengniato: a voi ista el cholorire e noi di di qua faremo senpre el debito nostro. Che
Iddio di buono [mandi].
El morbo à cciesato del tutto, a dDio gratia, e stimiano le chose abbino a ppassare bene, che si
stima più presto la pacie che altrimenti, di che seghuendo ci sarà buono esere. Istaremo alla vista e di
quello seghuirà sarete avixato.
...
c) Il 29 marzo 1502 Giovanni Maringhi trasmette ai Soderini un altro elenco di sete vendute
ad alcuni compratori anonimi. Ci limitiamo a richiamare la vendita di un velluto paonazzo
di grana a un funzionario della Porta; una vendita, come vedremo, destinata a non avere un
successo completo268:
[29 marzo 1502]
Siamo addì 29 di marzo 1502 e insino a qui è chopia d’altra mandatavi el dì si mostra. Di poi
vostra non s’à. Questa per dirvi el seghuito di poi:
...
Addì 26 detto finimo picchi 12 di velluto pagonazzo di grana a serisso aghà ciausse della Portta
per aspri 98 el picco e più finitoli picchi xii di velluto rosso di grana per aspri 120 picho, sensale Luigi
detto, de’ quali n’ò avuti danari contanti, di presente aspri 1216 e resto m’à promesso darmeli fra 10
giornni proximi futuri. Di che seghuirà saprete.
...
d) Tre giorni dopo Maringhi ha modo di trasmettere a Firenze una piccola ma importante
precisazione. Il funzionario della Porta ha infatti restituito uno dei due tagli di velluto rosso
che aveva appena comperato269:
267
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 114 r.
268
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 124 v.
269
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 124 v.
190
190
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[1° aprile 1502]
...
Siamo addì primo d’aprile e insino a qui è chopia d’altra mandatavi el dì si mostra. Di poi, vostra
non s’à. Questa per dirvi che li pichi xii di velluto rosso di grana finito a serissi aghà ciausse della
Porta, cie l’à stornata indrieto ed io per lo meglio me l’ò ripresa per non ne avere a piatire el detto a
rischuoterlo.
e) In maggio Maringhi invia ai Soderini l’elenco delle ultime vendite, sollecita la spedizione
di rasi con oro e si ripromette di inviare presto a Firenze i disegni delle stoffe più richieste.
Conclude dicendo che la pezza di altobasso non è stata ancora venduta e che solo la Porta
la può comperare270:
[4 maggio 1502]
Addì 2 di questo finimo al chadì di Ghostantinopoli picchi xiii i/iiii di velluto rosso di grana per
aspri 115 il picco, per i danari contanti, sensale Luigieto detto.
E sotto detto dì finimo pichi lxviiii ¼ di domaschino rosso di grana a Cierchisse ermino drapiere
in bisestano di Ghostantinopoli per aspri 70 il picco, avere e danari alla giornata, sensale Lorenzo di
Ghuaspare, e a dì 6 d’aprile finimo picchi 2 di raso alexandrino per aspri 58 il picco, per i danari
contanti.
E sotto dì 26 del passato finimo pichi 2 ¼ di domaschino rosso di grana e picchi uno di rasso
rosso di grana a Pantaleo Chorese per aspri 228 tutto, per i danari contanti.
E chosì per giornata s’andrà finendo, che se io avessi avuto 300 picchi di raso alexandrino della
sorta mandata, tutti sarebono finiti a 60 aspri el picco: chonfortavisi al mandarne e chosì per giornata
d’ongni altro cholore, e chosì domaschini a l’opera viniziana e d’ongni cholore, che tutto giorno cie
n’è chiesta.
E rasi chon oro che vi trovavi in telaio li manderesti chol primo altro passagio insieme chon una
vesta di velluto e di domaschino nero e chosì di grana e chon qualche altro drappo in buon punto sia;
rendetevi ciertti che per me se n’à a ffare ongni estrema diligentia e solecitudine, che questa vostra
lettera mi fa cresciere el quore ghagliardamente e da homo dabene che, trovandomi io buono chavallo
sotto, sono per farmi fare largho per tutto e di uscire d’ongni gran fangho, e l’opera in futuro sarà
testimone del tutto.
Di mandarvi qualche disengno dell’opere e draperie che inpacha a mano più che a[l]chuna altra,
siamo tuttavia drieto e per qualche altra nostra prossima lettera stimiano al fermo mandarvelo, che
per quello potrete meglio prochurare a tutto.
...
Dello altto e basso non ss’è fatto di poi niente: è chosa per Portta più che per nesuno altro e lla
Porta è uno tenpo non n’à presso. Staremo alla vista, che non può preterire non pigli di chorto e
d’ongni draperia.
...
f) Il 29 giugno Maringhi comunica ai Soderini la vendita imminente di rasi d’oro e quella,
già avvenuta, di un velluto rosso; precisa inoltre che i rasi più richiesti sono quelli rossi,
tanè e neri. Alla lettera Maringhi allega i disegni dei motivi ornamentali preferiti dalle
donne del serraglio, che sono i fiori e in particolare le rose, e sottolinea il fatto che avere
270
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 140 r.
191
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
questi disegni è stata un’impresa faticosa. Maringhi inoltre raccomanda ai Soderini di
attenersi scrupolosamente ai modelli inviati, cioè di non mancare una iota, secondo
un’espressione dell’epoca, oggi dimenticata, e conclude avvertendo che anche i damaschi
all’opera veneziana si vendono bene271:
[29 giugno 1502]
...
E rassi chon oro sono di già stati alle mani di finirlli tutti . . .
...
Abiamo di poi finito picchi xv di veluto rosso di grana della prima chassa per aspri 115 el picco,
per danari chontanti . . .
...
E perché voi m’avete chonfortato per ogni vostra che state voglerre di qualche opera disegni di
draperia chon oro, che chostoro amano più che nessuna altra e che più apettischano, n’abiamo fato
levare una che sarà in questa la quale, chome vedrete, voglano eserre rassi alexandrini e rossi e tanè
e neri et schuri. Di questi cholori voglano eserre iiii veste o meglio, cho gli andari e fiori o rose, chome
per llo disegno vedrete, e none mancate una iota dello disegno. E che llo pregio ve gli fareno battere
è d’aspri 240 el picco e di questa talle draperia ne chosumano assai, che qui non è se none in Tomasso
d’Aiolfo iii o iiii veste. E ttale draperia la portano tutte donne di Seraglio, che ò durato faticha assai
averne el disegno.
...
Anchora v’ò a richorddare che rasi alesandrini e verdi stietti della sorta n’avete mandato c’àno
profetisima chondicone e simile domaschini pure all’opera veneziana, che senpre gornalmente ci se
ne vende, quando una vesta e quando una altra, e chosì di veluti si vorebe avere in chassa, che ogni
dì apariscono chonperatori nuovi . . .
...
La Porta non à preso anchora draperie di seta. La Porta ha presso panni . . .
...
E perché vui intendete somamente e pregi de’ drappi chon oro disegnatovi, e rassi rossi ve lli farò
batere a 250 aspri el picco e gl’altri cholorati 220 in 230 picco . . .
...
g) In luglio Maringhi è in grado di inviare ai Soderini un ultimo aggiornamento sullo stato
delle vendite. Tra i compratori figurano, accanto ad alcuni personaggi anonimi, l’agà del
figlio del sultano, il Serraglio di Bajazet II e il Serraglio delle donne. Maringhi aggiunge
che la Porta ha acquistato dai mercanti fiorentini 800 picchi di drappi, 600 dei quali
appartengono al solo Tommaso d’Aiolfo, e che il prezzo ha raggiunto i 300 aspri il picco
per certi broccati d’oro a bastone. Alla lettera Maringhi allega copia di un disegno (andato
perduto) da riprodurre sulle sete272:
271
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 143 v. e continuazione a c. 152 r. Allo scopo di incrementare l’esportazione di drappi in
Levante, Maringhi non manca di trasmettere ad altri mercanti fiorentini il successo riscosso dalle ultime
vendite. Sempre il 29 giugno 1502 Maringhi scrive anche a Francesco Barducci, con il quale è in stretti
rapporti (Doc. 61) per informarlo sui prezzi raggiunti dalle sete dei Soderini, in particolare dai damaschi
neri. Nella stessa lettera del 29 giugno Maringhi ricorda poi di aver appena inviato ai Soderini uno
disegno di rassi chon oro, una chosa belisima e invita Barducci a farselo mostrare: Cambridge (USA),
Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 153 r.
272
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, cc. 152 v., 163 v.
192
192
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[16 luglio 1502]
...
A dì viiii finimo pichi xiii di rasso verde e pichi xi ½ di rasso alexandrino a Seraglio del Signore
per aspri 56 el picco, finito insieme cho Antonio Sostengni; àsene avere e danari alla giornata . . .
A dì xi di questo finimo pichi iiii di rasso roso rosso (sic) di grana all’aghà dello figlio del Signore
per aspri 113 el picco, per danari contanti, sensale Arone Lucho.
...
A dì iii di questo finimo pichi 21 ¼ di rasso chermisi a Seraglio delle donne per aspri 104 ½ picco,
per danari contanti, sensale Batista Pa[n]zani.
...
Dua Porte fa la Porta prese di nostra nazione pichi ottocento di brochati d’oro, diverssi cholori, a
bastone, questi el forte, per aspri 300 picco, per danari chontanti, che 600 picchi ve n’era de lo Alofo273
e vii veste del Sostegno, vii di Giorgio Bar[to]li e di già n’àno aùto ’l pachamento. Per vostro aviso274.
...
Se lla Porta piglerà questi rassi e damaschi chon oro, chome al fermo si stima, i nostra natione no
ne rimane ispanna di d[r]apo chon oro, ancho delli stieti d’ogni d’ogni (sic) qualunche sorta. Favisi
intendere accò sapiate giornalmente le chosse di là chome vanno. Chonfortatevi al mandare rasi verdi
e rasi alexandrini stieti della sorta avete mandati asai, el più che voi potete, che di questi se ne vende
chontinovamente . . .
...
E chosì rassi e domaschi tanè vi chonforto al farne assai di questi, che questi anche ànno chiesta
assai. Fate pure àbino vivo cholore adosso.
...
In questa sarà u[n] altro disegno dell’opera del disegno primo mandatovi; non sendo chonparsso
el primo, questo soperischa al bisogno275. Avisate chontinovamente di quanto fate o di quanto stimate
fare . . .
h) All’inizio di ottobre Maringhi trasmette un altro elenco delle vendite effettuate. I
compratori rimangono anonimi, ad eccezione di due mercanti ebrei. Nella parte finale della
lettera Maringhi conferma l’avvenuto invio a Firenze di un disegno, spedito in copia, che i
Soderini dovranno riprodurre su tessuti d’oro, e aggiunge che la vendita dei rasi non è
ancora conclusa276:
273
Tommaso d’Aiolfo.
Questa importante fornitura di 800 picchi, 600 dei quali appartengono al solo Tommaso d’Aiolfo,
è menzionata in una lettera datata 21 luglio che Maringhi indirizzò a Francesco Barducci: Cambridge
(USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c.153 r.
Dopo un breve ma vago accenno ad altri drappi, Maringhi precisa che quelli ch’à preso la Porta
ammontano a duc. 4500, una cifra che si adatta ai sopra menzionati 800 picchi venduti ad aspri 300
il picco: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, prosecuzione della stessa lettera a c. 160 r. Tanto la lettera ai Soderini quanto quella
indirizzata a Barducci concordano nel descrivere le sete: el forte sono brochati a bastone.
275
Come anticipato (v. nota 271), Maringhi comunica le stesse notizie ad altri mercanti. Nella sopra
citata lettera del 21 luglio (v. nota 274) Maringhi, usando le stesse parole, informa Barducci di aver
spedito ai Soderini uno altro disegno simile a l’utimo mandato che, non sendo chonparsso el primo,
questo soperischa: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection,
Medici, 547, Copialettere, c. 153 r.
276
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 177 v.
274
193
193
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[1° ottobre 1502]
...
Di drappi chon oro che fanno per llo paesse vi se n’è mandato dua disegni, chopia l’uno dello
altro, che li arete aùti e tanto messo in asechuzone . . .
...
E rassi a poste d’oro ch’io mi trovo di vostro per anchora non è aparssa la loro vendita ma chredo
al fermo e presto si daranno via . . .
...
i) A Costantinopoli le vendite proseguono con un ritmo intenso. L’elenco dei compratori è
lungo: al primo posto è lo stesso sultano Bajazet II; seguono alcuni operatori fiorentini e
infine un gruppo di anonimi acquirenti che gravita intorno a Giorgio Bartoli. Nella seconda
parte della lettera Maringhi sollecita i Soderini a inviare drappi di qualità, in particolare
velluti rossi, rasi verdi, ecc.277:
[4 febbraio 1503]
...
A dì xx di novembre passato finimmo a Sulttam Baiasett picchi xxviii di velluto chermussi della
pezza mandata per aspri 190 picco, per danari chontanti, sensale Ganni Lugardo.
...
Come vi s’è detto, qui c’è manchameto d’ogni draperia nostrale e d’ogni sortta, che no credo che
in tutta nostra nazi[o]ne sia per 3000 ducati di drappi, se sono iii e no sono iiii e chontando tutti
inseme, e datene farvi e masimo di d[r]appi steti. Di278 chonforto allo mandarcene della qualità e sorta
chiestovi per più mie e massimo e disegni mandatovi per doppi, che aranno bone exito a’ pregi dettovi
e meglio279.
Avevate anchora da mandare rassi verdi assai e alxì alesandrini e neri, schietti tutti, e chossì rossi
di grana e alxì qualche vesta di chermisi vero.
E alxì di veluti rossi di granna ce n’è chiesta assai e alexandrini e alxì neri, qualche vesta, che di
que’ neri a questi dì ci se ne sarebe finita qualche vesta, che ce n’è suto chiesta assai e pregio. Vi
chonfo[r]to all mandarne, chome detto, e si vole avere avere (sic) in maghasino d’ogni qualità
d[r]appi, che senpre aparischano chonpratori . . .
Le dua veste dell’a[l]to e baso vostro si trova alla Porta chon altri drappi e chosì e drappi chon
oro mi trovo di vostro sono alla Porta: stimano fare qualche bene e di chorto, e di quello seghuirà
saprete per gornata, che per nnoi non è a ma[n]chare fare senpre el debito, e massimo dove fia lo
interesso vostro . . .
j) Maringhi aggiorna i Soderini sull’andamento delle vendite e ricorda che in occasione
della Pasqua loro la Corte acquista anche 1.200-1.400 picchi di sete: un quantitativo
enorme, che richiede la partecipazione di numerosi venditori. Tra le operazioni già concluse
si segnala l’acquisto da parte della Porta di 650 picchi di un costosissimo broccato con un
decoro a grandi rose e di un raso con andari d’oro. Di questa seta Maringhi aveva inviato
277
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, cc. 192 v., 193 r.
278
Così il ms., ma si legga Vi (come si ripete in un capoverso successivo).
279
Anche queste informazioni si ripetono, con minime varianti, in una lettera che Maringhi il 4
febbraio scrisse a Francesco Barducci: Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library,
Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere, c. 195 r.
194
194
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
ai Soderini il disegno e l’indicazione dei colori (è probabilmente il disegno menzionato
nella lettera del 29 giugno 1502, Doc. 62 f)280:
[9 aprile 1503]
...
Sotto dì xiiii di marzo passato finimo alla Porta del Signore, inseme chon d[r]appi di Luigi
Ghera[r]di, la pezza dello alltebasso roso di granna mandatomi nella prima chassa, che fuo a
paghamento pichi xxvii 1/ii e più iiii dita, che quello no ve llo mettiamo in chonto, per aspri 250
picho, per danari chontanti, sensale Ganetto Lugardo e Luigetto di Quarto. Per vostro aviso.
E alxì sotto tal dì finimo pure a detta Parta (sic) pichi 53 di raso a poste d’oro, coè una pezza tanè
e una pezza rossa inseme chon d[r]appi di Luigi Ghera[r]di per aspri 135 picco, per danari chontanti,
sensali e sopra nominati, e chosì per gornata si va finendo.
E se questi gornni avessimo aùto pichi 400 di veluti rossi di grana chon qualche pezza di chermesi
drento, tutti ne sarebeno andati alla Portta per aspri 210 picco, per danari chontanti . . .
...
Prese detta Parta (sic) tutti quelli d’Antonio Sostengni, lavorati tutti chostì per le mani di
Bardo Attoviti, che dovevano esere circha alla soma detta, e di nuo[vo] detta Porta ne piglerebe
600 picchi di ttalle draperie, della qualle chonsuma più che di nessuna altra draperia che sia e che
ogni anno per lla Pasqua loro o pocho inanzi o pocho indreto ne piglornno 1200 in 1400 pichi.
S[i]evi aviso.
...
E alxì detta Porta à presso a questi dì veluti steti asai e cholorati per aspri 100 ’l picco, per danari
chontanti, vero che in su drappi che si finischanno alla Portta v’è su più qualche spesa straso[r]dinara
che non in su gl’altri drappi che si vendano spicolati. Per aviso.
E inoltre detta Portta a questi dì à presso circha a 600 pichi di brochato a bastone chon certi rosoni
e iii/iiii rossi e resto alesandrini per aspri 350 picco, per danari e di questa sortta ogni anno ne pigla
altanta quantità di veluti rossi. S[i]avi noto tutto e vi si disegna, accò che, avendo animo a nulla,
posatte cholorire.
E alxì di rassi chon andari d’oro, di che io v’ò mandato el disegno e cholori d’ogni sorta. Di questi
e paesse ne chonsuma assai e massimo alla Portta desiderano più da voi avere qua[l]che vesta, che so
gl’avete aùte. Per intendere: se n’avevi fato inpresa, attendesi chon desider[i]o.
De l’altre draperie per più mie e per lla chopia di sopra vi si dà lume di tutto e tanto vi si raferma
e, chome è detto, in sulla mostra bisognia avere d’ogni chosa, che tutto gornno apari[s]ce
chonperatori.
...
k) Giovanni Maringhi continua a trasmettere notizie ai Soderini. Le vendite e i prezzi
realizzati hanno sempre la precedenza. Divertente è l’accenno alle conoscenze che
Maringhi, il quale in precedenza si è dedicato soprattutto alla vendita di panni di lana, sta
acquisendo sulle qualità dei drappi; interessante è il riferimento ad alcuni tessuti di seta che
a Firenze i Soderini stanno lavorando sulla base di un disegno precedentemente inviato da
Costantinopoli. Questi ultimi sono drappi molto costosi, che Maringhi spera di ricevere
presto, perché è soprattutto in estate che si vendono quei tessuti preziosi281:
280
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, cc. 193 r., 223 v.
281
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, cc. 238 v., 239 r.
195
195
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[19 aprile 1503]
...
E pregi ne date de’ drappi che si debbono venddere abiamo intteso, che benisimo fate a darne
aviso ma in su questo vi si fa inttenddere che tutti e drappi stietti che si venddono in paese, chosì rasi
chome domaschi, si vendano aspri 60 picco per ciaschuno di nostra nazione, anzi più presto abbasso
di 60, e li vostri gli abiamo manttenuti sempre di sopra a 60 o più, chome per le vendite vedrete. E
rendettevi certti che quando noi posiamo avanzzare ne’ pregi, che ne faciano ogni chosa, e per llo
avenire anchora abiamo speranza fare meglio, perché l’uomo va pigliando delle prattiche che prima
non ssi avevano per nonn esere nostra proffesione la drapperia, ma tuttavia si va aquistanddo el pregio
de’ rasi chon oro e dello altte e basso e del velluto di chermisi. Arete visto sono pregi di qualità, che
riuscirete benisimo, che stimo vi sia su buon profitto, ecc.
E veluti rossi di grana vi chonfesso erano bellisimi: deon avanzarlli di pregio di 120 più presto
che sciendernne, ma per llo avenire stimiano fare meglio, sempre piacienddo a dDio. El simile de’
rasi chermisi faremo l’inposibile.
Riceveste el disegnio de’ drappi, o per me’ dire de’ raxi chon ori, e di già n’avete in ttellaio per
16 veste d’ogni colore chiestovi e per tutto marzo sarebbono ’n ordine, che mi piacierà inttendere
venghino avantti, che giugnieranno a puntto nella estate, tenpo che consuma detta sortte drapperia
assai, e tutto chontto di vanttagiarlli a più pregio di 250 picco. Ne faremo ogni chosa e maximo
riusciendo cchome me li disegniate per lettera.
...
No mandaste le cchasse de’ drappi per non avere nostri avisi: pazienza! Se fussino venute per
Zanobi Medici, chome accenaste mandarlli, giugnevano in buona stagione, e masimo per veluti rossi
di grana, perché la Portta del chonttinovo ne chiede, che ne pigleria di presente 1000 picchi o più . . .
l) Da Costantinopoli Maringhi trasmette nuovi aggiornamenti sull’andamento delle vendite.
In particolare, la Porta ha acquistato presso Niccolò Carsidoni molti drappi dei Soderini.
Maringhi prevede inoltre che la Porta effettuerà presto ingenti acquisti e sollecita i Soderini
a produrre broccati con bastone, come quelli che a Firenze i Girolami e gli Altoviti hanno
spedito rispettivamente a Filippo Peri e ad Antonio Sostegni. Maringhi prevede che la Porta
sia disposta a pagare per questi drappi 350 aspri il picco e anche più282:
[26 maggio 1503]
...
Siamo a dì xxvi di magio e insino a qui è chopia d’altra mandatovi el dì si mostra per Gulano de’
Nobili e pe lle chonsuete mani de’ Ghalilei. Di poi, vostra no s’à. E questa perché di mia no vi manchi
più che per altra e per dirvi che Niccolò Charsidoni delli vostri veluti rosi che gli mandaste
uttimamente per Zanobi de’ Medici n’à fato bazaro alla Porta inseme chon quelli d’Antonio Sostengni
per aspri 195 picho e questa Porta prosima gli mesurano che n’à pressi bene 600 o 700 pichi che si
trovano i nella nazione. S[i]evi per aviso.
E alxì à finito alla gornnata delli altri vostri drappi schietti a buonisimi pregi, chome
parttichula[r]mente da lui potette meglio inttendere . . .
...
Intornno a’ drappi vostri no n’è di poi inovato altro. Tegnamo di pres[s]o e subito, chome prima
si possa, vi si remetterà ogni vostro resto.
282
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 252 v.
196
196
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Se voi mi prestassi fede, vi chonforterei a ffare xvi o xx veste di brochati rosi cho bastone, richi,
della sorte ne mandano chottesti Girolami a Fillippo Peri.
E anche Bardo A[l]toviti ne fa di presente per Antonio Sostengni, che subito chome fuson gu[n]te
a questa banda sarebano finite pure alla Porta, che ci si vede uno disegnio, che questa Porta questo
anno è per piglare draperie asai e d’ogni so[r]ta e di questa sorta ò [o]penione n’abbi a piglare meglio
1500 picchi, ma tutti rossi e no d’altri cholori: che voi no vi avilupassi. El pregio paserà a 350 aspri
el picco più x aspri o mancho x aspri intornno a quanto batteranno, sì che avendo in animo a nulla,
fate presto che vo[r]ebano eserre a chamino per tuto settembre o mezzo otobre. Per aviso.
E rassi chermussi chon andari d’oro me gl’arete mandati . . .
...
m) All’inizio di luglio Maringhi informa i Soderini che la Porta ha acquistato tutti i rasi
d’oro posseduti in quel momento dai mercanti fiorentini. Parte delle sete appartiene a
Filippo Peri e Lodovico Betti. Ma ancora più importante è la previsione dei futuri acquisti
della Porta. Si pensa infatti a 3000 picchi283:
[4 luglio 1503]
...
Davanti ieri la Porta fece pregio di rassi chon andari d’oro, tuti quelli si trovavano i nella nazione,
e questa altra Porta si misureranno per aspri 260 ’l picco, d’ogni cholore. El forte di questi sono di
Filippo Peri e alxì di Lodovicho Betti, che gunsse che fu ii dì fa, che ave’ vendite, sì che se voi avessi
mandato e chomessomi al tenppo mi disegnaste, sarebano stati a tenppo e arebano aùto vendite. Non
è seghuito: pazienza! Quando veranno, no mancherà loro vendita, che talle draperia ne chonsuma
assai el paese. S[i]evi aviso.
...
Di poi schrita e sugelato, la Porta à chiesto rasi e domaschi schieti alla vinizana cholorrati, coè
d’ogni cholore. Se[co]ndo s’inttende ne piglerebenno 3000 picchi e più; chredo della nostra nazione
ne sia 200 picchi. El pregio batterà da 61 a 65 picco . . .
n) Sempre il 4 luglio Maringhi accenna all’arrivo di un ambasciatore veneziano – Andrea
Gritti – e alla concorrenza che le seterie di Venezia possono fare a quelle fiorentine, le quali
ultime hanno comunque sempre un loro mercato. Maringhi spera inoltre che i Soderini
abbiano già spedito i rasi eseguiti su un disegno in precedenza inviato da Costantinopoli.
Maringhi aggiunge poi che i broccati veneziani sono molto diversi dai loro e sollecita i
Soderini a produrre i classici broccati fiorentini. Come sempre la lettera contiene numerosi
riferimenti ai tipi di tessuti desiderati – rasi, damaschi e velluti – e ai colori preferiti, tra i
quali domina sempre il rosso284:
[4 luglio 1503]
...
Verro è che questi vinizani chome comiciano a venire e merchanti cho lle loro draperie, le nostre
andranno uno pocho più adagio al finire, che lle loro c’àno buona chondizione, tamene senpre abiamo
la parte nostra. Fàvisi intendere tuto acciò sap[i]ate chome v’avete a ghovernnare. E vorei volenttieri
che rasi chon oro co el disegnio fato, che voi gl’avessi mandati e che fusino qui a questa ora, perché
n’and[r]ebano al pregio de’ sudetti . . .
283
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 254 r.
284
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 262 v.
197
197
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
...
De’ brochati che già vi disegnai più fa, vi chonforterei al farlli; chosì vi chonforto, perché quelli
ve[n]ghano di Vinegia non ànno a fare nulla cho nostri, che lli nostri vanno avanti el fortte. Voglano
esere rasi e do[ma]schi, rosi tutti. S[i]evi aviso.
E chosì delli altri rosi285 e domaschi, fate cholorati. Anche pe[n]sate fare chossì de’ veluti
cholorati e rosi di granna asai. Per aviso.
...
Tenuta a dì xxiiii e prima no s’è mandata per falta d’aportatore. Di poi ci s’à vostra. Questa per
[di]rvi che lla Porta pasata si pexornno e rasi chon andari d’oro d’oro (sic), che furnno per aspri 30
mila ma chalornno loro aspri x del picco del primo pat[t]o fato, che lli nostri gli dettano per aspri 250
’l picco . . .
...
o) Maringhi ha una buona notizia da trasmettere ai Soderini: la Porta ha acquistato damaschi
con oro per 70.000 aspri, corrispondenti a ca. 1.600 fiorini286:
[6 agosto 1503]
...
Di poi a l’utima, la Porta à preso per aspri 70 mila di domaschini chon oro . . .
...
p) Le vendite alla Porta continuano e Maringhi scrive ai Soderini. La Corte ha comperato
rasi e damaschi colorati287:
[5 ottobre 1503]
...
La Porta presse poi rasi e domaschi steti, cholorati, circha a 450 picchi per aspri 65 picco e alxì
rasi rosi, dom[as]chi di grana prese per aspri 85 ’l picco: questo quanto à preso di poi la Porta. Per
vostro aviso . . .
...
q) Gli ultimi drappi arrivati da Firenze risultano ancora invenduti perché il prezzo richiesto
è piuttosto alto. Maringhi spera tuttavia di concludere presto una vendita con la Porta, anche
se la pestilenza crea non pochi problemi288:
[23 ottobre 1503]
...
Per anchora no s’è finito niente delle draperie nuove per volelle mettere di pregio più su che s’era
dattovi, ma è speranza se ne farà uno cholpo di tutto cho lla Porta, che tuttavia s[i]amo dreto alla
peste. Che Nostro Signore Idio . . .
...
285
Così il ms., ma si legga rasi.
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 270 r.
287
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 288 v.
288
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 288 v.
286
198
198
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
r) Alla fine del 1503 e inizio del 1504 Maringhi ha venduto cinque rasi e scrive ai Soderini.
Il Serraglio delle donne ha acquistato un taglio di raso cremisi289:
[5 gennaio 1504]
...
A dì viii di dicenbre passato finimo picchi xi ½ di rasso di grana a poste chon andari per aspri 245
’l picco a uno turcho alla detta di Luigi Ghera[r]di, sensale –, che di poi n’abiamo avuto el paghametto.
Per aviso.
A dì xxii di detto finimo picchi xiii di rasso chermisi stetto per aspri 120 ’l picco, per danari
chontanti, sensale Antonio di Chiaveri.
A dì 23 del passato finimo picchi xiii di raso chermisi stetto per aspri 1550 tutto, a Seraglio de le
donne, per danari chontanti, mezano el detto.
A di detto finimo picchi xi di detto raso per aspri 1290 tutto, a uno turcho di bisestano, per danari
chontanti, sensalle Do[me]nicho Ghonella.
A dì iii di questo s’è finito picchi x di detto raso chermisi per aspri 120 ’l picco, per danari
chontanti. Per aviso.
...
s) Ancora un elenco delle operazioni appena concluse. Rasi rossi e cremisi sono stati
venduti a numerosi clienti, tra i quali un fiorentino (Agostino de’ Pilli), una donna del luogo
e un turco. Anche questa volta Maringhi accenna al colore maggiormente richiesto: ben 2/3
dei drappi sono rossi. A questo punto lo spazio disponibile nel copialettere si è esaurito e la
documentazione si interrompe. Sappiamo che Maringhi continuò a operare a Costantinopoli
sino al 1507, anno della sua morte (Doc. 80).
Nell’ultima lettera che Giovanni Maringhi indirizzò ai Soderini dunque si legge290:
[26 febbraio 1504]
...
Di poi abiamo finito pichi xii ¾ di rasso chermissi schietto per aspri 1500 per danari chontanti e
alxì pichi uno ½ di detto raso per aspri 180, per danari chontanti.
E alxì di poi s’è finito picchi x di detto raso chermisi per aspri 125 ’l picho, finito a uno turco di
bistestano, per danari chontanti.
E alxì di poi abiamo finito picchi291 di detto raso chermisi per aspri 1380 chadì di Pera.
E inoltre di poi abiamo finito picchi xi ¼ di detto raso ad Aghostino de’ Pilli per aspri 120 ’l
picco, per danari chontanti.
E alxì questo dì abiamo taglato xiii ½, coè picchi x ½ a una donna e picchi 3 a uno turcho, di rasso
roso a poste chon andari erera (sic) venduto l’uno per l’altro aspri 255 il picho in circha, ch’anchora
no si sono aùti li danari; ànnosi avere fra dua gornni: farò d’averli . . .
...
E se voi ne volete fare per chonto della bottegha iiii o vi veste292, arano buona fine e simile di
velluti alexandrini, che di già altre volte mandaste, e iii o iiii veste nere ’l medesimo, che tutte arano
289
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, c. 309 r.
290
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, cc. 311 v., 334 v.
291
Segue un numero in caratteri romani, ma una macchia di inchiostro rende la lettura incerta: xii o
xiii.
292
Maringhi ha appena accennato ad alcune veste di velluto verde.
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
buono esito. E de’ veluti rossi di grana non dicho, che lle draperie di questo paese oggidì voglano
esere 2/3 rossi, chosì velluti chome rassi e domaschi, chosì sanza oro chome chon oro. S[i]evi a mente.
Rasi, domaschi stetti chontinovelmente se ne vorebe avere alla giornata.
Alesandrini, veluti, neri e rossi se facessi ii o iii veste n’aremo: o limoni overo turchini arano bona
fine, chosì di rasi chome domaschi, che bisogna dire d’ogni chosa bisognarciene assai mostra, che
sempre per gornnata si va finendo, ch’è d’averne in qua asai: sento una chiesta grandisima di que’
drappi io vi disegno cholori.
...
Doc. 63
L’attività che a Costantinopoli Giovanni Maringhi ha svolto in nome dei Soderini (Doc.
62) e di altri mercanti quali i Galilei e i Michelozzi è quella tipica del corrispondente, ma
nel corso degli anni non sono mancate operazioni di altra natura. Abbiamo già segnalato la
stravagante idea, sempre di Giovanni Maringhi, di spedire in patria nel 1502 un fardello di
seta grezza con il quale far eseguire drappi da far rientrare in Levante per essere smerciati
sul mercato ottomano (Doc. 61).
Tra la fine del 1503 e l’inizio del 1504 Maringhi decise di ordinare a Firenze, al
setificio dei Soderini, tre pezze di velluto verde-bruno di alta qualità. Maringhi pensava
inizialmente di rientare a Firenze e di portare con sé i disegni dei drappi ma, avendo
dovuto rinunciare al viaggio, inviò cinque disegni a Niccolò Michelozzi, con il quale era
in continui rapporti. Maringhi desiderava disporre di questi velluti non per sé ma per una
persona destinata a rimanere sconosciuta, alla quale evidentemente teneva molto, e fu
proprio questo particolare che lo spinse a rivolgersi a una terza persona – Giuliano da
Gagliano – la quale a Firenze avrebbe dovuto sorvegliare l’esecuzione e garantire così il
risultato migliore. Per riassumere: Maringhi voleva far eseguire tre pezze di velluto e
trasmise l’ordine al setificio dei Soderini; poi inviò i disegni a Niccolò Michelozzi e il 26
febbraio 1504 scrisse a Firenze a Giuliano da Gagliano per avere la sua collaborazione.
Nella lettera che segue Maringhi chiede all’amico Giuliano di esaminare i disegni spediti
a Niccolò Michelozzi e lo prega di seguire da vicino la lavorazione, la quale fra l’altro
dovrebbe aver luogo con la massima celerità, dal momento che Maringhi vorrebbe
ricevere i velluti entro cinque mesi293:
[26 febbraio 1504]
...
A ser Niccolò abiamo mandato 5 disegni di drappi ch’io volevo portare chon esso mecho e, per
restare, si mandano chon ordine a ser Niccolò che ve li dia a voi in propria mano. . .
...
A’ Soderini s’è chomesso iii veste di velluto verde bruno, che se n’è mandato ’l disegno per mano
di ser Niccolò, le quali vi pregho faciate fare chon tutta bontà che dire si può e in su cholore né più
chiaro né più schuro, che llo voglio di di qua per uno mio amicho e vorei che facessi, se posibile, per
d’averli a mesi 5 a venire. Vedete sia servito bene e presto, sanza risparmio.
...
293
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 547,
Copialettere, Lettera di Giovanni Maringhi, in Pera, a Giuliano da Gagliano, in Firenze, cc. 330 v.,
331 r.
200
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TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 64
Giovan Battista Gherardi, attivo ad Adrianopoli, è il corrispondente di molti mercanti
fiorentini. Il 26 luglio 1502 Gherardi informa la compagnia di Agnolo de’ Bardi, a Firenze,
che la nazione fiorentina ha appena venduto alla Porta broccati al prezzo di 300 aspri il
picco, mentre per i rasi la vendita non è ancora conclusa294:
[26 luglio 1502]
...
E vi si darà aviso del bazarro fatto la nazione a la Porta de’ brochati per aspri 300 picho, che sono
istati e 2/3 di Tomaso; di poi che gli ebono misurati e brochati fecono bazarro de’ rasi ma per anchora
non gli avevono misurati. Istimo a questo hora gli abino misurati. Iddio sia quello che n’abi lasciato
el meglio seghuire. Da Tomaso intenderete più pratrichularemente che da me perché sono in sul fatto
e io lo intenderè da loro. Per aviso.
...
Giovan Batista Gherardi
In Andrinopoli
Doc. 65
La compagnia di setaioli di Bernardo e Filippo Gondi, attiva a Firenze alla fine del sec.
XV-inizio sec. XVI, ha lasciato un solo libro di debitori e creditori, segnato B (1497-1507),
mentre tutta la contabilità dell’analisi è andata perduta. Quello stesso libro, che fra l’altro
risulta incompleto (termina a c. 193 s.), documenta almeno otto spedizioni di sete a
Costantinopoli, ma salvo casi eccezionali le registrazioni si limitano a ricordare più sorte
di drappi. Noi tralasceremo questi investimenti e ci limiteremo a richiamarne soltanto due,
che contengono precise descrizioni delle sete.
Nel corso degli anni Bernardo e Filippo Gondi scelsero tre corrispondenti diversi:
Antonio di Iacopo Miniati, Paolo Pasqui, e più volte i Fantoni.
a) La prima spedizione è, almeno nelle fasi iniziali, ben documentata. Tra il 14 novembre
1500 e il 3 marzo 1502 cinque casse contenenti complessivamente br. 625 ¾ di velluti e br.
2315 ¼ tra rasi e damaschi lasciarono Firenze con destinazione il fondaco di Antonio
Miniati a Pera. Alcune registrazioni, qui non pubblicate, ricordano le spese del trasporto
terrestre Firenze-Ancona e il successivo tratto marittimo Ancona-Ragusa, coperto da
assicurazione. Per ragioni sconosciute, l’operazione sembra bloccarsi: le vendite non
figurano, il conto Drappi rimane aperto e non si conosce il risultato finale. Da questo conto
riprendiamo le tre prime registrazioni, con i precisi riferimenti ai costi e ai tipi di sete295:
Mdii
d’oro in oro
Drappi di nostro chonto mandati più fa in Levante in mano
d’Antonio di Iacopo Miniati per finire per nostro chonto deon dare,
294
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Giovan Battista Gherardi, in Adrianopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 26 luglio 1502.
295
Archivio Bartolini, 62, Debitori e creditori di Bernardo e Filippo di Carlo Gondi e compagni,
setaioli, c. 131 s. Alle cc. 92 e 102 i costi accessori sostenuti a Firenze (imballaggio, gabella, trasporto
terrestre e assicurazione marittima Ancona-Ragusa).
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
a dì xvi di marzo, f. milleventitre s. x d’oro larghi in oro per valuta
di f. 1461.17.4 di suggello per la monta di br. 213 ¾ di veluti di più
sorte e br. 1035 di rasi e domaschi di più sorte mandati in Pera al
detto Antonio sino a dì xiiii di novembre 1500 in ii chasse, chome
appare per leghaggio fatto, copiato al Giornale B, c. 207, e quali
drappi ragioniamo per nostro conto detta monta, posto drappi, avere,
in questo, c. 130
br. 1248.15. –
E, a dì detto, f. millecinquantaquattro s. x d’oro larghi in oro per
valuta di f. 1505.14.8 di suggello per la monta di br. 190 di veluti di
più sorte e br. 1166 ½ di rasi e domaschi di più sorte mandati in Pera
sino a dì iiii d’ottobre 1501 al detto Antonio, in ii chasse, come
appare per i legaggio fatto, copiato al Giornale B, c. 213, e quali
drappi ragioniamo come di sopra detta monta, posto drappi, in
questo, c. 130
br. 1356. 6. 8
E, a dì detto, f. quattrocientoventi uno s. x d’oro larghi in oro per
valuta di f. 602 di suggello e per la monta di br. 222 di veluti di più
colori e br. 113 ¾ di rasi e domaschi di più sorte mandati in Pera a
detto Antonio sino a dì 3 di marzo 1501 in una chassa, chome appare
per i legaggio fatto, copiato al Giornale B, c. 214, e quali ragioniamo
detta monta, posto c. 130
br. 335.15. –
...
f. 1023.10. 0
f. 1054.10. –
f. 421.10. –
b) I successivi corrispondenti a Pera furono Paolo Pasqui e più volte i Fantoni, vale a dire
Fantone di Bernardo Fantoni e Bernardo di Giovanfrancesco Fantoni, spesso definiti
compagni. Come anticipato, la contabilità dell’analisi è andata perduta e tanti particolari ci
sfuggono. Nel maggio 1509 e poi nel giugno dell’anno successivo i Gondi saldarono i conti
con i Fantoni e nel complesso il risultato fu positivo296. Nel corso delle vendite si verificò
un equivoco interessante, che attesta forniture di rasi, velluti e damaschi d’oro proprio alla
Porta. In due diverse occasioni, ante febbraio 1507 e ante marzo 1507 (o 1508?) i Fantoni
avevano venduto drappi d’oro alla Porta ma subito dopo era sorto un disguido a proposito
dell’unità di misura adottata: il picco grande e il picco piccolo. In considerazione di questa
svista, i Fantoni furono costretti a restituire (rifare) due modeste somme di denaro alla Porta
e ne dettero subito avviso ai Gondi, i quali compilarono le seguenti registrazioni297:
Mdv
d’oro in oro
Fantone di Bernardo Fantoni e conpagni di Pera deono avere, . . .
...
E, a dì detto [23 luglio 1507], aspri 550, che tanti ci scrisse per
sua de dì 20 di febraio avere avuto a rifare la Porta della vendita fecie
de’ rasi con oro per la misura dal piccho grande al piccolo, posto c.
171
...
296
aspri 550
f. 10. 3.10
Tutti i risultati, positivi e negativi, figurano nel conto Avanzi: Archivio Bartolini, 62, Debitori e
creditori di Bernardo e Filippo di Carlo Gondi e compagni, setaioli, c. 188 s. e d.
297
Archivio Bartolini, 62, Debitori e creditori di Bernardo e Filippo di Carlo Gondi e compagni,
setaioli, c. 171 s. e d.
202
202
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, a dì detto [14 gennaio 1509]298, aspri 871 faciano loro buoni
per tanti ci disono avere pagato sino di marzo 1507299 a Lionardo de’
Nobili, che aspri 678 sono per istorno di pichi 29 3/20 di velluto
altebasso d’oro e aspri 193 per storno di picchi 25 ½ di domasco rosso
d’oro finiti alla Porta, che s’ebono di poi a dare al piccho grande e per
esersi misurati al piccho piccolo ci toccha a rifare detti aspri 871, al
Giornale, c. 341, posto una mandata, c. 172
...
aspri 871
f. 16. 2. 7
Doc. 66
La nota Tariffa di Bartolomeo di Pasi, pubblicata a Venezia nel 1503, menziona le merci
che Firenze scambia con Alessandria e Damasco300:
...
Fiorenza con Alixandria
...
Da Fiorenza se traze per Alixandria in prima panni fini de lana de ogni color, zoè biavi, scarlati
et verdi e panni de seda, veludi, damaschini e panni d’oro, panni d’arzento ristagno et alchune merze
le quale se fano in dita Fiorenza.
De Alixandria se traze per Fiorenza specie grosse301 . . .
Damascho con Fiorenza
...
Da Fiorenza se traxe per Damascho panni fini da Santo Martino, panni de seda, zoè veludi
pavonazi verdi e damaschini verdi pavonazi et cremesini, panni d’oro, panni d’arzento, oro filado et
alchune altre merze.
De Damascho se traze per Fiorenza molte sorte de specie grosse302 . . .
...
Doc. 67
Completate le spedizioni di fine sec. XV-inizio XVI (Doc. 52-54), la compagnia di
Antonio Serristori, battilori, continua a esportare tessuti di seta a Costantinopoli.
Proprio Antonio nel 1501 aveva mandato il nipote Simone Zati a Napoli con lo scopo
di curare le vendite sul mercato partenopeo. Nel 1503 Simone Zati è a Costantinopoli,
298
La data è indicata con maggior chiarezza nella contropartita, a c. 172 s.
Qui, come nella contropartita, manca l’indicazione del giorno che, trattandosi del mese di marzo,
potrebbe rimandare al 1508.
300
Bartolomeo di Pasi, Tariffa de pexi e mesure, Venezia 1503, pagina non numerata. Il testo conobbe
una grande diffusione e fu nuovamente edito nel 1521, 1540 e 1557. I brani qui pubblicati non hanno
subito cambiamenti.
301
Segue un elenco di spezie.
302
Segue un elenco di spezie.
299
203
203
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
dove il giovane sembra agire con una certa indipendenza; tuttavia i conti non sono
chiusi e molti dati rimangono in sospeso.
Il documento che segue elenca i drappi che nel corso degli anni 1503-1505 i Serristori
hanno comperato a Firenze e inviato allo Zati. Alcune registrazioni non descrivono le sete
e sono state omesse, ma il totale finale del conto (f. 1413.6.6) include tutti i drappi
acquistati303:
Mdii [=1503]
Drappi chonperati per chonto di Simone Zati di Napoli dehono dare, addì xiii
di marzo, f. dugientotrentotto s. ii d. x larghi di grossi, sono per chosto di 5 pezze
di raxi chonperati da Tonmaxo e Giovan Batista Soderini e chonpagni per tenpo
de l’anno paghati di poi hogni mexe el 1/6, chom’apare a Ricordanze, c. 16, posto
avere, in questo, c. 106
E, addì 30 di marzo 1503, f. novanta s. xv d. iii larghi di grossi, sono per chosto
di 3 tagli di raxi chonperati per ditto tenpo da Tonmaxo e Giovan Batista Soderini
e compagni, chom’apare a Ricordanze, c. 18, posto avere, in questo, c. 106
E, addì 29 d’aprile, f. trentadua s. xvi d. v larghi di grossi, sono per la monta
di br. 34 ½ di raxo giallo per f. 1 s. 3 di sugello braccio chonperato per detto tenpo
da Tonmaxo e Giovan Batista Soderini e compagni, posto avere, in questo, c. 106
E, addì iiii di luglo, f. sessantasette s. 1 d. viii larghi di grossi, sono per la monta
di br. 70 di raxo tanè chonperato da Tonmaxo e Giovan Batista Soderini,
chom’apare a Ricordanze, c. 30, posto avere, in questo, c. 106
E, addì vi detto, f. trentanove s. xi d. xi larghi di grossi per 2 tagli di raxi gialli
di br. 45 ¼ in tutto per f. 1 s. 1 di sugello braccio, chonperati da nnoi medesimi,
chom’apare a Ricordanze, c. 30, per tenpo de l’anno, paghati di poi hogni mexe el
1/6, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 78
E, addì 11 d’ottobre, f. xiii s. xv larghi di grossi, sono per valuta di br. 13 ¾ di
raxo nero sp. chonperato per lui da noi medesimi per f. 1 s. iiii di sugello braccio,
per tenpo de l’anno, paghato di poi hogni mexe el 1/6, posto drappi di nostro
chonto, avere, in questo, c. 134
E, addì primo di marzo, f. xxviii s. x larghi di grossi per br. 28 ½ di raxo
paghonazzo chonperato da noi medesimi per tenpo di mexi xvi prossimi, el quale
raxo s’è aùto da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni, posto avere, in questo,
c. 87
E, addì xxvi detto 1504, f. quarantadua larghi di grossi per valuta di br. 42 raxo
alexandrino chonperato da noi medesimi per el tenpo de di sopra e aùto da Iachopo
di Giovanni Salviati e chonpagni, posto avere, in questo, c. 87
E, addì detto, f. quarantatre s. xv d. x larghi di grossi per valuta di br. 43 19/24
di raxo tanè chonperato da noi medesimi pel tenpo de di sopra, chom’apare a
Ricordanze, c. 72, posto drappi di nostro chonto, avere, in questo, c. 134
E, addì vi d’aprile, f. xv larghi di grossi per br. 15 di domasco paghonazzo di
grana vendutoli per tenpo achostumato a f. 1 di grossi braccio e aùto da Iachopo
Salviati e chompagni
303
f. 238 s. 2 d. 10
f. 90 s. 15 d. 3
f. 32 s. 16 d. 5
f. 67 s. 1 d. 8
f. 39 s. 11 d. 11
f. 13 s. 15 d. –
f. 28 s. 10 d. –
f. 42 s. – d. –
f. 43 s. 15 d. 10
f. 15 s. – d. –
ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c.
106 s e d.
204
204
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, addì xxx di maggio, f. ottantadua s. xv larghi di grossi sono per la monta di
br. 82 ¾ di domasco tanè chonperato per lui da noi medesimi per tenpo di mexi
16 proximi pagati el dì del tempo, e quali drappi s’ebbono da Aghostino di
Francesco Dini, chom’apare a Ricordanze, c. 80, posto avere, in questo, c. 173304
E, addì xvii di settenbre, f. trecientouno s. v d. iiii larghi di grossi per valuta di
br. 83 ¼ di raxi e domaschi chonperati da noi medesimi per f. 1 d. 6 larghi di grossi
braccio per tenpo de l’anno, paghati di poi ogni mexe el 1/6, posto drappi di nostro
conto, avere, c. 134
E, addì detto, f. tredici s. xvi d. viiii larghi di grossi per valuta di br. 13 2/3 di
domasco tanè chonperato da noi medesimi per f. 1 d. 6 larghi di grossi braccio per
tenpo de l’anno paghati di poi ogni mexe el 1/6, el quale drapo s’ebe da Aghostino
Dini e chonpagni, posti avere, in questo, c. 173
...
E, addì detto [4 novembre], f. xxviiii s. xiiii d. vi larghi di grossi per br. 29 di raxo nero
tolto da noi medesimi per tempo di mexi 16, posto drappi di nostro conto avere, c. 144
...
f. 82 s. 15 d. –
f. 301 s. 5 d. 4
f. 13 s. 16 d. 9
f. 29 s. 14 d. 6
-------------------1413. 6.
6
Doc. 68
I Serristori hanno spedito a Costantinopoli, ai corrispondenti abituali Tommaso di
Aiolfo e Luigi Gherardi, una ingente partita di velluti in due peli. I tessuti appartengono per
1/3 ai Serristori, per 1/3 alla compagnia di Federigo Strozzi e per 1/3 agli Eredi di Francesco
Gherardi. Il contabile dei Serristori ha compilato numerose registrazioni, in parte dovute al
trasferimento dei conti dal mastro D al mastro E, ma in questa sede ci limitiamo a quelle
essenziali, contenenti una precisa descrizione delle sete e le due ripartizioni degli utili.
a) Il ricordo dei velluti spediti e della quota spettante ai Serristori. La terza registrazione
evidenzia, dopo più di due anni, la prima ripartizione dell’utile conseguito305:
Mdiii
Drappi mandati in Levante per nostro conto a Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi Gherardi
dehono dare, addì iii di giugno, f. trecientosessantanove s. xviiii d. iii larghi di grossi sono
per la nostra 1/3 parte di br. 532 7/10 di velluti di grana in ii peli, mandati più fa per a
chomune per non divixi Federigho Strozzi e chonpagni e redi di Francesco Gherardi e
noi per 1/3, chonperati da più persone, chome cie n’ànno dato conto detti Strozzi,
chopiato a Ricordanze, c. 26, de’ quali n’abiamo a fare buoni a Girolamo Horlandini f.
62.10. –, posto avere, in questo, c. 32, e f. 78.2.7 a Niccholò Machiavegli e chonpagni,
posti avere, in questo, c. 114, e f. 57.6.11 a Federigho Strozzi e chonpagni, avere, in
questo, c. 115, e f. 171.19.9 a redi di Francesco Gherardi, posto avere, in questo, c. 100 f. 369 s. 19 d. 3
304
Le contropartite di queste registrazioni generalmente non aggiungono nulla di nuovo.
Un’eccezione si verifica proprio per questo drappo, che nel conto intestato alla compagnia Dini è
descritto come un domasco tanè a pine, cioè a pigne (ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e
creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 173 d.)
305
ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 115 s.
205
205
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
E, addì xxv d’aghosto, f. xi s. viiii d. ii larghi di grossi sono per la nostra 1/3
parte di f. 34.7.9 larghi di grossi fatti di spexa a detti drappi, posto detta spexa
avere, in questo, c. 126
f. 11 s. 9 d. 2
E, addì primo di settembre 1505, f. cientosessanta larghi di grossi, che tanti
ragioniamo d’avanzo a questo chonto, posto Avanzi d’avere a Libro segnato –, c. 20 f. 160 s. – d. –
-------------------f. 541. 8. 5
b) I Serristori compilano una serie di operazioni contabili sulle quali non è il caso di
indugiare; prendono atto dell’ammontare loro spettante delle vendite (f. 607) e registrano
un utile finale di f. 65.11.7306:
Drappi mandati in Levante per nostro chonto a Tonmaxo d’Aiolfo e Luigi
Gherardi deono dare . . .
...
E, addì primo di settenbre [1506], f. sessantacinque s. xi d. vii larghi di grossi
troviamo d’utile in questo chonto, posto Avanzi avere a Libro verde segnato –, c. 22 f.
65 s. 11 d. 7
Doc. 69
I Serristori e il loro corrispondente a Costantinopoli, Simone Zati, hanno costituito
nell’estate del 1503 un’associazione per la vendita di drappi in Levante, nella quale ognuno
partecipa per il 50%.
a) Le sete spedite nel 1503 e nel primo semestre del 1504307:
Mdiii
Drappi chonperati per chonto di Simone Zati e noi per ½ dehono dare, addì xi
d’ottobre, [f.] quatrocientotrentatre s. vi d. viii larghi di grossi, sono per la monta di
br. 208 di velluto di grana per f. 2 s. 10 di sugello braccio, chonperati da Iachopo di
Giuliano Salviati, chom’apare a Richordanze, c. 43, posto avere, in questo, c. 87
E, addì xi d’ottobre, f. xxxii s. xi d. 1 larghi di grossi sono per la monta di br.
15 5/8 di zetani vellutato di grana per f. 2 s. 10 di sugello braccio chonperato da
noi medesimi, chom’apare a Ricordanze, 44, posto drappi di nostro chonto avere,
in questo, c. 134
E, addì xxi detto, f. cientohottantadua larghi di grossi sono per la monta di br.
45 ½ di brocchati di grana chonperati da nnoi medesimi per f. 4 larghi di grossi
braccio, tenpo di mexi 18 prossimi paghati el dì del tenpo, chom’apare a
Ricordanze, c. 45, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 134
E, addì x di giennaio, f. trentasei s. viiii d. ii larghi di grossi sono per la monta
di br. 17 ½ di zetani vellutato di grana, chonperato per questo conto per tenpo di
mexi 16 pagati el dì del tenpo, chom’apare a Ricordanze, c. 57, da noi medesimi,
posto drappi di nostro conto avere, c. 134
306
307
f. 433 s. 6 d. 8
f.
32 s. 11 d. 1
f. 182 s. – d. –
f.
36 s. 9 d. 2
ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 37 s.
ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 141 s.
206
206
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, addì xviiii detto, s. xviiii d. viii larghi di grossi sono per le spese fatte alle
br. 17 ½ del zetani di sopra, sino a uscito di Firenze, posto spexe di merchantie
avere, in questo, c. 88
f. – s. 19 d. 8
E, addì xxxi di maggio 1504, f. secientocinquantaquatro s. x larghi di grossi
sono per la monta di più drappi d’oro chonperati per ditto chonto da noi medesimi,
per tenpo di mexi xviii prossimi, paghati el dì del tenpo, chome apare a Ricordanze,
c. 81, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 134
f. 654 s. 10 d. –
E, addì x di luglo, f. cinquecienttonovantasette s. ii d. i larghi di grossi, sono
per la monta di più drappi chonperati per ditto conto da noi medesimi, chom’apare
a Ricordanze, c. 89, posto drappi di nostro conto avere, in questo, c. 134
f. 597 s. 2 d. 1
-------------------1936. 18. 8
b) Le sete spedite nel secondo semestre del 1504308:
Mdiiii
Drappi chonperati per chonto a chomune per ½ Simone Zati di Pera e noi deono
dare, addì xvii di settenbre, f. quarantatre s. x larghi di grossi, sono per la monta di
br. 14 ½ di raxo di grana d’oro per f. 3 larghi di grossi braccio, chonperato da noi
medesimi per tenpo di mexi 18 proximi, paghati el dì del tenpo tutti in uno
paghamento, chom’apare a Ricordanze, c. 103, posto drappi di nostro chonto avere,
in questo, c. 134
f. 43 s. 10 d. –
E, addì iiii di novenbre, f. cinquecientonovantasei s. xviii d. viii larghi di grossi
sono per la monta di più drappi chonperati per questo chonto da noi medesimi per
tenpo di mexi 18 prossimi, chome apare a Ricordanze, c. 119, posto drappi di
nostro chonto avere, in questo, c. 205
f. 596 s. 18 d. 4
-------------------640.
8. 4
Doc. 70
Da Firenze Francesco de’ Medici informa Cresci Donati e Guido de’ Medici a
Costantinopoli di aver inviato una cassetta di velluti cremisi in due peli. Nella stessa cassetta
sono stati imballati anche due velluti altobassi, proprietà personale di Raffaello de’ Medici309:
Copia di una lettera mandata in Pera a Cresci Donati e Guido de’ Medici
Addì v di luglio [1503]
...
E inoltre per conto della bottegha vi si manda una chassetta di veluti chermisi in ii peli, che sono
di conto di uno bazaro di riobarbero, chome per altra vi si dirà, che da Francesco ne siate a piene
308
ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 198 s.
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 543, 1, Libro
di Francesco, Giovenco e Giovanni di Giuliano de’ Medici, di Alfieri di Francesco Strinati e Niccolò
di Simone Strinati, cc. 218, 219.
309
207
207
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
avisato e avetene a tenere chonto in disparte per conto di detta incetta. E più v’è drento ii tagli di
veluto altebasso di conto di Raffaello de’ Medici propr[i]o e a suo ordine n’avete a seguire.
Francesco de’ Medici e altri in Firenze
Doc. 71
Alessandro Gondi e Bernardo Segni decidono nel 1503 di inviare a Niccolò Carsidoni,
loro corrispondente a Costantinopoli, drappi per complessivi fiorini 1.475 d’oro.
a) Alessandro Gondi riporta in un suo libro contabile i termini dell’accordo. I costi e i
profitti saranno ripartiti a metà tra i due partecipanti310:
Mdiii
Ricordo come questo dì primo di settembre 1503 noi siamo rimasti d’achordo, Bernardo di
Stefano Segni e noi, di fare una inccietta di drapi d’oro e di seta e di seta (sic) stietta per Levante e
dirizzarlli a Niccolò Charsidoni e ogg[n]i utile e danno, di che Iddio ghuardi, ciaschun participi s. x
per lira e che e vadino sotto el mio nome e chossì si misse ad efetto, chome apresso . . .
b) I due soci – Gondi e Segni – acquistano il lotto più consistente di sete presso la
compagnia di setaioli di Piero Guicciardini311:
Mdiii
Da Piero di Iacopo Ghuicciardini e compagni, settaioli, addì xi di settembre 1503, questi drappi
che apresso diremo per e preggi che di sotto si dirà, d’achordo cho Iacopo suo figliuolo, per temppo
di messi xv, per paghare di poi ongni mese el 1/6, ½ nnoi medessimi, e notta che se passato 6 messi
e a noi venissi bene el darne loro seta stravai per il temppo che manchassi sono ubrighati al piglialla,
come a tutto fu presente Bernardo Segni e d’achordo chol detto Iacopo suo figliuolo.
f. larghi di grossi
Veluti in 2 pelli
br. 14 di veluto di grana in 2 pelli per f. ii ¼ di sugello braccio, monta
br. 17 di veluto verde in 2 pelli
br. 32 ¼ di veluto tanè in 2 pelli
In tutto br. 49 ¼ di velluti cholorati in 2 pelli per f. 2 s. 3 di suggello braccio
f. 26 s. 5. –
f. 88 s. 4. 10
Domaschini e rassi di grana
br. 57 1/6 di domaschino di grana
br. 59 ½ di raso di grana
br. 56 ¼ di raso di grana
In tutto br. 172 7/8 di rassi e domaschini di grana per f. 1 s. iii larghi di grossi
il braccio, monta
310
311
ASF, Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi, c. 233 r.
ASF, Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi, c. 232 v.
208
208
f. 198 s. 16. –
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Rassi e domaschini cholorati tutti a un preggio
br. 54 1/3 di domaschino pagonazzo di grana
br. 57 1/3 di domaschino verde
br. 75 1/4 di domaschino giallo
br. 55 3/4 di domaschino tanè
br. 44 di domaschino tanè
br. 40 di domaschino tanè
br. 24 3/4 di domaschino pagonazzo di grana
br. 46 5/6 di raso pagonazzo di grana
br. 52 ¾ di raso tanè
br. 44 ¼ di raso tanè
br. 59 2/3 di raso alesandrino
br. 50 di raso verde
br. 60 ¼ di raso giallo
Sono in tutto pezze xiii fra rasi e domaschini che tirono in tutto br. br. (sic) 665
2/3, cioè br. 665 2/3 per f. uno largo di grossi el braccio, monta f. 665 s. 13 d. 4
larghi di grossi, monta
Somma in tutto il prezzo de’ ssopra detti drappi f. novecientosettantaotto s. 19
d. 2 larghi di grossi, cioè f. 978.19.2 larghi di grossi, di che se n’abatte f. 5 s. 6
larghi di grossi per lla ritenzzione di d. 6 per fiorino di suggello, restano netti a
paghamento f. 973 s. 13 d. 2 larghi di grossi, che ssono a fiorini larghi d’oro in oro
a 19 per cento f. 818 s. 4 d’oro in oro larghi, netti, e di tanto sono fatti creditori in
questo, c. 128
Posto in questo, c. 128, e drappi c. 123
f. 665 s. 13. 4
----------------f. 978. 19. 2
f. 818 s. 4. –
f. 973. 13. 2
larghi di grossi
c) Alessandro Gondi fornisce l’altra parte delle sete312:
[1503]
Allexandro d’Antonio Ghondi, proprio, per uno chonto in Levante a chomun cho Bernardo di
Stefano Segni per ½, addì xi di settembre 1503, questi drappi ch’apresso diremo, e qualli ebbono
questo dì da nnoi per il temppo di messi xv a paghar di poi a 1/6 e sianne creditori a loro Libro di
debitori e creditori e giornale segn. A, c. –, secondo, noi medesimi:
larghi di grossi
br. 27 ¾ di rasso rosso di grana chon andari d’oro filato
br. 34 di rasso simille chon grilande d’oro simille
br. 31 di rasso tanè simile
br. 29 di rasso nero simille
br. 29 2/3 di rasso alesandrino simille
In tutto br. 151 2/5 di rassi cholorati d’oro per f. 3 ¼ larghi di grossi il braccio,
monta
f. 492. 1. –
312
ASF, Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi, c. 232 r.
209
209
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
br. 49 ½ di veluto di grana in 2 pelli per f. 2 ¼ di suggello braccio, monta
br. 36 di domaschino di grana
br. 52 7/8 di rasso di grana
In tutto br. 88 7/8 di rassi e domaschini di grana per f. 1 s. 3 larghi grossi il
braccio, monta
br. 54 di domaschino alesandrino
br. 45 di domaschino tanè
In tutto br. 99 di domaschini cholorati per f. 1 largo braccio
Somma in tutto e sopra detti drappi a preggi che di sopra si discie f. settecento
ottanssei s. 1 d. 4 di grossi, cioè f. 786.1.4 larghi di grossi, di che s’abatte d. 6 di
piccioli per fiorino di grossi, che sono lb. 23 s. 11 piccioli, che si fano f. 782.1.4
larghi di grossi, che a ridurlli a fiorini larghi d’oro in oro sono f. 657 s. 3 d. 4 d’oro
in oro larghi netti e tanti montano detti drappi per a quello temppo, posto in questo
E deono dare, per più drappi chonperati da Piero di Iacopo Ghuicciardini e
compagni, settaioli, come apaiono notanto partita per partita, nella faccia di llà, c.
233
f.
92. 16. 3
f. 102. 4. 1
f. 99. –. –
----------------f. 786. 1. 4
f. 657. 3. 4
f. 818. 4. –
----------------f. 1475. 7. 4
d) Completati gli acquisti, Alessandro Gondi redige l’elenco di tutte le sete destinate a
Costantinopoli. Il documento presenta un particolare interesse in quanto alcune pezze sono
oggetto di una nuova e diversa descrizione: alcune di quelle acquistate a Firenze vengono
ora definite alla veneziana313:
Mdiii
Qui apresso sarà choppia d’una iscriptta di Bernardo Segni . . .
Iesus, addì xxiiii di settembre 1503
Sia notto e manifesto a cchi vedrà la presente iscriptta come Bernardo di Stefano Segni e
Alesandro d’Antonio Ghondi proprio ànno fatto una inccietta di drappi di setta e d’oro attenenti a
ciaschun per ½ e insino addì xii del presente sotto nome e hordine d’Alesandro sopra detto si sono
mandati inn A[n]chona a Bartolomeo di ser Tommaso in 2 chasse segnate dell’avanti segno e n. 1, 2
e chon ordine di mandarlli in Pera a Niccolò Charsidony sotto el detto nome e ordine d’Alesandro
Ghondi, per finirlli a danari contanti o ttemppo e ritratto incciettare in setta stravai e mandarlla per
via di Rauggia . . .
...
E qualli drappi sono questi, cioè:
br. 151 2/5 di rassi di più cholori chon andari d’oro per f. 3 ¼ largo il braccio e
br. 63 ½ di velluti di grana in 2 pelli per f. 2 ¼ di suggello braccio e
br. 49 ¼ di veluti cholorati in 2 pelli per f. 2. 3. – di suggello braccio e
br. 261 ¾ di rassi e domaschini alla viniziana di grana per f. 1. 3 largo el braccio e
313
ASF, Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi, c. 233 v.
210
210
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 756 2/3 di rassi e domaschini cholorati alla viniziana per f. 1 largo el braccio che, trattone la
ritenzzione di d. 6 per fiorino di suggello, montano in tutto f. millequattrocentosettantacinque s.
vii d. iiii d’oro in oro e sono in 29 tagli, della qual monta el detto Bernardo debba paghare la ½
ne’ modi sopra detti e più debbe paghare la ½ delle spese fatte el detto Alesandro a’ detti drappi
...
Doc. 72
Alla morte di Iacopo Pandolfini il figlio Pandolfo eredita numerosi oggetti di
arredamento, tra i quali anche due guanciali ricoperti con un tessuto definito domaschino
di Levante, di sicura provenienza orientale314:
Mdiiii
Qui apresso si farà nota di tutte le sustanzie mobile e inmobile, le quali mi sono tocche per conto
della eredità di Iacopo, mio padre . . .
...
una corazza
dua usciali a figure
ii guancali di domaschino di Levante
una spalliera
5 corazze e una mesciroba e uno bacino
Doc. 73
Federico Strozzi esporta ogni tanto panni di lana e drappi di seta in Levante. Nel 1504
una cassa contenente tre pezze di seta ha già lasciato Firenze ed è arrivata ad Ancona, dove
si è verificato un inconveniente spiacevole: la cassa è menzionata nei registri della dogana
ma al momento risulta introvabile. A Firenze Federico Strozzi consegna a Tommaso
d’Aiolfo, in procinto di partire per il Levante, un ricordo, nel quale riassume l’increscioso
episodio, impartisce alcune istruzioni e infine precisa il contenuto della cassa. Della fonte
presentiamo una trascrizione parziale315:
Mdiiii
Addì 9 di novembre
Copia d’um richordo dato a Tomaso d’Aiolfo
Ricordo a voi, Tomaso d’Aiolfo, im questa vostra andata di Levamte, che Dio vi conducha e
rimeni a salvamemto e prima:
Io mamdai in Amcona a Bartolomeo di ser Tomaso, fino addì iiii di gugnio, per Nicholò di
Scharino, vetturale, una chassetta segnata davamti e di N. uno, in che era 3 pezze di drappi di grana,
coè dua domaschi e uno raso, richi, alla viniziana, che furono quelli vi mostrai im botega di
Mainardo Chavalchamti o vogliamo dire de’ Nerlli e detto Nicholò di Scharino disse avella
314
315
Firenze, AOI, 12910, Debitori e creditori di Pandolfo Pandolfini, cc. 129 v., 131 v.
ASF, Carte Strozziane, Seria Quinta, 78, Ricordanze di Federico di Lorenzo Strozzi, cc. 7 v., 8 r.
211
211
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
mamdata in Amchona per uno suo garzone il quale non comsegniò né lla lettera né lla chassetta a
detto di ser Tomaso in modo che detta chassetta non si rimviene. E domandato detto Nicholò che
n’à fatto, mi dice che la si comdusse in Amchona e messesi im dogana e che a’ detti libri di dogana
se ne truova richordo e che l’à tratta di dogana Nicholò Lippi. Ora quello vorei da voi è questo:
che quamdo sarete in Amchona, dove si troverà detto Nicholò di Scharino e il vetturale suo che la
portò, voi ne fussi imsieme tutti con Bartolomeo di ser Tomaso e vedessi se detta chassetta si può
rimvenire . . .
E perché meglio sappiate il tiragio de’ drappi che sono in detta chassetta ve ne darò nota qui da
piè:
Una pezza di raso rosso di grana di br. 39
Una pezza di domasco rosso di grana alla viniziana, br. 48 1/3
Uno taglio di domasco simile, br. 14 ½
Pregovi, Tomaso, che avamti partiate d’Amchona vediate di tochar fomdo di questa chosa e darmi
aviso di tutto, che piacer me ne farete.
E quamdo detta chassetta si trovassi in Amchona, il che non chredo, faretevela consegniare e la
condurete im Pera e per me la comsegnierete a Bernardo di Giovan Francesco Famtoni, dal quale vi
varete delle spese. Rachomandovi questa chosa tamto quamto posso.
...
Doc. 74
Nei primi anni del 1505 Alessandro Sacchetti è il corrispondente abituale a
Costantinopoli di molti mercanti fiorentini, tra i quali la compagnia di Agnolo de’ Bardi.
a) Il 24 e il 25 febbraio Sacchetti ha assistito alla vendita di un’enorme partita di sete: la
Porta ha infatti comperato 970 picchi di broccati per aspri 300 il picco e ben 2000 picchi
di rasi d’oro per aspri 230 il picco. Si prevede inoltre che la Porta acquisti presto una
notevole quantità di velluti rossi per aspri 160 il picco. Sacchetti trasmette tutte queste
notizie alla compagnia di Agnolo de’ Bardi in Firenze e la invita a spedire drappi a
Costantinopoli316:
[27 febbraio 1505]
...
A dì 24 e 25 detto ci s’è fatto bazarro alla Portta di pichi 970 di brochati per aspri 300 il picco e
pichi 2000 di rassi chon oro per aspri 230 il picco, ch’è sutto un belisimo bazarro e stimasi quest’altra
Portta si finirà di molti veluti rossi per aspri 160 il picco che è un prezzo se ne ferà preg[i]o. E per al
presente qui no c’è rimass[t]o brochati né rassi chon oro; quando vi vengha bene el mandarne, ve nne
servireno benisimo del dar loro fine e alsì de’ drappi ischietti d’ogni cholor, ch’aranno senpre
condizione . . .
...
316
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 27 febbraio 1505. Le carte della filza non sono
numerate; per molte lettere di Sacchetti esiste anche una copia, con minime varianti.
212
212
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) La prevista vendita di velluti rossi si è avverata: la Porta ha acquistato 1.500 picchi ad
aspri 160 il picco. Alessandro Sacchetti ne dà avviso alla compagnia Bardi e accenna ad
una imminente vendita di velluti altobassi con oro e di rasi e damaschi con oro317:
[5 maggio 1505]
...
Èssi finiti per de’ nostri a la Porta pichi 1500 di velluti rossi per aspri 160 picco e stimo finiranno
veluti alto bassi chon oro e chi ci avessi de’ rasi e domaschi chon oro se ne finirebbe a buon pregi, e
chosì drapi schietti.
...
c) Anche questa volta la previsione di Alessandro Sacchetti si è avverata. In giugno la Porta
ha acquistato da mercanti fiorentini velluti altobassi con oro al prezzo, altissimo, di aspri
500 il picco, e altri, del tipo a broncone, per 370 aspri il picco. Sacchetti conclude invitando
la compagnia Bardi a inviare sete a Costantinopoli, essendo il momento favorevole318:
[23 giugno 1505]
...
Èsi finitto per de’ nostri alla Portta velutti altebassi chon oro per aspri 500 il picco e aspri 370
quelli a bronchone, ch’è sutta una belisima vendita ed àne pressi quanti ce n’è. Per aviso.
E per al presente qui no si ritruova drappi di sorte alcuna, che chi ce ne avessi se ne finirebe asai,
che c’ànno chondizione.
...
Doc. 75
A Costantinopoli Simone Zati vende abitualmente drappi fiorentini alla clientela
ottomana. In via eccezionale, nel novembre 1504 Simone acquista un damasco di Bursia
per Maddalena, moglie di Antonio Serristori, e lo spedisce a Firenze319:
[1505]
Simone di Bartolo Zati di Levante, per nostro conto de’ avere . . .
...
E, addì iiii di giugno 1505, aspri 160 ci scrisse per sua d’avviso de dì
20 di novenbre passato averci fatti debitori in questo chonto per chosto di
una pezza di domasco di Bursia mandata più fa per Batista Gherardi a
monna Madalena, donna del nostro magiore Antonio, posto dare al
Quaderno di chassa, c. 310, a Entrata, c. 39, posto chonto di chassa dare, in
questo, 247
aspri 160 f. 3 s. 11 d. 5
...
317
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 5 maggio 1505.
318
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 23 giugno 1505.
319
ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c.
164 d.
213
213
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 76
Una lettera e alcune registrazioni del 1505 consentono di ricostruire, almeno in parte,
un’operazione alla quale parteciparono numerosi mercanti, quasi tutti della famiglia Medici.
a) Francesco de’ Medici, lanaiolo a Firenze, scrive a Giovanni Maringhi, in Costantinopoli,
per avvisarlo dell’imminente arrivo del nipote Guido, già attivo nella capitale ottomana,
che porta con sé panni di lana e drappi appartenenti a vari operatori, allo scopo di venderli
sul mercato locale320:
[4 dicembre 1505]
...
E viene di chostà Guido, mio nipote, chon certi panni d’Alfieri Strinati e certa somma di rasi e
domaschini di chonto di lui, Giovani e Rafaello, che per lo interesso ànno chon esso è suto forza gle
n’abino achomandati, e chosì certi rasi chon oro e domaschi che attenghono a Giovanni e noi e nostri
della tinta, sotto mio nome, chon chomesione che, non finendoli lui avanti sua partita, gli chonsegni
a voi, che si disegna debbi eserre di ritorno presto. E chonsegnandoveli, gli piglierete e li finirete per
noi chome gli doveva finire lui . . .
...
b) Un libro contabile appartenuto a Giovanni di Giuliano de’ Medici e ai due nipoti
Raffaello di Francesco e Guido di Antonio menziona i drappi che i tre mercanti di casa
Medici avevano in precedenza comperato sul mercato fiorentino e registrato nei loro libri
contabili il 3 dicembre (il giorno prima della stesura della lettera). I tre soci hanno acquistato
complessivamente undici drappi da due diverse compagnie di setaioli. La prima è quella,
ben nota, di Jacopo Salviati321:
Mdv
Iachopo di Giovanni Salviati e chompagni, setaiuoli, deono avere, addì iii di
dicembre 1505, per questi drapi qui a piè da loro chomperati per tenpo di mesi xiiii
e di poi ogni 1/6 per fiorino chome di sotto si vedrà e volendo noi dare loro seta
stravai o legi al ditto tempo di mesi 14 sono obrighati a pigliarlla per quello fussi
fatto per 2 amici chomuni, sensale Antonio Soldi, posto drapi di nostra ragione dare,
in questo, a c. 4:
xxx br. di raso di grana per f. uno largo d’oro in oro braccio, monta
xxviiii i/iii br. di raso tanè per f. uno s. ii largo di grossi, monta
xiiii br. di domascho biancho per f. uno s. ii largo di grossi braccio, monta
xv br. di raso biancho per f. uno s. ii largo di grossi braccio, monta
xiiii br. di domascho paghonazo per f. uno s. ii largo di grossi braccio, monta
320
f. 35. 14. –
f. 32. 5. 4
f. 15. 8. –
f. 16. 10. –
f. 15. 8. –
----------------f. 115. 5. 4
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 538,
Copialettere, c. 64 r. Guido, menzionato nella lettera, è figlio di Antonio de’ Medici; Giovanni e
Raffaello sono rispettivamente fratello e figlio di Francesco. Il documento è pubblicato, in inglese, da
G.R.B. Richards, Florentine merchants, cit., p. 266.
321
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 543, 2,
Debitori e creditori di Giovanni di Giuliano, Raffaello di Francesco e Guido di Antonio de’ Medici,
c. 3 d.
214
214
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
c) La compagnia Eredi di Battista Veneri ha fornito altri cinque drappi322:
Mdv
Rede di Batista Veneri e chompagni, setaiuoli, deono avere, addì iii di dicembre,
per questi drapi qui a piè da loro chonperati per tenpo di mesi 14 e di poi ogni mese
1/6 per f. 1 s. 2 d. 4 larghi di grossi braccio, sensale Piero Maleghonelle, posto drapi
di nostra ragione dare, in questo, a c. 4
xv br. di domascho paghonazo per f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio
xiiii i/ii br. di domascho verde per f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio, monta
xv br. di raso verde per f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio, monta
xxx br. di domascho bigio per f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio, monta
xxxi ¼ br. di domascho dorè per [f.] uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio, monta
xxx br. di domascho spiadatto f. uno s. ii d. iiii largo di grossi braccio
f. 16. 15. –
f. 16. 3. 10
f. 16. 15. –
f. 33. 10. –
f. 34. 17. 11
f. 33. 10. –
---------------151. 11. 9
Doc. 77
Dopo le spedizioni del 1503 (Docc. 67-69), la compagnia di Antonio Serristori, battilori,
nel 1505 continua a inviare sete a Simone Zati323:
Mdiiii [=1505]
Drappi chonperati per chonto di Simone Zati di Pera deono dare, addì xxviiii
di giennaio, f. secientonovantasei s. x d. vi larghi di grossi, sono per la monta di
più drappi chonperati per detto chonto da nnoi medesimi per tenpo di mexi xviii
proximi paghati ed dì del tenpo, chom’apare a Ricordanze, c. 126, posto drappi
di nostro chonto avere, in questo, 205
E, addì iiii di marzo, f. novantanove s. ii d. vi larghi di grossi, sono per la
monta di br. 61 di velluti tanè in dua peli chonperati per lui da noi medesimi per
tenpo di mexi 16 prossimi paghati el dì del tenpo, e quali si sono avuti da Iachopo
di Giovanni Salviati e chonpagni, posto avere, in questo, c. 216
E, addì viii d’aprile 1505, f. cientoquatro s. v d. x larghi di grossi sono per la
monta di br. 101 ¾ di raxo e domasco chonperati da Iachopo di Giovanni Salviati
e chonpagni per a baratto di lane, e quali si chontano per chonto di detto Simone
per tenpo di mexi 16 prossimi paghati el dì del tenpo, chom’apare a Ricordanze,
c. 138, posto detti Salviati, avere, in questo, c. 216
E, addì xii detto, f. quattrocientoventinove s. xvi d. vii larghi di grossi sono per la
monta di più drappi chonperati da noi medesimi per tenpo achostumato, chom’apare
a Ricordanze, c. 142, posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 205
E, addì xviiii detto, f. cientoventicinque s. vi d. i larghi di grossi sono per la
monta di più raxi e domaschi chonperati da’ Salviati per a baratto di lana, che si
danno a detto Simone pel tenpo di mexi 16 proximi paghati el dì del tenpo, chome
apare a Ricordanze, c. 142, posto detti Salviati avere, in questo, c. 216
f.
696 s. 10 d. 6
f.
99 s. 2 d. 6
f.
104 s. 5 d. 10
f.
429 s. 16 d. 7
f.
125 s. 6 d. 1
322
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 543, 2, Debitori
e creditori di Giovanni di Giuliano, Raffaello di Francesco e Guido di Antonio de’ Medici, c. 5 d.
323
ASF, Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 222 s.
215
215
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
E, addì xviiii di giugno, f. secientosettanta s. xii d. x larghi di grossi sono per la
monta di br. 156 1/3 di velluti in 2 peli e br. 397 2/3 di raxi e domaschi chonperati
da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni per a baratto di nostre lane, e quali si
chontano per ditto Simone per tenpo di mexi 16 prossimi paghati di poi hogni mexe
el 1/6, chom’apare a Ricordanze, c. 152, posto detti Salviati, avere, c. 216
E, addì iiii di luglo, f. dugientoventidua s. xiiii d. v larghi di grossi sono per
la monta di br. 167 ¾ di raxi e br. 31 ¼ di velluto in 2 peli chonperati da Iachopo
di Giovanni Salviati e chonpagni per a baratto di nostre lane, e quali si danno a
detto Simone per tenpo di mexi 16 paghati el dì del tenpo, chom’apare a
Ricordanze, c. 155, posto detti Salviati avere, in questo, c. 216
E, addì iiii d’aghosto, f. trecientosei s. xv d. vii larghi di grossi sono per la
monta di più rasi e domaschi e velluti in 2 peli chonperati sino addì 17 di luglo
da Iachopo di Giovanni Salviati e chonpagni per a baratto di lane, chom’apare a
Ricordanze, c. 158, e quali si danno a detto Simone pel tenpo, posto detti Salviati
avere, in questo, c. 264
E, addì xxiii d’aghosto, f. dugientosei s. iii d. viii larghi di grossi sono per la
monta di 2 pezze di velluti e 2 pezze di raxi chonperati da noi medesimi per tenpo
achostumato, e quali si sono avuti da Iachopo Salviati e chonpagni, per a baratto
di lane, chom’apare a Ricordanze, c. 168, posto avere, in questo, c. 264
E, addì xxx detto, f. dumilaquatrocientonovantasette s. vi d. viii larghi di
grossi sono per la monta di più drappi chonperati da nnoi medesimi per tenpo
achostumato, chom’apare a Ricordanze, c. 170, posto drappi di nostro chonto
avere, in questo, c. 270
E, addì xxx detto, f. sette s. vi d. iii larghi di grossi sono per rifacimento di br. 14
5/8 d’altobasso di grana chon andari e poste d’oro, missoli in chonto per f. 3 ¾ larghi
di grossi braccio per velluto a poste e andari d’oro, che s’aveva a mettere a f. 4 s. 5
larghi di grossi braccio, posto drappi di nostro conto avere, in questo, c. 270
f.
670 s. 12 d. 10
f.
222 s. 14 d. 5
f.
306 s. 15 d. 7
f.
206 s. 3 d. 8
f. 2497 s. 6 d. 8
f.
7 s. 6 d. 3
--------------------5366.
0. 11
Doc. 78
La compagnia di Antonio Serristori, battilori, dopo gli acquisti del 1503 (Docc. 67-69) e del
1505 (Doc. 77), continua a rifornirsi di rasi, damaschi e broccati d’oro destinati a Simone Zati.
a) Qui di seguito riportiamo le compere effettuate nel periodo settembre 1505 – maggio
1506 limitatamente ai casi nei quali le sete sono puntualmente descritte. Non poche
registrazioni menzionano infatti soltanto più drappi. Da notare alcuni damaschi bianchi e
tanè alla veneziana324:
Mdv
Drappi chonperati per chonto di Simone Zati di Pera deono dare, addì primo
di settenbre, f. tremilanovecientodieci s. xviiii d. v larghi di grossi per resto d’uno
f. 3910 s. 19 d. 5
loro chonto levato dal Libro paghonazo, segnato D, 222
324
ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c.
68 s. e d.
216
216
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, addì xi di settenbre, f. cientosedici s. xviii larghi di grossi, per valuta di br.
43 ¼ di raxo di grana a poste e andari d’oro, chonperato da noi medesimi per
tenpo achostumato, chom’apare a Ricordanze, c. 1, posto drappi di nostro chonto
avere, in questo, c. 101
...
E, addì xii ditto, f. cinquantasette s. xviii d. iii larghi di grossi sono per la
monta di br. 56 ½ di raxi chonperati da noi medesimi per tenpo achostumato, e
quali drappi si sono aùti da Iachopo Salviati e compagni, chom’apare a
Ricordanze, c. 2, posti avere, in questo, c. 88
E, addì xvii di settenbre, f. ventidua s. viii d. v larghi di grossi, sono per la
monta di br. 21 7/8 di domasco biancho alla veniziana, chonperato da Ristoro e
rede d’Averardo Serristori e compagni, per f. 1 d. 6 larghi di grossi, per tenpo di
mexi 16, chom’apare a Ricordanze, c. 5, posto detti Serristori avere, in questo,
c. 26
...
E, addì detto [7 novenbre 1505], f. trentacinque larghi di grossi sono per la
monta di br. 10 di brochato d’oro chonperato da noi medesimi per f. iii ½ larghi
di grossi braccio, chom’apare a Ricordanze, c. 13, posto drappi di nostro chonto
avere, in questo, c. 101
...
E, addì detto [9 dicembre], f. quarantatre s. 1 larghi di grossi sono per la
monta di br. 42 di domascho tanè a la veniziana, chonperato da noi medesimi
per f. 1 d. 6 larghi di grossi braccio pel tenpo achostumato di Ludovicho
Chavalchanti di Lione, posto detti drappi avere, in questo, 109
E, addì xii detto, f. cinquantanove s. vi d. iiii larghi di grossi sono per la
monta di br. 57 7/8 di raxi, chontici per questo chonto a f. 1 d. 6 larghi di grossi
braccio, d’un chonto di nostri drappi, posti avere, in questo, c. 124
...
E, addì xvi detto, f. quarantasei s. vii d. vii larghi di grossi sono per la monta
di br. 45 ¼ di domasco tanè a la veniziana, chonperato da nnoi medesimi per
tenpo achostumato d’un chonto di Ludovicho Chavalchanti, chom’apare a
Ricordanze, c. 28, posto detti drappi avere, in questo, 117
...
E, addì x di giennaio [1506], f. trentotto s. viii d. viiii larghi di grossi sono
per la monta di una pezza di domasco chonperata da noi medesimi pel tenpo
achostumato, la quale s’ebe da Stefano Boni e compagni, anzi da Piero, posto
avere, c. 132
E, addì xxviiii detto, f. cientoquarantasette s. xvii d. 1 larghi di grossi sono
per la monta di più raxi e domaschi chonperati per lui da noi medesimi per tenpo
achostumato, e quali si sono aùti da Iachopo Salviati e compagni, posto avere,
in questo, c. 88
...
E, addì detto [20 marzo], f. xxviiii s. xviii d. vi larghi di grossi sono per la
monta di br. 28 ½ di raxo giallo chonperato da nnoi medesimi per tenpo
achostumato, chom’apare a Ricordanze, c. 49, posto drappi avere, in questo, c.
124
...
f.
116 s. 18.
–
f.
57 s. 18 d. 3
f.
22 s. 8 d. 5
f.
35 s. –.
–
f.
43 s. 1.
–
f.
59 s. 6.
4
f.
46 s. 7 d. 7
f.
38 s. 8 d. 9
f.
147 s. 17 d. 1
f.
29 s. 18 d. 6
---------------------f. 10025. 18. 1
217
217
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
b) La compagnia Serristori si rifornisce a Firenze di altre sete e le spedisce a Costantinopoli,
dal giugno 1506 al luglio 1507. Come in occasione delle compere precedenti, anche ora
abbiamo omesso le registrazioni che menzionano unicamente più drappi. La somma finale
include sempre tutte le voci del conto325:
Mdvi
Drappi chonperati per chonto di Simone Zati di Pera deono dare, addì viii di
giugno, f. trentadua s. v larghi di grossi per valuta di br. 30 di raxo giallo
chonperato da Giovanni Bernardi a f. 1.1.6 larghi di grossi braccio, posto avere,
in questo, c. 159
...
E, addì xxviiii di luglo, f. quatrocientosette s. ii larghi di grossi sono per la
monta di più raxi e domaschi chonperati da Lorenzo di Tonmaxo Soderini e
Lionardo Dati e conpagni, chom’apare a Ricordanze, c. 74, posto avere, in questo,
c. 164
E, addì xxxi detto, f. trentadua s. xv d. viiii larghi di grossi per braccia 30 ½
di raxo giallo chonperato da nnoi medesimi per f. 1.1.6 largo di grossi braccio,
posto drappi di nostro chonto avere, in questo, c. 163
...
E, addì detto [27 novembre], f. quatrocientosessantaquatro s. xv larghi di
grossi sono per la monta di più raxi e domaschi chonperati da Filippo di
Benedetto de’ Nerli e compagni, chom’apare a Ricordanze, c. 99, posto avere, in
questo, c. 109
E, addì detto, f. dugientonovantotto s. xi d. vii larghi di grossi per più raxi e
domaschi chonperati da Giovanni di ser Niccholò Bernardi, chom’apare a
Ricordanze, c. 99, posto avere, in questo, c. 159
E, addì detto, f. trecientonove d. ii larghi di grossi sono per la monta di br.
280 11/12 di raxi e domaschi chonperati da Iachopo di Giovanni Salviati, chome
apare a Ricordanze, c. 98, posto avere, in questo, c. 59
E, addì detto, f. dugiento hottantasei s. xi d. iii larghi di grossi sono per la
monta di br. 152 5/6 di raxi chermixi chonperati da noi medesimi in 4 tagli per f.
1 7/8 larghi di grossi braccio, per tenpo achostumato, posto drappi di nostro conto
avere, in questo, c. 163
...
E, addì xxviiii d’aprile 1507, f. cientosette s. xii d. vi larghi di grossi per valuta
di br. 30 ¾ d’altebasso di grana avuto da redi di Batista Veneri per f. 3 ½ largo
di grossi braccio, a baratto di sete chom’apare a Ricordanze, c. 122, posto avere,
in questo, c. 197
...
E insino addì xii di maggio, f. cient’uno s. xvii d. viiii larghi di grossi sono
per la monta di br. 56 di velluti neri in 2 peli, chonperati da rede di Antonio del
Giochondo e chonpagni, chom’apare a Ricordanze, c. 123, posto dette rede avere,
in questo, c. 204
...
325
f.
32 s. 5.
–
f.
407 s. 2.
–
f.
32 s. 15 d. 9
f.
464 s. 15.
–
f.
298 s. 11 d. 7
f.
309 s. – d. 2
f.
286 s. 11 d. 3
f.
107 s. 12 d. 6
f.
101 s. 17 d. 9
ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c.
159 s. e d.
218
218
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, addì xxi di luglio, f. quarantacinque s. ii larghi di grossi per br. 41 di raso
alexandrino aùto da Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, chom’apar a
Ricordanze, c. 130, posto avere, in questo, 225
f.
45 s. 2. –
...
---------------------f. 5894.
0. 5
c) Continuano le spedizioni di sete a Simone Zati. Il conto prosegue con altre cinque
compere di più drappi326:
Mdvii
Drappy chonperati per chonto di Simone Zati di Pera dehono dare, posto
debbino avere per resto d’altro chontto, in questo, c. 159
E, addì xxi di luglio, f. cientoventinove d. x larghi di grossi, sono per la
monta di più drappi chonperati da noi medesimi per tenppo achostumato,
chom’apar a Ricordanze, 130, posto drappi di nostro chonto avere, in questo,
179
E, addì ii d’aghosto, f. hottanta s. v d. x larghi di grossi, sono per lla monta
di dua vesta di drappo chon oro chonperata per questo chonto da nnoi
medesimi, chom’apar a Ricordanze, 132, posto drappi di nostro chontto avere,
in questo, 179
E, addì detto, f. trentuno s. xii d. vi larghi di grossi, sono per lla monta di
ii vesta di rasi stietti chonperati da Iacopo di Giovanni Salviati e compagni
sino addì xxxi del passato per temppo dell’anno paghati di poi hongni mese el
1/6, chom’apar a Ricordanze, 132, posto avere, in questo, 225
...
f.
1133.
15. 8
f.
129.
–. 10
f.
80.
5. 10
f.
31 s. 12. 6
---------------------2590. 19. 11
Doc. 79
Federico Strozzi, che nel 1504 aveva inviato in Levante una cassa di drappi destinata a
perdersi alla dogana di Ancona (Doc. 73), nel marzo 1506 spedisce altre sete a
Costantinopoli. Anche questa cassa, contenente 13 pezze, lascia Firenze con destinazione
il fondaco di Bartolomeo di ser Tommaso ad Ancona. I velluti sono quasi tutti a due peli, i
damaschi sono opera alla vineziana, richa327:
Mdv [=1506]
Copia di legagio d’una chassa di drappi mandata in Amchona a ragione di Bartolomeo di ser
Tomaxo, segnata davanti e di N. X, nella quale sono e drappi che apresso si dirà e s’è ordinato a detti
di ser Tomaxo n’à seghuire tuo ordine e prima:
uno taglio di velluto tanè di br. 24
uno taglio di velluto simile br. 25 ¼
326
327
ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c. 234 s.
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 78, Ricordanze di Federico di Lorenzo Strozzi, c. 211 r.
219
219
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
una pezza di velluto simile br. 35 ¾
uno taglio di velluto verde br. 15
uno taglio di velluto nero br. 36
uno taglio di velluto simile br. 23 1/8
uno taglio di raso nero sp. br. 20
uno taglio di raxo tanè dorè br. 19 2/5
uno taglio di domasco nero br. 34 ¼
uno taglio di domasco rosso di grana br. 48
uno taglio di domasco simile br. 16 1/3
E de comto de’ nostri:
uno taglio di veluto alessandrino br. 28 ½
E di Tommaso d’Aiolfo:
uno taglio di velluto di grana br. 16 ¼
sono tutti in due peli
opera alla vineziana, richa
Federigho Strozzi in Firenze
addì 24 di marzo
Doc. 80
Il 22 febbraio 1507 muore a Costantinopoli Giovanni Maringhi, corrispondente di molte
compagnie fiorentine. Al momento della morte il suo fondaco a Pera è ben fornito di merci
destinate alla vendita. I curatori dell’eredità stilano un inventario dettagliato di quei beni,
tra i quali spiccano le pietre preziose e le sete, in particolare rasi, damaschi, velluti e broccati
d’oro. Da quell’inventario riprendiamo la parte dedicata alle sete328:
[11 marzo 1507]
…
Drappi di seta stietti
Una pezza di raso rosso di grana di picchi quarantanove grandi, coè
Una pezza di raso rosso di grana di picchi quaranzei e mezzo grandi, coè
Una pezza di raso rosso di grana di picchi cinquanta grandi, coè
Una pezza di raso rosso di grana di picchi cinquantatre grandi, coè
Un chavezzo di raso rosso di grana di picchi quindici grandi, coè
Una pezza di domascho rosso di grana di picchi venzei e mezzo grandi, coè
Una pezza di domaschino verde di picchi quaranta grandi, coè
Una pezza di raso biancho macchiata di picchi trentuno e mezzo grandi, coè
Una pezza di raso tanè ischuro di picchi quindici e un terzo grandi, coè
Un taglio di raso rosso di grana di picchi quatro e dua terzi grandi, coè
Un taglio di raso incharnato di picchi tre grandi, coè
Un taglio di raso rosso di grana di picchi uno e dua terzi grandi, coè
Un taglio di raso rosso di grana di picchi sette grandi, coè
Un taglio di raso rosso di grana di picchi dua e mezza grandi, coè
328
picchi 49
picchi 46 ½
picchi 50
picchi 53
picchi 15
picchi 26 ½
picchi 40
picchi 31 ½
picchi 15 1/3
picchi 4 2/3
picchi 3
picchi 1 2/3
picchi 7
picchi 2 ½
Cambridge (USA), Harvard University, Baker Library, Selfridge Collection, Medici, 495,
Copialettere, cc. 207, 208 e 216. Pubblicato integralmente, in inglese, da G.R.B. Richards, Florentine
Merchants, cit., pp. 185-201; sullo stesso inventario si veda anche I. Houssaye Michienzi e S.
Lassalle, Étoffes et vêtements, cit., pp. 79-106.
220
220
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Una pezza di raso rosso di grana di picchi ventotto grandi, coè
Un taglio di domascho limoni di picchi sei grandi, coè
Un taglio di domascho limoni di picchi tre e tre quarti grandi, coè
Un taglio di raso alessandrino di picchi uno grandi, coè
Un taglio di raso verde machiato di picchi uno e mezzo grandi, coè
Un taglio di raso tanè ischuro di picchi undici e tre quarti grandi, coè
Un taglio di velluto rosso di grana di picchi tredici e un quarto grandi, coè
Una pezza di velluto nero di picchi ventiquatro grandi, coè
Una pezza di velluto rosso di grana di picchi ventotto e un quarto grandi, coè
Una pezza di velluto rosso di grana di picchi ventotto e tre quarti grandi, coè
Una pezza di velluto rosso di grana di picchi venzei e mezzo grandi, coè
Una pezza di velluto rosso di grana di picchi venzette e mezzo grandi, coè
Un taglio di velluto rosso di grana di mezzo piccho grandi, coè
Un taglio di velluto rosso di grana di mezzo piccho grandi, coè
Un taglio di velluto nero di tre quarti di piccho grandi, coè
Un taglio di raso limoni di picchi sei e un terzo grandi, coè
Un piccho di raso incharnato di picchi uno grandi, coè
Uno taglio di raxo verde di picchi cinque e mezzo grandi, coè
Uno taglio di raso alessandrino di picchi quatro e mezzo grandi, coè
Uno taglio di raso aranci di picchi sei grandi, coè
Una pezza di domascho alessandrino di picchi quarantatre grandi, coè
Una pezza di domascho tanè di picchi quarantuno e dua terzi grandi, coè
Una pezza di raso rosso di grana di picchi ventotto grandi, coè
Una pezza di raso rosso di grana di picchi ventinove e un terzo grandi, coè
Un taglio di raso rosso di grana di picchi diciasette grandi, coè
Un taglio di raso alessandrino di picchi sedici e mezzo grandi, coè
Una pezza di domascho tanè di picchi venzette e un quarto grandi, coè
Una pezza di raso verde di picchi trentotto grandi, coè
Una pezza di raso limoni di picchi ventotto e mezzo grandi, coè
Una pezza di raso tanè di picchi venzette grandi, coè
Una pezza di domascho limoni di picchi ventinove grandi, coè
Una pezza di domascho alesandrino di picchi venzei e dua terzi grandi, coè
Una pezza di domascho verde di picchi venticinque e tre quarti grandi, coè
Una pezza di domascho a tanè di picchi ventinove e tre quarti grandi, coè
Una pezza di raso limoni di picchi venzei grandi, coè
Una pezza di raso tanè di picchi trentanove grandi, coè
Una pezza di raso aranci di picchi ventinove grandi, coè
Una pezza di domascho limoni di picchi quatordici e mezzo grandi, coè
Una pezza di domascho tanè di picchi venticinque e tre quarti grandi, coè
Una pezza di raso rosso di grana chon anda[ri] d’oro e di seta di picchi trentuno grandi
Una pezza di raso rosso di grana chon anda[ri] d’oro e di seta di picchi quatordici e mezzo
Una pezza di raso rosso di grana chon anda[ri] d’oro e di seta di picchi venzette e tre quarti
Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi ventotto e un terzo grandi
Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi ventotto grandi, coè
Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi ventinove grandi, coè
Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi quatordici grandi, coè
Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi quatordici grandi,
buona, una
picchi 28
picchi 6
picchi 3 ¾
picchi 1
picchi 1 ½
picchi 11 ¾
picchi 13 ¼
picchi 24
picchi 28 ¼
picchi 28 ¾
picchi 26 ½
picchi 27 ½
picchi
½
picchi
½
picchi
¾
picchi 6 1/3
picchi 1
picchi 5 ½
picchi 4 ½
picchi 6
picchi 43
picchi 41 2/3
picchi 28
picchi 29 1/3
picchi 17
picchi 16 ½
picchi 27 ¼
picchi 38
picchi 28 ½
picchi 27
picchi 29
picchi 26 2/3
picchi 25 ¾
picchi 29 ¾
picchi 26
picchi 39
picchi 29
picchi 14 ½
picchi 25 ¾
picchi 31
picchi 14 ½
picchi 27 ¾
picchi 28 1/3
picchi 28
picchi 29
picchi 14
picchi 14
221
221
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Una pezza di brochato d’oro chol pelo rosso a bastone di picchi venticinque e tre
quarti329
picchi 25 ¾
...
Un taglio di domascho limon di picchi quatro e mezzo riaùto da ser Alessandro,
nostro fiorentino turcho (sic), aùto da Giovanni Maringhi in somma di picchi venzette,
che di picchi xxii ½ grandi n’è debitore
Un taglio di picchi ventidua e mezzo grandi di raso di grana riaùto dal detto ser
Alessandro aùto in vita da detto Giovanni
Un taglio di raso rosso chon anda[ri] d’oro di picchi venzette e tre quarti grandi
riaùto da detto ser Alessandro
Un taglio di velluto nero in dua peli di picchi trentaquatro grandi riaùto dal detto
ser Alessandro e quali tagli iiii detto ser Alessandro disse avere aùto da detto per
ll’adrieto Giovanni Maringhi per finire, le quali picchi sono tutti a piccho grande
Un taglio di domascho isbiadato di picchi quindici, coè 15 picchi, riaùto
d’Aghustino de’ Pilli in somma di braccia trenta e quarti tre, datogli per il detto
Giovanni Maringhi, picchi grandi
Un taglio di domascho verde di picchi dua e dua terzi riaùto dal detto Aghostino
Pilli, aùto da detto Giovanni per finire, picchi grandi
Un chredito chon Giovanni Bertini di picchi viii e 2/3 di raso paghonazzo e di
picchi 2 ¼ di domascho rosso e picchi uno e mezzo di raso verde e picchi tre e tre
quarti di raso verde e picchi iiii e ¼ di raso turchino e picchi uno e cinque ottavi di
raso alessandrino, che in tutto fanno la somma di picchi xxii, de’ quali rasi e domaschi
se n’ebbe a rinchontro metichalli centodieci lordi a paghamento cho lla sua tara di
venti per cento.
...
Doc. 81
La compagnia di Alessandro e Bernardo Gondi, battilori in Firenze, spedisce abitualmente
ingenti partite di sete a Costantinopoli, dove può contare su numerosi corrispondenti. Nel caso
in esame l’interlocutore è Simone Zati, il quale nel mese di febbraio 1507 custodisce nel suo
fondaco sete di proprietà dei Gondi per più di 10.000 fiorini. Nel 1508 Simone Zati muore e
i suoi corrispondenti, tra i quali i Gondi, chiudono i conti.
a) I Gondi prendono nota delle sete che si trovano presso lo Zati e di alcune spese già
sostenute330:
[1507]
d’oro in oro larghi
Drappi di nostro chonto, d’oro e di sete, in Levante, i mano di Simone di
Bartolo Zati deono dare, addì x di gennaio, f. no[ve]mila quarantanove s. xviii d.
x d’oro in oro larghi, che di tanti ce lo consegna per debitore Alesando Ghonddi
e compagni, battilori, della ragione vechio, avere, in questo, c. 24, sono che tanti
f. 9049 s. 18 d. 10
ce ne troviamo in drappi di più sorte, in dette mane di Simone Zati
329
330
Segue l’inventario degli arredi di casa, qui tralasciato.
ASF, Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 21 s.
222
222
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, addì xxvii di febraio, f. novecentonovantadue s. v d. – d’oro in oro larghi
sono per più drappi di seta e d’oro mandati questo [dì] in Levante a Simone di
Bartolo Zati in una chas[s]etta N. 2 e segnata #, mandata in Anchona a Tommaso
di Bartolomeo di ser Tommaso e a lui per chonsengniare a Francesco di Ruberto
degli Alb[iz]i, per chonsegniare al detto, chome apare a Vendite, segn. E, li
drappi e per che pregio si valutono [. . .] nelle Vendite nostre e per chi e di tanto
posto drappi si fanno lavorare, in questo, c. 16
E, a dì detto xxvii di marzo, f. viiii s. vi d. vii d’oro in oro larghi, sono per più
spexe fatte a la chas[s]a de’ drappi di sopra, mandati in Levante, ghabella, portto
Anchona e altre spexe, chome al Quaderno, c. –, a Uscita, c. 51, chas[s]a, c. 32
E, a dì xxvi aprile, f. dicotto d’oro larghi in oro, sono per f. 900 d’oro asichurati
noi medesimi d’Anchona a Raugia, posto Avanzi di nostra ragione, c. 33
E, addì ii di luglio, f. trentaquattro s. – d. vi d’oro in oro larghi per valuta
d’aspri 1838, per tantti fatti buoni a Simone Zati, in questo, c. 10, sono per sua
provixione d’aspri 91899 mandatone di chontanti, insino a questo dì, chome per
sua partita, sotto dì xxv di marzo passato
...
f. 992 s. 5 d. –
f.
9 s. 6 d. 7
f.
18 s. – d. –
f.
34 s. – d. 6
b) Da Costantinopoli arrivano tutti i dati relativi alle operazioni in corso e i Gondi possono
determinare il risultato finale, che è positivo331:
Mdvii
Avanzi di nostra ragione, che Idio ne chonceda, e disavanzi, che Idio ghuardi,
deono avere . . .
...
E, addì primo d’aghosto 1508, f. dumilacentoquarantatre s. vi d. v d’oro in oro
larghi, per tanti posto dare drappi in Levante in mano della buona memoria di
Simone di Bartolo Zati, in questo, c. 21, sono che tanti troviano d’utili in su detto
chonto, e quale si mettono in questo, a buon chonto, più o meno fusino
f. 2143 s. 6 d. 5
...
Doc. 82
Dopo le spedizioni del 1495 (Doc. 44) e del 1500 (Docc. 56, 57), Agnolo del Caccia,
setaiolo fiorentino, continua a esportare tessuti di seta a Costantinopoli. Il 16 luglio 1507
consegna a Santi Gambarelli, in partenza per il Levante, cinque drappi destinati al mercato
ottomano. Come sempre, una volta completate le vendite il ricavato deve essere trasferito
a Firenze oppure può essere utilizzato in parte per acquistare seta grezza a Costantinopoli332:
[16 luglio 1507]
Richordo chome oggi, questo dì xvi di luglio 1507, chol nome di Dio e di salvamento, s’è
chonsegniato qui in doana di Firenze a Santi di Giovanni Ghanbareli gl’infraschritti drappi che da piè
si dirà, e quali à a portare in Levante e finigli per danari chontanti o a baratto di seta o chome lui
331
332
ASF, Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 33 d.
Firenze, AOI, 12381, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia, c. 227 v.
223
223
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
giudicherà sia più mio utile e di poi mi deba rimetere e ritratto quanto più presto a lui sarà possibile e
per fede d’avere riceuto el sopra detto Santti e drappi che da piè si dirà, si soschriverrà qui da piè di
sua propia mano. E qua drappi son questi e prima:
Segn. 195 br. lvi ½ di domaschino tanè alla viniziana in dua tagli, coè
br. 56 ½
Segn. 194 br. lxvi ½ di raso incharnato in dua tagli, coè
br. 66 ½
Segn. 187 br. xlv 1/8 di raso nero in un taglio, coè
br. 45 1/8
Segn. 185 br. L ¾ di raso di grana bagniato di chermisi in dua tagli
br. 50 ¾
Segn. 197 br. xlvi di raso di grana bagniato di chermisi in un taglio, coè
br. 46
-------------Somma
br. 264 7/8
Doc. 83
Pochi mesi dopo, Agnolo del Caccia spedisce altri drappi a Costantinopoli. Il giorno 15
dicembre Agnolo consegna tre velluti e due rasi ad Alessandro di Niccolò Sacchetti, in
partenza per il Levante333:
[15 dicembre 1507]
Richordo chome oggi, questo dì xv di dicenbre, chol nome di Dio e di salvamento, s’è
chonsengniato qui in Firenze a Allesandro di Nicholò Sachetti gl’infrascritti drappi che a ppiè si dirà,
e quali drapi gli ò dati perché lui gli porti i Levante e gli dò chomisione gli possi finire per danari
chontanti o a baratto di setta, chome a lui giudicherà sia più mio utile, e il ritratto rimettere quanto più
presto a lui sarà possibile, e quali drapi son questi:
N. 1 Segn. 159
br. xxviiii 7/8 di veluto tanè in 2 peli
br. 29 7/8
N. 2 Segn. 159
br. xxvi ½ di veluto tanè in 2 peli
br. 26 ½
N. 3 Segn. 129
br. xxxiii di veluto nero in 2 peli
br. 33
N. 4 Segn. 207
br. xxxii ¼ di raso di grana cho bangni di chermisi
br. 32 ¼
N. 5 Segn. 207
br. xviiii ¾ di raso di grana chome di sopra
br. 19 ¾
...
Doc. 84
La compagnia di Agnolo de’ Bardi si appoggia a Costantinopoli non solo su Alessandro
Sacchetti (Doc. 74) ma anche su Giorgio Bartoli e Pier Francesco Nasi, due mercanti
fiorentini che lavorano congiuntamente nella capitale ottomana. Nella lettera che segue
Bartoli e Nasi trasmettono da Costantinopoli alla compagnia Bardi alcune notizie
interessanti. Iniziano dicendo di aver offerto alla Porta quattro pezze di seta – due
alessandrine (azzurre) e due rosse – di proprietà della compagnia Bardi. Queste sete non
sono state accettate in quanto di qualità inferiore (più bas[s]e) e la vendita non sarà facile
anche perché in quel momento ci sono molti broccati in vendita, tutti di buona qualità. Nella
parte finale della lettera, qui non pubblicata, Bartoli e Nasi invitano Agnolo de’ Bardi a non
spedire per ora altri broccati e panni di lana334:
333
Firenze, AOI, 12381, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia, c. 228 v.
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Giorgio Bartoli e Pier Francesco Nasi, in
Costantinopoli, alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 25 febbraio 1508. Di questa lettera
esiste, nella stessa filza, una copia con minime varianti.
334
224
224
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[25 febbraio 1508]
...
Quanto alli vostri brochati intendesti chome avamo portato li nostri a la Porta e fatto merchato
cho lli altri e vi si dise che faremo tutto di vedere di misurare qualche peza cho lli nostri, di che ne
portamo peze 4 – 2 alesandrine e dua rose – e non fu mai posibile potesino pasare per esere molto più
bas[s]e che li altri. Stimate che abiamo fatto il posibile. Quando ci chapiterà chosa alchuna a le mane,
faremo el nostro debito, ma qui se ne truova anchora tanta sonma de li buoni, che veramente non
sapiamo che dire.
...
Doc. 85
Sempre a Costantinopoli un secondo corrispondente dei Gondi è Tommaso d’Aiolfo.
Proprio con lui la compagnia Gondi, battilori, ha stipulato un’associazione in
partecipazione per la vendita di sete nella capitale ottomana: i Gondi partecipano per i 3/4,
Tommaso per 1/4. Nel conto che segue sono riportate le pezze spedite da Firenze335:
Mdviii
d’oro in oro larghi
Drappi di chonto nuovo in Levante in mano di Tomaso d’Aiolfo, atenente
per ¾ a nnoi e al detto Tommaso per ¼ deono dare, a dì xvii di aprille 1508, f.
novecento s. – d’oro in oro larghi, posto avere uno chonto vechio in questo, c.
57, sono che tanto stimiano a buon chonto e drappi che si trovono in mano di
detto, chome chonfesa per suo chonto sotto dì vii di febraio 1507, copiato a
Ricordanze segnate E, c. 120, e quali drappi sono questi, cioè, pichi 59 ½ tra
rasi e domaschi chon oro che si ragionono per f. 221, br. 180 tra rasi e domaschi
delle 2 chasse mandate per Giacomino, ragionate duc. 540, br. 31 d’altebaso
sanza oro f. 89 e br. 12 d’altebaso chon oro, f. 50 che in tutto fanno la detta soma
di f. 900 e tutto s’è ragionato a buon chonto, 57
E, addì vi di magio 1508, f. millesecentosesantanove s. xi d. viii d’oro in oro
larghi sono per più drappi d’oro e di seta, cioè br. 481 ¼ tra rasi e domaschi per f.
3 br. e br. 27 di brochato alesandrino per f. 4 1/8 e br. 21 ¼ d’altebaso roso per f.
5 1/3 in tutto fanno detta soma, mandati questo ddì in una chassa segnata # e N. 3
e uno chas[s]ettino segnato del medesimo e N. 4 dove è le dua peze, cioè di
brochato e d’altebaso, atestatone una pichola chas[s]ettina per seghuirne l’ordine
di Bernardo Ghonddi propio e quali si mandorono detto dì in Anchona a Tommaso
di Bartolomeo di ser Tomaso per chonsegniare a Gismondo di Filippo Capelli, ne’
quali drappi siamo chontenti participi detto Tomaso per ¼ nel modo e forma
chome per la utima mandata si dic[h]iara e tutto apare a Vendite segnate E, c. 13,
più partichularmente, e di tutto posto drappi si lavorano, c. 48
...
E, addì primo d’aghosto, f. dua s. vii d. vii d’oro in oro larghi sono per la
spexa di una pezza di raso roso d’oro di br. 15 che se li mandò sotto nome di
Bernardo Ghonddi, che atenevono a Piero e Mariotto Orlandini, co’ quali se ne
fé partito insieme chon 2 veste se n’ebe qui a Vendite, c. 62, chas[s]a, c. 78
335
f. 900 s. – d. –
f. 1669 s. 11 d. 8
f.
2 s. 7 d. 7
ASF, Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 69 s.
225
225
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
E, addì detto, f. sesantasette s. x d’oro in oro larghi sono per valuta di br. 15
di raso d’oro el quale se li mandò cho le 2 chas[s]e di sopra che erono sotto
nome del nostro Bernardo Ghonddi, che infatti atenevono a Piero e Mariotto
Orlandini e compagni, cho’ quali se n’è fatto partito, chome si vede a Vendite
segnate E, c. 15, e si ragionano quello medesimo ci furono mese in baratto di
detta seta, posto drappi, in questo, 79
...
f.
67 s. 10 d. –
Doc. 86
Un anno dopo le ultime spedizioni (Docc. 82, 83), Agnolo del Caccia, setaiolo, invia
nel 1508 due casse di drappi ad Alessandro Sacchetti a Pera. Quest’ultimo dovrà poi
venderle in contanti o prendere seta grezza in cambio.
a) Agnolo del Caccia descrive con molti dettagli le sete, che viaggeranno insieme ai panni
di lana della compagnia di Giovanni Lapi336:
[1° settembre 1508]
Una mandata di drappi de’ dare, per questi drappi qui a ppiè mandati a Lesandro Sachetti [. . .]
Levante questo dì primo di settenbre, in due chassette leghate cho l’oncierato o chanovaccio segnato
cho l’avante segno e messe in due balle di panni di Govanni Lapi e compagni, lanaiuoli, e prima:
br. xlvii 2/3 di raso giallo limone
br. 47. 13. 4
f. 47
lb. 4. 13. 4
br. xxxiiii ½ di domaschino nero alla luchese
br. 34. 10. –
f. 34
lb. 3. 10. –
br. xlvii di raso alesandrino
br. 47. –. –
f. 47
lb. –. –. –
br. xl ¼ di raso di grana
br. 40. 5. –
f. 40
lb. 1. 15. –
br. L 7/8 di raso allesandrino
br. 50. 17. 6
f. 50
lb. 6. 2. –
br. xxix di domaschino tanè a la viniziana
br. 29. –. –
f. 29
lb. –. –. –
br. xxix ½ di raso incharnato
br. 29. 10. –
f. 29
lb. 3. 10. –
br. xxxiii ½ di domaschino nero alla luchese
br. 33. 10. –
f. 33
lb. 3. 10. –
br. xxix 1/8 di domaschino tanè alla veneziana
br. 29. 2. 6
f. 29
lb. –. 17. –
br. xxxiii ¼ di raso roso di grana
br. 33. 5. –
f. 33
lb. 8. 6. –
br. xxix 7/8 di domaschino tanè alla luchese
br. 29. 17. 6
f. 29
lb. 6. 2. –
br. xxix 1/4 di raso roso di grana
br. 29. 5. –
f. 30
lb. –. –. –
br. xxxi 1/8 di raso roso di grana
br. 31. 2. 6
f. 32
lb. 1. 13. –
br. xxxiii ½ di raso roso di grana
br. 33. 10. –
f. 34
lb. 4. 15. –
------------------------------------br. 498. 8. 4
f. 496
lb. 44. 13. 4
b) A Costantinopoli Alessandro Sacchetti ha venduto parte delle sete e ha informato Agnolo
del Caccia, a Firenze, che ne ha preso nota337:
336
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 3 r. I
drappi sono preceduti da una numerazione progressiva, da 1 a 14, qui eliminata. A c. 210 r. vi è un
altro riferimento a questa operazione, ma nel descrivere le sete il contabile commette un errore e le
sete “alla luchese” diventano “alla franzese”.
337
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 9 r.
226
226
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mdviii
Alesandro di Nicholo Sachetti de’ dare aspri dccclii, sono per valuta di
pichi xii di domaschino tanè finito di nostro in Pera, per lui a una mandata,
chome apare in questo, c. 8
E de’ dare aspri dcl, sono per pichi x di raso alexandrino finito di nostro,
per lui alla detta
E de’ dare aspri cxxxx, sono per pichi ii di domaschino tanè finito di
nostro, per lui alla detta
E de’ dare aspri cxl, sono per pichi ii di domaschino tanè finito di
nostro, per lui alla detta
E de’ dare, addì iiii di magio, aspri dccxxxv, sono per pichi x ½ di raso
giallo finito di nostro, per lui alla detta
E, a dì v detto, aspri dcccxl, sono per pichi xii di domaschino tanè alla
veneziana, finito di nostro, per lui alla detta, in questo, c. 8
aspri 852
f. 15. 14. –
aspri 650
f. 10. 16. 6
aspri 140
f. 2. 14. –
aspri 140
f. 2. 14. –
aspri 735
f. 14. 13. –
aspri 840 f. 15. 12. –
----------------------------aspri 3357 f. 62. 3. 6
Doc. 87
Negli anni 1508-1510 i Serristori spediscono drappi a un nuovo corrispondente a
Costantinopoli – Lodovico Cavalcanti – con l’incarico di venderli. Non si conosce l’esito
di questi investimenti, in quanto il conto chiude con un rinvio al mastro successivo, andato
perduto. Limitiamo le trascrizioni a quei casi nei quali le sete inviate sono puntualmente
descritte; il totale finale del conto include come sempre tutte le voci338:
Mdviii
Drappi mandati in Pera a Lodovicho Chavalchantti per nostro conto dehonno
dare, addì xxi di giugnio, f. dxliii s. xvi d. 1 larghi di grossi, sono per la monta di
più drappi mandatoli in ii chassetine per Alfonsso Boni, chom’apar a Ricordanze,
c. 173, posto drappi di nostro conto avere, in questo, c. 246
...
E, addì xviii d’aghosto, f. cinquantahotto s. viii larghi di grossi sono per la
monta di br. 30 ¼ di velluto di grana in 2 peli per f. ii s. vi d. iiii di sugello braccio,
chomperato da Piero e Mariotto Horlandini e compagni, chom’apar a Ricordanze,
c. 177, posto avere, in questo, c. 300
E, addì ditto, f. cienttodiciaxette s. uno d. iii larghi di grossi sono per la monta
di br. 61 ¾ di velluto di grana in 2 peli per f. 2.5.6 di sugello braccio, chonperati
chom’apar a Ricordanze, c. 177, da rede d’Antonio del Giochonddo, posti avere,
in questo, c. 302
E, addì viiii di septembre, f. cienttodiciotto s. vii d. 1 larghi di grossi, xono per
la monta di br. 61 ¾ di velluto di grana in ii peli per f. ii s. vi di sugello braccio,
chonperati chom’apar a Ricordanze, c. 180, da Lorenzo Soderini e Lionarddo Dati
e compagni, posti avere, in questo, c. 164
f. 543 s. 16 d. 1
f. 58 s. 8 d. –
f. 117 s. 1 d. 3
f. 118 s. 7 d. 1
338
ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c.
295 s. e d.
227
227
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
E, addì detto, f. lxi s. ii d. viiii larghi di grossi, xono per la monta di br. xxxii
1/iiii di velluto di grana in 2 peli per f. ii s. v d. vi di sugello braccio, chom’apar a
Ricordanze, c. 181, chonperati da rede d’Antonio del Giochonddo e compagni,
posto avere, in questo, c. 302
E, addì xi detto, f. cccii s. vii d. ii larghi di grossi xono per la monta di br. clv
1/ii di velluto di grana in 2 peli per f. ii 1/iii di sugello braccio, chom’apar a
Ricordanze, c. 181, chonperati da Tommaso e Giovan Battista Xoderini e
compagni, posto avere, in questo, c. 17
E, addì xii detto, f. xxvi s. x d. x larghi di grossi sono per la monta di br. xiii
iii/iiii di velluto di grana per f. ii s. vi d. iiii larghi di grossi braccio, chomperati da
Piero e Mario Horlandini e compagni, chom’apar a Ricordanze, c. 181, posto
avere, in questo, c. 300
E, addì xiii detto, f. cinquanta larghi di grossi xono per la monta di br. xxvi ii/iii
di velluto di grana per f. ii 1/iiii di sugello braccio, chonperato da rede di Batista
Veneri, chom’apar a Ricordanze, c. 181, posto avere, in questo, c. 197
E, addì detto, f. cienttoxettanttadua s. uno d. vii larghi di grossi, xono per la
monta di vii veste ½ di velluti e rasi chonperati da nnoi medesimi per questo
chontto, chom’apar a Ricordanze, c. 181, posto drappi di nostro chonto avere, in
questo, c. 246
E, addì xiii di novenbre, f. cinquanttahotto s. viii larghi di grossi xono per la
monta di br. 30 ¼ di velluto di grana chonperato da Piero e Mariotto Horlandini e
compagni per f. ii s. vi d. iiii di sugello braccio, per tenppo dell’anno, paghati di
poi hongni mexe el ¼, posto avere, in questo, c. 300
E, addì detto, f. cinquantahotto s. viiii d. ii larghi di grossi, xono per la monta
di br. 30 ½ di velluto di grana chonperato per questo chonto da Bernarddo Boni e
compagni per f. 2.5.6 di sugello braccio per tenppo dell’anno, paghati di poi hongni
mexe el 1/6, posto avere, in questo, c. 317
...
E, addì detto [14 marzo 1509], f. cientto septanttadua larghi di grossi, sono per
la monta di br. xliii 1/iii di brochato di grana d’oro alluciolato e a paghamento per
br. xliii per f. iiii di grossi braccio e mandato chon li drappi di sopra in una chassa
a chondotta di Zanobi de’ Medici, el quale drappo ci rimandò da Lione Lodovicho
Chavalchantti, posto drappi mandati a Lione per nostro chonto, dare (sic), in
questo, c. 265
...
E dehonno dare, a dì xi di luglio, f. dugientoquarantacinque s. iii d. iiii larghi
di grossi, sono per la monta di 5 pezze di rasi d’oro chonperati da nnoi medesimi
per questo conto e mandatogli in una chassepta segnata di nostro segno e N. 1 a
chondotta di Raffaello Xachetti, chom’apar a Ricordanze, c. 218, posto drappi di
nostro chonto, avere, c. 318
E, addì xxi detto, f. cientonavanta s. viii larghi di grossi sono per la monta di
iiii pezze di domasco d’oro chonperate da nnoi medesimi per questo conto e
mandatogli insieme chon altri drappi in una chas[s]epta segnata di nostro segno e
N. 1 per mani di Raffello Sachetti, chom’apar a Ricordanze, c. 219, posto drappi,
avere, in questo, c. 318
...
E, sino addì xxviii di septenbre, f. hottocientoundici s. xii larghi di grossi
sono per la monta di xiiii pezze di domaschi d’oro e una pezza di raxo di grana
d’oro, chonperati da nnoi medesimi per questo conto e mandati in Levante a ditto
228
228
f. 61 s. 2 d. 9
f. 302 s. 7 d. 2
f. 26 s. 10 d. 10
f. 50 s. – d. –
f. 172 s. 1 d. 7
f.
58 s. 8 d. –
f.
58 s. 9 d. 2
f. 172 s. – d. –
f. 245 s. 3 d. 4
f. 190 s. 8 d. –
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Lodovico insieme chon altri drappi in una chas[s]epta segnata di nostro segno e N.
1, per mani di Leonardo Berti, chom’apar a Ricordanze, c. 224, posto drappi di
nostro chonto avere, in questo, c. 318
E, addì xii di novenbre, f. trecientotrenta s. xii di grossi xono per la monta di v
pezze di domasco d’oro e una di raxo d’oro a roxette, chonperati da nnoi medesimi
per questo conto e mandato in Levante a detto Lodovico in uno chas[s]etina
segnata di nostro segno e N. 1, atestata chor una altra chas[s]etta in sull’amagliatta
d’Aghostino Dini e compagni per mani di Gismonddo Chapegli, chom’apar a
Ricordanze, c. 229, posto drappi avere, c. 318
...
E deono dare [1512] f. cientohottantaquatro s. iiii d. viiii larghi di grossi, sono
per la monta di 4 tagli di domaschi larghi mandati in Pera a Lodovico Chavalchanti
per questo chonto, sino addì 5 di giugno 1510, per Giovan Batista Dazzi,
chom’apare a Ricordanze, c. 254, posto drappi di nostro conto, avere, 419
E deono dare [1512] f. quarantotto s. xi d. iii larghi di grossi, sono per valuta
di br. 13 7/8 di raso di grana d’oro in 4 griccie per f. 3 ½ larghi di grossi braccio,
mandato in Pera a detto Lodovico per nostro chonto, sino addì 5 di giugno 1510,
per Giovan Batista Dazzi, chom’apare a Ricordanze, c. 254, posto drappi di nostro
conto, avere, c. 419
f. 811 s. 12 d. –
f. 330 s. 12 d. –
f. 184 s. 4 d. 9
f. 48 s. 11 d. 3
-------------------4686.
2. 3
Doc. 88
La documentazione dei Serristori, battilori, a noi pervenuta si interrompe con il mastro
E, relativo agli anni 1509-1510, a parte alcune registrazioni posteriori. I Serristori attuano
ora una semplice associazione in partecipazione al 50% con Tommaso d’Aiolfo, da anni il
corrispondente di fiducia (Docc. 51-53). Destinatario delle sete è sempre Lodovico
Cavalcanti e, come già si era verificato nella precedente operazione (Doc. 87), non si
conosce il risultato finale a causa della perdita del mastro successivo339:
Mdviiii
Drappi mandati in Pera al nostro Lodovicho Chavalcanti per a comune chon
Tomaxo d’Aiolfo e noi per ½ dehonno dare, addì xxi di luglio, f. quatrociento
quarantasepte s. x larghi di grossi, sono per la monta di vi tagli di brochati
chonperati per questo chontto da nnoi medesimi per tenppo dell’anno, paghati
in uno paghamento, chom’apar a Ricordanze, c. 219, posto drappi di nostro
conto, c. 318
f. 447 s. 10 d. –
E, addì xxviii di septenbre, f. trecientoxedici larghi di grossi, sono per la
monta di v tagli di brochati chonperati per questo chonto da nnoi medesimi e
mandati a ditto Lodovico in una chassetta insieme chon altri nostri drappi,
segnata di nostro segno e N. 1, per mani di Leonardo Berti, per tenppo dell’anno
paxato, in uno paghamento, chom’apar a Ricordanze, a c. 224, posto drappi di
f. 316 s. – d. –
nostro conto, c. 318
339
ASF, Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori, c.
359 s.
229
229
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
E deono dare f. sessantasei larghi di grossi, sono per valuta di br. 16 ½ di
brocchato di grana d’oro per f. 4 larghi di grossi braccio, mandato in Pera a
Lodovico Chavalchanti per questo conto sino addì 5 di giugno 1510 per mano di
Giovan Batista Dazzi, chom’apare a Ricordanze, c. 254, posto drappi fatti in
bottegha avere, in questo, c. 419
f. 66 s. – d. –
-------------------829. 10. –
Doc. 89
Dopo alcuni anni (Doc. 74), Alessandro Sacchetti da Costantinopoli nel 1508-1509
scrive di nuovo alla compagnia di Agnolo de’ Bardi in Firenze.
a) Il 2 settembre 1508 Sacchetti informa la compagnia Bardi della recente vendita di
broccati rossi a bastone di proprietà di Francesco Zati. La Porta ne ha infatti acquistati 303
picchi al prezzo di 250 aspri il picco: un prezzo che Sacchetti giudica piuttosto basso. Altri
tessuti, di proprietà della compagnia Bardi, sono rimasti invenduti340:
[2 settembre 1508]
...
Addì xxviiii del paxato s’è fatto bazaro per Framcesco Zati alla Porta di pichi 303 di brochati
rossi a bastone, una chosa bella, per aspri 250 il picco, ch’è suto uno basso prego. Àcci dato una ghran
nnoia per chonto de’ vostri avere fatti tali pregi, che sono richonfitti nell’armario per uno pezo. Iddio
ne mandi ventura. Farassi il possibile e vi si dirà.
...
b) Il 25 ottobre 1508 Alessandro Sacchetti comunica alla compagnia Bardi di avere in
corso con la Porta la vendita di molti broccati appartenenti alla stessa compagnia Bardi.
Sacchetti si augura che la trattativa vada a buon fine, perché quelle sete non hanno
mercato altrove341:
[25 ottobre 1508]
...
Quanto a’ vostri brochati protati noi per anchora nulla non s’è fatto: sono chose che bisognia
aspettar lor tenpo e massimo al presente delle chose basse non c’ànno chondizione alchuna, tutavolta
si farà il possibile e siate certi che assai disidero di fare per voi quanto se per me propio facessi e più,
se più è possibile, e assai mi duole non sieno le chose vostre al proposito, che se fussino vedresti
chome vi serviremo. E dDio in tutto mandi del suo aiuto, che quando loro ventura verrà non resteremo
indrieto.
...
E s’atende di fare bazaro a la Prota (sic) di panni e chosì e brochati, il che ci sono drieto per vostro
chonto e di g[i]à ò promesso a 4 presone ducati 200 d’oro se mi fanno misurare tutto o buona parte di
vostri brochati, il che è facil chosa abi efetto, e se per questa via non se ne viene a fine, dormiranno
340
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 2 settembre 1508.
341
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 25 ottobre 1508.
230
230
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
uno pezo perché è merchanzia nonne per avere l’esito altrove che quivi e se non ce ne fussi tanta
quanta n’ànno, vi direi al fermo aranno fine a questa volta, ma siate certi per noi nonn mancharà di
fare il possibile. Che dDio di buono mandi e del seghuito vi si dirà.
...
c) In una successiva lettera datata 8 dicembre 1508 Alessandro Sacchetti fornisce alla
compagnia Bardi altre notizie relative alle vendite: 21 picchi di broccato sono stati ceduti
ad aspri 140 il picco (un prezzo molto modesto), 80 picchi di alessandrini ad aspri 250 il
picco, mentre per i domaschini d’oro la trattativa è ancora in corso342:
[8 dicembre 1508]
...
Vegiamo quel dite quanto a’ pichi 21 del brochatto finito per aspri 140 il pico ve par basso preggo
...
...
E chossì se n’è mixuratto circha di pichi 80 de li alexandrini per aspri 250 il picco e questo s’è
fatto perché Tomaxo li mixurò cho buonni e richi, che si sono finitti al maximo prezo . . .
...
Quantto a’ domaschini d’oro portamo noi no se n’è finitto chossa alchuna e sonno di qualittà ne
sapette e no sonno puntto al propoxitto. E questi anche ànno bixogno d’aiutto e no mancho degli altri
e per talle chontto mi sonno cho[n]venutto chon Tomaxo d’Aiolfo me n’abi a dare del picho aspri 90
netti d’ogni spessa di quella parte finissi . . .
d) Il 15 dicembre Alessandro Sacchetti informa la compagnia Bardi di aver venduto tutti i
suoi damaschi al prezzo di aspri 90 il picco. Rimane ancora una parte dei broccati ma
Sacchetti si dichiara ottimista343:
[15 dicembre 1508]
...
E xi dette fine, chol nome d’Iddio, di poi addì xii detto, a tutti e vostri domaschi chon andari d’oro
portamo noi che, chome per la chopia xi fa menzione, ci àn[n]o a esere paghati a aspri 90 el picho,
netti d’ogni xpexa, che xiano cierti n’avere avuto buono merchato che abbino avuto fine e xiate cierti
che Tomaxo à fatto più per xervircci che per utile v’abbi visto e stimo a le spexe v’aranno suso, pocho
bene ne farà, nondimeno tutto s’è fatto per vostro bene e utile, che è suta grandixxima ventura. Iddio
lodato.
Per anchora del resto de’ brochati altro non x’è di poi fatto, ma abiamo buone promexxe. Che
Iddio ne mandi ventura, che per noi nulla no ne resterà a fare e per questo resto non xi ghuarderà in
qualche choxa di pregio pur gli poxiamo finire, perché tuttavia vanno pegiorando quanto più stanno.
E del xeghuito vi xi dirà.
...
e) Le previsioni del Sacchetti questa volta non si avverano. Nei primi mesi del 1509 egli
scrive più volte alla compagnia Bardi ma il contenuto delle lettere è sempre lo stesso:
bisogna aspettare che la Porta si decida a comperare broccati. Nella lettera che segue,
342
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 8 dicembre 1508.
343
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 15 dicembre 1508.
231
231
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
datata 15 marzo 1509, Sacchetti ricorda inoltre che i broccati invenduti non sono di alta
qualità e la vendita non sarà facile344:
[15 marzo 1509]
...
De’ vostri brochati ci resta non xe n’à fatto altro perché bixognia axpettare el tenpo che la Porta
pigli brochati e vedere drieto a’ buoni se se ne potexxe mandare qualche pezza, che invero sono una
trista choxa.
...
f) In aprile la situazione non cambia. In maggio finalmente una buona notizia: Alessandro
Sacchetti ha venduto 14 picchi di broccato verde al capitano di Gallipoli per aspri 155 il
picco e subito scrive alla compagnia Bardi. La vendita è stata conclusa anche se – aggiunge
Sacchetti – il compratore non ha ancora versato il denaro345:
[7 maggio 1509]
...
Alxì s’è finito a [M]achomatto, chapitano di Ghalipoli, picchi xiiii di brochato verdde per aspri
155 picco e per anchora non xe n’è avuto gli aspri, e questo è quanto s’è finito di vostro inxino a
questo dì.
...
Doc. 90
A fianco dei Salviati del banco, anche i Salviati, lanaioli, esportano drappi nell’Impero
ottomano. Negli anni 1508-1509 la compagnia di Averardo e Iacopo Salviati, con bottega
di arte della lana in San Martino, organizza alcune spedizioni di sete in Levante. Si tratta di
un’iniziativa esclusiva dei Salviati; il corrispondente a Costantinopoli è Antonio Miniati,
che però muore nel corso dell’operazione e a lui subentrano Ludovico Cavalcanti e
Girolamo da Sommaia.
I Salviati, lanaioli, a partire dal 1508 effettuano sette acquisti di drappi per complessive
br. 1278 ¾ (ca. m. 745), che tra primo costo e oneri accessori (sostenuti in Italia)
determinano un investimento di f. 1930.12.0 d’oro larghi di grossi346. L’operazione si
conclude nel 1511 con una perdita di f. 84.5.9.
a) Il primo acquisto è datato 15 settembre 1508 e consiste in due pezze molto costose,
fornite da una compagnia di lanaioli in cambio di grana. Entrambe sono accuratamente
descritte nel conto Drappi, la cui intestazione offre un quadro perfetto dell’iniziativa
intrapresa dai Salviati347:
344
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 15 marzo 1509.
345
Firenze, Archivio Guicciardini, Filza XLIX, Lettera di Alessandro Sacchetti, in Costantinopoli,
alla compagnia di Agnolo de’ Bardi, in Firenze, 7 maggio 1509.
346
Anche se in maniera non sempre dettagliata, gli oneri accessori (trasporto, assicurazione, ecc.)
sono registrati nel conto Drappi e portano a quel totale di f. 1930. 12 larghi di grossi sopra
menzionato.
347
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 427, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 190 s.
232
232
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mdviii
Drappi di seta e dd’oro di più sorte di nostro chonto proprio mandati in
Levante e addiritti a Antonio Miniati deono dare, addì xv di settembre, f.
centocinquanta larghi di grossi sono per la monta di br. xv d’altebasso
brochato di grana a f. cinque s. x larghi di grossi braccio e br. xv di velluto
br. 30
brochato di grana a f. quattro s. x larghi di grossi braccio aùti per detti
pregi, parte a baratto di grana e parte per tempo dell’anno, chome a libro
Ricordanze, c. 135, da Antonio di Bernardo Martellini e compagni,
lanaioli, a lloro, avere, in questo, c. 168
f. 150 s. – d. –
...
b) Nello stesso mese di settembre iniziano gli acquisti presso il setificio dei Salviati. Il 16
settembre i Salviati lanaioli prendono nota di una importante compera di 21 drappi, tra i
quali due damaschi alla veneziana348:
A dì xvi detto [settembre 1508]
Iachopo di Govanni Salviati e compagni, settaioli, deono avere, addì detto, per
questi a ppiè aùti da loro per tenpo dell’anno e di poi hogni mese el 1/6 e quali
drappi togliemo per mandare in lLevante:
br. 33 di velluto paghonazzo di grana in duo peli
br. 29 ¾ di velluto nero in duo peli
br. 31 di velluto verde in duo peli
Sommano le pezze 3 di velluti br. 93 ¾ che a f. uno s. xv larghi di grossi braccio
montono in tutto
f. 164 s. 1 d. 3
br. 27 di raso dorè
br. 14 ½ di domasco di grana
br. 14 ¾ di domasco verde
br. 39 ½ di raso nero
br. 26 ½ di raso alessandrino
br. 29 ½ di domasco pagonazzo di grana
br. 39 di domasco tanè alla veneziana
br. 14 di raso gallo
br. 14 di raso verde ½ cholore
br. 14 di raso gallo
br. 14 di raso gallo simile
br. 14 di raso dorè
br. 28 di raso alessandrino
br. 28 ¼ di raso tanè
br. 14 di raso verde
br. 28 di raso dorè
br. 14 di domasco sbiadato alla veneziana
br. 14 di raso sbiadato
348
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, c. 136 d.
233
233
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Sommono in tutto tagli 18 fra rasi e domaschi e ssono br. 387, chome di sopra
si vede, che a f. uno s. iii larghi di grossi braccio l’uno per l’altro montono in tutto
f. 445.1.– larghi di grossi
f. 445 s. 1. –
-------------------f. 609.
2. 3
c) Agli inizi del 1509 i Salviati, lanaioli, acquistano dai Salviati, setaioli, altre 14 pezze tra
velluti, rasi e damaschi349:
Addì viiii di gennaio [1509]
Iachopo di Govanni Salviati e chompagni, settaioli, deono avere, addì detto,
per questi drappi a ppiè aùti da lloro per tempo dell’anno e di poi ogni mese el 1/6
e quali togliemo per mandare in lLevante:
br. 28 ½ di velluto di grana in duo peli
br. 32 di velluto di grana simile
Sono in tutto br. 60 ½ di velluti di grana a f. uno s. xviii larghi di grossi,
montono f. 114.19.– larghi di grossi
br. 28 ¼ di velluto tanè in duo peli
br. 34 ½ di velluto nero simile
Sono in tutto br. 62 ¾ di velluti che a f. uno s. xv larghi di grossi braccio
montono f. 109.16.3
br. 29 ½ di domasco verde alla viniziana
br. 28 di domasco verde bruno simile
br. 14 di domasco pagonazzo di grana simile
br. 53 ½ di raso alessandrino spagnolo
br. 42 ¼ di raso nero simile
br. 27 di raso sbiadato simile
br. 42 ¼ di raso pagonazzo di grana simile
br. 43 ¼ di raso verde
br. 13 di raso alesandrino
br. 30 di raso sbiadato
Sono in tutto questi x chapi di rasi e domaschi br. 322 ¾ che a f. uno s. ii d. vi
larghi di grossi braccio l’uno per l’altro montono in tutto f. 363.1.10 larghi di
grossi
larghi
f. 114 s. 19. –
f. 109 s. 16. 3
f. 363 s. 1. 10
-------------------f. 587 s. 17. 1
d) In marzo i Salviati, setaioli, consegnano due drappi molto costosi350:
[16 marzo 1509]
Fare debitore drappi di nostro chomto in lLevante i[n] mano d’Antonio Miniati
e chreditore Iacopo Salviati e compagni, setaioli, per tenpo dell’anno e ddi poi ogni
349
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, c. 142 v.
350
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, c. 149 v.
234
234
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
mese el 1/6 di f. centoquarantotto s. xii d. vi larghi di grossi e ssono per dua tagli
di drappi, coè br. xiiii ¾ d’altebasso di grana chon andare d’oro a f. cinque s. x
larghi di grossi braccio e br. xv di velluto di grana chon andari d’oro a f. quattro s.
x larghi di grossi braccio aùti da lloro sino addì 16 detto e mandati questo dì in
lLevante a ddetto Antonio e per mano d’Orlando Boscholi
f. 148 s. 12. 6
...
e) In luglio i Salviati, setaioli, forniscono solo tre pezze351:
[10 luglio 1509]
Fare debitore drapi di nostro chonto in Levante e chreditore Iacopo Salviati e
compagni, settaioli, di questi drapi a piè aùti da loro per tenpo dell’anno e di poi
ogni mese el 1/6, mandati questo dì a Antonio Miniati:
br. 41 ½ di domasco tanè a la veneziana
br. 36 ¾ di raso tanè
br. 12 di raso biancho
In tutto br. 90 ¼ a f. uno s. ii d. vi larghi di grossi montano in tutto f. 101.10.8 f. 101 s. 10. 8
f) Il 6 agosto i Salviati, lanaioli, acquistano presso una compagnia di tintori una pezza di
velluto in due peli352:
Addì vi d’agosto [1509]
Filippo di Tomaso Panichi e compagni, tintori, deono avere per questo drappo
a ppiè aùto da loro per tempo dell’anno e di poi 1/6, quale togliemo da loro per
mandare in Levante per nostro conto Antonio Miniati:
br. 27 di veluto tanè in 2 peli per f. uno s. xv larghi di grossi braccio, monta
f.
47 s. 5. –
g) Lo stesso giorno il setificio dei Salviati fornisce sette pezze tra damaschi, rasi e velluti353:
Mdviiii
Iachopo di Giovanni Salviati e chompagni, setaiuoli, deono avere, addì vi
d’agosto, per questi drappi a ppiè aùti da loro per tempo dell’anno e quali togliemo
per mandare in Levante Antonio Miniati per nostro conto:
br. 13 ¼ di domasco biancho opera largha
br. 22 di domasco gallo alla viniziana
br. 13 ¼ di domasco tanè
br. 41 di raso gallo
br. 26 ½ di raso tanè
larghi
351
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, c. 161 r.
352
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, c. 163 v.
353
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, c. 164 r.
235
235
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Sommono tutti e sopra detti rasi e domaschi braccia cxvi che a f. uno s. ii d. vi
larghi di grossi montono
f. 130 s. 10.
–
br. 36 1/3 di veluto verde per f. uno s. xv larghi di grossi braccio monta
f. 63 s. 11 d. 8
br. 22 ¾ di veluto tanè in 2 peli per f. uno s. xv larghi braccio monta
f. 39 s. 16 d. 3
-------------------f. 233. 17. 11
h) Completati gli acquisti, i Salviati, lanaioli, hanno provveduto a spedire i drappi a Pera,
sfruttando a volte alcune occasioni favorevoli. La documentazione non è sempre dettagliata,
ma è certo il porto di imbarco: Ancona. Attraversato l’Adriatico, da Ragusa i drappi hanno
proseguito via terra alla volta di Costantinopoli. Come spesso accadeva, si tendeva ad
affidare le casse a persone conosciute: i drappi acquistati in settembre sono partiti sotto la
guida dello stesso Antonio Miniati; le sete comperate in gennaio 1509 sono state
accomandate a Giovan Battista Buonaparte, mentre le due pezze acquistate in marzo hanno
lasciato Firenze insieme a Orlando Boscoli. Per le ultime compere (luglio e agosto 1509) è
stato possibile beneficiare di occasioni particolari. Le pezze infatti erano poche e i Salviati
hanno imballato in una cassa dei Gondi i rasi e i damaschi acquistati in luglio; qualcosa di
simile è accaduto per le sete comperate in agosto, che i Salviati hanno affidato ad altri
mercanti, contribuendo a 1/3 delle spese354.
I drappi sono arrivati felicemente a destinazione e Antonio Miniati ha iniziato a
curarne la vendita, sia a Costantinopoli che ad Adrianopoli, ma non ha avuto modo di
trasmettere a Firenze il resoconto del suo operato poiché è deceduto. Al suo posto sono
allora intervenuti, in veste di procuratori, Ludovico Cavalcanti e Girolamo da Sommaia,
i quali in poco più di un anno hanno compilato e inviato a Firenze tre estratti-conto di
netto ricavo.
Il primo estratto-conto reca la data 15 settembre 1509 e la firma dei nuovi
procuratori; elenca 44 vendite e una clientela eterogenea, con numerosi mercanti ebrei
e turchi, spesso anonimi, che hanno acquistato tagli molto ridotti di sete. Sempre
presenti sono alcuni operatori fiorentini, tra i quali Agostino de’ Pilli, Zanobi de’
Medici e lo stesso Antonio Miniati, che il 12 agosto 1509, poco prima di morire, ha
comperato picchi 1 ½ di velluto nero per farsi un paio di maniche. Questa volta, invece,
la Porta non ha effettuato acquisti. Il ricavo netto è stato pari ad aspri 30522, equivalenti
a f. 672.12 larghi di grossi355.
Ludovico Cavalcanti e Girolamo da Sommaia portarono avanti il loro compito e il 20
maggio 1510 compilarono un secondo estratto-conto: le vendite furono 40 e il ricavo netto
ammontò ad aspri 46237, equivalenti a f. 1018.18.9 larghi di grossi. Sempre numerose le
compere da parte di mercanti ebrei e turchi; la Corte invece acquistò poche pezze, tra le
quali un velluto in cattive condizioni (guasto) che Tommaso d’Aiolfo, artefice della
vendita, cedette con uno sconto del 9,5%, come risulta da un’altra parte del documento qui
non pubblicata356:
354
I dati essenziali sono riportati nello stesso conto Drappi del mastro (Pisa, SNS, Salviati, Classe I,
427, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni, lanaioli,
c. 190 s.) e negli estratti-conto citati nelle note che seguono.
355
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, cc. 173 r. e v., 174 r.
356
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, cc. 194 r. e v., 195 r.
236
236
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[20 maggio 1510]
...
A la Porta di questo Signore, in Andrinopoli e per mano e nnome di Tomaxo d’Aiolfo:
picchi 14 ¼ di velluto tanè ghuasto
picchi 27 di simile
In tutto per picchi 37 2/5 per aspri 120 picco, monta
aspri 4488
picchi 36 3/8 di raso limoni per aspri 70 picco, monta
aspri 2545
picchi 20 ¼ di velluto tanè per aspri 120 picco, monta
aspri 2430
...
i) L’operazione è ormai conclusa e termina con il rientro dei due procuratori a Firenze. Il
terzo e ultimo estratto-conto reca infatti la firma Ludovico Chavalcanti e Gerolamo da
Sommaia in Firenze, addì xv di gennaio 1510 [=1511] e i Salviati, lanaioli, lo hanno copiato
nelle loro Ricordanze il giorno successivo357. Le vendite sono state solo 13 e il ricavo netto
è stato pari ad aspri 5208, equivalenti a f. 114.14.6 larghi di grossi: una cifra, come si vede,
assai modesta. Rispetto ai due precedenti estratti-conti si nota ora un piccolo cambiamento
nell’ammontare della provvigione spettante ai corrispondenti, che dall’abituale 2% è salita
al 4%, causando così un nuovo onere di f. 23.1.8.
A questo punto i Salviati, lanaioli, possono chiudere i conti. Considerato il costo dei
drappi (f. 1930.12.0), preso atto dell’ammontare dei tre ricavi netti, dell’aumentata
provvigione e di una pezza di velluto valutata f. 60 lasciata a Pera nelle mani di Antonio
Ridolfi, i Salviati determinano il risultato finale, che è negativo (f. 84 s. 5 d. 9) e saldano il
conto Drappi con la seguente registrazione358:
Drappi di chontro deono avere . . .
...
E deono avere, addì detto [9 aprile 1511] f. hottantaquattro s. v d. viiii larghi di
grossi che ttanti se ne perde a questo chonto e ffassene debitori disavanzi di
Levante, in questo, 205
...
f. 84 s. 5 d. 9
Doc. 91
Accanto a Simone Zati e Tommaso d’Aiolfo, Antonio di Iacopo Miniati è il terzo
corrispondente a Costantinopoli della compagnia di Alessandro e Bernardo Gondi, battilori
in Firenze. Nel conto che segue i Gondi prendono nota delle sete che Antonio Miniati ha
venduto nella capitale ottomana359:
357
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni
Salviati e compagni, lanaioli, c. 291 r.
358
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 427, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno e Iacopo di
Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 230 d. Sempre con riferimento al commercio con il Levante,
chiusero invece in attivo gli investimenti nei settori delle cuoia, dei panni, dei ciambellotti e della seta
grezza.
359
ASF, Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 105
s.; per una tabella riepilogativa delle importazioni ed esportazioni attuate da questa compagnia negli
anni 1510-1513 si veda A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., p. 1000.
237
237
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mdviiii
d’oro in oro
larghi
Drapi di nostra ragione in mani d’Antonio di Iacopo Miniati, abitante in Pera,
deono dare . . .
...
E, addì vi d’aghosto [1509], f. otocentoquarantatre s. xii d. vi d’oro in oro,
levato da Vendite, segn. E, c. 23, sono per più rasi e domaschi d’oro e più brochati
di pelo e veluti chon oro, tutti per i pregi che a ese Vendite si vede, e sono tutti
drappi richi, sopramano e di tanto posto drappi si lavorono, in questo, 109
f. 843 s. 12 d. 6
...
Doc. 92
I libri contabili di una compagnia di lanaioli consentono di ricostruire una complessa
operazione riguardante panni di lana fiorentini, seta grezza persiana e alla fine drappi di
seta fiorentini venduti nell’Impero ottomano. Piero Venturi e compagni, lanaioli a Firenze,
producono ed esportano molti panni di lana in Levante. In cambio importano spesso seta
grezza persiana, che vendono a setaioli fiorentini. Nel caso in esame i Venturi, lanaioli,
hanno ceduto a Cristofano Brandolini e compagni, setaioli, seta grezza in cambio di quattro
tessuti di seta. I Venturi esportano poi i quattro tessuti in Levante; la maggior parte è
venduta allo stesso sultano Selim I.
a) I Venturi prendono nota delle sete che ricevono dai Brandolini. Si tratta di due rasi e due
broccati, tutti con andari d’oro360:
[1510]
Da Christofano di Guliano Brandolini e compagni, settaioli, deono avere, addì
x d’aprile, per questi drapi chon a[n]dari d’oro autti da lloro per f. tre s. x d’oro in
oro braccio e da lloro a rinchontto setta legi per f. tre di suggello libbra, chome di
sopra si vede, mezano Andrea d’Angiollo, qui a piè:
br. xxvii 1/iiii di raxo roxo chon a[n]dari d’oro per f. tre s. x d’oro in oro e braccio,
monta
f. 95. 7. 6
br. xiii 1/iii di raxo tanè chon a[n]dari d’oro per f. tre s. x d’oro in oro braccio, monta f. 46. 13. 4
br. xxvi 1/iiii di domascho roxo chon a[n]d[a]ri d’oro per f. tre s. x d’oro braccio, monta f. 91. 17. 6
br. xiii 1/iiii di domascho alesandrino chon a[n]d[a]ri d’oro per f. tre s. x d’oro
braccio, monta
f. 46. 12. 6
--------------------------------br. lxxx1/12
f. 280. 10. 10
Abattesene f. dua s. 0 d. x d’oro in oro per averci datto bracia 13 di detti raxi
che no ci avea a dare se none 1/4, d’achordo chol ditto Christofano Brandoli[ni]
restano netti f. dugientto settanta otto s. x
Restano netti, chome di sopra si vede, f. 278.10 d’oro in oro
360
f.
2. 0. 10
------------------f. 278. 10. –
ASF, Venturi Ginori Lisci, 14, Giornale di Piero Venturi e compagni, lanaioli, c. 18 r.
238
238
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) Piero Venturi e compagni spediscono le sete a Bernardo Venturi e Raffaello Guiducci,
loro corrispondenti a Costantinopoli, i quali le vendono non nella capitale ma ad
Adrianopoli. Il maggior acquirente è Selim I. Il 17 ottobre 1511 Guiducci da Adrianopoli
spedisce a Firenze l’estratto-conto di netto ricavo361:
Mdxi
Copia d’uno [c]honto di drapi d’oro finitti per noi Rafaello Ghiducci, a piè.
Aprexo vi si darà [c]hontto a voi, Piero Venturi e compagni, lanaioli, di fine e spese fatte a drapi
ci mandasti in una balla più fa, e prima la fine:
A uno amicho in Adrenopolli per mano di Luvigi Ghera[r]di, pichi 12 di raxo
roxo [c]hon a[n]dari d’oro, aspri 260 picco, in tutto
aspri 3120
A la Portta di sulita[n] Salime in Adrenopolli, per mano dell detto, pichi 58 ½ di
raxi d’oro e domaschi d’oro, aspri 245 picco, in tutto
aspri 14332
--------------Soma la fine, [c]home di sopra si vede
aspri 17452
Apreso le spexe362:
...
--------------aspri 3224
Soma in tutto le spexe [c]home di sopra si vede
Resta e ritratto netto, abatuto le spexe, [c]home si vede, aspri 14228, di ttantti
v’abiamo [c]hreditori a buono [c]hontto; rivicittatte detto [c]hontto e, trovandollo a
dovere, l’a[c]honcatte
aspri 14228
Rafaello Ghiduci,
in Adrenopoli, a dì 17 d’ottobre 1511
c) Gli aspri 14228 di ritratto netto equivalgono a f. 263 s. 9 d. 7. A Firenze, intanto, i
Venturi avevano sostenuto alcune spese accessorie (f. 3 s. 8 d. 7) e il totale dei costi ha così
raggiunto l’ammontare di f. 281.18.7. I costi superano i ricavi e l’operazione si chiude
quindi con una perdita di f. 18.4.0, che a una data imprecisata i Venturi registrano nel conto
Avanzi363:
Avanzi di nostra bottegha deono dare . . .
...
E deono dare f. dicotto s. iiii d. –, posto avere drappi, in questo, a c. 64, tanto vi
si perde
...
f. 18 s. 4 d. –
361
ASF, Venturi Ginori Lisci, 14, Giornale di Piero Venturi e compagni, lanaioli, c. 155 r.
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 3224.
363
ASF, Venturi Ginori Lisci, 15, Debitori e creditori di Piero Venturi e compagni, lanaioli, c. 62 s.
362
239
239
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 93
Dopo le precedenti esportazioni (Docc. 44, 56, 57, 82, 83, 86), il setaiolo Agnolo del
Caccia continua a inviare sete a Costantinopoli, appoggiandosi ad Antonio Gerini.
a) Il giorno 11 gennaio 1510 Agnolo consegna alla dogana di Firenze le sete proprio ad
Antonio Gerini, in partenza per l’Impero ottomano364:
[11 gennaio 1510]
Richordo ogi, questo dì xi di genaio, cchome chol nome di Dio e di e di (sic) salvamento s’è
chonsengniato qui in doghana di Firenze a Antonio d’Antonio Gierini 2 chas[s]ette di drapi di setta
di N. 1, rossetto, e N. 2, verde bruno, le quali gli ò dati perché le porti i Levante, overo ne le parti di
Romania, de’ quali gli dò libera chomisione gli finischa per danari chontanti o a baratto di seta, chome
a lui parà o piacierà, e ritratto d’esi rimetta o in danari chontanti o a chanbio in su robe o in seta stravai
o seri, chome a lui parà e piacerà, cioè:
Una chas[s]eta N. 1, roseto:
Segn. 10 br. lviii ½ di raso allesandrino
Segn. 4 br. liii 1/3 di raso tanè
Segn. 5 br. lvi di raso sbiadato
Segn. 7 br. lvi 3/4 di raso rosso di grana
Segn. 12 br. xxxiiii 3/4 di raso gallo limone
Segn. 11 br. xxxii 1/4 di raso bigio argentato
Segn. 28 br. xxx 1/3 di raso incharnato
Una chas[s]eta N. 2, verde bruno:
Segn. 3 br. lvii di raso allesandrino
Segn. 25 br. xlvii ½ di raso verde gallo
Segn. 9 br. xlvii 3/4 di raso verde mezo cholore
Segn. 13 br. xxxi 2/3 di raso gallo limone
Segn. 6 br. xliii ½ di domaschino gallo a la viniziana
Segn. 14 br. xxii ½ di domaschino tanè alla viniziana
Sono in tutto br. 571 4/5
Spese e prima:
A Antonio d’Antonio Gerini per gabella de’ sopra detti, f. sei d’oro in oro lb.
ii s. 1 portò chontanti, a Uscita
f. 6 lb. 2. 1. –
A Antonio di Probagho, speziale, lb. 2.17 per incierato, Andrea, lanc[i]aio, per
2 chas[s]ete, lb. 1.8 e per 2 bandinelle e chapechio, lb. 1.1 d. 8
f. – lb. 5. 6. 8
A Giovanni di Bernardo, per leghatura a uso di panni
f. – lb. 16. –
...
364
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 212 r.
240
240
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) Il giorno successivo, il 12 gennaio 1510, Agnolo compila un documento analogo, nel
quale riporta i costi delle sete365:
[12 gennaio 1510]
Una mandata di drapi chonsegnati qui in doghana di Firenze, ispaccati di ghabelle e ttutte altre
spese in duo chassette Antonio d’Antonio Gerini perché gli portti in Levante, de’ dare, addì xii di
genaio, e prima:
Segn. 10
Segn. 4
Segn. 1 (sic)
Segn. 7
Segn. 12
Segn. 11
Segn. 28
Segn. 3
Segn. 25
Segn. 9
Segn. 13
Segn. 6
Segn. 14
br. lviii ½ di raso allesandrino
br. liii 1/3 di raso tanè
br. lvi di raso isbiadato
br. xxxiiii ¾ di raso giallo
br. lvi ¾ di raso rosso di grana
br. xxx 1/3 di raso incharnato
br. xxxii ¼ di raso bigio
br. lvii di raso allessandrino
br. xlvii ½ di raso verdde giallo
br. xlvii ¾ di raso verdde mezzo cholore
br. xliii ½ di domascho giallo alla viniziana
br. xxxi 2/3 di raso gallo
br. xxii ½ di domascho tanè alla viniziana
br.
br.
br.
br.
br.
br.
br.
br.
br.
br.
br.
br.
br.
58 ½
53 1/3
56
34 ¾
56 ¾
30 1/3
32 ¼
57
47 ½
47 ¾
43 ½
31 2/3
22 ½
f. 58. 10. –
f. 53. 6. 8
f. 56
f. 34. 15. 0
f 56. 15. –
f. 30. 6. 8
f. 32. 5. 0
f. 57. 0. 0
f. 47. 10. 0
f. 47. 15. 0
f. 43. 10. –
f. 31. 13. 4
f. 22. 10. –
-----------------571. 16. 8
E de’ dare, a dì xii di genaio, f. sei larghi in oro per ragione di detti drapi, per
loro a Antonio d’Antonio Gerini, apare a Uscita, c. 51
f. 6 s. 6. –
E, a di detto, per più altre spese, chome apare a Uscita segnata E, lire 5.6.8, c. 51 f. – s. 15. –
----------------f. 578. 16. 8
Doc. 94
Un’altra spedizione di drappi da parte di Agnolo del Caccia, setaiolo. I drappi viaggiano
insieme a due panni di lana. A Costantinopoli il destinatario è Tommaso d’Aiolfo.
a) Agnolo del Caccia consegna la merce alla dogana di Firenze il giorno 1° giugno 1510.
La cassa arriverà a destinazione via Ancona e Ragusa, come risulta dalle Ricordanze dello
stesso del Caccia366:
1510
Richordo ogi questo dì primo di gugnio 1510 abiàn mandato chol nome di Dio e di salvamento a
Tomaso d’Aiolfo i Levante per Giovan Battista d’Antonio Dazzi, chonduttore dette robe, una balla
cho l’avante segnio, entrovi l’enfraschritte chose, coè una chassetta, entrovi drappi d’oro e di seta e
due panni, chom a piè si dirà, coè:
365
366
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 23 r.
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 213 v.
241
241
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
br. li ½ di raso limone
br. liii ¼ di raso limone
br. liiii ¾ di raso verde mezzo cholore
br. xxxvi ½ di domascho tanè a la viniziana
br. lviiii 2/3 di brochato rosso di ghrana in dua tagli chon tirelle, coè br. 43 2/3 e br. 16
Dua panni rossi: uno di segno 95, N. 6, uno di segno 95, N. 17
La quale balla s’è chonsegniata qui in doghana a Domenicho d’Antonio, vetturale, vochato el
Montanello, el quale l’à data qui a Giovan Batista da la Pieve, vetturale, chon ordine la chonducha in
Anchona a Tomaso di Bartolomeo per seghuirne nostro ordine.
La quale balla se n’è dato questo dì 3 di gugnio 1510 richordo e chomesione a Giovan Batista
d’Antonio Dazzi facci d’averla in Anchona dal sopra detto Tomaso di Bartolomeo di ser Tomaxo e
la chonducha cho la persona sua a Raugia per chonsegniarla di poi in Pera o in Andrinopoli cho lle
robe sua o in ogni altro luogho a Tomaso d’Aiolfo nostro, fiorentino, e da lui valersi de le spese e
pigliarne quitanza del chonsegniato.
...
b) Lo stesso giorno Agnolo prende nota della consegna dei drappi e degli oneri accessori a
Firenze367:
[1° giugno 1510]
Una mandata di drapi e panni chonsengniati qui in doana di Firenze a Domenico d’Antonio,
vocato il Montanello, e per lui a Giovan Batista de la Pieve, vetturale, perché la chonsengni in
Anchona a Tomaso di Bartolomeo per dare a Giovan Batista Dazi che la porti i Levante chon ordine
di chonsegniala a Tomaso d’Aiolfo, de’ dare, a dì primo di gugno, per:
Segn. 38 br. cinquantanove 2/3 di brochato roso a bastone a 2 fili d’oro, in
2 tagli, cioè br. xliii 2/3 una peza e una br. xvi, bello, vale f. 2 s. 10 a oro
larghi in oro
f. 149 s. 3. 4
Segn. 37 br. li ½ di raso gallo limone, richo
f. 51 s. 10. –
Segn. 8 br. liii ¼ di raso gallo limone, richo
f. 53 s. 5. –
Segn. 36 br. liiii ¾ di raso verde mezo cholore, richo
f. 54 s. 15. –
Segn. 14 br. xxxvi ½ di domaschino tanè a la viniziana, richo
f. 36 s. 10. –
Tute le sopra dette chose sono in una balla segnata de l’avanti segno e N. 1
E 2 panni, segn. 95, N. 17 e N. 6, in tutto, vagliono
f. 42
-------------------f. 387.
3. 4
Per gabella a Geri Girolami f. 4 d’oro lire 2.17.4 di quattrini biachi
f.
A Girolamo del Ghuanto per sichurtà di f. 150 d’oro, f. 3 d’oro
f.
A Michele di Lorenzo, linaiuolo, per chanavaccio lb. 1.17 e a lanciaio, per la
chas[s]a lb. 1.1, a Giovanni di Bernardo, leghatore, lb. –.14, in tutto lb. 3.12, a
Antonio di Probagho lb. 1.11 per incierato, portò Bastiano [. . .]
f.
4 lb. 3. 2. 4
3 lb. –. 8. –
– lb. 4. 3. –
8 s. 2. –
387. 3. 4
---------------------f. 395. 5. 4
367
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 29 v.
242
242
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 95
Agnolo del Caccia, setaiolo, spedisce altre sete a Tommaso d’Aiolfo in Costantinopoli.
a) Il 27 agosto 1511 le sete sono imballate in due casse e consegnate a Francesco Federighi,
che via Ancona le porterà in Levante368:
Mdxi
Richordo oggi questo dì 27 d’aghosto abiam mandato chol nome di Dio e di salvamento a Tomaso
d’Aiolfo i Levante per Francesco di Girolamo Federighi, chondutore di dette robe, 2 chassette di drapi
d’oro e di seta invogliate a usso di panni cho l’oncierato e segnate uno rosetto e uno verde bruno, tutte
2 ischabelate qui e di tutto spaciate fino a Pesero, cioè in Anchona:
Segn. 64 br. 49 1/3 di brochato roso di grana chon bangni di chermisi, a bastone, a 2 ori e alto e baso
Segn. 38 br. 18 ½ di brochato roso simile
Sono in tutto br. 67 4/5 di brochati
Segn. 63 br. 48 5/8 di raso rosso di grana
Segn. 69 br. 61 1/3 di raso alesandrino
Segn. 71 br. 59 di raso verde ½ cholore
Segn. 43 br. 45 5/8 di raso verde pieno
Segn. 67 br. 64 1/8 di raso gallo limone
Segn. 59 br. 61 2/3 di raso tanè dorè
Segn. 76 br. 31 1/2 di raso tanè dorè
Segn. 76 br. 25 1/3 di raso tanè dorè
Segn. 28 br. 31 7/8 di raso bigio
Sono in tutto i rasi br. 429 1/3
De’ sopra detti si dà libera chomesione gli finischa per danari contanti o a baratto di sette di
gualunche sorta, e i ritratto rimetta in danari chontanti o per lettera di chabio o in sete chome a lui
parà e piacierà.
Le quali chas[s]ette ditto Francesco di Girolamo Federighi le chondurà cho la persona sua e cho
le sua robe a ditto Tomaso d’Aiolfo nostro, fiorentino, in Anandrinopoli o in Pera o in qualunche altro
luogho e valersi de le spese e pigliar quitanza del chonsegnato.
Io, Francesco di Girolamo, ò ricevuto le sopra dette robe e per fede del vero ò fatto questi versi
di mia propria mano, questo dì xxx d’aghosto, in Firenze.
b) Anche questa volta Agnolo compila un secondo documento, nel quale riporta i costi delle
sete e gli oneri accessori a Firenze369:
Mdxi
A Tomaso d’Aiolfo
Una mandata di drappi d’oro e di seta mandati per Francesco di Girolamo di Pagholo
Federighi i Levante, overo nelle parti di Romania, in 2 chas[s]ette chon panni sghabellati i nome
di Giovanni, suo fratello, cioè in 2 balle, una chas[s]etta per balla a uso di panni, cho l’oncierato
e bandinele, una detto rosetto N. 1 e una verde bruno, N. 2, chonsengniate questo dì 27 d’aghosto
1511, coè:
368
369
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 216 v.
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 47 v.
243
243
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Segn. 64 br. 49 1/3 di brochato roso a bastone chon 2 ori
Segn. 38 br. 18 ½ di brochato roso a bastone chon 2 ori
Segn. 63 br. 48 5/8 di raso roso di grana chon bangni
Segn. 69 br. 61 1/3 di raso alesandrino segnato 69
Segn. 71 br. 59 di raso verde ½ cholore
Segn. 43 br. 45 5/8 di raso verde pieno
Segn. 67 br. 64 1/8 di raso gallo limone
Segn. 59 br. 61 2/3 di raso tanè dorè
Segn. 76 br. 31 ½ di raso dorè
Segn. 76 br. 25 1/3 di raso dorè
Segn. 28 br. 31 7/8 raso bigio
f. 123
lb. 1 s. 3.
f. 46
lb. 1 s. 15.
f. 48
lb. 4 s. –.
f. 61
lb.
f. 59
lb.
f. 45
lb.
f. 64
lb.
f. 61
lb.
f. 31
lb. 3. 10.
f. 25
lb. –
f. 31
lb. 5. 10.
--------------------------f. 594.
15. 18.
4
–
–
–
–
4
Spese:
A Giovanni di Girolamo Federighi f. sette d’oro in oro e lb. una s.
xii di quattrini bianchi per paghare la gabella e paso d’Arezo lib. 100
di drapi, questo dì 27 d’aghosto, per chontanti
A Andrea di Probagho e compagni, speziali, per br. 5 d’incierato,
portò chontanti
A Andrea, lanciaio, per 2 chas[s]ette di panchoncelli
A Zanobi, linaiuolo, per 2 bandinele
f.
7
lb. 2.
–
f. –
lb. 2. 3. 8
f. –
lb. 1. 5. –
f. –
lb. 1. –
------------------------------f. 601.
22. [7]. 0
Doc. 96
Agnolo del Caccia invia il 3 aprile 1512 altri rasi e broccati a Tommaso d’Aiolfo in
Costantinopoli. Il trasporto è affidato ad Aiolfo di Tommaso, figlio del destinatario370:
Mdxii
Richordo ogi, questo dì iii d’aprile, chome noi abiamo mandato chol nome di Dio e di salvametto
a tTomaso d’Aiolfo per Aiolfo suo figluolo, chondutore, una chassetta, entrovi gl’infrascritti drapi a
uso di uno panno cho l’oncieratto e chapechio e bandinela, segn. N. 1 e verde bruno, meso in una
balla di sua panni per chondungnene in Levante, e quali sono spacciati di gabella e altro, chome apare
in questo, c. –, cioè:
Segn. 84 br. 44 ¾ di brochatto rosso a bastone cho l’alto e baso
Segn. 104 br. 49 1/8 di raso verde sbiadato
Segn. 103 br. 29 1/6 di raso sbiadato
Segn. 103 br. 14 1/3 di raso sbiadato
Segn. 106 br. 21 di raso tanè dorè
Segn. 105 br. 20 1/8 di raso limonato giallo
370
Firenze, AOI, 12383, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 218 v.
244
244
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
De’ sopra ditti si dà libera chomisione gli finischa per danari chontanti o a baratto di seta di
qualunche sorta e i ritratto rimetta in danari chontanti o per lettera di chanbio o in seta, chome a lui
parà e piacierà.
...
Doc. 97
Agnolo del Caccia continua a spedire drappi a Tommaso d’Aiolfo, in Costantinopoli.
a) A Firenze Agnolo ha consegnato panni di lana e sete a Giovan Battista dalla Pieve, che
le trasporterà ad Ancona, per lasciarle alla compagnia di Tommaso di Bartolomeo.
Quest’ultima le consegnerà poi a Giovanni Benci che, una volta giunto nella capitale
ottomana, le affiderà a Tommaso d’Aiolfo371:
Mdxiii
Mercholedì, addì 22 di gugno
Richordo questo sopra detto dì chome chol nome di dDio noi habbiano ordinato a Tonmaso di
Bartolonmeo e compagni d’Anchona chonsegnino a Giovanni di Francesco di Ghuernieri Benci una
balla chol davanti segno, entrovi 2 panni gharbi e una chassetta di drappi, la quale detto Giovanni l’à
a chonducere insieme chon le robe sua nelle parte di Romania per chonsegnalla a Tonmaso d’Aiolfo
o im Pera o dove lui fussi, la quale balla questo detto dì s’è chonsegnata qui, spaccata di tutto, a
Govam Batista dalla Pieve, per chondulla al sopra detto Tonmaso di Bartolomeo in Anchona. Della
quale balla diano chonmessione a Tommaso d’Aiolfo la finischa pe danari chontanti o a baratto di
seta stravai o a ttempo, ma el disiderio nostro sarebbe che non si avessi a chredere. E quali drappi e
panni sono l’infraschritti, coè:
Segn. 4 br. 32. 3. 4 di velluto rosso di grana
Segn. 12 br. 36. 13. 4 di raso rosso di grana
Segn. 10 br. 44. 10 di raso verde
Segn. 11 e 17 br. 58. 15 di raso nero in 3 tagli insieme
Segn. 25 br. 74. 15 di raso sbiadato in 2 tagli insieme
Segn. 26 br. 58. 7. 6 di raso tanè in 2 tagli insieme
Segn. 36 br. 33. 10 di raso biancho
Segn. 36 br. 36. 6. 8 di raso biancho
Segn. 38 br. 44. 15 di raso gallo in 2 tagli
Segn. 42 br. 30.13. 4 di raso gallo
Segn. 46 br. 20. 2. 6 di raso tanè chiaro uno panno paghonazzo in 2 tagli, picchi 38
Segn. 45 uno panno rosso, picchi 37
Assichuramoci, addì 6 di luglio, per f. 200 da Anchona a Rauga, èccene schripta valida.
b) Anche questa volta Agnolo del Caccia compila un altro documento, nel quale riporta i
costi delle sete372:
371
Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 102 v.
Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 12 r. Nel
margine sinistro della carta sono riportati i nomi dei fornitori dei due panni di lana.
372
245
245
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[1513]
Una mandata di panni e drappi in Levante nelle parte di Romania per chonsegnare a Tonmaso
d’Aiolfo de’ dare, addì 22 di gugno, per questi panni e drappi:
uno panno paghonazzo di gharbo pichi 38, br. 40 1/3, stimato
f. 20 lb. 1 s. 7. 6
uno panno rosso di gharbo pichi 38, br. 40, stimato
f. 21 lb. –
Segn. 4 br. 32 1/6 di velluto roso di grana, stimato f. 2 di suggello braccio f. 45 lb. – s. 7. –
Segn. 12 br. 36. 13. 4 di raso di grana per f. 1 s. 3 di suggello braccio
f. 35 lb. 3
Segn. 10 br. 44. 10. – di raso verde
Segn. 11 e 17 br. 58. 15. – di raso nero
Segn. 25 br. 74. 15. – di raso sbiadato
Segn. 26 br. 58. 7. 6 di raso tanè
Segn. 36 br. 33. 10. – di raso biancho
Segn. 36 br. 36. 6. 8 di raso simile
Segn. 38 br. 44. 15. – di raso gallo
Segn. 42 br. 30. 13. 4 di raso gallo
Segn. 46 br. 20. – di raso tanè chiaro
Tirano le pezze 9 di rasi cholorati br. 401 3/5 stimati f. 1 s. 2 di grossi bracco,
sono d’oro in oro
f. 371 lb. 1 s. 12. 8
----------------------f. 492 lb. 6. 7. 2
c) La contabilità di Agnolo del Caccia è molto accurata. A volte è possibile risalire al
tessitore che a Firenze ha eseguito il velluto o il raso che sarebbe poi finito a Costantinopoli.
Riprendiamo alcuni esempi, tutti relativi alla spedizione sopra indicata373:
Mdxii
Segn. 4
Una pezza di velluto rosso di
grana in 2 peli chonsegnatoci
Agnolo di Govanni del
Chacca, posto in questo, 2,
br. 32. 3. 4
addì 4 di dicembre
...
Segn. 17 Uno taglo di raso nero in 9.000
haùta da Agnolo del Chacca,
posto, in questo, c. 4, addì 24
di dicebre
br. 30. 6. 8
...
Segn. 25 Uno taglo di raso sbiadato in
9.000, tessè Giovanni di
Francesco, riaùto a dì 25 di
febraio, pesò lib. 6 once 7, a
Manifattori, 4
br. 37.10. –
373
Tratto a una mandata in
Levante, in questo, 12
br. 32. 3. 4
Tratto e mandato in Levante,
in questo, c. 12
br. 30. 15. –
Tratto e mandato in Levante,
in questo, 12
br. 74.15. –
Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, cc. 151 s.
e d., 153 s. e d., 154 s., 155 s. e d., 156 s. e d., 157 s. e d.
246
246
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, addì 14 d’aprile 1513, pesò
lib. 6 once 2, tessè lui detto, a
Manifattori, 4
br. 37. 5. –
74.15. –
...
Segn. 26 Uno taglo di raso tanè in 9.000,
Tratto e mandato in Levante,
tessè Luigi di Girolamo, riaùto
in questo, 12
br. 58. 7. 6
a dì 4 di marzo [1513], a
Manifattori, 3, lib. 5 once 10 br. 30.17. 6
E, addì 6 d’aprile, tessè lui
detto, lib. 5 once 1, a
Manifattori, 3
br. 27.10. –
Lib. 10 once 11
br. 58. 7. 6
Mdxiii
Segn. 36 Uno taglo di raso bianco in
8.000,
tessè
Luigi
di
Girolamo, riaùto addì 28 di
aprile, pesò lib. 6 once 1, a
Manifattori, 6
br. 36. 6. 8
E ppiù riaùto addì 9 di gugno,
tessè lui detto, lib. 6, a
Manifattori, 6
br. 33.10. –
69.16. 8
...
Segn. 42 Uno taglo di raso gallo in
9.000, tessè Ghoro di Simone,
riaùto addì 9 di gugno, lib. 5
once 7, a Manifattori, 12
br. 30.13. 4
...
Segn. 46 Uno taglo di raso tanè chiaro,
tessè Luigi di Girolamo, riaùto
addì 22 di giugno, pesò lib. 3
once 9, a Manifattori, 13
br. 20. 2. 6
...
Tratto e mandato in Levante,
in questo, 12
br. 69.16. 8
Tratto e mandato in Levante,
in questo, 12
br. 30.13. 4
Tratto e mandato in Levante,
in questo, 12
br. 20. 2. 6
Doc. 98
Nel dicembre 1513 Agnolo del Caccia spedisce molti rasi a Costantinopoli. Anche
questa volta è previsto l’invio delle sete alla compagnia di Tommaso di Bartolomeo in
Ancona, ma la consegna finale sarà a Ludovico Boni, in Costantinopoli. Quest’ultimo dovrà
curare le vendite, se possibile in contanti oppure accettando in cambio seta grezza.
Pubblichiamo il ricordo della spedizione, che in via eccezionale include anche i costi delle
sete374:
374
Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 103 v.
247
247
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mdxiii
Mercholedì, addì vii di dicenbre
Richordo ogi, questo dì sopra detto, chome chol nome di dDio e di buono salvamento abiamo
invogliato e leghata una balla segnata del segnio avanti, entrovi una chassa di drapi e 2 panni chome
di sotto si dirà, e spacatta di ghabella e leghattura, la quale abiamo chonsegniata qui a Guliano
Boni e compagni, setaiuoli, chon ordine che ce la mandino a Lodovicho di Francesco Boni in
Levante, in Pera o dove fussi, e disono averla mandata a Tomaso di Bartolomeo e compagni
d’Anchona, chon ordine che detti la chonsegnino a [A]iolfo di Tomaso, che lui la chonsegni al
sopra detto Lodovicho in Pera o dove fussi. Al quale Lodovicho Boni diàno chomesione ce la
finischa per danari chomtanti o a barato di setta stravai, chome lui proprio gudicherà esere più
nostro vantaggio e mandonsigli a nnome di Filippo di Benedetto Bernardi. E di ritratto d’essa roba
gli possa rimettere in danari chontanti o in setta o per lettera di chanbio, in su robe chome a lui
piacerà e tutto s’intenda detta mandata e ritratto a nostro rischio e per chonto d’Agnolo del Chacca
proprio:
br. 53 ¼ di raso tanè in 2 tagli per f. 1 s. 4 di suggello braccio
br. 34 ¼ di raso dorè per detto prego
br. 32 ¾ di raso simile
br. 34 ½ di raso tanè chiaro
br. 28 ½ di raso gallo
br. 37 ¾ di domaschino verde in 3
br. 26 – di domaschino verde in 3
br. 56 1/3 di raso verde
br. 61 1/3 di raso nero in 2 tagli
br. 33 – di raso gallo
br. 33 1/3 di raso simile
br. 14 ¼ di raso sbiadato
Sono, chome si vede, rasi e domaschini br. 445 ¼ che, a f. 1 s. 4 di suggello
braccio, montano f. 445 larghi di grossi, vagliono a fiorini larghi d’oro in oro
f. 374. 3. 3
br. 31 ¾ di velluto nero per f. 2 di suggello braccio
br. 18 ¾ di detto, per detto prego
Vagliono a ducati d’oro
f. 70. 14. 7
...
Doc. 99
I rasi e i velluti della compagnia di Agnolo del Caccia hanno da poco lasciato Firenze
(Doc. 98), che già un mese dopo la stessa compagnia spedisce in gran fretta altri due tagli
di velluto nero a Ludovico Boni in Costantinopoli. Le sete sono imballate insieme ad altre,
appartenenti alla compagnia di Giuliano Boni, setaioli375:
Mdxiii
Una mandata in Levante per nostro chonto e mandata in mano di Ludovicho Boni nel modo e
forma e chomessione chome una mandata al detto apare, in questo, 19, insino addì 5 di dicenbre,
375
Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 21 r.
248
248
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
de’ dare addì 4 di gennaio per i drappi apresso e prima, e quali si mandorno detto dì in una chassa
d’altri drapi di Guliano Boni e chonpagni, settaioli, spacati gl’infraschritti drapi sino in Anchona a
nostre spese:
57 br. xiiii ¾ di veluto nero in 2 peli per f. 2 di sugello braccio, tratto a Manifattori, larghi d’oro
c. 159, che monta f. ii di sugello braccio
f. 20. 13. 2
62 br. xxviii ½ di velluto nero detto, per detto prego, tratto a Manifattori, c. 160,
monta f. ii di sugello braccio
f. 39. 18. 3
-----------------f. 60. 11. 5
Doc. 100
Una spedizione isolata di un raso a Costantinopoli da parte di Agnolo del Caccia,
setaiolo. Agnolo affida a Iacopo di Piero da Verrazzano, in partenza per Costantinopoli, un
raso di br. 44 1/3 con l’incario di venderlo a contanti o prendendo in cambio seta grezza376:
[12 agosto 1514]
Una mandata i Levante per nostro chonto in mano di Iachopo di Piero di Bancho
da Verrazano, de’ dare, addì 12 d’agho[sto], per i drapi apresso, de’ quali si gli dà
libera chomessione gli finischa per noi a danari chontanti o a baratto di setta, chome
lui gudicha esere più nostro profitto:
59 br. xliiii 1/3 di raso sbiadato per f. 1 s. 2 larghi di grossi braccio, tratto a
Manifattori, c. 160
grossi
f. 48. 11. 4
Doc. 101
Ultima delle nove spedizioni di drappi in Levante effettuate da Agnolo del Caccia a
partire dal 1510 (Docc. 93-100).
a) A Pera Francesco Zati ha curato le vendite e l’11 aprile 1516 ha trasmesso un estrattoconto di netto ricavo ad Agnolo del Caccia, a Firenze, che lo ha copiato nel suo libro
contabile. Una pezza di raso verde – l’ultima dell’elenco – è danneggiata e non ha trovato
un compratore377:
[11 aprile 1516]
Apreso vi si darà chonto di più drappi stietti consengniati per voi piu fa da Tommaso d’Aiolfo e
finiti per voi chome per questo e prima:
A Jachomato, turcho, chalzolaro, a dì 14 di novebre 1515, picchi 10 ¼ di raso nero
per aspri 60 picco, monta
aspri
615
A Abramo, ebreo, canbelottiere, a dì x d’aprile 1516, per baratto di cianbelotti:
picchi 31 ¼ di raso rosso di grana
picchi 29 ¼ di raso biancho
376
377
Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 28 r.
Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 221 v.
249
249
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
picchi 32 ½ di raso turchino
picchi 21 ½ di raso simile
picchi 27 di raso tanè
picchi 15 ½ di raso tanè
picchi 12 ¼ di raso limone
picchi 14 ¼ di raso limone
picchi 28 ¼ di raso biancho
picchi 15 ¾ di raso verde, machiato
In tutto picchi 227 ¼ per aspri 70 picco, motano aspri 15907, tratto per picchi 15 ¾ di
raso verde tuto machiato e ghuasto, aspri 150, resta netto a paghamento
aspri 15757
---------------Soma tuto la fine de’ sopra detti drapi, chome si mostra
aspri 16372
Apresso spese e prima:
Per senseria a 2 per ciento
Per senseria de’ baratati a ½ per cento
Per meseteria a vii per cento
Per stalagio di ma[ga]zino a ½ per cento
Per nostra provisione a 2 per cento
aspri 12
aspri 81
aspri 173
aspri 75
aspri 300
------------Somano tutte spese, chome si vede
aspri 631 aspri
631
---------------Resta e ritratto neto de’ sopra detti drapi, chome si vede, aspri 15741 e di tanti
v’abiàn fato creditori al chonto per voi; rivicitatelo e stando a dovere chome noi
l’achonciate; ’sendovi a dire, lo dite e s’amenderà. Idio vi ghuardi.
aspri 15741
per ’l vostro
Francesco Zati in Pera,
a di xi d’aprile 1516
b) Circa tre settimane dopo, un collaboratore dello Zati a Costantinopoli informa Agnolo
del Caccia dell’operazione effettuata. I rasi sono stati ceduti in cambio di una ingente partita
di ciambellotti; il resto è stato pagato in contanti. La lettera termina con un accenno a quel
raso verde, in cattive condizioni, che sarà difficile vendere a 40 aspri il picco378:
A dì 6 di magio 1516
...
E vi s’è chonperato col come di Dio, sino a 9 d’aprile, peze 147 di cianbelotti per aspri 222 1/5 la
pezza a baratto di pichi 231 1/3 di vostri rasi e domaschini cholorati per aspi 70 picco, e resto si dette
danari chontanti. Èssi presso questo ’spediente chome de le nostre chose propre, giudichando il
meglio di chosì fare che indugiare per avello a fare di qui a qualche tenpo chon più disavantagio e
danno.
...
378
Firenze, AOI, 12382, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 220 r.
250
250
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Restaci alquanti pichi di domaschino verde, quali per eser dolenti non si sono posuto mettere nel
baratto de’ cianbelotti; vedrassi farnne qualche contratto avanti nostra partita, che non credo mai se
ne abia aspri 40 del picho in nesuno modo.
...
Giovanni Bonganni in Pera
Doc. 102
Dopo le spedizioni del 1507 (Doc. 81), del 1508 (Doc. 85) e del 1509 (Doc. 91), la
compagnia di Alessandro e Bernardo Gondi, battilori, invia nel 1512 altre sete nell’Impero
ottomano. Destinatario è ora Tommaso d’Aiolfo, che dovrà curare le vendite. La
documentazione è particolarmente ricca, ma spesso non si dilunga nel descrivere i tessuti.
L’esempio che segue, relativo soltanto a due pezze, è un po’ l’eccezione379:
[8 gennaio 1512]
Drappi di nostra ragione di chonto nuovo, in Levante, in mano di Tomaso di
Michele d’Aiolfo, deon dare . . .
...
E, addì viii di gennaio 1511 [=12], f. centoventiquatro s. – d’oro in oro, levato
da Vendite, segn. F, c. 26, sono per 2 tagli di drappi, cioè uno altebaso d’oro e uno
di broccato paonazzo, mandato detto dì in Levante in una chassa di chonto di rede
di Giuliano Ghondi e cchonpagni, chome tutto a lungho a dette Vendite si diciara,
e di tanto posto avere drappi si lavorano in questo, c. –, e sono netti di spexe fino
in Anchona, che qui si sono paghate a dett’erede, c. 85
...
f. 124 s. – d. –
Doc. 103
Lo Statuto dell’Arte della Seta del 1512 stabilisce che i drappi destinati al Levante possino
et debbino rispettare una larghezza ben precisa: br. 1 (cm. 58,3), br. 1 1/8 (cm. 65,6) e br. 1 ¼
(cm. 72,9)380:
[1512]
Che e domaschini apicciolati a poste e andari, brochatelli, rasi et domaschi che si brochano et si
lavorano per Levante et ogni altro paese, d’oro et d’argento et di seta, si possino et debbino fare alle
infrascripte larghezze precise et a punto, cioè di braccio uno et di bracc[i]o uno et uno ottavo e di
bracc[i]o uno et uno quarto, cioè in qualunque di dette tre larghezze . . .
...
379
ASF, Gondi, 2, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori, c. 81 s.
ASF, Arte della Seta, 1, Statuti, cc. 330 v., 331 r. (Riforma del 1512); Statuti dell’Arte di Por Santa
Maria del tempo della Repubblica, a cura di U. Dorini, Firenze 1934, pp. 733-734. Come è stato
attentamente notato, la misura intermedia corrisponde al picco in uso a Costantinopoli (L. Monnas,
Loom Widths and Selvedges Prescribed by Italian Silk Weaving Statutes 1265-1512: A Preliminary
Investigation, «Bulletin du Centre International d’Étude des Textiles Anciens», 66, 1988, p. 37).
380
251
251
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 104
Nel 1512 i Salviati, lanaioli, dopo le spedizioni del 1508-1509 che si erano concluse
nel 1511 con un risultato negativo (Doc. 90), continuarono a inviare drappi a
Costantinopoli. Il corrispondente era sempre Girolamo da Sommaia, che già nel corso
della precedente operazione era subentrato insieme a Ludovico Cavalcanti al defunto
Antonio Miniati.
Siamo di fronte a un’operazione complessa, destinata a durare molti anni, che vide la
partecipazione di due aziende Salviati: la compagnia di lanaioli, che svolse un ruolo di
primo piano sino al 1517, quando subentrarono i Salviati, setaioli, con investimenti modesti.
Sarebbero stati questi ultimi a chiudere i conti, ma solo nel 1529.
Negli anni 1512-15 i Salviati, lanaioli, effettuarono tredici campagne di acquisti, per
complessive br. 5622 7/8, che determinarono un investimento in drappi per un totale di duc.
8548.11.1 d’oro, che con gli oneri vari sino ad Ancona salirono a circa duc. 8815.
Anticipiamo, brevemente, che le sete arrivarono tutte a destinazione e che il corrispondente
a Pera dette subito avvio alle vendite. Come già segnalato, l’operazione si protrasse per
alcuni anni e nel corso del 1516 i Salviati determinarono per due volte un utile provvisorio,
seguito da un terzo alla fine del 1517, quando ancora una parte consistente delle sete era
invenduta. Poi subentrarono i Salviati, setaioli.
I drappi, come vedremo, provengono in gran parte dal setificio dei Salviati.
La contabilità dei Salviati, lanaioli, ricalca ovviamente quella delle altre compagnie
della stessa famiglia; ciò non toglie che alcune modeste varianti si manifestino nell’ambito
della contabilità dell’analisi, con ripercussioni che si avvertono nel rilevamento delle spese
accessorie. Nell’impossibilità di procedere a una edizione completa delle fonti, abbiamo
trascritto integralmente le registrazioni relative agli acquisti quando le sete vengono
puntualmente descritte; le spese accessorie sono richiamate in nota. Numerose furono poi
le vendite, che per ragioni di spazio abbiamo circoscritto alle sole forniture effettuate alla
Porta.
a) Il 16 giugno 1512 i Salviati, lanaioli, registrano una prima, consistente compera di br.
1065 1/3 di drappi per complessivi duc. 1331 s. 12 d. 4 larghi d’oro in oro. Le sete furono
imballate in due casse e via Arezzo giunsero ad Ancona e poi a Ragusa, ma ad
accompagnarle a Costantinopoli fu lo stesso Girolamo da Sommaia. Dal Giornale dei
Salviati riprendiamo il ricordo dell’acquisto381:
Mdxii
Addì xvi di gugnio
1512
larghi di grossi
Iachopo di Govanni Salviati e compagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drappi a piè
aùti da lloro per tempo di mesi viii e per mandare in Levante:
381
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 16 v. Fiorino e ducato sono ormai sinonimi, ma in questo codice i Salviati
adottano contemporaneamente il fiorino (o ducato) largo di grossi e il fiorino (o ducato) d’oro in oro
(con o senza la precisazione “largo”). Gli oneri accessori sostenuti a Firenze – cassa, canovaccio,
imballaggio, gabella, ecc. – sono registrati nella stessa c. 16 v. Qui come nei documenti che seguono,
il dato relativo alla lunghezza complessiva delle sete – br. 1065 1/3 – è ripreso dal conto Drappi nel
mastro: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 56 s.
252
252
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 34 ¼ di brochato di grana chon oro
br. 32 di brochato simile
In tutto br. 66 ¼ per f. tre s. xvii larghi di grossi braccio, montono
br. 15 ½ d’altebasso di grana chon andari d’oro per f. quattro s. xv larghi di
grossi braccio, monta
br. 32 2/3 d’altebasso di grana stietto
br. 31 7/8 d’altebasso di grana simile
In tutto br. 64 ½ per f. dua s. xv larghi di grossi braccio, monta
br. 31 ½ d’altebasso verde per f. dua s. xiii larghi di grossi braccio, monta
br. 30 ½ di velluto di grana in duo peli
br. 29 ½ di velluto di grana simile
In tutto br. 60 per f. uno s. xvi larghi di grossi braccio, monta
br. 28 7/8 di velluto tanè
br. 25 ½ di velluto alesandrino
br. 13 7/8 di velluto verde
In tutto br. 68 ¼ per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, monta
br. 13 7/8 di domaschino di grana
br. 56 ½ di raso di grana
In tutto br. 70 3/8 per f. uno s. iiii larghi di grossi braccio, montono
br. 56 ½ di domaschino paghonazzo
br. 41 3/4 di domaschino verde
br. 49 1/3 di domaschino alessandrino
br. 45 ¾ di domaschino sbiadato
br. 52 7/8 di domaschino gallo
br. 40 3/4 di domaschino tanè
br. 48 ½ di domaschino tanè
br. 14 di domaschino tanè
br. 43 di domaschino tanè dorè
br. 50 7/8 di raso gallo
br. 39 ¾ di raso verde gallo
br. 57 1/3 di raso tanè
br. 41 ¼ di raso tanè
br. 51 ½ di raso tanè dorè
br. 42 ¼ di raso gallo
br. 13 2/3 di raso verde
Sono in tutto, chome si vede, pezze xvi di domaschini e rasi e ssono in tutto
a paghamento br. dclxxxviiii che a f. uno largo di grossi braccio montono in
tutto f. 689 larghi di grossi
f. 254. 18. 9
f.
73. 12. 6
f. 177. 7. 6
f. 83. 9. 6
f. 108. –. –
f. 113. 15. –
f.
84. 9. –
f. 689. –. –
-----------------f. 1584. 12. 3
larghi d’oro in oro
Montono tutti e sopraddetti drappi, chome di sopra si vede, f. mille
cinquecento ottantaquattro s. xii d. iii larghi di grossi, che ssono duc. 1331.12.4
duc. 1331 s. 12 s. 4
larghi d’oro in oro
b) In settembre ha luogo un secondo acquisto, di complessive br. 560 ¾, sempre presso il
setificio dei Salviati, per un totale di duc. 716.7. L’itinerario italiano non subisce modifiche:
253
253
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
il vetturale Giovan Battista della Pieve cura il trasporto ad Ancona via Arezzo, ma già a
Firenze la cassa è affidata alle cure di Falcone Calderini382:
Mdxii
Addì xxv di settembre
larghi di grossi
...
Iachopo Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drappi a ppiè aùti da
lloro per tempo di mesi viii e di poi ogni mese el 1/6 e per li pregi che apresso si diranno e quali
abiamo mandati in Levante:
br. 31 ¼ d’altebasso di grana chon andari d’oro
br. 15 ½ d’altebasso simile chon oro
In tutto br. 46 ¾ per f. quattro s. xv larghi di grossi braccio, montano in tutto f. 222. 1. 3
br. 27 di velluto di grana per f. uno s. xvi larghi di grossi braccio, monta
f. 48. 12. –
br. 27 7/8 di velluto verde in duo peli
br. 47 ¼ di velluto tanè
br. 29 ¼ di velluto nero
In tutto br. 104 3/8 di velluti neri e cholorati per f. uno s. xiii d. iiii larghi di
grossi braccio, monta in tutto
f. 173. 19. 2
br. 51 ½ di raso chermisi per f. uno s. x larghi di grossi braccio, monta
f. 77. 5. –
br. 26 ½ di raso sbiadato
br. 27 ½ di raso verde
br. 26 3/4 di raso verde
br. 27 7/8 di raso alessandrino
br. 28 di raso gallo
br. 56 ½ di raso nero
br. 27 ½ di raso tanè
br. 42 ½ di domasco tanè
br. 27 ½ di domasco verde
br. 26 ½ di domasco gallo
br. 13 ½ di domasco sbiadato
In tutto pezze xi fra rasi e domaschi e sono a pagamento br. 330 5/8 che a f.
uno largo di grossi braccio montono in tutto f. 330.12.6 larghi di grossi
f. 330. 12. 6
-----------------f. 852. 9. 11
larghi d’oro in oro
Montono in tutto li sopra detti drappi, chome si vede di sopra, f. 852.9.11
larghi di grossi, che ssono duc. 716.7. – larghi d’oro in oro
duc. 716 s. 7. –
c) Nel giugno 1513 un cambiamento si verifica nella fornitura dei drappi: non più i
Salviati, setaioli, ma la compagnia di Raffaello di Francesco di Cino vende ai Salviati,
382
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 21 v. Nella stessa carta, ma separatamente, sono riportate le spese accessorie:
imballaggio in una sola cassa, gabella e spedizione ad Ancona. La lunghezza complessiva delle sete
è ripresa dal conto Drappi (v. nota precedente).
254
254
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
lanaioli, due tagli di rasi d’oro. La registrazione nel mastro costituisce una testimonianza
sintetica ma completa383:
Drappi di più sorte per nostro chonto in Levante in mano di Girolamo di
Framcesco da sSomaia deono dare . . .
...
br. 90 1/8 E, addì xviii di gugnio 1513, f. dugentoquindici s. x larghi d’oro in oro
sono per br. 90 1/8 di rasi d’oro fra rossi e pagonazzi in 2 tagli,
chomperati f. dua s. viii d’oro braccio, chome al Giornale, c. 34, da
Raffaello di Francesco di Cino e compagni, in questo, 82
duc. 215. 10. –
...
d) Pochi giorni dopo i Salviati, lanaioli, acquistano dai Salviati, setaioli, un’ingente partita
di drappi: br. 972 ¾, per complessivi f. 1010 s. 10 larghi d’oro in oro. Imballati in una cassa
e in una cassettina insieme ai due rasi forniti da Raffaello di Francesco di Cino, questi
drappi sono consegnati a Giuliano Pitti, in partenza per Costantinopoli384:
Mdxiii
Addì xxviii di gugnio
Iachopo di Govanni Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, per questi drappi a ppiè aùti da
lloro per vari pregi e per tempo di mesi viii prossimi e quali toglemo per mandare in lLevante:
br. 53 2/3 di raso alexandrino
br. 50 di raso verde
br. 52 di raso tanè
br. 46 ¼ di raso gallo
br. 51 ½ di raso biancho
br. 48 1/3 di raso nero
br. 13 ½ di raso gallo
br. 18 di raso gallo
br. 49 di raso tanè dorè
br. 29 2/3 di raso verde
br. 28 di raso tanè
br. 52 di domasco biancho
br. 50 ½ di domasco gallo
opera larga
br. 26 ½ di domasco tanè
br. 28 di domasco verde alla veneziana
br. 42 di raso pagonazzo di grana
------------br. 638 7/8
383
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni,
lanaioli, c. 56 s.
384
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 34 v.; nella stessa carta sono menzionate anche le spese. Il solito conto Drappi
nel mastro (v. nota 381) riporta la lunghezza complessiva delle sete.
255
255
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
In tutto peze xvi fra rasi e domaschi, che ssono a paghamento br. 638 7/8 per
f. uno largo di grossi braccio l’un per l’altro, montono, in tutto f. secentotrentotto
s. xvii d. vi larghi di grossi, che ssono duc. 536.17.6 larghi d’oro in oro
br. 41 ½ di raso di grana
br. 56 ¾ di raso simile
In tutto br. 98 ¼ a paghamento per f. uno s. iiii larghi di grossi braccio,
montono f. 117.18.– larghi di grossi, vagliono
br. 18 ¾ di raso chermisi
br. 47 di raso simile chermisi
In tutto br. 65 ¾ a pagamento per f. uno s. x larghi di grossi braccio, montono
f. novantotto s. xii d. vi larghi di grossi, vagliono
br. 28 ¾ di velluto tanè pieno
br. 27 ¾ di velluto verde
br. 13 ¾ di velluto tanè chiaro
br. 19 ½ di velluto nero
In tutto tagli iiii di velluti in due peli e ssono a pagamento br. 89 ¾ per f. uno
s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, montono in tutto f. centoquarantuno s. xi d.
viii larghi di grossi, vagliono
br. 22 1/8 di velluto di grana
br. 14 1/8 di velluto di grana pieno, alto
br. 28 di velluto di grana pieno, alto
In tutto br. 64 ¼ a pagamento per f. uno s. xviii larghi di grossi braccio, monta
in tutto f. 122.1.6 larghi di grossi, vagliono
br. 15 7/8 d’altebasso di grana chon andari d’oro, richo, per f. quattro s. xv larghi
di grossi braccio, monta f. settantacinque s. viii d. 1 larghi di grossi, vagliono
duc. 536 s. 17. 6
duc.
99 s. 1. 6
duc.
82 s. 17. 8
duc. 125 s. 14. –
duc. 102 s. 12. –
duc. 63 s. 7. 4
---------------------
Montono tutti li sopraddetti drappi, chome di sopra si vede, ridotti a una
somma, duc. milledieci s. x larghi d’oro in oro e di tamti si fa debitore drappi in
Levante i mano di Girolamo da sSommaia e chreditore li detti Salviati perché
questo dì si sono mandati al detto Girolamo, achomandati a Giuliano di Piero
Pitti
duc. 1010 s. 10. –
e) Il quinto acquisto: braccia 762 1/8 per f. 923.17.4 che i Salviati imballano in una sola
cassa e poi affidano a Matteo Manovelli385:
[19 settembre 1513]
Iachopo di Govanni Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, per questi drappi a ppiè aùti da
lloro per tempo di mesi viii per mandare in Levante:
br. 15 7/8 d’altebasso di grana chon oro
br. 16 d’altebasso simile
In tutto br. 31 7/8 per f. quattro s. xv larghi di grossi braccio
f. 151. 8. –
br. 13 ¾ di raso di grana chon oro, opera de le chorde, per f. quattro s. iiii larghi di
grossi braccio
f. 57. 15. –
br. 13 ½ di raso di grana chon oro
385
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 41 r.; a c. 41 v. le spese.
256
256
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 13 ½ di raso di grana chon oro
In tutto br. xxvii per f. tre larghi di grossi braccio, montono
br. 22 di velluto tanè chiaro
br. 13 ¼ di velluto tanè pieno
br. 27 ½ di velluto pagonazzo
br. 35 di velluto nero
br. 30 di velluto tanè
br. 26 ¾ di velluto alessandrino386
In tutto br. 154 ½ per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, montono, in
tutto
br. 56 di raso di grana
br. 27 di raso simile
In tutto 83 ¾ per f. uno s. iiii larghi di grossi braccio
br. 53 di domaschino tanè
br. 42 ¼ di domaschino tanè
br. 45 ½ di domaschino tanè
br. 48 ¼ di raso pagonazzo
br. 65 di raso verde
br. 53 ½ di raxo tanè dorè
br. 45 ½ di raso tanè
br. 42 di raso tanè
br. 29 di raso biancho
br. 27 ¼ di domaschino gallo
In tutto pezze x fra domaschini e rasi e sono a pagamento br. 451 ¼ e per f. uno
largo di grossi braccio l’uno per l’altro, montono in tutto
f.
81. –. –
f. 257. 10. –
f. 100. 10. –
f. 451. 5. –
-----------------1099. 8. –
------------------
larghi d’oro in oro
Montono in tutto li detti drappi, chome si vede di sopra, f. 1099.8.– larghi
di grossi, che ssono duc. 923.17.4 larghi d’oro in oro, in tutto
duc. 923 s. 17. 4
f) Il sesto acquisto, che è il primo del 1514: br. 395 ½ per duc. 711.16.4, imballate in una
cassa che Bernardino Tebalducci Giacomini condurrà a Costantinopoli387:
Mdxiii
Addì vi di febraio
Iacopo di Govanni Salviati e chompagni deono avere, addì detto, per questi drappi a ppiè aùti da
loro per tempo di mesi viii e quali togliemo per mandare in Levante e prima:
386
Nel libro contabile dei Salviati, setaioli, il velluto è nero: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 420,
Giornale di Iacopo Salviati e compagni, setaioli, c. 68 r.
387
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 49 v.; nella stessa carta gli oneri accessori.
257
257
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
br. 15. 2. 6 d’altebaso di grana chon oro
64 ¾
br. 15. 17. 6 d’altebaso di grana con oro
(sic)
br. 15. 15. – d’altebaso verde chon oro
-------------br. 46. 15 In tutto br. 46 ¾ a f. quatro s. xv larghi di grossi, montono f.
dugentoventidua s. uno d. iii
f. 222. 1. 3
26 ¾
br. 13. 10 di raso pagonazo d’oro, opera della corda
br. 13. 5. – di raso di grana d’oro, opera della corda
-------------br. 26. 15 In tutto br. 26 ¾ a f. quatro s. iiii di grossi montono f. 112 s. 7
f. 112. 7. –
br. 14. 5. – di raso di grana d’oro, opera della spera
br. 13. 13. 4 di raso biancho d’oro simile
54 ¼
br. 12. 17. 6 di raso di grana d’oro, spera picola
br. 13. 10. – di raso tanè d’oro, opera minuta
-------------br. 54. 5.10 In tutto br. 54 ¼ di rasi d’oro per f. tre larghi di grossi, montono
f. centosesantadua s. xv
f. 162. 15. –
28 ¼
99
57 ¾
br. 28 ¼ di velluto di grana in 2 peli per f. uno s. xvi larghi di grossi, monta
f. 50 s. xvii grossi
f. 50. 17. –
br. 41. 5. – di velluto tanè in 2 peli
br. 28 di velluto alexandrino simile
br. 29. 15. – di velluto pagonazo simile
------------br. 99. – In tutto br. 99 a f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi, montono f.
centosesantacinque larghi di grossi
f. 165. –. –
br. 57 3/4 di raso di grana a f. uno s. iiii larghi di grossi, monta f. sesanta
nove s. vi di grossi
f. 69. 6. –
br. 14 ¾ di raso tanè dorè
br. 50 di raso nero
------------br. 64 ¾ In tutto br. 64 ¾ di rasi a f. uno larghi di grossi braccio, monta f.
sesantaquatro s. xv di grossi
f. 64. 15. –
-----------------------395 ½
f. 847. 1. 3
64 ¾
Montono e sopra detti drappi, chome si vede, f. ottocento quarantasette s. i d.
iii larghi di grossi, che vagliono duc. 711.16.4 larghi d’oro in oro, d’acordo
duc. 711. 16. 4
258
258
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
g) Il settimo acquisto: br. 494 ¼ per f. 822.11, imballate in una cassa affidata a Francesco
Alessandri388:
Mdxiiii
Addì xxviiii d’aprile
Iachopo Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drappi a ppiè aùti da
lloro per tempo di mesi viii prossimi, e quali levammo questo dì per mandare in lLevante:
larghi di grossi
br. 16 ¼ d’altebasso di grana chon oro
br. 15 d’altebasso di grana simile
br. 15 ½ d’altebasso tanè simile
br. 15 ¾ d’altebasso verde simile
In tutto br. 62 ½ d’altebassi chon andare d’oro per f. quattro s. xv larghi di grossi
braccio, montono in tutto
br. 13 ½ di raso paghonazzo chon oro, opera a chorde
br. 13 ¾ di raso di grana chon oro, opera simile
In tutto br. 27 ¼ a pagamento per f. quattro s. iiii larghi di grossi braccio, montono
br. 13 ½ di raso di grana chon oro, opera minuta
br. 13 di raso tanè chon oro, opera simile
br. 13 ½ di raso biancho chon oro, opera la spera
In tutto br. 40 a pagamento per [f.] tre larghi di grossi braccio, montono in tutto
f. 120 larghi di grossi
br. 26 di velluto chermisi per f. dua s. xv larghi di grossi braccio, monta in tutto
br. 22 ¾ di velluto nero in duo peli
br. 20 ¼ di velluto tanè simile
In tutto br. 43 a pagamento per f. uno s. xiii d. iiii larghi di grossi braccio, montono
in tutto f. 71.13. 4 larghi di grossi
br. 44 ¼ di raso di grana per f. uno s. iiii larghi di grossi braccio, monta
br. 28 di raso paghonazzo
br. 32 ½ di raso tanè dorè
br. 25 ¼ di raso gallo
br. 27 ¾ di raso simile
br. 40 ¾ di raso tanè pieno
br. 44 ¼ di raso biancho
br. 52 ¾ di rasi tanè a la veneziana
In tutto pezze vii di rasi e domaschi e ssono, chome si vede, a paghamento, br. in
tutto br. 251 ¼ per f. uno largo di grossi braccio, montono f. 251.5.– larghi di grossi
br. 494 ¼
f. 296. 17. 6
f. 114. 9. –
f. 120. –. –
f. 71. 10. –
f. 71. 13. 4
f. 53. 2. –
f. 251. 5. –
---------------978. 16. 10
Montono in tutto li sopraddetti drappi, chome si vede di sopra, f. 978.16.10
larghi di grossi, che ssonno duc. 822.11.– larghi d’oro in oro
duc. 822 s. 11. –
388
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 55 v.; nella stessa carta gli oneri accessori.
259
259
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
h) L’ottavo acquisto. È il più impegnativo: br. 928 2/5 per complessivi duc. 1807 s. 16 d’oro
in oro larghi. I drappi sono tanti e per l’imballaggio è necessario utilizzare due casse, che
Giovan Battista Buonaparte conduce a Costantinopoli389:
Mdxiiii
Addì xxi d’ottobre
Iachopo Salviati e compagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi drapi a piè aùti da lloro,
parte per tenpo dell’an[n]o e parte per setta, e quali levamo per mandare in lLevante:
46 3/8
77 ¾
54 2/3
68 5/8
95
br. 15 ¾ d’altebaso di ghrana d’oro in una ghricca
br. 15 7/8 d’altebaso verde d’oro simile a quadri
br. 14 ¾ d’altebaso paghonazo d’oro simile
Sono in tutto pezze 3 d’altebaso br. 46 3/8 a f. cinque s. xviiii larghi
di grossi braccio, montono in tutto
br. 15 d’altebaso alessandrino d’oro
br. 15 ¼ d’altebaso di ghrana d’oro
br. 15 7/8 d’altebaso di ghrana simile
br. 15 1/8 d’altebaso tanè simile
br. 16 ½ d’altebaso pagonazo d’oro simile
Sono in tutto pezze 5 d’altebasi e sono, chome si vede, br. 77 ¾ a f.
quatro s. xv larghi di grossi braccio, montono in tutto
br. 13 2/3 di raso pagonazo, opera delle chorde
br. 13 di raso pagonazo, opera simile
br. 14 1/3 di raso di ghrana d’oro, opera simile
br. 13 2/3 di raso di ghrana, opera simile
Sono in tutto pezze iiii di rasi d’oro in br. 54 2/3 a f. quatro s. iiii
larghi di grossi, montano in tutto
br. 13 ½ di raso di ghrana d’oro, opera de quadri
br. 14 di raso di ghrana d’oro, opera simile
br. 13 ½ di raso incharnato, opera de’ brevi
br. 13 7/8 di raso incharnato, opera simile
br. 13 3/4 di raso alexandrino d’oro, opera simile
Sono in tutto pezze 5 e in tutto br. 68 5/8 per f. tre s. v larghi di
grossi braccio, montono
br. 13 ½ di raso tanè d’oro, opera de’ vitici
br. 14 di raso tanè d’oro, opera simile
br. 13 ½ di raso di grana d’oro, opera simile
br. 13 ½ di raso nero d’oro, opera a poste
br. 13 ½ di raso verde, opera simile
br. 13 ½ di raso verde, opera simile
br. 13 ½ di raso tanè d’oro, opera della spera
Sono in tutto pezze 7 e in tutto br. 95 a f. tre larghi di grossi braccio,
montono in tutto
f. 275. 18. 6
f. 369.
6. 3
f. 229. 12. –
f. 223.
–. 7
f. 285.
–. –
------------br. 342 2/5
389
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 65 r.; a c. 65 v. gli oneri accessori.
260
260
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
177 ¼
126 5/6
282
(sic)
br. 31 1/3 di velluto verde in 2 peli
br. 33 ½ di velluto pagonazzo in 2 peli
br. 13 di velluto pagonazzo in 2 peli
br. 33 ¾ di velluto alexandrino simile
br. 27 di velluto pagonazzo simile
br. 38 2/3 di velluto tanè c[h]iaro simile
Sono in tutto peze 6 di velluti e in tutto br. 177 ¼ e per f. uno s. xiii
d. iiii larghi di grossi braccio
f. 295. 8. 4
br. 39 1/3 di raso di chermisi
br. 16 ¼ di raso di chermisi simile
br. 12 ¾ di raso di chermisi simile
br. 58 ½ di raso di chermisi simile
Sono in tutto pezze 4 di rasi di chermisi br. 126 5/6 e per f. uno s. x
larghi di grossi braccio
f. 190. 5. –
br. 43 di raso tanè
br. 37 1/3 di raso tanè simile
br. 61 ½ di raso verde
br. 54 2/3 di domasco biancho, opera a la veneziana
br. 51 ½ di domasco tanè c[h]iaro simile
br. 34 ¾ di domasco tanè c[h]iaro simile
Sono in tutto pezze 6 di rasi e domaschi br. 282 ¾ e per f. uno larghi
di grossi braccio, montono
f. 282. 15. –
------------[br.] 586
------------------Montono in tutto e sopra detti drapi, chome di sopra si vede, f.
f. 2151. 5. 8
2151. 5. 8 larghi di grossi, che sono duc. 1807 s. 16 larghi d’oro in oro f. 1807 s. 16. –
i) Ancora un acquisto di drappi presso il setificio dei Salviati: br. 124 ½ per f. 478.11.8. Si
tratta di un quantitativo modesto, che richiede una semplice cassetta. Sarà uno dei da
Sommaia – in questo caso Piero – a condurre le sete a Pera390:
[22 maggio 1515]
Iachopo di Giovanni Salviati e chompagni, setaioli, deono avere, addì xxii di maggio, per questi
drappi a ppiè aùti da loro per tenpo dell’anno, quali togliemo per mandare in Levante per Piero da
sSomaia e a Girolamo da sSommaia:
br. 16 d’altebasso di grana d’oro in una gricca, tutto lungo br. 16 ¼
br. 15 1/8 d’altebasso di grana d’oro opera a quadri, tutto lungo br. 15 ¼
br. 15 d’altebasso verde d’oro, opera a quadri, tutto lungo br. 15 1/8
-------br. 46 1/8 In tutto br. xlvi 1/8 in pezze iii e per f. cinque de’ larghi d’oro in oro
braccio, montono
duc. 230 s. 12. 6
390
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 81 r.; a c. 81 v. gli oneri accessori.
261
261
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
br. 151/8 d’altebasso alexandrino, opera grande, per f. quatro larghi d’oro in oro
braccio, monta
br. 13 1/8 di raso di grana d’oro a corde per f. quatro s. iiii larghi di grossi, monta
f. 55 s. 2. 6 di grossi
br. 12 ½ di raso alexandrino d’oro, opera de brieve, per f. tre s. v di grossi, f. 40
s. 12. 6 di grossi
br. 12 1/3 di raso tanè d’oro, opera della spera
br. 13 1/8 di raso di grana d’oro, opera de’ viticci
br. 12 1/8 di raso nero d’oro, opera a poste
In tutto pezze tre e a pagamento br. xxxvii s. 11 d. viii che gli faciamo br. 37
½ a f. tre di grossi, f. 112 ½ di grossi
br. 14 di domasco verde, opera veneziana, per f. uno di grossi, f. xiiii larghi di
grossi
Montono tutti e sopra detti drappi, chome si vede
duc. 60 s. 7. 6
duc. 46 s. 6. 4
duc. 34 s. 2. 8
duc. 94 s. 10. 8
duc. 12 s. 12. –
--------------------duc. 478 s. 11. 8
j) Nell’autunno del 1515 la campagna acquisti si avvia al termine. Nei mesi di novembre e
dicembre i Salviati, lanaioli, comprano ancora drappi in quattro diverse occasioni, ma ogni
volta si tratta di investimenti modesti. Le sete partiranno infatti tutte insieme, al termine
dell’ultimo acquisto, imballate in una semplice cassetta, che Matteo Manovelli condurrà
con sé a Costantinopoli, come già aveva fatto nel 1513 (Doc. 104 e).
Il 14 novembre 1515 i Salviati acquistano due rasi d’oro non dal setificio dei Salviati
ma da un certo Antonio di Paolo di Dato, che a sua volta si era rifornito da Giuliano e
Pierfrancesco da Gagliano, setaioli391:
[14 novembre 1515]
Antonio di Pagholo di Dato de’ avere, addì detto, per questi drappi a ppiè
riceuti per lui sino addì xi di detto da Guliano e Pierfrancesco da Gagliano e
compagni, setaioli, de’ quali gli abbiamo a dare grana di Coranto vista in dogana
per detto Antonio a f. cinquanta larghi d’oro in oro el cento per passo, chome
appare per il merchato, sensale Benedetto da Monte Gonzi e Lorenzo Galli, quali
drappi togliemo per mandare in Levante:
br. xxxviiii ii/iii di raso pagonazzo d’oro, opera a poste, fu lungo br. 39 7/8
br. xxvii i/iii di raso sbiadato d’oro, opera simile, fu lungho br. 27 ¾
-------------lxvii Sono in tutto pezze ii, chome si vede, br. lxvii per f. dua s. x larghi d’oro
braccio, montono
duc. 167 s. 10. –
k) Dieci giorni dopo i Salviati, lanaioli, acquistano tre rasi d’oro dal setificio di Raffaello
di Francesco di Cino, che già in passato aveva fornito br. 90 1/8 (Doc. 104 c). Due pezze
sono di modesta qualità e ottengono uno sconto (il pagamento viene calcolato su br. 56 4/5
anziché sulle reali br. 57 ¼)392:
391
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 95 r.
392
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 96 v.
262
262
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mdxv
Addì xxiiii di novembre
Raffaello di Francesco di Cino e compagni, setaioli, deono avere, addì detto, per questi
drappi a ppiè aùti da loro a baratto di grana di Levante per f. cinquanta uno s. xii larghi d’oro
in oro e per chonto d’uno merchato fatto con loro, sensale Benedetto da Monte Gonzi, è per
Levante:
br. xxxi di raso tanè d’oro, opera ricca, per f. tre s. xii larghi d’oro in oro braccio,
monta f. cento undici s. xii larghi d’oro in oro, fu lungo br. 26 ½
duc. 111 s. 12. –
br. xxvi [. . .] di raso tanè d’oro, opera povera, fu lungo br. 31 1/3
br. xxx s. 11 di raso di grana d’oro, opera povera, fu lungo br. 30 ¾
In tutto pezze ii e a pagamento br. lvi 4/5 per f. dua s. viii larghi d’oro in oro,
montono f. centotrentasei s. vi d. v larghi d’oro in oro
duc. 136 s. 6. 5
--------------------Montono in tutto le peze iii de’ sopra detti drappi duc. dugento quarantasette
s. xviii d. v larghi d’oro in oro, di che abbiamo a dare loro lib. 480 once 6 di grana
di Levante per tutto e d’acordo
duc. 247 s. 18. 5
l) Il 24 dicembre 1515 i Salviati comprano sempre da Raffaello di Francesco di Cino br. 29
7/8 di raso verde393:
Mdxv
Addì xxiiii di dicienbre
Raffaello di Francesco di Cino e chonpagni deono avere, per questi drapi a
piè aùti da lloro, di che abiamo a dare loro ½ ghrana di Choranto per f.
cinquantuno s. xii d’oro in oro el cento per passo e resto polvere di Levante per
f. cientotre s. vii394 larghi d’oro in oro el cento, chome apare per merchato, sensale
Benedetto Monte Ghonzi, br. xxviiii 7/8 di raso verde d’oro in 2 tagli per f. dua
s. viii d’oro in oro braccio, montano f. settantuno s. xiiii d’oro in oro, quale drapo
togliemo per mandare in Levante
duc. 71 s. 14. –
...
m) Lo stesso giorno 24 dicembre i Salviati, lanaioli, effettuano l’ultimo acquisto a
Firenze: è il tredicesimo e consiste in un solo taglio di velluto, fornito dai Salviati,
setaioli. Come anticipato, i drappi acquistati in novembre e dicembre vengono imballati
in un’unica cassetta che Matteo Manovelli si incarica di portare con sé a
Costantinopoli395:
393
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 98 v.
394
Una correzione rende la lettura incerta: forse vii corretto su iiii.
395
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 98 v.; per i riferimenti alla spedizione si veda in particolare il conto Drappi nel
mastro: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 93 d.
263
263
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[24 dicembre 1515]
Iacopo di Giovanni Salviati e chonpagni, setaioli, deono avere, addì detto, per
questo drapo a piè aùto da lloro per madare in Levante:
br. xxx i/iii di velluto di ghrana per f. dua di suggello, monta f. sesanta s. xiii d.
iiii di suggello, vagliono d’oro in oro duc. xlii i/ii
...
duc. 42 s. 10. –
n) Gli acquisti sono terminati. A partire dal giugno 1512 e sino al dicembre 1515 i Salviati,
lanaioli, hanno spedito br. 5622 7/8 di drappi. A Pera il corrispondente Girolamo da
Sommaia dà subito inizio alle vendite e tra il mese di ottobre 1513 e gennaio 1516 invia ai
Salviati sette estratti-conto di netto ricavo, in ognuno dei quali risulta l’ammontare del
ricavo lordo, le varie spese relative all’itinerario terrestre da Ragusa a Pera via Adrianopoli
e infine il ricavo netto. Come è facile immaginare, le vendite dei drappi sono decine e decine
e si protraggono per circa quattro anni. Il fondaco a Costantinopoli di Girolamo da Sommaia
conosce un movimento continuo di drappi, in entrata e uscita, però bisogna riconoscere che
Girolamo riesce a tenere una contabilità molto accurata. Nelle pagine precedenti abbiamo
elencato tutte le partenze delle sete da Firenze, che per Girolamo sono gli arrivi; ora
passiamo alle vendite, che sono molte. Come anticipato, ci limitiamo a richiamare le
forniture alla Porta.
Il 10 ottobre 1513 Girolamo da Sommaia compila il primo resoconto delle vendite,
che i Salviati copiano in un loro libro il 4 febbraio 1514. Nella parte iniziale Girolamo
informa i Salviati che si tratta dei drappi spediti nelle prime tre casse. Girolamo da
Sommaia spesso omette i nomi dei compratori turchi ed ebrei e si limita a menzionare
più amici. È invece molto attento quando in veste di compratori o mediatori intervengono
mercanti fiorentini quali Alessandro degli Albizzi, Antonio Carnesecchi, Baldino
Alessandri e tanti altri. La Porta effettua acquisti in due diverse occasioni, quando il
sultano si trova a Bursa. Selim I sceglie due tagli di un costoso altobasso di grana e 178
picchi di damaschi colorati, dal prezzo ben diverso. Tutti sono rintracciabili nelle due
prime forniture dei Salviati, setaioli (Doc. 104 a, b). Girolamo da Sommaia precisa inoltre
che nove drappi non hanno ancora avuto smercio però li ha considerati finiti a buono
chonto e quindi inclusi tra i venduti396:
Mdxiii
Addì iiii di febraio
Chopia d’uno chonto di drappi aùto questo dì di Pera da Girolamo da Somaia e dice chome
appresso e prima:
Appresso vi si dirà chonto a voi, Averardo e Giovanni Salviati e chompagni, per me Girolamo da
sSomaia, della fine e ispese di più drappi in 3 chasse, cioè dua chondocte noi medesimi e una riceuta
per Falcone Chalderini, chome appresso e prima:
...
396
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, cc. 47 v., 48 r. e v., 49 r.
264
264
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Alla Porta di Sultan Sali in Bursia per mano da Antonio Sostegni
27 2/5 picchi 27 2/5 in dua tagli di br. 31 1/3 d’altebasso di grana d’oro finito per
aspri 410 picco
aspri 11152
...
Alla Porta di Sultan Sali in Bursia per mano da Antonio Sostegni
178
picchi 178 di domaschi di più cholori per aspri 68 picco, montono
aspri 12104
...
--------------Somma la fine de’ sopra detti drappi, chome si vede
aspri 155379
Appresso le spese e prima397:
...
Somma tutte le spese, chome di sopra si vede
aspri 26042
---------------
Resta e ritratto netto di questo chonto, chome di sopra si vede, aspri
centoventinovemila trecento trentasette, cioè 129337 e di tanti siate
creditori al chonto per voi per quando rischosi saranno, provedetelo e
stando a dovere, chome noi l’aconciate e sendovi da dire, per voi o noi,
date aviso e se menderà. Cristo vi guardi
aspri 129337
duc. 2395
larghi
d’oro in oro
Girolamo da Somaia in Pera
addì x d’octobre 1513
o) A Costantinopoli Girolamo da Sommaia ha portato avanti la vendita dei drappi e il 17
novembre 1514 è in grado di compilare un altro estratto-conto che i Salviati copiano il 23
gennaio 1515. Il ricavo netto ammonta a duc. 1386. Come precisa lo stesso Girolamo, le
sete sono quelle fornite dal setificio dei Salviati nel giugno del 1513, che erano arrivate a
Pera con Giuliano Pitti (Doc. 104 d). Il sultano Selim ha acquistato due rasi d’oro e un
altobasso particolarmente costoso. Sete meno pregiate sono state comperate da due
diplomatici, il primo dei quali è l’ambasciatore del Soldano d’Egitto. Solo un drappo è
rimasto invenduto, ma Girolamo da Sommaia lo ritiene finito398:
Mdxiiii
Addì xxiii di giennaio
Chopia di uno chonto aùto questo dì di Pera da Girolamo da Somaia e dicie chome apresso e
prima:
Apresso vi si darà chonto a voi, Averardo e Giovanni Salviati e chonpagni, per me Girolamo da
sSommaia, della fine e spese fatte a più vostri drappi mandatomi per Giuliano Pitti in una chassa e
una chassetta e una balla di panni chome apresso intenderette e prima:
397
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 26042.
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, cc. 73 r. e v., 74 r.
398
265
265
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A più amici per danari contanti . . .
...
Allo inbasciadore del Soldano a danari chontanti, addì 17 detto [gennaio 1514=15]
35 picchi xxxv di domasco limone
35 picchi xxxv di di raso bianco
In tutto picchi 70 per aspri 70 picco, monta
aspri 4900
...
Alla Porta di questo Signiore Sultan Sali in Andrianopoli a nome del Sostegnio, i quali se
mandorno di qua, cioè le dua veste per me de’ rasi d’oro
41 ¾ picchi xli iii/iiii di raso di grana, anzi alessandrino, d’oro per aspri 180 picco,
monta
aspri 7515
39 ¾ picchi xxxviiii i/iiii di raso di grana d’oro per aspri 170 picco, monta
aspri 6672
14 1/8 picchi xiiii i/viii d’altebaso di grana d’oro per aspri 440 picco, monta
aspri 6215
-------------aspri 20402
...
A l’onbasciadore di Scio a danari chontanti, addì viiii di magio [1515]
12 1/2 picchi xii i/ii di velluto di grana cho feri basi per aspri 135 picco, monta
...
aspri 1687
-------------aspri 89709
Soma tutta la vendita, chome di là si vede
Apresso ispese fatte e prima399:
...
Somono tutte le spese, chome di sopra si vede
aspri 14861
--------------
Resta e ritrato netto di detti drappi, chome di sopra si vede, lxxiiii mila
dcccxlviii e di tanti siate chreditori al chonto per voi e per quando
rischossi saranno, provedetello e istando a dovere, chome noi,
l’achonciate e, sendovi da dire per voi o per noi, lo dite e s’emenderà.
Cristo vi guardi
aspri 74848
duc. 1386
larghi
d’oro in oro
Girolamo da Sonmaia in Pera
addì xvii di novenbre 1514
p) Quasi un anno dopo, l’8 ottobre 1515 Girolamo da Sommaia redige un terzo estrattoconto, che i Salviati copiano il 2 gennaio 1516. Le sete vendute sono quelle arrivate, in
parte, con Matteo Manovelli. Sempre numerosi gli anonimi amici che hanno acquistato sete;
Selim ha comperato una sola pezza, molto costosa. I drappi avanzati sono pochi e anche
questa volta Girolamo li ha considerati venduti400:
399
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 14861.
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, cc. 99 v., 100 r. e v., 101 r.
400
266
266
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[2 gennaio 1516]
Chopia di uno chonto aùto di Pera da Girolamo da Somaia e prima:
Apresso vi si dirà chonto a voi, Averardo e Giovanni Salviati e chonpagni, per me Girolamo da
sSomaia di Pera, della fine [e] spese fatte a più loro drappi, mandatoci in 2 chasse segnate di loro
segno, N. 1 e 2, di che ne fu chondutore sino inn Andrinopoli Mateo di Lorenzo Manovegli e prima:
A più amici . . .
...
Alla Porta di questo Signiore in Darmazia, sotto mone (sic) di Nicholoso Peroni, qui d’Antonio
Sostegni
14 1/8 picchi 14 1/8 d’altebaso di ghrana d’oro in br. 16 ½ per aspri 400 picco, monta aspri 5650
...
--------------Soma la fine de’ drapi finiti e ragionati finiti di questo chonto, chome di sopra si
vede
aspri 67642
Appresso le spese e prima401:
...
Soma tutte le spese, chome di sopra si vede
aspri 10942
--------------
Resta e ritrato neto di questo chonto, chome si vede, aspri 56700 e di
tanti siate chreditori . . .
aspri 56700
duc. 1050
larghi
d’oro in oro
Girolamo da Somaia in Pera
addì viii d’ottobre 1515
q) Quello stesso giorno 2 gennaio 2016 i Salviati determinano il primo risultato d’esercizio,
che è positivo e ammonta a f. 514.8.2402:
Avanzi fatti sopra le chose mandate e ritratte di Levante, che Iddio ci chonceda,
deono avere . . .
...
E, addì ii di gennaio 1515[=16], f. cinquecento quattordici s. viii d. ii d’oro in
oro, che ttanti se n’avanza a un chondo di drappi finiti in Levante per la parte di
che s’è aùto chonto a detti drappi, in questo, c. 93
duc. 514 s. 8 d. 2
...
r) Il 19 gennaio 1516 Girolamo da Sommaia si trova ad Adrianopoli e in quello stesso
giorno redige e spedisce a Firenze tre estratti-conto, che i Salviati copiano il 14 maggio.
Da segnalare due eventi, entrambi negativi. Il primo riguarda i drappi rimasti in
magazzino, valutati aspri 9000, che a differenza dei casi precedenti Girolamo non considera
401
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 10942.
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni,
lanaioli, c. 107 d.
402
267
267
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
venduti e per i quali evidentemente non è previsto un facile smercio. Il secondo è un fatto
drammatico: in bistestano, nel grande mercato coperto di Costantinopoli, un incendio ha
danneggiato alcune pezze causando, secondo la stima di Girolamo, un danno di aspri 2546
(ca. duc. 47 larghi d’oro in oro). Il primo estratto-conto riguarda le vendite delle sete
contenute nella cassa condotta da Bernardino Tebalducci Giacomini. In occasione di queste
vendite il sultano Selim ha effettuato un solo acquisto403:
Mdxvi
Addì xiiii di maggio
Chopia di uno chonto di una chas[s]a di drapi aùta di Levantte di Pera da Girolamo da Som[a]ia
e dice chome apreso e prima:
Apreso vi si darà chonto a voi, Averardo e Govani Salviatti e chompagni, per me Girolamo da
Somaia di Pera, in [A]dinop[o]li, de la fine e spese fatte a una chassa di drapi, segnata di vostro segno,
mandatoci per Bernardino Tebalducci G[i]achomini:
...
A la Porte di sultano Sali in Dalmazia sotto nome di Nicholoso Pieroni addì 23 di gugnio 1515 in
più somma
[picchi] 12 di raso tanè d’oro, aspri 115 picco, monta
aspri 2340404
[picchi] 41 d’altebassi d’oro in 3 veste: 2 verde e una rosa per aspri 400 picco, chome
di sopra
aspri 16400
...
--------------Soma tutta la fine de’ sopra detti drapi, chome di sopra si vede
aspri 43967
...
Apreso ispese e prima405:
...
Resta le spese di detti drapi, chome di sopra si vede
aspri 9504
--------------Resta e ritrato netto de’ sopra detti drapi . . .
aspri 34463
duc. 638. 4
larghi
d’oro in oro
...
Girolamo da Somaia in [A]dinopoli
addì xviiii di genaio 1515
403
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, cc. 113 r. e v.; a c. 113 r. l’ammontare del danno. Nell’autunno del 1515 la notizia
di un disastroso incendio a Costantinopoli era arrivata a Firenze; nei suoi Ricordi Bartolomeo
Cerretani scrive che “Im questi dì arsse in Chostantinopoli forsse 3 mila case et fuvi danno de’
vinitiani per 100 mila d(uca)ti, e fiorentini per 20 mila” (B. Cerretani, Ricordi, a cura di G. Berti,
Firenze 1993, p. 336).
404
Uno dei dati è inesatto. Il prezzo è errato: aspri 115 per un picco di raso d’oro sono davvero pochi.
I conti tornano se saliamo a 195, che è il valore di un raso analogo, menzionato nell’estratto-conto
che segue.
405
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 9504.
268
268
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
s) I drappi rimasti in magazzino, valutati aspri 17128, neppure questa volta vengono
considerati venduti. Anche questo lotto di sete è stato interessato dall’incendio e il danno
ammonta ora ad aspri 4872 (ca. duc. 90 larghi d’oro in oro). Il secondo estratto-conto,
redatto sempre il 19 gennaio 1516 ad Adianopoli, è incentrato sulla vendita delle sete
condotte da Francesco Alessandri, tutte lavorate nel setificio dei Salviati. Selim ha
acquistato un raso d’oro e tre tagli di un altobasso, come sempre costoso406:
Mdxvi
Addì xiiii di magio
Chopia di uno chonto di una chassa di drapi aùta di Levante da Girolamo da sSommaia e dicie
chome apresso e prima:
Appreso vi si dirà chonto a voi, Averardo e Giovanni Salviati e chonpagni, per me Gerolamo da
sSommaia, della fine e spese fatte a una chassa di vostri drapi, mandatomi per Francesco Allessandri
e prima:
...
Alla Porta di Sultan Sali in Darmazia soto nome di Nicholoso Pieroni, addì xxiii di giugnio
23 ¾ di raso d’oro biancho, uno rosso e uno tanè per aspri 195 picco, monta
aspri 4676
41 7/8 d’altebaso di grana d’oro in 3 veste: una rosa, una tanè, una verde, per aspri
400 picco, monta
aspri 16750
...
--------------Soma la fine de’ sopra detti drapi, chome di sopra si vede
aspri 38215
Apresso ispexe e prima407:
...
Soma tutte le sopra dette spese, chome di sopra si vede
Resta e ritrato netto de’ sopra detti drappi . . .
aspri 28087
aspri 10128
--------------duc. 520. 2. 6
larghi
d’oro in oro
...
Girolamo da Somaia
addì xviiii di gien[na]io 1515 inn Andrinopoli
t) È l’ultimo dei tre estratti-conto compilati da Girolamo da Sommaia in Adrianopoli
quello stesso giorno, 19 gennaio 1516. Al centro delle vendite sono i drappi imballati
nelle due casse condotte a Pera da Giovan Battista Buonaparte. Per i Salviati è stato
l’investimento più impegnativo, con un primo costo pari a f. 1807 s. 16 larghi d’oro in
oro. Al momento della compilazione del resoconto moltissimi drappi sono ancora
invenduti e Girolamo da Sommaia li tralascia. Piuttosto pesanti sono state le conseguenze
dell’incendio, che ha rovinato sei pezze tra rasi e velluti, per un valore di aspri 14000 (ca.
406
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 114 r. e v.; a c. 114 r. il danno causato dall’incendio.
407
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 10128.
269
269
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
duc. 260 larghi d’oro in oro). In compenso i compratori illustri ora sono due: al solito
Selim si è affiancato il figlio Solimano, che gli europei definiscono il Magnifico.
Grazie all’intervento di Alessandro degli Albizzi il diciannovenne Solimano il giorno
11 maggio 1515 ha acquistato 14 picchi di un costosissimo altobasso verde d’oro e alcuni
tagli di rasi sempre d’oro, uno dei quali con una decorazione a corde. Tutti i drappi sono
facilmente rintracciabili tra quelli venduti il 21 ottobre 1514 dai Salviati, setaioli, ai
Salviati, lanaioli. Possiamo così aggiungere che il raso nero presentava una decorazione
a poste e il raso tanè a spera (Doc. 104 i). Non è facile stabilire esattamente dove
Solimano abbia comperato le sue sete, se a Costantinopoli o ad Adrianopoli. Sappiamo
che Girolamo da Sommaia era ad Adrianopoli quando il 19 gennaio 1516 ha compilato il
resoconto delle vendite concluse nei mesi precedenti e bisogna riconoscere che Girolamo
è stato sempre attento nel precisare se la transazione ha avuto luogo, ad esempio, ad
Adrianopoli o a Bursa. La mancata designazione, come nel caso di Solimano, fa pensare
dunque a Costantinopoli.
Era invece certamente ad Adrianopoli Selim quando ha acquistato tre velluti. Girolamo
da Sommaia si è limitato a menzionare i drappi e le relative lunghezze in braccia fiorentine
e poi ha presentato un totale, ridotto, di picchi 49 di velluti per aspri 120 il picco.
Nel mese di maggio del 1516 hanno avuto dunque luogo le seguenti vendite408:
Mdxvi
Addì xiiii di maggio
Chopia di uno chonto di ii chas[s]e di drapi aùto di Levante e da Girolamo da Som[a]ia e dice
chome apreso e prima:
Apresso vi si darà chonto a voi, Averardo e Govanni Salviatti e chonpagni, per me Girolamo da
sSomm[a]ia, de la fine e spese di dua vostre chas[s]e di drapi, mandatocci per Govan Batista
Buonaparte, segnate di vostro segno, chome apreso e prima:
A uno amicho . . .
...
A la Porta di sultano Suilemen, figliolo del Signore, addì 11 magio, sotto nome d’Alesandro
Albizzi e prima:
[picchi] 14 d’altebasso verde d’oro, aspri 450 picco, monta
aspri 6300
[picchi] 36 de rasi d’oro in 3 veste, coè br. 13 ¾ verde, 13 2/3 simile,
13 ¾ di grana, per aspri 200 picco, monta
aspri 7200
[picchi] 12 di raso di grana a chorde per aspri 280 picco
aspri 3360
[picchi] 24 di rasi d’oro in dua veste, coè br. 13 ¾ nero, br. 13 2/3 tanè
per aspri 210 picco
aspri 5040
[picchi] 76 di domaschi tanè in br. 52 e 35 per aspri 68 picco, monta
aspri 5168
--------------aspri 27068
...
408
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, cc. 115 r. e v.
270
270
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
A la Porta di sultano Sali, Signore, in Adrinopoli, per questi drapi a piè, finiti sotto nome del
Sostegnio e lui sotto Luigi G[h]era[r]di e quale non è qui . . .
br. 31 2/3 di veluto verde, tratone picchi 2 e di sopra
br. 13 1/6 di veluto pagonazzo
br. 27 1/6 di simile, tratone picchi 12
In tutto si ragonano picchi 49 per aspri 120 picco, monta
aspri 5880
...
--------------Soma la fine de’ sopra detti drapi, chome si vede di sopra
aspri 60420
...
Apresso le spese fate e prima409:
...
Soma tute le spese, chome di sopra si vede
aspri 16496
--------------Resta e ritratto netto de’ sopra detti drapi . . .
aspri 43924
duc. 813. 8. –
larghi
d’oro in oro
...
Girolamo da Somaia in Adrianopoli
addì xviiii di genaio 1515
u) Cinque giorni dopo, il 24 gennaio 1516 Girolamo stila un altro resoconto, relativo alla
vendita dei drappi contenuti nella cassetta che Piero da Sommaia ha portato con sé a Pera.
La Porta non ha effettuato alcun acquisto e noi ci limiteremo a ricordare i pochi invenduti
e il ricavo netto, pari a duc. 467.15 larghi d’oro in oro410.
Con quest’ultimo estratto-conto Girolamo da Sommaia conclude la sua attività di
corrispondente dei Salviati, incaricato di curare la vendita dei loro drappi. A partire dalla
prima spedizione del 16 giugno 1512 sino all’ultima del 24 dicembre 1515, i Salviati,
lanaioli, hanno inviato complessivamente drappi per br. 5622 7/8 e sino al gennaio 1516
Girolamo ne ha smerciati ca. l’80%.
Le parti intanto hanno già stabilito che i nuovi corrispondenti a Costantinopoli siano
Michele di Vieri e Piero di Francesco da Sommaia. Prima di passare alla nuova gestione è
d’obbligo ricordare l’incendio che ha distrutto alcuni drappi dei Salviati nel grande mercato
coperto di Costantinopoli (bisestano): il fuoco ha bruciato complessivamente br. 248 7/8
tra rasi e velluti, valutati aspri 21418, vale a dire quasi 400 fiorini d’oro larghi in oro. La
fonte è Girolamo da Sommaia, che nei primi tre estratti-conto, tutti redatti il 19 gennaio
1516 ad Adrianopoli, parla di drappi arsi e li menziona in mezzo ad altri, venduti ad
Adrianopoli e a Costantinopoli411.
Dopo aver ricevuto gli ultimi resoconti delle vendite, il 19 luglio 1516 i Salviati
determinano il secondo risultato, anche questo positivo412:
409
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 16496.
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, c. 116 v.
411
Riferimenti completi ai danni in: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo
e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, c. 166 d.; Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e
ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli, cc. 113 r., 114 r., 115 v.
412
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni,
lanaioli, c. 107 d.
410
271
271
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Avanzi fatti sopra le chose mandate e ritratte di Levante, che Iddio ci
chonceda, deono avere . . .
...
E, addì detto [19 luglio 1516], f. cinquantatre s. xiiii d. xi d’oro in oro che
tanti se n’avanza a un chonto di drappi finiti in Levante in più chonti fattogli
debitori, in questo, c. 166
duc. 53 s. 14 d. 11
...
v) Nel 1516 Girolamo da Sommaia non è più il corrispondente a Pera dei Salviati e il suo
posto è preso da Michele di Vieri e Piero di Francesco da Sommaia. A loro i Salviati
affidano l’incarico di curare lo smercio dei drappi invenduti, che ammontano a br. 918 7/8,
vale a dire il 16% del totale spedito da Firenze. Francesco da Sommaia, come abbiamo
notato, ne ha venduto l’80%; il 4% è stato distrutto dal fuoco.
I due nuovi corrispondenti svolgono con impegno il loro compito e già all’inizio di
febbraio 1516 effettuano le prime vendite, che proseguono per quasi tutto il 1517.
Le cose subiscono un cambiamento importante verso la fine dell’anno. Agli inizi di
novembre 1517 Michele di Vieri e Piero da Sommaia rientrano in patria e a Firenze presentano
ai Salviati il resoconto finale del loro operato. A Firenze infatti compilano ben sette estratticonto, dai quali risulta l’ammontare dei drappi venduti: ca. br. 396, che corrispondono al 43%
delle sete consegnate da Girolamo ai nuovi corrispondenti (br. 918 7/8), per un totale di ca.
710 ducati d’oro. Questa volta Selim non ha effettuato alcun acquisto, ma al suo posto
troviamo una sua nipote, della quale ignoriamo il nome, e di nuovo il giovane Solimano. Le
transazioni hanno avuto luogo tutte ad Adrianopoli: il 27 marzo 1516 la nipote ha acquistato
12 picchi di raso verde mentre il 16 luglio 1517 Solimano ha scelto sei tagli di rasi d’oro. Da
tre diversi estratti-conto redatti a Firenze il 13 novembre 1517 risultano dunque le seguenti
vendite alla Porta413:
...
A una nipote del Signore, addì xxvii di marzo1516 passato, inn Andrianopoli:
picchi 12 di raso verde stietto per aspri 66 picco, monta
aspri 792
...
Al figliolo del Signiore inn Andrianopoli, a la sua Porta, e per mano d’Alexandro414, addì detto
[16 luglio 1517]:
picchi 11 ¾ di rasso paghonazo d’oro a chorde andari per aspri 280 picco
picchi 11 ¾ di raso tanè d’oro della spera andari per aspri 220 picco
Montano in tutto
aspri 5875
...
A la Porta del figliolo del Signore inn Adrianopoli, per mano d’Alesandro degli Albizi, addì xvi
di luglio 1517:
picchi 11 ¾ di raso biancho d’oro simile par aspri 200 picco
picchi 12 ¼ di raso di grana d’oro andari per aspri 220 picco
In tutto
aspri 5045
...
413
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli, cc. 149 r. e v., 150 r.
414
Alessandro degli Albizzi, che già in passato era intervenuto sulla piazza di Adrianopoli, e che
ricorre nella voce successiva.
272
272
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Addì xvi di luglio 1517 alla Porta del figliolo del Signore inn Andrianopoli per mano d’Alesandro
degli Albizi:
picchi xxvii di raso verde d’oro andari in 2 tagli a ragione di aspri 160 picco, monta
aspri 4320
...
w) A Firenze Michele di Vieri e Piero da Sommaia hanno dunque presentato ai Salviati un
rendiconto completo del loro operato, ricevendo come compenso la classica provvigione
del 2%. Nel fondaco a Pera sono rimaste br. 522 2/5 di drappi, che i Salviati il 15 dicembre
1517 valutano duc. 1240 e trasferiscono al conto Averardo Salviati e compagni della
ragione nuova: un conto, anticipiamo subito, che rimanda a una nuova gestione non dei
Salviati, lanaioli, ma dei Salviati, setaioli, i quali ora tornano in possesso delle sete
precedentemente fornite. A questo punto i Salviati, lanaioli, tenuto conto del valore delle
sete invendute ma passate ai Salviati, setaioli, possono calcolare il risultato finale di un
investimento che è durato più di cinque anni. Come anticipato, nel corso del 1516 avevano
determinato due risultati positivi, rispettivamente di f. 514.8.2 il 2 gennaio (Doc. 104 q) e
di f. 53.14.11 il 19 luglio (Doc. 104 u), per complessivi f. 568 circa415; adesso, il 15
dicembre 1517, registrano una perdita di f. 296.10.8416. Nel complesso, questo investimento
si è concluso dopo più di cinque anni con un risultato positivo. I due utili iniziali del 1516
hanno coperto la perdita del 1517; il fuoco ha causato un danno di circa f. 400. A Pera i
drappi rimasti invenduti – br. 522 2/5, valutati duc. 1240 – sono passati, o meglio tornati,
nelle mani del Salviati, setaioli. Il corrispondente a Costantinopoli, incaricato della vendita,
è ora il solo Michele di Vieri. Per concludere, dunque, i Salviati registrano il 15 dicembre
1517 una perdita di f. 296.15.8417:
Disavanzi, di che Iddio guardi, deono dare, addì xv di dicembre [1517]
...
E, addì detto, f. dugentonovantasei s. xv d. viii d’oro, che tanti si perde a uno
chonto di drappi in Levante, chome si vede, in questo, 179
...
f. 296 s. 15 d. 8
x) Nel dicembre 1517 Michele di Vieri è incaricato di provvedere alla vendita dei drappi
che gli sono stati affidati. Per questi anni la contabilità dei Salviati, setaioli, non presenta la
completezza di quella dei Salviati, lanaioli; in particolare la descrizione delle sete è spesso
insoddisfacente e non giustifica una trascrizione integrale delle fonti. Le vendite sono
iniziate il 6 febbraio 1518 e si sono protratte sino al 1523. Ignoti sono i nomi dei compratori;
sappiamo invece che il ricavo netto ammontò a duc. 1291.13 d’oro418.
Michele sta portando avanti il suo compito quando a Firenze i Salviati, setaioli, decidono
di spedire altri drappi: il 15 luglio 1519 partono br. 27 di raso di grana d’oro, opera delle
chorde, e il 10 febbraio 1520 br. 76 ¾ di velluto di grana419:
415
Entrambi in: Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati
e compagni, lanaioli, c. 107 d.
416
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni,
lanaioli, c. 210 s.
417
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni,
lanaioli, c. 210 s.
418
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e
compagni, setaioli, c. 35 d.
419
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e
compagni, setaioli, c. 116 s.
273
273
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mdxviiii
Drappi in Levante mandati a Michele di Vieri deono dare, addì xv di luglio, duc.
novantanove s. xviii d’oro sono per br. xxvii a pagamento di raso di grana d’oro
opera delle chorde mandato per nostro chonto e ragonato duc. tre s. xiiii d’oro per
tenpo di mesi xv, chome apare al Giornale, 50, a drappi, avere, in questo, a c. 101
duc. 99 s. 18 d. –
E, addì x di febraio, duc. centoventi s. xviii d. viiii d’oro sono per 2 pezze di
veluti di grana a pagamento br. 76 ¾ mandati in una chassa di Piero Horlandini,
che ne fu chondutore Charlo Zati, adiritta per detti Orlandini a Orso del Pace, al
Giornale, 70, a drapi, 141
duc. 120 s. 18 d. 9
E, addì xvii detto, duc. dua s. xviiii d. ii d’oro paghati a Piero Orlandini, portò
Ruberto Rinieri chontanti per nostra rata di spese di qui in Anchona delle dua
pezze di drappi mandate in una sua chassa, chome a Uscita, 56, al conto di chassa,
in questo, 143
duc. 2 s. 19 d. 2
...
y) Michele di Vieri vende i nuovi arrivi nel 1522: il 23 gennaio il raso a corde per duc.
100.16.8, una cifra insoddisfacente; il 12 aprile i velluti, a un prezzo discreto: duc. 136.14
d’oro. A questo punto tutti i drappi sono stati venduti ma i Salviati, setaioli, chiudono
definitivamente i conti solo il 15 febbraio 1529, quando calcolano il risultato finale, che
ammonta a un utile di duc. 42.6.5420:
Drappi in Levante mandati a Michele di Vieri deono dare . . .
...
E, addì xv di gennaio 1528[=29], duc. quarantadua s. vi d. v d’oro, per tanti
fattone creditore Avanzi, in questo, 66
duc. 42 s. 6 d. 5
...
Doc. 105
Giovanni Pandolfini ha già acquistato un raso tanè per rivenderlo a Costantinopoli.
Dopo un disguido iniziale la seta arriva a destinazione e il corrispondente locale la cede in
cambio di 4 pezze di ciambellotti. Pandolfini così riassume i termini dell’operazione421:
[1512]
Richordo chome oggi, questo dì xxxi di luglio 1512, i’ ò chonsegnato a Manno d’Andrea Boni
br. 18 di raso tanè isp. per mandare in Levante a Orso suo garzone per finirllo e del ritratto
chonsengnarmelo che in buon punto sia.
Riebbilo da Manno Boni perché non mandò e dettilo a Giovan Batista Buonaparte a finirmelo in
Levante, addì 7 d’ottobre 1512.
Che mi à rechato di detto raso 4 pezze di canbelotti422.
420
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e
compagni, setaioli, c. 116 s.
421
ASF, Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini, c. 104 v.
422
Quest’ultima nota, scritta con un inchiostro differente, è stata aggiunta da Pandolfini dopo la
consegna della merce.
274
274
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 106
Da Costantinopoli Bartolomeo Tebalducci informa Antonio e Francesco Corbinelli, a
Firenze, dell’avvenuta vendita di ben 1800 picchi di broccati alla Porta di Bursa e di
un’imminente vendita di rasi e velluti d’oro. Alla fine di gennaio 1513 – prosegue
Tebalducci – dovrebbe arrivare la carovana delle sete423:
Iesus, addì xxi di diciembre 1512
...
Addì xiiii di questo si fecie bazaro a la Portta im Bursia di pichi 1800 di brochati per aspri 290 (e
rossi) e piglieranno amchora rasi d’oro, veluti d’oro e altri drappi, e chi avessi 100 panni ischolorati
chativi, subito si finirebano a detta Portta.
In fra uno mese s’atemde nuova charovana di seta e chi arà panni istimo s’abino a finire bene: per
aviso vi sia. Se ò a fare niente per voi, avisate.
...
Doc. 107
Nel 1513 Firenze decise di inviare un ambasciatore a Costantinopoli nella speranza,
coronata da successo, di ottenere dal nuovo sultano Selim I la conferma dei privilegi
concessi in precedenza da Bajazet II. L’ambasciatore – Francesco Antonio Nori – lasciò
Firenze con un seguito adeguato alla circostanza, portando con sé i doni destinati alla Corte.
Di questa missione diplomatica presentiamo due fonti: una veneziana e una fiorentina.
a) Una lettera inviata da Costantinopoli a Venezia descrive l’arrivo nella capitale ottomana
dell’ambasciatore fiorentino, avvenuto il 1° settembre 1513. Il mittente, il veneziano Santo
Barbarigo, riporta il numero dei fiorentini – ben 250 – presenti a Costantinopoli,
Adrianopoli e Bursa424:
A dì primo dil presente [settembre 1513] gionse qui in Pera lo ambasador de fiorentini
acompagnato da zercha cavalli 200, che questi fiorentini haveano adunati per honorarlo. Di la sua
compagnia sono zercha 40 zervitori. Preparano gran presenti aziò el porti al Signor, e tutto fanno a
concorentia nostra, i qual fanno grandissime facende in questi lochi di sede et di panni di lana. Sono
tra Pera e Andirnopoli et Bursa da 250 marchadanti fiorentini, et sono non pocho cari al Signor, ma
pur non sono amati come la nation nostra.
b) Elenco dei doni – quasi esclusivamente drappi di seta e panni di lana – che nel 1513
l’ambasciatore fiorentino offrì al sultano ottomano Selim I e ai personaggi più in vista della
Corte425:
423
ASF, Manoscritti, 94, N. 54, Lettera di Bartolomeo Tebalducci, in Pera, ad Antonio e Francesco
Corbinelli, in Firenze, 21 dicembre 1512. V. anche I. Houssaye Michienzi, The silk market in Bursa
around 1500, cit., p. 59, nota 26.
424
M. Sanudo, I Diarii, 58 voll., Venezia 1879-1903, XVII, Col. 160. La risposta favorevole di Selim,
datata 25 ottobre in Adrianopoli, è pubblicata da G. Műller, Documenti sulle relazioni delle città
toscane coll’Oriente, cit., p. 267.
425
ASF, Carte Strozziane, Serie Seconda, 96, Ins. 4.
275
275
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Nota di presente mandato al Signore turcho per le mani di Francesco Antonio Nori, inbascadore,
e prima:
Al Signore turcho
br. 15 di domaschino brochato ariccato, largo br. 1 ¼, riccho
br. 15 ¾ di brochato d’oro a bastone, riccho
br. 15 ¼ d’alto e basso di grana chon oro, richo
br. xvi di raso rosso chermisi allucolato d’oro
br. xvi di velluto paonazzo chermisi
br. xvi di velluto paonazzo chermisi
br. xvi di velluto rosso chermisi
br. xvi di velluto rosso chermisi
br. xvi di raso rosso chermisi
br. xvi di raso rosso chermisi
br. vi di panno luchexino riccho
br. vi di panno luchexino riccho
br. vi di panno paonazzo di grana
br. vi di panno paonazzo di grana
br. vi di panno limoni Santo Martino
br. vi di panno limoni Santo Martino
br. vi di panno sbiadato
br. vi di panno sbiadato
Santo Martini
br. vi di panno verde porro
br. vi di panno verde bruno
iiii pezze di tela d’Olanda fine, channe xl
una chassetta d’avorio
una chas[s]ettina d’avorio
uno chalamaio d’avorio
uno schachiere e tavolieri d’avorio
Al Chapigi Bascì della Porta del Signore
br. vi di panno paonazo di grana
Al Chausa Bascì
br. vi di panno luchexino
A ii Caussi del Signore
br. vi di panno luchexino
br. vi di panno luchexino
Al Draghomanno del Signore
br. xvi di velluto tanè
br. xvi di velluto rosso
br. vi di panno verde porro
f. 50 d’oro larghi in oro
276
276
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Al Chasuadar del Signore
br. xvi di velluto verde
br. xvi di domascho tanè
br. vi di panno rosso
br. vi di panno fistuchino
Allo Elexagi che fa la testa del Signore
br. xvi di raso tanè
Allo schrivano che schrive i chapitoli
br. xvi di raxo tanè
Al primo Bascà
br. xv ¾ di brochato d’oro a bastone
br. xvi di velluto rosso chermixi
br. xvi di velluto rosso allexandrino
br. vi di panno luchexino
br. vi di panno paonazo di grana
br. vi di panno verde porro
br. vi di panno verde bruno
Al suo Chapiggi
br. vi di panno paonazzo gharbo
Al secondo Bascà
br. xvi di brochato d’oro a bastone
br. xvi di velluto rosso chermisi
br. xvi di velluto allesandrino
br. vi di panno luchexino
br. vi di panno paonazzo di grana
br. vi di panno verde porro
br. vi di panno verde bruno
Al suo Chapiggi
br. vi di panno paonazo gharbo
Al terzo Bascà
br. xvi di brocchato d’oro a bastone
br. xvi di velluto rosso chermisi
br. xvi di velluto allexandrino
br. vi di panno luchexino
br. vi di panno paonazzo di grana
br. vi di panno verde porro
br. vi di panno verde bruno
277
277
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Al suo Chapiggi
br. vi di panno paonazo di gharbo
Al Bergheran bei della Grezia
br. xvi di brochato d’oro a bastone
br. xvi di velluto allesandrino
br. xvi di velluto verde
br. vi di panno luchexino
br. vi di panno paonazzo di grana
br. vi di panno verde porro
br. vi di panno limoni
Al suo Chapiggi
br. vi di panno verde bruno
Al Defederderi della Grezia
br. xvi di velluto rosso di grana
br. xvi di domascho giallo
br. vi di panno paonazzo di grana
br. vi di panno verde bruno
Al Viscie Signore di Chostantinopoli, anzi
al Defederderi della Turchia
br. xvi di velluto rosso di grana
br. xvi di domascho giallo
br. vi di panno paonazzo di grana
br. vi di panno verde bruno
Al Vicie signore di Chostantinopoli
br. xvi di velluto rosso di grana
br. vi di panno luchexino
Al Subasci di Chostantinopoli
br. xvi di velluto tanè
br. vi di panno paonazzo di grana
Al suo Chapiggi
br. vi di panno fistuchino
Al suo Mechomettier
br. vi di panno rosso di garbo
278
278
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Al Tettuchaia
br. vi di panno rosso gharbo
All’Emino di Ghostantinopoli
br. vi di panno paonazzo di grana
Al Sobasci d’Andrenopoli
br. xvi di velluto tanè
br. vi di panno verde bruno
Al Basoniere che sta in chasa l’onbascadore
br. vi di panno fistuchino
Al Sanghacco di Chocca
br. xv di raxo tanè
Doc. 108
La compagnia di setaioli di Mainardo Cavalcanti produceva ed esportava drappi in
molte città europee, da Lione a Costantinopoli. La documentazione copre gli anni 15111517 e consiste di due libri di lettere e conti e di un raro Libro di mandate, nel quale sono
elencate le spedizioni dei drappi. È un codice ricco di dettagli importanti, che fa parte della
contabilità dell’analisi; sono invece andati perduti i libri della sintesi e con loro il ricordo
dell’ammontare degli investimenti, dei costi, dei ricavi e dei risultati conseguiti. Come i
Salviati e i Serristori, anche i Cavalcanti menzionano con precisione i drappi che lasciano
Firenze e che poi si ripetono nei resoconti delle vendite. Anche per i Cavalcanti, quindi,
presentiamo trascrizioni complete delle sole forniture alla Porta.
Al pari di altre compagnie i Cavalcanti, che contemporaneamente si firmavano setaioli
e battilori, esportavano sete in Levante seguendo modalità diverse: a volte agivano in
proprio e a Pera si appoggiavano su un corrispondente che avrebbe curato le vendite, a volte
si associavano ad uno o più mercanti, per poi ripartire il risultato finale. Nello stesso tempo
i Cavalcanti ricevevano ordinazioni da parte di mercanti fiorentini attivi a Costantinopoli e
nella loro bottega di setaioli eseguivano quanto veniva loro richiesto; completata la
lavorazione, spedivano i drappi al committente insieme all’estratto-conto dei costi e delle
spese. Tutto questo ha lasciato molte testimonianze nei tre codici a noi pervenuti,
soprattutto nelle lettere; le notizie sono tante e a volte si accavallano, al punto che non è
sempre facile collegare ognuna di esse alla rispettiva operazione.
a) All’inizio del 1511 i Cavalcanti spediscono, in proprio, drappi a Bartolomeo Biliotti, che
a Costantinopoli si occuperà delle vendite. Il 29 gennaio partono le prime 14 sete, numerate
progressivamente. Il Libro di mandate le descrive con cura, mentre omette i costi426:
426
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 33 r. e v. Dopo aver menzionato ogni singolo drappo, il contabile ha aggiunto,
279
279
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mdx [=1511]
Drapi mandati i Levante a Bartolomeo Biliotti, questo dì 29 di gienaio . . .
N. 1 brochato di grana a bastone, richo, i 3 tagli
...
N. 2 brochato di grana in una gricha, richo
...
N. 3 brochato di grana in una gricha chol pelo alto, richo
...
N. 4 brochato di grana in una gricha chol pelo alto, richo
...
N. 5 brochato di grana in una gricha chol pelo alto, richo
...
N. 6 brochato verde in una gricha
...
N. 7 brochato alesandrino a bastone
...
N. 8 altebaso di grana in una gricha, richo
...
N. 9 altebaso di grana in una gricha, richo
...
N. 10 raso di grana apicholato d’oro in 4 griche
...
N. 11 raso tanè apicholato d’oro i 3 camini
...
N. 12 domascho tanè apicholato d’oro i 3 camini
...
N. 13 domascho sbiadato apicholato d’oro in 4 griche
...
N. 14 domascho tanè a la viniziana
...
br. 47.15. –
br. 31.17. 6
br. 33.17. 6
br. 31. 2. 6
br. 30.13. 4
br. 32. 5. –
br. 32.10. –
br. 16. 5. –
br. 14.17. 6
br. 28.10. –
br. 14. –. –
br. 13. 6. 8
br. 13.10. –
br. 50.10. –
b) Il giorno 1° febbraio i Cavalcanti consegnano le sete alla dogana di Firenze e le affidano
a Leonardo Pitti, in partenza per il Levante. Di questo ricordo presentiamo la parte iniziale,
con i riferimenti all’itinerario (Ancona-Ragusa)427:
[1° febbraio 1511]
Questo dì primo di febraio abiamo chonsegnato in dochana di Firenze e schabelata una chas[s]a
di nostri drapi d’oro e schieti, segnati de l’avanti segno e N. 1 a Lionardo di Piero Pitti per mandarla
in un secondo momento, incompleti riferimenti all’avvenuta vendita, tralasciando però il nome del
compratore; abbiamo omesso queste annotazioni. Ancora, accanto alla lunghezza del drappo, espressa
in braccia fiorentine, il contabile dei Cavalcanti ha aggiunto la lettera p. (picco) allo scopo, non
mantenuto, di riportare la lunghezza anche in picchi. Mancando il dato, abbiamo tralasciato anche
questa abbreviazione.
427
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 2 v.
280
280
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
in Anchona e quivi cho la persona sua pasarla a Raugia per ’l primo pasagio e da Raugia chondurla
in Pera per chonsegnarla a Bartolomeo di Lorenz’Angnolo Biliotti a nostro ordine . . .
c) Due giorni dopo – il 3 febbraio – i Cavalcanti da Firenze scrivono a Biliotti per avvisarlo
che presto riceverà una cassa contenente i drappi, parte dei quali appartiene ai Pitti. Alcuni
broccati chol pelo alto sono molto belli e non si dovrebbero vendere a meno di 320 aspri il
picco. I Cavalcanti avvertono Biliotti che entro la metà di settembre gli arriveranno ulteriori
braccia 300-400 circa di broccati428:
[3 febbraio 1511]
Per conto di Mainado Cavalchanti e compagni setaioli, col nome di Dio e di buon salvamento, si
chonsegnò a dì primo di questo a Lionardo Pitti una cas[s]a di loro drapi, N. 1, de l’avanti segno, che
in questa ne sarà e legagio, la quale vi si manda per finire per deto chonto cho libera chomesione e de
ritratto rimetete a loro in danari chontanti o in chanbi, chome a voi parà più loro vantagio.
...
In detta chas[s]a vi si manda cierti brochati col pelo alto, una chosa belisimi, e quali no si vorebono
in nesuno modo da[r]gli a mancho d’aspri 320 el mancho el picco . . .
...
Per deto chonto se n’è meso suso e drapi che di sopra si diche e chosì ordiniamo 3 in 400 braccia
di brochati rosi fra chol pelo alto e ordinari, che vogliamo sieno chostì ½ setenbre al più lungho, che
sarano chosa bella, sì che andate anchora voi di mano in mano provedendo. Avete a paghar all Pito
per chondota di deta chassa aspri 1250.
Per virtù d’u[n] richordo vi mostrerà e perché la chas[s]a ci parse un pocho grande
chonduchandosi salva sanza inpedimento di drapi gli pagherete più aspri 100 che chosì gli abiamo
promeso a parole e vogliamo se gl’oservi.
...
d) Il 22 marzo i Cavalcanti informano Bartolomeo Biliotti a Pera di aver messo in
lavorazione 25 telai per produrre broccati altobassi, velluti d’oro e altre sete costose. I
Cavalcanti pensano di spedire i drappi, stimati 2000 ducati, entro giugno o la metà di luglio;
per ottobre prevedono di effettuare una fornitura analoga429:
[22 marzo 1511]
...
Abiamo meso suso xxv telai di drappi d’oro fra brochati, altebassi d’oro, veluti d’oro e rassi e
damaschi broccati, che faciano contto per tutto gugnio o ½ luglio mandare drappi per duc. 2000 e
altanti per tutto otobre, chon chualche velluto istieto e chossì rassi e damaschi . . .
...
e) I Cavalcanti riescono a rispettare i loro impegni e il 21 giugno 1511 partono i drappi
recanti i numeri 15-33430:
428
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 40 v.
429
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 41 v.
430
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 34 r. e v., 35 r. Vedi anche nota 426.
281
281
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mdxi, in Pera, a Bartolomeo Biliotti, addì xxi di giugno . . .
15 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini
...
16 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini
...
17 raso di grana brochato d’oro, richo, a chorde
...
18 raso di grana brochato d’oro, a chorde, richo
...
19 domascho di grana apicholato d’oro in 4 griche
...
20 domascho pachonazo apicholato d’oro a griche
...
21 domascho tanè apicholato d’oro in 2 camini
...
22 domascho sbiadato a la viniziana, richo
...
23 domascho tanè a la viniziana, richo
...
24 domascho gialo a la viniziana, richo
...
25 domascho vermiglo a la viniziana, richo
...
26 raso gialo, richo
...
27 raso pachonazo, richo
...
28 brochato di grana a bastone
...
29 brochato di grana a bastone
...
30 brochato di grana chol pelo allto, richo, a bastone
...
31 brochato di grana a bastone a uno oro chol pelo alto
...
32 brochato di grana a bastone a uno oro chol pelo alto
...
33 raso sbiadato, richo
...
br. 15.17. 6
br. 15.17. 6
br. 13.10. –
br. 13. 5. –
br. 27. –. –
br. 25. 5. –
br. 13. 6. 8
br. 49.10. –
br. 52.10. –
br. 56.10. –
br. 48.10. –
br. 52.10. –
br. 26.10. –
br. 32. –. –
br. 34. 5. –
br. 31. –. –
br. 30.17. 6
br. 34. –. –
br. 51.13. 4
f) I primi due velluti d’oro sono di una qualità eccezionale per l’alto contenuto di fili d’oro
e due giorni dopo la spedizione i Cavalcanti scrivono a Biliotti431:
431
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 43 v.
282
282
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[23 giugno 1511]
...
Le 2 vesta de’ veluti d’oro, chome vedrette, sono chosa richa, che v’è drento preso a once 2 d’oro
per braccio, sì che vedete vendegli a pregio c’abiàno a salvare, e chossì e rassi a chorde e chossì e
domaschi d’oro, che sono una chossa bella e be[n] lavorati.
...
g) Il 23 luglio 1511 i Cavalcanti prendono nota della partenza dei drappi numerati 34-61432:
Mdxi, a Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì xxiii di luglo . . .
N. 34 brochato di grana a bastone a uno oro, chol pelo alto br. 33.17. 6
...
N. 35 altebaso di grana in una gricha, richo, brochato d’oro br. 16.10. –
...
N. 36 altebaso di grana brochato d’oro in una gricha
br. 15.17. 6
...
N. 37 altebaso di grana brochato d’oro in una gricha
br. 16. –. –
...
N. 38 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini
br. 16. 6. 8
...
N. 39 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini
br. 16.10. –
...
N. 40 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini
br. 15.13. 4
...
N. 41 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini
br. 16. 6. 8
...
N. 42 raso di grana d’oro i 2 camini
br. 44. –. –
...
N. 43 raso di grana d’oro i 2 camini
br. 28. 5. –
...
N. 44 raso di grana d’oro i 2 camini
br. 28. –. –
...
N. 45 raso di grana d’oro i 4 griche
br. 13. 6. 8
...
N. 46 raso tanè d’oro in 2 camini
br. 29. 5. –
...
N. 47 raso alesandrino d’oro i 4 griche
br. 13. 6. 8
...
N. 48 raso di grana agiamescho d’oro
br. 13. 6. 8
...
N. 49 domascho dorè i 3 camini, d’oro
br. 26. 5. –
...
N. 50 domascho tanè i 2 camini andari d’oro
br. 13.13. 4
picchi –
picchi 14.10
picchi 12.10
picchi 14. –
picchi 14. 5
picchi 12. –
picchi 14.10
picchi 14.10
picchi 39
picchi –
picchi 24.15
picchi 12
picchi –
picchi –
picchi –
picchi –
picchi 12
432
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 35 v., 36 r. e v., 37 r. In questo elenco i Cavalcanti riportano, a volte, le
lunghezze in picchi. Vedi anche nota 426.
283
283
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
...
N. 51 domascho sbiadato i 2 camini andari d’oro
...
N. 52 veluto verde i 2 peli
...
N. 53 veluto alesandrino i 2 peli
...
N. 54 veluto alesandrino i 2 peli
...
N. 55 raso sbiadato
...
N. 56 raso vermiglio, richo
...
N. 57 raso verde gialo, richo
...
N. 58 domascho verde a la viniziana
...
N. 59 raso verde, richo
...
N. 60 veluto tanè i 2 peli
...
N. 61 domasco tanè a la viniziana
...
br. 13. 6. 8 picchi –
br. 14. 5. – picchi –
br. 14. 6. 8 picchi –
br. 14. 5. – picchi –
br. 56. –. – picchi –
br. 56.17. 6 picchi –
br. 54.10. – picchi –
br. 50. 6. 8 picchi 44
br. 42.10. – picchi 37.10
br. 13. 6. 8 picchi –
br. 51.10. – picchi 45
h) Il 19 settembre 1511 lasciano Firenze i drappi recanti i numeri 62-86433:
Mdxi, a dì 19 di setenbre, a Bartolomeo Biliotti, in Pera
N. 62 brochato di grana a bastone a uno oro chol pelo alto
...
N. 63 brochato di grana a bastone a uno oro chol pelo alto
...
N. 64 brochato di grana a bastone
...
N. 65 brochato di grana a bastone
...
N. 66 brochato di grana a bastone
...
N. 67 brochato di grana a bastone
...
N. 68 altebaso di grana d’oro in una gricha, richo
...
N. 69 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini, richo
...
N. 70 raso di grana brochato d’oro, l’opera de le chorde, richo
433
br. 31. –. –
br. 31.10. –
br. 32. 6. 8
br. 35. 6. 8
br. 32.15. –
br. 16. 2. 6
br. 15.17. 6
br. 16. 2. 6
br. 13. –. –
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 37 v., 38 r. e v. Vedi anche nota 426.
284
284
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
...
N. 71 raso di grana brochato d’oro, l’opera de le chorde, richo
...
N. 72 raso di grana brochato d’oro i 2 camini
...
N. 73 raso tanè brochato d’oro a griche
...
N. 74 raso alesandrino brochato d’oro a griche
...
N. 75 raso di grana brochato d’oro a griche
...
N. 76 raso di grana d’oro, l’opera agiamescha
...
N. 77 domascho sbiadato andari d’oro i 2 camini
...
N. 78 veluto alesandrino i 2 peli
...
N. 79 veluto verde i 2 peli
...
N. 80 domascho vermiglo a la viniziana
...
N. 81 brochato di grana a bastone
...
N. 82 veluto di grana brochato d’oro a griche
...
N. 83 veluto alesandrino i 2 peli
...
N. 84 raso tanè sch[i]ecto
...
N. 85 brochato di grana a bastone
...
N. 86 raso tanè brochato d’oro a griche
...
br. 13. 6. 8
br. 13. –. –
br. 13. 6. 8
br. 13.17. 6
br. 13.10. –
br. 13.10. –
br. 13. 2. 6
br. 14.10. –
br. 15. 6. 8
br. 53. 6. 8
br. 35. 5. –
br. 15.10. –
br. 13.17. 6
br. 50.10. –
br. 44.10. –
br. 13. 5. –
i) Molti mesi dopo i Cavalcanti vengono a sapere che Bartolomeo Biliotti ha venduto alcuni
broccati a 300 aspri il picco. Insoddisfatti, scrivono a Biliotti per dirgli che avrebbe fatto
meglio ad aspettare l’arrivo di altri drappi da Adrianopoli434:
[8 marzo 1512]
...
Per la vostra de xiii di dicenbre s’intende la fine de’ brochati a aspri 300 picco, che si fa pocho
bene. Doverete avere tenuto a piglare el bazaro sino a la giunta degl’altri ch’erano in Andrinopoli,
che chrediamo a quest’ora abiate finito buona parte de’ nostri drapi e rimesoci soma de danari, chome
per più nostre detovi.
...
434
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 53 v.
285
285
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
j) Il 9 marzo 1512 partono gli ultimi drappi, numerati 87-90435:
A dì viiii di marzo, a Bartolomeo Biliotti, in Pera
N. 87 veluto di grana brochato d’oro a griche
...
N. 88 veluto di grana brochato d’oro
...
N. 89 raso di grana brochato d’oro a chriche
...
N. 90 raso tanè brochato d’oro i 3 camini
...
br. 15. 6. 8
br. 15. –. –
br. 13.15. –
br. 12.15. –
k) Nel corso degli anni 1511-1512 i Cavalcanti hanno dunque spedito 90 drappi a Pera.
Bartolomeo Biliotti ne ha curato la vendita e il 7 e 8 ottobre 1513 invia ai Cavalcanti ben
sei estratti-conto di netto ricavo. Nel trasmettere questi resoconti a Firenze Biliotti ha
mantenuto quasi sempre la numerazione dei drappi adottata dai Cavalcanti e questo rende
l’identificazione sicura. Incerta è invece la data delle singole vendite: tutte sono anteriori al
7 ottobre 1513, ma non si può escludere il 1512. Come sempre, presentiamo gli acquisti
della Porta, tra i quali spicca per valore il N. 37, “altebaso di grana brochato d’oro in una
gricha” (Doc. 108 g)436:
[7 ottobre 1513]
Chopia d’uno chonto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì 7 d’ottobre 1513 a buon chonto.
Apresso si dà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e ispese fatte a
chasse una e chassettine 2 di drappi ricevuti per le mani di Bartolomeo Manelli, prima:
...
Addì 13 d’ottobre alla Porta in Pera br. 16 ½ d’altebasso d’oro N. 34 (sic) tornò
picchi 14 ½ e per br. 16 N. 37 tornò picchi 14 per aspri 390 picco e picchi 11 di
domasco gallo d’oro N. 49, tutto di una pezza di br. 26 ¼ per aspri 170 picco, monta
aspri 12985
Addì v di magio alla Porta in Brusia N. 25 br. 48 ¾ di domasco rosso tornò
picchi 42 per aspri 85 picco, N. 38 e br. 16. 6. 8 di velluto di grana tornò picchi 14
¼ per aspri 260 picco, N. 40 br. 15 2/3 di velluto di grana d’oro 14 ½ per aspri 260
picco N. 41 br. 16. 6. 8 di velluto simile tornò picchi 14 ½ per aspri 260 picco, N.
42 br. 44 di raso di grana tornò picchi 39 per aspri 215 picco, N. 44 picchi 12 ¼
tutto di una pezza di br. 28 per aspri 215 picco, N. 46 picchi 11 tutto di una pezza
di br. 29 ½ per aspri 220, N. 61 br. 51 ½ di domasco tanè tornò picchi 46 per aspri
68 picco, monta437
aspri 31269
...
435
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 39 r. Vedi anche nota 426.
436
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 31 v., 32 r.
437
Il totale è inesatto ma non sembra trattarsi di un errore. In questa e in altre tre registrazioni (terza,
quarta e undicesima) il contabile scrive, nel margine sinistro della carta, e per ragioni che non
conosciamo, a nostro o a suo danno.
286
286
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Addì 5 di magio 1513 alla Porta in Brusia br. 51 ½ di domasco tanè N. 61 (sic)
tornò picchi 45 per aspri 68 picco
...
Monta la fine de’ drappi, chome nella fac[ci]a di là si vede
Apresso ispese fatte438:
...
Somano le spese, chome di sopra
aspri
3060
---------------aspri 104406
aspri 16677
----------------
Resta el ritratto netto, come di sopra si vede, aspri 87729 e di tanti v’abiamo
creditori. Rivedete e, stando a dovere, come noi l’achoncate. Iddio vi guardi
aspri 87729
Apresso drappi lascati a Luigi Gherardi a vostro ordine:
pezza 1 ½ di velluto d’oro
br. 33 7/8 di broccato rosso
l) I Cavalcanti ricevono il secondo estratto-conto di netto ricavo datato 7 ottobre 1513. I
drappi venduti non recano la numerazione iniziale, ma è certo che la Porta di Bursa ha
comperato alcuni dei drappi che avevano lasciato Firenze il 19 settembre 1511439:
[7 ottobre 1513]
Chopia d’uno conto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì 7 d’ottobre 1513 a buon chonto.
Apresso si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e spese
fatte a una chassa di drappi ricevuta per le mani di Charllo Grilii in Pera e prima:
...
Addì 6 di magio a aspri 23852 per la monta di pezze 3 di broccati rossi finiti
alla Porta in Brusia, coè pezza una di br. 32 ¼ e una di br. 34.15 e una di br. 31
tornò picchi 82 ¼, dato per aspri 290 picco e più per br. 52 ¾ di domasco tanè
tornò picchi 45 ¾ alla Porta per aspri 68 il picco e più per la monta di br. 16 di
velluto di grana d’oro alla Porta per aspri 260 picco, che monta aspri 6545 in
tutto
aspri 30397
---------------aspri 61874
Apresso le spese440:
Montano le spese, come di sopra si vede, aspri
Resta e ritratto netto aspri 49242 e di tanti v’abiamo creditori in chonto chorente.
Rivedete e, stando a dovere, chome noi choncate
aspri 12632
---------------aspri 49242
438
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 16677.
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 32 r. e v.
440
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 12632.
439
287
287
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Apresso drappi lascati i mano a Luigi Gherardi, una chassa:
br. 34. 10 di broccato rosso a bastone
br. 35. 5 di broccato simile
pezza 1 1/3 di velluto di grana d’oro
m) I Cavalcanti ricevono il terzo estratto-conto datato 7 ottobre 1513. I drappi mantengono
la numerazione fiorentina. La Porta di Selim ha acquistato numerosi broccati, velluti, rasi e
damaschi, tutti spediti il 19 settembre 1511441:
[7 ottobre 1513]
Chopia d’uno chonto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì 7 d’ottobre 1513, a buon chonto.
Apresso si darà conto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e spese fatte a
chasse una e una chas[s]ettina mandatoci per Orso del Pace e prima:
...
Addì 5 di magio alla mostra di Sulta Seli in Brusia br. 31 ½ di brochati rossi N.
63 e br. 35 1/3 di simile N. 65 e br. 32 ¾ di simille N. 66 tornorno picchi 87 ¼ finiti
per aspri 290 picco e più br. 16. 2. 6 di velluto di grana d’oro N. 69 tornò picchi 14
per aspri 260 picco e più br. 13 ½ di raso di grana d’oro N. 75 tornò picchi 11 3/4
per aspri 215 picco e più br. 13. 2. 6 di domasco isbiadato N. 77 tornò picchi 11 ½
per aspri 200 picco e più br. 53. 6. – di domasco rosso istietto N. 80 tornò picchi 47
per aspri 85 picco, monta in tutto
aspri 37763
Addì detto, a uno amicho per danari br. 13. 17. 6 di velluto alesandrino tornò
pichi 12 per aspri 115 picco N. 83
aspri 1380
--------------aspri 67878
Apresso ispese fatte442:
...
Montano le spese de’ drappi . . .
Resta el ritratto netto, come di sopra si vede, aspri 54120 e di tanto v’abiamo
creditori in chorente. Rivedete e, stando a dovere, achoncate
aspri 13758
--------------aspri 54120
Apresso drappi lassati i mano lascati a Lui[gi] Gherardi in Pera, a nostro ordine:
br. 31 di brochato N. 62
br. 32. 6. 8 di simile N. 64
br. 16. 2. 6 di simile N. 67
br. 35 di simile N. 81
br. 44. 10 di simile N. 85
br. 1. 17 di simile N. 68
441
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 33 r. e v.
442
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 13758.
288
288
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
n) I Cavalcanti ricevono il quarto estratto-conto, datato sempre 7 ottobre 1513. Il
compratore è uno solo, la Porta di Selim. Di questo breve documento presentiamo la
trascrizione integrale anche delle spese443:
[7 ottobre 1513]
Chopia d’uno chonto mandatoci Bartolomeo Biliotti sotto dì vii d’ottobre 1513, a buon chonto.
Apresso si darà conto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, de la fine e ispese fatte a
pezze 4 di drappi ricevuti in una cas[s]ettina per la nave anchonetana insino addì primo di mago 1512:
1513. Addì v di magio alla Porta di Sultan Seli br. 15 1/3 di velluto d’oro di per
aspri 260 picco tornò picchi 13 ½ e più br. 15 di velluto simile tornò picchi 14 per
aspri 240 picco e più br. 13 ¾ di raso d’oro per – tornò picchi 12 per aspri 215 picco
e più br. 12 ¾ di raso tanè d’oro broccato tornò picchi 11 ¼ per aspri 215 picco
aspri 11869
Apresso ispese fatte:
Per tanti avuti di chondotta insino in Pera
Per chomerchio di Pera a 5 per cento
Pr ispese ordinarie e strasordinarie a 9 per cento
Per istalago a Maso Fronti a ½ per cento, monta
Per chonsolago all’emino a uno per cento ½ per mille di chottimo
Per perdita di monete e spacco di schonti a 6 per mille
Per nostra provisione a 2 per cento
Resta el ritratto netto aspri 9665 e di tanti v’abiamo creditori in
chorente. Rivedete e, stando a dovere, chome noi achoncate
aspri
54
aspri
593
aspri 1067
aspri
59
aspri
124
aspri
70
aspri
237
--------------aspri 2204
aspri 2204
--------------aspri
9665
o) I Cavalcanti ricevono il quinto estratto-conto, datato sempre 7 ottobre 1513. Gli
acquirenti sono solo due e del documento presentiamo la trascrizione integrale. I drappi non
sono numerati ma è certo cha la Porta di Bursa ha comperato, tra le altre, le sete N. 46 e 59,
che avevano lasciato Firenze il 23 luglio 1511444:
[7 ottobre 1513]
Chopia d’uno chonto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì 7 d’ottobre 1513 a buon chonto.
Apresso si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e spese fatte
a una chassa di drappi mandataci per Iacopo Sanghaletti insino addì 15 di settenbre 1512:
Al sobaci di Pera, addì 16 di dicenbre 1512, br. 30. 13. 4 di velluto chermisi,
tratone picchi 23 ½ per aspri 160 picco e più br. 27 di simile, tornò picchi 23 ½ per
detto prego, monta
aspri 7520
443
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 33 v.
444
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 34 v.
289
289
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Addì 5 di magio 1513 alla Porta in Brusia br. 28 ¾ di raso tanè d’oro tornò picchi
25 per aspri 160 picco, monta, e br. 42 ½ di raso verde tornò picchi 37 ½ per aspri
67 picco, monta
aspri 6512
--------------aspri 14032
Apresso ispese fate445:
...
Somano le spese fate
aspri 5568
---------------
Resta el ritratto netto, come di sopra si vede, aspri 8464 e di tanti v’abiamo
creditori in chorente. Rivedete e, stando a dovere, achoncate
aspri
8464
Apresso leghago di drappi lascati a Luigi Gherardi:
br. 32.10
br. 46. 6. 8
br. 38. 2. 6
br. 29.15
br. 17. 3. 4
br. 16. 5
br. 30.10
di broccati rossi
di simile
di simile
di simile
di simile
di simile
di simile
p) I Cavalcanti ricevono un ultimo estratto-conto datato 8 ottobre 1513. I drappi non sono
numerati ma la loro identificazione è certa. Il 5 maggio 1513 la Porta di Bursa ha comperato
i due broccati verde e alessandrino numerati 6 e 7 e alcuni altobassi che erano partiti da
Firenze il 29 gennaio 1511446:
[8 ottobre 1513]
Chopia d’uno conto datoci Bartolomeo Biliotti sotto dì viii d’ottobre 1513, a buon chonto.
Apreso si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, della fine e spese fatte a
più drappi vi resta, chondottoci per più persone, e prima:
Addì 5 di magio 1513 aspri 13781 per la valuta di br. 32 ¼ di broccato verde
tornò picchi 28, br. 32 ¼ d’alesandrino tornò picchi 28 ¼ finiti a la Porta in Brusia
per aspri 245 picco, monta
445
aspri 13781
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 5568.
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 37 r.
446
290
290
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Addì 3 d’aghosto 1511447 aspri 11560 sono per la valuta di br. 16 d’altebasso
tornò picchi 14 per aspri 420 picco e br. 14 7/8 di sim[il]e tornò picchi 12 ½ per aspri
420 picco e448 ½ picco aspri 300, chondotti per Leonardo Pitti449
...
aspri 11560
--------------aspri 29503
Apresso le spese fatte450:
...
Somano le spese, come di sopra
aspri 5113
---------------
Resta el ritratto neto, come di sopra si vede, aspri 24390 e di tanti v’abiamo
creditori e, stando a dovere, achocate
aspri 24390
Doc. 109
La compagnia di Mainardo Cavalcanti ha spedito 90 drappi a Pera (Doc. 108) e già
verso la fine del 1511 effettua un’operazione a chomune con Francesco degli Alessandri,
in partenza per Costantinopoli. Una volta giunto a destinazione, Francesco curerà le vendite
e il risultato sarà ripartito tra i due partecipanti. Di nuovo il Libro di mandate contiene dati
molto precisi. Nel complesso, i drappi coinvolti in questa operazione sono 28 e la
spedizione è una sola.
a) Il 15 dicembre 1511, alla dogana di Firenze, i Cavalcanti affidano i 28 drappi a Francesco
degli Alessandri451:
1511
Una mandata di drapi i Levante, addì 15 di dicienbre, chosegnati qui in doghana di Firenze a
Francesco di Bernardo degli [A]lessandri, cioè:
N.
...
N.
...
N.
...
N.
...
1 brochato di grana a bastone, chol pelo alto, richo
br. 34. 2. 6
2 brochato di grana a bastone, chol pelo alto, richo
br. 16.17. 6
3 brochato di grana a bastone, ordinario
br. 30. 5. –
4 brochato di grana a bastone, ordinario
br. 15. 5. –
447
La data è esatta. Come accadeva spesso, il corrispondente a Costantinopoli componeva l’estrattoconto senza rispettare l’ordine cronologico.
448
Segue un’abbreviazione, corretta o cancellata. Certamente doveva trattarsi di un taglio minimo,
ca. braccia o picchi 1 1/2, a giudicare dal costo degli altri due drappi e dal costo complessivo, che
ammonta ad aspri 11560.
449
Come precisa una delle voci di spesa, anche queste sete sono state vendute alla Porta di Selim.
450
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 5113.
451
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 55 r. e v., 56 r. e v. Vedi anche nota 426.
291
291
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
N. 5 altebaso di grana brochato d’oro, in una gricha, richo
...
N. 6 altebaso di grana in una gricha, richo
...
N. 7 altebaso di grana in una gricha, richo
...
N. 8 altebaso di grana in una gricha, richo
...
N. 9 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini, richo
...
N. 10 veluto di grana brochato d’oro i 2 camini, richo
...
N. 11 raso di grana brochato d’oro, andari a griche, richo
...
N. 12 raso di grana andari d’oro a griche, richo
...
N. 13 raso di grana andari d’oro a griche, richo
...
N. 14 raso di grana andari d’oro a griche, richo
...
N. 15 raso di grana andari d’oro a griche, richo
...
N. 16 raso paghonazo andari d’oro a griche, richo
...
N. 17 raso alesandrino andari d’oro, a griche, richo
...
N. 18 raso alesandrino andari d’oro, a griche, richo
...
N. 19 raso tanè in 3 camini andari d’oro, richo
...
N. 20 raso tanè dorè andari d’oro, a griche, richo
...
N. 21 raso sbiadato apicholato a poste d’oro
...
N. 22 raso nero apicholato a poste d’oro
...
N. 23 domascho sbiadato a poste d’oro
...
N. 24 veluto tanè i 2 peli, richo
...
N. 25 veluto alesandrino i 2 peli, richo
...
N. 26 domascho vermiglio a la viniziana, richo
...
N. 27 veluto verde i 2 peli, richo
...
N. 28 raso dorè andari d’oro, a griche, richo
...
292
292
br. 16. 2. 6
br. 14.15. –
br. 15. –. –
br. 15. 6. 8
br. 14. 7. 6
br. 15. –. –
br. 27. –. –
br. 13. 2. 6
br. 13. 6. 8
br. 13.10. –
br. 13. 6. 8
br. 26. 2. 6
br. 13. –. –
br. 14. 6. 8
br. 13.13. 4
br. 13.10. –
br. 13. 6. 8
br. 13. –. –
br. 13. 5. –
br. 12.15. –
br. 28. –. –
br. 50.15. –
br. 27. –. –
br. 12.13. 4
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) Francesco degli Alessandri lascia Firenze e nel 1512 è nella capitale ottomana, dove
inizia a vendere le sete. Le sue lettere sono andate perdute ma una risposta dei
Cavalcanti, datata 28 febbraio 1513, riassume gli avvenimenti più importanti. Le
vendite infatti sono andate bene e la stessa Corte ha effettuato acquisti notevoli. I
Cavalcanti sono più che soddisfatti e attendono il rientro a Firenze di Francesco: un
rientro che avrà luogo subito dopo il pagamento da parte della Porta. I Cavalcanti si
dichiarano inoltre disposti a effettuare in futuro un’operazione analoga, se degli
Alessandri lo desidera 452:
[28 febbraio 1513]
...
Per la vostra de xviii di novenbre s’intende quello restavi a finire di nostro, coè a chomune, di poi
per la [lettera] de Baldino s’intende come avevi portato ogni resto in Bursia e chome el bazaro fatto
avevi dato fine a tutto, che veramente n’abiamo avuto piacere e pertanto atendiamo cho la ricevuta
degli aspri della Porta vi doverete mettere a chamino per di qua, al che si disidera per potere fare
qualche altra facenda insieme e masime che ’l nostro Biliotto torna di qua, sechondo iscrive che su
questa nuova del bazaro ci siamo messi a ordine di buona somma di draperia, sì che venendo si farà
qualchosa di buono e quando non vegnate atendiamo c’abiate rimesso ogni nostro resto e quando non
l’avessi fatto vi piacca farlo quando prima si possa e domandandoci chosa alchuna a ½ sareno per
chonsolarvi.
...
c) All’inizio del 1514 Francesco invia a Firenze un estratto-conto di netto ricavo,
certamente parziale, che i Cavalcanti copiano in uno dei due Libri di lettere e conti. Come
altre volte, richiamiamo solo gli acquisti della Porta, che Francesco degli Alessandri
menziona senza rispettare un ordine cronologico rigoroso. La Corte di Selim ha scelto nove
tagli, molto costosi, su alcuni dei quali riesce a ottenere uno sconto453:
[1° gennaio 1514]
Chopia d’uno conto mandatoci Francesco degl’Alesandri sotto dì primo di gennaio 1513 a buon
chonto.
Apresso si darà conto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, per me, Francesco di
Bernardo degli Alesandri, della fine e spese fatte a una cassa e 1/iii di vostri drappi e nostri, segnati
dell’avanti segno, N. 1, N. 2, sutomi chonsegnate da voi in bottegha e ògli chondotti di qui insino in
Pera, a nostre spese:
...
Per insino addì primo di settenbre aspri diecimila quarantauno per la monta
di ii pezze d’altebassi rosi d’oro finiti alla Porta, coè una pezza br. 15 e una
pezza br. 14, tornò netti picchi 25 ¾ finiti per aspri 490 picco, mezzano
Luigetto
aspri 10041
...
452
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 74 r.
453
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 127 v., 128 r. e v. In corrispondenza della prima voce (aspri 10041), nel
margine esterno della carta si fa riferimento a un nostro danno di aspri 2575 ½.
293
293
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
picchi
Per insino addì iiii di febraio aspri quatordicimilasecento quarantacinque
50 ½ per la monta di pezze 3 di velluti broccati rosi finiti alla Porta in ch[. . .] di
Tomaxo [. . .], coè una pezza di br. 34, una pezza di br. 15, una pezza di br. 16,
che sono tutto br. 65, che se ne sbatte br. 7 o n’avete a ripigliarvi, restano br.
58, isbattesene a ragione di 12 ½ per cento che, finiti alla Porta, restano finiti
picchi 50 ½ per aspri 290 picco, monta
aspri 14645
picchi
Per insino addì – di gennaio aspri cinquemilasettanta per la monta di picchi
13 d’altebasso rosso d’oro finito alla Porta per aspri 390, monta
13
aspri 5070
picchi
Per insino addì – di febraio [aspri] novemillasesantasei per la [mo]nta di
45 1/3 picchi 45 di raso d’oro, coè una pezza di br. 13, una pezza di br. 13 1/3, una
pezza di br. 13, una pezza di br. 12 2/3, che sono br. 52 ma no me l’àno dati
per finiti che più di picchi 45 1/3 perché si mandono alla Porta che tornano di
chalo per più che di 12 ½ per cento, finiti aper le mani d’Antonio Sostegni,
che gne ne lascamo i mano a nostra partita a Brusia, monta aspri 200 picco, in
tutto
aspri 9066
...
--------------aspri 84684
Apresso ispese fatte454:
...
Somano le spese, come di sopra vedete
aspri 17314
---------------
Soma la fine de’ sopra detti drappi aspri Lxxxiiii mila dclxxxiiii, isbattesene aspri
17314, restano aspri 67370 e di tanti v’abia[mo] posti creditori in chonto chorente, per
tanto provedete e stando a dovere chosì per noi come per voi, l’achocate e, sendoci a
dire, dite che si achocerà a dovere
aspri 67370
Doc. 110
Fra le tante informazioni che i Cavalcanti scambiano con Luigi Gherardi, attivo a Pera,
vale la pena richiamare una lettera datata 8 maggio 1512, che certamente rimanda a
un’operazione in comune. Le parti hanno infatti deciso di partecipare, in parti uguali, alla
lavorazione di 30 veste di drappi d’oro, per i quali lo stesso Gherardi ha fornito il motivo
decorativo455:
[8 maggio 1512]
...
Intendiamo chome ci dite che, volendo noi fare x veste di rasi d’oro a chorde e x di velluto d’oro
e x di benechi de l’opera detoci, che siete chontento tenere a la 1/2, al che vi si risponde che di già
abiamo messi mane a farli e crediamo che avanti sia tutto settenbre, non achadendo altro, averle finite
tutte e faremo im modo vi sadisfarano . . .
454
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 17314.
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 56 v.
455
294
294
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 111
L’operazione in chomune con Francesco degli Alessandri (Doc. 109) non è ancora
conclusa quando a partire dal 1512 la compagnia di Mainardo Cavalcanti, setaioli, invia
altri drappi a Bartolomeo Biliotti, corrispondente a Pera. Come si era verificato in occasione
delle spedizioni del 1511-1512 (Doc. 108), anche ora i Cavalcanti sembrano agire in
proprio. In totale le sete sono 80, tutte accuratamente descritte nel Libro di mandate.
a) Il 29 maggio 1512 i Cavalcanti compilano l’elenco del primo gruppo dei drappi pronti
per la partenza456:
Mdxii
Drapi mandati i Levante a Bartolomeo Biliotti, a dì 29 di magio . . .
N. 1 brochato di grana a bastone chol pelo alto, richo
...
N. 2 brochato di grana a bastone
...
N. 3 brochato di grana a bastone
...
N. 4 brochato di grana a 2 bastoni
...
N. 5 brochato di grana a 2 bastoni
...
N. 6 brochato di grana a bastone
...
N. 7 brochato di grana a bastone
...
N. 8 raso tanè brochato d’oro i 2 camini
...
N. 9 veluto di chermisi i 2 peli
...
N. 10 veluto di chermisi i 2 peli
...
N. 11 raso verde, richo
...
br. 32.10. –
br. 48. 6. 8
br. 38. 2. 6
br. 29.15. –
br. 17. 3. 4
br. 16. 5. –
br. 30.10. –
br. 28.15. –
br. 30. –. –
br. 27. –. –
br. 42. –. –
b) Il 5 ottobre 1512 partono i drappi 12-13457:
A Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì 5 di otobre
12 raso di chermisi sp., richo
br. 65.15. –
13 raso gialo limone
br. 54.10. –
...
...
456
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 39 v., 40 r. Vedi anche nota 426.
457
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 40 r. Vedi anche nota 426.
295
295
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
c) Il giorno successivo, il 6 ottobre, i Cavalcanti scrivono a Bartolomeo Biliotti e
commentano la scelta dei due rasi spediti. Il raso chermisi è un campione e se si venderà
bene, a un prezzo superiore ad aspri 115 il picco, i Cavalcanti ne potranno mandare una
certa quantità458:
[6 ottobre 1512]
...
Mandasi nella medesima chas[s]a uno raso chermisi e uno gallo di nostro chonto proprio. Del
chermisi si manda per uno sag[gi]o, quando si quadagni qualchosa se ne manderà degli altri ma per
vendergli aspri 110 in 115 picco non vi sapiamo vedere quadagno. Però vedremo che sequirà. Del
gallo no si dice nulla per esere chosa ordinaria . . .
d) Il 16 novembre i Cavalcanti spediscono una sola seta459:
Mdxii, a Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì 16 di novenbre
N. 14 raso di grana sp., richo, libre 9. 2
...
br. 46. –. –
e) La spedizione di una sola seta lascia perplessi. Tre giorni dopo i Cavalcanti scrivono a
Biliotti e spiegano il motivo. I Cavalcanti hanno approfittato dello spazio che era rimasto
in una cassa di sete destinata sempre a Biliotti. La seta è un raso di grana con pasta di
chermisi, che in passato si era venduto bene460:
[19 novembre 1512]
...
E s’è ma[n]dato in detta cassa una pezza di raso di grana chon pasta di chermisi, di nostro chonto
proprio, che altra volta se ne ma[n]dò e si ve[n]derono aspri 110 picco, che sono chome di chermisi,
chome vedete.
...
f) Il 5 aprile 1513 i Cavalcanti spediscono i drappi 15-19, tutti molto preziosi, a Biliotti461:
1513, a dì 5 d’aprile, a Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì 5 d’aprile . . .
15 altebaso di chermisi brochato d’oro, richo d[. . .] serato, alucholato
...
N. 16 altebaso di chermisi brochato d’oro, serato, alucholato, richo
...
N. 17 altebaso tanè brochato d’oro, serato, alucholato
...
br. 15. 5. –
br. 15.13. 4
br. 15.15. –
458
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti
compagni, setaioli, c. 62 v.
459
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti
compagni, setaioli, c. 40 v.
460
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti
compagni, setaioli, c. 66 v.
461
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti
compagni, setaioli, c. 40 v. Vedi anche nota 426.
296
296
e
e
e
e
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
N. 18 altebaso alesandrino d’oro, serato, alucholato, richo
...
N. 19 veluto pachonazo i 2 peli
...
br. 15.13. 4
br. 14. –. –
g) Il 13-14 aprile 1513 i Cavalcanti registrano la partenza dei drappi 20-51462:
A Bartolomeo Biliotti, in Pera, a dì 14 di aprile . . .
20 domascho di grana brochato d’oro inn br[. . .] larcho
br. 30.13. 4
21 raso di grana a chorde, richo
br. 27.10. –
22 raso di grana d’oro, l’opera de le balzane, richo
br. 13.10. –
23 raso di grana, l’opera de le bazane, richo
br. 13. –. –
...
...
...
...
24 raso di grana schieto chon pasta di chermisi, richo
...
N. 25 raso di grana chome di sopra
...
N. 26 raso di grana chome di sopra
...
N. 27 raso di grana chome di sopra
...
N. 28 raso bigio, richo
...
N. 29 raso vermiglio
...
N. 30 raso incharnato
...
N. 31 raso nero
...
N. 32 raso alisandrino, richo
...
N. 33 raso dorè
...
N. 34 raso alisandrino
...
N. 35 raso verde
...
N. 36 raso verde
...
N. 37 raso incharnato
...
br. 45.15. –
br. 52. 6. 8
br. 51.15. –
br. 13.10. –
br. 53.17. 6
br. 53.10. –
br. 52.13. 4
br. 52.10. –
br. 56.10. –
br. 47. 5. –
br. 54.13. 4
br. 51.17. 6
br. 54. –. –
br. 60. –. –
462
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 40 v., 41 r. e v., 42 r. Alcune carte sono datate 13 aprile. Vedi anche nota 426.
297
297
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
N. 38 raso vermiglio
...
N. 39 raso gialo
...
N. 40 raso gialo
...
N. 41 raso verde
...
N. 42 raso bigio
...
N. 43 raso vermiglio
...
N. 44 raso gialo
...
N. 45 raso tanè
...
N. 46 raso vermiglio
...
N. 47 raso vermiglio
...
N. 48 raso verde
...
N. 49 raso sbiadato
...
N. 50 raso di chermisi
...
N. 51 veluto verde i 2 peli
...
br. 52.15. –
br. 54.10. –
br. 52.15. –
br. 56.13. 4
br. 53.15. –
br. 52.10. –
br. 13. 6. 8
br. 13.10. –
br. 14. –. –
br. 13.15. –
br. 27. –. –
br. 25.17. 6
br. 26. 6. 8
br. 14. 2. 6
h) Contemporaneamente i Cavalcanti scrivono a Biliotti per avvisarlo dell’imminente arrivo
delle preziose sete imballate il 5 aprile. Ma la lettera è interessante per altri motivi, che
fanno capire la complessità di queste operazioni e quanto sia difficile, dopo anni, mettere
in ordine ogni cosa. Da Firenze i Cavalcanti spediscono due casse e una cassetta, ma per
ragioni di economia le riempiono con drappi appartenenti ad altri mercanti. Si viene così a
sapere che nella cassa N. 1 sono state imballate anche alcune sete di Luigi Gherardi. La
lettera termina con una divertente curiosità. I Cavalcanti a Firenze avevano eseguito un
prezioso altobasso di chermisi, però avevano preferito venderlo subito a uno degli
ambasciatori fiorentini che si apprestava a partire alla volta di Roma per partecipare alle
fastose cerimonie in onore del nuovo papa, Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico463:
[14 aprile 1513]
E questo dì chol nome di dDio e di buon salvamento s’è messo a chamino 2 chasse e una chassetta
di nostri drappi, segnata di nostro segno, N. 1, 2, 3, diritte in Anchona a Lucha d’Archangelo per
mandarle a Iacopo di Giuliano a Raugia per dirizzarle a voi a nostro ordine e da voi si vagla delle
463
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 78 v. Lo stesso giorno i Cavalcanti inviano una lettera, con minime varianti,
anche a Luigi Gherardi (c. 77 r.).
298
298
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
spese. E nella chassa di N. 1 v’è solo di nostro 2 veste d’altebassi chermisi allucciolati brocati d’oro
e anche una tanè e una alessandrina simile e una vesta di velluto paghonazzo stietti e resto sono di
Luigi Gherardi, sì che fate paghare alle nostre el giusto e ll’altre a lui e l’altra, ch’è chassetta, sono
tutti drappi nostri, chome in questa ne sarà leghaggio di tutto.
E quali drappi vi si mandono per finire chon libera chonmessione chome tutti gli altri nostri; è
vero che bisogna che voi abiate rispetto a quegli altebassi allucciolati perché e chermisi ci chostono
duc. 8 ½ d’oro braccio, che chome vedrete sono richi d’ongni chosa e sopr’al tutto sono d’oro tirato.
E gli altri cholorati all’avenante, chosì 2 veste di rasi d’oro choll’opera delle balzane, v’è drento tanto
oro e tanta manifattura che non se ne vorebbe mancho che aspri 350 picco, l’opera delle chorde e
quello d’oro broccato fattogli fare a poste non vorrebbe sciendere d’aspri 300. Degli altri drappi stietti
e a poste non vi si dice altrimenti el pregio perché sono drapperia più ordinaria. È ben vero che noi
desideriamo assai assai non si facci chredenza anchora che chon voi bisogni pocho perché sino a qui
ce ne possiamo lodare e de’ ritratti d’essi o d’altri nostri drappi, chome per altra dettovi, desideriamo
danari o in chanbi . . .
...
E s’era fatto l’altebasso chermisi stietto: abbianlo dato a uno degl’inbasciadori che vanno a Roma
all’ubidienza di questo pontefice.
...
i) Sempre il 14 aprile i Cavalcanti avvertono Luca di Arcangelo, ad Ancona, dell’imminente
arrivo delle casse, destinate a proseguire via mare per Ragusa464:
[14 aprile 1513]
...
Questo dì chol nome di dDio e di buon salvamento per le mani di Pagholino Chastrucci, vetturale,
s’è mandato N. 3 chasse di nostri drappi segnati di nostro segno, N. 1, 2, 3. Alla giunta fate d’avelle
e al vetturale non date nulla, che l’achorderemo qui noi. Le quali chasse per il primo passaggio
manderete a Raugia a Iachopo di Guliano chon uno piegho di lettere che vanno a llui, che saranno
chon questa, a vostro ordine, e perché noi desideriamo fuggire uno po’ di ghabella di Chastelnuovo,
vorremo che la chassa di N. 2, 3 s’atestassino insieme, avanti si charichassi, perché in fatto sono fra
tutte ddua lib. 310 in circha, e ne dessi notizia a Iachopo di Giuliano e da llui vi valessi delle spese di
chostì e benché si dicha per il primo pasaggio, intendiamo lengni ordinari e non grippi.
...
j) Quello stesso 14 aprile i Cavalcanti scrivono anche a Iacopo di Giuliano, il loro abituale
corrispondente a Ragusa; lo avvisano dell’imminente arrivo delle sete e in particolare
accennano al pagamento della gabella465:
[14 aprile 1513]
...
Questo dì s’è mandato in Anchona a Lucha d’Archangelo 2 chasse e una chassetta di nostri drappi,
segnate di nostro e avante segno, N. 1, 2, 3, chon ordine le dirizzi a voi e ssi vaglia delle spese
d’Anchona e a voi diamo chomessione che ricevute l’arete le dette chasse quanto prima meglio le
mandiate in Pera a Bartolomeo Biliotti e in sua essenzia a Luigi Gherardi a vostro ordine e da detti vi
464
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 78 r.
465
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 77 v.
299
299
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
valete delle spese chon vantaggiarci el più si può, paghando le ghabelle chonveniente e altre spese
chon più nostro vantaggio che possibile sia, ma che in fatto non vogliamo chorrer ristio di ghabelle o
dazy che voglamo si paghino.
...
k) I Cavalcanti spediscono i drappi numerati 52-61 a Luigi Gherardi, al quale scrivono il
30 giugno 1513466:
[30 giugno 1513]
...
Questo giorno col nome di Dio abia mandato in una chassa degli Orlandini dirita costì a Orso del
Pace certi nostri drapi, come in questa ne sarà leghagio, benisimo lavorati, crediamo a chondota di
Guliano Piti, sì che a sua gunta fate capo al detto Orsso.
...
l) Insieme alla lettera i Cavalcanti trasmettono a Gherardi l’elenco delle sete467:
Mdxiii, a Luigi Gherardi, in Pera, a dì 30 di giugno . . .
N. 52 raso di grana, l’opera de le chorde, richa
...
N. 53 raso di grana i 2 chamini d’oro, serato, richo, d. 18
...
N. 54 raso di grana d’oro a [. . .], d. 9 [. . .]
...
N. 55 raso di grana d’oro chome di sopra
...
N. 56 raso di grana i 2 chamini
...
N. 57 raso alisandrino chome di sopra
...
N. 58 domascho bigio a posteline d’oro
...
N. 59 domascho bigio a posteline d’oro
...
N. 60 raso chermisi, richo
...
N. 61 raso di chermisi, richo
...
466
br. 27.15. –
br. 13. 6. 8
br. 26. 6. 8
br. 26.15. –
br. 25.13. 4
br. 26.10. –
br. 28. –. –
br. 27.10. –
br. 51. –. –
br. 26.10. –
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 81 r. Le spedizioni di drappi sono così frequenti che gli stessi partecipanti – a
Firenze i Cavalcanti e a Pera Bartolomeo Biliotti, affiancato da Luigi Gherardi – avvertono la
necessità di fare il punto della situazione: il 9 giugno 1513 Luigi Gherardi invia ai Cavalcanti l’elenco
delle sete di proprietà dei soli Cavalcanti (24 pezze) e di quelle in comune con Biliotti (11 pezze). Si
veda ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 126 v.
467
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 42 v. Vedi anche nota 426.
300
300
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
m) Sempre il 30 giugno i Cavalcanti annunciano che entro il mese di luglio spediranno
altre sete468:
[30 giugno 1513]
...
Per chuest’altro pasagio che doverà esere per tutto luglio si manderà anchora una chassa fra
altebassi d’oro e chualche vesta di rassi d’oro che doverano esere per duc. 1000 e chossì pensiamo di
far parechi veste di veluti d’oro perché di nostro istimiamo che di chostà non se ne truovi e non
tornando el Biliotto di chostà sì presto, si manderano a voi . . .
...
n) Il giorno 8 agosto i Cavalcanti inviano a Gherardi i drappi 62-71469:
Mdxiii, a Luigi Gherardi, in Pera, a dì 8 d’aghosto . . .
N. 62 altebaso di grana brochato d’oro i una gricha, once 1 d. 6
...
N. 63 altebaso di grana brochato d’oro i una gricha, once 1 d. 6
...
N. 64 altebaso verde i una gricha, once 1 d. 6
...
N. 65 altebaso alesandrino d’oro, once 1 d. 5
...
N. 66 altebaso alesandrino d’oro, once 1 d. 6
...
N. 67 raso di grana d’oro i 2 chamini, d. 20
...
N. 68 raso di grana d’oro a posteline, d. 10
...
N. 69 veluto nero i 2 peli
...
N. 70 raso gialo richo
...
N. 71 raso di grana d’oro, l’opera de le chorde, once 2
...
br. 15.15. –
br. 15.15. –
br. 15.15. –
br. 14.10. –
br. 14.10. –
br. 13.10. –
br. 13.10. –
br. 14. –. –
br. 13.10. –
br. 12.10. –
o) Il giorno dopo i Cavalcanti informano Luigi Gherardi che le sete sono partite, imballate
in una cassa degli Orlandini, e che nel frattempo Bartolomeo Biliotti è rientrato a
Firenze470:
468
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 81 v.
469
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 43 r. Vedi anche nota 426.
470
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 85 r.
301
301
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[9 agosto 1513]
...
E questo dì chol nome di Dio e di salvamento s’è meso in una chassa di Piero Orlandini e
compagni, setaioli, andirita a Orso del Pace a chondota d’Antonio Gerini cierti nostri drapi, chome in
questa ne sarà e leghagio, per finire chome gli altri . . .
...
E gl’è arivato Bartolomeo Biliotti di bonisima vogla. Dise avea trovato a chamino le 2 chasse e
una chas[s]eta vi si mandò per mane di Iachopo di Giuliano . . .
...
p) Il 12 novembre 1513 i Cavalcanti spediscono sempre a Luigi Gherardi i drappi 72-80,
gli ultimi della partita471:
A dì xii di novenbre, a Luigi Gherardi, in Pera . . .
N. 72 altebaso di grana in una gricha, brochato, d. 20
br. 15. –. –
...
N. 73 brochato alisandrino a bastone
br. 34.10. –
...
N. 74 brochato verde a bastone
br. 32. –. –
...
N. 75 raso di grana, l’opera de le chorde, once –
br. 14.10. –
...
N. 76 raso tanè d’oro, l’opera de le chorde, once –
br. 27. 6. 8
...
N. 77 raso di grana andari d’oro i 2 chamini, d. 20
br. 26. 6. 8
...
N. 78 raso di grana andari d’oro, d. 20
br. 27.10. –
...
N. 79 raso di grana d’oro a griche, d. 9
br. 13.10. –
...
N. 80 raso di grana sp. chon bangno di chermisi, richo
br. 53. 6. 8
...
domascho vermiglio a la viniziana, che resta i mano di Luigi Ghera[r]di, sechondo
Bartolomeo Biliotti, a buon chonto, in pichi 18 7/8
q) Due giorni dopo i Cavalcanti informano Luigi Gherardi di aver inviato ad Ancona
una cassetta con i drappi e nello stesso tempo lo sollecitano a vendere le sete e ad
inviare il denaro a Firenze oppure, in alternativa, ad acquistare seta stravai della
migliore qualità472:
471
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 43 v., 44 r. Vedi anche nota 426. Difficile collocare l’ultima voce, il domascho
vermiglio a la viniziana, privo di numero.
472
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 87 r.
302
302
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[14 novembre 1513]
...
E perché secondo le vostre lettere e sechondo s’i[n]tende da altri costì non vi deba restare di nostro
salvo e broccati, questo gorno s’è mandato in Anchona a Luca d’Archangelo per una chas[s]etta di
drappi segnata di nostro segno, N 1, entrovi più nostri drappi, chome in questa ne sarà leghago, la
quale per il primo pasago l’adirizzi a voi, a nostro ordine o per mano di Iacopo di Giuliano o di chi
altri si trovassi si trovassi (sic) in Anchona per al paese, che non vi posiamo dir chi per non lo sapere.
E qua’ drappi finirete sechondo la chomesione degl’altri mandatovi, e e ritratti rimetterete o in danari
o in chanbi o in seta bella istravai istietta e non altrimenti e sopra tutto vi piacca di vendere chon
qualche profitto e chosì rimettere. E vi parà fuori di proposito che noi mandiamo in detta chassetta el
brochato verde e alesandrino: avete a ’ntendere chol Biliotto, c’ordinò si facessino quand’era di chostà
per anchopagnare e rasi. Che Iddio a tutto presti buona ventura.
...
r) A Costantinopoli Luigi Gherardi ha venduto parte delle sete dei Cavalcanti e il 17 aprile
1514 invia loro l’estratto-conto di netto ricavo. Accanto ad alcuni compratori anonimi che
pagano in contanti, l’acquirente in assoluto più importante è la Porta. I drappi non sono
numerati ma alcuni – ad esempio i non comuni domaschi bigi – sono facilmente
identificabili473:
[17 aprile 1514]
Chopia d’uno conto mandatoci Luigi Gherardi sotto dì 17 d’aprille 1514, a buon chonto.
Apresso vi si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, del ritratto netto di più drappi
avuti a vostro conto per mano d’Orso del Pace in 2 partite, e prima:
...
E, addì primo di novenbre, aspri 9357 sono per picchi 49 ¼ di domaschi legeri
bigi finiti alla Porta per aspri 190 picco in Andrinopoli
aspri 9357
E, addì detto, aspri 14760 sono per picchi 82 di rasi a poste d’oro finimo di vostro
per aspri 180 picco alla Porta di sultano Sali in Pera e picchi 22 ½ di rasi detto a
poste per aspri 170 picco, in tutto aspri 3825 e picchi 12 per aspri 200 picco finiti
alla Porta, montano in tutto aspri 2400, in tutto sono
aspri 20985
E, addì viiii di novenbre, aspri 29965 sono per picchi 13 7/8 di altebasso rosso chon
oro e picchi 53 di detti per aspri 450 picco, finiti in Adrianopoli, alla Porta, in tutto
aspri 29965
E, addì xx detto, aspri 5265 sono per picchi 45 di rasi chermisi finiti di vostro
alla Porta per aspri 117 picco, in tutto
aspri 5265
...
--------------Somano la fine de’ sopra detti drappi
aspri 70312
Apresso ispese fatte474:
...
Somano le spese, come di sopra si vede
aspri 13017
--------------aspri 57295
473
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 130 v.
474
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 13017.
303
303
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Montano, come di sopra si vede, e ritratto di detti drappi aspri 57295, di tanti
v’abiamo creditori in chonto corente. Rivedete tutto e trovando a dovere, l’achocate
e, esendo a dire, lo dite, che si tornerà a dovere
aspri 57295
s) A Costantinopoli le vendite proseguono e il 20 luglio 1514 Bartolomeo Biliotti, rientrato
a Pera, invia ai Cavalcanti un estratto-conto di netto ricavo. I compratori sono pochi.
Limitiamo la trascrizione all’acquirente più illustre, il sultano Selim, che in occasione di un
suo soggiorno ad Adrianopoli si è rifornito di una partita di broccati475:
[20 luglio 1514]
Chopia d’uno conto madatoci da Luigi Gherardi di Pera sotto dì 20 di luglio 1514, a buon
chonto.
Apresso vi dar[emo] conto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, del ritratto fatto de’ vostri
drappi, ricevuto per Francesco Strozzi, e prima:
...
A la Porta di Sultani Cheli in Adrinopoli picchi 58 di brochati per 250 picco [. . .] aspri 14500
...
--------------aspri 33373
Apresso spese476:
...
Somano le spese come di sopra si vede
aspri 5759
---------------
Resta el ritratto netto de’ drappi finiti per quando rischossi saranno, aspri 27614
e di tanti v’abiamo creditori. Rivedetelo e, stando a dovere, chome noi l’achoncate
aspri 27614
Resta di questo chonto, che xono chosegnati a Bartolomeo Biliotti477.
Doc. 112
Sempre nel 1512 la compagnia di Mainardo Cavalcanti effettua altre importanti
spedizioni di sete in Levante e di nuovo il Libro di mandate costituisce la fonte migliore.
Questa volta i Cavalcanti fanno un’operazione a chomune con lo stesso Bartolomeo Biliotti,
il loro corrispondente abituale. Le sete sono complessivamente 49.
a) Il primo invio ha luogo il 6 giugno 1512. La compagnia Cavalcanti spedisce a
Bartolomeo Biliotti, in Costantinopoli, 22 velluti. Inizia una nuova numerazione478:
475
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 133 r. A titolo di curiosità, notiamo che la seta più costosa andò a un certo
Chaggi Chamaldano, agiam, probabilmente persiano, che acquistò – pagando in contanti – una pezza
di altobasso rosso lunga picchi 15 per aspri 430 il picco.
476
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 5759.
477
Segue un elenco di quattro rasi.
478
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 81 r. e v., 82 r. Vedi anche nota 426.
304
304
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mdxii
Una mandata di drapi i Levante a chomune cho Bartolomeo Biliotti, a dì 6 di giugno . . .
N. 1 veluto nero sp.
...
N. 2 veluto tanè i 2 peli
...
N. 3 veluto tanè i 2 peli
...
N. 4 veluto verde i 2 peli
...
N. 5 veluto di grana i 2 peli
...
N. 6 veluto tanè i 2 peli
...
N. 7 veluto alesandrino i 2 peli
...
N. 8 veluto verde i 2 peli
...
N. 9 veluto verde i 2 peli
...
N. 10 veluto nero i 2 peli
...
N. 11 veluto tanè i 2 peli
...
N. 12 veluto alesandrino i 2 peli
...
N. 13 veluto verde i 2 peli
...
N. 14 veluto verde i 2 peli
...
N. 15 veluto verde i 2 peli
...
N. 16 veluto alesandrino i 2 peli
...
N. 17 veluto alesandrino
...
N. 18 veluto alesandrino
...
N. 19 veluto verde i 2 peli
...
N. 20 veluto tanè i 2 peli
...
N. 21 veluto tanè i 2 peli
...
N. 22 veluto nero i 2 peli
...
br. 41. 15. –
br. 34. 6. 8
br. 36. –. –
br. 35. –. –
br. 13. 5. –
br. 30. 10. –
br. 28. 15. –
br. 14. –. –
br. 36. –. –
br. 29. 6. 8
br. 29. 6. 8
br. 42. 15. –
br. 32. 5. –
br. 32. 10. –
br. 28. 17. 6
br. 15. –. –
br. 29. 17. 6
br. 30. 5. –
br. 35. 15. –
br. 32. –. –
br. 34. 5. –
br. 26. 5. –
305
305
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
b) Due settimane dopo i Cavalcanti avvisano Biliotti della spedizione dei drappi ad Ancona.
Qui i velluti saranno consegnati a un certo Sangalletto, che via Ragusa li porterà a Pera479:
[19 giugno 1512]
...
Di poi a dì 6 di questo si mandò in Achona 2 chas[s]e di veluti ischieti chon ordine le chosegnasino
al Saghaleto e a lui si dete ordine le chosegni a voi o a chi gli ordinasi e per chondure dete robe se
gl’è fato lettera a Raugia . . .
c) Una seconda spedizione di sete ha luogo il 6 ottobre 1512. Partono le sete 23-36480:
Mdxii, a dì 6 d’otobre . . .
Una mandata di drapi i Levante a Bartolomeo Biliotti, a chomune per lui e noi, chome a piè si dirà, coè:
N. 23 altebaso alisandrino brochato d’oro, in una gricha, richo, once 1. 5
...
N. 24 altebaso nero brochato d’oro, in una gricha, richo, once 1 d. 10
...
N. 25 veluto di grana brochato d’oro a 4 griche, richo
...
N. 26 veluto nero brochato d’oro a 4 griche, richo
...
N. 27 veluto verde brochato d’oro a 4 griche, richo
...
N. 28 veluto alisandrino brochato d’oro a 4 griche, richo
...
N. 29 veluto tanè brochato d’oro a 4 griche, richo
...
N. 30 raso di grana brochato d’oro, cho foglami, richo, once 1 d. 14
...
N. 31 raso di grana brochato d’oro a chorde, once 1. 16
...
N. 32 raso di grana brochato d’oro a chorde, richo, once 1. 16
...
N. 33 raso alisandrino brochato d’oro a chorde, richo, 1. 16
...
N. 34 raso di grana di poste d’oro apicholato a 4 griche, d. [. . .]
...
N. 35 raso alisandrino apicholato d’oro a 4 griche
...
N. 36 raso nero apicholato d’oro a 4 griche
...
479
br. 15.10. –
br. 15.10. –
br. 15.10. –
br. 15.13. 4
br. 15.10. –
br. 15.10. –
br. 15.10. –
br. 26. 5. –
br. 26. 2. 6
br. 26. 6. 8
br. 13. 6. 8
br. 25.10. –
br. 26. 6. 8
br. 27. 5. –
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 57 v.
480
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 82 v., 83 r. Come si era già verificato nel 1511 (vedi nota 426), il contabile dei
Cavalcanti si proponeva di indicare le lunghezze dei drappi anche in picchi e per ogni voce aveva
aggiunto nel margine destro della carta l’abbreviazione p. (picchi), che noi abbiamo tralasciato in
quanto il progetto non ebbe seguito.
306
306
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
d) Quello stesso giorno i Cavalcanti scrivono a Bartolomeo Biliotti a Pera per informarlo
dell’imminente arrivo dei drappi, imballati nella cassa N. 1481:
[6 ottobre 1512]
...
Per perder mancho tenpo che sia posibile, questo dì s’è mandato in Anchona a Luca d’Archagelo
una chas[s]a di drappi a chomune chon esso voi, sechondo l’ordine datoci Luigi Gherardi, segnata di
nostro segno, N. 1, dentrovi più drappi, chome lechago vedrete in questa, della quale crediamo sarà
chondutore Govan Batista Buonaparte e di sua chondotta gli avete a dar aspri 1250 per chondotta
d’Anchona a chostà e non più, che chosì s’è fatto patto chon lui . . .
...
e) I drappi sono via via arrivati a destinazione. Bartolomeo Biliotti ha ceduto br. 680 di
velluti (che tornorono picchi 604 ¼) ottenendo in cambio seta grezza. Tralasciamo la
trascrizione di questa fonte: i contraenti hanno valutato le merci e Biliotti ha determinato
un ricavo complessivo di aspri 59179 (al netto delle spese), che il 1° novembre 1512
comunica ai Cavalcanti482.
Quasi contemporaneamente da Firenze il 16 novembre 1512 i Cavalcanti spediscono a
Biliotti gli ultimi drappi, numerati 37-49483:
I Levante, a Bartolomeo Biliotti, a dì 16 di novenbre 1512 . . .
N. 37 altebaso verde in una gricha, richo, d’oro, d. –
...
N. 38 veluto di grana brochato d’oro i 4 griche, once 1 d. 2
...
N. 39 veluto verde i 4 griche, once 1 d. 2
...
N. 40 veluto tanè i 4 griche, once 1 d. 2
...
N. 41 veluto nero i 4 griche, once 1 d. 2
...
N. 42 veluto alesandrino i 4 griche, 1. 2
...
N. 43 raso di grana a chorde, d’oro, once 1. 12
...
N. 44 raso di grana a chorde, once 1. 12
...
N. 45 raso alesandrino a chorde, richo, once 2
...
br. 16. –. –
br. 15. 6. 8
br. 15. 2. 6
br. 15.13. 4
br. 15.10. –
br. 14.15. –
br. 26. 6. 8
br. 26.15. –
br. 13. –. –
481
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 62 r.
482
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 18 v.
483
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 83 r. e v., 84 r. Vedi anche nota 426. Completata la spedizione, i Cavalcanti
hanno compilato un estratto-conto dei costi delle sete e delle spese sostenute e il 17 novembre 1512
lo hanno inviato a Bartolomeo Biliotti. Purtroppo il documento non è completo: ASF, Libri di
commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e compagni, setaioli,
cc. 17 v.-18 r.
307
307
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
N. 46 raso tanè a chorde, d’oro, once 1. 12
...
N. 47 raso nero a chorde, once 2
...
N. 48 raso tanè a griche, d’oro, d. 4
...
N. 49 raso verde a 4 griche, d. 4
...
br. 13. –. –
br. 13. –. –
br. 25. –. –
br. 26. 5. –
f) Il 19 novembre i Cavalcanti informano Biliotti della spedizione delle sete imballate nella
cassa N. 2 e dell’itinerario previsto. Menzionano poi l’estratto-conto, che viaggia allegato
alla lettera484:
[19 novembre 1512]
...
Dua gorni fa s’è madato in Achona per Govan Batista Buonaparte una chas[s]a di drappi segnata
di nostro segno, N. 2, ch’è el restante de’ drappi fatti a chomune, gudicha[n]do sia a tenpo a pasare
co l’altra e quando el Buonaparte fussi andato via s’è dato chomesione a Lucha d’Archangelo la mandi
a Iacopo di Giuliano a Rauga per madarla a voi a nostro ordine. De’ quali drapi ne sarà di tutti in
questa el chonto: chome vedrete abiamo debitore una mandata a chomune di f. 1669.2.8 d’oro in oro,
che della vostra metà c’avete a provedere fra sei mei e di chosì v’abiàn debitore e de’ pregi de’ drappi
crediamo v’arete a lodare e al Bonaparte avete a paghare aspri 1250 per chassa . . .
g) La spedizione dei drappi ha subito qualche cambiamento. Ad Ancona o a Senigallia le due
casse saranno affidate da Buonaparte a un certo Giovanni Rinucci, che le condurrà a
Costantinopoli, per poi consegnarle a Bartolomeo Biliotti. Come sempre, i Cavalcanti preparano
un memorandum per Rinucci, nel quale sono riportate le istruzioni relative al viaggio485:
[23 novembre 1512]
Richordo a te, Giovanni di Ghuido Rinuci, questo dì xxiiii di novebre 1512, di chuelo ài a seghuire di
2 nostre chasse di drapi abiamo hordinato ti sieno consegniate in Anchona o a Sinighagla da Giovan Batista
Buonaparte in questo tuo viagio di Pera, le quale vogliamo che nolegandossi u[n] navile o altro legnio che
al presete si truova in Anchona o a l’ontorno per al viagio de la Volona, che tu le charchi i su deto legnio
per a la Velona cho la persona tua e gunto sarai a la Velona chon più presteza potrai ti spedirai per a la volta
di Pera e in deto viagio vogliamo paghi sempre tute ghabelle, passi, dazzi o altri hordinari che avesino deti
drapi a xuso di buon chodutore, che no intendiamo di tal chossa chorere rischio alchuno . . .
h) Tutti i drappi sono arrivati a destinazione. Biliotti ha iniziato a curare le vendite e il 7 e l’8
ottobre 1513 compila per i Cavalcanti due estratti-conto, che in questa sede tralasciamo: la Porta
non ha effettuato acquisti e molti drappi sono ancora invenduti486. Come anticipato più volte, i
libri della contabilità della sintesi sono andati perduti e la documentazione si interrompe.
484
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 66 v.
485
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 18 r.
486
Entrambi in: ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo
Cavalcanti e compagni, setaioli, c. 35 r. (7 ottobre 1513), c. 36 v. (8 ottobre 1513).
308
308
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 113
Nel corso del 1512 ha avuto luogo una complessa operazione tra la compagnia
Cavalcanti e Bartolomeo Biliotti a Pera. Le fonti sono incomplete e ricostruire tutti i
particolari non è possibile. Anche se la prima lettera è andata perduta, è certo che nel luglio
1512 Biliotti aveva ordinato alcune sete di altissima qualità.
a) In una risposta del 13 agosto 1512 i Cavalcanti si dichiarano pronti a far eseguire gli
altobassi e i velluti richiesti, rispettando i colori indicati da Biliotti487:
[13 agosto 1512]
...
Di poi si metterà suso de drappi domandati e velluti e gli altebassi si faranno de’ cholori
doman[da]ti, che ne fareno parechi veste, che vogliamo non abino pari e vedremo fare 4 veste di
velluti chermisi chon oro, richi, della sorta che voi dite. Si ve[n]deranno aspri 800 e 900 e 1000 il
picco, che vi vogliamo chontentare e chosì de’ rasi a chorde e degl’altri anchora . . .
...
b) Il 25 settembre i Cavalcanti avvertono Biliotti di aver avviato la lavorazione degli
altobassi e di altre sete, tra le quali due pezze di broccato d’oro alla veneziana488:
[25 settembre 1512]
...
Abiamo dato ordine a far 8 veste altebassi domandatoci e chosì se ne farà per a pruova 2 veste di
chermisi a la viniziana broccati d’oro, coè altebassi, e fare qualche altebasso chermisi istietto e chosì
si metterà suso qualche raso broccato e tutto si farà in perfetione.
...
c) Il 6 ottobre i Cavalcanti esprimono a Biliotti alcune perplessità intorno all’esecuzione
degli altobassi, dato che la richiesta di Biliotti è inusuale (non si chostuma alucolare se non
el pelo basso), e poi aggiungono che sono in lavorazione anche le sete alla veneziana489:
[6 ottobre 1512]
...
E s’è posto mente la lette[ra] vostra de xi di luglio e ci dite si facci gli altebassi, coè l’otto veste
alluciolate el chanpo, che ne siamo mezzo chonfussi perché non si chostuma alucolare se non el pelo
basso, dicendoci al chanpo ci pare vogliate dire tutto el pelo, chosì l’alto chome el basso, sì che altra
volta fate meglio intendere. Sonsi di g[i]à chomicati a mettere in telaio e in fra pochi dì si chomicerano
e saranno bellisimi e chosì quelli alla viniziana.
...
d) Venti giorni dopo i Cavalcanti scrivono non a Biliotti ma a Luigi Gherardi, amico e
collaboratore del primo, che sempre interviene quando Biliotti non è a Costantinopoli. In
487
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 60 v.
488
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 61 v.
489
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 62 v.
309
309
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
questa lettera i Cavalcanti ricordano l’ordinazione di Biliotti e le perplessità circa la
lavorazione degli altobassi. Avvertono che quattro pezze sono in lavorazione e in
particolare quelle alla veneziana. I Cavalcanti sottolineano che queste ultime saranno
eseguite proprio come quelle veneziane e che potranno essere vendute come tali490:
[26 ottobre 1512]
...
El Biliotto c’aveva ordinato facessi otto veste d’altebassi di una opera che g[i]à se gne ne
mandò una vesta e voleva fussino alucolati, di che gl’abiamo di g[i]à messi suso ma non se ne farà
che iiii alucolati e gli a[l]tri sanza lucole per parerci chosa nuova per chotesto paese, ma saranno
chose belle. E più n’abiamo messi suso 4 veste d’altebassi, coè 2 di chermisi, 1 alesandrino, 1 tanè
pur chon oro, che sarano una chosa richa, chol pelo lavorato alla viniziana, alto, e chosì ci siamo
ingegnati di fare l’opera sechondo che fano e viniziani, a fine siate per vender per viniziani, che se
non c’i[n]ghanono saranno una chosa bella. Anchora mettiamo su qualche raso a chorde e chosì
dell’opera della ba[l]zana . . .
...
Doc. 114
Da Pera Luigi Gherardi ha fornito seta grezza ai Cavalcanti e successivamente ha
ordinato loro una consistente partita di altobassi e damaschi molto costosi. La relativa
documentazione è andata perduta; sappiamo però che i Cavalcanti hanno eseguito quanto
richiesto e il 13 aprile hanno trasmesso a Gherardi l’estratto-conto dei costi sostenuti sino
all’imbarco ad Ancona491:
[13 aprile 1513]
Chopia di uno chonto mandato a Luigi Gherardi di Pera sotto dì 13 d’aprile 1513.
Appresso si darà chonto a voi, Luigi Gherardi di Pera, di più drappi mandati per vostro
chonto in una chassa segnata di nostro segno e N. 1 per chonto della seta contoci da voi come a
piè si dirà:
br. 15. 6. 8 d’altebasso nero in una griccia d’oro broccato
br. 15. 10 d’altebasso di grana broccato d’oro
br. 15. 6. 8 d’altebasso simile
br. 15. 6. 8 d’altebbasso simile
br. 16. 2. 6 d’altebasso alesandrino
br. 15. 5 d’altebasso simile
Somano in tutto gli altebassi, come si vede, br. 92 ¾ a lungho, abattesi br. uno per
misura, resta a paghamento br. 91 ¾ per f. 5.15.– di grossi braccio, monta a ducati
d’oro
f. 443. 6. 9
br. 30 a paghamento d’altebasso di grana broccato d’oro in una griccia f. 5.5.– di
grossi braccio
f. 132. 7. –
490
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 65 v.
491
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 25 v.
310
310
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 28 di domascho bigio a poste d’oro
br. 28 1/8 di domascho biancho a poste d’oro
In tutto br. 56 1/8 per f. 2 d’oro braccio, monta
f. 112. 5. –
----------------f. 687. 18. 9
Apresso spese:
Per ghabella de’ sopra ddetti drappi
f.
6. 6. 2
Per chotone, canavaccio, incerato, cassa e leghattura
f.
2. 1. 7
Per porto da qui Anchona
f.
2. –. –
Per sichurtà fatta sopra ddetti drappi per f. 650 a 2 per cento cho la
senseria
f. 13. 5. –
---------------f. 23. 12. 9 f. 23. 12. 9
----------------f. 711. 11. 6
Somano el chosto de’ drappi cho lle spese, come si vede, f.
712.7.11 (sic) d’oro e di tanti v’abbiano debitori a rinchonto della
vostra seta. Provedete detto conto e, stando a dovere, come noi
l’achonciate
f. 711. 11. 6
Doc. 115
All’inizio del 1514 i Cavalcanti danno avvio a un’altra importante esportazione di sete
a Costantinopoli. Come già avevano fatto in precedenza (Docc. 108, 111), anche ora essi
agiscono in proprio. Nel corso del 1514 si susseguono quattro spedizioni per complessivi
114 drappi. Bartolomeo Biliotti, che era tornato a Firenze, si prepara a rientrare a
Costantinopoli e i Cavalcanti approfittano dell’occasione favorevole.
a) Il 10 marzo 1514 i Cavalcanti compilano l’elenco delle sete. Imballate in due casse,
partono le prime 44 pezze, che il solito Libro di mandate descrive minutamente492:
Una mandata di drapi i Levante, a dì x di marzo, a Bartolomeo Biliotti . . .
N.
...
N.
...
N.
...
N.
...
N.
...
1 altebaso di grana brochato d’oro in una gricha
br. 14.15. –
2 altebaso verde in una gricha, richo
br. 15. –. –
3 altebaso tanè brochato d’oro in una gricha
br. 14.15. –
4 altebaso alesandrino d’oro in una gricha
br. 15. –. –
5 altebaso alesandrino d’oro in una gricha
br. 15. 2. 6
492
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 44 v., 45 r. e v., 46 r. e v., 47 r. Vedi anche nota 426.
311
311
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
N. 6 velutato di grana brochato d’oro in 2 chamini
...
N. 7 veluto tanè brochato d’oro in 4 griche
...
N. 8 velutato di grana d’oro in 2 chamini
...
N. 9 raso di grana d’oro a traverso, l’opera a uso di chorde, richo
...
N. 10 raso di grana d’oro a traverso, l’opera a uso di chorde, richo
...
N. 11 raso tanè d’oro a traverso, l’opera a uso di chorde, richo
...
N. 12 raso alesandrino d’oro a traverso, l’opera chome di sopra, richo
...
N. 13 raso di grana d’oro, l’opera a mazoni di foglami, cho la balzana
...
N. 14 raso alesandrino a chorde, richo
...
N. 15 raso di grana a chorde, d’oro, richo
...
N. 16 raso tanè a chorde, d’oro, richo
...
N. 17 raso di grana a[n]dari d’oro, d. 20
...
N. 18 raso di grana andari d’oro, d. 20
...
N. 19 raso alesandrino a chorde, d’oro, richo, 2. 7
...
N. 20 raso alesandrino andari d’oro, 20
...
N. 21 raso tanè andari d’oro, 20
...
N. 22 raso alesandrino d’oro andari, d. 20
...
N. 23 raso di grana andari d’oro
...
N. 24 raso di grana andari d’oro
...
N. 25 raso sbiadato a posteline d’oro i 2 chamini, d. 8
...
N. 26 raso verde a posteline d’oro, d. 9
...
N. 27 raso nero a posteline d’oro, d. 8
...
N. 28 raso incharnato di chermisi a posteline d’oro, d. 9
...
N. 29 raso bigio a posteline d’oro, d. 9
...
N. 30 domascho bigio a posteline d’oro, d. 8
312
312
br. 14.17. 6
br. 15. 5. –
br. 15. –. –
br. 15. –. –
br. 13. –. –
br. 13. 6. 8
br. 27. –. –
br. 13. 6. 8
br. 13.17. 6
br. 27.15. –
br. 27. 2. 6
br. 27.13. 4
br. 26.10. –
br. 13.10. –
br. 13.13. 4
br. 13.13. 4
br. 13.15. –
br. 12.15. –
br. 13. 5. –
br. 27. 5. –
br. 13. 5. –
br. 13. 6. 8
br. 13.10. –
br. 12.15. –
br. 14. 5. –
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
...
N. 31 raso di chermisi sp., richo
...
N. 32 raso di chermisi sp., richo
...
N. 33 raso di chermisi sp., richo
...
N. 34 raso di grana sp. chon pasta di chermisi, richo
...
N. 35 raso di grana sp. chon bangno di chermisi, richo
...
N. 36 raso bianco l.
...
N. 37 raso bianco l.
...
N. 38 raso incharnato l.
...
N. 39 raso gialo l.
...
N. 40 raso vermiglio l.
...
N. 41 raso nero
...
N. 42 raso vermiglio l.
...
N. 43 raso verde l.
...
N. 44 veluto di grana d’oro i 4 griche, once 1
...
br. 56. –. –
br. 27.10. –
br. 27.10. –
br. 55.15. –
br. 51.17. 6
br. 52. –. –
br. 52. 6. 8
br. 51. –. –
br. 60.10. –
br. 57.10. –
br. 60.13. 4
br. 53.15. –
br. 27. 6. 8
br. 14. 5. –
b) Il giorno successivo, l’11 marzo, i Cavalcanti redigono un memorandum contenente una
serie di istruzioni che Biliotti si impegna a rispettare durante il viaggio e poi una volta
arrivato a destinazione. Presentiamo del documento una trascrizione parziale493:
Addì xi di marzo 1513 [=14]
Richordo a voi, Bartolomeo Biliotti, di quelo avete a seguire in questo vostro viagio di Levante,
che Idio per tutto salvo vi chonduchi e prima:
Quando sarete in Anchona vi farete chonsegnare a Lucha d’Archangiolo le 2 cha[s]se de nostri
drapi segnate di nostro segno, N. 1 e 2, le quali paserete cho la persona vostra per a Raugia o a la
Velona chome meglo parà a voi, mandandoci la poliza di charichamento.
...
E de ritratto di tutti e sopra detti drapi voglamo ci rimetiate in danari chontanti o in chanbi, dove
voi vedesi più nostro vantagio . . .
493
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 94 r.
313
313
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
c) Agli inizi di giugno 1514 si presenta alla compagnia Cavalcanti un’opportunità
straordinaria. A partire per Costantinopoli non è un mercante qualunque ma Carlo
Cavalcanti, fratello di Mainardo. È previsto che Carlo porti con sé cinque balle di panni di
lana e una cassa di sete e che una volta giunto a destinazione consegni la merce a
Bartolomeo Biliotti. I drappi recano i numeri 45-75494:
Una mandata di drapi i Levante a Bartolomeo Biliotti, a dì 2 di giugno 1514 . . .
N. 45 altebaso di chermisi brochato d’oro, richo
...
N. 46 altebaso di grana brochato d’oro in 2 chamini, richo
...
N. 47 altebaso nero brochato d’oro i una gricha
...
N. 48 altebaso di grana brochato d’oro i una gricha
...
N. 49 veluto di grana brochato d’oro i 2 chamini
...
N. 50 veluto tanè brochato d’oro, 4 griche
...
N. 51 raso di grana a chorde, d’oro, richo
...
N. 52 raso alesandrino andari d’oro, 20
...
N. 53 raso tanè andari d’oro, 20
...
N. 54 raso alesandrino andari d’oro, 20
...
N. 55 raso alesandrino andari d’oro
...
N. 56 raso alesandrino d’oro andari
...
N. 57 raso bigio a posteline d’oro
...
N. 58 domascho bigio a posteline d’oro
...
N. 59 domascho bigio a posteline d’oro
...
N. 60 domascho biancho a posteline d’oro
...
N. 61 domascho biancho a posteline d’oro
...
N. 62 raso di grana a posteline d’oro
...
N. 63 raso di grana a posteline d’oro
...
494
br. 15. 2. 6
br. 15.15. –
br. 14. –. –
br. 14. 2. 6
br. 15. 6. 8
br. 15. 5. –
br. 12.13. 4
br. 13.15. –
br. 12.17. 6
br. 13. 6. 8
br. 13.15. –
br. 26.15. –
br. 13.10. –
br. 13.17. 6
br. 12. –. –
br. 14.13. 4
br. 15.10. –
br. 13. 2. 6
br. 13. 5. –
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e compagni,
setaioli, cc. 47 r. e v., 48 r. e v., 49 r. Vedi anche nota 426. Alcune carte sono datate 3 giugno.
314
314
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
N. 64 raso di grana a posteline d’oro
...
N. 65 raso incharnato a posteline d’oro
...
N. 66 raso verde a posteline d’oro
...
N. 67 raso verde a posteline d’oro
...
N. 68 raso verde gialo a posteline d’oro
...
N. 69 raso dorè a posteline d’oro
...
N. 70 raso bigio a posteline d’oro
...
N. 71 raso nero a posteline d’oro
...
N. 72 raso dorè a posteline d’oro
...
N. 73 raso biancho a posteline d’oro
...
N. 74 raso di grana andari d’oro
...
N. 75 raso di grana a poste d’oro a gricha
...
br. 13.10. –
br. 14.10. –
br. 13. –. –
br. 13. 6. 8
br. 14. –. –
br. 13.13. 4
br. 12.15. –
br. 13.10. –
br. 13.17.6
br. 13. 6. 8
br. 13. 6. 8
br. 13. –. –
d) Sempre il 2 giugno la compagnia Cavalcanti informa Biliotti dell’operazione in
corso495:
[2 giugno 1514]
...
E chosì s’è mandato una chassa di nostri drapi d’oro segnata di nostro segno, N. 1, chome in
questa ne sarà leghago, ne la qual chassa v’è una vesta d’altebaso roso broccato d’oro . . .
e) Il giorno successivo i Cavalcanti avvisano Luca di Arcangelo ad Ancona e gli chiedono,
appena ricevute le balle, di imbarcarle verso Ragusa496:
[3 giugno 1514]
...
Questo giorno chol nome di Dio vi s’è mandato 5 balle di nostri panni segnate di nostro segno,
N. 1 a 5, e una chassa di nostri drapi di N. 1, porta Tomaso Chastrucci, veturale, o suo charzone. A la
sua giu[n]ta fate d’averle e quando da noi non abiate altra chomesione, voglamo le pasiate in su primo
pasagio per Raugia . . .
495
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 99 v.
496
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 99 v.
315
315
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
f) Anche per Carlo Cavalcanti, che condurrà i drappi a Pera, la compagnia prepara un
memorandum, datato 9 giugno 1514. È previsto che da Ancona Carlo, con i panni di lana e
la cassetta con le sete, prosegua per Ragusa e Adrianopoli. In tutte le città egli potrà contare
su corrispondenti fiorentini, che sapranno consigliarlo, soprattutto in tema di gabelle. Anche
questa volta presentiamo soltanto la parte iniziale della fonte497:
Addì viiii di gugno 1514
Richordo a tte, Carlo di Francesco Cavalchanti, di quello ài a sequire in questo tuo viaggio di
Pera, che Iddio per ttutto salvo ti chonducha, e prima:
E s’è ordinato in Anchona a Luca d’Archangelo ti chosegni balle v di panni nostri e una cassa di
nostri drapi segnate di nostro segno, e panni N. 1 a 5 e più ti chosegni una cassa, anzi ½ chassa di
drappi de’ Moregli .S. segnata del loro segno, N. 1, e quali panni e drappi paserai col primo pasagio
per a R[a]ug[i]a insieme con dette robe e quando quivi sarai parlerai con Iacopo di Giuliano e chon
lui ti chonsiglerai circha alle ghabelle e di quivi e di Chastelnuovo . . .
...
g) Il 23 agosto i Cavalcanti organizzano la spedizione di un altro lotto di sete, dal N. 76 al
N. 95498:
Mdxiiii
Una mandata di drapi i Levante a Bartolomeo Biliotti, a dì xxiii d’aghosto . . .
N. 76 altebaso alesandrino brochato d’oro i un chamino
...
N. 77 altebaso tanè brochato d’oro i un chamino
...
N. 78 altebaso bigio brochato d’oro in una gricha
...
N. 79 altebaso verde brochato d’oro in una gricha
...
N. 80 altebaso verde brochato d’oro in una gricha
...
N. 81 raso di grana a chorde d’oro, richo
...
N. 82 raso gialo andari d’oro, 18
...
N. 83 raso di grana andari d’oro
...
N. 84 raso di grana andari d’oro
...
497
br. 15. 2. 6
br. 15.10. –
br. 15. 5. –
br. 15. 6. 8
br. 15. 6. 8
br. 13. 2. 6
br. 27. –. –
br. 13. –. –
br. 13. –. –
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 100 v.
498
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 49 v., 50 r. e v. Vedi anche nota 426.
316
316
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
N. 85 raso alisandrino andari d’oro
...
N. 86 raso di grana a gricha, d’oro, benecho
...
N. 87 raso verde andari d’oro, 18
...
N. 88 raso sbiadato d’oro, benecho
...
N. 89 raso tanè d’oro, benecho, d. 10
...
N. 90 raso tanè a posteline d’oro
...
N. 91 raso dorè a posteline d’oro
...
N. 92 raso biancho a posteline d’oro
...
N. 93 domascho bigio a posteline d’oro
...
N. 94 domascho sbiadato a posteline d’oro
...
N. 95 raso di grana sp. cho bangno di chermisi
...
br. 13. –. –
br. 13. 2. 6
br. 13.10. –
br. 13.13. 4
br. 13. 2. 6
br. 13.13. 4
br. 13.15. –
br. 12.15. –
br. 13. 6. 8
br. 13. 5. –
br. 29. –. –
h) Di nuovo un mercante fiorentino – in questo caso Iacopo di Piero da Verrazzano – è in
partenza per Costantinopoli e a lui i Cavalcanti affidano i drappi destinati a Biliotti. Da
notare che un altro mercante – Agnolo del Caccia – ha approfittato dell’occasione e ha
consegnato a Iacopo di Piero un raso da vendere in Levante (Doc. 100). Anche questa volta
presentiamo una trascrizione parziale del pro-memoria consegnato a Iacopo di Piero da
Verrazzano499:
[agosto 1514]
Richordo a tte, Iachopo di Piero da Verrazzano, di quello ài a seghuire in questo tuo viaggio di
Pera d’una nostra chassa di drappi segnata dell’avanti e nostro segno, N. 1, chonsegnatoti qui in
Firenze e sghabellata del chondotta in Anchona a tutte spese, la qual chassa vogliamo cho lla persona
tua la passi a Raugia o alla Velona, dove più gudicherai el proposito e di poi passata l’arai la
chonducha o faccia chondurre in Pera e llì chonsegnerai a Bartolomeo Biliotti a nostro ordine e da
llui ti varrai di tutte le spese fatte a detta chassa d’Anchona in Pera . . .
i) Il 27 novembre i Cavalcanti compilano l’elenco delle sete pronte per la spedizione. È
l’ultimo lotto, dal N. 96 al N. 114500:
499
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 104 r. Il documento non è datato ma fu certamente scritto lo stesso giorno o
subito dopo.
500
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 51 r. e v., 52 r. Vedi anche nota 426.
317
317
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mdxiiii
Una mandata di drapi a Bartolomeo Biliotti i Levante, a dì xxvii di novenbre, chome a piè si dirà
...
N. 96 altebaso tanè brochato d’oro i un chamino, richo, once 2. 3 d’oro
...
N. 97 altebaso di grana brochato d’oro i una gricha
...
N. 98 altebaso tanè, d’oro, i una gricha
...
N. 99 altebaso verde brochato d’oro i una gricha
...
N. 100 altebaso verde d’oro i una gricha
...
N. 101 altebaso alesandrino d’oro i una gricha
...
N. 102 raso di grana andari d’oro
...
N. 103 raso di grana andari d’oro
...
N. 104 raso di grana andari d’oro
...
N. 105 raso verde andari d’oro, 20
...
N. 106 raso di grana in 4 griche, 10
...
N. 107 raso di grana in 4 griche, d’oro, 10
...
N. 108 raso sbiadato a poste d’oro, 10
...
N. 109 raso tanè a poste d’oro, d. 10
...
N. 110 raso di grana a poste d’oro, a gricha, 10
...
N. 111 raso di grana a poste d’oro, 10
...
N. 112 domascho sbiadato a posteline d’oro
...
N. 113 domascho bigio a poste d’oro
...
N. 114 raso di grana chon pasta di chermisi sp.
...
br. 15. –. –
br. 15.15. –
br. 15.13. 4
br. 15. 5. –
br. 14.13. 4
br. 15. 5. –
br. 13. 2. 6
br. 13. –. –
br. 13.10. –
br. 12. 6. 8
br. 12.15. –
br. 13. –. –
br. 13. 5. –
br. 13. –. –
br. 13.10. –
br. 13. –. –
br. 13.10. –
br. 27. –. –
br. 45. –. –
j) Il 29 novembre i Cavalcanti scrivono una lunga lettera a Biliotti. Anche questa volta le
notizie sono tante e si mescolano. I Cavalcanti menzionano due casse spedite ad Ancona, e
in queste due casse c’è di tutto: le sete ordinate in tempi diversi da Biliotti e quelle dei
Cavalcanti. A Firenze erano intanto giunte notizie dei violentissimi scontri tra il sultano e
lo scià di Persia. I Cavalcanti avevano saputo che la vittoria del sultano era stata
318
318
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
particolarmente sanguinosa e pensavano che difficilmente la Porta avrebbe acquistato sete
costose. I Cavalcanti avevano quindi ridotto la lavorazione ma, non avendo ricevuto alcun
contrordine da Biliotti, ora intendono portare a termine la fornitura. In una delle due casse
i Cavalcanti imballano anche una mostra di raso broccato d’oro tirato, giudicato molto
bello: è un campione, che potrebbe avere un buon successo nell’Impero ottomano. La lettera
termina con un riferimento a colui che porterà la sete a Costantinopoli: Francesco Bonsi,
giudicato buono giovane501:
[29 novembre 1514]
...
Questo giorno s’è mandato in A[n]chona in una chas[s]a segnata di nostro segno, N. 2, più vostri
drapi, cioè e resto degli altebasi e veluti d’oro e veste 5 de’ rasi d’oro, richi, chomesoci, chome in
questa ne sarà legagio e chonto di tutto insieme cho gl’altebasi e veluti mandatovi . . . E resto de’ rasi
chomesici sarano finiti per tutto genaio al più lungho, che anchora vi si schrivesi non se ne farebe più
che 10 veste per esersi di poi intesso chotesto Signore avere aùto vetoria contro el Sofì, ancora si
giudichi sanguinosa per ’l Signore, e no ci avendo voi altrimenti limitato tal chomesione, s’andrà
drieto a la fine sua, e subito saranno finiti si manderanno.
Anchora s’è mandato al deto Lucha una chas[s]eta di nostri drapi segnata di nostro segno, N. 1,
chome in questa ne sarà leghagio, e perché di sopra si dicha esere ne la chas[s]a di N. 2 tutti e vostri
drapi, avete a ’ntendere che sono in tuta due queste chasse . . . Et s’è mandato inn chassa, chome
vedrete, una mostra di raso broccato d’oro tirato, a fine posiate vedere se la fusi draperia per ’l paesse,
che a noi ci pare più bella asai che d’oro filato, ma no si posono fare se none quegli che l’oro si gira
a traverso e quegli si brochano si farebano chon grandisima difichultà.
...
Tenuta addì iiii di dicenbre.
...
El chonduttore de’ drappi mandati in Anchona sarà Framcesco d’Angnolo Bonsi, sechondo dice
chi lo chonosce buono giovane.
...
k) Anche questa volta i Cavalcanti preparano un memorandum per Francesco Bonsi, il
giovane che condurrà le sete prima ad Ancona e poi a Costantinopoli502:
1514, addì v di dicenbre
Richordo a tte, Framcesco d’Angnolo Bonsi, di quello ài a seghuire in questo tuo viaggio di Pera
di due mie chasse di drappi segnate di nostro e avanti segno, N. uno e ii, coè una chassa intera e una
½ chassa, le quale casse saranno chonsengnate in Anchona a Lucha d’Archangiolo e a llui farai poliza
di ricevuta e pagheragli le spese solo d’Anchona e di poi per il primo passaggio insieme chon lla
persona tua le passerai a Raugia e quivi pagherai le ghabelle e altre ispese ordinarie, di poi chon più
prestessa a tte possibile rimetterai a chamino per il detto viaggio paghando al chontinuo tutti dazzi,
ghabelle e passi o altre spese chonsuete, vantaggiandoci il più potrai . . .
501
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 114 v., 115 r.
502
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 134 r.
319
319
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
l) Nel corso del 1514 una quantità ingente di drappi dei Cavalcanti è arrivata a Pera. Bartolomeo
Biliotti si è dedicato con successo alla vendita ed è in grado di compilare per i Cavalcanti un
estratto-conto di netto ricavo, che fra l’altro reca un generico riferimento all’anno 1514 (stile
fiorentino?). Con certezza sappiamo che i Cavalcanti lo copiano in un loro libro contabile il 26
luglio 1515. Presentiamo gli acquisti effettuati dalla Porta in Amasya, che si rivelano
imponenti. A Pera Biliotti ha mantenuto la numerazione dei drappi adottata dai Cavalcanti a
Firenze e, a parte qualche comprensibile svista, l’individuazione di ogni pezza è immediata. Le
lunghezze possono a volte variare, in quanto le pezze più lunghe venivano spesso tagliate. Il
ricavo netto ammonta ad aspri 144971, che Biliotti accredita ai Cavalcanti503:
[26 luglio 1515]
Chopia d’un chonto datoci Bartolomeo Biliotti di Pera soto dì 26 di luglo 1515, chome a piè si
dicie, coè:
1514
Apreso si darà chonto a voi, Mainardo Cavalchanti e compagni, setaioli, de la fine e spese fatte a
più drapi per me Bartolomeo Biliotti di Pera, cioè delli ce trovasino finiti di vostro:
...
A dì 15 di giugno aspri 162450 per la monta di più drapi, chome a piè si dirà,
finiti a la Porta in Amasia, chome tutto qui da piè si dirà di mano a mano
aspri 162450
---------------aspri 201106
Apreso rasi d’oro chon andari:
18
20
21
22
77
52
53
54
55
23
56
75
82
83
84
85
86
87
88
br. 13. – di raso di grana andari d’oro
br. 13. 15 di raso alesandrino simile
br. 13. 13. 4 di raso tanè simile
br. 13. 15. di raso alesandrino simile
br. 26. 6. 8 di raso di grana simile
br. 13. 15 di raso alesandrino simile
br. 12. 17. 6 di raso tanè d’oro simile
br. 13. 6. 8 di raso alesandrino simile
br. 13. 15 di raso alesandrino simile
br. 12. 15 di raso roso d’oro simile
br. 26. 15 di raso alesandrino d’oro simile
br. 13. – di raso di grana d’oro, cho andari
br. 27. – di raso grana d’oro
br. 13. – di raso di grana d’oro simile
br. 13. – di raso di grana simile
br. 13. – di raso alesandrino d’oro simile
br. 13. 2. 6 di raso di grana simile
br. 13. 10. – di raso verde simile
br. 13. 13. 4 di raso sbiadato simile
Sono tornati e drapi di sopra, finiti a la Porta, picchi 254 per aspri 220 picco
503
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 89 r. e v, 90 r.
320
320
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Apreso segue e rasi banechi, finiti a la Porta, in Amasia:
25
26
27
28
29
30
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
90
91
92
93
94
br. 27. 5 di raso sbiadato a poste d’oro
br. 13. 5 di raso verde simile
br. 13. 6. 8 di raso nero simile
br. 13. 10 di raso incharnato simile
br. 12. 15 di raso bigo simile
br. 14. 5 di domaschino bigo simile
br. 13. 10 di domaschino bigo simile
br. 13. 17. 6 di domaschino bigo simile
br. 12. – di domaschino bigo simile
br. 14. 13. 4 di domaschino biancho simile
br. 15. 10 di domaschino biancho simile
br. 13. 2. 6 di raso di grana a poste simile
br. 13. 5 di raso di grana simile
br. 13. 10 di raso di grana simile
br. 14. 10 di raso incharnato simile
br. 13. – di raso verde simile
br. 13. 6. 8 di raso verde simile
br. 14. – di raso verde simile
br. 13. 13. 4 di raso d’oro simile
br. 12. 15 di raso bigo simile
br. 13. 10 di raso nero simile
br. 13. 17. 6 di raso d’oro simile
br. 13. 6. 8 di raso biancho simile
br. 13. 13. 4 di raso d’oro simile
br. 13. 15 di raso d’oro simile
br. 12. 13. 4 di raso sbiadato simile
br. 13. 6. 8 di domaschino bigo simile
br. 13. – di domaschino sbiadato simile
Tutti e sopra detti banechi sono br. 392. 2. 6, che tornono picchi 340, finiti per aspri 180 picco.
Apreso brochati chonsegnatomi Luigi Gherardi a la Porta in Amasia:
br. 38. 10 di brochati rosi
br. 35. 10 di brochati rosi
Tornono picchi 63 3/4, finiti per aspri 280 picco.
Apreso altebasi finiti a la Porta in Amasia:
76
80
48
47
2
br. 15. 2. 6 d’altebaso alesandrino d’oro
br. 15. 6. 8 d’altebaso verde simile
br. 14. 2. 6 d’altebaso roso simile
br. 14. –. – d’altebaso nero simile
br. 15. –. – d’altebaso verde
-------------br. 73. 11. 8 tornono picchi 64, finiti a la Porta in Amasia per aspri 430 picco.
321
321
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Apreso le spesse d’essi504:
...
Somano le spese, chome si vede, aspri 56135
Resta e ritrato, chavate le spese, aspri 144971 e di tanti v’abiamo chreditore in
chonto chorente. Vedete e, stando a dovere, achonciate e dite
aspri 56135
----------------aspri 144971
m) Le vendite proseguono e Biliotti il 1° ottobre 1516 invia ai Cavalcanti un altro estrattoconto con l’elenco delle sete vendute sino a quel momento. Come nel documento
precedente, i drappi mantengono la numerazione data al momento della partrenza da
Firenze. Tra gli acquirenti domina la Porta505:
[1° ottobre 1516]
Chopia d’un chonto di più drapi venduti, datoci Bartolomeo Biliotti di Pera, soto dì primo d’otobre
1516, a buon chonto.
Apreso si dà chonto a voi, Mainardo Chavalchanti e compagni, setaioli, de lo ci troviamo finito di
vostro insino a questo giorno, di drapi, e prima:
A dì 20 di novenbre 1515 aspri 18630 per la monta di questi drapi a piè finiti a la Porta
Seragli per aspri 180 picco, che tornoro picchi (sic) 119 ½ picchi 103 1/2, montano
aspri 18630
106 br. 12. 15 di raso di grana benecho
107 br. 13. – di raso di grana simile
108 br. 13. 5 di raso sbiadato a posteline
109 br. 13. – di raso tanè a posteline
110 br. 13.10 di raso tanè simile
111 br. 13. – di raso di grana simile
112 br. 13. 10 di raso sbiadato simile
113 br. 27. 10 di domaschino sbiadato a posteline d’oro
E, addì 22 di dicenbre, aspri 43729 sono per la monta di br. 202. 10. 8 di rasi chermisi
che tornoro picchi 177 1/2 finiti a la Porta per aspri 105 picco, che ve n'è mescholato 1
pezza cho pasta di chermisi e br. 422. 6. 8 di rasi cholorati che tornoro picchi 369, finiti
inn Pera a la Porta per aspri 68 picco, chome per nota e segni da piè vedrete:
aspri
32 br. 27. 10 di raso chermisi
33 br. 27. 10 simile
34 br. 25. 5 simile
61 br. 24. – simile
80 br. 53. – simile
114 br. 45. – cho pasta di chermisi
43729
Apreso rasi cholorati506:
41 br. 60. 13. 4 di raso nero
504
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 56135.
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 104 v., 105 r. e v.
506
Solo i primi due rasi (N. 41 e 43) corrispondono. I successivi sei hanno una provenienza diversa:
sono drappi spediti dai Cavalcanti a Biliotti nell’aprile 1514 (Doc. 112 g). Incerta rimane l’origine
degli ultimi due rasi.
505
322
322
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
43 br. 27. 6. 8 di verde
45 br. 13. 10 tanè
48 br. 26. – verde
29 br. 52. 6. 8 di raso incharnato
32 br. 56. – di raso alesandrino
42 br. 37. – di raso bigio
36507 br. 60. – incharnato
179 br. 38. 10 di nero chosegnato Luigi, che non à segno
174 br. 51. – di nero chosegnato Luigi, che non à segno
E, a dì 22 di dicenbre, aspri 16047 per la monta br. 75.2. 6 di velluto d’oro che
tornorno picchi 65 1/2, finiti a la Porta in Adrinopoli per aspri 245 picco, chome per
cholori e segni a piè si dirà:
aspri
6 br. 14. 17. 6 di velluto di grana
7 br. 15. 5 di velluto tanè simile
8 br. 15. - di velluto di grana simile
44 br. 15. 5. di velluto tanè simile
50 br. 15. 15 di velluto tanè simile
...
16047
Apreso rasi d'oro508:
20
22
81
51
picchi 12 di raso di br[. . .]
picchi 11. 6. 8 di raso roso a baglana
picchi 13. 2. 4 di raso di grana a chorde
picchi 12. 13. 4 di raso di grana a chorde
In tutto picchi 47 1/2 (sic) per aspri 280 picco, montano
125509 br. 13. 17. 6 di raso alesandrino a chorde, in tutto picchi 12 per aspri 210
picco, monta
...
E, a dì 19 di febraio [1516], aspri 6210 a la Porta di questo Signore inn Pera per
la monta di br. 31 di brochato alesandrino, che tornò picchi 27, finito per aspri 230
picco, monta
aspri 13300
aspri
2820
aspri
6210
----------------aspri 133676
Apreso le spese510:
...
Somano le spese
Resta e ritrato netto aspri 103646 e di tanto v’abiamo chreditori di tutto in chonto
chorente. Rivedete e, stando a dovere, achonciate. Idio vi ghuardi.
aspri 30033
----------------aspri 103646
507
Leggasi 37.
L’acquirente dei cinque rasi che seguono è incerto.
509
Lapsus del contabile; si legga 14 (Doc. 115 a).
510
Segue un elenco di spese per un totale di aspri 30033.
508
323
323
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 116
L’operazione che segue vede coinvolti sempre la compagnia dei Cavalcanti, setaioli, e
Bartolomeo Biliotti (cfr. Docc. 108, 111, 112, 115), quest’ultimo in veste di committente.
a) Nel marzo 1514 Biliotti, che era tornato a Firenze, si appresta a rientrare a Pera e porterà
con sé due casse contenenti 44 drappi dei Cavalcanti, i quali il giorno 11 marzo hanno già
preparato un memorandum contenente una serie di istruzioni ben precise (Doc. 115 b). Lo
stesso giorno Biliotti lascia nelle mani dei Cavalcanti un rubino con l’incarico di venderlo
e contemporaneamente ordina loro di eseguire alcuni drappi molto costosi: in totale 16
pezze tra velluti, altobassi e rasi, questi ultimi con oro a traverso. I Cavalcanti prendono
nota dell’ordinazione ricevuta511:
[11 marzo 1514]
Ricordo lascatoci Bartolomeo Biliotti di Pera di quello abiamo a seghuire.
Ricordo a voi, Mainardo di Bartolomeo Cavalchanti, di quello avete a seghuire per me,
Bartolomeo Biliotti, in questa mia andata di Levante, che Iddio per tutto m’achopagni e voi di mal
guardi, e prima:
E vi s’è lascato in mano vostra uno rubino grande leghato in oro a uso di gioiello, el quale voglamo
lo finiate lo meglo potete, o per danari o in baratto o chome meglo vi verà . . .
...
E assì voglio per mio conto proprio faciate vesta 5 di velluti d’oro sanza ricc[i]o e 5 vesta
d’altebassi medesimamente, coè velluti 2 rossi, uno tanè, uno alexandrino, uno verde e simille
gl’altebassi di più cholori e chosì mi faccate vesta 6 di rasi d’oro cho l’oro a traverso, coè 3 rossi, 2
alexandrini, una tanè e mandategli quando prima potete e mettetegli in chonto d’ello si resta aver da
voi e restante ragonate per tenpo dell’an[n]o in 14 mesi.
...
b) La lavorazione dei drappi è solo in parte documentata. Con certezza si può affermare che
in giugno i Cavalcanti spediscono a Biliotti 5 rasi con oro a traverso uguali a quelli ordinati.
I drappi, imballati in una cassa dei Morelli, già il 2 giugno erano stati affidati a Carlo
Cavalcanti, in partenza per il Levante. Il 17 di quello stesso mese i Cavalcanti inviano a
Bartolomeo Biliotti l’estratto-conto di costi e spese, che ammontano in totale a f.
330.18.4512:
[17 giugno 1514]
Chopia d’uno conto mandato a Bartolomeo Biliotti di Pera di più drappi, sotto dì 17 di gugno
1514, a buon chonto.
Apresso si darà conto a voi, Bartolomeo Biliotti di Pera, di più drappi mandatovi a chondotta di
Charlo Cavalchanti sino addì 2 di gugno, e prima in una cassa segnata del segno de’ Morelli:
511
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 98 v. In questa carta il contabile dei Cavalcanti ha indicato in maniera confusa
la data, che potrebbe sembrare 11 marzo 1515. In realtà, tutte le fonti rimandano all’11 marzo 1514.
512
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 129 v.
324
324
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 14 di raso di grana co l’oro a traverso
br. 14 ¾ di raso simile
br. 14 di raso tanè simile
br. 13 7/8 di raso alesandrino simile
br. 13 ½ di raso simile
Somano in tutto br. 70 1/8 di rasi d’oro come di sopra, per danari contanti, a f. 4 ½
d’oro braccio, monta
f. 315. 11. 3
Apresso ispese:
Per ghabella delle v veste di sopra e veste xi de’ Moregli, che paghamo noi detti, in
tutto
Per chassa, leghatura, incerato, involtura, in tutto
Per il porto di detta chas[s]etta di qui in Anchona
Per sichurtà fatta per f. 275 d’oro a 2 per cento
f.
6. 7. 4
f.
1. 14. 10
f.
1. 13. 4
f.
5. 11. 9
----------------f. 330. 18. 6
Somano in tutto, come di sopra si vede, f. 330.18.6 d’oro e di tanti v’abiamo
debitori in chonto chorente. Istando gusto, l’achocate e, sendoci a dire o per voi o
per noi, lo dite, che si choregerà
f. 330. 18. 6
c) Il 23 agosto 1514 i Cavalcanti indirizzano a Bartolomeo Biliotti una lunga lettera
contenente numerosi riferimenti a sete inviate a Pera in circostanze diverse. Sappiamo
infatti che proprio quel giorno i Cavalcanti spediscono a Biliotti i drappi numerati 76-95
(Doc. 113 g). La lettera menziona inoltre una cassa contenente alcuni drappi di Biliotti e
infine ricorda gli altobassi in corso di lavorazione513:
[23 agosto 1514]
...
Per ritornarci in su la mostra a’ vostri drappi per chostì, questi giorni abiàno fatto una chassa di
drappi segnata di nostro segno e N. 1 e chonsegnatala qua Iachopo di Piero da Raugia, della quale lui
à ordine di chondurla al paese di Pera e chonsegnarla a voi a nostro ordine e voi lo paghate di sua
chondotta d’Anchona a chostì, sechondo usanza . . . Nella qual chassa v’è drento pezze iiii de’ vostri
altebassi d’oro sanza riccio ci trovavamo fatti in sulla mostra e 2 veste di broccati d’oro . . . E de’
velluti d’oro non abbiano mai potuto metter su più che 2 telaia, che ne resta anchora in telaio 2 veste:
una verde e una tanè. Restavi 6 veste d’altebassi per vostro chonto, che crediamo saranno finiti per
tutto settenbre e allora si manderanno e darassi chonto di tutto . . . E in questa sarà el leghaggio chosì
de’ nostri drappi chome de’ vostri.
Doc. 117
I rapporti tra la compagnia dei Cavalcanti e Bartolomeo Biliotti sono sempre molto
intensi. In novembre 1514 i Cavalcanti indirizzano a Biliotti una lunga lettera e i riferimenti
alle sete sono numerosi, ma uno in particolare merita di essere richiamato.
513
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 103 v.
325
325
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
a) In una precedente lettera, andata perduta, Biliotti si informava sulla capacità dei
Cavalcanti di fornire, con la massima urgenza, 3000 picchi di rasi e 600 picchi di velluti. I
Cavalcanti rispondono che avrebbero fatto tutto il possibile. In chiusura della lettera
chiedono a Biliotti, in caso di vendita delle loro sete, di trasferire a Firenze fino a 2000
ducati in contanti o mediante lettera di cambio514:
[21 novembre 1514]
...
In quanto a picchi 3000 di rasi e picchi 600 di veluti voreste e chon prestanza e a un trato, qui si
farà el posibile che sarete servito . . .
...
No voglamo manchare di richordarvi che se de’ nostri drapi d’oro voi avessi qualche buona sorte,
che noi disideramo ci rimetessi in danari chontanti o a canbio sino a duc. 2000 d’oro, siché vedete
fare opera per di qui a magio e tutto chon più vantagio si può.
...
b) Nel successivo carteggio con Biliotti i Cavalcanti menzionano in continuazione drappi
di tutti i tipi, a volte in maniera confusa. Una lettera datata 1° febbraio 1515 rimanda
certamente alla precedente richiesta di 3000 picchi di rasi. Resisi conto di non poter
esaudire una richiesta simile, i Cavalcanti avevano pensato di rivolgersi a setaioli
lucchesi. Tornando da Pisa a Firenze, Mainardo Cavalcanti si era fermato a Lucca per
sentire se i setaioli locali fossero in grado di fornire 1000 braccia di rasi; nell’immediato
non aveva ricevuto una risposta, che però sarebbe arrivata da un giorno all’altro. I
Cavalcanti informano Biliotti515:
[1° febbraio 1515]
...
E partito de’ canbellotti a baratto de’ drappi non andò avanti ma trovandosi Mainardo a Pisa se
n’andò a Lucha e quivi à ordinato, o voglamo dire ragonato, di farvi fare br. 1000 di rasi cholorati,
che n’aspettiamo la risposta per questo primo fante, perché chon quello parlò non volle chonchiudergli
a dargli per tutto marzo proximo, ma voleva tenpo a rispondere. E ttutto si fa per vena di satisfare al
vostro desiderio, perché qui in fatto c’è male chi ne vogla lavorare a simili pregi, salvo chon danari
in mano che, riuscendoci questa, se ne manderà br. 3 mila o più, se nonne si manderà quelli si potrà.
...
c) In marzo i Cavalcanti avvisano Bartolomeo Biliotti dell’imminente spedizione di 2000
braccia di rasi e di altri ancora che potrebbero arrivare da Lucca516:
[2 marzo 1515]
...
Per tutto questo mese si manderà almancho br. 2000 di rasi stietti e potendone avere da Lucca si
manderà que’ più che insino a qui non si sono resoluti [. . .]. Si manderà quello si troverrà, che ce n’è
514
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, cc. 112 v., 113 r.
515
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 9 r.
516
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 13 r.
326
326
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
pochissimi e perché voi ci dite si mandi avanti, noi mandereno quello si potrà e non seghuitereno più
là insino a ttanto che da voi non s’à altro aviso, perché la chomessione ista di chostà. Manderassi una
chassa di drappi, fra nostri e vostri.
...
Doc. 118
Nel carteggio intercorso tra i Cavalcanti e Biliotti non mancano notizie curiose. I primi
sono a conoscenza del fatto che Biliotti sta organizzando la vendita di alcune loro sete alla
Porta in Amasya e sperano ovviamente che l’iniziativa vada a buon fine. Tuttavia, nella
lettera che segue esprimono a Biliotti una preoccupazione: la Porta a volte paga con mesi
di ritardo e in un’occasione passata il versamento è stato rinviato anche a causa del gran
caldo517:
[26 marzo 1515]
...
Intedesi anchora chome avevi meso a ordine la maggior parte di nostre robe per madarle in
Amasia a la Porta per mano di Luigi Gherardi, a Dio piaccha abino buona ventura, che ’l dubio nostro
si è che la Porta non pigli a fare chom’altra volta à fato, di star poi 4 mesi a paghare e intanto vene lì
la ’state, che fece sì gran chaldi non se pose rischuotere.
...
Doc. 119
Da Firenze i Cavalcanti continuano a inviare drappi a Bartolomeo Biliotti, che ora
interviene di nuovo quale committente. A una data imprecisata Biliotti aveva ordinato
alcuni rasi d’oro ai Cavalcanti, i quali hanno eseguito l’ordine e il 12 aprile 1515 spediscono
l’estratto-conto di costi e spese, per un totale di f. 595.1.6518:
[12 aprile 1515]
cChopia d’un chonto di drapi mandato questo dì 12 d’aprile a Bartolomeo Biliotti, chome a piè si
dirà, coè:
Apreso si darà chonto a voi, Bartolomeo Biliotti di Pera, di chosto e spese fate a più vostri drapi
d’oro mandativi in una chas[s]a insieme chon altri nostri drapi per ’l tenpo de l’an[n]o, di poi ogni
[me]se ¼, chome a piè distintamente si dirà, e prima:
br. 26 di raso di grana d’oro a traverso, richo
br. 36. 15 di raso alesandrino d’oro a traverso, richo
br. 24. 10 di raso tanè d’oro a traversso, richo
Somano in tutto e rasi d’oro a traverso, richi, chome si vede, br. 87 ¼ per f. 5 s. 5
d’oro braccio, montano
f. 458. 1. 3
517
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 15 r.
518
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 85 r.
327
327
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
br. 13. – di raso di grana a foglami d’oro, richo
br. 12 1/3 di raso tanè a foglami d’oro, richo
Somano e rasi a foglami d’oro br. 25 1/3 per f. 4 s. 15 d’oro braccio, montano
Somano e rasi, chome sopra si vede, in tutto
f. 120. 6. 8
---------------f. 578. 7. 11
Apreso spese:
Per ghabella de’ sopra detti drapi
Per chassa, involture, choton, in tutto, e leghatura
Per porto da qui Anchona
f. 3. 10. 6
f. 1. 15. –
f. 1. –. –
----------------f.
6. 5. 6
Somano e sopra detti drapi, cho le spese, duc. 584.13.10, di che v’abiamo debitori
in chonto de’ tempi di duc. 578.7.11 e di duc. 6.5.6 in chonto chorente, sì che rivedete
tutto e, stando a dovere chome noi, l’achonciate, a ciò che andiamo d’achordo e,
sendo a dire nula, lo dite, che tutto s’achonzerà. Idio vi ghuardi.
f. 584. 13. 10
E più v’abiamo debitori in chorente per sichurtà di f. 500 d’oro
f. 10. 7. –
----------------f. 595. 1. 6
Doc. 120
A una data indefinita ma verosimilmente riconducibile al 1515 Bartolomeo Biliotti da
Pera aveva chiesto ai Cavalcanti di acquistare per suo conto a Firenze una partita di rasi e
di mandargliela poi in Levante. I Cavalcanti hanno eseguito l’ordine e il 23 febbraio
spediscono al committente l’estratto-conto di costi e spese relativo a 14 rasi di vario
colore519:
[23 febbraio 1516]
Chopia d’un chonto di drapi mandato a Bartolomeo Biliotti di Pera questo dì 23 di febraio, chome
a piè si dirà:
Apreso si darà chonto a voi, Bartolomeo Biliotti di Pera, di chosto e spese fate a pezze 14 di rasi
sp. chonperati per vostro chonto per ’l tenpo di mesi 8, di poi ogni mesi ¼ e mandatovi per le mani di
[. . .] di Pachio Adimari e prima:
br. 51. 15 di raso sbiadato sp.
br. 50. – di raso simile sp.
br. 56. 15 di raso tanè sp.
br. 51. 10 di raso tanè sp.
br. 63. 5 di raso biacho sp.
br. 36. 15 di raso biacho sp.
br. 44. – di raso alesandrino sp.
519
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 99 v. Nel calcolo finale delle spese il contabile omette inizialmente di sommare
i f. 13.5.– di sicurtà; accortosi dell’errore, reintegra la cifra prima del totale complessivo.
328
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TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 48. – di raso verde sp.
br. 61. 10 di raso verde sp.
br. 55. – di raso giallo sp.
br. 56. 10 di raso nero sp.
Sommono e rasi, chome di sopra si vede, br. 575 per f. uno s. iii di grossi braccio,
montano f. 661 s. 5 di grossi, vagliono a ducati d’oro in oro
f. 555. 13. 7
br. 63.10 di raso alesandrino per f. 1 s. 1 di grossi braccio, monta
f. 56. –. 7
br. 57. – di raso pasta di chermisi sp.
br. 42. – di raso pasta di chermisi sp.
Somano e rasi pasta di chermisi che di sopra s’è detto, br. 99 per f. uno s. viiii
larghi di grossi braccio, montano f. 143.11 di grossi, vagliono a ducati d’oro in oro f. 120. 12. 6
----------------Somano in tutto e rasi che di sopra si mostra
f. 732. 6. 8
Apreso spese fate a’ sopra detti drapi:
Per tanti paghati al chamarlengo di doghana per ghabella di lib. 144 di
sopra detti drapi
f. 10. 11. –
Per tanti paghati per chanavacio, chotone
f. 1. 5. 4
Per incierato per la chas[s]a de’ detti drapi
f.
8. –
Per tanti paghati a la[n]chaio per la chas[s]a e per portatura e fachini
de la deta chas[s]a, in tutto
f.
5. 5
Per tanti pachati a lechatore in doghana per leghatura de la sopra deta
chassa
f.
4. 6
Per nostra provisione a uno per cento, chavatone la monta de raso nero
sp., perché era nostro
f. 6. 16. –
---------------- ----------------f. 19. 10. 3 f. 19. 10. 3
E per la sichurtà di f. 650 a 2 per cento
f. 13. 5. – f. 13. 5. –
----------------f. 751. 16. 11
Somano e rassi cho lle spese che di sopra si dice f. 751.16.11 e di tanto v’abiamo
debitore per sopra detti tenpi. Visitate deto chonto e, stando a dovere chome noi f. 13. 5. –
l’achonciate e, sendo da dire, lo dite, che tutto s’aconcerà a dovere
f. 765. 1. 11
Doc. 121
Da Pera Bartolomeo Biliotti ha trasmesso ai Cavalcanti alcuni disegni per drappi, che
purtroppo sono andati perduti, ma il giorno 14 maggio 1516 i Cavalcanti dichiarano di averli
ricevuti e informano Biliotti che produrranno al più presto solo quattro pezze con andari
d’oro, mentre per le altre, del tipo benechi, bisognerà attendere a causa delle richieste che
vengono da Lione e dalla stessa Costantinopoli520:
...
520
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 63 v.
329
329
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Siamo a dì xiiii [maggio] . . .
Abiamo richaùti e disegni mandatoci e quanto al fare de’ drapi, fareno solo le 4 veste andari d’oro,
di che ci strignete no si manchi, e queste si soleciteranno presto, che le faremo per sadisffare. E quanto
a l’altre a uso di benechi a la ventura se ne farà qualche vesta ma no molte, perché in fat[t]o non
posiamo lavorare, avendo el nostro fra Lione e chostì . . .
Doc. 122
Ancora i Cavalcanti sono coinvolti in un’operazione particolare: uno scambio di drappi
tra Firenze, Venezia e il Levante. Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ha chiesto ai
Cavalcanti di Firenze di comperare 16 pezze di tabì. I Cavalcanti le hanno acquistate dai
Priuli di Venezia e ora inviano a Biliotti l’estratto-conto di costi e spese, con i valori espressi
in moneta veneziana521:
[22 marzo 1517]
cChopia d’un chonto di pezze 16 di tabì aùto da Perulii di Vinegia e mandato a Bartolomeo Biliotti
di Pera questo dì 22 di ma[r]zo, la copia di mano de’ Peruli di Vinegia.
Apreso vi si darà chonto di chosto e spese fate a pezze 16 di tabì più cholori, forniti per vostro
hordine, che pezze 10 vi si mandò in chas[s]eta chol nostro segno per mani di Gismondo Naldi di
Bologna e pezze 4 in una chas[s]eta chon deto segno vostro per Domenicho, fante di prochaccio, fino
del mese di marzo pasato che [. . .] vi s’è mandato questo giorno inn altra chas[s]eta alsì segnata di
nostro segno per mani del Naldi di Bologna e prima:
1 pezza di tabì roso di chermisi che tornò lorda br. 44 ¾
1 pezza di tabì rosso di chermisi che tornò lorda br. 42
Sono pezze 2 che in tuto tornono lorde, chome si [ve]de, br. 86 ¾, di che s’abate
br. 2 ¼ d’achordo a paghamento restono br. 84 ½, a duc. 1 e grossi 2 braccio montano duc. 91 gr. 13
Una pezza di tabì pasta di chermisi che tornò lorda br. 44 ½ a paghamento br.
43 ½ a grossi 22 el braccio, monta
duc. 39 gr. 21
1 pezza di tabì biancho che tornò lorda
1 pezza di tabì biancho che tornò lorda
1 pezza di tabì di pa[. . .] che tornò lorda
1 pezza di tabì turchino che tornò lorda
1 pezza di tabì alessandrino che tornò lorda
1 pezza di tabì tanè che torno lorda
1 pezza di tabì nero che tornò lorda
1 pezza di tabì tanè chiaro che tornò lorda
1 pezza di tabì fistichino che tornò lorda
1 pezza di tabì verde por[r]o che tornò lorda
1 pezza di tabì limonato che tornò lorda
1 pezza di tabì verde por[r]o
1 pezza di tabì turchino tornò lorda
Sono in tutto pezze 13 cholorate br.
521
br. 40
br. 44 ¼
br. 37 ¾
br. 40 ½
br. 40
br. 40 ¼
br. 38 ½
br. 38 ¾
br. 40 ¾
br. 40 ½
br. 40 ¾
br. 40 ½
br. 40 ½
-----------br. 523. 0
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 102 r. Nel copiare l’estratto-conto il contabile confonde nostro e vostro.
330
330
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Tornorono di lo[rdo] per le misure. S’abate br. 16; a paghamento restano br.
507; a grossi 15 braccio montano
duc. 316 gr. 21
-------------------duc. 448 gr. 7
Montano, chome si vede, le dete pezze 16 di tabì duc. 448 grossi 7 d’oro, di
che s’abate per la maseteria a duc. 1 per cento, in tutto
duc. 4 gr. 11
-------------------duc. 443 gr. 20
Apreso sarano spese lor fate, prima:
Per canovaccio, incierato, chas[s]eta e leghatura di tutto, porto al
burchio in tutto
Per dazio, maseteria e buleta di questa tera in tutto abiàn paghato
Per charichamento del dazio a grossi 3 per ducato abiàn paghato
Per chosolato di nostra nazione a 3 per cento
Per nostra provisione a 1 per cento a la chonpera
Somano le spese, chome si vede, in tutto
Montano in tutto, costo e spesse
duc. 1. 2
duc. 19. 9
duc. 2. 10
duc. –. 13
duc. 4. 12
--------------duc. 27. 22 duc. 27 gr. 22
------------------duc. 471.
18
Doc. 123
Da Pera Bartolomeo Biliotti ha ordinato una partita di rasi cremisi ai Cavalcanti, i
quali li hanno in gran parte comperati sul mercato cittadino; il 18 agosto 1517 inviano a
Biliotti l’estratto-conto di costi e spese relativo a otto rasi cremisi e due veste di raso
d’oro522:
[18 agosto 1517]
cChopia di uno chonto mandato a Bartolomeo Biliotti in Pera, soto dì 18 d’achosto 1517, e
prima.
Apreso si darà chonto a voi, Bartolomeo Biliotti di Pera, di chosti e spese fate a una chas[s]a
di drapi mandatovi per le mani di Iachopo di Giuliano, chome a piè si dirà e prima, chonperati la
magior parte, coè tuti e rasi chermisi, da più persone e prima:
br. 57 1/4 di raso chermisi sp.
br. 44 3/4 di raso simile
br. 64. – di raso simile
br. 58. – di raso simile
br. 63 1/4 di raso simile
br. 50 3/4 di raso simile
br. 51 2/3 di raso simile
522
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 108 r. Non comune è il comportamento del contabile, che addebita a Biliotti il
costo degli otto rasi (f. 618.7.11) in chonto de’ tempi e il costo delle due vesta e le spese (f. 31.7.5 +
f. 175.5.6 = 206.12.11) in chonto chorrente.
331
331
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
br. 39 di raso simile
Somano in tutto br. 428 2/3 per f. 1.14.4 di grossi braccio, per ’l tenpo di mesi 14
[e] ’l 1/2 e di poi a uno mese e mezo, montano f. 735.17.7 di grossi, vagliono a ducati
d’oro f. 618.7.11, che di tanto v’abiamo debitori in chonto de’ tenpi. Provedetelo e,
stando a dovere, chome noi l’achonciate
f. 618. 7. 11
----------------br. 26 1/3 di raso tanè in 2 griche, d’oro, richo, mandatovi sino di novenbre 1516,
la quale ricevè A[n]drea Adimari in Adrinopoli per f. 3.6.8 d’oro braccio, per danari
contanti
f. 87. 15. 6
br. 26 1/4 di raso verde bruno, chome di sopra, mandatovi a dì 22 di luglo cho
sopra detti rasi chermisi per f. 3.6.8 d’oro braccio, per danari contanti
f. 87. 10. –
----------------f. 175. 5. 6
Apreso spese fatte a’ sopra detti drapi:
Per chabella de’ sopra detti drapi
Per leghatura, incierato, involtura, chotone e chassa
Per porto de’ sopra detti drapi da qui a Ravena a Giovan Battista della
Pieve
Per nostra provisione de’ rasi chermisi chonperati a uno per cento
Per sichurtà di ducati 600 fata da Ravena a Rauga de’ sopra deti drapi
a 2 1/2 per cento e senseria
f.
f.
5. 18. 2
1. 10. 8
f.
f.
2. 10. –
6. 4. –
f. 15. 4. 7
--------------f. 31. 7. 5 f. 31. 7. 5
Somano le spese, chome di sopra si vede, f. 31.7.5 d’oro e f. 175.5.6 montano e
sopra detti rasi d’oro per danari chontanti, che in tutto fanno f. 206.12.11 d’oro e di
tanti v’abiam debitori in chonto chorente, sì che rivedete tutto e, stando a dovere,
chome noi l’achonciate per a[n]dar d’achordo e, sendo da dire per noi o per voi, lo
dite che si choregerà. Idio vi guardi
---------------f. 206. 12. 11
Doc. 124
I Cavalcanti hanno esportato ingenti quantità di drappi a Costantinopoli e i
corrispondenti locali – soprattutto Bartolomeo Biliotti e Luigi Gherardi – li hanno venduti
prevalentemente nella stessa capitale, nel frequentatissimo mercato (bisestano) e negli
altri centri dove aveva sede la Corte – Adrianopoli, Bursa e Amasya – come risulta nei
dettagliati estratti-conto trasmessi a Firenze. Una situazione particolare si verifica nel
1517 quando, inaspettatamente, è Damasco a rivelarsi un importante centro di smercio
per le sete fiorentine.
332
332
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
a) Nel verificare i conti con Biliotti, i Cavalcanti hanno notano che qualcosa non torna: o si
è incorsi in un errore o a Damasco rimangono ancora molti drappi. Agli inizi di settembre
i Cavalcanti scrivono a Biliotti523:
[5 settembre 1517]
...
Bisogna o che ne sia restati in Domascho o che voi abiate erato al dare il chonto, perché si mostra
restarvene parechie veste. Voglamolo meglo rischontrare e per i primi vi si manderà una listra di tutti
e drapi che sechondo noi vi restano, a fine che tutto posiate rischontrare.
...
b) I Cavalcanti esaminano attentamente i conti delle sete vendute a Damasco e sulla base
dei loro elenchi ne mancano molte, per un valore di 1200 ducati circa. I Cavalcanti
ricordano a Biliotti di aver saputo che la vendita era andata molto bene e qualcuno aveva
detto che sarebbe stato bello averne portate delle altre524:
[4 ottobre 1517]
...
Abiamo rischontrato e drapi che voi mandasti a Domascho cho quegli che voi ci date finiti in sul
chonto e troviamo manchare i su detto chonto drapi asai, chome in questa ne sarà una notta, che sono
di valuta di duc. 1200 o più, che istimiamo gl’abiate la[s]ciati indretto per erore perché a noi è suto
detto da Pachollo che voi mandaste che se ne finì ogni chosa e ale [. . .] fu drapi per ½, dicendo: volesi
Idio se ne fuse portati più . . .
Doc. 125
Con il 1518 la documentazione della compagnia Cavalcanti a noi pervenuta si riduce
sempre più. Una delle ultime lettere inviate a Costantinopoli rivela un nuovo
corrispondente: il mercante fiorentino Bartolomeo Tebalducci. Il 20 novembre 1518 i
Cavalcanti informano Tebalducci di aver iniziato la produzione di 30 veste tra velluti
broccati e benechi. I Cavalcanti promettono a Tabalducci di non prendere impegni con altri
clienti e di essere disposti a inviare sete in partecipazione al 50%525:
[20 novembre 1518]
...
Per trastullarci noi abiamo meso in telaio circha a 30 vesta fra di velluti broccati et benechi, la
magior parte benechi, che velluti saranno 6 o 8 veste et saranno opere a propoxito et ben lavorate
quanto altri che venghino al paese et non di molto oro, che per di qui a marzo saranno in su la mostra,
non ne facciendo qui partito prima con altri. Et tu gli dimandi a ½, che si manderanno.
...
523
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 163 v.
524
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 166 r.
525
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli, c. 213 r.
333
333
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 126
La compagnia di Francesco Pitti e Amerigo Antinori non commercia abitualmente con
il Levante. Le sue esportazioni di sete sono in prevalenza dirette a Lione e Londra.
Un’eccezione è rappresentata da due rasi cremisi che essa ha deciso di vendere a
Costantinopoli tramite il corrispondente Antonio Gerini. I libri contabili della compagnia
Pitti e Antinori sono andati perduti; si sono conservati alcuni copialettere, da uno dei quali
abbiamo ripreso i documenti che seguono.
a) A Firenze la compagnia Pitti e Antinori ha saputo che la cassa con i rasi è arrivata a
Ragusa e il giorno 8 febbraio 1520 scrive ad Antonio Gerini526:
Im Pera, a Antonio Gierini, addì viii di febraio [1520]
...
Abbiamo di Raugia come li rasi chermisi mandatovi erono arivati lì e che in brieve gli dovreno
mettere a chamino per costì che, visto lo scrivere vostro sopra tale drapperia, speriano in brieve averne
conto e ’l ritratto e fra pochi giorni fareno pensiero mandarvi qualche altra drapperia.
...
b) L’operazione deve aver avuto successo se in aprile la compagnia Pitti e Antinori spera
di ricevere presto il ricavo della vendita527:
...
In Pera, a Antonio Gerini, addì 28 d’aprile 1520
...
Doverrete per la prima carovana mandare el ritratto delle calisee e de’ rasi chermixi; coxì
s’attende, che l’arete trovata roba molto buona, l’uno e l’altro.
...
c) In settembre la compagnia Pitti e Antinori decide di mandare, oltre ad alcuni panni di
lana, anche una cassa con due rasi di grana, questi ultimi a comune con Giovanni Gerini.
Nella stessa cassa ci sono poi altri due rasi cremisi di esclusiva proprietà della compagnia.
I rasi cremisi sono di straordinaria bellezza e la compagnia Pitti e Antinori spera che
Antonio Gerini li venda a un prezzo elevato528:
In Pera, Antonio Gerini [1520]
...
Simile siano avixati per detta lettera scrivete a Giovanni vostro come avevi dato fine alle 2 pezze
di raso chermixi et come per il primo ne mandate chonto e ’l ritratto d’essi, el quale s’attende per il
primo passaggio. Che Idio lo conducha salvo.
Per conto a comune con detto Giovanni vi s’è mandato questo dì 2 balle di panni, entrovi panni 7
sopramani, e quali sono una cosa bella, et una cassetta dove sono 2 pezze di rasi di grana a comune
per ½ con detto Giovanni. Fate di ricevere tutto bene conditionato et paghate le spexe et fatene fine,
526
ASF, Ginori Conti, Serie Pitti Rinuccini, Parte A, 148, Copialettere di Francesco Pitti e Amerigo
Antinori e compagni, c. 126 v.
527
ASF, Ginori Conti, Serie Pitti Rinuccini, Parte A, 148, Copialettere di Francesco Pitti e Amerigo
Antinori e compagni, c. 137 r.
528
ASF, Ginori Conti, Serie Pitti Rinuccini, Parte A, 148, Copialettere di Francesco Pitti e Amerigo
Antinori e compagni, cc. 151 v. e 152 r.; la lettera non è datata ma fu scritta in settembre.
334
334
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
come v’ordinera detto Giovanni. Et datene conto della ½ a detto Giovanni et dell’altra a metà a nnoi,
et alsì del ritratto. Che Idio ne mandi ventura.
In detta cassetta che di sopra si dice è 2 pezze di rasi chermixi, che sono una cosa bella. E quali
sono di nostro chonto propio. Riceuti gl’arete – che Idio gli conduchi salvi – proccurerete alla fine
con più vantaggio potete, che non crediano ve n’abia a manchare el pregio degli altri avete finiti,
non[o]stante questo vi se ne dà libera commessione. Fatene come di cosa vostra propia, et finiti
gl’avete, ne mandate chonto e alsì el ritratto in tanti ducati d’oro, come meglio giudicate l’utile nostro,
et avixate per giornata che seghue. Che Dio di buon mandi.
...
Questi 2 raxi chermixi che si mandano ora sono bellissimi. Aiutateci nel pregio il più potete, come
in voi abbiano fede.
...
Doc. 127
Un’operazione che solo indirettamente riguarda Firenze. Nel lontano 1362 una
compagnia fiorentina aveva acquistato a Venezia seta grezza cinese (Doc. 6). Dopo più
di centocinquanta anni, nel 1522, anche un’altra compagnia fiorentina – i Gondi di Lione
– compera seta grezza cinese, ma questa volta in un contesto profondamente cambiato.
Insieme a Giovan Francesco Affaitati, grande mercante cremonese attivo a Lisbona, i
Gondi di Lione acquistano ora seta cinese non più a Venezia ma nella capitale portoghese.
I Gondi partecipano per 1/4 all’operazione e gli Affaitati di Lisbona per i 3/4. Dal
Portogallo la seta raggiunge poi Nizza via mare, prima di proseguire per Lione, luogo
finale di smercio529:
Mdxxii
...
Seta da Cina venuta da Lisbona di nostro chonto a chomune chon Giovan
Francesco delli Affetati di Lisbona de’ dare, in fFiera di Pasqua, reali lxxxi
mila530, anzi reali ccclxxxi mila cclxxxxv moneta di Lisbona, fatti buoni a ditti
Affetati al nostro chonto de’ tenpi, in questo, c. 433, e sono per chosto e spese
sino chondotta a Nizza di balle xiiii di seta ditta, cioè per il nostro 1/iiii che in
essa attegnamo, chome appare per il chonto datone, chopiato a Ricordanze, c.
334, valgono, a reali 400 per ducato, ducati 953 ¼ che, a soldi 43 per ducato,
valgono lire 2049.9.9
scudi 1085 s. 5 d. 2
...
Doc. 128
Dopo l’esperienza del 1512 (Doc. 105), Giovanni Pandolfini decide nel luglio 1522 di
effettuare una seconda spedizione di sete a Costantinopoli.
529
ASF, Gondi, 8, Debitori e creditori di Antonio Gondi e Pierantonio Gondi e compagni in Lione, c.
452; si veda anche S. Tognetti, I Gondi di Lione. Una banca d’affari fiorentina nella Francia del
primo Cinquecento, Firenze 2013, p. 56.
530
lxxxi mila cancellato.
335
335
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
a) Giovanni Pandolfini acquista a Firenze br. 83 ¾ di raso color lacca dalla compagnia
Pandolfini-Arrigucci531:
Mdxxii
larghi d’oro
Rede di Bartolomeo Pandolfini e Giovanni Arighucci e compagni deono avere,
addì xvi di luglio 1522, f. ottanzette s. xviii d. viiii d’oro larghi sono per la monta di
br. 83 ¾ di raso di lacha aùto da loro per el tenpo dell’anno di poi il ¼ per f. uno s.
uno d’oro in oro braccio, d’acordo
...
f. 87. 18. 9
b) Pandolfini consegna il raso a Piero Rinuccini, in partenza per il Levante532:
[1522]
Una mandata di drappi in Levante per mane per Piero di Iacopo Rinuccini per finire
per mio conto deono dare, addì xvi di luglio 1522, f. ottanzette s. xviii d. viiii d’oro
larghi sono per la monta di br. 83 ¾ di rasi di lacha aùti chome di sopra da’ Pandolfini
...
f. 87. 18. 9
Doc. 129
Luigi di Carlo da Castelfiorentino, un modesto mercante originario del contado, nel
1522 decide di compiere un viaggio nell’Impero ottomano. Porta con sé alcune balle di
panni di lana e quattro rasi, in parte acquistati insieme al fratello Girolamo.
a) Luigi di Carlo lascia Firenze il 24 luglio 1522. Prima della partenza, Luigi annota in un
libro contabile il costo delle sete e alcuni oneri accessori533:
Una vesta br. 13 1/8 di raso roso d’oro a poste an[. . .] autta da Bac[ci]o
Saseti de’ dare f. f. (sic) 30 s. 16 d. 10 d’oro per fiorini f. 2 larghi s.7 d’oro
aùtosi da lui pe danari chontanti
13 5/6
Una vesesta (sic) br. 13 5/6 aùtosi dal detto per f. 2 s. 7 d’oro per danari
chontanti, de’ dare
15
Una vesta di br. 15 aùtosi dal detto per fiorini f. 2 s. 7 d’oro el braccio,
aùtosi dal detto, de’ dare
A spese di dete tre veste, per incerato, s. 5 d’oro
A spese di dete tre veste f. 1 e soldi 5 d’oro per chabela a s. 10 pe[. . .]
13 1/8
531
f. 30. 16. 10
f. 32. 11. 12
f. 35. 5. –
f. –. 5. –
f. 1. 5. –
----------------f. 100. 3. 0
ASF, Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini, c. 13 v.
ASF, Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini, c. 13 v.
533
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4544, Quadernuccio di Luigi di Carlo da Castelfiorentino, cc.
37 v., 38 r. Per una ricostruzione dell’operato di Luigi si veda A. Orlandi, Vestire l’Islam alla fiorentina
e importare oro. Luigi di Carlo da Castelfiorentino in Oriente, in La storia e l’economia. Miscellanea
di studi in onore di Giorgio Mori, a cura di A.M. Falchero, A. Giuntini, G. Nigro e L. Segreto, 2 voll.,
Varese 2003, I, pp. 541-550.
532
336
336
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
f. 30. 11. 9534
----------------Che tanto chostorono le 4 veste chondotte insino in Andrinopoli, in
tutto
f. 130. 14. 9
A dì 13 di febraio 152[. . .] si chonperò una vesta di raso alesandrina a
pposte d’oro da Giovani de l’Ancisa per valuta di fiorini 2 s. 6 d’oro in oro,
che deta vesta se gli paghò in telaio inazi fusi fata, che di poi s’ebe fine, br.
13 1/8, coè fiorini 2 s. 6 d’oro el braccio
f. 30. 3. 9
E pùe de’ dare deta vesta f. – s. 8 d’oro, che tanti paghò Girolamo mio
fratello per chabella in dochana di deta vesta
f.
–. 8. –
30. 11. 9
b) Il 3 settembre 1523 Luigi di Carlo lascia Pera e inizia il viaggio di ritorno, via
Adrianopoli e Ragusa. Rientra poi a Firenze e tra luglio e settembre 1524 registra il ricavo
delle vendite535:
A dì 15 di luglio 1524
Drapi coè beneche a poste d’oro deano, di chonto di Luigi e altri, deano avere
per quando rischosi sarano, aspri otomila cento quaranta, sono per la valuta di 3
veste di beneche, che furono picchi 37, finitoli per me Michele di Vieri, Aghostino
de’ Pili per pagha[r]le a la giornata, aspri 220 picho, monta in tutto
E, a dì – di setebre 1524, aspri 2412 sono pe la fine d’una vesta di ben[e]che
alesandrina, chonpratosi da Giovani de l’A[n]cisa, finitola per mio chonto Michele
di V[i]eri, aspri 210 picco, a pagare a la giornata, monta in tutto aspri 2412
aspri
8140
aspri 2412
---------------aspri 10552
Doc. 130
Firenze esportava nell’Impero ottomano grandi quantità di panni di lana e, in misura
più ridotta, tessuti di seta, ben più costosi. Di contro, importava prevalentemente seta
greggia, ciambellotti, spezie e materie tintorie, ma la bilancia commerciale era
nettamente favorevole a Firenze. Per monetizzare questi crediti i mercanti fiorentini
potevano ricorrere, se il momento lo consentiva, a lettere di cambio, ma generalmente
erano costretti a provvedere al trasferimento manuale di monete sonanti da
Costantinopoli (le due possibilità, ad esempio, sono menzionate nel Doc. 117 a).
Generalmente erano gli stessi mercanti che al momento del rientro in patria portavano
con sé monete d’oro, ma vi era anche la possibilità di rivolgersi a persone conosciute e
fidate, che dietro pagamento svolgevano questo servizio.
Nel caso in esame la compagnia di Averardo di Alamanno Salviati, setaioli, il 22
agosto 1523 effettua un pagamento a favore di un certo Niccolò Davanzati, che è
534
Luigi di Carlo, che tiene i conti in maniera disordinata, riporta qui il totale delle partite che seguono
(a c. 37 v).
535
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 4544, Quadernuccio di Luigi di Carlo da Castelfiorentino,
c. 43 r.
337
337
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
appena rientrato a Firenze da Costantinopoli portando con sé un somma (imprecisata)
di denaro della compagnia 536.
Spese hochorrente per e bisogni di questa ragone deono dare . . .
...
E, addì xxii d’aghosto [1523], duc. uno s. x d’oro a Nicholò Davanzati per
chonducitura di danari portatoci di Levante, e per noi al Giornale, 146, da’ Salviati,
in questo, 202
duc. 1. 10. –
Doc. 131
Carlo Strozzi esporta a Costantinopoli panni di lana e, saltuariamente, drappi di seta.
Nella capitale ottomana Carlo ha un corrispondente fidato nel figlio primogenito
Girolamo, destinato ad essere ben presto raggiunto dal secondogenito, Daniello. In questa
lettera datata 4 dicembre 1523 Carlo Strozzi ricorda al figlio le sete che insieme a
Leonardo Venturi ha spedito a Costantinopoli e lo sollecita a curare le vendite, in quanto
da Firenze Venturi, se soddisfatto, potrebbe inviare annualmente drappi per un valore di
ducati 1500 o più 537:
A dì iiii di dicembre 1523
...
Eri avisato avevo fatto partito de la seta co Leonardo Venturi, dove atencho ne’ drapi madatoti
per duc. 200 d’oro: vedi servirne in modo ch’egli abbi chausa mandare degli altri che, se tu lo servi
bene, stimo arai l’an[n]o per duc. 1500 o più . . .
...
Doc. 132
Dopo la spedizione del raso color lacca a Costantinopoli nel 1522 (Doc. 128), nel
gennaio 1524 Giovanni Pandolfini decide di ripetere l’esperienza e consegna quattro sete
al solito Piero Rinuccini, in procinto di partire538:
[1524]
A Piero di Iachopo Rinuccini, questo dì xv di genaio 1523, una vesta d’altebasso di laccha
portato secho in Levan[t]e per finire per mio conto di br. xv ¾ con libera comesione per darmi
f. 84
buon conto
A detto, iii veste di benecchi portò lui, uno alexandrino, uno di laccha, uno turchino, di br.
49 in tutto
f. 98
536
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e
compagni, setaioli, c. 2 s.
537
ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 57, Quaderno di Carlo di Niccolò Strozzi, c. 78 v.
538
ASF, Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini, c. 13 v. Una decina di giorni dopo
Pandolfini torna sull’operazione e aggiunge altri particolari: esorta Rinuccini a non accettare baratti
e precisa che le sete appartengono per il 50% a Taddeo Taddei (c. 119 v.).
338
338
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 133
Intorno agli anni 1524-30 la compagnia di battilori di Gherardo Bartolini esporta a
Costantinopoli ingenti partite di drappi. Il corrispondente è Giovanni Vernacci, nipote di
Niccolò Machiavelli, che nella capitale ottomana si occupa delle vendite e periodicamente
trasmette ai Bartolini resoconti aggiornati del suo operato. Le fonti principali consistono in
due libri di debitori e creditori e due copialettere, ma nel complesso la documentazione si
presenta piuttosto discontinua. A differenza di quanto si era verificato con i Salviati o i
Cavalcanti, che hanno tramandato testimonianze complete delle spedizioni dei drappi da
Firenze, per i Bartolini questo si verifica solo per il 1524. Le fonti attestano successive
esportazioni ma si limitano a menzionare casse di drappi, il cui contenuto ci sfugge. Di
contro, come vedremo, sono ben documentate nei libri dei Bartolini le vendite a Pera negli
anni 1529-33 (Docc. 150-159).
Nel 1524 la compagnia Bartolini riprende da una ragione vecchia il ricordo di un
avvenuto invio di drappi costosi, quasi tutti altobassi broccati539:
Mdxxiiii
Una mandata in Levante in mano di Giovanni di Franncesco Vernnacci de’
dare duc. dxxxvi – d. ii d’oro inn oro per tanti chonsengniatocielo per debitore
Gherardo Bartolini e compagni di ragione vechia, dal loro libro azuro, c. 52, e
sono per l’infrascriti drappi, e posto avere, questo, 264
br. 65 ¼ di raxo roso di chermisi per f. 1 br.
duc. 65. 5. –
br. 18 ½ di velluto nero per f. 1 ¼ br.
duc. 23. 2. 6
br. 14 2/3 d’altobaxo brochato per f. 4 br.
duc. 58. 13. 4
br. 14 d’altobaxo brochato roso per f. 4 br.
duc. 56. –. –
br. 14 1/8 d’altobaxo brochato alexandrino per f. 4 br.
duc. 56. 10. –
br. 50 di raxo nero spangnolo per f. –.15 br.
duc. 36. 15. –
br. 13 7/8 d’altobaso brochato nero per f. 4 br.
duc. 55. 10. –
br. 14 1/8 d’altobaso roso brochato
duc. 56. 10. –
br. 14 1/3 d’altobaxo simile
duc. 57. 6. 8
br. 14 ¼ d’altobaso chermisi
duc. 64. 2. 6
-----------------duc. 529. 15. 0
E per llo spacio di Firenze
duc. 6. 5. 3
-----------------duc. 536. 0. 3
E de’ dare f. quatro d’oro si fanno buoni a Gherardo Bartolini e compagni,
battilori, e sono per duc. 200 fatone asichurare d’Anchona a Raugia, sotto loro
nome, in questo, 300
E deono dare f. dua s. xvii d. ii d’oro si fanno buoni deti per spexe di 3 veste
d’altebasi erano inn una loro chaxa mandata in Levante, questo, 300
f. 536 s. –. 2
f.
4 s. –. –
f.
2 s. 17. 2
--------------------duc. 542. 17. 4
539
Archivio Bartolini, 240, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini, c. 324 s. Su Vernacci si veda S.
Larosa, Vernacci, Giovanni, in Enciclopedia machiavelliana, 3 voll., Roma 2014, III, pp. 665-666
(https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-vernacci_%28Enciclopedia-machiavelliana%29/).
339
339
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 134
Il 3 giugno 1524 la compagnia Bartolini procede a una seconda spedizione di sete a
Giovanni Vernacci in Costantinopoli540:
[1524]
Una mandata di drappi in Levante in mano di Giovanni Vernnacci de’ dare, sino
addì iii di gungnio, f. 374. 4. 7 d’oro sono per valuta delli apreso drappi mandatoli
per lle mani di Bastiano Landi, posto drapi, in questo, 6, come al Giornale, 10
br. 14 ¼ di velluto roso brochato per f. 3 br.
f. 42. 15. –
br. 29 7/8 di beneche sbiadato per f. 2.15 br.
f. 82. 1. 1
br. 30 3/8 di beneche verdde per f. 2.15
f. 83. 9. 9
br. 14 ¼ di beneche incharnnato di chermixi per f. 2 ¾
f. 39. 3. 9
br. 60 di raxo roso di chermisi per f. 1 1/8
f. 67. 10. –
br. 55 2/3 di raxo simile per f. 1 1/8
f. 59. 5. –
--------------f. 374. 4. 7
E, addì x di gungnio, f. sei s. iii d’oro inn oro per tanti che Bartolini et Lanfredini
ne paghornno a Ragio per sichurtà di duc. 300 d’Anchona a Raugia sopra qualunque
paxagio, posto questo, 21
f. 374 s. 4. 7
f.
6 s. 3. –
------------------duc. 380. 7. 7
Doc. 135
Una terza spedizione di sete da parte della compagnia Bartolini a Giovanni Vernacci in
Costantinopoli541:
[14 settembre 1524]
Una mandata di drappi in Levante in mano di Giovanni di Francesco Vernaci
de’ dare f. cclxxxxv s. iiii d. iii d’oro inn oro per valuta delli apreso drappi
mandatoli per lle mani di Ghulielmo da Somaia questo dì xiiii di setenbre e posto
drappi in questo, 6, e a Giornale, 22,
br. 14 1/3 d’altobaxo roso di chermixi per f. 4 br.
f. 57. 6. 8
br. 22 3/8 di brochato roxo povero per f. 2.15 br.
f. 61. 7. 7
br. 14 di velluto roxo brochato per f. 3 br.
f. 42. –. –
br. 14 ½ di beneche incharnnato per f. 3 br.
f. 43. 10. –
br. 62 di raxo roso di chermisi per f. 1.2 br.
f. 69. 15. –
br. 17 di velluto nero per f. 1.5 br.
f. 21. 5. –
------------------Sommano, in tutto
duc. 295. 4. 3
540
541
f. 295 s. 4. 3
Archivio Bartolini, 242, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 31 s.
Archivio Bartolini, 242, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 41 s. e d.
340
340
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E de’ dare duc. x d’oro per tanti che Bartolini e Lanfredini ne paghornno a Ragio
per farsi asichurare di duc. 500 d’Anchona in Raugia, posto deti Bartolini e
Lanfredini, questo, 31
E, addì xii di novenbre, f. 242.5.10 d’oro per valuta delli apreso drappi, mandato
al depto Giovanni per le mani di Franncesco Cini d’Anchona, questo, 6
br. 15 1/3 di velluto nero per f. 1.5 br.
f. 19. 3. 4
br. 14 3/8 di velluto nero brochato per f. 3 d’oro br.
f. 43. 2. 6
br. 31 1/8 di beneche gugolino per f. 3 br.
f. 93. 7. 6
br. 28 7/8 di beneche nero per f. 3 br.
f. 86. 12. 6
------------------Soma, come si vede, al Giornale, 34
duc. 242. 5.10
f. 10 s. –. –
f. 242 s. 5.10
duc. 547. 10. 1
------------------E de’ dare f. cinque s. ii d. v d’oro per tanti che Bartolini e Lanfredini ne
paghorno addì xxviiii di novenbre a Ragio di Noferi per una sichurtà fata sopra
drappi d’oro e di xeta d’Anchona a Raugia, posto e deti, questo, 21
E deono dare f. – s. iiii d. xi d’oro, per tanti ne paghorno e Bartolini e Lanfredini
a Ragio, sensale, per senseria de la deta sichurtà, posto questo, 21
E de’ dare f. 380.7. 7 d’oro per tanti fatone là creditori, questo, 31
f.
5 s. 2. 5
f. – s. 4.11
f. 380. 7. 7
------------------
duc. 385. 14.11
duc. 547. 10. 1
------------------duc. 933. 5. 0
Doc. 136
Un codice appartenuto a un sensale di assicurazioni marittime – il fiorentino Raggio
Raggi – elenca i contratti stipulati negli anni 1524-26. Tutti gli esempi che seguono
prevedono la spedizione da Ancona di drappi appartenenti a mercanti fiorentini. Il
principale porto di arrivo è Costantinopoli. È una fonte del tutto particolare, che merita di
essere richiamata, anche se i drappi non sono puntualmente descritti. Le cifre registrate a
fianco dei nomi costituiscono il valore assicurato; il premio oscilla sensibilmente a seconda
della lunghezza dell’itinerario (Pera 8%, Beirut 7 ½%, Ragusa 2%).
a) Piero Ciacchi assicura panni di lana e sete da Ancona a Costantinopoli. Il capitale
assicurato è di f. 800: gli assicuratori sono tredici mercanti fiorentini542:
Addì iii di dicenbre [1524]
Piero Cachi per fiorini sopra drappi e panni d’Anchona a Rauga, anzi in Pera, sopra el ghaleone,
padrone Marino di Chaterro a 8:
Cha[r]llo Ginori
f. 100
Piero Girolami
f. 50
Dini
f. 50
Iacopo Chorsi
f. 50
Giovanni Ghaddi
f. 100
Francesco Chatellano
f. 50
Zanobi Saliti
f. 100
Simone Ghu[a]dangni
f. 50
542
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 39 v.
341
341
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Salviati, propio
Chorsini
Giovanni Popoleschi
f.
f.
f.
50
50
50
Giovan Battista Cei
Matteo Borgiani
f.
f.
50
50
f. 800
b) La compagnia Bartolini assicura per f. 200 i suoi drappi da Ancona a Costantinopoli. Gli
assicuratori sono soltanto due543:
Addì xxiiii detto [maggio 1525]
E detti [Bartolini e compagni] si fano assichurare chome di sopra [d’Anchona in Perra o
Ghostantinopoli] sopra drappi:
Francesco Chatellano
f. 100
Averardo Salviati, propio
f. 100
c) La compagnia di Marco del Nero assicura per f. 500 panni di lana e drappi da Ancona a
Costantinopoli544:
Addì 8 di novenbre [1525]
Marcho del Nero e compagni per fiorini sopra drappi e panni d’Anchona in Pera o Chostantinopoli
sopra la nave Santa Maria, padrone Antonio Chalavresse, potendo tochare a Scio a 8:
Francesco Mannelli
f. 250
Chanbio Infa[n]ghati
f. 75
Giovanfrancesco Franceschi f. 50
Francesco Chatellano
f. 50
Girolamo da Ghavina
f. 50
Leonardo da Filichaia
f. 25
f. 500
d) Di nuovo la compagnia Bartolini assicura sete per f. 200, ma la rotta è ora più breve – da
Ancona a Ragusa – e il premio scende al 2%545:
Addì xxvii detto [febbraio 1526]
Gherardo Bartolini e compagni batilori per fiorini sopra drappi d’Anchona a Raugia a 2 per cento:
Francesco Giraldi
f. 100
Gherardo detto, proprio
f. 100
f. 200
e) Ancora i Bartolini assicurano per f. 300 drappi e panni di lana da Ancona a Beirut o
Tripoli di Siria. Il premio è del 7 ½%546:
Addì xxvii detto [marzo 1526]
Gherardo e Zanobi, anzi Zanobi e Gherardo Bartolini e compagni si fano assichurare per fiorini
sopra drappi e panni d’Anchona a Baruti o Tripoli sopra la na[ve] Santo Angelo a 7 ½ per cento:
Bernardo Ucioni
f. 100
200547
543
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 71 r.
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 99 r.
545
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 119 v.
546
Pisa, SNS, Salviati, Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi, c. 123 r.
547
Così il ms., ma si legga 100, che è il valore assicurato.
544
342
342
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 137
Nel 1525 muore a Costantinopoli Girolamo Strozzi, che da anni curava la vendita sul
mercato ottomano di sete appartenenti a diversi mercanti fiorentini. I due esecutori
testamentari – Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti – procedono alla vendita dei tessuti
ancora giacenti nel fondaco e intestano un conto ai rispettivi proprietari.
a) Vendita di rasi incarnati a poste di proprietà di Lorenzo Carducci, 1525548:
Mdxxiiii [=1525]
Drappi di chonto di Lorenzo d’Agniolo Charducci, propio, deono avere . . .
...
E deono avere aspri dumilaquattrocento settantacinque, che di tanti li
troviamo chreditori al sudetto libro, a c. 118, in chonto di veste dua di rasi
incharnati d’oro a poste, dal Giornale, a c. 3, eredi e maestri sudetti dare, in
questo, a c. 3
...
aspri 2475
b) Vendita di velluti rossi e neri di proprietà della compagnia di Leonardo Venturi, setaioli,
1525549:
Mdxxv
Drappi di chonto di Leonardo Venturi e chonpagni, setaioli, per iii/iiii e rede
di Girolamo Istrozi per il 1/iiii, finiti per noi, deono avere, addì xv di maggio, aspri
milletrecentoquindici e per loro da Giannetto da Portoveneri, chonttanti, per valuta
di picchi xi ½ di velluto rosso, finito per noi per aspri 119 ½ piccho, dal Giornale,
a c. 7, chassa, in questo, a. c. 38
...
E, addì xvii di febraio [1526] aspri tremilacinquecento sessantacinque per
valuta di picchi 31 di velluti, finiti di lor chonto a uno ermino per aspri 115 picco,
per i danari chontanti, mezano Chaggi, turcho, sensale, dal Giornale, a c. 15,
chassa, in questo, a c. 46
E, addì viiii di marzo, aspri novantadua per valuta di picchi iii/viii di velluto
rosso di lacha, finito tutto per aspri 42 e picchi ½ di velluto nero finito per aspri
50, per i danari chontanti, dal Giornale, a c. 16, chassa, in questo, a c. 46
...
aspri
1315
aspri 3565
aspri
92
c) Vendita di rasi di proprietà di Lorenzo Carducci, 1525550:
548
ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori
dell’eredità di Girolamo Strozzi, c. 23 d.
549
ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori
dell’eredità di Girolamo Strozzi, c. 40 d.
550
ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori
dell’eredità di Girolamo Strozzi, c. 41 d.
343
343
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Mdxxv
Drappi di chonto di Lorenzo d’Agniolo Charducci, propio, finiti per noi, deono
avere, addì iii di giugnio, aspri dumiladugentoottanta per valuta di pichi viiii ½ di
raso rosso d’oro di vostro chonto, finito per noi Gianbatino Ghonnella a un turcho
per aspri 240 picco, per pagharcelo in fra xv giorni, dal Giornale, c. 7, Gianbatino,
dare, in questo, a c. 40
E, addì ii d’aghosto, aspri secento e per loro da Gianbatino Ghonnella, chontanti,
per valuta di picchi 2 7/8 di raso rosso d’oro, finito per noi di N. 14, per sudetto
pregio, per esere ischanpolo, dal Giornale, a c. 10, chassa, in questo, a c. 38
E, addì x di marzo [1526], aspri tremilauno, per valuta di picchi xii 1/iiii di raso
rosso andari d’oro, finito Aghostino de’ Pilli per aspri 245 picco, dal Gironale, a
c. 16, Aghostino, debitore, in questo, a c. 10
aspri
2280
aspri
600
aspri 3001
--------------aspri 5881
d) Un raso rosso lacca, di proprietà della compagnia di Leonardo Venturi, è stato venduto
sul mercato di Bursa tramite Ulivieri Bartoli551:
Mdxxv
Ulivieri Bartoli di rinchontro [di Bursia] de’ dare . . .
...
E, addì detto [18 aprile 1526], aspri milledugento, che tanti ci disse per una sua
esere istata la fine di picchi xx di raso rosso di lacha finito allo inchanto per aspri
60 picco di chonto di Lionardo Venturi e Charlo Istrozi, dal Giornale, a c. 18,
drappi di lor chonto avere, in questo, a c. 45
...
aspri
1200
Doc. 138
Giuliano Capponi e compagni, battilori, hanno spedito ad Antonio Gerini, loro
corrispondente a Costantinopoli, broccati e rasi d’oro destinati alla vendita. Non si conosce
il risultato di questo investimento. Il totale del conto viene girato alla Ragione nuova del
Libro giallo, che non si è conservato552:
Mdxxv
Drappi d’oro e di seta a finire per nostro chonto in Pera i mano d’Antonio
Gierini, deono dare, addì xxviiii di marzo, f. sessantanove s. iiii larghi d’oro sono
per valuta di br. xxvii 2/3 di rasi brocchati in dua tagli, coè uno rosso di br. 14 1/3
e uno incharnnato di br. 13 1/3 mandato al sopra detto per finire per noi, chome
appare al Giornale, a c. 192, drappi lavorati in bottegha, avere, in questo, c. 131
551
f.
69 s. 4. –
ASF, Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti, procuratori
dell’eredità di Girolamo Strozzi, c. 57 s.
552
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 5, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 153 s.
344
344
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, addì vii d’ottobre, f. trecentoquarantacinque larghi d’oro sono per valuta di
braccia 138 di più ragone rasi d’oro in veste x mandate in detto luogho, al detto
Antonio a finire per nnoi, chome appare al Giornale, a c. 127, in questo, c. 167
...
f. 345 s. –. –
Doc. 139
A Costantinopoli le comunità fiorentine e veneziane avevano l’abitudine di organizzare
ogni tanto ricevimenti fastosi, ai quali partecipavano i rispettivi rappresentanti e numerosi
personaggi di rango. Il 14 febbraio 1524 giunse a Venezia una lettera da Costantinopoli con
la descrizione di una festa data dalla nazione fiorentina: il salone era rivestito di drappi
d’oro, il tetto trasformato in un cielo stellato con ai lati il sole e la luna e al centro le armi
di Papa Clemente VII Medici553:
Copia de una lettera venuta da Costantinopoli,
de 14 Febraro 1524
...
La nation fiorentina deliberò a l’incontro de far una festa publica, et se vestì de raso paonazo,
et fece un apparato in una sala de longeza passa 16, larga piedi 30, et alta piedi 18, la qual fo
investita tutta de pani d’oro, adornata de sopra de bosi con bellissimi ordini. Nel tetto era fatto el
ciel stellato d’oro, et da uno canto el sole et da l’altro la luna, poi in megio una grandissima arma
del Pontefice cinta de alcuni bellissimi festoni, da li quali se decerniva uno brevo qual diceva Cle.
Pon. Max. VII.
...
Doc. 140
La bilancia commerciale di Firenze con l’Impero ottomano presentava un saldo
favorevole e alcuni documenti qui pubblicati attestano le difficoltà che i mercanti fiorentini
incontravano nel trasferire i loro crediti in patria (Docc. 117 a, 130, 172). L’invio di metalli
preziosi era una costante che non tardò a provocare il malcontento della Porta, al punto che
nel 1525 Solimano sembrava intenzionato a limitare l’esportazione di metalli preziosi. Il
fatto ha lasciato traccia nel carteggio dei mercanti fiorentini554, ma in questa sede
riprendiamo una fonte veneziana, più ricca di particolari.
Nel 1525 Pietro Bragadin, bailo dei veneziani a Costantinopoli, trasmise al Senato della
Serenissima due dispacci, che insieme offrono un quadro aggiornato della situazione e
puntuali riferimenti ai mercanti fiorentini.
a) Dispaccio del bailo Pietro Bragadin al Senato, 1° aprile 1525. Il sultano sembra
intenzionato a frenare il drenaggio dell’argento verso l’Oriente (Azemia-Persia) e dell’oro
553
M. Sanudo, I diarii, XXXVI, col. 118.
Brevi riferimenti al divieto di esportare metalli preziosi ricorrono in alcune lettere inviate dalla
compagnia Botti il 20 e il 30 maggio rispettivamente a Iacopo Botti a Cadice e ad Antonio Gerini a
Pera: ASF, Libri di commercio e di famiglia, 711, Copialettere della compagnia Botti, cc. 46 r., 51 v.
Per la prima lettera si veda: A. Orlandi, Vestire l’Islam alla fiorentina e importare oro, cit., p. 543;
Ead., Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., p. 994; per la lettera a Gerini: B. Dini, Aspetti
del commercio di esportazione, cit., pp. 265-266.
554
345
345
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
verso l’Occidente (franchi). Pietro Bragadin segnala che molti fiorentini hanno appena
lasciato Costantinopoli cum assai denari per rientrare in patria ma c’è il rischio che vengano
bloccati. Con una certa inesattezza Bragadin conclude ricordando che i fiorentini non
trazeno salvo che oro et arzento, per complessivi 200.000 ducati555:
...
Preterea è venuta fama che ’l Signor non vol se traza più oro né arzento del paese. Dimandai al
bassà si la era vera; me disse de sì, che la Azemia trazeva assaissimi arzenti et franchi trazevan ori . . .
...
Habiamo scritto in Andrinopoli al nostro dragomanno et cussì il baylo de’ fiorentini alli sui
mercadanti che a questi giorni partirono de qui cum assai denari, che se debi informar si questa
cosa è vera et debi far ritornar li denari indrieto: serìa la pegior nova potessono haver fiorentini
perché non trazeno salvo che oro et arzento et al men che trazeno sono duc. 200 mila a l’anno, che
pur nui altri et per via da mar, et tra lane, sede et cere se prevalessemo assa’ ben. Idio faci quello
sia per el meglio.
...
b) Dispaccio del bailo Pietro Bragadin al Senato, 4 aprile 1525. Bragadin ricorda di nuovo
l’ammontare, ora salito a 300.000 ducati, del denaro contante che i fiorentini trasferiscono
annualmente in patria e aggiunge che, se il divieto di esportare oro e argento venisse
confermato, i fiorentini sarebbero molto danneggiati e avrebbero convenienza a lasciare il
paese556:
...
A questi giorni è venuta nova di qua che ’l Signor non vol se traza del suo paese da niuna banda
oro né arzento et per quello che i hano visto per le doane, per le robe che hano messo, fiorentini
trazeno più de ducati 300 mila a l’anno de contadi et ultimamente è partita una caravana cum assai
denari sui et etiam de’ nostri, et fiorentini hano mandato uno de li sui primarii alla Porta per revocar
ditto comandamento et che la caravana vadi al suo viazo. Li serìa molto pernicioso si quello non
revocasseno perché loro non trazeno roba alcuna et conveniriano abandonar el paese . . .
...
Doc. 141
Dopo le esportazioni del 1495 (Docc. 44), del 1500 (Docc. 56, 57), del 1507-1508
(Docc. 82, 83, 86) e del 1510-16 (Docc. 93-101), Agnolo del Caccia, setaiolo, nel marzo
1525 esporta, in proprio, quattro rasi a Costantinopoli557:
[16 marzo 1525]
Angniolo del Chacc[i]a, proprio, de’ dare, addì xvi di marzo, per questi d[r]appi aùti da nnoi a
ppiè per mandare in Levante a Michele di maestro Pagolo di Vieri:
555
Venezia, Archivio di Stato, Archivio Proprio Costantinopoli, Busta 1, Dispacci del bailo Pietro
Bragadin al Senato, 1525, 1° aprile 1525.
556
Venezia, Archivio di Stato, Archivio Proprio Costantinopoli, Busta 1, Dispacci del bailo Pietro
Bragadin al Senato, 1525, 4 aprile 1525.
557
Firenze, AOI, 12385, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 38 v.
346
346
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. lxvii ½ di raso rosso di chermixi
br. lxvii iii/iiii di raso tanè schuro
br. lxiiii ½ di raso nero
br. lxii 1/iii di raso pagonazzo di chermisi
Doc. 142
Un’altra spedizione di sete in Levante da parte di Agnolo del Caccia, setaiolo. La
documentazione è ora particolarmente ricca, al punto che è possibile conoscere i nomi dei
tessitori. A Costantinopoli i drappi devono essere consegnati a Francesco Salvetti.
a) Nel 1526 Agnolo ha scelto le sete da spedire: tre velluti neri in 3 peli, definiti spagnoli,
ma di produzione locale558:
15. Da Giovantonio di Tomaso . . .
E, addì 21 d’aprile 1526, lib. 8 once 3 di velluto nero spagnolo, a Tessitori,
segn. B, tratto lui
br. 22 2/3
Tratto e mandatto i Levante a Francesco di Nicholò Salvetti, debitori drappi i
suo mani, in questo, 47
br. 22 2/3
...
41. Da Giovan Batista da Milano per i[n]sino addì v di setenbre, br. 39 ¾ di velutto
nero spagnolo, pesò lib. xiii once viiii, a Tessitori, 84
br. 39 ¾
Tratto e mandatto i Levante a Francesco di Nicholò Salvetti, debitore drappi i
sua mani, in questo, 47
br. 39 ¾
...
52. Da Archangiolo di Giovanni, anzi da Giovan Batista da Milano, addì xv di
novenbre, br. 31 1/iii di velutto nero spagnolo, pesò lib. x once x, a Tessitori, 93 br. 31 1/3559
Tratto e mandatto a Levante a Francesco Salvetti, debitori drappi i sua mani, in
questo, 47
br. 31 1/3
...
b) Agnolo provvede all’imballaggio delle sete, che vengono sistemate in una cassa insieme
ad alcuni tessuti di lana dei Serristori. Questi ultimi spediranno poi la cassa a Francesco
Salvetti a Costantinopoli560:
[28 gennaio 1527]
Leghagio d’una chassa di tre peze di velutti mandanti questo ddì xxviii di genaio i Levante a
Francesco di Nicholò Salvetti per finire per nostro chonto in una balla di panni de’ Seristori, pesò il
tutto libbre 69. E detta chassa si chonsegniò qui a Giovan Batista Seristori, che la mandasi a detto
Francesco ’n Levante e ebbe N. 26. E velutti sono questi a piè, coè:
558
Firenze, AOI, 12385, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, cc. 235 s.,
238 s., 240 s.
559
Nei due documenti che seguono questo velluto è lungo br. 31 ¼.
560
Firenze, AOI, 12385, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 153 r.
347
347
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
15 N. 1 br. 22 2/3 di velutto nero in tre peli, spagnolo, pesò
41 N. 2 br. 39 3/4 di velutto nero i tre peli, spagnolo, pesò
52 N. 3 br. 31 1/4 di velutto nero in tre peli, spagnolo, pesò
libbre 8. 3. –
libbre 13. 9. –
libbre 10. 10. –
--------------------32. 10. –
Apresso le spese fatte in detta chassa:
Per ghabella di libbre 28 le fecano in doghana
Per la chassa a lanc[i]aio
Per chotone
Per incerato
Per involtura
Per leghaggio a’ leghatori
lb.
10. 3. 5
lb.
1. 8. –
lb.
–. 13. –
lb.
1. 11. 6
lb.
–. 10. –
lb.
–. 10. –
---------------------14. 15. 11
Posto debitore drappi i sue mani, in questo, c. 47
c) L’imballaggio è terminato e quello stesso giorno 28 gennaio 1527 Agnolo del Caccia
prende nota del costo dei velluti561:
Drappi i mano di Francescho di Nicholò Salvetti i Levante, deano dare per questi
drappi a piè mandanti loro per finire per nostro chonto questo dì xxviii di genaio,
chonsengniati qui a Giovan Batista Seristori e chompagni, isghabelatti chome per e
leghagio di detta chassa apare, in questo, 153, N. 26, per e pregi che si diranno:
N. 1 Segn. 15 br. xxii ii/iii di velutto nero ispagnolo
N. 2 Segn. 41 br. xxxviiii iii/iiii di velutto nero spagnolo
N. 3 Segn. 52 br. xxxi i/iiii di velutto nero spagnolo
In tutto br. 93 2/3 a lire dieci braccio, in tutto
d’oro larghi
f. 133 s. 16. 2
Doc. 143
Neri di Iacopo Venturi e il figlio Leonardo, setaioli, esportano tessuti di seta
prevalentemente in Francia. Nel 1526 spediscono quattro pezze – due velluti e due rasi – a
Ridolfo Lotti, loro corrispondente a Costantinopoli.
a) A Firenze Neri Venturi il 30 maggio 1526 consegna le quattro pezze a Giovan Battista
Covoni, socio della compagnia Lotti, il quale avrebbe provveduto a farle arrivare a
Costantinopoli insieme ad altri prodotti562:
Addì 30 di maggio 1526
Legagio di drappi mandiamo im Pera a Ridolfo di Giovanni Lotti e messi qui in una cas[s]a di
Giovanni Lotti e copagni, setaiuoli, et consegniati a Giovambatista Covoni, loro compagni, cioè e
drappi apresso:
561
Firenze, AOI, 12385, Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli, c. 47 s.
ASF, Venturi Ginori Lisci, 2, Debitori, creditori e ricordi di Neri di Iacopo Venturi e del figlio
Leonardo, c. 81 r.
562
348
348
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 50 1/3 di veluto tanè
br. 27 1/8 di veluto di lacha rosso
br. 64 ¾ di raso di lacha rosso
br. 26 1/8 di raso nero
br.
br.
br.
br.
50 1/3
27 1/8
64 ¾
26 1/8
Pesorono libre 45
b) Nel gennaio 1527 le sete sono a Costantinopoli, nelle mani di Ridolfo Lotti, che le ha in
parte cedute o barattate con ciambellotti. Un taglio di velluto risulta ancora invenduto e
Lotti lo ha consegnato, per volere dei Venturi, a due mercanti fiorentini. Nel maggio del
1529 Ridolfo Lotti è di ritorno a Firenze e compila un rendiconto del suo operato (il ritratto
netto è di aspri 9325), che i Venturi copiano in un loro libro contabile563:
[5 maggio 1529]
Chopia d’uno chonto avuto da Ridolfo Lotti di Pera.
Appresso si darà chonto a voi, Neri e Leonardo Venturi e compagni, di più vostri drappi ricevuti
addì xxiiii di gennaio 1526, ’n una chassa di Giovanni Lotti e chompagni per [l]eghaggio appare e
prima:
Addì 27 di febraio 1526, per pichi 27 1/8 di velluto di lacha venduto a gGiannio
per aspri 126 e picco, per i danari chontanti, montano
aspri 3024
E, addì vii di novembre 1528, per picchi 57 ¼ di raso di lacha, baratto a
cciambellotti cho Isach, giudeo, per aspri 110 e picco, monta
aspri 6297
E, addì detto, per picchi 23 di raso nero barattato a ccianbellotti chol sopra detto
giudeo, aspri 75 el picco, monta
aspri 1725
---------------Monta la fine di detti drappi
aspri 11046
Apresso el drappo a ppiè chonsegniato a Pera a Gianozo Bini e Francesco Zeffi per vostro ordine
in mano di Gannetto Bandinella, g[i]à bottegaio in bi[se]stanno, pezza picchi 44 di velluto tanè.
Apresso le ispese:
Per chondottura de’ ssopra detti drappi a Nichola[. . .]
Per chomerchio di Pera del finito per i chontanti a 5 per cento
Per chomerchio de’ barattati, stimati el raso di lacha 80 el picho, el raso
nero a 60 in tutto, monta a 5 per cento
Per beveraggio a’ garzoni del chomerchio per trali da magazzino
Per senseria del finito per e chontanti a 2 per cento, monta
Per senseria del barattato a ½ per cento
Per meseteria
Per meseteria a ½ per cento de’ barattati
Per istalaggio de’ magazini
Per chomerchi a 5 per cento del ve[nd]uto, chonsegniatosene
Per cho[n]salaggio continuo al mco bailo a 1 per cento aspri 15440
aspri 400
aspri 152
aspri 300
aspri 10
aspri 60
aspri 40
aspri 30
aspri 40
aspri 55
aspri 220
aspri 161
563
ASF, Venturi Ginori Lisci, 2, Debitori, creditori e ricordi di Neri di Iacopo Venturi e del figlio
Leonardo, c. 91 r. Nella prima registrazione almeno una delle cifre è errata.
349
349
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Per passi di barche e per perdite di monete a [. . .] mille
E per nostra provisione a 2 per cento del finito
aspri 33
aspri 220
------------1721
aspri
1721
Monta la fine de’ sopra detti drappi, chome vedete, aspri 11046 che, trattone aspri
1721 sono le spese, resta el ritratto netto aspri 9325, di tanti v’abiamo chreditori e
achonciate e rivedete tutto stando a dovere e, sendo errore, lo dite, ho per voi ho per
noi, che si chorregerà. Vostro sono
aspri
9325
Sommono le ispese
Ridolfo Lotti in Firenze,
a dì 5 di maggio 1529
Doc. 144
La compagnia di Lorenzo e Filippo Strozzi, setaioli, consegna quattro costosi drappi a
Lorenzo Barducci, in partenza per Costantinopoli.
a) In un libro contabile della compagnia Strozzi il ricordo del contratto stipulato tra le
parti. Lorenzo Barducci, che sottoscrive il contratto, si impegna a vendere le sete in
Levante564:
Mdxxvi
Lunedì, addì 10 di dicembre
Richordo questo dì chome noi habiamo chonsegnati a Lorenzo di Giovanni Barducci pezze 3
d’altebaxi rossi d’oro filato, richi, di br. 50 ¼ tutti e br. 35 ½ di velluto roxo brochato, debitore in
questo, 180, e quali li ha a chondurre in Levante e venderli per nostro chonto a danari chontanti e
rimetterci, overo mandare e danari chontanti, e abiàglene chonsegnati sghabellati e spaccati di tutto
di doghana di Firenze e d’Arezzo e paghato anchora el porto di qui a Anchona, di nostro, e per fede
del vero e si soschriverrà qui di sua mano d’averli aùti.
Io, Lorenzo Barducci, ò ricevuto, questo dì detto, e xopradetti drapi in una chaxetta, chome di
xopra, e obrighomi a oxervare quanto di xopra è detto e per fede di cò oxervare ò fatto quexi verxi di
mia mano propria, questo dì detto.
A dì 9 di marzo 1527 [=28] se li è dato chomessione che a sua tornata, non li avendo finiti, li
chonsegni per noi a Pagholo Peruzzi, e abiamo schritto al detto Pagholo cho lle sopra dette
chommessione.
b) Lo stesso giorno la compagnia Strozzi prende nota delle sete consegnate a Lorenzo
Barducci565:
564
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori, c. 291 r.
565
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori, c. 180 v.
350
350
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mdxxvi
Lunedì, addì x di dicembre, dì 10
Drappi di nostra ragone mandati in Levante e chonsegnati questo dì a Lorenzo di Giovanni
Barducci che lli venda per noi nel modo che per richordo in questo, 291, si dice, deon dare per
l’infraschritti drappi, coè:
N. 164 br. 17. 5. – d’altebaxo d’oro filato, rosso
N. 163 br. 16.15. – d’altebaxo simile
N. 188 br. 16. 5. – d’altebaxo simile
In tutto in 3 tagli br. 50 ¼ fatti br. 50, stimati a buon chonto f. 4 ½ d’oro in oro
braccio
f. 225 br. 50
N. 269 br. 35. 10. – di velluto roxo brochato, stimato br. 35 a f. 4 braccio
Sommono in tutto e sopra detti drappi a’ sopra detti pregi
f. 140 br. 35
----------------f. 365
c) A Costantinopoli Lorenzo Barducci si è dedicato alla vendita delle sete e nel 1528 si
appresta a rientrare in patria dopo aver consegnato a Paolo Peruzzi alcuni drappi rimasti
invenduti. A Firenze il 14 settembre 1528 Lorenzo Barducci compila per gli Strozzi un
estratto-conto delle vendite effettuate a Pera. Il Serraglio ha acquistato un altobasso rosso
molto costoso. Il documento termina con due riferimenti interessanti, quali la lunghezza del
picco (equivalente a circa br. 1 1/8) e il valore, in quell’anno, dell’aspro (pari a circa s. 2 d.
6)566:
Mdxxviii
A dì 14 di settembre
Aprexo fia nota d’un chonto aùto questo dì da Lorenzo di Giovanni Barducci di Levante.
A dì 14 di settembre
Aprexo si darà chonto a voi, Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, per me, Lorenzo
Barducci, di più drappi finiti per vostro chonto chome a piè si dirà e prima:
Al Serraglo della Porta, a dì 28 d’aprile, picchi 12 d’altebaxo roxo per aspri 400
el piccho, montò tutto aspri 4800, sbattesi aspri 48 per spese straordinarie fatte per
vendere detta vesta, resta
aspri 4752
A Raffaello Gnoli, a dì 18 di maggo, picchi 14 d’altebaxo roxo per aspri 400
picco
aspri 5600
A Elie Baciacho, ebreo, a dì 29 di detto, picchi 15 d’altebaxo roxo per aspri 380
picco, monta tutto aspri 5700, abattesi aspri 20, che tanti mi taglò di tutta la somma
aspri 5680
---------------aspri 16032
566
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori, c. 295 v.
351
351
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A Pagholo Peruzzi si chonsegnò per vostro ordine br. 35 ½ di velluto roxo chon
andari d’oro e più picchi 2 5/8 d’altebaxo roxo.
Aprexo sarà nota delle spese fatte a detti drappi e prima:
Per chonduttura da Pesero in Pera, in tutto tocha a detti drappi
Per travasare dal chomerchio in chasa e beveraggi a’ chapigi del
chomerchio
Per comerchio di Pera a 5 per cento, in tutto, montano
Per senseria et mexetteria, coè a 2 per cento senseria e uno mexetteria
Per chonsolago al balio a uno per cento
Per chotimo a ½ per 100
Per istallago di maghazino a ½ per cento
Per paxi di barcha e stiavo d’argento a 2 per mille
Per mia provisione a 2 per cento
Somma le spese, chome si vede
aspri
750
aspri
3
aspri 1254
aspri
481
aspri
251
aspri
12
aspri
80
aspri
32
aspri
321
--------------aspri 3184
Abattesi anchora aspri 315 per provisione e porto di duc. 228 rechò, Entrata, in
questo, 203, per provisione 2 per cento e chonduttura ½ per cento
Sono duc. 228.1.9 d’oro
Resta detto ritratto aspri 12533
aspri
3184
aspri
315
--------------aspri 12533
Lorenzo Barducci in Firenze
...
Uno picchio è circha braccia 1 1/8
Uno aspro vale circha s. 2 d. 6
d) Passano alcuni anni. A Costantinopoli Paolo Peruzzi ha venduto le sete e invia agli
Strozzi un estratto-conto di netto ricavo. Il 2 marzo il documento è a Firenze e gli Strozzi
lo copiano in un loro libro contabile567:
Mdxxxi
Addì 28 di marzo
Richordo questo dì chome Pagholo di Giovanni Peruzzi che, à venduto certi drappi in Pera che
lie ne lascò per nostro ordine Lorenzo Barducci, chome si vede a Libro, 155:
br. 35 ½ di velluto roxo a andari, furno picchi 30 a aspri 300 el picchio, monta aspri aspri 9000
picchi 2 5/8 d’altebaxo che se lo chontò a sé per aspri 260 piccho, che per essere
uno schampolo ce ne chontentiamo
aspri
683
--------------aspri 9683
567
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori, c. 250 v.
352
352
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Apresso le spese:
Per le spese di porta 13 1/3 per cento che furno straordinarii rispetto a l’exersi molli
in Soffia montono aspri 1200
Per l’ostallaggo di Pera ½ per cento
Per sua provisione a 2 per cento, coè la vendita
Per sua provisione del rimessoci per Sonmai
E aspri 7800 ci rimisse per lui e Sonmai in un ghruppo di f. 139 1/2, a Libro, 155
Resta a dare detto Pagholo Peruzzi aspri 302 d’achordo secho, che sono f. 5
lb. 2.15.–
Ànne dati, addì detto, f. cinque s. vii d. x d’oro, rechò chontanti, per resto di
questo chonto, a Entrata da drappi, in questo, 228
f. 5. 7. 10
aspri 1200
aspri
45
aspri
180
aspri
156
--------------aspri 1581
aspri 7800
--------------aspri 9381
aspri
302
Doc. 145
A una data imprecisata il setaiolo fiorentino Cristofano Rinieri aveva spedito due pezze
di velluto nero a Paolo Corsini, attivo a Pera. Nel febbraio 1527 Corsini le ha cedute a un
mercante ebreo a Bursa e ora, completata l’operazione, invia un estratto-conto di netto
ricavo a Cristofano Rinieri. Presentiamo la trascrizione completa di questo documento,
redatto a Bursa568:
[aprile] 1527
Chopia d’un chonto aùto da Pagholo Chorsini di Pera di dua pezze di velluti mandatogli di mio
chonto.
Apresso chonto a voy, Cristofano Rinieri, della fine e spese fatte per me, Pagholo Chorsini, a
pezze dua di vostri velluti neri ricievuti per Framcesco Rinucini più fa, in una chassa di N. 1 di più
drappi di Rinaldo Chorsini e compagni e finiti chome apresso e prima:
A dì vi di febraio 1526 a Isache Toledano, ebreo di Bursia, in magior sonma,
pichi 59 ½ di velluti neri in dua tagli per aspri 115 picho, per avere in pagamento
riobarbero e parte danari chontanti per tenpo di mesi 3 e di poi paghati in uno, mezano
Chanpo, ebreo, e chonsegnatoli detti veluti per noy Ulivieri Bartoli in Bursia sino di
febraio 1525, monta
aspri 6842
Apresso le spese e prima:
Per chonduttura d’Anchona in Andrinopoli a Francesco Rinucini a
ragione di aspri 1600 per chassa che per libre 24 1/2 pesano e vostri
Per stalaggio e spacio d’Andrinopoli
Per aghuglio d’Andrinopoli in Pera
aspri
aspri
aspri
232
2
12
568
ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 220,
Ricordanze di Cristofano Rinieri, c. 42 v.
353
353
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Per passo di chanale e achompagnatura al chomerchio di Pera,
beveraggio a’ chapigi per trarli di chomerchio e porto a chasa
Per chomerchio di Pera a 5 per cento
Per senseria e messetteria a 3 per cento del finito per tenpo e uno per
cento del finito in baratto, tocha
Per chonsolato e chottimo di nostra natione a uno per cento e uno ½
per mille
Per stallaggio a la chasa ½ per cento
Per passi di barche e perdite di false monete a 6 per 1000 per aspri
4300
Per mia provisione a 2 per cento de la fine
Sonma le spese
aspri
aspri
2
342
aspri
154
aspri
aspri
78
34
aspri
26
aspri
136
--------------aspri 1018
---------------
Resta di ritratto netto, abatute le spese, chome si vede, aspri 5824 e di
tanti v’abiamo chreditore
aspri
1018
aspri
5824
Pagholo Chorsini in Bursia
Doc. 146
La compagnia di Mazzingo Mazzinghi, battilori, ha consegnato 81 braccia di velluto
altobasso a Bernardo de’ Bardi, che nel 1527 era in procinto di partire per il Levante. A
Costantinopoli le sete sono passate nelle mani di Tommaso di Aiolfo, che nel 1528 le ha in
gran parte vendute alla Porta a un prezzo elevatissimo (450 aspri per picco). I libri contabili
della compagnia Mazzinghi sono andati perduti ma una traccia dell’operazione è rimasta
nelle carte di Bernardo de’ Bardi569:
[1529]
Tomaso d’Aiolfo di Pera deono dare, a dì 28 di gugnio 1529, aspri
trentunmila novecento otto, sono per la monta di braccia 81 soldi 17 di veluti
altebasi rosi d’oro, finitoci alla Porta per insino a dì 16 d’agosto pasato 1528,
in soma di più altri drapi, che tutti facemo andasi [. . .] e questi furno e
tornorno pichi 70. 18. 1 a pagamento per aspri 450 picho in vi veste e in tutto
la soma si misurò ne rimase 3 veste di br. 44 ¼ che ce ne tocha per questo
chonto a ripigliare indrieto br. 5. 18 soldi, e quali sono nelle mani di
Francesco da Magniale, e quali drapi sono di chonto di Mazingo Mazingi e
compagni, batilori, chome in Giornale, c. 31, avere drapi di detto chonto, in
questo, c. 37
duc. –
...
569
aspri 31908
ASF, Venturi Ginori Lisci, 454, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 47
s. Una ricostruzione di questo viaggio, che conivolse anche altre merci, in A. Orlandi, Oro e monete
da Costantinopoli a Firenze, cit., pp. 990, 1002.
354
354
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 147
Come i Mazzinghi (Doc. 146), anche Carlo Capponi e Simone Guadagni, battilori, si
sono appoggiati a Bernardo de’ Bardi per vendere a Costantinopoli due velluti molto
costosi.
a) Il solito Tommaso di Aiolfo li ha ceduti a prezzi molto alti e Bernardo de’ Bardi registra
il credito nei suoi confronti570:
[1529]
Tomaso d’Aiolfo di Pera deono dare, a dì 28 di gugnio 1529 . . .
...
E deon dare, a dì detto, aspri quindicimila cinquecento tredici, sono per
la monta di br. 27. 1 soldo di veluti d’oro altebasi rosi, furno picchi 23. 8. 7
in 2 veste per aspri 450 picho e br. 14. 2. 6 d’altebaso alesandrino d’oro, fu
picchi 12 1/8 per aspri 410 picho, finì per noi chome in Giornale, c. 31, e
quali drapi sono di chonto Charllo Chaponi e Simone Guadagni e compagni,
batilori, avere, in questo, c. 16
duc. –
...
aspri 15513
b) La contropartita precisa che il compratore è la Porta571:
Drapi di chonto di Charllo Chaponi e Simone Guadagni e compagni,
battilori, deono avere . . .
...
E, a dì 28 di gugnio 1529, aspri xv mila dxiii, sono per la monta di br. 27
soldi 1 di velutti rosi d’oro altebasi, furno picchi 23. 8. 7 per aspri 450 picho
e br. 14. 2. 6 di veluto altebaso d’oro alesandrino, fu picchi 12 1/8 per aspri
410 picho, venduti a la Porta, chome in Giornale, c. 31, per mano di meser
Tomaso d’Aiolfo, dare, in questo, 47
duc. –
...
aspri 15513
Doc. 148
La compagnia di battilori di Lorenzo e Filippo Strozzi, che già in passato aveva inviato
sete in Levante (Doc. 144), stipula un contratto particolare con Tommaso Scarlatti, in
partenza per Costantinopoli. Un raso d’oro viene tagliato in due: una metà è venduta a
Tommaso Scarlatti, l’altra metà passa pur sempre nelle mani dello Scarlatti, ma in
achomandita.
a) Gli Strozzi riportano in un loro libro contabile il contratto, che termina con la
sottoscrizione dello Scarlatti572:
570
ASF, Venturi Ginori Lisci, 454, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 47 s.
ASF, Venturi Ginori Lisci, 454, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 16 d.
572
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori, c. 215 r.
571
355
355
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[1529]
Addì 27 di luglo
d’oro
A Tommaso di Nicholò Scharlatti l’infraschritto drappo, el quale la metà
per non diviso li vendiamo per tempo dell’anno e di poi ¼ l’altra metà li diamo
in achomandita che la finischa per noi e diecene chonto, della quale li diàno
libera chommessione: br. trentaquattro iii/iiii del paghamento di raso
paghonazzo a poste e andari d’oro e di seta per f. ii s. ii d’oro in oro braccio,
che la metà, che è br. 17 3/8, a detto prego monta
f. 36. 9. 9 br. 17 3/8
Mezano Giovanni Buonori, chonsegnato al detto Tommaso e in fede di
quanto è detto si soscriverà di sua propria mano.
Io, Tomaso di Niccolò Scharlatti, afermo a quanto di sopra è detto e
prometto pagare e ducati 36. 9. 9. Per fede del vero ò fatto questi versi di mia
mano, questo dì sopra detto, in Firenze.
b) Nello stesso codice gli Strozzi registrano il debito di Tommaso Scarlatti573:
Mdxxviiii
A dì 27 di luglo
Drappi in achomandita di Tommaso di Nicholò Scharlatti in Pera deon
dare per l’infraschritto drappo datoli nel modo che nel fine de la facc[i]a di là
si vede, a finire per noi chon libera chonmexione.
La metà per non divisa di br. 34 ¾ a paghamento di raso paghonazzo a
poste e andari d’oro e di seta, che l’altra metà è finita al detto Tommaso, che
è br. 17 3/8, stimato f. 2 s. 2 braccio, monta
f. 36. 9. 7 br. 17 3/8
c) Tommaso Scarlatti ha venduto la seta in achomandita e il 12 novembre 1530 scrive una
lettera agli Strozzi, che il 27 gennaio 1531 la copiano nel loro libro contabile. L’operazione
termina con un utile per gli Strozzi di fiorini 11574:
A dì 27 di gennaio [1531]
Nota chome questo dì s’è aùta una lettera da Tonmaso Scharlatti di Pera de 12 di novembre e
mostrono averci mandato un chonto d’una pezza di beneche mandatoli più fa, in questo, 215, per non
diviso, el quale chonto non è mai chomparito ma in tale lettera dice la sustanzia chome a ppiè:
El ritratto netto di detto drappo a chomune fu
aspri 5398
A noi ne attiene la metà
aspri 2699
Mandornoci per Antonio Cachi, in questo, 224, f. 16
aspri 896
Ànno mandatoci per Francesco da Magnale, che questo dì non
sono anchora chomparsi, duc. 21 d’oro, aspri 56 per fiorino
aspri 1176
--------------aspri 2072
573
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori, c. 215 v.
574
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori, c. 304 v.
356
356
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Restano a risquotere aspri 627 che li avevono in tal dì chome
rischoxi, d’uno taglo per nostra rata, e debitore a Libro, 195, di
E la vendita è aspri 2699, che sono
Quando si rischoterà tutto, si ghuadagnerà
f. 37. 2. –
f. 48. 2. –
-------------f. 11. –. –
Doc. 149
Dopo la spedizione del marzo 1525 (Doc. 138), la compagnia di Giuliano Capponi,
battilori, invia nel 1529-30 ad Antonio Gerini, a Costantinopoli, sei rasi d’oro.
a) Il ricordo delle sete spedite 575:
Mdxxviiii
Drappi d’oro e di seta di nostro chonto mandati in Levante a Antonio Gerini
deono dare, addì xxiii di luglio, f. 140 s. 10 d’oro sono per 6 tagli di br. 80 9/10 di
rasi chon oro chiamati benechi, ragonati a duc. 1 ¾ d’oro il braccio a danari
chontanti, al detto, per finirli per nostro chonto, e quali si li sono mandati in 2 volte
chon panni di Giovanni Gerini, chome appare al Giornale, a c. 28, in questo,
drappi, avere, a c. 10
f. 140 s. 10 d. –
...
b) A Costantinopoli Antonio Gerini vende i rasi d’oro e informa i Capponi, che ne prendono
nota nei loro libri contabili576:
Drappi di chontro deono avere . . .
...
E, addì 6 di febraio 1530 [=31], f. 237.19.3 d’oro larghi sono per valuta d’aspri
13326 ci fa buoni Antonio Gerini per ritratto netto d’aspri 16900 montò la vendita
di 6 veste di rasi d’oro per pichi 70 ¾ finiti e datone chonto socto dì 14 d’ottobre
paxato, chome apare al Giornale, c. 214, in questo, dare, e si ragionano a aspri 56
per ducato in moneta, 58
f. 237 s. 19 d. 3
c) I Capponi determinano il risultato finale, che è molto positivo577:
Drappi d’oro e di seta di nostro chonto mandati in Levante a Antonio Gerini
deono dare . . .
...
E, addì 6 di febraio [1531], f. 97.9.3 d’oro, factone creditore Avanzi, in
questo, 34
f.
97 s. 9 d. 3
575
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 32 s.
576
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 32 d.
577
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 32 s.
357
357
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 150
Nel 1524 la compagnia di Gherardo Bartolini, battilori, ha esportato nel mercato
ottomano velluti, rasi e altobassi (Docc. 133-135). Negli anni a seguire le spedizioni non
si sono interrotte, come dimostra, ad esempio, lo stesso Quaderno di sicurtà di Raggio
Raggi, che per due volte nel 1525 menziona drappi dei Bartolini assicurati nel tratto
Ancona-Costantinopoli (Doc. 136 b, d). Dopo le dettagliate partenze di drappi del 1524,
le fonti diventano discontinue e le sete destinate al Levante non sono più elencate con
precisione. I libri contabili dei Bartolini menzionano a volte spedizioni di casse, ma non
ne descrivono il contenuto. La documentazione diventa invece ricca e dettagliata quando
si passa ad esaminare i resoconti delle vendite. Da Pera i corrispondenti hanno inviato a
Firenze estratti-conto molto accurati, che i Bartolini hanno poi copiato nei loro libri. La
mancanza di dati relativi alle spedizioni di drappi e, di contro, la ricchezza di notizie
relative alle vendite ci hanno portato a trascrivere integralmente i resoconti redatti a Pera
dai corrispondenti, come vedremo (Docc. 151-159, 162-163). Si tratta di documenti nei
quali si susseguono mercanti di varia nazionalità, che professano religioni diverse, i cui
nomi sono stati storpiati due volte, prima a Costantinopoli e poi a Firenze.
A partire dal 1529 un copialettere della compagnia di battilori di Gherardo Bartolini
contiene riferimenti alle ultime esportazioni di sete e all’operato di Giovanni Vernacci, il
corrispondente che a Pera cura le vendite.
a) Il 20 maggio 1529 i Bartolini, da Firenze, scrivono a Vernacci: lo invitano a sollecitare
il pagamento da parte della Porta (che evidentemente ha già acquistato drappi) e lo spingono
a vendere la teletta d’oro578:
[20 maggio 1529]
...
Per altra vostra s’intende come per anchora non avete tratto el resto de’ danari della Porta,
che assai ci maravigliàno. Richordavisi il solicitare d’avergli benché pensiamo innanzi all’aùta
di questa gli arete tratti e per il primo ce gli rimeterete con altra somma, che a Dio piacci sia
grossa partita.
Del cianbelocto e della teletta d’oro tirato s’intende chome per anchora non n’avete trovato
da farne partito e dite che tale draperie non sono a proposito per costì. Chome per altra vi s’è
detto, non vi se ne manderà più e di cotesti vedrete chavarcene quanto prima sia possibile e
non potendo finire detti drapi per danari o tenpo, gli baraterete a qualche merchanzia a
proposito per di qua che pensiate se ne vengha in su danari con più presenza e con qualche
profito, e avisate.
...
b) Dopo soli dieci giorni i Bartolini scrivono di nuovo a Giovanni Vernacci. La lettera
contiene fra l’altro un dato interessante. I Bartolini ricordano di aver già inviato molti drappi
e ora attendono un resoconto preciso delle vendite, cassa per cassa. A Firenze le casse non
sono ben documentate ma, come vedremo, furono molte. I Bartolini infine aggiungono di
non disporre, in quel momento, di altre sete579:
578
579
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 11 r. e v.
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 22 v.
358
358
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[30 agosto 1529]
...
Aremo charo intendere abiate di poi dato fine alle veste xiiii di drappi eri in praticha di dare via e
se n’atende el xeguito avendo aferrato ci sarà charo e l’arete detto per le prime vostre e rimesoci quel
tanto di nostro vi sarà avanzato. Che Iddio di buono mandi.
Vorremo che quanto prima potete ci dessi chonto del finito di tutti e drappi che non avete dato e
llo facessi di per sé, cassa per cassa, e darci nota di tutti e drappi vi restano, perché desideriamo
vederne ongni conto. Però non manchate di farlo per le prime.
E drappi ci trovavamo qui, ne trovamo conperatori e si dettono via e per ora non ci troviamo di
fatti. Andrassi pensando farne qualche vesta e per le prime charovane vi si manderanno . . .
Doc. 151
A Costantinopoli Giovanni Vernacci si è dedicato alla vendita delle sete dei Bartolini e
nel 1529 comunica loro di aver fornito un broccato rosso d’oro a bastone a un cliente a dir
poco prestigioso quale il giovane Solimano580:
Mdxxviiii
Chopia di uno chonto e spese aùto da Giovanni Vernaci di Pera di uno nostro brochato rimastogli
della chassa di N. 6, e prima:
E, addì 17 di novenbre 1528, s’è finito a Tomaso d’Aiolfo alla Porta Suliman en
Ghostantinopoli picchi trentasecte iii/v di brochato rosso d’oro a bastone, ch’è la peza
detta di braca xlii 2/3, per aspri dugentosectantocto e 18/19 el picco necti d’ogni
ispesa ordinaria e strasordinaria di Porta, monta
aspri 10432
Apresso spese e prima:
Per sistaligio (sic) di Pera a 1/ii per cento, monta
Per perdita di monete e passi di barcha a vi per mille
Per nostra provisione a ii per cento, monta
aspri
52
aspri
63
aspri
208
----------------
Somma le spese
Monta la fine della sopra decta peza di brochato 10432 e le spese montono aspri
323, che dell’altre spese ci valemmo nel conto della chassa di N. 6 e, difalchati decti
aspri 323, resta e ritratto necto aspri 10109 e di tanto v’abiàno creditori. Provedete il
chonto e, stando a dovere, di chosì l’aconcate
aspri
323
aspri 10109
Doc. 152
Da Costantinopoli Giovanni Vernacci trasmette ai Bartolini l’estratto-conto di netto
ricavo della vendita dei velluti contenuti nella cassa N. 9581:
580
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 5 v. Lo stesso
giorno 17 novembre Vernacci registra, in un altro estratto-conto (Doc. 154) una vendita simile, che
determina un ricavo appena inferiore: aspri 9623.
581
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 5 v.
359
359
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
[1529]
Chopia di uno chonto e spese aùto di Giovanni Vernaci della fine di picchi xxiii di velluto bigo
restatogli in essere della chassa di N. viiii e prima:
E, addì viii d’aghosto a Mansore agimon picchi xx di velluto bigo per aspri 96 il
picco, monta
aspri 1920
Apresso spese e prima:
Per senseria di decto drapo a ii per cento, monta
Per messetteria del Signore a uno per cento
Per chonsolagio, chotimo spesi a Giovanni Locti a uno per cento di
consolagio e ½ per mille di chotimo che nel conto de la cas[s]a
non si prese, monta
Per sistilago (sic) di Pera a 1/ii per cento
Per perdita di monete, spese e barche a vi per mille
Per nostra provisione a ii per cento
Somma
Monta la fine netta di spese
aspri
aspri
38
19
aspri
20
aspri
9
aspri
12
aspri
38
--------------aspri
136
aspri
1784
Doc. 153
Giovanni Vernacci spedisce ai Bartolini l’estratto-conto di netto ricavo della vendita dei
drappi – velluti, rasi e altobassi d’oro – imballati nella cassa N. 11582:
Mdxxviiii
N. 11
Chopia di uno conto e spese aùto di Giovanni Vernacci di Pera della fine di una
chassa di drapi mandatagli più fa di N. xi, e prima:
E, addì vi di febraio 1526, picchi xi ½ di velluto rosso di lacha per aspri 130 il
picco, monta
aspri
E, addì detto, in duc. 17 d’oro per aspri 56 l’uno, picchi 9 di velluto nero istieto,
finito per aspri 107 el picco, monta
aspri
E, addì v d’aprile 1527, picchi viii 1/8 di detto velluto nero per
aspri
E, addì 29 di genaio, in duc. vi d’oro per aspri 56 l’uno, picchi 4 ¼ di detto velluto
nero, restò di decta peza, per aspri cento il picco
aspri
E, addì vi di febraio 1526, picchi cinque di velluto nero stietto finito per aspri
107 el picco
aspri
E, addì 30 di marzo 1527, picchi iiii di detto velluto nero per aspri centodieci il
picco
aspri
E, addì x d’aprile, picchi iiii di detto velluto nero per aspri centodi[e]ci il picco
aspri
E, addì 18 d’otobre, in duc. 28 d’oro per aspri 56 l’uno, picchi xv iii/viii di detto
velluto nero finito per aspri 103 il picco
aspri
E, addì 28 di genaio, picchi uno scharso di detto velluto a uno amicho
aspri
582
nostra
1495
963
1351
425
535
440
440
1584
95
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 7 v., 8 r. e v.
360
360
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
E, addì 8 di febraio 1526, picchi xii di raso rosso di chermisi per aspri cento
E, addì 22 detto, raso di chermisi aspri cvii il picco, monta
E, addì 20 di marzo, picchi vi di detto raso rosso per aspri 105 il picco
E, addì vii di magio 1527, picchi xi di detto raso roso per aspri 105
E, addì 17 di novenbre 1528, picchi 6 di detto raso roso, picchi sei di detto raso
rosso di chermisi per aspri cii picco, monta
E, addì 18 detto, picchi iiii 7/8 iscarsa di detto raso per aspri 94 il picco
E, addì 22 di marzo 1526, in ducati d’oro i[n] magior somma picchi xii ¼ di
velluto nero altebasso d’oro beneche per aspri 315 il picco, monta
E, addì 20 di novenbre 1528, picchi 1 ¼ di detto velluto nero di detta pezza,
contoci per aspri 300
E, addì 22 di marzo 1526, picchi xii ¼ di velluto d’oro beneche per aspri ccl il
picco, monta
E, addì v d’otobre, picchi 1/ii di detto velluto per aspri 115, monta
E, addì x d’aprile 1527, in duc. 48 a Spina per 52 ½ l’uno, monta
E, addì 16 d’aprile 1527, chontanti in duc. 60 d’oro a Spina ischarssa per aspri
52 ½ l’uno et picchi xii 5/8 di velluto nero di beneche per aspri 250
E, addì vii di mago 1527, picchi cinque ½ di velluto nero istietto per aspri cx
picco, monta
E, addì xiiii di febraio, picchi iiii 1/8 di detto velluto nero per
E, addì detto, chontanti in duc. xxv d’oro per aspri 56 l’uno, picchi xv 1/iiii di
detto velluto nero per aspri cento il picco, monta
E, addì viii di magio 1527, chontanti in duc. 36 d’oro per aspri 53 l’uno e picchi
x di raso alionato per aspri 195 el picco
E, addì 2 di dicenbre, in duc. sei d’oro per aspri 56 l’uno e picchi 2 3/16 di detto
raso alionato per aspri 390 picco, monta
E, addì 4 di novenbre 1527, chontanti in duc. 66 d’oro per aspri 56 1’uno e picchi
xii d’altebasso nero d’oro beneche, per aspri 310 il picco
E, addì 27 di giugno, a danari chontanti, in duc. 3 d’oro per aspri 56 l’uno e picchi
¾ di detto altebasso d’oro per 195 picco, monta
E, addì 28 di novenbre 1527, chontanti in duc. 36 d’oro per aspri 56 l’uno e picchi
x di raso tanè d’oro beneche per aspri 205 el picco, monta
E, addì xx di novenbre 1528, picchi 2 3/8 di raso tanè finito per aspri 356
E, addì 28 di novenbre 1527, chontanti, in duc. 36 d’oro per aspri 56 l’uno e
aspri583 x di raso verde gallo per aspri 205 el picco, monta
E, addì 30 di novenbre, in duc. 3 d’oro per aspri 56 l’uno, picco uno di detto raso
verde giallo per aspri 195 el picho, monta
E, addì 20 di novenbre, picchi 7/8 di detto raso verde giallo per aspri
E, addì 29 di febraio 1527, a Tomaso d’Aiolfo in magiore soma, picchi xii ¾
di velluto nero beneche per aspri 227 ½ picco, netti d’ogni spesa, monta
E, addì 17 di novenbre 1528, a Tomaso d’Aiolfo picchi 72 ¼ di brochato
rosso d’oro a bastone in duo peze per aspri 278 18/19 il picco, netti d’ogni spesa,
monta
Monta la fine
583
aspri
aspri
aspri
aspri
1200
1284
630
1155
aspri
aspri
612
458
aspri
3858
aspri
300
aspri
aspri
aspri
3062
115
2520
aspri
3156
aspri
aspri
605
437
aspri
1525
aspri
1950
aspri
390
aspri
3720
aspri
195
aspri
aspri
2050
356
aspri
2050
aspri
aspri
195
131
aspri
2900
aspri 20153
---------------aspri 62336
Così il ms., ma si legga picchi.
361
361
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Apresso ispese:
Per condutura di detta chassa di drapi d’Anchona in Adrinopoli,
aspri
Per istilagio e spacio d’Andrinopoli, aspri
Per erghucho (sic) d’Andrinopoli in Pera
Per comerchio di Pera a [. . .] per cento della sopra detta fine
Per comerchio di Pera a v per cento della sopra detta fine
Per senseria a duo per cento del finito per aspri 39282 e non si piglia
velluto d’oro finito aspri 32901 in tutto
Per me[se]tteria del Signore a uno per cento de’ subdetti aspri 39282,
monta
Per consolagio, chotimo a Giovanni Lotti a ½ per cento di
chonsolagio e ½ per mille di chotimo, monta
Per istalagio di Pera a ½ per cento di detta fine
Per perdita di monete e passi di barche a vi per mille
Per tanti a lo scrivano del chapitano per risquotere li aspri 1495, la
valuta del velluto rosso
Per nostra provisione a ii per cento di detta fine
Somma le spese
Monta la fine de’ sudetti drapi, come si vede
aspri
aspri
aspri
aspri
aspri
1700
12
57
23
3116
aspri
786
aspri
393
aspri
aspri
aspri
654
311
374
aspri
9
aspri 1246
---------------aspri
8681
aspri 53655
Doc. 154
Il 24 luglio 1529 Giovanni Vernacci redige l’estratto-conto di netto ricavo delle sete
contenute nella cassa N. 13 – velluti, rasi, altobassi d’oro e broccati d’oro a bastone – e lo
spedisce ai Bartolini (i quali lo copiano nel proprio libro nel 1530). Tra i vari acquirenti
domina la Porta, che ha comperato velluti, broccati e altobassi costosissimi584:
[1530]
N. 13 Copia d’uno chonto aùto di Pera di Giovanni Vernacci d’una cassa di drappi di N. xiii.
Apresso vi si darà chonto della fine e spese ochorse e fatte alquanti vostri drappi di seta e d’oro
riceuti più fa in una cassa di N. 13 a condotta di Bernardo Ischarlatti e prima:
A dì xxi di magio 1527, danari contanti, in duc. 87 sultanini per aspri 57 l’uno,
picchi 68 di velluti neri istietti per aspri 102 il picco, che sono le pezza di br. 41 ¼,
br. 36 ½, picchi 24 ½ di veluto rosso per aspri 225 el picco, che br. 28 finimo tutto a
Ghaggi Mustafà, moro, per detti prezzi
aspri 9998
A dì xxvi di giugno, a danari contanti in duc. 14 sultanini per aspri 57 l’uno picchi
20 di raso limone della pezza di br. 28 ½ finito a uno amicho del chasindino bascià
del Signore, per aspri 68 el picco
aspri 1360
A dì 31 di dicembre 1527, a danari contanti, picchi 5 di detto raso limone, finito
aspri 300
in bisestano per aspri 60 el picco
584
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 57 r. e v., 58 r.
362
362
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
A dì 18 d’ottobre 1527, a danari contanti, in ducati di peso per aspri 56 l’uno,
picchi 63 ¼ di veluti neri et pichi 35 5/8, sono la pezza di br. 40 ½ e picchi 27 5/8
pezza di br. 31 ½ finiti a Chasia cialabi per aspri 103 el picco, in maggior somma
d’altri nostri
A dì xvi di novenbre 1527, a danari contanti, in duc. 36 di peso per aspri 56 l’uno,
picchi x di raso rosso d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 26 7/8 finiti al figliolo del
begierabei per aspri 205 el picco, monta
A dì xxv di gennaio 1527, a danari contanti, in duc. 30 per aspri 56 l’uno, picchi
9 di detto raso rosso d’oro beneche, finito a uno amicho talismanno per aspri 205 el
picco, monta
A dì 14 di luglio 1528, a danari contanti, in duc. x di peso per aspri 56 l’uno per
aspri (sic) picchi 3 1/8 di detto rasso d’oro beneche, finito a uno amicho
A dì 16 di giugno 1529, a danari contanti, picchi 1 3/8 di detto raso d’oro beneche,
resta di detta pezza, finito a uno amicho in bistestano, per
A dì 3 di dicembre 1527, a danari contanti, in duc. 13 di peso per aspri 56 l’uno,
picchi 11 di raso nero stietto ch’è la pezza di br. 43 ½, finito a uno amicho in
bistestano per aspri 70 el picco
A dì x di dicenbre 1527, a danari contanti, in duc. 12 per aspri 56 l’uno, picchi x
di detto raso nero, finimo a uno amicho per aspri 70 el picco, monta
A dì 20 d’aprile 1528, a danari contanti, in duc. 13 per aspri 56 l’uno, picchi xi
di detto raso nero, finito a uno amicho in bisestano per aspri 70
A dì xxv di magio, a danari contanti, in duc. 7 per aspri 56 l’uno, picchi 6 ¼ di
detto raso nero resta di detta pezza, finimo a uno amicho in bisestano
A dì 29 di febraio 1527 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo a Horsino, bascià, picchi
13 ¼ di velluto nero d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 15 1/3 per aspri 227 ½ picco
netto d’ongni spesa
A dì 20 d’aprile 1528 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
in Ghostantinopoli picchi 12 ½ di veluto nero d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 14
5/8 per aspri 250 el picco, monta
A dì 17 di novenbre 1528 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo
Signore in Ghostantinopoli picchi 34 ½ di brochato rosso d’oro a bastone chol pelo
alto e basso, ch’è la pezza di br. 39 ¼ per aspri 278 17/19 el picco netti di spesa
ordinaria e straordinaria e ne tochava finito per aspri 280 e per la perdita d’aspri
1003 di br. 67 7/8, resta di tutti la somma di brochati, che detto Tommaso finì alla
Porta e poi finì dette br. 67 7/8 e ne perde detti aspri 1003, che tocha aspri 1 1/19
per picco di tutta la somma che, difalchatolo di aspri 280, resta aspri 278 18/19
picco
A dì xxi d’aprile 1529, ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
in Ghostantinopoli picchi 37. 18. 7 d’altebassi rossi d’oro richi, che sono in 3 pezze,
ch’è br. 14 ½, 14 5/8, 14 5/8 che tornano picchi 37. 18. 7 per aspri 450 picco, in
magior soma585
A dì detto, ci dà finito dettoTommaso d’Aiolfo a detta Porta in Ghostantinopoli
picchi 12 9/10 di velluto tanè d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 14 2/3 per aspri 280
el picco, monta
aspri 6514
aspri 2050
aspri 1845
aspri
593
aspri
220
aspri
770
aspri
700
aspri
770
aspri
406
aspri 3014
aspri 3125
aspri 9623
aspri 17068
aspri 3612
585
Questa registrazione si ripete, senza varianti, in un successivo estratto-conto redatto il 1° settembre
1529 (Doc. 156 a).
363
363
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A dì viiii di gungno 1529 a Iusefe Charon, cianbelotiere in Ghonstantinopoli,
picchi 12 ¼ di raso alessandrino d’oro, venduti in somma di drapi per valuta di aspri
45480 per aspri 220 picco a darci aspri 34480 fra 15 giorni e aspri xi mila in Esefe
Charon a pagamento aspri 1000 la settimana
Monta la fine
aspri 2572
--------------aspri –586
Apresso le spese:
Per chondutura di detta cassa d’Anchona in Andrinopoli paghamo a
Bernardo Ischarletti aspri 1840
Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli a Matteo Manini
Per eginalto (sic) d’Andrinopoli in Pera
Per trargli di chomercio di Pera a più olafagi e chapigi del chomercio
sino condotta in chasa
Per chomercio di Pera a 5 per cento de la sudetta fine
Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per le spese ordinarie e
straordinarie di drapi finiti alla Porta di questo Signore in in
Ghostantinopoli, coè aspri 387 per le spese de picchi 12 9/10 di
velluti d’oro beneche che ne dà aspri 30 del picco e aspri 1897 per
e pichi 37. 18. 7 d’altebassi d’oro a aspri L el picco di spese e aspri
281 pe lli picchi 12 ½ di velluto nero d’oro, finiti per aspri 3125 a
9 per cento, in tutto soma
Per senseria di drapi finiti fuora di Porta in 13 partite per aspri 28098,
che non si piglia di picchi 19 ¼ di velluto nero ci dà finito
Tommaso d’Aiolfo a Chasia, bascià, netto di senseria a 2 per
cento
Per meseteria del Signore a uno per cento del finito, tutto fuora di Porta
Per chonsolagio, chotemo e chiesa a Giovanni Lotti, al passato nostro
grillo (sic)587, a uno per cento di consolato e ½ per mille di chotemo
di tutta la fine
Per istalagio di Pera a ½ per cento di detta fine
Per perdita di monete e passi di barche a vi per mille
Per nostra provisione a 2 per cento
aspri
aspri
aspri
1840
12
52
aspri
aspri
22
3227
aspri
2565
aspri
aspri
562
311
aspri
677
aspri
322
aspri
387
aspri 1291
---------------
Somano le spese
aspri 11268
Monta la fine di sopra detti drapi aspri 64540 e le spese aspri 11268 che,
difalchato, resta el ritratto aspri 53272 e di tanti siate creditore in detto conto per
quando riscosi. Cristo vi guardi
aspri 53272
Giovanni Vernacci in Pera,
a dì 24 di luglio 1529
586
587
In bianco.
Presumibilmente, qui e nel seguito, il contabile dei Bartolini ha interpretato male la parola bailo.
364
364
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 155
In uno stesso giorno – 1° settembre 1529 – Giovanni Vernacci redige numerosi estratticonto di netto ricavo delle sete dei Bartolini.
Il primo, che i Bartolini ricevono ormai nel 1530, riguarda i drappi – in prevalenza
velluti e rasi – contenuti nella cassa N. 12. Vernacci segnala che parte delle pezze è
danneggiata a causa di un incidente verificatosi durante la navigazione da Ancona a Ragusa.
La Porta ha acquistato due velluti d’oro, uno dei quali giudicato ghuasto588:
[1530]
N. 12 Copia d’uno conto aùto da Giovanni Vernacci di Pera della cassa de’ drappi di N. 12.
Apresso vi si darà chonto della fine e spese ochorse e fatte alquanti drappi di seta e d’oro riceuti
più fa per Charlo Machiavelli in una chassa segnata di vostro segno e N. 12, e quali drappi si sono
trovati male condizionati, mufati e ghuasti magore parte che si reputa per la disgrazia ebe in mare
detto Charlo nel pasare d’Anchona a Raugia, de’ quali drappi cie ne troviamo in essere parte, che ne
sarà nota a piè e delli finiti vi se ne darà chonto e prima:
A dì xviii d’ottobre 1527, a danari contanti, picchi 69 3/8 di velluti neri stietti per
aspri 91 il picco, ch’è la pezza di br. 48 1/8 e br. 30 7/8 e picchi 32 ½ di velluti rossi
istietti per aspri 115 il picco, ch’è la pezza di br. 37 7/8 finiti tutti a Chascia calabi
per e detti prezzi per essere mal condizionato
Addì viii d’aghosto 1528, a danari contanti, picchi 24 7/8 di velluto rosso istietto,
ch’è la pezza di br. 28 finiti a Rustano, agamo, per aspri cento il picco, ch’era ghuasto
ma si passò in magior somma di vostri drappi
A dì xxi d’aprile 1529, finimo alla Porta per le mane di Tommaso d’Aiolfo picchi
12 7/8 di veluto d’oro beneche, ch’è la pezza di br. 14 ½ per aspri 280 il picco, che
tanto ci dà finito detto Tommaso
A dì xxvii detto, ci dà finito Tommaso d’Aiolfo a Machametto cialabi picchi 12
di teletta alessandrina d’oro, ch’è la pezza di br. 13 ¾ per aspri 300 picco
A dì viii di gungno, a Jusefa Choin, cianbelotiere, picchi 11 ¾ di raso tanè d’oro
beneche, ch’è la pezza di br. 13 ½ per aspri 170 el picco, in somma di più vostri drapi
a pagamento fra 15 giorni ¾ de’ danari e ’l resto da Iusefe Choin a pagamento alla
giornata sopra di detto Iusefi, cianbelotiere, monta
A dì xxvi d’aghosto ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
nelle circhustanzie di Sofia, picchi 12 di velluto tanè d’oro beneche, ch’è la pezza di
br. 14 5/8, per aspri 248 ½ el picco, el quale drapo era ghuasto
Monta la fine de’ drappi della cassa N. 12, chome di là
aspri 10050
aspri
2437
aspri
3556
aspri
3600
aspri
1997
aspri 3137
--------------aspri 24777
Apresso le spese e prima:
Per chonduttura d’Anchona in Andrinopoli paghamo a Charlo
Machiavelli a danari ne dette di spese, chome per il conto aùto da lui
Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli
Per aginelto (sic) d’Andrinopoli in Pera, chondotta in chomercio
Per trarli di chomercio e condurli in casa
588
aspri
aspri
aspri
aspri
1400
10
48
18
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 55 v., 56 r. e v.
365
365
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Per chomercio di Pera del finito a 5 per cento di aspri 24777
Per chomercio di Pera del resto de’ drappi in essere, coè picchi 12 di
velluto nero d’oro beneche istimato aspri 190 picco e picchi 12 di
raso fistichino d’oro beneche per aspri 175 picco e picchi 51 di rasi
d’oro beneche per aspri 95 picco e picchi 54 di raso chermisi per
aspri 55 picco per essere ghuasti, sono istimati detti pezzi che
somano aspri 12195 a 5 per cento, monta
Per senseria di drappi finiti fuora via in 4 partite per aspri 18084 a 2
per cento
Per meseteria del Signore de’ sudetti drapi finiti
Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per le dua veste di velluti
d’oro beneche finiti alla Porta per spese ordinarie e straordinarie
ne dà aspri 30 del picco de la vesta di picchi 12 7/8 che montano
aspri 386 e per la vesta di picchi 12 5/8 tanè finita nelle
circhustanzie di Sofia e per le spese ordinarie e straordinarie 15 per
cento, montano aspri 470 in tutto
Per chonsolagio, chotemo e ch[i]essa a Giovanni Lotti, al passato nostro
baillo, a uno per cento di chonsolagio de’ drapi finiti 5 ½ per mille
Per chonsolagio, chotemo e chiessa di drapi si truovono in essere
valutati aspri 12195 chome nella stima del chomercio pezza per
pezza si vede nella partita di là a uno per cento di chonsolagio e ½
per mille di chotemo monta
Per istalagio di Pera del finito per aspri 24777 a ½ per cento monta
Per perdita di monete e passi di barcha a vi per mille del finito per aspri
24777
Per fare dare l’aque o remetere le salde a picchi 125 di velluti istietti e
a picchi 23 ¾ di rasi beneche d’oro aspri 2 ¼ el picco de rasi e aspri
uno per picco de veluti
Per tanti tocha a la vesta del velluto tanè d’oro beneche mandata a Sofia
per finire alla Porta per ispaccio di Pera aspri 7 ¾
Per nostra provixione a 2 per cento del finito
aspri
1239
aspri
610
aspri
aspri
361
180
aspri
856
aspri
259
aspri
aspri
128
124
aspri
147
aspri
177
aspri
7
aspri
495
---------------
Somano le spese
aspri
Monta la fine de’ drappi di sopra aspri ventiquatromila settecento settanzette e le
spese del finito chon alquanti ne resta in essere montano aspri semilacinquantanove,
coè aspri 6059 che che (sic), difalchatogli della fine, resta e ritratto netto aspri 18718
e di tanti v’abiamo chredittori e faciamo buoni in corrente per quando riscossi
saranno. Provedete el chonto e, stando a dovere, di coxì l’aconciate e sendo da dire
per ciaschuno errore per voi o per noi lo dite e si choregierà. E quanto a’ veluti stietti
e le veste 2 de’ rasi d’oro beneche richi si fece dare le salde perché erano cominciate
6059
aspri 18718
br. 14 1/8 di velluto nero d’oro beneche, ghuasto, da chavarne poco
br. 13 7/8 di raso verde giallo d’oro beneche, machiato
br. 30 ½ di raso alessandrino d’oro beneche penero, ghuasto
br. 28 ¼ di raso rosso d’oro beneche penero, machiato
br. 62 ¾ di raxo rosso di chermisi istietto, ghuasto, da trarne poco
Giovani Vernacci in Pera,
a dì primo di settembre 1529
366
366
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 156
La vendita dei rasi, velluti, broccati e altobassi d’oro dei Bartolini contenuti nella cassa
N. 14 si protrae nel tempo.
a) Il primo settembre 1529 Vernacci compila un estratto-conto di netto ricavo relativo alla
quasi totalità dei drappi. Una piccola parte rimane invenduta. Tra i vari acquirenti figurano
il Serraglio del Signore e il Serraglio vecchio, che hanno comperato rasi rossi e gialli589:
1530
N. 14 Copia d’uno conto aùto da Giovanni Vernacci d’una cassa di N. 14.
Apresso vi si darà conto della fine e spese ochorse e fatte a più vostri drappi di seta e d’oro riceuti
più fa per Antonio Manini ’n una cassa di N. 14 per via della Velona, e prima:
A dì xxx di dicembre 1527, a danari contanti, picchi 12 di raso rosso di chermisi
della pezza di br. 66 1/4, finiti al Serralto del Signore, per aspri 105 picco
aspri 1260
A dì xiiii di gennaio, a danari contanti, in duc. 7 sultanini per aspri 57 l’uno,
picchi xi di detto raso finito a detto Serralto, a detto pregio
aspri 1155
A dì vii detto, a danari contanti, picchi xv di detto raso finito a uno amicho di
bisestano per aspri 105 el picco, monta
aspri 1575
A dì 20 detto, a danari contanti, picchi x di detto raso finito a uno amicho in
bisestano per aspri 105 el picco
aspri 1050
A dì vi di febraio, a danari contanti, picchi x di detto raso finito a uno amicho in
bisestano per aspri 104 el picco
aspri 1040
A dì xxx di dicembre 1527, a danari contanti, picchi xi di raso limone della pezza
di br. 29 2/3 finito al Serralto vechio del Signore, per aspri 70 picco
aspri
770
A dì xxv di gennaio, a danari contanti, picchi xii di detto raso limone finito a uno
amicho in bisestano per aspri 70 el picco, monta
aspri
840
A dì xxvi di magio 1528, a danari contanti, picchi 3 di detto raso, resta di detta
pezza, finito a uno amicho in bisestano per
aspri
190
A dì 4 di marzo 1527, a danari contanti, picchi x di raso rosso d’oro, el fine della
pezza di br. 13 1/6 finito a uno amicho in bisestano per aspri 220 el picco, monta
aspri 2200
A dì xxii d’aprile 1528, a danari contanti, picchi 41 di velluti rossi [. . .] istietti,
ch’è la pezza di br. 48 1/8 finita a choggie Mansore, agamo, per aspri 119 picco
aspri 4879
A dì 24 d’aprile 1528, a danari contanti, picchi 13 ½ di raso di chermisi rosso, la
pezza di br. 67, finiti al [. . .], bascià, per aspri 100 picco
aspri 1350
A dì xxv di luglio, a danari contanti, picchi xi di detto raso, finiti a uno amicho
per aspri 103 picco
aspri 1133
A dì 27 d’aprile 1529, a Tommaso d’Aiolfo, picchi xii di detto raso per aspri 95
picco
aspri 1140
A dì 12 di giugno, a danari contanti, picchi 10 ½ di detto raso finimo in
bi[se]stano per aspri cento picco
aspri 1050
A dì xxi d’aghosto, a danari contanti, picchi 11 ¾ di detto raso di detta pezza,
finiti in bisestano per aspri 95 picco in dua tagli
aspri 1116
A dì 24 d’aprile 1528, a danari contanti, picchi xi di velluto alessandrino de la
pezza di br. 45 7/8 finito a uno amicho in bisestano per aspri 117 picco
aspri 1287
589
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 58 v., 59 r. e v.
367
367
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A dì viii d’aghosto, picchi 10 1/8 di detto velluto finito a Periga, agamo, a la
promessa di Giovanni Marmoretto per aspri 114 picco
A dì primo di febraio, a danari contanti, picchi 17 di detto velluto a dua amici in
dua tagli in bisestano per aspri 114 picco
A dì 16 di gungno 1529, a danari contanti, picchi 2 1/8 resta di detto velluto finito
a uno a uno (sic) amicho in Pera per aspri 212
A dì 8 d’aghosto 1528, picchi 12 3/8 di veluto rosso finito a Periga, agamo, per
aspri 118 picco, a la detta di maestro Giovanni, orefice, a pagamento fra 3 giorni,
ch’è la pezza di br. 14 1/4, monta
A dì detto, picchi 23 1/8 di veluto verde finito al detto nel modo detto, per aspri
106 picco
A dì xxii detto, a danari contanti, picchi 6 di veluto gugolino della pezza di br.
32 finiti a uno amicho in bisestano per aspri 114 el picco, che restò di detta pezza, è
in essere chome a piè
A dì 22 di novenbre ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
in Ghostantinopoli picchi 27 3/8 di brochato roso, ch’è la pezza di br. 31 1/8 per aspri
278 18/19 el picco, netti di spese ordinarie e straordinarie e venivono finiti aspri 280
picco e per le perdite di aspri 1003 che si perde su br. 69 7/8 di detti brochati che ne
patì tutta la soma, che restano netti aspri 278 18/19 picco
A dì 21 d’aprile 1529, ci dà finito Tommaso d’Aiolfo a la Porta di questo Signore
in Ghostantinopoli picchi 37. 18. 7 d’altebassi rossi d’oro ricci per aspri 450 picco,
che sono la pezza di br. 14 1/8, 14 7/8, 14 ¾, montano590
A dì 9 di gungno 1529, a Iusefe Charon, cianbelottiere, picchi 12 5/8 di raso
alessandrino d’oro andari, ch’è la pezza di br. 14 ½, per aspri 210 picco a pagare ¾
di dare fra 15 giorni e ’l resto e ’l resto (sic) in Usefe Charon Cochagi a pagare alla
giornata in magior somma di nostri drapi e la detta sopra del cianbelottiere
A dì 26 d’aghosto ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
nelle circhustanzie di Sofia, picchi 34 3/5 di cianbelotto alessandrino d’oro tutto per
aspri 380 il picco
Monta il finito della cassa di N. 14
aspri
1154
aspri
1938
aspri
212
aspri
1460
aspri
2451
aspri
684
aspri
7636
aspri 17068
aspri
2651
aspri 13148
--------------aspri 70437
Apresso le spese:
Per chonduttura sino in Andrianopoli paghamo a Antonio Manini,
aspri 1567, che tanti ne detti conto per via di Velona
Per istalagio e spagio d’Andrianopoli al magazzino
Per giveglio (sic) d’Andrinopoli in Pera, aspri 120 soma
Per trarla di chomercio a più olafaggi sino in casa
Per chomercio di Pera del finito per aspri 70437 a 5 per cento
Per chomercio di drappi restano in essere, coè picchi 1 ½ di raso rosso
d’oro beneche de la pezza di br. 13 1/6 istimato aspri 190 e picchi
22 ½ di velluto tanè chiaro, stimato aspri 100 picco, che in tutto
montano detti drapi aspri 2535 a 5 per cento, montano
590
aspri
aspri
aspri
aspri
aspri
1567
12
60
24
3522
aspri
126
Giovanni Vernacci aveva già inserito questa voce nell’estratto-conto redatto il 24 luglio 1529
(Doc. 154).
368
368
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Per senseria di drappi finiti fuora in partite 23 per aspri 32585 a 2 per
cento, monta
Per maseteria del Signore di detti drapi finiti per aspri 32585 a uno per
cento, montano
Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per e drapi finiti alla Porta,
coè picchi 37. 18. 7 d’altebasi rossi ne dette di spese ordinarie e
straordinarie aspri L il picco, in tutto montano aspri 1897 e per e
picchi 34 3/5 di cianbelotto d’oro finito per aspri 13148 finiti ne
dette di spese ordinarie e straordinarie e per il viagio in tutto 15 per
cento, che montano aspri 1973 in tutto
Per chonsolagio, chotemo e chiesa a Giovanni Lotti, al passato nostro
grillo (sic), a uno per cento di consolagio e ½ per mille di chotemo
del finito
Per chonsolagio al detto di drapi in esere, coè picchi 1 ½ di raso d’oro
e picchi 22 ½ di veluto stietto, valutati aspri 2535, chome nella
stima
Per istagio di Pera a ½ per cento del finito
Per perdita di monete e passi di barcha a vi per mille
Per nostra provisione a 2 per cento
aspri
650
aspri
326
aspri
3870
aspri
739
aspri
26
aspri
352
aspri
425
aspri 1408
---------------
Sommano le spese
aspri 13105
Monta la fine de’ sopra detti drapi aspri 70437 e le spese aspri 13105 che,
difalchatogli, resta el ritratto netto aspri 57332 e di tanti v’abiamo creditori in
corrente per quando riscosi saranno. Cristo vi guardi, per
aspri 57332
Resta:
br. 1 ½ di raso rosso d’oro beneche
br. 22 ½ di velluto tanè stietto
Giovanni Vernacci in Pera,
a dì primo di settenbre 1529
b) Il 6 maggio 1533 Giovanni Vernacci ha completato le vendite dei rasi e velluti contenuti
nella cassa N. 14 e compila un ulteriore estratto-conto di netto ricavo591:
[1533]
Chopia d’uno chonto avuto di Pera da Giovanni Vernacci.
Apresso della fine e spese ochorse a picchi 22 ½ di velluto guogiolino in istietto e picchi uno ½
di raso rosso d’oro a dalfini che restò della chassa di N. 24 (sic) ricevemo per Antonio Manini che
sotto dì primo di settenbre vi se ne dette chonto della fine e salvamento ci restò di detta chassa e
sudetti nominati drappi che apresso ne sarà la fine, e prima:
Addì xxviii di luglio 1531 a Tomaso d’Aiolfo picchi 20 ¼ di velluto gugolino
per un suo amicho per aspri 105 el picco a pagare a nostro piacere, mezano Livema,
aspri 2126
monta
591
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 153 r.
369
369
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Addì 6 di maggio 1533, a danari chontanti, picchi 2 ¼ di detto veluto gugolino,
ischanpolo, e resto del di sopra finimo a uno amicho in basestono per aspri 90 el
picco, monta
Addì 6 di maggio detto, a danari chontanti, picchi uno e ½ di raso rosso d’oro a
dalfini, finimo a uno amicho in visestano per aspri 180 el picco per esere ischanpolo,
monta
aspri
202
aspri
270
--------------aspri 2598
Apresso spese e prima:
Per senseria di detti drappi a ii per cento di detta fine, monta
Per mesettera del Signiore a uno per cento, monta
Per perdite di monete e passi di barche a vi per mille di detta fine
Per istalaggio di Pera a ½ per cento, monta
Per nostra provisione a ii per cento di detta fine, monta
aspri
52
aspri
26
aspri
15
aspri
13
aspri
52
---------------
Soma le spese
Monta la fine di sudetti drappi aspri 2598 e le spese montano aspri 158 che,
difalchatoli della fine, resta e ritratto netto aspri 2440 e di tanti v’abiàno posti
creditori in chorente e faciamovi buoni buoni (sic) per resto di tutti e drappi di detta
chassa di N. 14. Rivedete detto chonto e stando a dovere di chosì l’achonciate e sendo
da dirvi per alcuno erore per voi o per noi lo dite e volentieri si choregerà. Che Iddio
vi guardi.
aspri
158
aspri
2440
Giovani Vernacci in Pera,
addì 6 di maggio 1533
Doc. 157
Da Costantinopoli Giovanni Vernacci continua a trasmettere ai Bartolini l’esito delle
vendite dei loro drappi.
a) Vernacci sta vendendo le sete della cassa N. 15 e il 1° settembre 1529 invia un estrattoconto. La Porta ha acquistato alcuni costosi altobassi d’oro592:
1530
N. 15 Copia d’uno chonto d’una cassa di drapi di N. 15, aùto da Giovanni Vernacci, e prima:
Apresso vi si darà chonto de la fine e spese ochorse e fatte alquanti drappi di seta d’oro riceuta
più fa per Antonio Manini per via di Velona in una cassa segnata di vostro segno e N. 15, che parte
di detti drappi si truovono in essere, che a piè ne sarà nota:
A dì xx di novenbre 1527, a danari contanti, picchi x di raxo verde istietto della
pezza di br. 26 2/3 finito a uno amicho per aspri 69 il picco monta
aspri
690
592
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 60 r. e v., 61 r.
370
370
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
A dì 14 di diciebre, a danari contanti, picchi xi di detto raso verde finito a uno
amicho in bisestano per aspri 68 picco, monta
A dì 27 di magio 1528, a danari contanti, picchi 2 ¾ di detto raso finito a uno
amico in bisestano per aspri 150
A dì 6 di febraio 1527, a danari contanti, picchi xiii di velluto nero istietto della
pezza di br. 28 ¼ finito a Bachadino chalabi per aspri 98 picco
A dì 14 di febraio, a danari contanti, picchi xi di velluto nero d’oro beneche della
pezza di br. 14 1/8 finiti a uno amicho in bisestano per aspri 245
A dì xxii d’aprile 1528, a danari contanti, picchi 23 5/8 di velluto rosso istietto
in dua pezze, coè br. 14 e br. 13 finito a Chagga, agamo, per aspri 119 picco, monta
A dì 6 di luglio a Iacopo Donati, trabixondo, picchi xi ¾ di velluto nero, istietto
della pezza di br. 46 5/6 per aspri 105 el picco, a pagare fra xv giorni e resto di detta
pezza si truova in essere
A dì vii d’aghosto a Periga, agamo, picchi xxv ¾ di velluto verde stietto ch’è la
pezza di br. 29 1/3 per aspri 106 il picco e picchi 12 ¼ di velluto rosso stietto per
aspri 118 picco, che sono br. 14 della pezza di br. 28, che altre br. 14 sono finite nella
partita di sopra di aspri 2811, monta
A dì 4 di setenbre, picchi x di velluto nero istietto, della pezza di br. 42 1/3 finito
Alessandro Sacchetti, nostro grillo (sic), per aspri 102 picco, monta
A dì ii di novenbre, a danari contanti, picchi 4 ½ di detto velluto nero, finito in
bisestano per aspri 104 picco, monta
A dì primo di gugno 1529, a danari contanti, picchi 22 5/8 di velluto nero di detta
pezza finita in bisestano, in più tagli, per aspri 102 picco, l’uno per l’altro
A dì xx di novenbre 1528, a danari contanti, picchi 17 di velluto tanè stietto della
pezza di br. 25 finiti picchi 12 al sachaco, amicho del Pelli, e picchi 5 a uno amicho
in bisestano per aspri 104 picco, monta
A dì 21 d’aghosto 1529, picchi 4 7/8 iscarsi, resta di detto velluto finito a uno a
uno (sic) amicho in bisestano per aspri 470
A dì 21 d’aprile 1529 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
in Ghostantinopoli picchi 25 1/8 d’altebassi neri e alessandrini d’oro beneche per
aspri 320 el picco, che sono br. 14 ¾ nero, br. 14 3/8 alessandrino e picchi 12 7/8
d’altebasso d’oro beneche per aspri 350 el picco, ch’è la pezza di br. 14 7/8, in tutto
monta
In queste partite è d’errore aspri 300, che vi si fanno buoni in chorente
aspri
748
aspri
150
aspri
74
aspri
2695
aspri
2811
aspri
1233
aspri
4174
aspri
1020
aspri
468
aspri
2307
aspri
1468
aspri
470
aspri 12546
--------------aspri 32054
Monta la fine
Apresso le spese:
Per conduttura d’Anchona sino Andrinopoli per via di Velona,
paghamo a Antonio Manini aspri 1567, che tanti n’à sengnati di
spese, chome per il chonto aùto da llui
Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli a Mateo Manini
Per aghualto d’Andrinopoli in Pera aspri 120 la soma
Per tiragli di chomercio a più olafaggi, chamelli, sino in casa
Per chomercio di Pera di drapi finiti per aspri 32054 a 5 per cento
Per chomercio di Pera de’ drapi ci restano in essere, coè picchi 1 7/8
di velluto nero d’oro beneche, stimato tutto aspri 300 e picchi 212
di veluti neri stietti in pezze 8 stimati aspri 100 picco, montano
aspri
aspri
aspri
aspri
aspri
1567
12
60
24
1602
aspri
1075
371
371
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
aspri 21200 e in tutto aspri 21500, che a 5 per cento monta detto
chomercio
Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per le 3 veste di veluti
altebassi d’oro beneche, finiti alla Porta per ispese ordinarie
straordinarie ci dà picchi 25 1/8 ch’è la pezza nera [e] alessandrina
aspri 35 el picco di spese e picchi 12 7/8 di beneche altebasso
rosso ci dà aspri L el picco, in tutto
Per senseria di drapi finiti per aspri 19508 a 2 per cento
Per meseteria del Signore a uno per cento di detti drapi finiti per aspri
19508, monta
Per consolago e chotemo a Giovanni Lotti, al passato nostro grillo
(sic), a uno per cento di consolagio e ½ per mille di chotemo del
finito, monta
Per chonsolagio, chotemo al detto di picchi 1 3/8 di velluto d’oro e
picchi 212 di velluti istietti, stimati aspri cento picco e il veluto
d’oro aspri 300, in tutto valutato aspri 21500, che a uno per cento
di consolagio, ½ per mille di chotemo, monta
Per istalagio di Pera a ½ per cento del finito
Per perdita di moneta e passi di barche a vi per mille
Per nostra provisione a 2 per cento del finito
aspri
aspri
1523
390
aspri
195
aspri
336
aspri
226
aspri
160
aspri
192
aspri
641
---------------
Somano le spese
aspri
Monta la fine de’ sudetti drappi aspri 32054 e le spese per la fine de’ sudetti drapi
aspri 8003 che, difalchatogli della fine, resta el ritratto netto aspri 24051 e di tanti
v’abiàno creditore in chorente per quando riscosi saranno, provedete el chonto e
stando a dovere, chome noi l’aconciate e sendovi da dire, lo dite, che tutto
s’aconcierà. Cristo vi guardi.
8003
aspri 24051
Nota di drapi restano in essere di detta cassa N. 15:
picchi 1 3/8 di velluto nero d’oro beneche, ch’è ’l resto della pezza di br. 14 1/8
br. 29 1/3 di raso nero stietto
br. 27 1/8 di veluto nero stietto
br. 36 7/8 di veluto nero stietto
br. 34 7/8 di veluto nero stietto
br. 31 di veluto nero stietto
br. 36 ¼ di veluto nero stietto
picchi 11 ¾ di veluto nero stietto resta de la pezza di br. 28 ¼
picchi 29 1/8 di veluto nero stietto resta della pezza di br. 46 5/8
El di sopra è quanto ne resta di detta cassa che riscontrando cho drappi finiti troverete stare a
dovere.
Questo chonto errata aspri 300, quali detto Giovanni ci fa buoni in chorente.
Giovanni Vernacci in Pera,
a dì primo di settenbre 1529
372
372
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) Le successive vendite delle sete della cassa N. 15 hanno richiesto tempo e solo nel
maggio 1533 Vernacci trasmette ai Bartolini un altro estratto-conto, che copre gli anni
1529-1533. La Porta di Solimano ha comperato una pezza di raso nero593:
Mdxxxiii
Chopia d’uno chonto avuto di Pera da Giovanni Vernacci.
Apresso vi si darà chonto della fine e spese fatte a tutti e velluti istietti e altro ci restò in esere addì
primo di settenbre 1529 della chassa di drappi di N. xv ricevemo per Antonio Manini che sino a quel
dì vi si dette chonto del finito. Di presente sarà a piè la fine la fine (sic) d’ogni restante di drappi di
detta chassa e prima:
1531 Addì xxvii di marzo 1531 ci dà finito Ghuglielmo da Somaia e Vieri di Vieri
alla Porta di questo Signore in Ghostantinopoli picchi 23 3/8 di raso nero
istietto della pezza ditta 29 1/3 per aspri 60 1/3 el picco, netto d’ogni spesa,
monta
aspri 1410
1533 Addì 6 di maggio 1533 picchi 2 1/8 di detta raso nero che tanto t[r]oviamo
manchare detta peza di raso nero e vi si fanno a ragione d’aspri 60 1/3 el
picco, chom’el di sopra
aspri
127
1531 Addì xxvii di settembre 1531 Margorgorgo Choresi picchi 1 ¾ di velluto
nero istietto per aspri cento el picco, monta
aspri
175
Addì 29 di novembre 1531 a messer Piero Valorese, viniziano, picchi 6 di
velluto nero per aspri cento el picco, monta
aspri
600
Addì 11 di marzo, a danari contanti, picchi 13 7/8 nero finito al Monica,
veneziano, per aspri cento e picco, monta
aspri 1387
1531 Addì iii di maggio 1532, a danari contanti, picchi 79 ¼ di velluti neri finiti
in bisestano in più tagli sino a questo dì per aspri 99 el picco l’uno pe l’altro,
monta
aspri 7845
Addì 8 di novenbre, a danari chontanti, picchi 14 7/8 di velluto nero finito a
uno amicho aspri 1450, ch’era e resto d’una peza, monta
aspri 1450
Addì 6 di maggio 1533, a danari chontanti, picchi 71 di velluti stietti su la
bottega nostra in bisestano, in assai tagli sino a detto dì, che l’uno per l’altro
resta finito per aspri 96 1/3 el picco, fra quelli era picchi 23 ¾ di velluto nero
che pareva veluto di triappa594 che se ne finì maggiore parte a aspri 90 el
picco in a l’uno pe l’altro, resta finito chome di sopra a aspri 96 1/3 el picco,
monta
aspri 6839
--------------Monta la fine
aspri 19833
Apresso le spese e prima:
Per senseria del finito di sopra per aspri 18296 a dua per cento che non
si piglia de rraso nero finito nelle ii partite prime per aspri 1537 per
esere alla Porta
aspri
Per mesetteria del Signore a uno per cento del finito per detti aspri
18296, monta
aspri
366
183
593
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, 153 v.
Verosimilmente trijpen, un tessuto misto prodotto nelle Fiandre: L. Molà, The Silk Industry of
Renaissance Venice, Baltimore-London 2000, p. 183.
594
373
373
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Per perdite di monete e passi barche di tutta la fine per aspri 19833 a 6
per 1000, monta
aspri
119
Per stalago di Pera a ½ per cento di tutta la fine per aspri 19833, monta aspri
99
Per nostra provisone a ii per cento della sudetta fine, monta
aspri
397
--------------Somma le spese
aspri
1164
Monta la fine de’ sopra detti drappi aspri 19833 e le spese montano aspri 1164 che, difalchatoli
della fine, resta e ritratto netto aspri 18669 e di tanti v’abiàno posto creditore in chorrente e facciamo
buoni quando tutti riscossi saranno per resto di tutti e drappi della sudetta chassa di drappi di N. 15.
Provedete el chonto e, stando a dovere, di chosì l’achonciate e sendo da dire per alchuno erore per
voi o per noi, lo dite e volentieri si chorregerà. Iddio vi guardi.
Giovanni di Francesco Vernacci in Pera,
addì – di maggo 1533
Doc. 158
Il 1° settembre 1529 la vendita delle sete contenute nella cassa N. 16 è completata e
Giovanni Vernacci spedisce ai Bartolini l’estratto-conto di netto ricavo595:
1530
N. 16 Apresso vi si darà chonto de la fine e spese ocorse fatte alquanti drapi di seta e d’oro
riceuti più fa per Francesco de’ Libri in una cassa segnata de l’avanti segno, N. 16, e prima:
A dì xxi d’aprile 1529 ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
in Ghostantinopoli picchi 31. 5. 11 d’altebassi rossi d’oro richi in magior soma per
aspri 450 el picco, che sono br. 14 7/8, br. 16, br. 14 1/8 mancho picchi 7 ¾ che ci
tochò a ripiglare di detta pezza di br. 14 1/8, montano
aspri 14083
A dì xxx di gungno, a danari contanti, picchi 7 ¾ di detto altebasso rosso d’oro
resta de la sopra detta pezza di br. 14 1/8 finiti a Cinea, bascià, per aspri 400 picco,
monta
aspri 3100
A dì 27 d’aprile 1529 a Tommaso d’Aiolfo pel causso bascià, picchi 13 ¼ di
veluto nero d’oro beneche per aspri 280 picco d’acordo detto dì, el quale ebe sino a
dì xiii d’aghosto 1528, ch’è la pezza di br. 15 ¼
aspri 3710
A dì viii di gungno 1529, picchi 11 ½ di raso roso d’oro a dalfini, ch’è la pezza
di br. 13 1/4, finito a Iufese Charon, cianbelotiere, per aspri 220 el picco avere e
danari fra 15 dì ¾ el resto a Iusefe Charon Cochagi a pagare a la giornata sopra di
detto Iusefe Charon
aspri 2415
A dì 26 d’aghosto ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
nelle circustanzie di Sofia picchi 51 ½ di veluti d’oro beneche per aspri 276 2/5 el
picco, che sono 4 pezze, coè br. 14 ½ rosso, br. 15 ½ alessandrino, br. 14 1/3 nero,
br. 15 nero e disse tornorno picchi 51 ½
aspri 14234
---------------Monta la fine
aspri 37542
595
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 61 v., 62 r.
374
374
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Apresso le spese:
Per condottura d’Anchona sino in Andrinopoli paghamo a Francesco
de’ Libri che tanti n’asengnò di spese
aspri 875
Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli al magazzino
aspri
9
Per aghualto d’Andrinopoli in Pera
aspri 26
Per trargli di chomercio e più alafagi e chapigi e chomercio di Pera sino
in casa
aspri 14
Per chomercio di Pera del finito a 5 per cento
aspri 1877
Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per ispese ordinarie e
straordinarie di drapi finiti alla Porta, coè picchi 31.5.11 d’altebassi
rosso d’oro richi ne dà di spese aspri L el picco che montano aspri
1565 e per e picchi 51 ½ di velluti d’oro beneche finiti a detta Porta
ne dà 15 per cento che montano aspri 2135 in tutto
aspri 3700
Per senseria di drapi finiti fuora di Porta in 3 partite per aspri 9225 a
2 per cento, monta
aspri 184
Per mesetteria del Signore del finito fuora di Porta per aspri 9225 a uno
per cento
aspri 92
Per chonsolagio, chotemo a Giovanni Lotti, al paxato nostro grillo (sic)
a uno per cento di chonsolagio e ½ per mille di chotemo
aspri 394
Per istalagio di Pera a ½ per cento, monta
aspri 188
Per perdita di monete e passi di barche a 6 per mille
aspri 225
Per nostra provisione a 2 per cento
aspri 751
-------------Somano le spese
aspri
Monta la fine de’ sopra detti drapi aspri 37542 e le spese per la fine di detti drapi
montano aspri 8335 e, difalchatogli, della fine resta el ritratto netto aspri 29207 e di
tanti v’abiàno chreditori in chorente per quando riscossi saranno. Provedete el chonto
e stando a dovere di coxì l’aconciate e sendo da dire per voi o noi, lo dite, che tutto
si choregierà.
Cristo vi guardi. Per
--------------aspri 29207
8335
Giovanni Vernacci in Pera,
a dì primo di settenbre 1529
Doc. 159
Per le sete contenute nella cassa N. 17 le vendite si prolungano, ma solo di pochi mesi.
Giovanni Vernacci redige per i Bartolini due estratti-conto di netto ricavo. Come segnalato
più volte, le spedizioni delle casse da Firenze non sono ben documentate, a differenza delle
vendite.
a) Il primo estratto-conto di netto ricavo è datato 1° settembre 1529596:
596
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 62 v., 63 r.
375
375
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
1530
N. 17 Copia d’uno conto d’una cassa di drapi di N. 17 aùto da Giovanni Vernacci.
Apreso vi si darà conto de la fine e spese ochorse e fatte alquanti drapi di seta e d’oro riceuti più
fa per Benci Benci in una cassa N. 17 che n’è alcuni in essere chome a piè sarà nota, e prima:
A dì 5 di settembre 1528, a danari contanti, picchi 12 1/8 di raso rosso d’oro
beneche, opera grosa, ch’è la pezza br. 13 7/8 finiti a uno amicho in bi[se]stano per
aspri 215 picco
aspri 2600
A dì viii di gungno 1529, a Iusefe Charon, cianbelotiere, picchi 23 1/8 di rasi neri
d’oro andari, per aspri 210 el picco, che sono pezze di br. 13 e br. 12 ½ che si sono
fatte più che non erano 3/4 di picco per avantagiarli e picchi 22 ½ di raso isbiadato,
ch’è la pezza di br. 25 ½ per aspri 170 el picco e tutto in magore soma a darci fra xv
giorni ¾ di contanti e resto Iusefe Charon, cianbelotiere, a pagare a la giornata
aspri 8682
A dì xxv di gungno detto, a Usefe Charon, cianbelotiere, picchi 39 5/8 di brochato
rosso d’oro a bastone, ch’è la peza di br. 45 ¼ per aspri 250 el picco per il tenpo di
mesi 4 paghati el dì del tenpo
aspri 9906
A dì xxvi d’aghosto, ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
nelle circhustanze di Sofia, picchi 92 ¼ di velluti d’oro beneche, in pezze 7, vari
colori, per aspri 276 2/5 picco l’uno per l’altro, che sono la pezza di br. 15 ½ rosso,
br. 15 alessandrino, br. 15 ½ nero, br. 14 ¾ rosso, br. 14 ¾ tanè, br. 15 ½ tanè, br. 15
1/8 nero, in tutto picchi 92 ¼, monta
aspri 25498
--------------Monta la fine
aspri 46686
Apresso le spese:
Per chonduttura sino in Andrinopoli d’Ancona paghamo a Benci Benci
aspri 1647 per ispese asengnateci chome pel chonto aùto
Per istalagio e spacio d’Andrinopoli paghamo al magazzino
Per aghualto d’Andrinopoli in Pera
Per trarli di chomercio a più olofagi e chapigi del chomercio e chapigi
di Pera e chamelli sino in casa
Per chomercio di Pera del finito per aspri 46686 a 5 per cento, monta
Per chomercio di Pera di br. 12 ¼ di raso rosso d’oro beneche, fas[s]i
picchi 10 3/4, stimato aspri 195 picco, monta aspri 2096 a 5 per
cento
Per senseria di drapi finiti fuora in 3 partite per aspri 21188 a 2 per
cento
Per messetteria del Signore de’ sudetti drapi finiti per aspri 21188 a uno
per cento
Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per ispese di picchi 92 ¼ di
velluti d’oro beneche finiti alla Porta in Sofia per valuta di aspri
25498, ne dà di spesa ordinaria e straordinaria e viagio 15 per cento,
monta
Per chonsolagio, chotemo e chiesa de’ sudetti drapi a uno per cento di
consolagio Alessandro Sachetti, nostro grillo (sic) a ½ per mille di
chotemo
376
376
aspri 1647
aspri
12
aspri
42
aspri
18
aspri 2334
aspri
105
aspri
424
aspri
212
aspri 3825
aspri
490
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Per chonsolago di picchi x ¾ di raso rosso si truova in essere, stimato
aspri 195 picco, monta aspri 2096, monta el chonsolagio aspri 21,
chotemo aspri uno, in tutto
aspri
22
Per istalagio di Pera a ½ per cento del finito, monta
aspri 233
Per perdita di monete e passi a vi per mille
aspri 280
Per tanti tocha di spese alle 7 veste di veluti d’oro mandati a Sofia per
finire alla Porta per casse e spaccio di Pera aspri 7 ¾
aspri
52
Per nostra provisione a 2 per cento
aspri 934
--------------Somano le spese
aspri 10630
Monta la fine de’ sudetti drappi aspri 46686 e le spese per la fine d’essi e di
picchi x ¾ restaci in essere montano aspri 10630 che, difalchatogli de la fine,
resta el ritratto netto aspri 36056 e di tanti v’abiamo chreditore in chorente per
quando riscosi sarano. Provedete el chonto e stando a dovere di coxì aconciate e
sendo da dire per voi o noi lo dite, che tutto s’aconcierà a dovere. Cristo vi
guardi. Per
--------------aspri 36056
Resta in essere di detta cassa br. 12 ¼ di raso rosso d’oro beneche.
Giovani Vernacci in Pera,
a dì primo di settembre 1529
b) Il secondo estratto-conto di netto ricavo è datato 23 dicembre 1529597:
1530
Chopia d’uno chonto aùto da Giovani Vernacci di Pera.
Apresso vi si dirà chonto della fine e spese ochorse a br. 12 ¼ di raxo rosso d’oro beneche ci restò
della cassa di drapi N. 17, riceuta più fa per Benci Benci, che di tutti gl’altri drappi di ditta cassa vi
se ne dette chonto sino a dì primo di settembre.
A dì xi di dicembre 1529, a danari contantti, picchi xi 5/8 di raxo rosso d’oro
beneche, finiti al Talibi, tutto per aspri 216 el picco
aspri 2295
Apresso spese:
Per senseria di detta vesta a 2 per cento
Per masetteria del Signore a uno per cento
Per perdita di monete a vi per mille
Per istalagio di Pera a ½ per cento
Per nostra provixione a 2 per cento
aspri
46
aspri
23
aspri
14
aspri
11
aspri
46
-------------aspri
140
Monta la fine di dette br. 12 ¼ di raso rosso d’oro beneche aspri 2295 e le spese
montano aspri 140 che, difalchatoli dalle spese, resta el ritratto netto aspri 2155 e di
597
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, 50 v.
377
377
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
tanti v’abiamo chreditore in chorente. Provedete detto chonto e stando a dovere di
choxì l’aconciate; essendo da ddire, per el primo lo dite, volentieri si corigerà. Cristo
vi guardi. Per
[aspri] 2155
Giovanni Vernacci in Pera,
a dì 23 di dicebre 1529
c) Dopo aver copiato l’estratto-conto di netto ricavo ricevuto da Costantinopoli, un
contabile dei Bartolini aggiunge alcune indicazioni utili: il significato del termine vesta,
che praticamente è quello di taglio o pezza, e poi il rapporto tra il braccio fiorentino e il
picco usato a Costantinopoli598:
Ricordo chome Giovanni Vernacci di Pera c’à mandato chonto di una peza di raso rosso d’oro
beneche della chassa di N. 17 e dà chonto de ritratto netto di detta vesta di aspri 2155, che fu br. 12
¼, tornò pichi 11 5/8 per aspri 216 picco, che si valutorno duc. 38.10 d’oro e di tanti è posto debitore
a Libro rosso segnato B, c. 292, e chome si vede detta vesta monta aspri 2511, che se n’à a trarre aspri
140 per le spese, chome si vede per il chonto chopiato in questo, c. 50, che resta e ritratto netto aspri
2371, che sono duc. –.
Doc. 160
A Firenze la compagnia Bartolini è sempre in attesa di notizie da Pera, che spesso
tardano ad arrivare. Il 10 dicembre i Bartolini scrivono a Giovanni Vernacci segnalando il
ritardo o il mancato arrivo delle lettere dal Levante; nello stesso tempo si rallegrano delle
vendite effettuate alla Corte e aggiungono un particolare interessante: a causa della
situazione politica – Firenze è assediata – la produzione di drappi è molto ridotta599:
[10 dicembre 1529]
...
E s’intende chome dite per Pagholo Peruzzi averci mandato e conti di 6 casse di drappi, di che
pensiamo sieno ite male e alsì le lettere. Pertanto vi preghiamo siate chontento alla aùta di questa
levargli e per il primo mandargli, che assai si desiderono e alsì darete conto di tutto quello restassi in
essere, chome per altre vi s’è detto.
E chome per altre vi s’è detto, abiamo aùto piacere intendere chome Tomaso d’Aiolfo à misurato
alla Porta le xiiii veste de’ veluti brochati e alsì la vesta del cianbelotto d’oro tirato, ch’è stata buona
opera. Atendiamo di poi abiate riscossi e danari da detta Porta e per il primo c’arete rimeso buona
somma. Che Iddio di buono mandi e chonducha a porto.
Per al presente qui non ci troviamo drappi di nesuna sorta perché qui ne trovamo chonperatori e
tutti si dettono via e chon difichultà se ne può fare, per avere qui al presente in sulle mura gran ghuerra
e lle botteghe la maggior parte stanno serrate. Pure andiamo faciendo qualche coxa e quando aremo
a ordine vi si manderano.
Quanto alle nostre draperie, per anchora vi restava assai veluti neri, che assai desideriamo la
fine d’essi, perché oremai ci pare abino perduto assai tenpo e chome per altre vi s’è detto, non
598
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 53 r. Il Ricordo
non è datato ma reca un generico riferimento al 1530.
599
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 36 v, 37 r.
378
378
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
trovando da finirli per danari o tempo, gli baraterete a qualche merchanzia che giudiciate che di
qua se ne vengha in su danari chon prestezza.
Doc. 161
Molti mesi dopo la situazione non è cambiata e i Bartolini indirizzano una lunga lettera
al Vernacci nella quale fanno un quadro della situazione. I Bartolini si rallegrano di una
vendita che Vernacci ha già concluso con la Porta e di un’altra, in corso, sempre con la
Porta; infine prendono atto delle sete più richieste in quel momento a Costantinopoli600:
[4 settembre 1530]
...
Per detta vostra dite avere mandato chonto del finito di 6 chasse di drappi, insino a N. 17, di che
vi si dice per anchora non abiamo avuti detti chonti, ben è vero che si vede quello può esere finito per
le partite mandatoci. Niente di mancho desidereremo assai vedere e conti, chassa per chassa, e
achoncarlli a dovere e per insino a questo dì non ss’à di voi alltri chonnti se none in uno, alla chassa
di N. 11, che asai si desidera avere e gli altri benché sichondo dite averlli mandati per 2 persone
sarebbe facill chossa fusino in Anchona.
El chonto della vesta de rasso d’oro se achoncò a dovere ma no ssi risscontra chon esso voi, perché
ci pare in detto chonto abbiate errato aspri 216, che picchi 11 5/8 di rasso a aspri 216 picco monnta
aspri 2511 e voi fate che monti aspri 2295, che essedo chossì lo choregerette per andare d’achordo, e
avisate.
...
Apresso s’intede chome siate per fare grosso bazzarro alla Porta e pensate dar via tutti e nostri
drappi d’oro. Che Idio di buon ma[n]di. E dì per dì atediamo a vostre per intedere quallchossa di
buono, e basta.
Intediamo chome per anchora vi resta e veluti isstietti e no vedete modo da finirlli, che assai ci
maravigliamo, che esendo istati tanto tenpo no vi se n’è madati, si pensava che a questa otta dovesino
avere havuto fine. Niente di mancho bisognia avere pazienza. E chome per allt[r]e vi s’è detto,
desidereremo assai la fine di essi e di ogni alltra chassa e all’avuta di questa non estando finiti vi
piacerà pigliare tannta setta istravai che sia bella e buona o quallche altra merchanzia che vi paia più
a proposito per di qua e di tutto vi si dà libera chomesione e avisate quanto all mandarvi drappi d’oro
e istietti e d’alltre sorte vi si dice, che uno anno fa non abiamo posuto lavorare risspetto le ghuerre e
anche abbiamo aùto a fare quallche altro drappo per alltri paessi, nientte di mancho abiamo in
A[n]chona una chassa di drappi d’oro di tutte sorte, che per la prima charovana vi si manderà, se
Pandollfo Biliotti no gli à finiti lui. Siamo a dì vii detto e di poi s’à una vostra de dì xiii di luglio, per
la quale s’intende chome per insino addì 27 di maggio ci mandaste per Larione Cachi e Antonio
Isspigliatti duc. 1.000 d’oro di pesso uno gruppo segnato di N. 15, e quali per anchora no si sono
ricevuti. Ben è vero intendiamo sono arrivati a Vinezia e sono a ordine di Gherardo Bartolini. Fra 15
dì pe[n]samo averlli e vi se ne farà creditori e daravisi avisso di riceuta.
Apresso s’intede chome avette fato bazarro alla Porta e avette dato via tutti e drapi d’oro ecetto 2
veste di veluti machiatti della chassa di N. 12 e di deta vendita n’abbiamo havuto piacere asai. E le
dua veste machiate, no sendo finite a l’avuta di questa, ne farette parttito choll meterlle in uno fardello
di setta istravai, chome in questa vi ss’è detto, che assai si desidera venire alla fine di questi chonti
vechi, e avisate.
600
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 54 r. e v., 55 r.
379
379
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Intendiamo chome sarebbe a proposito drapi d’oro di tutte sorte e allsì veluti rossi di lacha e
alessandrini. Quando sarà tenpo vi si manderanno.
E chonntti che dite avere ma[n]datti per Larione Cachi per anchora no sono arrivatti per esere
detto Larione i Vinezia. Atendosi fra 6 o 8 dì. Quando s’aranno s’achonceranno e daravissi avisso.
Per questa no diremo alltro.
...
Doc. 162
Continua la vendita delle sete dei Bartolini. Le fonti menzionano due casse numerate 1
e 2, ma la loro partenza da Firenze e il loro contenuto non sono ben documentati. Vernacci
ha curato le vendite e ha compilato due estratti-conto di netto ricavo relativi alla cassa N.
1, contenente velluti e broccati d’oro.
a) Il primo estratto-conto è datato 18 gennaio 1531601:
1531
Copia d’uno conto aùto di Pera da Giovanni Vernacci.
Apresso vi si darà conto della fine e spese ochorse e fatte a una chassa di vostri drappi di seta e
d’oro riceuta più fa per Ridolfo da Richasoli, segnata di vostro segno, N. 1, della quale ne rimane in
essere 3 ischanpoli, che a piè si mostra, e prima la fine:
A dì ii di dicebre 1528, a danari contanti in duc. 58 di peso per aspri 56 l’uno e
resto aspri, picchi xi di veluto tanè d’oro beneche, finiti a Chasin calabi, tutto per
aspri 300 el picco, ch’è della pezza di br. 14 1/3, monta
aspri 3300
Restaci in essere picchi 1 5/8 di detto velluto d’oro beneche
A dì xv di gungno a Iusefe Choin, ebreo, in Ghostantinopoli, picchi 35 ½ di
brochato rosso d’oro a bastone per aspri 250 el picco, a tempo 4 mesi paghati in una
partita, ch’è la pezza di br. 40, monta
aspri 8875
Sino a dì 5 di magio 1529, a danari contanti in duc. 119 di peso aspri 56 l’uno,
picchi 25 ¾ di veluti neri d’oro beneche, finiti a Ghaggi [. . .] per aspri 260 il picco,
e sono le pezze di br. 15 1/3 e br. 14 1/8
aspri 6695
A dì 26 d’aghosto ci dà finito Tommaso d’Aiolfo alla Porta di questo Signore
nelle circhustanzie di Sofia picchi 26 1/8 di veluti d’oro beneche, coè br. 16 rosso e
br. 14 1/8 alessandrino per e detti picchi 26 1/8 per aspri 276 2/5 il picco, che sono
quegli si molorno e ghuastorno nelle circhustanzie di Sofia e per misericordia le prese
detta Porta, monta
aspri 7221
E, a dì vi di novebre, a Rafaello Gnoli picchi 4 ½ di veluto tanè stietto, de la
pezza di br. 21 ½ per aspri 108 il picco, a pagare a nostro piacere
aspri 486
A dì 16 di genaro 1530, a danari contanti, in duc. 17 di peso, per aspri 56 l’uno,
el resto aspri, picchi 9 ½ di detto veluto tanè istietto, finito a uno amicho turco in
Ghostantinopoli per aspri 102 el picco, monta
aspri 969
Resta in essere di detto veluto tanè picchi 4 ¾ buoni
601
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, cc. 108 r. e v.,
109 r.
380
380
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
A dì xxii d’aghosto 1530, a danari contanti in duc. 40 di peso per aspri 56 l’uno
el resto aspri, picchi 22 di velluto verde stietto, ch’è la pezza di br. 33 finito a uno
amicho de l’aventura per l’aspri 107 el picco, monta
Resta in essere di detta pezza di velluto verde picchi 6 13/16
aspri 2354
--------------aspri 29900
A dì 29 di novebre 1530 ci dà finito Francesco Benci alla Porta di questo Signore
in Ghostantinopoli br. 15 3/5 di veluto tanè d’oro beneche per picchi 13 2/5 per aspri
330 el picco, monta
A dì detto, ci dà finito detto Francesco a detta Porta in Ghostantinopoli br. 14 7/8
di raso verde d’oro beneche per picchi 13 e per aspri 238 7/8 picco
Monta la fine
aspri 4422
aspri 3105
--------------aspri 37427
Apresso le spese:
Per conduttura d’Anchona sino in Andrinopoli paghamo a Ridolfo da
Richasoli aspri 1680 in duc. 30 d’oro sultatini, come disse Giovanni
Lotti, al passato nostro grillo (sic), al quale fumo davanti perché
detto Ridolfo ne domandava più per detta conduttura e per non
uscire della parola di detto grillo (sic) si paghò
aspri 1680
Per istalagio e spaccio d’Andrinopoli a Matteo Mannini
aspri
9
Per aghualta d’Andrinopoli in Pera sino in chomercio
aspri
45
Per trarla di chomercio a più olafagi e chapegi del chomercio di Pera e
chamelli, in tutto
aspri
12
Per chomercio di Pera a 5 per cento della sudetta fine
aspri 1871
Per chomercio di Pera di 3 ischanpoli ci rimane essere coè picchi 1 5/8
di velluto d’oro beneche, stimato aspri 335 e picchi 6 13/16 di
veluto verde istietto si stima aspri 630 e picchi 4 ¾ di veluto tanè
istietto aspri 475, che in tutto somano aspri 1440 a 5 per cento,
monta detto chomercio
aspri
72
Per tanti fatti buoni a Tommaso d’Aiolfo per le spese di drappi ci dà
finito alla Porta nelle circhustanze di Sofia, coè picchi 26 1/8 di
veluti d’oro per aspri 7221 a 15 per cento per ispese e viagio, in
tutto, monta
aspri 1083
Per tanti fatti buoni a Francesco Benci per le spese di poi ci fa per li
drapi ci dà finiti picchi 13 2/5 di veluto tanè d’oro beneche e picchi
13 di raso d’oro beneche per aspri 7527 a 12 per cento
aspri 903
Per senseria di drappi finiti fuori di Porta a varie persone per aspri
22679 in 6 partite a 2 per cento
aspri 454
-------------aspri 6129
Per masetteria del Signore de’ sudetti drapi finiti fuori di Porta per aspri
22679 a uno per cento
aspri 227
Per consolagio Alexandro Sachetti, nostro grillo (sic), a uno per cento
di tutta la fine, che sono aspri 37427 e per consolagio di 3 ischanpoli
ci resta in essere si stimono aspri 1000, che tutto soma aspri 38427
a uno per cento
aspri 384
381
381
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Per chotemo e chiesa al chamarlengo del chotemo a ½ per mille del
finito e [i]n essere per aspri 38427
Per istalagio di Pera della sopra detta fine per aspri 37427 a ½ per cento,
monta
Per perdita di monete e passi di barcha a 6 per mille
Per tanti ne tocha di spesa alle dua vesta di veluti d’oro finiti a la Porta
nelle circhustanze di Sofia per cassa e ile[ga]gi e chorde e spacio di
Pera aspri 7 3/7 per ciascuna
Per nostra provisione a 2 per cento della sudetta fine
aspri
19
aspri
aspri
187
224
aspri
15
aspri 748
-------------aspri 7933
Monta la fine de’ sopra detti drapi aspri 37427 e le spese montono aspri 7933 co
lle ochorse ne’ drapi ci resta in essere che, difalchatole dalla fine, resta el ritratto
netto aspri 29494 e di tanti v’abiamo posto chreditori e faciamo buoni quando riscosi
saranno, provedete il conto e, stando a dovere, di così l’aconciate e sendo da dire per
alchuno erore, per voi o per noi, lo dite, che volentieri si coregierà. Cristo vi guardi.
Per
--------------aspri 29494
Nota di 3 ischanpoli ci resta in essere di detta cassa:
picchi 1 5/8 di veluto tanè d’oro beneche
picchi 4 ¾ di veluto tanè stietto
picchi 6 13/16 di veluto verde stietto
Netti di chomercio e consolagio
Giovanni Vernacci in Pera,
addì 18 di gennaio 1530
b) Il secondo estratto-conto di netto ricavo, sempre relativo alla cassa N. 1, è datato 6
maggio 1533602:
Mdxxxiii
Chopia d’uno chonto aùto di Pera da Giovanni Vernacci.
Apresso vi si darà chonto della fine e spese di tre ischanpoli di drappi ci resestò in essere della
chassa de’ drappi di N. 1 ricevemo per Ridolfo da Richasoli, che sino addì 18 di genaio 1530 vi si
dette chonto di detta chassa e ne restò detti 3 schanpoli, che dua n’è finiti e l’altro ci chontiamo a
buono chonto, chome apresso e prima:
Addì 6 di maggio 1533, a danari chontanti, picchi 6 13/16 di velluto verde della
pezza di br. 33 finito a uno amicho in bisestano per aspri secento, ch’era vergato su
la cimosa e percò si dette a tale prezo
aspri 600
Addì detto, a danari chontanti, picchi 4 ¾ di velluto tanè che restò della pezza di
br. 21 ½ finito a uno amicho in bisestano per aspri 450, monta
aspri 450
602
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 154 r.
382
382
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Addì detto, contiamoci a buon chonto e pagamento quando finiremo, picchi uno
e 5/8 di velluto tanè d’oro beneche, male chonditionato, che restò della prima di br.
14 1/3, che lo chontamo aspri dugento
Monta la fine
aspri 200
------------aspri 1250
Apresso spese e prima:
Per senseria de’ sudetti drappi a dua per cento, monta
Per messetteria del Signore a uno per cento, monta
Per istallago di Pera a ½ per cento, monta aspri
Per perdite di mone[te] e di barche a 6 per mille, monta
Per nostra provisione a 2 per cento di detta fine, monta
aspri
25
aspri
13
aspri
6
aspri
7
aspri
25
--------------
Somma le spese
aspri
Monta la fine de’ sudetti drappi aspri mille dugento cinquanta e le spese aspri
settanzei che, difalchatoli della fine, resta e rittratto netto aspri millecento
setantaquatro e di tanti creditori v’abiamo quando tutto rischosso sarà per resto di
tutti e drappi della sudetta chassa di N. 1. Provedete a detto chonto e, stando a dovere,
di chosì l’achonciate e, sendo da dire per alcuno errore per voi o per noi, lo dite e
volentieri si chorreggerà. Che Iddio vi guardi.
76
-------------aspri 1174
Giovanni Vernacci in Pera,
addì vi di maggio 1533
Doc. 163
Giovanni Vernacci ha venduto i velluti e i broccati d’oro contenuti nella cassa N. 2 e il
18 gennaio 1531 spedisce ai Bartolini un estratto-conto di netto ricavo. Compratore unico
è la Porta di Solimano il Magnifico603:
Copia d’uno conto aùto di Pera da Giovanni Vernacci.
Apresso vi si darà conto della fine spese ochorse e fatte a una cassa di vostri drapi di seta e d’oro,
riceuta più fa per Piero Nacci per via di Velona, segnata di vostro segno, N. ii, e prima la fine:
A dì 29 di novenbre 1530 a la Porta di questo Signore in Ghostantinopoli per le mani
di Francesco Benci tutti e drapi di detta cassa come apresso e prima: picchi 73 di velluti
d’oro beneche cholorati in 6 peze, coè br. 13 7/8 di tanè, br. 14 nero, br. 14 ¾ nero, br. 13
¼ nero, br. 13 nero, br. 14 7/8 nero, che tirorno detti picchi 73 per aspri 330 il picco, monta
aspri 24090
A dì detto, a detta Porta, in luogho detto, per mano del detto Benci, br. 13 3/8 di
veluto rosso d’oro beneche, picchi 11 ¾ per aspri 350 el picco, monta
aspri 4112
A dì detto, a detta Porta e luogho detto e mano del Benci, picchi 100 ½ di rasi
d’oro beneche richi, in 5 pezze, coè br. 39 alesandrini, br. 22 ¾ nero, br. 14 5/8 verde,
br. 13 rosso, br. 25 ½ tanè, che tirorno detti picchi 100 ½ per aspri 238 7/8 el picco,
in magior soma, monta
aspri 24007
603
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 107 r. e v.
383
383
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
A dì detto, a detta Porta e luogho detto e mano di Francesco Benci, picchi 27 7/8
di brochato rosso d’oro a bastone, ch’è la pezza di br. 31 1/8, tirò detti picchi 27 7/8
per aspri 350 el picco, in magior soma
A dì detto, a detta Porta e luogho detto e mano del detto, picchi 43 di brochati
alessandrini e verdi in ii pezze: br. 33 1/2 alessandrino e br. 15 ¼ verde, tirorno detti
picchi 43 per aspri 330 picco, monta
Monta la fine de’ drapi della cassa N. 2, come di là
aspri 9756
aspri 14190
--------------aspri 76155
aspri 76155
Apresso le spese e prima:
Per conduttura di detta cassa d’Anchona sino in Pera per via di Velona,
paghamo a Piero Chanacci aspri 1550, che tanti n’asengnò di spese
come per il conto aùto da lui
Per trarli di chomercio a più olafaggi e chapigi di Pera
Per chomercio di Pera a 5 per cento de la sudetta fine
Per tanti fatti buoni a Francesco Benci per le spese ordinarie e straordinarie
di tutti e sopra detti drapi finiti alla Porta per aspri 76155 a 12 per cento
Per consolagio Alessandro Sacchetti, nostro grillo (sic), a uno per cento
Per chotemo e chiesa al kamarlengo del chotemo a ½ per mille
Per istalagio di Pera a ½ per cento
Per perdita di moneta e passi di barcha a 6 per mille
Per nostra provisione a 2 per cento della fine
aspri 1550
aspri
16
aspri 3807
aspri 9138
aspri 761
aspri
38
aspri 380
aspri 457
aspri 1522
--------------aspri 17669
Monta la fine de’ sopra detti drapi aspri 76155 e le spese montano aspri 17669
che, difalchatoli della fine, resta el ritratto netto aspri 58486 e di tanti v’abiamo posto
chreditore e faciamo buoni quando riscosi saranno. Provedetelo il conto e, stando a
dovere di così l’acconciate e sendo da dire per alcuno per voi o per noi, lo dite e
volentieri si choregierà. Cristo vi guardi. Per
---------------aspri 58486
Giovanni Vernacci in Pera,
a dì 18 di genaio 1530
Doc. 164
I Bartolini prendono atto delle vendite effettuate alla Corte e scrivono a Giovanni
Vernacci per rallegrarsi del risultato; accennano a una somma di denaro (ben 1000 ducati)
portata da Ilarione Ciacchi a Firenze e sollecitano la vendita delle ultime pezze604:
[27 gennaio 1531]
...
E s’è inteso de’ drappi finiti di nostro alla Porta per mano di Francesco Benci e chome sino a quel
604
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 94 v.
384
384
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
dì n’avevi riscosso e 3/5 de’ danari; fra uno mese aspettavi el restante. Atendesi di poi gl’abiate aùti
e che ci abiate mandato tutto quello arete di riscosso e n’arete dato aviso.
E s’intende chome a Raugia era arivato la charovana e s’atende d’ore in ora sia arivata in Anchona
e si farà d’avere tutto quello ci arete mandato, che n’arete dato aviso.
Aconciamo li duc. mille mandatici per Larione Ciaci, quali chonsegniò per noi al Giacomino, né
altro fa dirne. E s’è inteso chome costì nonn è rimasto drappi d’oro di nesuna sorte e che solo di nostro
vi restava qualche iscanpoltetto e ii pezze di rasi d’oro beneche machiati, che a questa ora s’atende
abiate dato fine a tutto, il che non sendo, alla aùta di questa vi piacerà dare fine a ongni resto vi
trovassi di nostro. E quando non trovassi a danari, vedete di piglare qualche merchanzia al propoxito
per qua e subito mandate in Anchona e ci date conto della fine d’ongni restante di nostri drappi, che
assai desideriamo saldare tali conti vechi.
...
Doc. 165
La compagnia Bartolini, battilori, ha deciso nel 1531 di spedire una partita di velluti e
broccati d’oro a Costantinopoli appoggiandosi a Lorenzo Barducci, in procinto di recarsi a
Pera. Ad Ancona Barducci si imbarcherà alla volta di Ragusa o Castelnuovo, per poi
proseguire sino a Costantinopoli. La merce è destinata al solito Giovanni Vernacci.
L’operazione presenta alcuni aspetti particolari: a Firenze Barducci riceve dai Bartolini
tutte le istruzioni del caso ma non la cassa con i drappi, che gli sarà consegnata solo ad
Ancona, dalle mani di Pandolfo Biliotti.
a) In un libro contabile dei Bartolini un dipendente ha copiato il ricordo della commissione
affidata a Lorenzo Barducci, il quale avrebbe avuto piena libertà di azione in caso di assenza
o di morte di Vernacci605:
Addì xxvxi (sic) di febraio [1531]606
Ricordo a voi, Lorenzo di Giovanni Barducci, come noi Gherardo Bartolini e compagni, battilori,
vi diamo commesione questo dì sopra detto d’una cassa di nostri drapi d’oro istietti, segnata de
l’avanti segno, N. 1, la quale vi sarà consengnata per nostro conto in Anchona da Pandolfo Biliotti e
compagni, francha d’ongni spesa, che voi la charichiate in sul primo e più sichuro pasagio raugeo o
altro che partirà del porto d’Anchona per andare alla volta di Rauga o di Chastelnuovo cholla persona
vostra propia, che Idio per tutto salvo vi chonducha e dal padrone d’esso pasagio vi farete dare dopia
poliza di charichamento e a noi la manderete per salvo modo. E di detta chassa per il chammino
d’Anchona insino in Pera pagherete tutti e noli e dazi e altre spese apartenente a detta chassa, da
huomo dabene, e di così vi diamo chonmesione. E in questo caso quando n’entervenissi danno
alchuno, tutto s’intende esere e sia sopra di voi.
E chon più diligenza saprete e potrete la chondurete in Pera e, arivato che sarete con detta cassa,
che Idio salvo vi conducha, subito la chonsegnerete a Giovanni Vernacci per seghuire nostro ordine
e chosì vi chometiamo e dal detto Giovanni Vernacci vi farete paghare tutte le spese fatte per detta
chassa, da huomo dabene, e non altrimenti ve ne varete, e tutto rimetiamo in detto Giovanni Vernacci.
E se per chaso alchuno – che Idio ghuardi – detto Giovanni Vernacci fussi morto o che lui fusi di
ritorno di qua, in simile caso vi diamo libera chonmesione di finire detti drappi d’oro e stietti per
605
606
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 98 v.
Il contabile ha scritto xxvxi ma, trattandosi di febbraio, una lettura corretta può essere xxvi o xxvii.
385
385
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
danari contanti con più profitto sia possibile. E di chosì vi diamo commesione e soprattutto vi si
ricorda usare tutta quella diligenzia sia possibile e per oservarsi607.
b) Il mese successivo i Bartolini scrivono a Giovanni Vernacci per ricordargli le vendite
ancora in corso con la Porta e per informarlo della spedizione della cassa, contenente fra
l’altro anche la fattura608:
[15 marzo 1531]
...
Atendesi che abiate di poi misurato alla Porta tutti o parte de’ nostri veluti neri e l’arete detto, che
s’atende ci abiate dato conto delle casse di N. 1 e 2 e, non ’sendo, fatelo.
Alla aùta di questa, non avendo dato fine alle dua peze di drapi machiati vi restava, vedete di dare
loro fine a danari o in baratto, chome meglio potete, che desideriamo saldarne il chonto e ne piglerete
quelle merchanzie che giudicherete sie a propoxito per qua e subito mandate in Anchona e di tutto ci
date aviso.
...
E s’è mandato in Anchona a’ Biliotti una cassa di drappi segnata di nostro segno, N. 1, e hordinato
sia consegnata a Lorenzo Barducci, che viene costà. A ssuo arrivo farete d’averlla e prochurerete per
la fine di detti drappi con più vantagio possibile, che sono tutti belisimi drappi, che nella cassa
troverete la fattura e a detto Lorenzo Barducci pagherete tutte le spese d’Anchona sino in Pera e
vedrete abiamo nostro dovere, che in Anchona se gli è fatta consegna francha di spesa.
...
c) La fattura originale è andata perduta ma il 21 marzo 1531 i Bartolini hanno copiato in
un loro libro l’elenco delle sete imballate nella cassa: 15 drappi di altissima qualità, la stessa
di quelli precedentemente forniti alla corte di Solimano (Doc. 163). Questo elenco,
denominato impropriamente fattura, non è stato redatto a Firenze ma in un altro luogo,
quasi certamente ad Ancona, forse da Pandolfo Biliotti, per ordine de’ Bartolini, battilori
e compagni di Firenze. La cassa è stata chiusa (ad Ancona?) e consegnata a Lorenzo
Barducci solo dopo l’arrivo dei drappi, 15 dei quali giungono via Bologna e 5 direttamente
da Firenze609:
[21 marzo 1531]
Copia d’una fattura d’una cassa di drapi mandata in Pera a Giovanni Vernacci per mano di
Pandolfo Biliotti e compagni, d’Ancona.
Fattura d’una cassa di drappi consegnata qui a Lorenzo Barducci per ordine de’ Bartolini, battilori
e compagni di Firenze, segnata de’ l’avanti segno, N. 1, questo dì xxi di marzo 1530. Idio per tutto
gli salvi.
E prima e drappi riceuti da Bologna da Niccolò Villanuova:
br. 31 1/3 di brochato alexandrino a bastone
br. 22 2/3 di brochato verde a bastone
br. 14 1/8 di veluto nero d’oro beneche
br. 12 di veluto tanè d’oro beneche
607
Segue la sottoscrizione di Lorenzo di Giovanni Barducci.
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 103 r.
609
Archivio Bartolini, 243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori, c. 105 v.
608
386
386
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 24 2/5 di raso rosso d’oro beneche
br. 24 1/3 di raso nero d’oro beneche
br. 25 ½ di raso rosso d’oro beneche
br. 12 ¼ di raso rosso a poste d’oro
br. 14 1/8 di raso alexandrino d’oro beneche
br. 12 ¼ di raso d’oro beneche
Posto in Giornale, c. 96, duc. 579 d’oro
Apresso e drappi aùti da Firenze da detti e prima:
br. 13 2/3 d’altebasso rosso
br. 15 1/6 d’altebasso simile
br. 15 1/8 d’altebasso alexandrino
br. 12 7/8 d’altebasso rosso
br. 14 ¼ di veluto verde brochato
Doc. 166
Dopo aver esaminato le esportazioni di drappi in Levante della compagnia Bartolini
(Docc. 150-165), conviene dimenticare l’ordine cronologico generalmente seguito e
richiamare alcuni passi contenuti in un successivo copialettere dei Bartolini. L’interesse
della compagnia nei confronti del mercato orientale si è fortemente ridotto; negli anni 15301540 molte operazioni rimangono ancora in sospeso e i Bartolini sono sempre in contatto
con Giovanni Vernacci, il loro corrispondente a Pera.
a) In una lettera datata 14 ottobre 1536 i Bartolini si lamentano dei ritardi nei pagamenti e
affermano che il mercato ottomano è ormai pocho buono610:
[14 ottobre 1536]
...
In però io ho senpre visto tutto quello che [. . .] il battiloro v’à scritto e quello che voi havete
risposto, e certamente cotesto paese è diventato per noi altri pocho buono, ché sapete quanto tenpo è
che havete li nostri drappi e anchora non ne possiamo vedere la fine, che horamai ne farano pocho
bene.
...
b) Nell’agosto del 1537 i Bartolini sollecitano di nuovo Vernacci a concludere operazioni
che sono in sospeso da almeno sei anni611:
[8 agosto 1537]
...
Pure ò sollecitato detto Charletti più volte a scrivere che fussi contento fare una fine delle robe vi
trovate a trovare di nostro perché, come sapete, sono già passati 6 anni che non ve mandamo coxa
alchuna et nondimeno troviamo vi resta di nostro, fra debitori e robe, buona partita, né veggiamo
modo con il nostro scrivere di rinborsare di choxa alchuna.
...
610
611
Archivio Bartolini, 250, Copialettere di Gherardo Bartolini, c. 242 v.
Archivio Bartolini, 250, Copialettere di Gherardo Bartolini, c. 291 v.
387
387
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
c) Si arriva al 1541 e la situazione non si sblocca. Gherardo Bartolini in persona sollecita
Vernacci a inviare quanto prima i conti relativi alle vendite delle sete612:
[24 dicembre 1541]
Charissimo mio Giovanni, se bene io non vi ho scritto molto in particulare, è stato perché ho lasciato
la cura a quelli del battiloro, nondimeno ho senpre ricordato che vi scrivino che vogliate mandarci nota
distinta et ongni conto che restasse delli nostri drappi et da voi s’è haùto più lettere, senpre diciendo che
per la prima carovana li manderesti. Sono passati li anni nonché e mesi et oggi per una vostra de 19
d’ottobre intendiamo che non havevi fatto cosa alcuna de’ nostri drappi et che non havevi potuto dare li
conti allegando cierte scuse. In verità, a parlarvi da amicho, come senpre vi ho tenuto, questo modo non
è stato, né è, ragionevole che d’una cosa sì vechia e tanto adomandata non la habiate mandata tanta in la
lungha et che senpre diate scuse che non sono né ragionevole, né capacie. Io vi parlo a sicurtà et perché
ho per più conti bisognio, anzi necessità, havere tutti e conti almeno per saldar con chi ha actione, vi
pregho e stringho quanto posso a darmi nota et conto di tutto et che sia bene distinto cassa per cassa,
acciò che si possa saldar con ciascuno et se non lo volessi far, per altro vi pregho a farlo per la amicitia
nostra et perché so che voi non mancherete, non userò altre parole, pregandovi che possendo dar fine a
essi drappi lo facciate, come per altre vi s’è dato comessione.
d) Da Costantinopoli non arriva alcuna risposta e Gherardo Bartolini, irritato, ordina a
Vernacci di consegnare i drappi a Ilarione Ciacchi, altro suo corrispondente a Pera613:
[1° febbraio 1542]
Siamo al primo di febraio et vostra non si ha di poi et el di sopra è copia dell’altra scrittavi, che
el medeximo vi s’afferma et di nuovo torniamo a pregarvi vi piaccia mandare quei conti, perché ne
habiamo necessità et dappoi che vediamo che li drappi che vi restono non possono haver fine, siamo
risoluti che li consegniate per noi costì a Larione Cachi, pigliando da llui quitanza come egli gli ha
riceuti da voi per nostro conto et di questo vi pregho a non mancare, perché come havete inteso
habbiamo haùto grande sinistro et havendo di poi assettato le cose nostre, c’è forza valere d’ongni
cosa et pertanto vedete di exequire la comessione nostra di consegnare tutto che di nostro vi resta,
così in robe come in debitori, a detto Larione Chachi, saldando el nostro conto et mandandocene le
partite et vi pregho a non manchare. E per la presente non vi dico altro.
e) Lo stesso giorno Gherardo Bartolini informa Ilarione Ciacchi della decisione presa e lo
avverte che Giovanni Vernacci gli consegnerà presto le sete614:
[1° febbraio 1542]
Carissimo Larione, al paxato non m’è accaduto scrivere et la presente è perché, confidando in voi
per la relatione che mi ha fatto el nostro Giovanni da fFilicaia, vi mando inclusa in questa una lettera
che io scrivo a Giovanni Vernacci di costì, per la quale vedrete che gli hordino che tutte le robe che
di mio si truova, che sono drappi d’oro et di seta mandatogli molti et molti anni sono, ve li consegni
perché come a llui dicho io non so quello habbia in mano a punto. Et però desideravo da llui, come
io gli scrivo, haver nota distinta di tutte le robe et debitori che si truova di mio et certamente m’è
612
Archivio Bartolini, 255, Copialettere di Gherardo Bartolini, c. 55 r. e v.
Archivio Bartolini, 255, Copialettere di Gherardo Bartolini, c. 84 v.
614
Archivio Bartolini, 255, Copialettere di Gherardo Bartolini, cc. 84 v., 85 r.
613
388
388
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
parso strano in tanto tempo non poterlo haver et maxime che ongni dì ne sono stimolato da che ci ha
interesso et perchè io penso che e procieda da troppe facciende che lui habbia, mi sono resoluto a dare
questa brigha a voi et pregarvi che, riceute dette robe, vi piaccia usare ongni diligentia di farne fine
et se e non si può a danari o tempo, fatene almeno qualche baratto con robe che si possino finire dalle
bande di qua, vantaggiando quanto a voi fia possibile et perché confidiamo assai nella suffitientia et
bontà vostra, ve ne diamo ampla et libera comessione che ne facciate come di cosa propria et sopra
tutto vi pregho che Giovanni Vernacci saldi el conto mio in modo che, consegniato le robe et debitori
a voi, el conto fra lui et noi resti pari.
Et perchè io non vorrei che per el sinistro occorsomi, come havete inteso, Giovanni faciessi
difficultà al consegniarvi per mio nome le robe et debitori, ho fatto scrivere una lettera che fia in
questa, da Giovanni di Domenico Vernacci, suo parente e uno de’ procuratori de’ mia creditori, per
la quale gli hordina che segua delle cosa mia tutto lo hordine che io gli darò et vedete presentargliene
et essequire quanto di sopra. E pare che egli habbia di mio uno debitore, messer Luigi Griti, et non so
che altro: vedete se potete fare opera alcuna che io sia satisfatto, se non in tutto almeno in parte, et in
più che sia possibile et non vi fia grave darmi risposta del seguito et più presto che voi potete.
f) La decisione di Gherardo Bartolini ha provocato lo scontento di Giovanni Vernacci che,
adducendo pretesti opinabili, non ha consegnato le sete a Ciacchi. I Bartolini ribadiscono
la decisione presa e invitano Vernacci a eseguire l’ordine615:
[17 febbraio 1543]
Carissimo Giovanni, per altre nostre vi si scrisse più fa sotto nome del nostro Gherardo Bartolini
che vi piacessi consegniare tutte le robe et debitori che di nostro vi trovassi a Larione Ciachi, al quale
pare che faciessi alcuna dificultà per non vi s’essere scritto i nostro nome ma i nome di detto Gherardo
et benché voi poi risolvessi tal dificultà, vi si dice nondimeno che dette robe sarebano state benissimo
consegniate secondo l’ordine di detto Gherardo, perché in verità a llui attenevano et attenghano. Et
anchora lui è maestro principale di questo nostro trafficho et dispone come prima. Ma ci pare che
maggiore dificultà nascha dallo avere voluto voi consegniare robe che non sono né furno mai nostre
et ectiam di molto male condictionate et in verità ci pare strano che ci trattiate per questo verso,
parendoci che la anticha amicitia nostra non meriti tal riconpensa et però sarete contento consegniarci
quello che giustamente è nostro et quello che non è in essere è conveniente che ce ne diate il ritrato.
Et però vi piacerà consegniare tutte le robe nostre ectiam tutti li debitori et quello che vi avanzassi di
rischosso al sopra detto Laurione Ciachi, pigliandone da llui duplichata quitanza. Et vi preghiamo,
per non havere a venire in altre dispute con voi, che siate contento sanza altra replicha seghuire quanto
vi si è detto et del seghuito avisate.
Doc. 167
A Costantinopoli Guglielmo da Sommaia e Vieri di Vieri sono i corrispondenti anche
della compagnia di Lorenzo e Filippo Strozzi, battilori. A una data imprecisata gli Strozzi
avevano inviato loro alcuni drappi per la vendita. Guglielmo da Sommaia e Vieri di Vieri
li hanno venduti e il 30 gennaio 1531 spediscono a Firenze un estratto-conto di netto ricavo,
che gli Strozzi copiano in un libro contabile616:
615
Archivio Bartolini, 255, Copialettere di Gherardo Bartolini, cc. 247 v., 248 r.
ASF, Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori, c. 251 v.
616
389
389
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Addì xvii d’aprile Mdxxxi
Chopia d’un chonto aùto questo detto dì da Ghuglelmo da Sommaia e Vieri di Vieri di Pera.
Aprexo chonto a voi, Lorenzo e Filippo Strozzi e compagni, battilori, per noi, Ghuglelmo da Sonmaia
e Vieri di Vieri di Pera, della fine e spese fatte a pezze ii di rasi d’oro a andarii, riceuti in 2 chasse indiritteci
Antonio e Girolamo da Sommaia e compagni di Firenze e aùte per uno draghomanno e prima:
A messer Gorgio Charese, ghrecho, a dì 20 di novembre 1530, questi drappi a ppiè, aùti per
pagharci fra 2 mesi, sensale Batista Albori di Pera:
una pezza di raso d’oro di br. 36 1/4, fu picchi 31 3/8, a pagamento picchi 31. 5
una pezza simile di br. 34 2/3, fu picchi 30 1/8, a pagamento pichi 30
Tutto picchi lx ¼ per aspri 230 piccho, coè picchi 60 ¼ a paghamento per aspri
230 picho, aspri 13857
aspri 13857
Apresso spese e prima:
Per chonductura paghati a um draghomanno di Rauga per 2 chasse di
più drappi si paghò aspri 4150 sino qui a noi
Per senseria e mesetteria ii per cento di senseria e 2 di mesetteria
Per chomerchio di Pera a 5 per cento
Per chonsolato uno per cento e 1/ii per mille di chotimo, tutto
Per istallaggo di Pera a ½ per cento
Per perdita di monete a 6 per mille
Per nostra provisione a 2 per cento del finito
Somono le spese
aspri 355
aspri 415
aspri 693
aspri 146
aspri
69
aspri
83
aspri 277
--------------aspri 2038
Resta el ritratto netto, chome si vede, aspri 11819 e di tanti v’abiamo chreditori.
Stando a dovere, chome noi, l’achonciate e, sendo erro o da dire per nexuno lo dite e
si chorreggerà e tutto è rischoxo. Dio vi guardi. Somma
aspri 2038
--------------aspri 11819
aspri 11819
A 56 aspri per ducato, 11819
Sono duc. 211 d’oro in circha
Ghuglelmo da Sonmaia e
Vieri di Vieri in Pera,
addì 30 di gennaio 1530
Doc. 168
Dopo le spedizioni del 1525 (Doc. 138) e del 1529-30 (Doc. 149), la compagnia di
Giuliano Capponi, battilori, continua ad esportare drappi in Levante.
a) Nel 1530-32 ha spedito numerosi rasi ad Antonio Gerini, che a Costantinopoli curerà le
vendite617:
617
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, cc. 78 s., 111 s.
390
390
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[1530]
Drappi di nostro chonto in Levante in mano d’Antonio Gerini deono dare,
addì 17 di dicembre, f. 47.12.3 d’oro larghi, per tanti ce li chonsegnia per
debitore la ragione vecchia di questo libro, da c. 32, e sono per braccia 27 1/5
di rasi d’oro in 2 tagli mandati al detto Antonio a finire per nostro chonto, in
questo, a c. 65
E, addì 21 di giugnio 1531, f. dugentonovantotto s. ii d’oro sono per br. 123
7/8 di rasi bianchi in 9 veste di più cholori mandati a finire per noi per le mani
di Giovanni Gerini, chome apare al Giornale, 53, e si ragionano a duc. 2 2/5
d’oro el braccio, in questo, 78
E, addì xiii di luglio, f. otanzette s. vii d. vi d’oro sono per br. 27 ½ di rasi
d’oro filati chon opera della chorda e morescha, rossi, mandati a finire per noi
per le mani di Giovanni Gerini, chom’apare al Giornale, a c. 61, e si ragionano
a f. 3 ¼ d’oro il braccio, in questo, 78
E, addì xxvii detto, f. 282.17.7 d’oro sono per br. 54 7/8 di rasi d’oro filato,
chon diversse opere, br. 30 ¼ d’altebassi brochati d’oro filato, uno roso e uno
nero, mandati a finire per noi per le mani di Giovanni Gerini, chom’apare al
Giornale, a c. 63, in questo, 78618
E, addì xxv di setebre, f. 108.–.1 d’oro sono per br. 42 1/8 di rasi benechi
richi e poveri d’oro filato chon diverse opere, mandati a finire per nostro chonto,
per le mani di Giovanni Gerini, chom’apare al Giornale, a c. 68, in questo, 78
E, addì xxi d’ottobre, f. 166.16.5 d’oro sono per br. 67 1/6 di rasi benechi
richi e poveri d’oro filato chon diverse opere, mandati a finire per nostro chonto
per le mani di Giovanni Gerini, chom’apare al Giornale, a c. 71, in questo, 112
E, addì iiii di dicembre, f. 78.1.10 d’oro sono per br. 27 1/8 di rasi benechi,
uno chon opera della chorda e l’altro a poste d’oro filato, mandatoli a finire per
nostro chonto, chom’apare al Giornale, a c. 75, in questo, a c. 117
E, addì x di gennaio, f. 73.12.– d’oro sono per valuta di br. 16 d’altebasso
roso brochato d’oro filato, mandato a finire chome di sopra, chom’apare al
Giornale, a c. 78, in questo, 117
f.
47 s. 12 d. 3
f. 298 s. 2 d. –
f.
87 s. 7 d. 6
f. 282 s. 17 d. 7
f. 108 s. – d. 1
f. 166 s. 16 d. 5
f.
78 s. 1 d. 10
f. 73 s. 12 d. –
---------------------f. 1142.
9.
8
b) A Costantinopoli non solo Antonio Gerini ma anche Guglielmo da Sommaia e Leonardo
Girolami hanno curato le vendite, che nel mastro hanno lasciato testimonianze molto
sintetiche, sulle quali non merita indugiare. Sono intanto trascorsi alcuni anni e solo nel
mese di ottobre 1541 la compagnia Capponi è in grado di determinare il risultato di
esercizio, che è positivo619:
[1533]
Drappi di nostro chonto in Levante in mano d’Antonio Gerini deono dare . . .
...
E, addì xii d’ottobre [1541], per tanti fatone creditore Avanzi, in questo, c. 104
f. 339 s. 10 d. 8
618
Il conto prosegue a c. 111 s.
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 14 s.
619
391
391
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 169
La compagnia di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli, setaioli a Firenze, ha stipulato con
Tommaso Scarlatti, suo corrispondente a Costantinopoli, un’associazione per esportare
drappi in Levante, nella quale ognuno partecipa per il 50%.
a) Nel conto che segue sono registrate le sete che costituiscono la quota della compagnia
Capponi-Biffoli620:
Mdxxxi
Drappi di nostro chonto in Levante in mano di Tomaxo Scharlatti, deono
dare, addì 20 d’ottobre, f. 144.7.4 d’oro di moneta per la nostra 1/2 di f. 288.14.7
d’oro, factone creditore drappi lavorati in botegha per la ½ di br. 70 ½ di rasi
rossi di chermisi a f. 1 ½ di grossi el braccio in 2 tagli e braccia 43 9/20
d’altebassi d’oro in 3 tagli consegniati a Giovanni e Vittorio Landi e compagni
per mandare in Levante al detto Tomaxo a finire per noi e di detta nostra ½ detti
Landi ci promettono che n’aremo buon chonto, chome apare al Giornale, c. 26,
in questo, 70
E, addì detto, f. 56.19.3 d’oro per la nostra ½ di f. 113.18.6 d’oro, factone
creditore drappi lavorati per la nostra ½ di braccia 81 3/8 di rasi benechi d’oro
in 6 tagli consegniati a’ sopra detti per mandare in Levante al detto Tomaxo a
finire chome di sopra e chome apare al Giornale, c. 27, in questo, 70
E, addì 27 di novembre, lb. 22.18.– piccioli, sono per più spese facte a’
sopra detti drappi, al Quaderno di chassa, c. 172, a Uscita, c. 47, in questo, 88
E, addì xiii di luglio [1532], f. ottanzette d’oro sono per valuta di braccia 28
¼ a paghamento braccia 29 di raso brochato verde per f. 3 d’oro el braccio,
mandato loro insino addì 11 in una balla di panni de’ loro di qui, per finire per
nostro chonto chome apare al Giornale, c. 48, in questo, 112
E, addì detto, f. 204 d’oro, sono per valuta di braccia 25 ½ a paghamento di
velluto rosso di chermisi con opera e fondo d’oro tirato, mandato al detto
Tomaxo a finire per nostro chonto e si ragiona a duc. 8 d’oro el braccio e con
chondizione che volendolo per il pregio, la ½ sia per suo chonto, chome si dice
al Giornale, c. 48, el quale drappo si fè tornare da Napoli, in questo, drappi a
Napoli, avere, 100
E, addì iii d’aghosto, f. 273.16.5 d’oro, factone creditore drappi lavorati in
somma di f. 547.12.10 e sono per la nostra ½ di pezze 4 d’altebassi d’oro di
braccia 63 ¼ e braccia 52 ½ di teletta gialla e di braccia 51 di raso chermisi,
mandati a Tomaxo Scharlatti a finire per noi, chome apare al Giornale, c. 50, in
questo, 112
E, addì 14 di dicembre, f. 8.5 d’oro fattone creditore spese di merchatantie
per la ghabella e spaccio de’ sopra detti drappi, in questo,
620
f. 144 s. 7 d. 4
f.
56 s. 19 d. 3
f.
3 s. 5 d. 5
f.
87 s. –.
–
f. 204 s. –.
–
f. 273 s. 16 d. 5
f.
8 s. 5.
–
---------------------777. 13. 5
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli
e compagni, setaioli, c. 86 s.; per una tabella riepilogativa delle merci importate ed esportate da questa
compagnia si veda A. Orlandi, Oro e monete da Costantinopoli a Firenze, cit., p. 1003.
392
392
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
b) A Costantinopoli Tommaso Scarlatti ha venduto le sete e informa i Capponi–Biffoli, i
quali prendono nota delle vendite621:
Drappi di chontro deono avere, addì xii di novembre 1535, f. 645.10.9 di
moneta sono per valuta di aspri 33568 ci fa buoni Tomaxo Scharlatti di Pera
per ritratto netto e per quando rischossi saranno di più drappi a chomune finiti
e datone chonto socto dì 7 di gugnio paxato, chome apare al Giornale, c. 133 e
c. 134, in questo, dare, 121
E, addì detto, f. 307.11.6 di moneta sono per valuta di aspri 15994 ci fa
buoni Tomaxo Scharlatti per ritratto netto e per quando rischossi saranno d’una
pezza di velluto chermisi d’oro tirato e una pezza di raso benechi, chome apare
per il chonto aùto da llui socto dì 8 di gugnio paxato, chopiato al Giornale, c.
134, in questo, dare, c. 121
f. 645 s. 10 d. 9
f. 307 s. 11 d. 6
---------------------f. 953.
2. 3
c) L’operazione è ormai conclusa e i Capponi-Biffoli possono calcolare il risultato finale,
che è positivo622:
Drappi di nostro chonto in Levante in mano di Tomaxo Scharlatti, deono
dare . . .
...
E deono dare, addì 12 di novembre [1535], f. 175.8.10 s’avanza a questo
chonto, in questo, avere, 242
f. 175 s. 8 d. 10
Doc. 170
Dopo l’esperienza del 1529 (Doc. 146), Bernardo de’ Bardi nella primavera del 1532 si
appresta a lasciare di nuovo Firenze per raggiungere Costantinopoli, via Ancona e Ragusa.
Numerosi mercanti, amici e conoscenti approfittano dell’occasione per spedire le loro merci
nella capitale ottomana.
La compagnia Eredi di Giovanni Lotti affida a Bernardo de’ Bardi una cassa di drappi
destinata a Francesco Benci. È previsto che Bernardo si imbarchi ad Ancona per Ragusa e
poi prosegua per Costantinopoli via Adrianopoli. In un libro contabile Bernardo ha copiato
il ricordo della commissione623:
Chopia di uno richordo aùto da rede di Giovanni Loti sino a dì 24 d’aprile 1532 di una chas[s]a
di drapi e prima:
Richordo e chomisione di (sic) dà a te Bernardo di Bindo de’ Bardi per no[i] rede di Giovanni
Loti e compagni in questa tua gita di Levante e prima:
E ti s’è chonsegniato questo dì 24 d’aprile una chas[s]eta entrovi più nostri drapi, la quale è
segniata davanti nostro segno di N. 4, la quale ti s’è consegniata ispaciata di tute le spese insino
621
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli
e compagni, setaioli, c. 86 d.
622
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli
e compagni, setaioli, c. 86 s.
623
ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 74 s.
393
393
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
chondota in A[n]chona, la quale, gunto sarai in A[n]chona, la charicherai in sul navile andrai tu chon
l’altre tue robe per chondurti a Raugia o a Chastello Nuovo e gunto sarai in uno de’ detti luogi la
meterai a chamino per Pera cho l’altre tue robe e cholla persona tua per chondurti in Andrinopoli e,
gunto sarai in Andrinopoli, chonsegnierai a Francesco di Nicholò Bencci o a chi da lui ti sarà ordinato
per seguire nostro ordine e di tutto quello ispenderai per chondure detta chas[s]eta da detto Francesco
te ne varai, che chosì se gli è ordinato e da llui piglia riceuta, richordandoti che tu pag[h]i tuti e
chomerchi e pasi ordinari, che di tale chosa non vogliamo chorere ristio nesuno, a[n]zi vogliamo che
tuto vadi sopra di te e alsì che tu abia avertenzia al pasare le fiumare e a tute l’altre chose d’anpedire
simile merchanzia, benché per esere tu persona praticha e diligente, sapiano non bisognia
richordartelo. E altro non c’ochore dirti se none che tutto il di sopra ài a seguire insino a tanto che da
noi altro non ti sarà ordinato. Che Idio te e le robe per tutto salvo chonducha, e per fede dell’oservanzia
ti soschriverai qui a piè di tua propia mano obrigandoti a quanto di sopra e alsì d’avere riceuto detto
richordo.
Èraci ischordato dirti che in chaso che Francesco Bencci fusi morto, che Idio guardi, overo se ne
fusi venuto di qua, che in tale chaso tu chonsegni deta chas[s]a a Guglielmo da Somaia e Vieri di
Vieri e compagni per seguire chome di sopra.
Doc. 171
Bernardo de’ Bardi, in partenza per Costantinopoli, riceve da un’altra compagnia – l’ormai
famosa azienda di Gherardo Bartolini (Docc. 150-166) – una seconda cassa di drappi destinata
sempre a Giovanni Vernacci.
a) In un suo libro contabile Bernardo de’ Bardi ha copiato il ricordo di questa seconda
commissione624:
Chopia di uno richordo di Gerardo Bartolini e compagni batilori e prima:
Iesus, a dì 30 d’aprile 1532
Ricordo a voi, Bernardo de’ Bardi, chome noi, Gherardo Bartolini e compagni, batilori, vi diamo
chomisione questo dì sopra deto che di una chas[s]a di nostri drapi d’oro segnata dello avanti nostro
segno, N. 1, che questo dì vi s’è consegniata in dogana di Firenze francha d’ogni ispese per chondurre
in Pera, la quale charicherete in sul primo e più sichuro pasagio che partirà del porto d’Anchona cho
lla persona vostra per Pera, che Idio per tuto salvo vi chonducha. E dal padrone d’eso pasagio vi farete
fare dopia polizia di charichamento e a noi la manderete per salvo modo e deta chas[s]a per il chamino
d’Anchona insino in Pera pagerete tuti e noli e dazi e altre ispese apartenente a deta chas[s]a, da uomo
dabene, e di chosì vi diamo chomisione. E in questo chaso, quando n’entervenise dano alchuno, tuto
s’intende esere e sia sopra di voi e, chon più diligenzia sapete e potrete, la chondurete in Pera e, arivato
che sarete chon deta chas[s]a, che Idio salvo vi chonducha, subito la chonsegnierete a Govani di
Francesco Vernacci per seguirne nostro ordine. E chosì vi chometiamo e dal detto Govani Vernaci vi
farete pagare tute le spese fate per deta chas[s]a, da uomo dabene, e non altrimenti ve ne varete e tutto
rimetiamo in detto Govanni Vernacci.
E se per chaso alchuno, che Idio guardi, deto Giovanni Vernacci fusi morto o che lui fusi di
ritorno, in simile chaso vi diamo libera chomisione di finircci deti drapi per i danari chontanti chon
624
ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi,
c. 74 s. e d.
394
394
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
più profito sia posibile e di chosì vi diamo chomisione e sopra tuto vi si richorda metere deta chas[s]a
in su buon legnio e buone bestie e avere chura alle fiumare di dì e di note, che Idio per tutto vi
achonpagni.
E al veturale che vi chondurà deta chas[s]a insino in A[n]chona non avete a pagare niente di porto
perché qui l’abiamo achordato noi.
b) Durante il viaggio, soprattutto in occasione della tappe nei porti di Ancona e Ragusa,
maturano alcuni oneri accessori che Bernardo de’ Bardi trasmette a Giovanni Vernacci,
destinatario dei drappi a Costantinopoli625:
A dì deto [luglio 1532]
Apreso si darà chonto a voi, Giovanni Vernacci e compagni di Pera, di spese fate a una chas[s]a
di drapi di chonto di Gerardo Bartolini e compagni, d’Anchona insino in Andrinopoli e prima:
Per ispacio d’Anchona, nolo di nave, ispacio e chomerchio di Raugia,
chomerchio di Chastel Nuovo, per aguglio, pasi di barche e di fiumare, salario di
garzoni e di dragomanno, per ispese di vito, intereso di danari e altre ispese, tocha
aspri 1800 per chas[s]a e di tanti siate debitore
aspri 1800
Doc. 172
Alcuni mercanti hanno affidato (Doc. 146) e ancora affidano le loro merci (Docc. 170,
171) a Bernardo de’ Bardi in occasione dei suoi viaggi in Levante; altri gli chiedono, una
volta giunto a destinazione, di trasmettere ai loro corrispondenti messaggi orali.
La compagnia di Mazzingo Mazzinghi, battilori, prega Bernardo di riferire a Pandolfo
Biliotti, attivo a Costantinopoli, alcuni dati interessanti. La compagnia è infatti pronta a
inviare altre sete di qualità, però vi sono due aspetti negativi: la momentanea scarsità di
tessitori veramente bravi a Firenze e i forti investimenti già effettuati626:
[1° maggio 1532]
...
Al mio honorando chonpare da mia parte mi rachomanderete e gli direte che io non penso mai a
altro che pingnere lasù drapi di pelo, chosa richa, pulita e bella e per al presente m’impedice dua
chose: la prima, la charestia di buon tesitori; la sechonta, l’avere io groso soma di chostà, chome
meglio a bocha sadisfarete, perché sapete il mio buono animo verso di lui.
...
Doc. 173
Bernardo de’ Bardi ha completato la sua missione a Costantinopoli: ha venduto i drappi
e ora si appresta a rientrare. Prima di partire, Bardi compila elenchi dettagliati di tutto
quanto porterà con sé. Molti mercanti fiorentini attivi a Costantinopoli approfittano infatti
di questa occasione per spedire a Firenze alcune merci (ciambellotti e mucaiari, tessuti di
lana tipici delle terre dell’Islam) e soprattutto somme di denaro.
625
626
ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 79 r.
ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, c. 75 r.
395
395
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Impressionante è il movimento delle monete sonanti. A titolo di esempio presentiamo
la trascrizione integrale delle prime cinque voci del conto, tutte relative a somme
consegnate da Francesco da Magnale. Tra gli altri mercanti che spediscono danaro a Firenze
si segnalano Guglielmo da Sommaia e Vieri di Vieri e compagni, Giovanni Vernacci,
Lorenzo Barducci e Carlo Zati. L’ultimo mercante dell’elenco, un certo Matteo Maestrini,
affida a Bernardo de’ Bardi un grupo contenente 31 ducati da consegnare a Zanobi Bartoli,
attivo a Ragusa. Il totale delle somme affidate a Bernardo de’ Bardi ammonta a circa 3500
ducati, equivalenti ad aspri 207879. Il rapporto aspro/ducato, normalmente 59/1, poteva
mutare in conseguenza della qualità delle monete inviate: ad esempio nell’ultimo caso esso
diventa 54,18/1 data la cattiva qualità (mala sorta) dei ducati627:
1533
A piè sarà nota de’ grupi arò per portare in Firenze a chi s’arano a chonsegniare,
e segni di chontro628, e quello vi sarà drento e prima:
Uno grupo segnato dello segno avanti, da Francesco da Magniale, per
chonsegniare in Firenze a rede di Francesco da Magniale e compagni, lanaioli, in che
è drento per
Uno grupo segnato dello segno avanti, dal detto, per chonsegniare in Firenze a
Lionardo da Filichaia in che dise esere duc. 165 e aspri 29
Uno grupo segnato dello avanti segno, dal detto, per chonsegniare in Firenze a
rede di Piero delle Machie in che dise esere drento duc. 51 d’oro di peso e aspri 12,
vagliono
Uno grupo segnato dello avanti segno, dal detto, per chonsegniare in Firenze a
Antonio e Girolamo da Somaia, in che dise esere drento duc. 300 d’oro ung[h]eri,
vagliono aspri
Uno grupo segnato dello avanti segno, dal detto, per chonsegniare in Firenze a
ordine di Guglielmo da Somaia a Antonio e Girolamo da Somaia e compagni, in che
dise eser drento duc. 323 di mala sorta per valuta di aspri
...
aspri 50082
aspri
9829
aspri
3021
aspri 17700
aspri 17500
---------------207879
Doc. 174
Nel 1532 la compagnia di Giuliano Capponi, battilori, consegna alcuni drappi a Luca
Salvucci, in partenza per Costantinopoli.
a) Nel conto Drappi è registrato, come sempre, il valore attribuito alle sete. Segue poi il
ricordo del passaggio – avvenuto a Costantinopoli – di parte delle pezze dalle mani di Luca
Salvucci a quelle di Carlo Zati629:
627
ASF, Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori, creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi, carta
non numerata.
628
Per ognuna delle registrazioni che segue è riportata, nel margine sinistro della carta, la marca
mercantile (il segno) della compagnia alla quale il denaro deve essere consegnato.
629
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 146 s. (le prime due registrazioni); la Nota finale è tratta da: BNCF, Capponi, Libri di
commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori, c. 18 s.
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396
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[1532]
Drappi d’oro e di seta chonsegniati qui a Lucha di Pier Filippo Salvucci per
finire in Pera per noi deono dare, addì xxi d’aghosto, f. 42.11.6 d’oro, e sono per
una vesta di raso d’oro chon opera della chorda aùto da nnoi, chom’apare al
Giornale, a c. 44, in questo, drappi, avere, a c. 117
E, addì xii d’ottobre, f. 193.18.8 d’oro, sono per valuta di veste vii di rasi
benechi di più sorte, fatoli chonsegniare in Anchona da Iacopo Miniati per finire
per noi, chome di sopra, e quali drappi venghono di chonto di Raffaello Bartolini,
in questo, a c. 139
...
Nota che deto Lucha n’à lasciato ii veste in mano di Charllo Zati di Pera per
finire a nostro ordine, franche di tutte spese, le quali so di br. 27 5/8 tute dua e ci
stanno per stimare in duc. 86.6.6.
f. 42 s. 11 d. 6
f. 193 s. 18 d. 8
b) A Costantinopoli Luca Salvucci vende nel 1534 una parte delle sete; solo nel 1545 Carlo
Zati riesce a smerciare le restanti. Zati trasmette i dati alla compagnia Capponi, che li copia
nel suo libro contabile630:
Drappi di chontro deono avere, addì xv di dicembre 1534, f. 212.6.5 d’oro di
moneta, sono per valuta d’aspri 10588 ci fa buoni Lucha Salvucci di Pera per
ritratto neto di picchi 72 7/8 di rasi beneche finiti di nostro, chome apare per il
chonto aùto da lui soto dì 10 di luglio paxato e chopiato alle Richordanze, a c. 193,
in questo, 47
E, a dì 14 d’ottobre 1545, f. 80.16.– di moneta sono per valuta d’aspri 4040 ci
fa buoni Charlo Zati di Pera per ritratto netto, e nel grado sono di 2 pezze di rasi
tanè a chorde finiti e datone chonto socto dì 27 di luglio 1543, chome si dice al
loro chonto, in questo, 106
f. 212 s. 6 d. 5
f. 80 s. 16 d. –
------------------293.
2. 5
c) L’operazione è ormai conclusa e la compagnia di Giuliano Capponi può determinare il
risultato di esercizio, che è positivo631:
Drappi di nostro chonto in Levante in mano di Lucha Salv[u]cci deono dare . . .
...
E, a dì 14 d’ottobre 1545, f. 46.12.3 di moneta s’à d’avanzo a questo chonto,
in questo, 104
f. 46 s. 12 d. 3
------------------293.
2. 5
630
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 18 d.
631
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 18 s.
397
397
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 175
Questa è la prima di una serie di operazioni eseguite da un mercante fiorentino –
Francesco Lioni – attivo a Venezia e in vario modo legato ai Capponi e agli Strozzi. Sono
interventi non comuni, che coinvolgono Firenze, Venezia e Alessandria d’Egitto.
Francesco Lioni ha deciso di spedire ad Alessandria, tramite un amico siciliano, 80
braccia di raso tanè.
a) Lioni a Venezia acquista il raso nella bottega di un merciaio632:
Mdxxxii
Lunedì, addì ii di setenbre
...
A drapi di mio conpto, in mano di Prospero, ciciliano, di mio conpto, per portar
secho in Alexandria fino l’anno 1531, duc. cinquantacinque gr. vi, sono per br. 80
di raso tanè, a pagamento br. 78 a grossi 17 il braccio, conperato da Francesco,
mercaio, al qual li feci buoni per contanti in più soma, in credito alla cassa, a Libro duc. 55
...
gr. 6
b) Lioni riunisce nel conto Drappi il costo del raso e le spese accessorie633:
Mdxxxii
Drappi di mio conpto in mano di Prospero Stieti, ciciliano, deono dare, addì ii
di setenbre, duc. lv gr. vi, sono per l’amontare di br. 80 di raso tanè, a paghamento
br. 78 a grossi 17 il braccio, conperato da Francesco, mercaio, al quale glieli feci
buoni per chontanti più fa, in più soma, chassa avere, in questo
duc. 55
Nota che detto raso ebbe detto Prospero per portare con secho in Alexandria e
mandarmene li ritratti fino d’aghosto 1531.
E, addì detto, duc. uno gr. xxi sono per tanti spesi di contanti ne la buletta di
detto raso, chassa, avere, in questo, c. 27
duc. 1
...
gr. 6
gr. 21
c) L’amico siciliano è arrivato ad Alessandria e ha ceduto il raso in cambio di zenzero
bianco, valutato duc. 92. A Venezia Lioni ne prende nota, chiude il conto Drappi e calcola
il risultato economico, che è molto positivo634:
Mdxxxii
Drappi di mio conpto in mano di Prospero Stieti, ciciliano, deono dare . . .
...
E deono dare [1533?], per tanti si fanno buoni Avanzi di mio conpto, avere, in
questo, 84
duc. 34
632
d. 21
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2926, Entrata e uscita e debitori e creditori di Francesco
Lioni, c. 1 d.
633
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2926, Entrata e uscita e debitori e creditori di Francesco
Lioni, c. 28 s.
634
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2926, Entrata e uscita e debitori e creditori di Francesco
Lioni, c. 28 s.
398
398
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 176
La compagnia di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli produce drappi destinati
essenzialmente al mercato occidentale. Già nel 1531 i Capponi-Biffoli avevano spedito sete
a Costantinopoli (Doc. 169). Nel 1533 una favorevole circostanza li spinge di nuovo a
consegnare un costoso velluto altobasso a Giovan Battista Doffi, in partenza per la
Barberia, cioè il Nord Africa.
a) Il costo del velluto altobasso affidato a Giovan Battista Doffi635:
Mdxxxiii
Drappi di nostro chonto in Barberia deono dare, addì x di novembre, f. 34.2.6
d’oro, factone creditore drappi lavorati in botegha, e sono per valuta di braccia 9
¾ di velluto altebasso rosso di chermisi chonsegniato a Giovan Battista Doffi per
finire per noi in questa gita da Livorno per Barberia, chome apare al Giornale, c.
32, in questo, 186
f. 34 s. 2 d. 6
...
b) In Barberia il tessuto viene venduto per f. 45636. Il 12 febbraio 1535 la compagnia
Capponi–Biffoli chiude il conto con un risultato molto positivo637:
Drappi di nostro chonto in Barberia deono dare . . .
...
E, a dì 12 di febraio 1534, f. 10.17.6 fattone creditore Avanzi, in questo, 242
f. 10 s. 17 d. 6
Doc. 177
Dopo quelle spedizioni di sete tra Firenze e Venezia nel 1456 (Doc. 16) e nel 1468 (Doc.
31), ancora uno scambio di drappi tra le due città, portato avanti da un fiorentino –
Francesco Lioni – attivo a Venezia e sempre impegnato nel commercio col Levante. Nel
1534 Lioni riceve da Firenze costose telette d’oro e tre campioni (mostre) di rasi d’oro.
Fornitrice è la compagnia di Giovan Battista Giovanni di Firenze. I valori sono ora espressi
in lire di grossi di Venezia638:
Mdxxxiiii
Drappi d’oro di mio conpto di contro deono dare, addì xviii d’aghosto, lb.
dicotto s. xvi d. iiii di grossi sono per l’amontare di costo e spese di dua pezze di
telette, come di sotto, conperatemi e mandatemi e Giovanni di Firenze, come in
Giornale, a c. 12, avere loro per mio conto de’ tenpi, in questo, 30
lb. 18 s. 16 d. 4
635
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli
e compagni, setaioli, c. 187 s.
636
Un sintetico riferimento alla vendita ricorre a c. 187 d. dello stesso codice.
637
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli
e compagni, setaioli, c. 187 s.
638
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 39 s. In
corrispondenza della seconda registrazione, nel margine esterno è scritto venduta.
399
399
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
...
E, a dì 22 di settembre, lb. cinque s. xviiii d. viii di grossi per costo e spese
d’una pezza di teletta paghonaza a un oro di br. 29 ¾, a pagamento br. 29 ½,
conperata e mandatami e Giovanni di Firenze, come in Giornale, a c. 16, avere
detti per mio conto de’ tenpi, in questo, 30
lb. 5 s. 19 d. 8
E, a dì 27 d’otobre, lb. – s. viii d. viiii di grossi per costo di 3 mostre di rasi
d’oro mandatomi, avere, in questo, e Giovanni di Firenze, 33
lb. – s. 8 d. 9
...
E, addì xiiii di novenbre, lb. ventidua s. x d. vii di grossi per valuta di f.
213.18.11 d’oro di moneta per costo e spese di 3 pezze di telette a un oro
mandatomi Giovan Battista Giovanni e compagni di Firenze, in credito, come di
sotto
lb. 22 s. 10 d. 7
...
Doc. 178
Francesco Lioni a Venezia è il corrispondente di molti mercanti fiorentini attivi a Pera,
tra i quali i fratelli Guglielmo e Gian Battista da Sommaia e Tommaso Scarlatti. Dietro loro
richiesta, Lioni ha acquistato ingenti partite di domaschini da un certo Niccolò Ponzoni. I
valori sono sempre espressi in lire di grossi di Venezia.
a) Lioni compera le sete destinate ai da Sommaia639:
Nicolò di Ponzoni di contro de’ avere, addì – di marzo [1537], lb. venticinque
di grossi, sono per braccia 250 di domaschini fra tanè e verdi a fiori picholi, aùti
da lui per duc. uno braccio, per conto del contrascritto riobarbero, dare, drapi di
seta di contto de’ Somai di Pera, a Libro, 193
lb. 25 s. – d. –
E, addì xviiii di magio, lb. quarantasette s. iii d. xi di grossi, sono per br. 475
1/3 di domaschini aùti da lui, come in Giornale, a c. 177, dare, drapi di seta de’
Somai, 193
lb. 47 s. 3 d. 11
...
b) Lioni addebita il costo nel conto Drappi dei da Sommaia640:
[1537]
Drappi di seta conperati per contto di Giuielmo e Gan Batista da Somaia di
Pera deono dare, fino addì – di marzo, lb. venticinque di grossi, sono per br. 250
di domaschini fra tanè e verddi aùti a duc. uno il braccio, da Niccolò di Ponzoni, a
barato di riobarbero, avere, detto Niccolò, in questo, 183
lb. 25 s. – d. –
E, addì xviiii di magio, lb. quarantasette s. iii d. xi di grossi, sono per br. 475
1/3 di domaschini in fra tanè e verddi, aùti come in Giornale, a c. 177, da Niccolò
di Ponzoni, avere, 183
lb. 47 s. 3 d. 11
639
640
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 183 d.
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 193 s.
400
400
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
c) Nello stesso tempo Lioni compera anche i drappi destinati a Tommaso Scarlatti in
Pera641:
[1537]
Nicolò di Ponzoni di contro de’ avere, addì . . .
...
E, addì xviii di luglio, lb. ventitre s. xii d. vi di grossi per br. 258 ¼ di
domaschini tanè aùti da lui, come in Giornale, a c. 192, dare drapi di Tomaso
Scharlatti, in questo, 228
lb. 23 s. 12 d. 6
...
d) Allo stesso modo Lioni addebita il costo nel conto Drappi dello Scarlatti642:
Mdxxxvii
Drappi di seta di conto di Tomaso Scarlatti di Pera deono dare, addì xviii di
luglio, lb. ventitre s. xii d. vi di grossi, sono per br. 258 ¼ a pagamento br. 252 di
domaschini tanè a grossi 22 ½ il braccio, aùti da Niccolò di Ponzoni, avere, in
questo, 183
lb. 23 s. 12 d. 6
...
Doc. 179
Su richiesta di Guglielmo da Sommaia, attivo a Pera, il 23 dicembre 1538 Francesco
Lioni si rifornisce a Venezia di 15 drappi tra rasi e damaschi da un mercante toscano, Gian
Domenico di Niccolò643:
Mdxxxviii
Lunedì, addì xxiii di dicenbre
...
A drappi di seta conperati per contto di Ghuielmo da Sommaia, proprio, lb.
novantadua s. viiii di grossi sono per pezze xv di drappi fra rasi e domaschi di
colori come di sotto, br. 924 a duc. 1 il braccio, aùti da Gian Domenico di Niccolò,
toscano, per darlli a rincontro tanto muschio per duc. 6 oncia all detto Gan
Domenico, a Libro,
lb. 92 s. 8 di gr.
domaschino rosso di verzino a fioretti
br. 75. –
domaschino latisino a fioretti
br. 47. 3
domaschino beretino a chaperetti
br. 24. 2
domaschino tanè a fioretti
br. 44. 3
domaschino turchino a fioretti
br. 85. 2
domaschino beretino a chaperetti
br. 70. –
domaschino negro a fior grandi
br. 54. –
641
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 183 d.
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni, c. 228 s.
643
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 52 s.
642
401
401
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
domaschino tanè a fioretti
domaschino tanè a fioretti
domaschino verde a chaperetti
domaschino rosso di verzino a fior grandi
domaschino festichino a chaperetti
raso verde mezo colore
raso alesandrino
raso tanè
In tutto
br. 68. 3
br. 66. –
br. 58. 1
br. 63. 3
br. 69. 3
br. 63. 2
br. 89. –
br. 44. –
-----------br. 924 ½
Doc. 180
Tommaso Scarlatti da Costantinopoli si rivolge di nuovo a Francesco Lioni, in Venezia,
per rifornirsi di altre sete. Il 23 dicembre 1538 Lioni spedisce a Scarlatti velluti e damaschi
di differenti colori644:
Mdxxxviii
Lunedì, addì xxiii di dicenbre
A robe di nostro contto mandate in Pera a Tomaso Scarlatti lb. trentasette s. xiiii
d. 1 si fanno buoni a drappi di seta di nostro contto e sono per e sotoscritti drappi
mandati in Pera a detto Tomaso per nostro conto in balle 3 de’ nostri panni scarlatini
di conto avere, a Libro
lb. 37 s. 14 d. 1
raso di lacha con le chordeline verde
br. 52
raso simile
br. 71
raso simile
br. 39 ½
-----------In tutto
br. 162 ½
che a pagamento furono br. 158 a grossi 23 braccio, monta
lb. 15. 2. 10
veludo di lacha con le chordeline verde br. 13 ¼ a pagamento br.
13 a duc. 2 braccio
lb. 2. 12. –
veludo di lacha con le cordeline galle a pagamento br. 13 a duc.
1 ¾ braccio, monta
lb. 2. 5. 6
domaschino rosso di verzino a fiori grandi
br. 74 ½
domaschino rosso simile
br. 73
domaschino negro a fiori grandi
br. 52 ¾
-----------In tutto
br. 200 ¼
A pagamento br. 195 a grossi 19 braccio, monta
br. 30 di domaschino zalo a fioreti a grossi 18
644
lb. 15. 8. 9
lb. 2. 5. –
---------------lb. 37. 14. 1
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 53 r.
402
402
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 181
A breve distanza di tempo, Francesco Lioni da Venezia spedisce a Guglielmo da
Sommaia e Leonardo Girolami, in Pera, altri drappi.
a) Il 10 febbraio 1539 Lioni invia rasi e damaschi acquistati dal solito mercante toscano,
Gian Domenico di Niccolò (Doc. 179)645:
Mdxxxviii
Lunedì, addì x di febraio
...
A drappi di seta di contto di Ghuielmo da Sommaia e Leonardo Girolami, lb.
ventiquatro s. xviii di grossi sono per br. 100 di raso di lacha con le chordeline verde
a duc. 1 1/6 braccio e br. 137 ½ a pagamento br. 132 1/3 di domaschino a duc. 1
braccio, aùti a ricontro del sudetto muschio dal sopra deto Gan Domenicho di
Niccolò, toscano, come di sotto, a Libro
lb. 24 s. 18 di gr.
raso di lacha
br. 100. –
domaschino rovano a capperi
br. 41. –
domaschino zalo a capperi
br. 36. 3
domaschino verde a capperi
br. 13. –
domaschino alexandrino a fioretti
br. 22. 1
domaschino cang[i]ante
br. 24. 2
Tutto per duc. 249
b) Il 4 marzo 1539 Lioni invia un raso paonazzo646:
Mdxxxviii
Martedì, addì iiii detto [marzo]
...
A drappi conperati per Guielmo da Sommaia e Leonardo Girolami di Pera lb. tre
s. uno d. iii di grossi sono per br. 21 ½ di raso paghonazo di cremisi a paghamento
br. 21 a duc. 1 grossi 11 braccio, aùto da Santo di Zuani da la Seda, al qual li scrivemo
in banco di messer Antonio de Prioli, avere, a Libro
lb. 3 s. 1 d. 3
Doc. 182
Velluti di Genova per Costantinopoli. Francesco Lioni interviene ora nel ruolo di
intermediario tra Francesco da Magnale, un mercante fiorentino attivo a Pera, e Antonio
Mocenigo a Venezia. Lioni ha ricevuto da Francesco da Magnale alcune pietre preziose
e le ha cedute a Mocenigo in cambio di drappi genovesi. Il 15 marzo 1539 Lioni nel suo
Giornale menziona con grande precisione i drappi destinati a Pera, che consistono in 15
645
646
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 61 r.
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 64 r.
403
403
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
velluti di Genova, per un totale di palmi 1255 (ovvero quasi br. 490), e in un damasco
nero di br. 42647:
[15 marzo 1539]
...
veluto negro
rossi
pezze una
palmi 80 ½
palmi 89 ½
79
81
84
89
82
-------81
259 ½
85
83
75 ½
--------650
negri
259 ½ rossi
254
verdi
91 ½ violetti
--------In tutto
1255
E più s’ebbe br. xlii di domaschino negro
verdi
74
100
80
----254
violetto
91 ½
Doc. 183
Francesco Lioni da Venezia continua a spedire sete a Costantinopoli, in particolare a
Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami. Il 5 aprile 1539 Lioni ha acquistato per loro
tre damaschi da un certo Giovan Battista di Livorno648:
Mdxxxviiii
Sabato, addì v di aprile 1539
A drappi conperati per Ghuielmo da Sommaia e Leonardo Girolami di Pera lb.
sette s. v di grossi sono per e soto scritti drappi conperati da Gan Battista da Livorno,
avere, a Libro
lb. 7 s. 5 di gr.
br. 21 ½ di domaschino pagonazzo cremisi a fioretti, a
pagamento br. 21 a grossi 36 il braccio, monta
duc. 31 gr. 12
br. 21 ¼ di domaschino verde scuro a fioretti, a pagamento br.
20 ¾ a grossi 24 il braccio, monta
duc. 20 gr. 18
647
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 66 d. Lioni aggiunge
inoltre che il damasco nero era a fiori grandi e che i drappi, misurati in palmi (a la misura genovese),
furono valutati complessivamente lire 100 di grossi (c. 66 s.).
648
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 72 v.
404
404
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
br. 20 ¾ di domaschino bigo scuro a pagamento br. 20 ¼ a
grossi 24 braccio, monta
duc. 20 gr. 6
-----------------duc. 72 gr. 12
Doc. 184
A distanza di pochi mesi, Francesco Lioni da Venezia invia a Tommaso Scarlatti altre sete.
a) Il 16 luglio 1539 Lioni acquista tre rasi da un altro mercante toscano, Andrea di Bernardo649:
Mdxxxviiii
Mercoledì, addì xvi detto [luglio]
...
A drappi conperati per Tomaso Scarlati di Pera lb. disdotto s. xviiii d. viiii di
grossi sono per 3 pezze di rasi conperati a grossi 21 braccio d’Andrea di Bernardo,
toscano, come di sotto, avere, a Libro
lb. 18 s. 19 d. 9
raso alexandrino
br. 67. 2
raso tanè
br. 75. 2
raso verde
br. 78. 3
-----------In tutto
br. 221. 3 a pagamento br. 217
b) Il 19 luglio Lioni compera un damasco verde dal mercante veneziano Marco Zane650:
Mdxxxviiii
...
Sabato, addì xviiii detto [luglio]
...
A drappi di seta per Tomaso Scarlatti di Pera lb. cinque s. viiii d. vii di grossi
sono per br. 48 di domaschino verde e br. 22 ¾ di tanè, in tutto br. 70 ¾ a
pagamento br. 69 ¼ a grossi 19 il braccio, aùti da messer Marco Zani, al qual si
paghorno contanti, portò Zuanni d’Antonio, suo fatore, cassa, avere, a Libro
lb. 5 s. 9 d. 7 di gr.
c) Lo stesso giorno Lioni aggiunge un damasco nero a fiori grandi, già di sua proprietà651:
Mdxxxviiii
Sabato, addì xviiii di luglio
...
A drappi conperati per Tomaso Scarlatti di Pera, lb. cinque s. vi di grossi
sono per br. 54 di domaschino negro a fiori grandi, a pagamento br. 53 a duc. 1
br., contoci da noi medesimi, avere, robe nostre, a Libro
lb. 5 s. 6
di gr.
649
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 95 r.
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 95 v.
651
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 96 v.
650
405
405
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 185
Ancora velluti genovesi per Costantinopoli. Da Venezia Francesco Lioni continua a
inviare sete a Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami. In questa operazione
partecipano Lioni per 1/3 e i da Sommaia–Girolami per 2/3. La documentazione relativa a
questa operazione si è conservata in parte alla Biblioteca Nazionale e in parte all’Archivio
di Stato: al solito Giornale si affianca ora un Copialettere.
a) Il giorno 9 agosto 1539 Francesco Lioni annota, nel suo Giornale, l’acquisto di nove
velluti di Genova, avuti in cambio di una nota spezie, la manna. La lunghezza complessiva
dei velluti ammonta a palmi 783, equivalenti a br. 305652:
Mdxxxviiii
Sabato, addì viiii d’aghosto
...
A veluti genovini atenentti per 2/3 a’ Somai e Girolami di Pera e per il 1/3 a
noi, lb. cinquantadua s. ii d. uno di grossi, sono per pezze 9 di veluti di più colori,
come di sotto, che furno palmi 783 per br. 305 a grossi 41 braccio, aùti a chontto
d’un baratto di manna da Piero Zanni Cibo di Cherssi, avere, a Libro
lb. 52 s. 2 d. 1
veludo negro
peze una
palmi 92 ½
negro
palmi 90
negro
palmi 79 ½
negro
palmi 72 ½
negro
palmi 95
rosso
palmi 100 ½
rose secho
palmi 75 ½
turchino
palmi 91
violeto
palmi 86 ½
----------------palmi 783
braccia 305
b) Cinque giorni dopo, Lioni scrive a Guglielmo da Sommaia, a Costantinopoli, e lo
informa di avere spedito i nove velluti653:
[13 agosto 1539]
...
Per via d’Ancona v’abiamo mandato pezze 9 di veluti in una cassa segniata di vostro e N. 4, che
si sono aùti a contto del baratto della manna. Mandavisi la fattura. Quando arivino direte la risceputa.
Procuratene la fine, come siate soliti, e avisate.
...
c) Il 4 novembre Lioni scrive nuovamente a Guglielmo da Sommaia. Gli ricorda l’avvenuta
spedizione dei velluti e lo avverte che a gennaio dovrebbero essere pronte altre sete654:
652
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 103 r.
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 997, Copialettere di Francesco Lioni, c. 104 v.
654
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 997, Copialettere di Francesco Lioni, c. 178 r.
653
406
406
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
[4 novembre 1539]
Im Pera, al Somaia
...
E veluti genovini mandatovi arete aùti e ne fate fine, che sopra il vostro ghaleone pasorno in
Raugia d’Ancona e il resto a questo genaro s’àn d’avere e, aùti, vi si manderanno, dandovene aviso e
contto particulare.
...
d) Il 15 maggio 1540 sono pronte altre 10 pezze di velluti e Lioni ne prende nota nel suo
Giornale655:
Mdxxxx
Sabato, addì xv di mago
...
A velutti genovini atenentti per 2/3 a Guielmo da Sommaia e Leonardo
Girolami di Pera e il 1/3 a noi, lb. cinquantanove s. – d. v di grossi, sono per
l’amontare di pezze x di velutti che furono pichi656 883, che sono braccia 345 ½,
tutti a grossi 41 il braccio, da Piero Zanni Cibo di Ghersio a contto d’un mercato
di manna datoli più fa, avere, a Libro
lb. 59 s. – d. 5
una pezza turchina di
pichi 84 ½
una pezza rossa di
pichi 65 ½
una simile
pichi 114
una negra
pichi 81
una detta
pichi 90
una deta
pichi 90
una detta
pichi 82 ½
una detta
pichi 86 ½
una deta
pichi 99 ½
una deta
pichi 89 ½
----------------In tutto pichi 883
e) All’inizio di settembre 1540 Francesco Lioni scrive a Costantinopoli a Guglielmo da
Sommaia (Girolami nel frattempo è morto) e riassume l’intera operazione657:
Addì primo di settenbre 1540
Im Pera, al Somaia
...
Più tempo fa vi mandai una cassetta di pezze 9 di veluti genovini, che l’avevi aùta. Da poi, per
via di Ancona e mani del Peruzo, v’ò mandato una cas[s]etta di veluti drentovi pezze 10, la quale è
segnata dello avanti |=| e N. 3, e il detto Peruzi mi scrisse avervela mandata sopra la barca dello
Scarlatti. Farete, non ’sendo, d’averlla, che in tutto sono state pezze xviiii, le quali si sono aùte a
655
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 156 v.
Lapsus del contabile, che avrebbe dovuro scrivere, qui come nell’elenco che segue, palmi.
657
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2927, Copialettere di Francesco Lioni, c. 75 r.
656
407
407
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
rincontro della manna venduta più tenpo fa per conto atenente a voi 2/3 e a me il 1/3. De’ quali veluti
in questa ne sarà il conto, che per li vostri 2/3 v’abiàn fatto debitore di lire 76.3.3 di grossi. Rivedetelo
e aconciatelo, stando a dovere, e avisate. E a detti veluti date fine e fateci creditori della nostra 1/3
parte e date aviso. Che Iddio li mandi a salvamento.
...
f) I dieci velluti contenuti nella seconda cassa non soddisfano Guglielmo da Sommaia. Da
Venezia Francesco Lioni risponde all’amico e manifesta il proprio dispiacere658:
Addì xiii di febraio 1540 [=41]
In Pera, al Somaia
...
Intendo riscevesti la cassetta delle x pezze di veluti e vi sono riusciti tristi, che vi dico ch’è meglio
stato avere cotesti che niente, che per cotesti veluti io vi sono rimasto sotto a duc. 500. E siate certo
che solo ò aùto questo danno per trarne e veluti, e lui è falito da poi. E io n’arò il danno che per
l’amore che io vi porto mi doranno assai, manco vedete di venderlli e insieme co lle altre pezze datene
conto e aviso quanto prima possete, acciò si possino aconciare.
...
Doc. 186
Da Venezia Francesco Lioni continua a fornire drappi a Guglielmo da Sommaia. In una
lettera datata 4 novembre 1539 Lioni ricorda di aver già spedito a Costantinopoli rasi di
vari colori e sottolinea che quei rasi sono i più belli che si potessero trovare sulla piazza.
Aggiunge poi che è stato necessario far eseguire appositamente il domaschino paonazzo
cremisi. Conclude infine sollecitando l’amico a vendere la teletta, quel costoso tessuto che
Lioni importava abitualmente da Firenze (cfr. Doc. 177)659:
[4 novembre 1539]
Im Pera, a’ Somaia
...
Noi v’abiamo servito del raso paghonazo cremisi e del verde e del tanè e dello incarnato e si sono
messi i nelle sopra dette balle. Farete d’averlli e direte la risceputa, di[c]endovi che sono de’ più belli
che si facino in questa tera, che a sorta per sorta avemo fatto paraghone di x o xii fra pezze e cavezzi
e carpatone il meglio e se questi non vi sadisfanno, non acade che di questa tera v’imaginiate avere
migliori drappi che si sieno e mandatovi. Per aviso vi sia. Quando altro v’acade, avisate, che non si
mancherà in contto alchuno.
El domaschino paghonazo cremisi s’è dato a fare e sarà finito in fra uno mese e allora in qualche
modo vi si manderà, che non se n’è trovato del fatto, né buono né cattivo. Per aviso vi sia. Se altro
v’acade, ecocci prontti alle voglie vostre. Per aviso.
...
Della nostra teletta fatecene qualche bazaro, che voremo pure uscirne in qualche modo e ditecene
qualche cosa. Per aviso.
...
658
659
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 2927, Copialettere di Francesco Lioni, c. 197 v.
ASF, Libri di commercio e di famiglia, 997, Copialettere di Francesco Lioni, cc. 178 v., 179 r.
408
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TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. 187
Ancora una spedizione di sete da Venezia. Francesco Lioni ha acquistato da Battista
Vernagalli 11 damaschi di colori diversi e con un ornato in prevalenza di capperi (a
caperetti). A queste sete si aggiunge un velluto genovese660:
Mdxxxx
Sabato, addì viiii d’otobre
...
A drappi conperatti per Ghuielmo da Sommaia di Pera per conto B. V., lb.
sesantadua s. vii d. iiii di grossi e sono per l’amontare de’ sotoscritti drappi, tutti per
lui, da Battista Vernagalli, avere, detto Battista, per conto a partte, a Libro
lb. 62 s. 7 d. 4
domaschino lionato a fioretti
br. 60 quarti 3
domaschino verde a chaperetti
br. 55. –
domaschino lionato a duo fiori
br. 68. –
domaschino rosso di verzino a fioreti
br. 62. 3
domaschino alexandrino in un fiore
br. 60. –
domaschino limone in un fiore
br. 38. –
domaschino festichino a fioretti
br. 70. 3
domaschino lionato a chaperetti
br. 65. –
domaschino festichino in dua fiori
br. 66. 2
domaschino limosino a 2 fiori
br. 72. –
domaschino verde a caperetti
br. 70. –
----------------In tutto pezze xi
br. 688 quarti 3
A paghamento br. 675 a grossi 20 il braccio, monta
duc. 562 gr. 12
velutto genovino violetto palmi 114, che sono br. 44 ½ a grossi 33 il braccio, monta duc. 61 gr. 4
-----------------duc. 623 gr. 16
Doc. 188
La compagnia di Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli ha consegnato nel settembre
1539 una partita di costosi velluti altobassi broccati a Ilarione Ciacchi, in partenza per il
Levante. Nel dicembre dell’anno successivo la compagnia fa pervenire a Ciacchi un’altra
pezza di velluto.
a) Il ricordo delle sete spedite in Levante661:
Mdxxxviiii
Drappi per nostro chonto mandati in Levante in mano di Larione Cacchi deono
dare, addì 26 di settembre, f. 249.18.6 di moneta, sono per br. 46 di velluto verde
660
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni, c. 189 r.
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni
Biffoli e compagni, c. 234 s.
661
409
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
altebasso brochato, a pagamento ragionato a duc. 4 el braccio e br. 35 ½ di velluto
paghonazzo di chermisi per lire 13 el braccio, consegniati qui al detto Larione per
condurlli in Levante a finire per noi, chome apare al Giornale, c. 96, in questo, 226
E, addì 22 di dicembre 1540, f. 75 di moneta sono per valuta di br. 34 ¾ di
velluto pagonazzo di chermisi, consegniatoli per noi Framcesco de’ Nobili,
framcho di vettura e chomerchi, per finire per noi, in questo, avere, 245
...
f. 249. 18. 6
f.
75. –. –
b) A Costantinopoli Ilarione Ciacchi ha venduto, nel 1541 e poi nel 1544, le sete, ottenendo
in parte alcune pezze di mucaiari. Ciacchi informa la compagnia Capponi-Biffoli, la quale
prende nota delle vendite662:
Drappi di chontro de’ avere, addì 13 di genaio 1540 [=41], f. 273.16.4 di
moneta per valuta d’aspri 13691 ci fa buoni Larione Cacchi per ritratto netto d’una
pezza di velluto altebasso verde brochato d’oro e d’una pezza di velluto
paghonazzo finito di nostro e datone chonto socto dì 29 d’ottobre paxato e
chopiato al Giornale, c. 326, in questo, 265
E, addì 27 di gugnio 1544, f. 70.7.7 di moneta sono per valuta d’aspri 3519 ci
fa buoni Larione Cachi per ritratto netto di br. 34 ¾ di velluto paghonazzo finito
parte per avere danari e parte per avere pezze 16 di muchaiari, chome apare per il
chonto aùto da llui, in questo, 295
f. 273. 16. 4
f. 70. 7. 7
-----------------f. 344. 3. 11
c) La compagnia Capponi-Biffoli chiude il conto e determina il risultato finale, che è
positivo663:
Drappi per nostro chonto mandati in Levante in mano di Larione Cacchi deono
dare . . .
...
E, a dì 27 di gugnio 1544, f. 19.5.5 di moneta, fattone creditore Avanzi, in
questo, 286
f. 19. 5. 5
-----------------f. 344. 3. 11
Doc. 189
A poca distanza dalla precedente operazione, la stessa compagnia Capponi-Biffoli
organizza un’altra vendita di sete a Costantinopoli, questa volta con Francesco de’ Nobili.
a) Il ricordo dei velluti e dei rasi consegnati a Francesco de’ Nobili, in partenza per
Costantinopoli664:
662
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni
Biffoli e compagni, c. 234 d.
663
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni
Biffoli e compagni, c. 234 s.
664
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni
Biffoli e compagni, c. 245 s.
410
410
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mdxxxviiii
...
Drappi di seta di nostro chonto in Levante in mano di Framcesco de’ Nobili
deono dare, addì 30 d’ottobre, f. centoventinove s. x di moneta sono per br. 34 ½ di
velluto pagonazzo di chermisi, br. 50 ¼ di raso pagonazzo di chermisi e br. 10 ½ di
raso incharnato di chermisi a paghamento, consegniati insino addì 23 di questo, a
detto Framcesco de’ Nobili per chondurlli in Pera e finirlli per nostro chonto per uno
richordo datoli e chome apare al Giornale, c. 98, in questo, drappi, avere, 243
...
f. 129. 10. –
b) A Costantinopoli Francesco de’ Nobili vende le sete nello stesso mese di dicembre 1540
e subito informa la compagnia Capponi-Biffoli, che ne prende nota665:
Drappi di chontro deono avere, addì 22 di dicembre 1540, f. 68.12.– sono per
valuta d’aspri 3430 ci fa buoni Framcesco de’ Nobili per ritratto di picchi 9 ½ di
raso incharnato e di picchi 44 di raso paghonazzo finito, sbatuto le spese di una
pezza di velluto chermisi pagonazzo, chonsegniato per noi a lLarione Cachi,
chome apare per il chonto sotto dì 9 di novembre paxato e chopiato al Giornale, c.
325, in questo, 240
E, addì detto, f. 75.– sono per valuta di br. 34 ½ di velluto chermisi pagonazzo
di chermisi a pagamento chonsegniato Framcesco de’ Nobili in Pera a Larione
Cachi per finire per noi, il quale si contò f. 69.– e più f. 6.– per valuta d’aspri 300
pagati per vettura e chomerchio di detto velluto, chom’apare pr il chonto alle
Ricordanze, c. 325, in questo, dare, 234
f.
68. 12. –
f. 75. –. –
-----------------f. 143. 12. –
c) La compagnia Capponi-Biffoli chiude il conto. Il risultato economico è positivo666:
Drappi di seta di nostro chonto in Levante in mano di Framcesco de’ Nobili
deono dare . . .
...
E, addì 22 di dicembre 1540, f. 14.2.– s’à d’avanzò a questo chonto, in
questo, 261
f. 14. 2. –
-----------------f. 143. 12. –
Doc. 190
La compagnia di Giuliano di Piero Capponi, setaioli, esporta regolarmente drappi in
Italia e nell’Europa occidentale, ma non dimentica l’Impero ottomano. Nell’agosto 1541
consegna tre rasi ad Antonio Pandolfi, in partenza per Costantinopoli. I Capponi
partecipano con i 2/3, Antonio Pandolfi con 1/3.
665
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni
Biffoli e compagni, c. 245 d.
666
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Alessandro Capponi e Giovanni
Biffoli e compagni, c. 245 s.
411
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MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
a) Il ricordo del costo delle sete e delle spese accessorie sostenute da Pandolfi a
Firenze667:
Mdxli
Drappi di nostro conto in mano di Antonio di Piero Pandolfi deono dare, addì
23 d’aghosto, f. cento ventiquatro s. xvi d. uno d’oro di moneta, sono per li 2/3 di
tre peze di rasi consegniate qui a detto Antonio che li finischa per noi co l’altro
suo 1/3, come appare al Giornale, a c. 9, in questo, avere drappi di nostro conto im
bottegha, in più somma, c. 12
E, addì xv di settembre, lire sedici s. x piccioli, portò Antonio Pandolfi
contanti, disse per più spese fatte a dette 3 pezze di drappi per ispacciarle di Fireze,
delle quale attiene al 1/3, a Uscita, a c. 43, in questo, a c. 19
f. 124. 16. 1
f.
2. 7. 2
-----------------f. 127. 3. 3
b) A Costantinopoli Antonio Pandolfi vende le sete. Ne informa i Capponi, i quali nel 1544
possono chiudere i conti e calcolare il risultato finale, che è negativo668:
Mdxli
Drappi di contro deono avere, addì xv di settembre, lb cinque s. x piccioli,
di tanti fatto debitore Antonio Pandolfi, in questo, a c. 21, per il suo 1/3 delle
spese fatte per ispacciare di Firenze 3 pezze di drappi a comune fra nnoi
E, addì primo di settembre 1544, f. 113.13.9 di moneta, si ragionano per
valuta di aspri 5345 ci fanno buoni Antonio Pandolfi e Tommaso Stiattesi e
compagni di Pera per ritratto netto delli 2/3 delle 3 pezze di rasi, come si
vede per le partite avute da lloro, copiate al Giornale, a c. 203, in questo, a
c. 112
E, addì detto, messi a disavanzi per la perdita di questo conto, in questo, a
c. 64
f.
–. 15. 8
f. 113. 13. 9
f. 13. 9. 6
-----------------f. 127. 3. 3
Doc. 191
Nel settembre 1541 la compagnia di Giuliano Capponi (Doc. 190) consegna ad Antonio
Pandolfi un costoso broccato di pelo rosso a bastone con l’incarico di venderlo. La seta
appartiene ora esclusivamente ai Capponi.
a) Il ricordo del costo del broccato e delle spese accessorie sostenute a Firenze669:
667
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
setaioli, c. 23 s.
668
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
setaioli, c. 23 d.
669
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 71 s.
412
412
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mdxli
Drappi di nostro chonto mandati in Pera a finire per noi a Antonio Pandolfi
deono dare, addì xiii di settenbre, f. ventuno s. x d’oro di moneta, sono per br.
8 ¾ di brochato di pelo rosso a bastone, chome apare al giornale, a c. 43, in
questo, 2
f. 21 s. 10. –
E, addì xv deto, f. – s. viiii d. iiii d’oro di moneta pagati a Antonio Pandolfi,
portò chontanti per gabella e spese fatte di br. 8 3/4 di brochato da chiesa, a
Uscita, a c. 52, in questo, 59
f. – s. 9 d. 4
...
b) A Costantinopoli Antonio Pandolfi cede il broccato ottenendo in cambio ciambellotti che
vengono venduti a un prezzo favorevole (f. 29.13.6). L’operazione è conclusa e la
compagnia Capponi può calcolare, dopo alcuni anni, il risultato finale dell’operazione, che
è positivo670:
Drappi di nostro chonto mandati in Pera a finire per noi a Antonio Pandolfi
deono dare . . .
...
E, a dì 29 di marzo 1549, f. 7 s. 14 d. 2 d’oro di moneta, fattone creditore
Avanzi, in questo, 141
...
f. 7.
14.
2
Doc. 192
La compagnia di Piero di Niccolò e Luigi di Giuliano Capponi organizza a volte
spedizioni di prodotti a Beirut, Chio e Alessandria. Nel caso in esame la compagnia ha
inviato ad Alessandria un insieme imprecisato di beni, tra i quali alcune telette. Nonostante
l’operazione sia ormai conclusa, i Capponi hanno calcolato un utile parziale, che ancora
non tiene conto della vendita delle telette671:
[1541]
Una mandata facta in Alexandria in compagnia di Niccolò de’ Chastrati de’
dare, addì 16 di luglio, f. 2073.11.11 d’oro di moneta per tanti ce la consengnia
debittore la ragione vecchia, per resto d’uno conto, in questo, 250
f. 2073 s. 11 d. 11
E, a dì 5 di novembre, f. 364.1.4 di moneta per tanti factone credittore Avanzi,
e sono per quello troviamo d’avanzo a questo conto che si resta ancora avere
conto delle telette andorono in dato luogho, in questo, 303
f. 364 s. 1 d. 4
--------------------f. 2437. 13.
3
670
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 71 s.
671
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 15, Debitori e creditori di Piero di Niccolò e Luigi di
Giuliano Capponi e compagni, c. 258 s.
413
413
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 193
La partenza per il Levante del mercante Francesco de’ Nobili spinge la compagnia di
Giuliano Capponi, setaioli, a destinare al mercato ottomano due tagli di velluto cremisi.
a) I Capponi registrano il costo delle sete e gli oneri accessori sostenuti sino ad Ancona672:
Mdxli [=1542]
Drappi di nostro conto in Levante in mano di Francesco di Luigi de’ Nobili
deon dare, addì 25 di febbraio, f. 152.5.– di moneta, sono per la monta di 2 pezze
di velluti chermisi consegniati qui a detto Francesco, che gli porti im Pera a finire
per nostro conto, come al Giornale, a c. 20, in questo, avere, a c. 32
f. 152. 5. –
E, addì xxvii detto, lb. diciasette s. v piccioli, portò contanti, disse per ghabella
e altre spese fatte a detti drappi per condurli insino in Anchona, a Uscita, a c. 46,
in questo, a c. 31
f.
2. 9. 4
--------------------f. 154. 14. 4
b) A Costantinopoli Francesco de’ Nobili ha venduto le due pezze nel corso del 1543-44 e
informa i Capponi, che saldano il conto e determinano un risultato finale negativo673:
Drappi di contro deono avere, addì 19 di febbraio 1543 [=44], f. 72.3.3 di
moneta, sono per valuta di aspri 3450 ci fa buoni Francesco detto per ritratto netto
e per quando riscossi saranno per la fine di una pezza di velluto finita e datone
conto sotto dì 19 di dicembre, copiato al Giornale, a c. 195, in questo, dare, c. 110 f. 72. 3. 3
E, addì 2 di luglio 1544, f. 77.2.10 sono per valuta di aspri 3780, ci fa buoni
per ritratto netto di una pezza di velluto incarnato finita pe danari e datone conto
sotto dì 28 del paxato, copiato al Giornale, a c. 199, in questo, a c. 200
f. 77. 2. 10
E, addì 26 detto, fattone debitori Avanzi per danno si truova a questo conto, in
questo, c. 64
f.
5. 8. 3
--------------------154. 14. 4
Doc. 194
La compagnia di Giuliano Capponi consegna altri drappi a Francesco de’ Nobili, in
partenza per il Levante. Le sete appartengono questa volta per ¾ ai Capponi e per ¼ allo
stesso Nobili.
a) Le sete che i Capponi spediscono a Costantinopoli674:
672
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
setaioli, c. 40 s.
673
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
setaioli, c. 40 d.
674
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 87 s.
414
414
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Mdxli [=1542]
Drappi di nostro chonto mandati in Pera a finire in mano di Framcesco de’
Nobili deono dare, addì xxiii di marzo, f. setanzei s. ii d. vi d’oro di moneta e sono
per e nostri ¾ di ii veste d’altebassi brochati: uno paghonazo e uno roso
chonsegniato qui al sopra deto Framcesco, chome apare al Giornale, a c. 55, drappi
avere, in questo, in sonma di f. 101.10, c. 71
E, addì xxi d’aprile 1542, f. – s. xvii d. ii d’oro di moneta sono per gabella e
altre spese fatte a una peza d’altebasso d’oro filato, chome apare al Quadernucio,
a c. 35, a Uscita, a c. 56, in questo, 85
E, addì xv di maggio, f. – s. xv d. viiii d’oro di moneta, sono per gabella e altre
spese fatte a una peza d’altebasso d’oro, chome apare al Quadernucio, a c. 35, a
Uscita, a c. 57, in questo, 85
E, addì iii di giugnio, f. setantanove s. xvi d. x d’oro di moneta sono per ¾ di
dua veste d’altebassi brochati mandati al sopra deto Framcesco de’ Nobili a finire,
chome apare al Giornale, a c. 57, in questo, 71
E, addì x deto, f. uno s. xiii d. xi d’oro di moneta sono per ghabella e altre spese
fate a dete ii veste, chome apare al Quadernucio di chassa, a c. 36, in questo, a
Uscita, a c. 57, 85
E, addì xxiiii di luglio, f. sesanzei s. viiii d. ii d’oro di moneta fatti buoni a
Framcesco de’ Nobili per la suo ¼ parte d’aspri 13428 ragionati a aspri 49 per
fiorino di moneta, montò e ritratto di più drappi di che ci dete chonto della
parte sua e nostra dove lui ateneva per il ¼ e però si li fa buono deto quarto,
in questo, 128
f.
76. 2. 6
f.
–. 17. 2
f.
–. 15. 9
f.
79. 16. 10
f.
1. 13. 11
f. 66. 9. 2
----------------f. 225. 15. 4
b) A Costantinopoli Francesco de’ Nobili ha venduto le sete o, più esattamente, le ha cedute
in cambio di ciambellotti. Il 19 dicembre 1543 scrive ai Capponi, i quali il 28 marzo 1544
ne prendono nota675:
Framcesco di Luigi de’ Nobili in Pera de’ dare, addì xxviii di
marzo [1544], f. dugentosesantacinque s. xvi d. viii d’oro di moneta,
sono per valuta d’aspri 13026 ci fa buoni per ritratto neto di pichi 53
d’altebassi finiti e datone conto soto dì 19 di diciembre passato,
chom’apare alle Ricordanze, a c. 217, in questo drappi, per aspri 49
per fiorino
aspri 13026
...
f. 265 s. 16 d. 8
c) I Capponi possono chiudere i conti. L’operazione termina con un utile di circa f. 40676:
Drappi di nostro chonto mandati in Pera a finire in mano di Framcesco de’
Nobili deono dare . . .
...
675
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 128 s.
676
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
battilori, c. 87 s.
415
415
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
E, addì deto [marzo 1544], f. quaranta s. uno d. iiii d’oro di moneta che in tanti
s’avanza a questo chonto per drappi finiti a baratto di canbellotti, di che se ne fa
creditore canbelotti per la sopra mesa in questo, c. 128
f. 40 s. 1 d. 4
-------------------f. 265 s. 16 d. 8
Doc. 195
La compagnia di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli, setaioli, che il 1° dicembre 1535
ha mutato la ragione sociale in Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli, aveva in passato
spedito a Napoli un costoso velluto (Doc. 169 a); in un secondo momento i Capponi-Biffoli
decidono di inviarlo ad Alessandria e in cambio ottengono aloe e indaco, che poi sono
venduti sul mercato egiziano677:
La ragione nuova de Libro giallo segnato B d’Alexandro Chapponi e Giovanni Biffoli e compagni
de’ dare . . .
...
E, addì 25 detto [novembre 1542], f. 46.7.5 di moneta ci fa buoni per quando
rischossi saranno, per ritratto d’indacho et aloe s’ebbe in Alexandria per rinchontro
d’una pezza d’altebasso mandatovi da Napoli, in questo, drappi, avere, 287
f. 46 s. 7 d. 5
...
Doc. 196
Nel maggio 1545 Cristofano di Bernardo Rinieri organizza un’importante spedizione di
panni di lana e drappi ad Alessandria. Rinieri partecipa per 2/3 e Iacopo Capponi per 1/3.
Sappiamo che in quell’anno Iacopo Capponi si recò in Egitto dopo aver ricevuto dallo stesso
duca Cosimo I de’ Medici una somma ingente, con la quale avrebbe dovuto acquistare
porcellane, tappeti e altro678.
a) In un suo libro di Ricordanze Cristofano Rinieri ha copiato gli estremi dell’accordo679:
Addì xviii di maggio 1545
Richordo chome questo dì sopraschritto io ò chonsegnato a Iachopo di Chappone Chapponi per
portare inn Alexandria e finigli per mio chonto propio la ½ di 6 panni luchesini e 2/3 di più
drapperie d’oro e di seta di valuta di f. 902 in circha, de’ quali partichularmente ne appare nota al
mio Giornale, segn. C, c. 278, c. 279, sotto nome di ditto Iacopo Chapponi e chon libera
chonmexione e chome per un richordo dato al detto Iacopo di mia propia mano, quale sarà qui a
ppiè notato, de verbo a verbum.
677
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli
e compagni, setaioli, c. 270 s.
678
Per le porcellane, si veda M. Spallanzani, Ceramiche orientali a Firenze, cit., p. 184; per i tappeti
M. Spallanzani, Oriental Rugs, cit. pp. 139-140.
679
ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 220,
Ricordanze di Cristofano di Bernardo Rinieri, cc. 106 v., 107 r.
416
416
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Richordo a voi, Iacopo di Chappone Chapponi, di quanto avete a seghuire per me in questo vostro
viaggio d’Allexandria, chome apresso e prima:
E vi s’è chonsegnato a nNapoli . . . panni sey luchesini . . .
...
E più vi s’è chonsegnato qui in Firenze tanti drappi d’oro e di seta che ascendano alla sonma di f.
902.5.11 d’oro di moneta, chome partichularmente appare al detto Giornale, segn. C, c. 279, de’ quali
ne attiene a voi la 1/3 parte e li altri 2/3 a me propio, de’ quali 2/3 attenenti a me vi se ne dà libera
chomexione, chome di sopra, che per me li finiate e de ritratto rinvestiate in merchanzie, chome di
sopra680, e lle charichiate in su qualunque legnio vi parrà più a proposito, per chonsegnalle qui, chome
di sopra, a la prima mandata, chome di sopra, charicherete in sulla nave di Marino detto681, non
passando però la somma de’ detti f. 200 o 250 in fra tutti e detti panni e drappi e ogni restante chome
di sopra. Che Iddio salvi li chonducha.
b) Cristofano Rinieri, il quale possiede anche una compagnia di setaioli, fornisce le sete682:
[1545]
Christofano Rinieri e compagni, setaioli di Firenze, deono avere . . .
...
E, a dì detto [18 maggio 1545], f. novecientodua s. v d. xi d’oro di moneta di
Firenze, sono per valuta di più drappi d’oro e di seta aùti da lloro per detto
pregio, chome partichularmente si mostra al Giornale C, c. 279, per paghagli
loro la ½ a gugnio 1546 e restante a settembre 1546, posto detti drappi dare, in
questo, c. 278
f. 902 s. 5. 11
...
c) Le sete sono consegnate a Iacopo Capponi683:
[1545]
Drappi d’oro e di seta di mio conto, per mandare inn Alexandria e 2/3 per mio
chonto e ’l 1/3 per chonto di Iacopo di Chappone Chapponi, al quale Iacopo si sono
chonsegnati questo dì, tutti per finigli in Alexandra chon libera chonmesione, chome
appare al mio Giornale C, a c. 279, deon dare, a dì 18 di maggio 1545, f.
novecientodua s. v d. xi d’oro di moneta dal Giornale, c. 279, sono per la monta di
più drappi d’oro e di seta, chome al detto Giornale si mostra, per paghagli loro la ½
a gugno 1546 e resto a settembre 1546 e per detti drappi si fanno buoni a Cristofano
Rinieri e compagni, setaioli, in questo, c. 277
f. 902 s. 5. 11
...
680
Con esclusione di gioielli e cavalli.
Marino da Ragusa.
682
ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori
e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 277 d.
683
ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori
e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 278 s.
681
417
417
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc. 197
Dopo la spedizione del 1545 di drappi ad Alessandria al seguito di Iacopo Capponi
(Doc. 196), Cristofano Rinieri guarda al mercato ottomano. Un altro fiorentino – Alfonso
Berardi – è in procinto di partire con destinazione Costantinopoli e Rinieri gli consegna due
tagli di velluto.
a) Come già aveva fatto nel 1545, anche in questa occasione Cristofano Rinieri copia nelle
sue Ricordanze gli estremi dell’accordo. Di grande interesse è l’accenno non tanto al velluto
quanto a un piccolo taglio di stoffa, di circa cm. 30, che Rinieri spedisce a Costantinopoli.
Si tratta di un campione, che deve servire a saggiare il mercato ottomano684:
Addì [5] d’ottobre 1546
Chopia d’un richordo dato a Alfonso Berardi nella sua gita di Levante.
Richordo a voi, Alfonso Berardi, di quello avete a seghuire per me, Cristofano Rinieri, proprio,
in questa vostra gita e stanza di Pera. Che Nostro Signore Iddio sano e salvo vi chonducha.
In prima io v’ò fatto chonsegnare, qui alla mia bottegha di seta:
br. xii di velluto rosso fondo giallo rosette d’oro filato
br. xv di velluto paghonazo simile
Li quali 2 tagli di velluti avete a fare ogni opera di dare loro fine in per el meglio modo e chon
più vantaggio potrete. De ritratto de’ quali vedete mandarmene danari chontanti cho lla prima
chonmodità arete, avisandovi che di chapitali mi chostano tutte dua le veste di sopra duc. cinquanta
d’oro in oro, f. 50.
E vi s’è dato ½ braccio di drappo travisato di più cholori. Quando sarete gunto in detto
luogho e che arete la chonmodità, vedete se quello al paese piaciessi e quello si potrebbe fare,
facciendovi intendere che della sorte della mostra chosterieno qui in Firenze duc. uno ¼ d’oro
braccio, cioè lb. 8.15 piccioli, a chontanti, sì che avendo a fare partito alchuno, chalchulate le
spese e tutto, e fate d’avere senpre qualche danaio alla mano o sete ba[. . .]ti o simile merchanzie.
E pigliate tenpo a ffare e drappi, che pensiate si possino fare e chondurre dalla banda di chostà.
E non achadendo altro, farò fine.
b) La compagnia di setaioli dello stesso Rinieri fornisce il velluto685:
[1546]
Christofano Rinieri e compagni, setaioli di Firenze, deono avere . . .
...
E, a dì – d’ottobre 1546, f. quaranta d’oro di moneta, dal Giornale, c. 287, sono
per valuta di br. 27 di velluto rosso e paghonazo in 2 tagli cho rosette d’oro filato, aùto
da lloro per detto pregio, tutto per tenpo di –, e quali drappi ò dati in achomandita a
Alfonso Berardi, che per me gli finischa, posto drappi dare, in questo, c. 288
f. 40 s. –. –
...
684
ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 220,
Ricordanze di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 112 v. Nel margine sinistro della carta è scritto:
drappi mandati in Levante per mano di Alfonso Berardi.
685
ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori
e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 277 d.
418
418
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
c) Il velluto viene consegnato ad Alfonso Berardi686:
Mdxxxxvi
Drappi di mio conto propio dati in achomandita a Alfonso Berardi per finigli per
mio chonto in Levante deono dare, addì – d’ottobre 1546, f. quaranta d’oro di
moneta, per loro fatti buoni a Cristofano Rinieri e compagni, setaioli, avere, in
questo, a c. 277, sono per valuta di br. 27 di velluto in 2 tagli, una rossa e una
paghonazza, chon opera e rosette d’oro filato, aùte da loro per ditto pregio e di ditti
drappi detto Alfonso ne à un richordo, e chonmessione di mia mano appare alle mia
Richordanze C, c. –
f. 40 s. –. –
...
Doc. 198
Il 12 aprile 1548 la compagnia di Giuliano Capponi, setaioli, spedisce a Girolamo Doffi
e Francesco Ferrini, attivi ad Alessandria, un broccato rosso cremisi destinato alla vendita.
a) Il ricordo dei costi sostenuti a Firenze687:
Mdiil [=1549]
Drappi di nostro conto in Alexandria d’Egitto in mano a Girolamo Doffi e
Francescho Ferrini e compagni, deon dare, addì v di gennaio, f. centodua s. xviii –
d’oro di moneta, sono per la monta e spese di br. 36 a pagamento di brochato rosso
chermisi di pelo chon oro filato, gli mandò la ragione vecchia del Libro rosso sino
addì xii d’aprile paxato e per lor lettera de dì 10 di luglio s’ebbe adviso dell’arrivo,
in questo, avere, 2
f. 102. 18. –
...
b) Il 27 febbraio 1550 ad Alessandria la compagnia Doffi e Ferrini cede il broccato in
cambio di zenzero per un valore complessivo di f. 105. La compagnia scrive poi ai Capponi,
che ne prendono nota in un loro libro contabile688:
Drappi di nostro conto di contro deono avere, addì xxvii di febraio 1549 [=1550],
f. cento cimque di moneta, tanto si ragiona cantara 11 e rotoli 59 di giengievo
mechino, avuto in baratto del contrascritto drappo, chome per il conto avuto sotto dì
xxvi di giugno paxato e chopiato al Giornale, c. 256, in questo, c. 90
f. 105. –. –
686
ASF, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori
e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri, c. 288 s.
687
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 16, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
setaioli, c. 36 s.
688
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 16, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
setaioli, c. 36 d. La contropartita della registrazione che segue precisa che il drappo è un brochato a
bastone (c. 90 s.).
419
419
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
c) I Capponi chiudono il conto e determinano il risultato finale, che è positivo, anche se
di poco689:
Drappi di nostro conto in Alexandria d’Egitto in mano a Girolamo Doffi e Francescho Ferrini e
compagni deon dare . . .
...
E, addì 17 d’ottobre [1550], f. dua s. ii. – di moneta, tanti fatto creditore Avanzi
di nostro conto, in questo, a 52
f. 2. 2. –
Doc. 199
Da Alessandria la compagnia di Bernardo Pitti ha chiesto alla compagnia di Iacopo
Capponi, attiva a Firenze, di comperare per suo conto due tagli di velluto. I Capponi
acquistano i tessuti presso due fornitori differenti e al termine, nel novembre 1552,
addebitano alla compagnia Pitti i relativi costi690:
Mdlii
Bernardo Pitti e compagni d’Alexandria, di contro, deono dare, addì v di
novembre, lb. 168.15.– piccioli, pagati a Philippo Salviati e Antonio Calandri e
compagni per br. xii ½ di velluto rosso aùto da lloro per lb. 13 ½ braccio, portò
Ghuasparri Giocondi, creditore a Uscita, c. 161, cassa creditore, in questo, c. 394
E, addì detto, lb. 165.15.– piccioli pagati a Piero Arighucci e compagni,
setaioli, per br. 13 di velluto fistichino, aùto da lloro per lb. 12.15.– piccioli
braccio, portò Antonio di Domenico da Filicaia, creditore a Uscita, c. 161, cassa
creditore, in questo, c. 394
E, addì vii detto, lb. vi piccioli pagati a Amerigho Ghrassi e compagni, portò
Giovanni Soldani contanti, e sono per le spese per lo spaccio di qui di dua tagli
di velluto mandati loro in una caxetta di drappi di detti Ghrassi, come a Uscita,
c. 162, cassa creditore, in questo, 394
...
689
duc. 24 s. 2 d. 2
duc. 23 s. 13 d. 7
duc. – s. 17 d. 2
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 16, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni,
setaioli, c. 36 s.
690
BNCF, Capponi, Libri di commercio, 17, Debitori e creditori di Iacopo Capponi e compagni, c. 388 s.
420
420
Elenco dei documenti
Elenco dei documenti
Nel presentare i documenti si è a volte derogato da un criterio rigidamente cronologico.
Infatti molte operazioni richiedevano mesi, o anni, prima di concludersi. Abbiamo quindi
scelto di riunire all’interno dello stesso documento (mediante l’utilizzo di sotto-documenti
caratterizzati dalle lettere dell’alfabeto) tutte quelle registrazioni che si riferivano alla stessa
operazione, ancorché sviluppatesi, appunto, in un lasso temporale ampio. Altre volte
minime deroghe sono state fatte per raggruppare in sequenza tutte le operazioni riguardanti
la stessa compagnia, evitando inserimenti di altre che una rigorosa applicazione del criterio
cronologico avrebbe comportato. La Tabella che segue elenca tutti i documenti presenti nel
corpus, indicando anche la loro articolazione in sotto-documenti.
Doc. Descrizione
Anni
p.
1 a-e Gabelle sull’importazione e sull’esportazione di drappi a/da Firenze
sec. XIV-XVI 88
2
Anonimo fiorentino, forse Dino Compagni, Intelligenza (estratto)
ca. 1350
90
3
Tommaso Peruzzi e compagni acquistano velluti fiorentini
1333
91
4oc. Abiti di lusso posseduti da donne fiorentine
1343-45
91
p.
51 a-e Niccolò da Poggibonsi in Egitto
1349XVI 88
92
Seta grezza cinese a Firenze
1362
92
26
1350
90
Carico di nave rientrata da Beirut con tessuti serici e auroserici
1381
93
37
91
84 a-b Pellegrinaggio di Frescobaldi, Gucci e Sigoli in Terrasanta
138445
93
91
95
Francesco Datini acquista drappi per la moglie
1392
94
92
10
Elenco di tessuti reperibili sul mercato di Fez
1395-96
94
6
92
117 a-b Ambasciata di Brancacci e Federighi in Egitto
1422
95
93
128 a-b Benedetto Strozzi si reca ad Alessandria con sete fiorentine
1422
96
93
139 a-c Giorgio Ughi invia drappi ad Alessandria
1422
97
94
14
Ammontare dei noli per il trasporto dei drappi a Costantinopoli
142296
99
10
94
15
1444
99
11 a-b Descrizione del mercato (bisestano) di Bursa
95
16
I Cambini inviano drappi fiorentini a Girolamo Corboli, in Venezia
1456
99
12
96
17
1459
100
13 a-e
a-c I Cambini vendono drappi Pera tramite Biliotti
97
18
1460
103
14 a-e I Cambini vendono drappi Pera tramite Biliotti
99
19
1462
107
15 a-e I Cambini vendono drappi Pera tramite Biliotti e Ceffini
99
20
1461
110
16 a-b Ammontare dei noli per il trasporto dei drappi a Costantinopoli
99
21
1460
111
17 a-c
a-e Andrea Banchi vende drappi a Costantinopoli tramite Foligno e Dietifeci
100
22
1460
114
18 a-b
a-e Andrea Banchi vende drappi a Costantinopoli tramite Foligno e Dietifeci
103
23
1461
116
19 a-b
a-e Andrea Banchi vende drappi a Costantinopoli tramite Foligno e Dietifeci
107
24
1462
118
20 a-b Andrea Banchi invia drappi a Dietifeci, in Pera
110
25
1464
120
21 a-c Niccolò Dietifeci da Costantinopoli scrive agli eredi Banchi
tifeci
111
22 a-b
tifeci
114
FUP
23 Best
a-b Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
tifeci
116
Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
24
118
Author(s),
CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press
25 Spallanzani, University
120
(www.fupress.com),
ISSN 0000-0000
(online),
ISBN
000-00-0000-000-0 (PDF), DOI 10.36253/000-00-0000-000-0
Marco
of Florence,
Italy,
marco.spallanzani.fi@gmail.com
Francesco Guidi Bruscoli, University of Florence, Italy, francesco.guidibruscoli@unifi.it, 0000-0002-8389-0613
FUP
BestList
Practice
in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
Referee
(DOI 10.36253/fup_referee_list)
Marco
Spallanzani,
Francesco
Bruscoli,
Tessuti
di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
FUP Best
Practice in
ScholarlyGuidi
Publishing
(DOI
10.36253/fup_best_practice)
Author(s), CC BY 4.0 International, metadata CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press
Marco
Spallanzani,
Francesco
Guidi
Bruscoli,
Tessuti
di
seta
tra Firenze e il Levante
(ca.DOI
1350-1550).
Le fonti, © 2023 Author(s),
(www.fupress.com), ISSN 0000-0000 (online), ISBN 000-00-0000-000-0
(PDF),
10.36253/000-00-0000-000-0
CC BY 4.0, published by Firenze University Press, ISBN 979-12-215-0086-8, DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc.
26 a-b
27 a-d
28
29 a-b
30
31
32
33 a-c
34 a-b
35
36 a-b
37
38 a-b
39 a-b
40
41 a-c
42 a-j
43 a-e
44
45
46
47
48
49 a-e
50 a-e
51 a-d
52 a-c
53 a-e
54 a-e
55 a-b
56
57
58
59
60 a-c
61
62 a-s
63
64
65 a-b
66
67
68 a-b
69 a-b
70
71 a-d
72
422
422
Descrizione
Anni
p.
Antonio Segni parte per Costantinopoli con drappi di Bardi e Segni e li vende
1463
120
Antonio Segni parte per Costantinopoli con drappi di F. e B. Segni e li vende
1463
121
Antonio Segni parte per Costantinopoli con drappi di Spinelli
1463
122
Antonio Segni parte per Costantinopoli con drappi di Federighi
1463
123
Antonio Segni rientra a Firenze con alcuni drappi invenduti
1464
123
I Cambini acquistano drappi a Venezia tramite Girolamo Corboli
1468
124
Contratto fra Romolo di Andrea e compagni e Giovanni Bocci per la
1468
124
vendita di tessuti a Costantinopoli
Contratti fra Romolo di Andrea e compagni e Salvi di Niccolò e Leonardo
1469
126
Salvucci per la vendita di tessuti a Costantinopoli (inclusa assicurazione)
Benedetto Dei, Cronica
1472-74 128
Statuto della colonia fiorentina a Costantinopoli
1488
128
I Salviati del banco vendono a Roma drappi acquistati a Bursa
1488
129
Bartolo Tedaldi parte per Costantinopoli con drappi dei Nasi
1489
130
Inventario dei beni di Lorenzo il Magnifico
1492
131
Pandolfini commissiona a Salvetti l’acquisto di drappi orientali a
1492
132
Costantinopoli
Pandolfini vende drappi a Costantinopoli tramite Salvetti
1492-93 133
I Salviati del banco e altri vendono drappi a Costantinopoli tramite Strinati
1489
134
I Salviati del banco e altri vendono drappi a Costantinopoli tramite Strinati 1491-95 138
Giovanni Salviati, in Pera, vende drappi
1492-93 159
Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli
1495
161
Giovanni de’ Medici e Cresci Donati, in Pera, vendono drappi
1495
162
Bernardo Vecchietti e Bonsignore Bonsignori in Bursa
1497-98 162
Bindo Vernacci, in Bursa, acquista un drappo
1498
163
I Pandolfini inviano drappi a Costantinopoli
1498
163
I Salviati del banco inviano drappi a Costantinopoli a Strinati e Miniati
1498-1500 163
I Salviati del banco inviano drappi a Costantinopoli a Strinati e Miniati
1499-1501 169
I Salviati del banco inviano drappi a Costantinopoli a Miniati
1501
173
I Serristori, battilori, Francesco Gherardi e Niccolò Tanini vendono drappi
1499
176
a Costantinopoli tramite Luigi Gherardi e Tommaso d’Aiolfo
I Serristori, battilori, e Francesco Gherardi vendono drappi a Costantinopoli
1499
178
tramite Luigi Gherardi e Tommaso d’Aiolfo
I Serristori, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Luigi
1499
180
Gherardi e Tommaso d’Aiolfo
Andrea Sostegni, in Costantinopoli, ricorda l’assenza di seta grezza a Bursa
1500
183
Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli
1500
183
Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli
1500
184
Gli Eredi di Averardo Serristori inviano una pezza di altobasso a Costantinopoli
1501
184
I Serristori, battilori, inviano una pezza di velluto a Costantinopoli
1501
185
Giovanni Maringhi, in Bursa, acquista drappi orientali
1501
185
Giovanni Maringhi, da Costantinopoli, spedisce seta grezza a Firenze
1501-02 186
Giovanni Maringhi vende a Costantinopoli drappi dei Soderini, setaioli
1502-03 187
Giovanni Maringhi, da Costantinopoli, ordina drappi a Firenze e manda disegni
1504
200
Giovan Battista Gherardi manda notizie a Firenze da Adrianopoli
1502
201
I Gondi, setaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite i Fantoni
1502
201
Tariffa di Bartolomeo di Pasi
1503
203
I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Simone Zati
1503
203
I Serristori, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Tommaso
1503
205
d’Aiolfo e Luigi Gherardi
I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Simone Zati
1503
206
Francesco de’ Medici invia drappi a Costantinopoli a Cresci Donati e
1503
207
Guido de’ Medici
Alessandro Gondi e Bernardo Segni inviano drappi a Costantinopoli a
1503
208
Carsidoni
Eredità di Iacopo Pandolfini
1504
211
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc.
73
74 a-c
75
76 a-c
77
78 a-c
79
80
81 a-b
82
83
84
Descrizione
Memoria di Federico Strozzi su una cassetta drappi persa in Ancona
Alessandro Sacchetti dà notizia ai Bardi di vendite di drappi a Costantinopoli
Simone Zati acquista un damasco di Bursia per Maddalena Serristori
Guido de’ Medici va a Costantinopoli con drappi di seta e panni di lana
I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Simone Zati
I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Simone Zati
Federico Strozzi invia ad Ancona drappi destinati a Costantinopoli
Inventario dei beni di Giovanni Maringhi
Drappi dei Gondi nel fondaco del defunto Simone Zati, in Pera
Del Caccia consegna drappi a Santi Gambarelli in partenza per il Levante
Del Caccia consegna drappi a Alessandro Sacchetti in partenza per il Levante
Giorgio Bartoli e Pier Francesco Nasi scrivono da Costantinopoli a Agnolo
de’ Bardi
85
I Gondi, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo
86 a-b Agnolo Del Caccia vende drappi a Costantinopoli tramite Alessandro
Sacchetti
87
I Serristori, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Lodovico Cavalcanti
88
I Serristori, battilori, e Tommaso d’Aiolfo inviano drappi a Costantinopoli
a Lodovico Cavalcanti
89 a-f Alessandro Sacchetti dà notizia ai Bardi di vendite di drappi a
Costantinopoli
90 a-i I Salviati, lanaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Miniati, Cavalcanti
e Sommaia
91
Antonio Miniati, in Pera, ha venduto drappi dei Gondi
92 a-c I Venturi, lanaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite B. Venturi e
Guiducci
93 a-b Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Antonio Gerini
94 a-b Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo
95 a-b Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo
96
Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo
97 a-c Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo
98
Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Ludovico Boni
99
Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Ludovico Boni
100
Agnolo Del Caccia invia un raso a Costantinopoli
101 a-b Agnolo Del Caccia vende drappi a Costantinopoli tramite Francesco Zati
102
I Gondi, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Tommaso d’Aiolfo
103
Statuto dell’Arte della Seta di Firenze
104 a-y I Salviati, lanaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Girolamo da
Sommaia e poi tramite Michele di Vieri e Piero da Sommaia
105
Giovanni Pandolfini vende raso a Costantinopoli tramite Buonaparte
106
Bartolomeo Tebalducci dà notizia ai Corbinelli di vendite di drappi a Bursa
107 a-b Ambasciata fiorentina a Costantinopoli (elenco doni)
108 a-p I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Bartolomeo Biliotti
109 a-c I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Francesco degli Alessandri
110
Accordo fra i Cavalcanti e Luigi Gherardi, attivo in Pera
111 a-s I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Biliotti e Gherardi
112 a-h I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Bartolomeo Biliotti
113 a-d Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina drappi ai Cavalcanti
114
Da Costantinopoli Luigi Gherardi ordina drappi ai Cavalcanti
115 a-m I Cavalcanti vendono drappi a Costantinopoli tramite Bartolomeo Biliotti
116 a-c I Cavalcanti inviano drappi a Costantinopoli a Bartolomeo Biliotti
117 a-c Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina ai Cavalcanti 3.000 picchi
di rasi e 600 di velluti
118
Lettera dei Cavalcanti a Biliotti sui ritardi nel pagamento della Porta
119
Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina drappi ai Cavalcanti
120
Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina drappi ai Cavalcanti
Anni
1504
1505
1505
1505
1505
1505
1506
1507
1507-08
1507
1507
p.
211
212
213
214
215
216
219
220
222
223
224
1508
224
1508
225
1508
226
1508-09
227
1509
229
1508
230
1508-11
232
1509
237
1510
238
1510
1510
1512
1513
1513
1513
1514
1514
1516
1512
1512
240
241
243
244
245
247
248
249
249
251
251
1512-14
252
1512
1512
1513
1511
1511
1512
1512
1512
1512
1513
1514
1514
274
275
275
279
291
294
295
304
309
310
311
324
1514
325
1515
1515
1516
327
327
328
423
423
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Doc.
121
122
123
124 a-b
125
126 a-c
127
128 a-b
129 a-b
130
131
132
133
134
135
136 a-e
137 a-d
138
139
140 a-b
141
142 a-c
143 a-b
144 a-d
145
146
147 a-b
148 a-b
149 a-c
150 a-b
151
152
153
154
155
156 a-b
157 a-b
158
159 a-c
160
161
162 a-b
163
164
165 a-c
166 a-f
424
424
Descrizione
Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti manda disegni per drappi ai Cavalcanti
I Cavalcanti acquistano tabì a Venezia per conto di Biliotti
Da Costantinopoli Bartolomeo Biliotti ordina drappi ai Cavalcanti
I Cavalcanti scrivono a Biliotti sulla vendita di drappi a Damasco
I Cavalcanti scrivono a Tebalducci prospettando l’invio di drappi
I Pitti-Antinori inviano rasi a Costantinopoli a Antonio Gerini
I Gondi di Lione e gli Affaitati di Lisbona acquistano seta grezza cinese a
Lisbona
Giovanni Pandolfini invia un raso a Costantinopoli
Luigi da Castelfiorentino compie un viaggio in Levante e vende sete
Niccolò Davanzati rientra da Costantinopoli con monete d’oro per i Salviati
Carlo Strozzi scrive al figlio Girolamo, in Costantinopoli
Giovanni Pandolfini invia drappi a Costantinopoli
I Bartolini, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Giovanni Vernacci
I Bartolini, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Giovanni Vernacci
I Bartolini, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Giovanni Vernacci
Contratti di assicurazione, sensale Raggio Raggi
Vendita di drappi giacenti nel fondaco del defunto Girolamo Strozzi, in Pera
I Capponi, battilori, inviano drappi a Costantinopoli a Antonio Gerini
Festa della nazione fiorentina di Costantinopoli
Dispacci veneziani su monete d’oro e d’argento trasferite dai fiorentini da
Costantinopoli
Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Michele di Vieri
Agnolo Del Caccia invia drappi a Costantinopoli a Francesco Salvetti
I Venturi, setaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Ridolfo Lotti
Gli Strozzi, setaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Lorenzo
Barducci e Paolo Peruzzi
Paolo Corsini ha venduto a Bursa velluto di Cristofano Rinieri, setaiolo
I Mazzinghi, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Tommaso
d’Aiolfo
I Capponi-Guadagni, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite
Tommaso d’Aiolfo
Gli Strozzi, battilori, e Tommaso Scarlatti stipulano contratto per la
vendita di drappi a Costantinopoli
I Capponi, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Antonio Gerini
I Bartolini, battilori, scrivono a Giovanni Vernacci a Costantinopoli
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende un drappo a Solimano per
conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende velluti per conto dei Bartolini
I Bartolini, battilori, scrivono a Vernacci, in Costantinopoli, sull’assedio
di Firenze
I Bartolini, battilori, scrivono a Giovanni Vernacci a Costantinopoli
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende drappi per conto dei Bartolini
Giovanni Vernacci, in Costantinopoli, vende drappi per conto dei Bartolini
I Bartolini, battilori, scrivono a Giovanni Vernacci a Costantinopoli
I Bartolini, battilori, inviano drappi a Costantinopoli tramite Lorenzo
Barducci
I Bartolini, battilori, scrivono a più riprese a Giovanni Vernacci a
Costantinopoli
Anni
1516
1517
1517
1517
1518
1520
p.
329
330
331
332
333
334
1522
335
1522
1522
1523
1523
1524
1524
1524
1524
1524
1525
1525
1525
335
336
337
338
338
339
340
340
341
343
344
345
1525
345
1525
1526
1526
346
347
348
1526
350
1527
353
1529
354
1529
355
1529
355
1529
1529
357
358
1529
359
1529
1529
1530
1530
1530
1530
1530
1530
359
360
362
365
367
370
374
375
1529
378
1530
1531
1531
1531
379
380
383
384
1532
385
1536-43
387
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Doc. Descrizione
167
Guglielmo da Sommaia e Vieri di Vieri hanno venduto a Costantinopoli
drappi per conto degli Strozzi, battilori
168 a-b I Capponi, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Gerini,
Sommaia e Girolami
169 a-c I Capponi-Biffoli, setaioli, vendono drappi a Costantinopoli tramite Scarlatti
170
Bernardo de’ Bardi parte per Costantinopoli con drappi dei Lotti
171 a-b Bernardo de’ Bardi parte per Costantinopoli con drappi dei Bartolini
172
I Mazzinghi, battilori, chiedono a Bardi di riferire un messaggio a
Pandolfo Biliotti, loro corrispondente a Costantinopoli
173
Bernardo de’ Bardi rientra a Firenze con merci e denaro contante
174 a-c I Capponi, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite Luca
Salvucci e Carlo Zati
175 a-c Francesco Lioni, da Venezia, vende un raso ad Alessandria tramite
Prospero, siciliano
176 a-b I Capponi-Biffoli, setaioli, vendono un velluto in Nord-Africa tramite
Giovan Battista Doffi
177
Francesco Lioni, da Venezia, acquista drappi fiorentini
178 a-d Francesco Lioni acquista drappi a Venezia per conto di fiorentini attivi a
Costantinopoli
179
Francesco Lioni acquista drappi a Venezia per conto di Guglielmo da
Sommaia, attivo a Costantinopoli
180
Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi a Costantinopoli a Tommaso
Scarlatti
181 a-b Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi a Costantinopoli a Guglielmo
da Sommaia e Leonardo Girolami
182
Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi genovesi a Costantinopoli a
Francesco da Magnale
183
Francesco Lioni, da Venezia, invia damaschi a Costantinopoli a Guglielmo
da Sommaia e Leonardo Girolami
184 a-c Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi a Costantinopoli a Tommaso
Scarlatti
185 a-f Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi genovesi a Costantinopoli a
Guglielmo da Sommaia e Leonardo Girolami
186
Francesco Lioni, da Venezia, invia drappi a Costantinopoli a Guglielmo
da Sommaia
187
Francesco Lioni, in Venezia, acquista drappi per Guglielmo da Sommaia
188 a-c I Capponi-Biffoli vendono drappi a Costantinopoli tramite Ilarione
Ciacchi
189 a-c I Capponi-Biffoli vendono drappi a Costantinopoli tramite Francesco de’
Nobili
190 a-b I Capponi, setaioli, vendono rasi a Costantinopoli tramite Antonio Pandolfi
191 a-b I Capponi, setaioli, vendono un broccato a Costantinopoli tramite Pandolfi
192
Piero e Luigi Capponi e compagni hanno inviato telette ad Alessandria
193 a-b I Capponi, setaioli, vendono velluto a Costantinopoli tramite Francesco de’
Nobili
194 a-c I Capponi-Biffoli, battilori, vendono drappi a Costantinopoli tramite
Francesco de’ Nobili
195
I Capponi-Biffoli, setaioli, inviano un velluto da Napoli ad Alessandria
196 a-c Cristofano Rinieri e Iacopo Capponi inviano drappi ad Alessandria
197 a-c Cristofano Rinieri invia drappi a Costantinopoli tramite Alfonso Berardi
198 a-c I Capponi, setaioli, vendono drappi ad Alessandria tramite i Doffi-Ferrini
199
I Capponi acquistano a Firenze velluti su ordine dei Pitti, attivi ad
Alessandria
Anni
p.
1531
389
1530-41
390
1531
1532
1532
392
393
394
1532
395
1533
395
1532
396
1532
398
1533
399
1534
399
1537
400
1538
401
1538
402
1539
403
1539
403
1539
404
1539
405
1539
406
1539
408
1540
409
1539
409
1539
410
1541
1541
1541
411
412
413
1542
414
1542
414
1542
1545
1546
1548
416
416
418
419
1552
420
425
425
Fonti manoscritte
Fonti manoscritte
FIRENZE
Archivio di Stato (ASF)
Arte della Seta, 1, Statuti
Canigiani, 63, Giornale e ricordanze di Romolo di Andrea di Nofri e compagni, battilori
Carte Strozziane, Serie Seconda, 96, Ins. 4
Carte Strozziane, Serie Terza, 276, Quaderno di Benedetto Strozzi
Carte Strozziane, Serie Quarta, 57, Quaderno di Carlo di Niccolò Strozzi
Carte Strozziane, Serie Quarta, 81, Libro di Bernardo Cavalcanti e Ridolfo Lotti,
procuratori dell’eredità di Girolamo Strozzi
Carte Strozziane, Serie Quarta, 82
Carte Strozziane, Serie Quinta, 78, Ricordanze di Federico di Lorenzo Strozzi
Carte Strozziane, Serie Quinta, 100, Giornale e ricordanze di Lorenzo e Filippo Strozzi e
compagni, battilori
Consiglio dei Cento, Registri, 3, Deliberazioni dei 17 Riformatori
Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 79, 208, Libro di Bartolomeo del
Guanto
Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 213, Debitori
e creditori di Cristofano di Bernardo Rinieri
Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 95, San Francesco, 220,
Ricordanze di Cristofano di Bernardo Rinieri
Dogana di Firenze, Serie Antica e Campioni XIV secolo-1808, 431, Stratto di gabelle
Galletti, 10, Debitori e creditori di Battista di Pandolfo Pandolfini e compagni
Galletti, 11, Giornale e ricordanze di Giovanni Pandolfini
Ginori Conti, Serie Pitti Rinuccini, Parte A, 148, Copialettere di Francesco Pitti e Amerigo
Antinori e compagni
Gondi, 1, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori
Gondi, 2, Debitori e creditori di Alessandro e Bernardo Gondi e compagni, battilori
Gondi, 8, Debitori e creditori di Antonio Gondi e Pierantonio Gondi e compagni in Lione
Gondi, 36, Debitori e creditori di Alessandro Gondi
Libri di commercio e di famiglia, 711, Copialettere della compagnia Botti
Libri di commercio e di famiglia, 997, Copialettere di Francesco Lioni
FUP Best Practice in Scholarly Publishing (DOI 10.36253/fup_best_practice)
Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550). Le fonti, © 2023
FUP
Scholarly
Publishing
(DOI
Author(s),
CC BYin
International,
metadata
CC0 1.0 Universal, published by Firenze University Press
FUP Best
Best Practice
Practice
in4.0
Scholarly
Publishing
(DOI 10.36253/fup_best_practice)
10.36253/fup_best_practice)
Marco
Spallanzani, Francesco
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di seta tra Firenze e(PDF),
il Levante
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(www.fupress.com),
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(online),Tessuti
ISBN 000-00-0000-000-0
DOI (ca.
10.36253/000-00-0000-000-0
Marco Spallanzani,
Guidi Bruscoli,
Tessuti
setaUniversal,
tra Firenzepublished
e il Levante
1350-1550).
Le fonti,
Author(s),
CC BY Francesco
4.0 International,
metadata
CC0di 1.0
by (ca.
Firenze
University
Press
© 2023 Author(s), CC
BY 4.0,
published
by Firenze
Press, ISBN
979-12-215-0086-8,
DOI 10.36253/979(www.fupress.com),
ISSN
0000-0000
(online),
ISBN University
000-00-0000-000-0
(PDF),
DOI 10.36253/000-00-0000-000-0
12-215-0086-8
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
Libri di commercio e di famiglia, 1274, Libro di mandate di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli
Libri di commercio e di famiglia, 1275, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli
Libri di commercio e di famiglia, 1276, Libro di lettere e conti di Mainardo Cavalcanti e
compagni, setaioli
Libri di commercio e di famiglia, 2926, Entrata e uscita e debitori e creditori di Francesco Lioni
Libri di commercio e di famiglia, 2927, Copialettere di Francesco Lioni
Libri di commercio e di famiglia, 4544, Quadernuccio di Luigi di Carlo da Castelfiorentino
Libri di commercio e di famiglia, 4715, Dare, avere e ricordanze di Mariotto Segni
Libri di commercio e di famiglia, 5199, Bastardello di Guido e Niccolò Mannelli
Manoscritti, 94, N. 22, Lettera di Antonio Sostegni, in Pera, ad Antonio Corbinelli, in
Firenze, 6 luglio 1500
Manoscritti, 94, N. 27, Lettera di Antonio Sostegni, in Pera, ad Antonio Corbinelli, in
Firenze, 26 giugno 1500
Manoscritti, 94, N. 54, Lettera di Bartolomeo Tebalducci, in Pera, ad Antonio e Francesco
Corbinelli, in Firenze, 21 dicembre 1512
Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 6, Stratto di gabelle
Miscellanea Repubblicana, 34, Ins. 8, Stratto di gabelle
Miscellanea Repubblicana, 107, Stratto di gabelle
Miscellanea Repubblicana, 139, Stratto di gabelle
Notarile antecosimiano, 5550, Notaio Michelangelo Contadini
Quaratesi, 820, Stratto di gabelle
Serristori, Famiglia, 596, Debitori e creditori di Averardo Serristori ed eredi
Serristori, Famiglia, 599, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori
Serristori, Famiglia, 600, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori
Serristori, Famiglia, 601, Debitori e creditori di Antonio Serristori e compagni, battilori
Serristori, Famiglia, 603, Ricordanze di Antonio Serristori e compagni, battilori
Ughi, 65, Dare, avere e ricordi di Giorgio di Niccolò Ughi
Venturi Ginori Lisci, 2, Debitori, creditori e ricordi di Neri di Iacopo Venturi e del figlio
Leonardo
Venturi Ginori Lisci, 14, Giornale di Piero Venturi e compagni, lanaioli
Venturi Ginori Lisci, 15, Debitori e creditori di Piero Venturi e compagni, lanaioli
Venturi Ginori Lisci, 454, Debitori e creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi
Venturi Ginori Lisci, 455, Debitori e creditori e ricordi di Bernardo di Bindo de’ Bardi
Archivio Guicciardini
Filza XLIX, Lettere dei Bartoli, Gherardi, Nasi, Sacchetti (anni 1502, 1505, 1508, 1509)
Biblioteca Marucelliana
C 327, Stratto di gabelle
Biblioteca Medicea Laurenziana
Acquisti e Doni, 13, Pratica di mercatura
Antinori, 26, Stratto di gabelle
Biblioteca Moreniana
290, Stratto di gabelle
428
428
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Biblioteca Nazionale Centrale (BNCF)
Capponi, Libri di commercio, 5, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori
Capponi, Libri di commercio, 6, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori
Capponi, Libri di commercio, 7, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli e
compagni, setaioli
Capponi, Libri di commercio, 10, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori
Capponi, Libri di commercio, 12, Debitori e creditori di Filippo Capponi e Giovanni Biffoli
e compagni; dal 1° dicembre 1535 Alessandro Capponi e Giovanni Biffoli e compagni
Capponi, Libri di commercio, 13, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, battilori
Capponi, Libri di commercio, 14, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli
Capponi, Libri di commercio, 15, Debitori e creditori di Piero di Niccolò e Luigi di Giuliano
Capponi e compagni
Capponi, Libri di commercio, 16, Debitori e creditori di Giuliano Capponi e compagni, setaioli
Capponi, Libri di commercio, 17, Debitori e creditori di Iacopo Capponi e compagni
Capponi, Libri di commercio, 107, Giornale di Francesco Lioni
Capponi, Libri di commercio, 112, Debitori e creditori di Francesco Lioni
Landau Finaly, 11, Stratto di gabelle
Magliab., Cl. XIII, 93, Bonsignore Bonsignori, Viaggio a Gerusalemme
II, II, 50, Miscellanea
Biblioteca Riccardiana
1848, Stratto di gabelle
2526, Stratto di gabelle
2545, Capitoli della dogana della magnifica città di Ancona
2604, Stratto di gabelle
Ospedale degli Innocenti (AOI) (tra parentesi le antiche segnature)
12381 (Estranei, 364), Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia
12382 (Estranei, 371), Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli
12383 (Estranei, 370), Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli
12385 (Estranei, 442), Giornale e ricordanze di Agnolo del Caccia e compagni, setaioli
12388 (Estranei, 389), Debitori e creditori di Agnolo del Caccia, setaiolo
12583 (Estranei, 76), Ricordanze di Andrea Banchi
12587 (Estranei, 78), Copialettere di Andrea Banchi
12637 (Estranei, 220), Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni
12639 (Estranei, 222), Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni
12640 (Estranei, 223), Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni
12643 (Estranei, 246), Debitori e creditori di Francesco e Carlo Cambini e compagni
12644 (Estranei, 248), Debitori e creditori di Francesco e Carlo Cambini e compagni
12649 (Estranei, 247), Debitori e creditori di Piero Cappelli, Francesco e Carlo Cambini e
Niccolò di ser Piero da Colle e compagni
12680 (Estranei, 224), Ricordanze di Francesco e Carlo Cambini e compagni
12682 (Estranei, 226), Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni
12683 (Estranei, 227), Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni
12685 (Estranei, 229), Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni
12686 (Estranei, 230), Ricordanze di Francesco e Bernardo Cambini e compagni
12810 (Estranei, 918), Debitori, creditori e ricordi di Bindo di Battista Vernacci
12907 (Estranei, 651), Debitori, creditori e ricordi di Iacopo Pandolfini
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429
MARCO SPALLANZANI, FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI
12908 (Estranei, 652), Giornale di Iacopo Pandolfini
12910 (Estranei, 650), Debitori e creditori di Pandolfo Pandolfini
DINTORNI DI FIRENZE
Archivio Bartolini
62, Debitori e creditori di Bernardo e Filippo di Carlo Gondi e compagni, setaioli
240, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini
242, Debitori e creditori di Gherardo Bartolini e compagni, battilori
243, Copialettere di Gherardo Bartolini e compagni, battilori
250, Copialettere di Gherardo Bartolini
255, Copialettere di Gherardo Bartolini
Archivio Frescobaldi
Frescobaldi, 722, Debitori, creditori e giornale di Bartolo Tedaldi
PISA
Scuola Normale Superiore (SNS), Archivio Salviati
Classe I, 32, Quaderno di debitori, creditori e ricordi di Bernardo Peruzzi
Classe I, 33, Libro di Bernardo Peruzzi
Classe I, 70, Quaderno di sicurtà di Raggio Raggi
Classe I, 357, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni del banco
Classe I, 358, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni del banco
Classe I, 359, Quaderno di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati e compagni
del banco, attenente alle incette di Levante
Classe I, 363, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni del banco
Classe I, 364, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni del banco
Classe I, 367, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni del banco
Classe I, 369, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni del banco
Classe I, 373, Giornale e ricordanze di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni del banco
Classe I, 374, Debitori e creditori di Alamanno di Averardo e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni del banco
Classe I, 397, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli
Classe I, 398, Giornale e ricordi di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli
Classe I, 399, Debitori e creditori di Giovanni di Marco Salviati in Costantinopoli
Classe I, 413, Giornale di Iacopo Salviati e compagni, setaioli
Classe I, 420, Giornale di Iacopo Salviati e compagni, setaioli
430
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TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL LEVANTE (CA. 1350-1550)
Classe I, 427, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati
e compagni, lanaioli
Classe I, 428, Ricordanze di Averardo di Alamanno e Iacopo di Giovanni Salviati e
compagni, lanaioli
Classe I, 430, Debitori e creditori di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli
Classe I, 431, Giornale e ricordanze di Averardo e Giovanni Salviati e compagni, lanaioli
Classe I, 435, Debitori e creditori di Averardo di Alamanno Salviati e compagni, setaioli
Classe I, 660, Libro del viaggio di Barberia di Averardo di Alamanno Salviati
PRATO
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VENEZIA
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di Francesco e Guido di Antonio de’ Medici
Selfridge Collection, Medici, 547, Copialettere
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19. Margherita Azzari, Leonardo Rombai (a cura di), Amerigo Vespucci e i mercanti viaggiatori fiorentini
del Cinquecento, 2013
20. Dinora Corsi, Diaboliche, maledette e disperate. Le donne nei processi per stregoneria (secoli XIV-XVI),
2013
21. Paola Pinelli, Tra argento, grano e panni. Piero Pantella, un operatore italiano nella Ragusa del primo
Quattrocento, 2013
22. Amerigo Vespucci, Cronache epistolari. Lettere 1476-1508, a cura di Leandro Perini, 2013
23. Maria Giagnacovo, Appunti di metrologia mercantile genovese. Un contributo della documentazione
aziendale Datini, 2014
24. Bonaccorso Pitti, Ricordi, a cura di Veronica Vestri, 2015
25. Antonella Fiorentino, Il commercio delle pelli lavorate nel basso Medioevo. Risultati dall’Archivio Datini
di Prato, 2015
26. Jules Michelet, Il Rinascimento, a cura di Leandro Perini, 2016
27. Manuela Doni, L’idea di Europa nelle ‘Vite’ di Richelieu. Biografia e Storia nel Seicento, 2016
28. Ubaldo Morozzi, Storia dei conventi cappuccini toscani dalla fondazione al 1704. La storia dell’Ordine
da un manoscritto inedito di Filippo Bernardi da Firenze, 2017
29. Manuela Doni (a cura di), Strumenti e strategie della comunicazione scritta in Europa fra Medioevo ed
Età Moderna, 2017
30. Lorenzo Pubblici, Dal Caucaso al Mar d’Azov. L’impatto dell’invasione mongola in Caucasia fra
nomadismo e società sedentaria (1204-1295). Nuova edizione riveduta e aggiornata, 2018
31. Cristina Passetti, Lucio Tufano (a cura di), Femminile e maschile nel Settecento, 2018
32. Roberto Bianchi, Una storia, un archivio. Idalberto Targioni nell’Italia tra Ottocento e Novecento, 2018
33. Derek Beales, Renato Pasta (a cura di), Essai sur la Monarchie autrichienne en son état actuel en 1790,
2018
35. Giovanni di Pagolo Morelli, Ricordi. Nuova edizione e introduzione storica, a cura di Claudia Tripodi,
2019
36. Patrizia Guarnieri (a cura di), L’emigrazione intellettuale dall’Italia fascista. Studenti e studiosi ebrei
dell’Università di Firenze in fuga all’estero, 2019
37. Gabriele Turi, «Israelita ma di eccezione». Ebrei perseguitati nell’università italiana, 2021
38. Flora Aghib Levi D’Ancona, La Nostra Vita con EzioeRicordi di guerra, a cura di Luisa Levi d’Ancona
Modena, 2021
39. Renato Pasta, Riflessi d’Oriente. Esperienze e memorie di due viaggiatori toscani in Levante (1760-1792),
2021
40. Daniela Degl’Innocenti, Giampiero Nigro (a cura di), Un panno medievale dell’azienda pratese di
Francesco Datini. Studio e ricostruzione sperimentale, 2021
41. Arianna Capirossi (a cura di), Nuova opera. Edizione critica e annotata, 2022
42. Patrizia Guarnieri, Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Migranti, esuli e rifugiati per motivi politici e
razziali - 2.edizione riveduta e ampliata (1.ed. 2019-22), 2023
43. Patrizia Guarnieri, Intellectuals Displaced from Fascist Italy. Migrants, Exiles and Refugees Fleeing for
Political and Racial Reasons - 2nd edition, revised and enlarged (1st ed. 2019-22), 2023
44. Marco Spallanzani, Francesco Guidi Bruscoli, Tessuti di seta tra Firenze e il Levante (ca. 1350-1550).
Le fonti, 2023
TESSUTI DI SETA TRA FIRENZE E IL
LEVANTE (ca. 1350-1550)
Le fonti
Questo studio, utilizzando centinaia di documenti d’archivio per un periodo di circa
due secoli, evidenzia il totale ribaltamento
che si verificò a partire dall’inizio del XV
secolo: i tessuti di seta non attraversavano
più il Mediterraneo da Est a Ovest, come
nei secoli precedenti, bensì da Ovest a Est.
Mercanti ebrei, turchi, siriani e soprattutto
la Sublime Porta mostrarono un continuo
apprezzamento per i drappi fiorentini. Grazie alle fonti sono descritte nel dettaglio
tutte le fasi di quel flusso di esportazioni:
l’acquisto dei drappi a Firenze, la loro
spedizione, il trasporto e infine l’intervento
dei corrispondenti che a Costantinopoli
curavano le vendite. Tale flusso di merci
proseguì fino ai primi decenni del Cinquecento, per poi decadere rapidamente
intorno alla metà del secolo.
MARCO SPALLANZANI è stato fino
al 2010 professore associato di Storia
economica presso l’Università di Firenze.
Ha collaborato con istituzioni culturali italiane e straniere; è stato inoltre Ispettore
onorario della Soprintendenza di Firenze
e, dal 1981 al 2003, Research Associate di
Villa I Tatti, Harvard University.
FRANCESCO GUIDI BRUSCOLI è professore associato di Storia economica presso
l’Università di Firenze; è inoltre visiting
reader a Queen Mary University of London
e académico dell’Academia Portuguesa da
História. Si occupa di storia del commercio
e della banca nel Rinascimento.
INDICE
Elenco delle abbreviazioni
Nota metrologica
Introduzione
PARTE PRIMA
Capitolo 1: Firenze e il Levante
1. Scambio di prodotti
2. Rapporti commerciali e diplomatici
3. Mercanti fiorentini a Costantinopoli
Capitolo 2: I drappi fiorentini in Levante
1. Dalla produzione all’esportazione
2. Le rotte
Capitolo 3: Le forniture alla Sublime Porta
(1462-1531)
1. La Porta di Maometto II il Conquistatore
(1432-1481)
2. La Porta di Bayazet II (1481-1512)
3. La Porta di Selim I (1512-1520)
4. La Porta di Solimano, principe ereditario
(1515-1517) e sultano (1520-1566)
Conclusione
Appendice
1. Le vendite alla Porta (1462-1531)
2. Tipi di drappi inviati alla Porta di Bayazet
II, Selim I e Solimano (1490-1531)
3. Fiorentini in Levante
4. Mercanti e fondi archivistici
PARTE SECONDA
Le fonti
Elenco dei documenti
Fonti manoscritte
Bibliografia citata
ISSN 2464-9007 (print)
ISSN 2704-5986 (online)
ISBN 979-12-215-0086-8 (PDF)
ISBN 979-12-215-0087-5 (XML)
DOI 10.36253/979-12-215-0086-8
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